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Economia dellinnovazione

Capitolo I
Il pensiero economico prima di Schumpeter
Smith, Ricardo e Marx. Smith si concentra sulla relazione tra cambiamento
tecnologico, divisione del lavoro e cambiamento strutturale delleconomia. Non si
concentra sul processo di generazione di innovazioni ma sulla incorporazione del
progresso tecnologico nei beni capitali che porterebbe ad una specializzazione del
lavoro e quindi ad un aumento della produttivit.
Ricardo studia il progresso tecnologico dal punto di vista endogeno, tracciando la
relazione innovazione-riduzione dei prezzi-aumento della domanda, che dal punto di
vista esogeno secondo il quale linnovazione avrebbe influenze sul livello di
occupazione.
Marx sostiene che linnovazione incorporata nelle macchine e che un nuovo settore,
quello dei produttori di macchine, le sta portando da inefficienti a standardizzate.
Enfatizza la natura sociale dellinnovazione che non nasce da inventori ma da un
processo sociale fatto di scontri tra interesi contrapposti.
Schumpeter
Secondo Schumpeter linnovazione determinante per il mutamento industriale.
Invenzione, secondo Schumpeter qualcosa di puramente scientifico mentre
innovazione fare qualcosa di nuovo nel sistema economico, un nuovo prodotto,
mercato o processo di produzione. Schumpeter considera il progresso scientifico come
esogeno al sistema economico e non analizza gli effetti di fattori economici e sociali
sullo sviluppo scientifico ne le relazioni tra questultimo e linnovazione. Non tutte le
innovazioni derivano da invenzioni. Linnovazione la risposta creativa delle imprese e
non la semplice reazione adattiva al mutato contesto economico. Linnovazione
avviene tanto nelle piccole quanto nelle grandi imprese, la dimensione non n
necessaria n sufficiente per determinare linnovazione. Schumpeter considera infine
solamente le innovazioni radicali. Limpostazione schumpeteriana ha influenzato i
successivi studi fino agli anni 60.
Caratteristiche dellinnovazione secondo Schumpeter
Linnovazione non un elemento insito nel concetto di attivit economica razionale,
un processo distinto caratterizzato da incertezza. Linnovazione pu essere compresa
ex-post e non ex-ante. Linnovatore un soggetto a razionalit limitata e non pu
prevedere lesito della sua attivit innovativa, proprio per questo motivo le strategie
innovative delle diverse imprese possono differire tra di loro.
Le innovazioni non sarebbero distribuite uniformemente nel tempo e nello spazio ma
avanzano a grappoli. Una innovazione in un determinato settore provoca ulteriori
innovazioni in settori correlati.
Let delle imprese fondamentale per spiegare la dinamica innovativa. Limpresa
giovane tender ad innovare maggiormente nel tentativo di scalfire la leadership di
imprese anziane che, con un comportamento conservatore, risponder con innovazioni
incrementali o con limitazione.
Schumpeter, in definitiva, studia il processo di innovazione e le ripercussioni nel

sistema economico e non le cause scatenanti. Inoltre privilegia gli aspetti di


discontinuit e radicalit piuttosto che quelli di continuit e incrementalismo.
2 scuole a confronto: neoclassici ed evoluzionisti
Le affinit:
Opportunit scientifiche e tecnologiche stimolano linnovazione

Lappropriabilit (es.brevetti) stimola linnovazione

La domanda influisce positivament sullattivit innovativa. Magiore la domanda,


maggiori gli investimenti in R&S

Struttura di mercato e innovazione si influenzano reciprocamente: pi


concentrata la struttura di mercato, pi elevato il tasso di sviluppo
tecnologico. Ma questo a sua volta ha un feedback sulla struttura di mercato.

Le diversit

I neoclassici studiano il sistema economico in equilibrio, gli evoluzionisti lo


studiano durante le fasi di transizione

I neoclassici pongono poca attenzione ai processi di aggiustamento verso


lequilibrio, gli evoluzionisti studiano invece le fasi di transizione

I neoclassici considerano la tecnologia come informazione, gli evoluzionisti


come multidimensionale, legata alla conoscenza

I neoclassici ritengono importanti le strategie di impresa, gli evoluzionisti danno


maggior importanza alle competenze delle imprese

I neoclassici considerano lapprendimento come il risultato dellesperienza


mentre gli evoluzionisti dano pi importanza allaspetto cognitivo e di soluzione
di problemi

I neoclassici considerano le imprese come agenti isolati e senza storia, gli


evoluzionisti le considerano immerse nel contesto sociale e istituzionale

Le imprese neoclassiche sono razionali e hanno a disposizione tutta


linformazione. Quelle evoluzioniste sono a razionalit limitata

In ottica neoclassica, i fallimenti sono dovuti a beni indivisibili e difficolt di


appropriabilit. Per gli evoluzionisti le istituzioni e i sistemi innovativi nazionali
giocano un ruolo determinante

Definizioni introduttive
Funzione di produzione
La funzione di produzione rappresenta la combinazione di capitale e lavoro utilizzate
per ottenere loutput. Cambiamenti di tecnica determinano spostamenti lungo
lisoquanto, quindi una variazione della proporzione capitale/lavoro impiegati. Il

cambiamento tecnologico determina invece uno spostamento dellintero isoquanto


verso lorigine.

Q=f(K, L, t)

Il cambiamento tecnologico pu essere incorporato, ovvero legato allintroduzione di


nuovi beni capitali K o forza lavoro specializzata L oppure pu essere disincorporato e
dipendere da t, come nel caso delleffetto del progresso scientifico.
Il cambiamento tecnologico definito neutrale se lascia invariata la proporzione
capitale/lavoro. Labour saving se riduce maggiormente la quantit di lavoro impiegata
e Capital saving se diminuisce pi che proporzionalmente la quantit di capitale
investito.
Scienza, Tecnologia e Tecnica
2 visioni, la prima sostiene che la scienza produce conoscenza astratta e a-finalizzata,
la tecnologia finalizza la scienza a fini utili e la tecnica la materializzazione della
scienza in prodotti e servizi.
David e Dasgupta propongono una visione alternativa. La scienza un bene pubblico,
prodotta da scienziati che gareggiano per pubblicare e diffondere per primi i risultati
delle proprie ricerche. La tecnologia sviluppata da imprese che puntano a profitti
dovuti allintroduzione di innovaioni. Il loro intento la segretezza dellinnovazione per
evitare imitazioni.
Invenzione e innovazione
Questa distinzione deriva da Schumpeter. Invenzione una nuova idea, una scoperta
scientifica o una novit tecnologica che non ancora stata realizzata e ispirata da
motivazioni non economiche. Linnovazione lincarnazione dellinvenzione in un
nuovo prodotto o servizio. Non tutte le invenzioni diventano innovazioni e non tutte le
innovazioni derivano da invenzioni. E il caso di innovazioni dovute alla ricombinazione
di prodotti o servizi gi esistenti o dovuti allapplicazione di un bene esistente ad un
nuovo mercato.
Innovazione radicale e incrementale
Le innovazioni incrementali comportano un miglioramento di processo, prodotto o

servizio rispetto ad un design esistente. Quelle radicali rappresentano una rottura con
il design esistente e possono generare nuove industrie e mercati.
Innovazione di prodotto e di processo
Di prodotto sono le innovazioni che portano a nuovi prodotti/servizi. Di processo che
portano a nuovi processi per la produzione del medesimo prodotto.
Innovazione e diffusone
Si riferisce al tasso di adozione di una innovazione da parte di altre imprese o dei
consumatori.
Le fonti dellinnovazione
Ricerca di base, applicata e sviluppo
Ricerca di base finalizzata allampliamento delle conoscenze scientifiche e non
orientata alla definizione di un nuovo prodotto/processo.
La ricerca applicata utilizza le conoscenze scientifiche per la creazione di nuovi
prodotti/processi.
Lo sviluppo la fase pi a valle e consiste nelleffettiva realizzazione di nuovi
prodotti/processi/servizi.
Apprendimento per esperienza
Lapprendimento per esperienza genera innovazione nel momento in cui genera
economie di scala dinamiche. Solitamente una riduzione dei costi di produzione
legata allaumento della quantit cumulata di beni prodotti.
Alcuni concetti chiave da cui partire
Il processo di innovazione: modello lineare e modello a catena
Il modello lineare prevede una sequenza di fasi che si susseguono ordinatamente:
ricerca di base, ricerca applicata, sviluppo, produzione e commercializzazione.
Il modello a catena di Kline e Rosenberg ricalca nella parte centrale il modello lineare
con alcune differenze.

Parte dalla definizione di un mercato potenziale e continua con la fase di design


analitico dove, non solo si introducono innovazioni ma si ricombinano conoscenze e
componenti gi esistenti per la produzione di un nuovo prodotto/servizio/prcesso.
Esistono anche nuove forme di relazione: i feedback che agiscono lungo la catena

principale e la bidirezionalit che lega il processo di innovazione alla ricerca. Questo


significa che nuovi prodotti possono nascere dallavanzamento scientifico ma allo
stesso tempo nuovi prodotti possono aiutare lattivit di ricerca (vedi ad esempio i
microscopi, i computer, ecc.). Infine, la conoscenza scientifica interviene lungo tutta la
catena principale e non solo durante la fase di esign analitico.
I principali indicatori
Investimenti in R&S
Gli investimenti in R&S sono spesso utilizzati come indice di innovazione di un impresa
o di un intera industria. Purtroppo si rischia di sottostimare il fenomeno dal momento
che in molte imprese, specie se di piccole dimensioni, la ricerca portata avanti in
maniera non formalizzata.
I brevetti
Il numero di brevetti posseduti da una impresa e la loro importanza (misurata
contando il numero di brevetti costruiti sulla base dei brevetti posseduti dallimpresa)
possono fornire una stima del livello di innovazione.

Il problema che spesso i brevetti vengono richiesti ancor prima che linvenzione si
trasformi in prodotto oppure alcuni brevetti vengono richiesti esclusivamente per
evitare la produzione di prodotti simili da parte delle imprese concorrenti.
Altri indicatori
Numero di pubblicazioni scientifiche (per valutare linnovazione a livello paese),
commercio internazionale di prodotti tecnologici (stima la competitivit di un paese in
settori tecnologici), bilancia tecnologica dei pagamenti, misura lo scambio
internazionali di beni intangibili (brevetti ad esempio).
Capitolo 2
Modelli neoclassici di R&S
Attivit innovativa, impresa e mercato. A partire da Schumpeter, ci si sempre posti il
problema di studiare come la struttura di mercato possa influenzare i
comportamenti di R&S delle imprese e di conseguenza lattivit innovativa
dellindustria. Schumpeter riconosce che in mercati in regime di monopolio, il
monopolista incentivato ad innovare dalla possibilit di appropriarsi interamente
della rendita derivante dallinnovazione. Daltro canto, la pressione concorrenziale
nulla lo spinge a non innovare. Al contrario, un mercato altamente concorrenziale

spinge le imprese a investire in R&S ma le stesse sono disincentivate ad investire dat


le difficolt di appropriarsi delle rendite dovute allinnovazione (causa imitazione).
Ma considerare il legame struttura di mercato innovazione come unidirezionale
riduttivo. Lo stesso Schumpeter aveva anticipato lesistenza di un rapporto
bidirezionale dove la struttura di mercato influenza linnovazione e linnovazione
influenza la struttura di mercato.
Modelli di derivazione neoclassica: le caratteristiche
I modelli analizzati di seguito sono di derivazione neoclassica; utilizzano concetti tipici
della teoria neoclassica ma vi si discostano per alcuni aspetti.
Le imprese sono il centro dellinnovazione, rendendo in questo modo il progresso
tecnologico endogeno al sistema economico. Le imprese sono perfettamente razionali
e dispongono di tutta linformazione necessaria per attuare un comportamento
massimizzante. Le imprese hanno un comportamento strategico ovvero possono,
attraverso le loro azioni, influenzare le decisioni delle imprese concorrenti. Le imprese
possono erigere barriere allentrata, entrare, uscire o costringere ad uscire dal
mercato. Da qui emerge una caratteristica fondamentale del modello; la struttura del
mercato endogena al modello e le variabili fondamentali sono gli investimenti in
R&S.
Linnovazione un bene privato (delle aziende generatrici) ed parzialmente
appropriabile, quindi soggetto ad un processo di diffusione. Questultimo aspetto si
discosta dalla concezione strettamente neoclassica dove il progresso tecnico
esogeno e bene pubblico.
Infine, linnovazione considerata come una attivit incerta, le imprese sostengono,
oltre ai costi, anche i rischi legati allinnovazione.
Lattivit innovativa non cooperativa
Gli incentivi privati allinvestimento in R&S
Arrow, negli anni 60, studia quali siano gli incentivi che spingono le imprese ad
innovare, considerando diverse situazioni di mercato (monopolio, oligopolio, economia
pianificata) e ipotizzando brevetti di durata infinita (escludendo quindi il processo di
diffusione).
Secondo Arrow, il valore dellinnovazione minimo per un monopolista, massimo per
un pianificatore sociale e compreso tra questi 2 estremi per una impresa operante in
un contesto concorrenziale.
Linnovazione, in monopolio, provoca una riduzione dei costi ma non altera la struttura
di mercato. Il monopolista otterrebbe leffetto di competere contro se stesso.
Lincentivo ad innovare, per limpresa i, definito come la differenza tra i profitti
iniziali e quelli derivanti dallinnovazione:

Dove il primo termine dopo luguale indica i profitti in caso di innovazione ed il


secondo termine indica i profitti in assenza di innovazione.
Consideriamo ora una semplice struttura di mercato, dominata da una azienda
monopolista insediata (I) ed una impresa entrante (E).
Limpresa insediata pu attuare un comportamento strategico, ovvero innovare per

scoraggiare lingresso dellazienda entrante. Chiamiamo questo incentivo Incentivo


strategico:

Dove il primo termine a destra delluguale indica i profitti dellimpresa insediata nel
caso decida di innovare mentre limpresa entrante non innova. Il secondo termine
indica invece i profitti dellimpresa entrante nel caso in cui sia limpresa entrante ad
innovare.
Supponiamo che sia limpresa pi giovane, ovvero quella entrante, ad innovare mentre
quella insediata continui a produrre a costi marginali pi elevati (ovvero non innova).
Limpresa E entra newl mercato ed insieme allimpresa I si divide i profitti di duopolio,
rispettivamente:

Lincentivo ad innovare dellimpresa E pari a:

Dove r il tasso di sconto compreso tra 0 e 1.


Lincentivo ad innovare per limpresa I invece pari a:

Se

Allora prevale leffetto di efficienza. Ovvero i profitti del monopolista sono almeno
uguali o superiori alla somma dei 2 profitti degli oligopolisti non collusivi. Quindi,
lincentivo del monopolista a rimanere tale superiore rispetto allincentivo
dellazienda entrante a diventare duopolista. Il mercato rimane quindi in mano al
monopolista.
Al contrario, se

Allora prevale leffetto di rimpiazzo e limpresa entrante entra nel mercato.


I modelli di patent race
Modelli che analizzano gli incentivi e le strategie delle imprese ad innovare nel
tentativo di acquisire o mantnere una posizione di leadership nel mercato.
Come suggerito del nome, linnovazione in questi modelli vista come una gara tra le

imprese che competono per ottenere per prime i brevetti sui frutti dei loro investimenti
in R&S. I modelli di seguito analizzati sono definiti deterministici (dove la relazione
Investimento in ricerca Innovazione determinata), stocastici (dove linvestimento in
inoovazione porta a risultati incerti) e con memoria (dove a giocare un ruolo
determinante lesperienza accumulata dallimpresa).
Modello Stocastico: 2 imprese, I (insediata) e E (entrante). Ogni impresa investe x in
Ricerca e sviluppo. Durante lintervallo di tempo (t, t+dt), limpresa I, considerata
monopolista, realizza profitti pari a:

Ovvero pari al profitto in assenza di innovazione (ovvero con la vecchia tecnologia)


meno gli investimenti in R&S. Nello stesso periodo limpresa entrante, dato che non
ancora operativa nel mercato, realizzer profitti pari a 0.
Dato che la probabilit di innovare dipende direttamente dal flusso di investimenti,
limpresa I innover per prima e manterr quindi il monopolio del mercato con
probabilit:

Dopo aver innovato, i profitti dellimpresa I diventerebbero pari a:

In maniera analoga, la probabilit di innovare con successo per limpresa E pari a:

Passando da profitto 0 a profitti pari a:

Riducendo i profitti dellex-monopolista (limpresa I), a:

Dove r rappresenta sempre il tasso di sconto.


Per determinare quale impresa innover per prima, necessario investigare
sulleffetto efficienza e rimpiazzo. Leffetto efficienza spinger limpresa insediata ad
investire, e quindi ottenere il brevetto per prima, per mantenere la posizione di
monopolio. Dallaltra parte, leffetto rimpiazzo spinger limpresa entrante ad
investire. Il beneficio marginale (cio la produttivit marginale) dellinvestimento in
R&S decrescente rispetto ai profitti iniziali. In questo caso limpresa entrante ad
essere maggiormente incentivata allinnovazione.

Nel caso di innovazione drastica da parte della impresa entrante, limpresa Insediata
viene totalmente esclusa dal mercato da parte della entrante.
Le conclusioni dei Reingaum sono che, data lasimmetria delle condizioni di partenza,
dove lazienda entrante ha un profitto pari a 0, lincentivo ad innovare sia maggiore
per limpresa entrante piuttosto che per linsediata, il cui unico incentivo
allinnovazione rappresentato dal mantenere profitti di monopolio. Vi quindi,
secondo questo modello, una tendenza ad entrare nel mercato da parte di potenziali
concorrenti, con conseguente riduzione della concentrazione del mercato.
Modello deterministico: In un modello dove la probabilit di ottenere linnovazione
aumenta al crescere degli investimenti in R&S, leffetto rimpiazzo tende ad annullarsi.
Il monopolista preoccupato dalla possibilit di perdere il monopolio . Questo lo porta
ad aumentare gli investimenti in R&S, portandoli ad un livello superiore rispetto
allimpresa entrante. In questo caso leffetto efficienza predomina ed il mercato
mantiene la sua configurazione.
Modelli con memoria: Questi modelli tengono in considerazione il ruolo chiave
dellesperienza. Le imprese che innovano accumulano uno stock di conoscenze che,
raggiunto un certo livello, producono innovazione. Non importante solo il flusso di
investimenti in R&S ma ancheil loro stock. In formula:

Anche questi modelli sembrano prevedere una situazione di monopolio da parte delle
aziende che prima cominciano ad investire in R&S. La situazione di equilibrio non
necessariamente quella di monopolio, si parla in questo caso di Leapfrogging, ad
esempio quando i flussi di investimenti in R&S non sono costanti nel tempo, rendendo
in questo modo pi fluida la situazione di mercato. Sorpassi, in termini di stock di
investimenti in R&S possono avvenire anche quando le imprese non sono a
conoscenza del livello di investimento dei concorrenti.
Lattivit innovativa cooperativa
Gli accordi di licenza
Un accordo di licenza permette il trasferimento di una tecnologia tra una impresa
innovatrice (licenziante) ed una impresa acquirente (licenziatario) in cambio di un
canone fisso, di royalties o entrambi.
Gli accordi di licenza si suddividono in basa al momento di stipula rispetto al momento
di innovazione (ex-post o ex-ante) e, nel caso degli accordi ex-post, si suddividono
ulteriormente in innovazioni radicali e incrementali.
Gli accordi di licenza aumentano il valore del brevetto ed al contempo riducono lo
svantaggio delle imprese che arrivano seconde nella gara allinnovazione,
condannandole per a rimanere eterni inseguitori dellazienda innovatrice.
Immaginiamo il caso di accordi ex-post con innovazioni radicali. Lo scenario
composto da una impresa innovatrice e da una serie di imprese desiderose di
acquistare linnovazione. Limpresa licenziante pu appropriarsi interamente del
sovrappi generato dallindustria a valle se concede la sua tecnologia in licenza in
cambio di un canone fisso. Per massimizzare il valore dellinnovazione, limpresa

licenziante dovr concedere la licenza solamente ad 1 impresa licenziataria,


determinando cos un monopolio nel mercato a valle. Se concedesse la licenza a pi
imprese licenziatarie, si verrebbe a determinare un oligopolio con conseguente
riduzione dei profitti delle imprese.
Nel caso in cui linnovazione sia incrementale, cambia la struttura del mercato a valle
infatti, anche le imprese che non stipulano laccordo di licenza con limpresa
innovatrice, possono continuare a restare sul mercato producendo con le vecchie
tecnologie, le quali determinano una dissipazione delle rendite. In questo caso
vantaggioso, per limpresa innovatrice, concedere la licenza a canone a tutte le
imprese a valle. In questo modo, i costi di produzione per le imprese licenziatarie
resterebbero immutati rispetto alle vecchie tecnologie di produzione con lunica
differenza che, la differenza di costo tra le vecchie e le nuove tecnologie finirebbe
sotto forma di canone allimpresa innovatrice.
Le licenze stipulate ex-post hanno invece un carattere strettamente strategico. Infatti,
una azienda insediata potrebbe introdurre una innovazione radicale e decidere di
concedere lutilizzo di tale tecnologia anche alle potenziali imprese concorrenti. In
questo modo, si disincentivano le imprese concorrenti ad investire autonomamente in
R&S, scongiurando il rischio di venire sorpassati da tecnologie pi efficienti. Il rovescio
della medaglia che le imprese concorrenti sono in questo modo relegate al ruolo di
perenni inseguitrici. Dal punto di vista sociale, tale configurazione di mercato, meno
concentrata, positiva in quanto gli sforzi di R&S sono concentrati in ununica
impresa, evitando inutili parallelismi.
Joint venture in ricerca
Una Joinv venture in ricerca un soggetto economico, controllato da almeno 2
imprese, nato con lo scopo di promuovere la ricerca e lo sviluppo. Da un punto di vista
sociale, le RJV riducono la competizione in R&S tra imprese, concentrando in un nuovo
soggetto tutto il processo di innovazione. Il rischio in questi casi che si vengo a
formare un monopolio dove la RJV lunico soggetto ad innovare. I concorrenti
possono essere disincentivati ad investire in R&S oltre che ostacolati da barriere
costituite da brevetti.
Capitolo 3
La conoscenza, lapprendimento e la ricerca
Nei modelli evolutivi, la conoscenza tenuta distinta dal concetto di informazione. La
conoscenza elaborazione e comprensione, da parte delle imprese. Comprende
aspetti codificati e taciti, come le competenze sviluppate dallimpresa con
lesperienza, nellaffrontare determinati problemi.
In ottica evoluzionista, i fattori che determinano la direzione, rilevanza economica e
lintensit dellattivit di ricerca sono:
1. Opportunit scientifiche e tecnologiche: Si intendono i contesti scientifici e
tecnologici esterni allimpresa ma anche gli aspetti interni o tangenti allimpresa
come fornitori, utilizzatori e aziende concorrenti
2. Organizzazione e procedure di ricerca: Le procedura di ricerca possono essere di
2 tipi: R&S e ricerca non formalizzata. La ricerca non formalizzata pu emergere
per esperienza o per interazione con altri soggetti

3. Conoscenza accumulata: La conoscenza accumulata, o esperienza, indirizza la


ricerca. La relazione bidirezionale; la ricerca aumenta le competenze che a
loro volta permettono una ricerca pi avanzata.
4. Relazioni e complementarit: Ricerca come processo interattivo e collettivo, non
solo allinterno dellimpresa ma anche allesterno. In un mondo popolato da
agenti interagenti (imprese, istituzioni pubbliche, ecc), la ricerca si sviluppa
proprio grazie allinterazione
Questa visione si contrappone a quella neoclassica dove lintensit degli investimenti
in R&S stimolata dallappropriabilit dellinnovazione (relazione non dimostrata
empiricamente e troppo semplificativi per essere verosimile) e la direzione di
avanzamento determinata dalla variazione della domanda e dei prezzi relativi
(considerando in questo modo solamente innovazioni che permettono di ridurre i costi
dei fattori di produzione).
Il superamento del modello lineare ha portato la teoria evolutiva ad abbracciare il
modello a catena dove le fasi di R&S, non pi in sequenza lineare, presentano
feedback.
Limpresa nella teoria evolutiva
Allinterno della teoria evolutiva, le imprese sono viste come assorbitori, elaboratori e
generatori di conoscenza. Le imprese sono caratterizzate da:
1. Routine: Pattern di comportamento ripetitivo che limpresa utilizza in specifiche
circostanze. Sono ricorrenti ed invarianti, legate al contesto e rappresentano le
capacit di base dellimpresa. Non sono riconducibili a competenze individuali
ma si sviluppano grazie allinterazione tra i diversi soggetti che compongono
limpresa.
2. Competenze organizzative: Costituite da Routine, risorse complementari e
capacit specifiche (spesso tacite e basate su conoscenza procedurale). Sono
difficilmente trasferibili tra le imprese. Comprendono informazioni su come fare
le cose, capacit tacite ed automatiche.
Importanza di conoscenza e competenze
Una teoria basata su conoscenza e competenze permette di studiare la dinamica
industriale in ambienti incerti. Nello specifico, permette di:
1. Analizzare gli aspetti dellorganizzazione dellimpresa innovativa: Secondo la
teoria evolutiva, lorganizzazione di impresa emerge, in contesti in rapido
cambiamento, dallinterazione delle parti che la costituiscono.
2. Studiare il comportamento delle imprese: Il comportamento delle imprese
dipende molto dallesperienza. Imprese affermate tenderanno ad inerzia
tecnologica, ovvero ad investire in tecnologie che in passato hanno portato
buoni risultati. Al contrario, imprese in cerca di affermazione, sapranno meglio
sfruttare i cambiamenti dellambiente adottando tecnologie nuove, non essendo
influenzati dalleffetto rinforzo che affligge le imprese affermate. Imprese con
buone performance nel lungo periodo sono imprese che hanno saputo
coniugare efficacemente strategie di sfruttamento e di esplorazione
tecnologica.

3. Analizzare il ruolo dei contesti diversi su comportamento e organizzazione delle


imprese: Le routine e le competenze si sviluppano e si trasformano in contesti
molto differenti da impresa a impresa, caratterizzati da basi tecnologiche,
conoscitive, istituzionali di domanda molto diverse. Si vuole quindi studiare
leffetto dei diversi tipi di contesti sullorganizzazione e innovazione delle
imprese.
4. Esaminare il modificarsi dei confini delle imprese: Le variabili in grado di
spiegare i confini delle imprese in contesti mutevoli sono: capacit interne,
capacit esterne e costi di governo. Lintegrazione verticale, favorita da un
elevato livello di competenze interne rispetto alle esterne, migliora il
coordinamento di impresa ma allo stesso tempo riduce la generazione di variet
in quanto i contatti con lesterno si riducono.
5. Studiare la formazione e la struttura di network di imprese: La formazione di
network di imprese favorita da contesti caratterizzati da una base di
conoscenza complessa e multidisciplinare e condizioni di appropriabilit alte. In
questo caso si favorisce la scissione delle competenze in imprese specializzate
e la loro aggregazione in network emergenti.
La Coevoluzione
Si studia la relazione tra innovazione, tecnologia e struttura di mercato. Nel caso di
una industria con prodotto sistemico e consumatori con domanda simile, si osserva
alla nascita di una nuova industria ed allingresso di nuove imprese che introducono
continuamente innovazioni di prodotto. In seguito emerge un design dominante e
linnovazione diventa di processo. Questo porta il settore a concentrarsi e le imprese
ad ampliare le loro dimensioni. Nel caso di tecnologie concorrenti, quella che si
affermer dominante potr innescare il fenomeno di lick-in per cui lindustria si ritrova
bloccata in una sorta di immobilismo tecnologico.
Altro aspetto caratteristico della coevoluzione la Path Dependancy. Con questo
termine si intende la dipendenza della tecnologia attuale dalle condizioni di partenza.
Condizioni di partenza differenti (anche lievemente differenti), possono portare a
configurazioni tecnologiche diverse. Non detto che la configurazione tecnologica sia
la migliore, stato dimostrato empiricamente come alcune tecnologie dominanti non
siano in realt le migliori.
Modelli History Friendly
La maggior parte dei modelli evolutivi sviluppati negli ultimi 20 anni hanno la
caratteristica di essere molto stilizzati. La ricerca di spiegazioni a fenomeni di
carattere generale ha obbligato i modellisti ad ignorare buona parte delle
caratteristiche tipiche dei settori sotto analisi. I modelli History Friendly hanno come
obbiettivo quello di studiare caratteristiche generali dei mercati considerando al
contempo tutti gli aspetti specifici tipici delle economie sotto esame. Avremo quindi
caratteristiche specifiche per lindustria dei computer che probabilmente saranno
differenti da quelle dellindustria farmaceutica.
I modelli History Friendly fino ad oggi sviluppati indagano sulle relazioni esistenti tra
struttura di mercato e progresso tecnico (Malerba et al. 1999) e su integrazione
verticale delle imprese (Malerba et al. 1998).
Capitolo 4

In questo capitolo vengono esaminati 2 modelli evolutivi: quello di Nelson e Winter su


Innovazione e struttura di mercato e quello di Malerba su Innovazione e dinamica
industriale.
E importante ricordare quali sono i tratti comuni dei modelli di stampo evolutivo:

Dinamica: Oggetto principale dellanalisi di questi modelli la dinamica dei


sistemi economici, non tanto i punti di equilibrio. Per questo motivo tali modelli
sono costituiti da sistemi di equazioni differenziali.

Incertezza: Dato il ruolo cruciale dellincertezza, allinterno di questi modelli


compariranno componenti stocastiche

Non linearit: Per tenere conto dei vari effetti di feedback e di interazione, le
equazioni differenziali saranno spesso non lineari.

Modello di Nelson e Winter


I modelli di Nelson e Winter son utilizzati per studiare il rapporto tra progresso
tecnologico e struttura di mercato. Struttura matematica a parte, il modello di Nelson
e Winter si basa sullimpresa, considerato come agente a razionalit limitata e che
agisce secondo 3 regole decisionali: utilizzo della capacit produttiva, politica di
investimento e politica innovativa. Questultima pu essere di natura innovativa o
imitativa. Ciascuna impresa produce un unico bene utilizzando tecniche a coefficienti
fissi che differiscono tra loro quanto ad output per unit di capitale. La possibilit di
una impresa di ridurre i costi unitari di produzione, e quindi di aumentare la
produttivit del capitale, direttamente correlata allammontare degli investimenti in
R&S innovativa e imitativa.
Tale modello giunge alla conclusione che il tasso di crescita della produttivit latente,
la difficolt di imitazione, la incertezza dei risultati dellattivit di innovazione e
laggressivit delle politiche di investimento, influenzano significativamente la
struttura di mercato.
Elevato tasso di crescita della produttivit latente, strategie aggressive delle imprese
(che non limitano il tasso di crescita del loro output), difficolt di imitazione e elevata
incertezza legata al processo di innovazione portano a settore altamente concentrati.
Il modello di Nelson e Winter conferma le ipotesi schumpeteriane secondo cui la
struttura du un mercato non solo la causa di un elevato tasso di innovazione, ma
anche conseguenza di innovazioni riuscite.
Inoltre introduce la differenza tra dimensione e potere di mercato. Quando un impresa
di grandi dimensioni attua una politica di innovazione imitativa, essa potr diventare
pi profittevole dellimpresa innovatrice ma il suo livello di produttivit rester sempre
inferiore
I modelli History Friendly
I modelli History Friendly nascono per coniugare aspetti teorici ed empirici relativi ad
un determinato mercato / industria. Spesso infatti i modelli evolutivi sono
rappresentazioni stilizzate che studiano linterazione ed i processi delle imprese. I
modelli History Friendly nascono per creare modelli evolutivi ce siano si stilizzati ma
che al contempo incorporino conoscenze teoriche relaitve alloggetto di studio. Queste
conoscenze servono per dare spiegazioni pi esaurienti circa il fenomeno in esame ma

non devono essere troppo specifiche per evitare di ottenere modelli con visioni troppo
ristrette. I risultati devono quindi tenere conto dellesperienza teorica ma devono
comunque essere abbastanza generali in modo da poter condurre confronti con altri
modelli.
Modelli di Malerba et al. (1999)
Il modello indaga la storia del mercato dei computer. Inizialmente i computer erano
prodotti con transistor, in seguito vennero introdotti i microprocessori. La storia
industriale ci racconta come IBM riusc a diventare leader del mercato dei MainFrame,
computer realizzati inizialmente con Transistor e dedicati alle grandi imprese e poi
diversific la sua produzione entrando nel mercato dei PC, prodotti con
Microprocessori. Ripercorrendo le tappe, si osserva come il dominio di IBM nel mercato
dei Mainframe non venne replicato in quello dei PC. Il seguente modello indaga le
cause e tenta di ricostruirne la storia.
Immaginiamo di avere 2 prodotti, Mainframe e PC, caratterizzati da 2 aspetti
fondamentali: economicit e prestazioni.
Il mercato a sua volta suddiviso in 2 sotto-mercati: quello delle grandi imprese, che
pi sensibile alle variazioni di prestazioni piuttosto che di prezzo e quello degli utenti
privati, pi attenti al prezzo che non alle prestazioni.
Le prime imprese entrano nel mercato dei mainframe grazie allinvestimento di
Venture Capitalist e iniziano a progettare i primi Mainframe. Tali prodotti, dovranno
rientrare allinterno del rettangolo che rappresenta i requisiti minimi necessari per
poter vendere i propri prodotti al sotto-mercato delle grandi industrie. Grazie alle
prime vendite, i produttori di mainframe accumulano scorte necessarie per finanziare
nuova R&S e per saldare il proprio debito nei confronti dei venture capitalist.
Nel caso limpresa non fosse in grado di progettare e produrre un computer con le
caratteristiche minime per entrare nel mercato Mainframe prima dellesaurimento
delle risorse fornite dal VC, allora sarebbe costretta ad abbandonare il mercato.
Lintroduzione dei microprocessori offre alle imprese la possibilit di meglio soddisfare
la domanda di Mainframe e apre il mercato dei PC.
Nel tempo, il numero di computer prodotto da ogni impresa corrisponde a:

Dove R la spesa dellimpresa in R&S e i indica la direzione dellinvestimento (i=1:


performance, i=2: economicit). La seconda variabile, T, indica lesperienza
dellimpresa nellutilizzo di una particolare tecnologia. La terza variabile, L-X
rappresenta la distanza dalla frontiera, ovvero la differenza tra la massima
combinazione di prestazioni-economicit raggiungibil e le caratteristiche dei computer
attualmente prodotti. Minore tale differenza, maggiore linvestimento in R&S
necessario per far progredire le prestazioni. La variabile e aleatoria ed legata ai
risultati ottenuti dallimpresa.
Nel caso in cui pi tecnologie competano allinterno di un mercato, necessario
trovare una regola che descriva la diffusione delle diverse alternative. Introduciamo la
variabile M ad indicare il Merito, il riscontro che un computer ha sul mercato. Se esiste
1 solo mainframe in grado di soddisfare le richieste del mercato delle grandi imprese,
allora M=1 per quel computer. Se un computer non raggiunge i requisiti minimi per

entrare in un sottomercato, allora il suo M sar 0.


In generale, la formula di M :

M quindi la differenza loglineare del differenziale fra gli attributi del computer in
esame e i requisiti minimi per entrare nel relativo mercato.
Se i computer che competono sono pi di uno, allora dobbiamo tenere conto delle
variabili che, nella storia, hanno influenzato lo sviluppo e la diffusione di diverse
tecnologie, ovvero Merito, effetti di lock in e pubblicit. In formula, la probabilit che
ogni acquirente acquisti un computer modello i pari a:

Dove M indica il Merito del modello in esame, c0 un parametro per far si che la
probabilit massima sia pari a 1. M indica la quota di mercato del modello di
computer, d1 rappresenta la iopsbilit che una azienda neonata possa guadagnare
acquirenti nonostante quota di mercato iniziale nulla. A indica la spesa pubblicitaria e
d2, come d1, indica la possibilit che una neonata impresa venda computer
nonostante pubblicit nulla.
C1, C2 e C3 pesano limportanza delle 3 componenti.
Immaginiamo ora che una impresa a microprocessore riesca ad ottenere i requisiti
minimi per entrare nel mercato mainframe. Si trover certamente in una situazione di
svantaggio dal momento che le imprese a transistor disporranno di mainframe pi
potenti (M), maggiore quota di mercato (m).
Allo stesso tempo, le imprese insediate sono restie nelladottare la nuova tecnologia.
La decisione di cambiare tecnologia dipende da 2 variabili: quanto avanzata la nuova
tecnologia (indicando in questo modo solamente le tecnologie pi promettenti),
quanto la tecnologia attuale prossima al massimo ottenibile (indica quanto
possibile ancora proseguire con la vecchia tecnologia).
Nel caso limpresa insediata decidesse di diversificare producendo con la nuova
tecnologia, si troverebbe a competere alla pari con imprese, giovani, ma che
producono gi con la nuova tecnologia, che possiedono una quota di mercato e un
budget pubblicitario. Il grande vantaggio della nuova divisione dellimpresa insediata
la possibilit di attingere dalle risorse di R&S.
Gli esperimenti condotti da Malerba con questo modello mostrano come sia possibile
ripetere, simulando, la storia. Il mercato Mainframe viene presto coperto quasi
interamente da IBM, grazie ad un elevato lock in dovuto a tecnologie proprietarie.
Lingresso di IBM nel mercato PC non provocher effetti simili. Dati sulla
concentrazione di mercato mostrano come il mercato resta poco concentrato grazie a
standard aperti e concorrenza di prezzo da parte di piccole imprese.
Capitolo 5
La conoscenza come bene pubblico
La conoscenza, a differenza di altri beni, si caratterizza per bassa appropriabilit e
elevata trasferibilit. In pratica, una volta prodotta, la conoscenza difficilmente

controllabile da parte di chi lha prodotta. Questo porterebbe le imprese a


sotoinvestire nella generazione di conoscenza. Gli investimenti sarebbero inferiori
rispetto al livello ottimale perch i benefici introdotti da una innovazione finanziata da
una impresa, ricadrebbero anche sulle imprese concorrenti essendo la conoscenza
facilmente trasferibile.
Si rende quindi necessario lintervento pubblico a favore della R&S: finanziamenti
diretti, formazione di capitale umano e brevetti.
Oltre alle imprese, la ricerca portata avanti dal mondo accademico. I ricercatori non
sarebbero motivati da incentivi economici ma da fama e curiosit intellettuale.
Secondo Nelson la ricerca sarebbe portata avanti solamente dalle industrie di grandi
dimensioni e diversificate. La conoscenza genererebbe spillover applicabili a pi ambiti
di produzione, permettendo di risparmiare sui costi totali di R&S.
Scienziati e tecnologi
Il mondo della ricerca, secondo Dasgupta e David, composto da 2 comunit
principali; quella degli scienziati e quella dei tecnologi. Gli scienziati, sono portati a
pubblicizzare le proprie scoperte al fine di ottenere riconoscimento e fondi dalle
istituzioni pubbliche. Questo modello di funzionamento detto (open science) si
sviluppa ancor prima della nascita del capitalismo.
La comunit dei tecnologi (ovvero di chi si occupa di R&S allinterno delle imprese), al
contrario, tende a mantenere segrete le scoperte dal momento che loro rendita
economica dipende proprio dallesclusivit delle innovazioni.
Unaltra differenza tra scienziati e tecnologi risiede nel carattere generale e di lungo
periodo delle ricerche degli scienziati opposto a quello specifico e di breve periodo dei
tecnologi.
Problema: se i fondi pubblici in ricerca diminuiscono, gli scienziati potrebbero ricercare
fondi presso le imprese, migrando dalla comunit scientifica a quella dei tecnologi,
alterando il funzionamento del modello open science.
Nel modello porposto da Arora e Gambardella, il settore pubblico incentivato a
finanziare numerose aree di ricerca, cercando di individuare quelle con maggiori
potenzialit di lungo periodo. Al contario, il settore privato portato ad investire in
poche aree di ricerca ovvero in quelle che al momento dellinvestimento, presentano il
potenziale economico pi elevato. Il pubblico inoltre portato ad investire in giovani
ricercatori, nel tentativo di individuare nuovi talenti. Le imprese al contrario puntano
su ricercatori affermati per evitare investimenti rischiosi in giovani ricercatori.
I due volti della R&S
Le imprese possono scegliere se produrre R&S allinterno oppure se avvantaggiarsi egli
spillover di conoscenza delle imprese rivali. La tesi di Cohen e Levinthal sostiene che
una impresa, per potersi avantaggiare degli spillover di conoscenza prodotti da altre
imprese, devono investire comunque in R&S inerna. Questi investimenti serviranno a
rendere limpresa pi sensibile ai cambiamenti tecnologici e quindi pi veloce
nellapprofittare degli spillover di conoscenza.
R&S e divisione del lavoro
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la produzione di conoscenze e
innovazioni un processo integrato verticalmente. Secondo Teece questo dovuto al

fatto che la conoscenza spesso tacita ed incorporata in skill e routine interne


dellimpresa. La R&S deve inoltre coordinarsi costantemente con le altre parti
dellimpresa come produzione e commercializzazione.
Teece traccia quindi 2 limiti fondamentali per la disintegrazione verticale della
produzione di conoscenza: la natura tacita delle conoscenze e il rischio che una
azienda corre nel momento in cui si apre nei confronti di un fornitore di tecnologia.
Arora critica il modello di Teece e sostiene che il limite dovuto al know how tacito
risolvibile introducendo brevetti (ostaggi utili) e contratti che leghino lazienda
fornitrice e lazienda cliente, la quale continua a mantenere la propriet dei brevetti.
Un altro problema del mercato della conoscenza legato ai costi. Vi disintegrazione
verticale solamente se economicamente conveniente. Se una tecnologia molto
specifica, prodotta da una impresa fornitrice, viene venduta ad una impresa cliente
per la produzione di uno e un solo determinato bene, non vi convenienza economica.
Lazienda foritrice non ha alcun vantaggio rispetto allazienda cliente nella produzione
di tecnologia. Convenienza economica emerge (per economie di scala) se lazienda
fornitrice produce General Pourpose Technology (GPT), ovvero beni tecnologici con
applicazioni in numerosi settori. Il rovescio della medaglia che le GPT non saranno
mai perfettamente adatte a tutti i settori in cui trovano applicazione.
Immaginiamo 2 settori, uno a monte che produce tecnologia e uno a valle che la
utilizza.
Se ogni impresa del settore a valle utilizzasse tecnologia proprietaria, il costo totale
dellindustria per lo sviluppo di conoscenze pari a N*K (Numero di imprese per Costo
della tecnolgia).
Se invece lindustria a monte a sviluppare una GPT adatta per il settore a valle,
linvestimento totale in conoscenza nel settore a monte pari a K.
I costi totali dellindustria nel caso di utilizzo di GPT sarebbe pari a
K+dNQ
Dove K il costo del GPT sostenuto a monte, d il costo di adattamento del GPT per
lindustria in esame, N il numero di settori di applicazione e Q il costo di produzione
delloutput finale.
Se cresce il mercato di ciascuna applicazione, possibile che si passi da un regime di
GPT ad uno di conoscenza locale. Se invece aumenta il numero di settoridi
applicazione, allora probabile che si passi da conoscenza locale (ovvero ricerca
interna) a GPT.
CAPITOLO 6
Conoscenza ed apprendimento
Conoscenza ed apprendimento sono 2 elementi fondamentali della teoria dellimpresa
innovativa.
La teoria shumpeteriana-evolutiva distingue la tecnologia come informazione e come
conoscenza. Linformazione di libera circolazione, a meno che non sia protetta da un
brevetto, e perde il suo valore nel momento in cui viene rivelata. Se vengono introdotti
brevetti allora si innesca un processo di competizione tra le imprese che tentano di
appropriarsene per primi. Questo processo, come ricordato in precedenza nei modelli
Patent Race, sono inefficienti dal punto di vista sociale. Escludendo possibili fattori di
attrito, la diffusione dellinformazione rapida e automatica e, nel caso di tecnologia
incorporata in beni capitali, legata al livello di investimento in nuovi beni capitali ed

attrezzature.
Diverso il discorso per la conoscenza. La conoscenza legata alla comprensione,
elaborazione ed assimilazione dellinformazione. E strettamente legata al contesto
applicativo e allimpresa in cui si genera. Questo rende la trasmissione di conoscenza
un processo meno fluido di quanto non accada per linformazione. La conoscenza pu
essere tacita, ulteriore fattore che la rende meno trasferibile. La conoscenza tacita si
sviluppa tramite apprendimento ed esperienza. Proprio perch tacita, difficilmente
trasferibile, sia allinterno dellimpresa che, in misura maggiore, tra imprese.
La conoscenza pu passare da tacita a esplicita (attraverso lesternalizzazione), da
tacita a tacita (attraverso la socializzazione allinterno dellimpresa), da esplicita a
tacita (attraverso linternalizzazione) e da esplicita a esplicita.
Lapprendimento il processo di accumulazione, da parte delle imprese, di
conoscenza che avviene attraverso la ricerca, la produzione e il marketing.
Lapprendimento pu essere di tipo Learning by doing, learning by using, learning by
searching e learning by monitoring.
Lapprendimento influenza le competenze e queste influiscono a loro volta sul livello di
apprendimento.
Routine come pattern di azione dellorganizzazione
Come rappresentare i comportamenti delle imprese? Un metodo quello di utilizzare il
concetto di routine, ovvero di schemi comportamentali che limpresa apprende ed
utilizza per la risoluzione di problemi ricorrenti. Non rappresentano scelte ma veri e
propri processi automatizzati attuati in risposta ad uno stimolo esterno. Limpresa pu
essere vista come una gerarchia di routine. Esse sono legate al contesto e allimpresa
allinterno delle quali si sviluppano. Il loro carattere prevalentemente tacito le rende
difficilmente trasferibili, anche allinterno dellimpresa. Nel momento in cui si tenta di
esplicitarle, si rende pi facile il loro trasferimento anche ad altre imprese (con il
rischio di venire imitati).
Competenze e cambiamento industriale
Le competenze sono il risultato dei processi di apprendimento e accumulazione di
conoscenze. La loro funzione di legare tra di loro ed integrare le conoscenze. Le
competenze sono strettamente legate allimpresa allinterno delle quali si sviluppano e
sono difficilmente imitabili. Allinterno delle competenze, le Core Competences sono
linsieme di conoscenza, risorse e routine che stanno alla base del permanente
vantaggio competitivo di unimpresa. Le 3 dimensioni chiave delle competenze sono:
1. Dimensione Inerziale
2. Dimensione Contestuale
3. Dimensione Organizzativa
La dimensione Inerziale
Linerzia un problema che affligge le imprese che si concentrano su un numero
ristretto di competenze. Quando una impresa ha successo, tende a valorizzare, per
effetto di un feedback positivo, la competenza che lo ha determinato. Questo porta ad
inerzia, ovvero alla non capacit di cambiare le proprie competenze nel momento in
cui queste non rispondono efficacemente alle mutate condizioni di mercato. Questo

fenomeno osservabile in imprese consolidate ed in imprese altamente specializzate


dove lattivit di ricerca verticale (ovvero indirizzata verso la specializzazione)
piuttosto che orizzontale ed orientata allesplorazione.
La dimensione Contestuale
Le competenze sono strettamente legate dal contesto in cui si sviluppano.
Considerando il contesto tecnologico, una innovazione radicale, quindi lintroduzione di
una nuova tecnologia, determina lingresso di nuove competenze (e fornendo una
opportunit alle nuove imprese). Al contrario, una innovazione incrementale, quindi
basata sulle stesse tecnologie, determina un rafforzamento delle competenze,
avvantaggiando le imprese insediate.
Ma anche una innovazione di architettura, ovvero la variazione con cui le componenti
vengono combinate, determina una distruzione delle competenze, pur non influendo
sulla tecnologia.
In definitiva, solamente le innovazioni incrementali determinano un cambiamento di
competenze, tutte le altre richiedono una loro modificazione.
Anche la domando pu influire sulle competenze, nel momento in cui questa cambi e
si orienti verso prodotti che non sono realizzati con le attuali tecnologie e competenze.
La dimensione Organizzativa
3 sono i livelli di analisi che possono essere identificati: la gerarchia delle competenze,
il coordinamento delle competenze e lintegrazione delle competenze.
La gerarchia delle competenze prevede una divisione delle competenze in base alle
aree dimpresa considerate: il top management possiede le competenze per definire le
strategie dimpresa, il management quelle per coordinare le attivit di impresa in
modo da realizzare sinergie, le unit operative quelle funzionali per il corretto
funzionamento dellimpresa. Le competenze ad attive sono invece trasversali ed
interessano limpresa tutta.
Per organizzazione delle competenze si intende il sistema di capacit differenziate,
routine e beni complementari legati al contesto e difficilmente trasferibili.
Lintegrazione delle competenze consiste nellunire le conoscenze provenienti da fonti
eterogenee.
Lorganizzazione delle imprese
Le teorie neoclassiche esistenti spiegano lorganizzazione aziendali in termini di
incentivi, controllo e potere. La teoria neoclassica aggiunge laspetto cognitivo. La
conoscenza determina la struttura aziendale cosi come gli incentivi, il controllo ed il
potere. Considerando anche il ruolo della conoscenza, possiamo dire che strutture
centralizzate e gerarchiche sono adatte a sfruttare meglio condizioni di domanda
relativamente stabili. Quando lambiente esterno incerto, ed i cambiamenti sono
incrementali e continui, allora una struttura orizzontale in grado di reagire meglio
rispetto ad una gerarchica e verticale. Ma se consideriamo un ambiente molto incerto
(cosi come ipotizzato dalla teoria evolutiva), dove i cambiamenti incrementali sono
imprevedibili, allora necessario considerare una struttura intermedia. Questa
struttura dovr essere orizzontale, in modo da raccogliere maggiori informazioni
possibili ma allo stesso tempo dovr avere una gstione centralizzata delle conoscenze,
in modo da permetterne la libera circolazione tra le divisioni di impresa.
I confini delle imprese

Limpresa coerente
La coerenza di impresa si manifesta quando unimpresa, nata specializzata, diversifica
la sua produzione in settori affini a quello principale. Lapprendimento, la selezione, gli
sviluppi scientifici e tecnologici e la Path Dependency determinano lo sviluppo
coerente di un impresa
Integrazione Verticale
Oltre ai costi di transazione, come affermato dalla teoria neoclassica, vi sono altri 3
fattori che determinano linegrazione verticale di unimpresa: le complementarit
statiche, il coordinamento dinamico e levoluzione dellindustria.
La complementarit statiche spingono alla integrazione verticale nel caso in cui
lapprendimento sia lento e vi siano asset complementari. Anche in ambienti con
bassa appropriabilit dellinnovazione possibile assistere a integrazione; per evitare
di essere imitati, le imprese integrano a monte e a valle nel tentativo di rafforzare
lappropriabilit.
Il coordinamento dinamico determina integrazione nel caso in cui, per la produzione di
un bene, siano necessarie competenze specilizzate ed eterogenee. Se queste sono
disponibili sul mercato, possibile che si manifesti una disintegrazione. Ma
lesternalizzazione porta con se svantaggi legati al coordinamento tra diverse imprese,
che deve essere tanto pi tempestivo quanto pi rapido il cambiamento
dellambiente. Per questo motivo spesso si sceglie di internalizzare integrando
verticalmente. Lintegrazione verticale ha come principale svantaggio quello di ridurre
le fonti di informazione. Lintegrazione riduce infatti il numero di approcci e la variet
di esperienze che si possono ottenere ricorrendo al mercato (esternalizzando).
Anche il ciclo di vita dellindustria influisce sulla struttura di impresa. Industrie che
nascono integrate (vedi il settore Computer) pu, con il passare del tempo,
disintegrarsi. Mansioni prima svolte allinterno dellimpresa vengono svolte da nuove
imprese specializzate.
Diversificazione
Oltre alla spiegazione neoclassica della diversificazione (diversificazione del
portafoglio prodotto per ridurre il rischio), la teoria evolutiva indica unaltra causa:la
crescita della conoscenza in aree vicine a quelle attualmente presidiate. La crescita
delle conoscenze e delle tecnologie, specialmente se generiche, porta le imprese a
diversificare in settori affini. La diversificazione, oltre che di prodotto, pu essere di
tecnologia. Spesso la diversificazione tecnologica anticipa quella di prodotto.
Network e relazioni tra imprese
I network si determinano nel momento in cui la conoscenza eterogenea e con un alto
livello di apprpriabilit. Questo costringe el imprese a cooperare per la produzione. Al
contrario della teoria dei costi di transizione, dove elevati costi e comportamento
opportunistico portano a internalizzazione, secondo la teoria evolutiva portano alla
costituzione di network.
I network possono essere del tipo Distretto industriale marshalliano dove vi una
elevata specializzazione orizzontale e verticale e si ricorre spesso al mercato. Pu
essere del tipo Terza Italia dove elevata specializzazione accompagnata da elevata
cooperazione per infrastrutture, marketing e servizi alle imprese. Vi sono poi i network
tecnologici dove oltre ai network dei produttori-innovatori vi quello dei finanziatori
Venture Capitalist. Infine vi sono i network che sorgono grazie allindotto delle grandi

imprese (vedi il settore auto). I distretti marshalliani e quelli della Terza Italia si
adattano bene a contesti dove il cambiamento parametrico, ovvero modulare
allinterno di un ambiente noto. Quelli tecnologici ben si adattano a contesti di
cambiamento strutturale (ovvero arrivo di nuove conoscenze). I network che sorgono
intorno alle grandi imprese ben rispondono ai cambiamenti radicale dove necessaria
una riorganizzazione centralizzata dei processi produttivi.
I network si manifestano nelle industrie in periodi diversi. 3 teorie sono state
formulate; la prima sostiene che i i network sono tipici di industrie giovani dove
lincertezza ancora alta. La seconda sostiene che i network siano configurazioni
stabili in quanto la condivisione, seppur parziale, della ricerca rinforza le imprese del
network. Una terza sostiene che i network emergono quando la conoscenza diventa
troppo eterogenea per essere gestita da una sola impresa.
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