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INTELLIGENCE INVESTIGATIVA

Proprietà Immagine: http://www.keycrime.com/it/

SCIENZA E PROGRESSO
PER LA PREDICTIVE POLICING ITALIANA
di Glicerio Taurisano
“ E' sorprendente come l'Osservazione, la
Riflessione e la Sperimentazione,
attraverso un ragionamento logico, tecnico
ed esperienziale, conducano l'uomo verso
traguardi scientifici eccezionali ”.
L’autore

Glicerio Taurisano, KeyCrime: Scienza e progresso per la


predictive policing italiana, Crimelist, 2016

Documento: Sintesi dell’articolo in formato presentazione

G. Taurisano, KeyCrime: Scienza e Progresso per la Predective Policing Italiana


«la fantascienza non è solo divertimento, essa svolge anche il compito di stimolare ed
espandere l’immaginazione»
Stephen W. Hawking
L’esperimento, nell’Investigazione, è nato con le prime metodologie di studi della scena del
crimine, attraverso le immagini su pellicola studiate con criterio antropometrico (Vedesi gli
studi di Alphonse Bertillon, 1853-1914).

Un metodo tecnico-scientifico distante da tanti altri concetti interpretativi e risolutivi dell’attività


investigativa e dallo studio della criminologia, ma con profonda attenzione all’osservazione.

L’osservazione è atta a creare teorie al fine di manifestare una reazione: tra ciò che si immagina e
ciò che si costruisce.

G. Taurisano, KeyCrime: Scienza e Progresso per la Predective Policing Italiana


«L’osservazione raccoglie i fatti, la riflessione li combina insieme, l’esperimento verifica
il risultato di questa combinazione»
Denis Diderot (1713-1784)

 L’osservazione, la riflessione e l’esperimento, intercalati in una attività di ragionamento in modo


sequenziale dovranno, per effetto produttivo di risultati cognitivi, portare ad una regola
scientifica; che questa sia in forma teorica, tecnologica o metodica, alla fine darà sempre e
comunque un esito.

Combinazioni che nelle moderne elaborazioni della scienza del XXI° secolo, appassionano in
maniera profonda l’Investigazione e ancor più hanno interessato la Polizia di Stato per
l’attività anticrimine.

Un percorso che inizia dalla genesi delle metodologie scientifiche per l’indagine criminale alle
tecniche di studio della scena del crimine; dalle prime azzardate tecnologie agli evoluti
sistemi informatici, fino a raggiungere sistemi oggi avanzati sistemi computazionali

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Polizia di Stato
Strumenti Computazionali

SPAID AFIS
Sistema o Sottosistema Periferico per l’Acquisizione delle Impronte Automated Fingerprint
Digitali Identification System

RUPA
SDI CED Rete Unitaria per la Pubblica
Amministrazione
Sistema di Indagine Centro Elaborazione Dati
CUI
Codice Unico di Identificazione

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KeyCrime KeyCrime

Molti gli strumenti ai fini delle indagini, della schedatura delle impronte e dell’interscambio di
dati tra le pubbliche amministrazioni, ma un nuovo quanto evolutivo sistema nella
dimensione computazionale per le indagini anticrimine nasceva per idea di Mario Venturi
(ass. capo della Polizia di Stato) il quale, come uno “strategic resolving project“ assumeva
l’identità di un preciso strumento nella Predective Policing Italiana.

Un Software che sin dal suo esordio sta efficacemente svolgendo il ruolo per il quale è stato
creato:

Prevenire azioni criminali

G. Taurisano, KeyCrime: Scienza e Progresso per la Predective Policing Italiana


Il KeyCrime nasce dai tre elementi che formano il percorso della creazione di un dato scientifico:
l’Osservazione, la Riflessione e l’Esperimento

L’Information e Comunication Tecnology qui assume un ruolo strategico nell’attività investigativa


anticrimine, muovendosi nella best practice della ricerca scientifica, rivolta a nuove strategie
risolutive di problem solving e di conclusive reasoning su quelle attività che, per la loro
complessità, necessitano di analisi e decisioni.

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«man mano che l’umanità si è maggiormente e tecnologicamente evoluta, il contenuto
scientifico delle investigazioni si è progressivamente arricchito»
(De Santis, 2002)

il KeyCrime di Mario Venturi  pare abbia rispettato i canali tecno - scientifici e


cognitivi dettati da Michael Foucault:

«un sapere che nasce dallo sguardo, dall’osservazione degli individui, dalla
loro classificazione, dalla registrazione, analisi e confronto dei loro
comportamenti» (M. Foucault, 1994).

Tutto progredisce e tenta sempre a migliorare: Il KeyCrime ha intrapreso


proprio questo percorso.

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Nella fase iniziale della creazione del KeyCrime ci piace immaginare che il suo ideatore, Mario
Venturi, abbia dato la possibilità a delle precise fasi di concretizzarsi:

Questo processo si arricchisce, nella esplicita manifestazione scientifica, di un altro dato,


contribuendo, significativamente, all’esperimento scientifico

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INTERAZIONE

Uomo Macchina

ovvero

Cognitivismo Tecnologia

Interagendo tra loro con un duplice compito:


Scegliere cosa produrre (da parte dell’Uomo) e Decidere come realizzarlo
(con l’ausilio della Macchina)

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“data l’esistenza di un problema o di una situazione, in che maniera sarà possibile arrivare a una
soluzione che soddisfi, attraverso una risposta certa, sia l’incognita (che si manifesta) che il contesto
(che si riscontra)?”

 È attraverso l’ Insight Investigation che l’ideatore del KeyCrime affronta e fornisce una risposta a questa
domanda.

La creatività nella ricerca scientifica, così come per la risoluzione dei quesiti, costituisce uno strumento
importante per incamminarci verso l’obiettivo che vogliamo centrare; con l’aiuto delle inferenze, le
quali vogliamo o no si manifesteranno – perché la conoscenza scientifica non può non essere
inferenziale -  e che dobbiamo intercalare nel ragionamento, se vogliamo proporci come creative
thinking, si andranno a trovare poi le relazioni tra queste e gli elementi iniziali, che hanno generato
l’esistenza del problema da risolvere e con l’aiuto del cognitivismo e della complessità delle
macchine e infine della scienza matematica, proiettarsi verso i paradigmi scientifici delle varie
teorie, che man mano verranno prodotte.  

In tutto ciò vi è anche un comportamento implicito, da parte del ragionamento umano, ed esplicito
invece da quello tecnologico. Il primo è sottointeso, poiché è l’uomo ad essere possessore e
generatore del costruttivismo cognitivo poiché pensa, crea, inventa e costruisce “ciò che crede
esista”  e dunque attiva quei processi che indirizzano verso le trasformazioni e le elaborazioni (Ulric
Neisser, 1928-2012) il secondo invece è chiaro, evidente, in quanto la macchina produce un dato in
maniera strettamente tecnico- razionale, anche se per mezzo degli incipit direzionali forniti
dall’uomo.

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È qui che possiamo dunque collegare il percorso di creazione del KeyCrime con l’influenza
determinante che l’ Human Information Processing (HIP) esercita sulla mente umana e sul
sistema computazionale: “se la mente umana si basa su autoregolamentazione e feedback e
dunque l’uomo può essere considerato come un sistema di elaborazione delle informazioni,
attinenti ai controlli automatici che ne governano l’azione, questa condizione può essere
trasferita nella collaboratività tecnica – scientifica tra uomo e macchina” (G. Taurisano,2015)
inoltre vi è il pensiero di  Kenneth Craik «le macchine condividono con il cervello alcuni principi
di funzionamento» e il tutto alla fine confluisce nel contenitore della conoscenza, occorrente
all’uomo e alla macchina per identificare la via – forse obbligata dall’esperimento scientifico
stesso – che conduce alla soluzione del problema. Incognita e contesto possono qui rigenerarsi,
ma solo per dare spazio risolutivo, quindi una risposta certa definitiva, se questi vengono trattati
con metodo rigoroso, dunque scientifico, tecnico e cognitivo, attraverso la rielaborazione di dati,
informazioni e analisi.

«non conosciamo nulla che sia invariabile, ma solo aspetti mutevoli»


(Democrito)

il KeyCrime per il suo consolidamento scientifico non poteva non affacciarsi su un concetto filosofico
– trascendentale, nel significato rielaborato da Immanuel Kant – per cercare e infine trovare la
sua collocazione anche in un concetto metafisico, nel rispetto però di un altro pensiero di Kant:
«non c’è dubbio che ogni nostra conoscenza incornicia con l’esperienza». L’esperienza dunque
– investigativa in questo caso – ha contribuito alla creazione del KeyCrime?

G. Taurisano, KeyCrime: Scienza e Progresso per la Predective Policing Italiana


Se non lo ha fatto in maniera rigorosa nelle applicazioni tecnico - scientifiche, avrà contribuito certamente
alla sua genesi per mezzo del cognitivismo, proponendosi disponibile alla ricerca della soluzione di un
problema e a costruire uno strumento idoneo alla collaboratività tra mente e macchina.

Ma cosa si ottiene con il KeyCrime di Mario Venturi e della squadra di investigatori-analisti della Polizia
di Stato?

• ha la sua profonda capacità predittiva sugli eventi criminosi che possono verificarsi e in quale aree
queste hanno possibilità di manifestarsi;
• modifica alcuni aspetti del sistema di attività di Polizia (compreso quello investigativo) consentendo un
impiego minore di risorse umane, le quali possono essere deputate ad altri incarichi;
• modifica l’andamento statistico delle rapine riducendone drasticamente il numero:
• ha un’azione efficace anche sull’ istantanea azione repressiva;
• ottiene una maggiore e certa risoluzione dei casi analizzati, individuandone i responsabili;
• produce una “evidente certezza” che l’evento criminoso si è effettivamente realizzato, contribuendo
così alla giustizia;
• diminuisce drasticamente il numero di crimini, anche attraverso un’azione di riflesso;
• riduce la spesa dell’Amministrazione Pubblica;
• può immagazzinare ed analizzare migliaia di informazioni, anche per un singolo evento;
• individua con largo anticipo sia il luogo, dove può realizzarsi una rapina, sia l’autore (serial robbery)
che si sta apprestando a compiere quel crimine;
• contribuisce a creare una maggiore percezione di sicurezza.

G. Taurisano, KeyCrime: Scienza e Progresso per la Predective Policing Italiana


il KeyCrime fornisce alternanze di impiego logistico (nell’attività di indagine) che ben si
prestano all’azione plurisettoriale investigativa e/o volendo esagerare (ma non tanto)
all’Intelligence Investigativa, per cui i settori di impiego, considerato e ancor meglio appurato
che ha versatilità, possono essere molteplici, “il KeyCrime è un software che ben si presta o
che si potrebbe prestare a diverse letture previsionali e repressive di reati fino ad ipotizzarlo
nella più ampia accezione di sicurezza, (Taurisano, 2015)”.
G. Taurisano, KeyCrime: Scienza e Progresso per la Predective Policing Italiana
Da 664 rapine (perpetrate nell’area operativa del KeyCrime) ai danni di farmacie e supermercati
nel 2008, si passa a 283 reati dello stesso tipo consumati nel 2015, con ben il 57% in meno.
Mentre le rapine in banca  diminuiscono da 329 del 2009 a 57 nel 2015

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CONCLUSIONE

il KeyCrime di Mario Venturi ha assimilato una conoscenza dall’uomo, di tipo intuitiva, per restituire all’uomo
stesso un’altro tipo di conoscenza, strettamente implicito nel concetto di risoluzione (ragionamento conclusivo) ai
fini della dimostrazione scientifica di uno o più dati.

Tuttavia nel panorama della sintesi esplicativa del concetto scientifico – produttivo, riguardante nuove “cose” e
moderne “scoperte” oppure evolute “idee” e futuri “progressi”, si riscontrano inattività, da parte di chi invece
dovrebbe sostenere e incentivare il cammino introduttivo al costruttivismo, in seno al suo significato filosofico, e
al suo interessarsi a forgiare il nuovo, sia nel complesso sistema cognitivo umano che in quello tecnico –
strutturale computazionale.

L'auspicio è che il KeyCrime venga legittimato ad operare su tutto il territorio nazionale e che beneficia di quel
supporto economico da parte dello Stato, al fine di potenziare sempre più le sue capacità predittive, attitudini
tecniche-operative e risolutive ormai consolidate e che ben sono state evidenziate dagli analisti dell'Investigazione
e della prevenzione del Crimine, in maniera da ritenere, oramai, il KeyCrime come lo strumento futuristico per
combattere il crimine, con la sola eccezione che trattasi di un futuro già presente, disposto ad evolversi e ad
anticipare i tempi.

L’Artico completo è pubblicato su. www.crimelist.it


Altri articoli dell’autore sullo stesso argomento:
“Il KeyCrime: Predictive policing o anche intelligence investigativa?” nel volume:
G. Taurisano, Intelligence e Sistema di Informazione nella Repubblica Italiana, Aracne Editrice.  
“KeyCrime, il Conclusive Reasoning nell’attività anticrime della Polizia di Stato”,
Giornale Scientifico ONAP - Profiling, giugno 2016.  

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