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IL SOPRALLUOGO TECNICO 2
SULLA SCENA DEL DELITTO
SILIO BOZZI, ANDREA GRASSI

2.1 INTRODUZIONE Non c’è quindi investigazione che non sia na-
turalmente inserita in un sistema di controlli,
La concezione moderna dell’investigazione pesi e contrappesi.
scientifica affonda le proprie radici nel perio- Nell’ambito dell’investigazione giudiziaria,
do di massima fiducia nella scienza, nella tec- che presuppone il verificarsi di un evento de-
nologia, nella ragione, attraverso le quali ogni littuoso e prende avvio dalla notizia criminis,
cosa, si riteneva, poteva essere spiegata e la prima fondamentale distinzione è quella
quindi compresa. Dalla fine dell’800, i pro- fra indagini dirette e indagini indirette. Le in-
gressi tecnologici sono stati tanto dirompenti dagini dirette, che costituiscono le “indagini
e invasivi da sembrare quasi fuori controllo, e tecniche”, sono dette anche indagini di ac-
l’affascinante prospettiva di una scienza con- quisizione probatoria oggettiva, dal momen-
tro il crimine è stata più che mai in grado di to che si svolgono direttamente su cose, luo-
alimentare, a torto o a ragione, il mito della ghi o situazioni pertinenti al reato e compor-
certezza del giudizio, più che quello della pe- tano una analisi degli elementi ritrovati sulla
na, raccogliendo in questo senso le istanze cosiddetta scena del crimine, per esempio i
più sentite e vive espresse in tutti i tempi dal- rilievi planimetrici, fotografici, gli esami bali-
le comunità civili: la prova scientifica come stici, analisi di laboratorio sui reperti e così
prova certa. Eppure l’investigazione, pur rap- via. Le indagini indirette invece, o indagini di
presentando senz’altro il momento più alto acquisizione probatoria soggettiva, esplicate
del processo cognitivo umano, appare anco- successivamente e in parallelo con quelle di-
ra, per usare le parole di Marcello Pera, un rette, sono quelle che riguardano persone o
tentativo fallibile e precario di ridurre l’incer- atti che non promanano direttamente dalla
tezza, ovvero di passare da un livello più di- scena del crimine, si pensi all’acquisizione di
sordinato e rischioso di incertezza a un livel- informazioni, alle sommarie informazioni,
lo più studiato e controllato. Nella scienza agli accertamenti presso pubblici registri ecc.
quindi, così come nell’investigazione e nel Con la riforma del 1988, come accennato, che
processo, il metodo dovrebbe essere rivolto ha trasformato il processo da inquisitorio ad
principalmente, prima che a scoprire la ve- accusatorio, con l’introduzione cioè di un im-
rità, a scoprire l’errore. È il nobile tentativo pianto processuale che prevede la formazione
di trovare simmetrie tra questi concetti, solo della prova nel corso del dibattimento a se-
apparentemente in contrasto, a ispirare i guito del contraddittorio tra parte pubblica
principi del vigente sistema processuale pe- (accusa) e parte privata (difesa), le prove de-
nale. Mentre, infatti, il sistema inquisitorio sunte da indagini tecniche e da esami di labo-
procedeva dalla pretesa di conoscere già tut- ratorio hanno comprensibilmente acquisito
ta la verità “calandola” come dall’alto all’in- un rilievo sempre più determinante. L’impor-
terno del processo sotto forma di prove già tanza e il ruolo che nell’ambito del processo
accertate, il sistema accusatorio prende in penale italiano assumono le indagini tecniche
considerazione soltanto le prove regolarmen- si evincono dalla lettura degli artt. 348, 349 e
te formate (cioè rese meno incerte) nel con- 354, norme che disciplinano l’attività che de-
traddittorio tra le parti di fronte a un giudice ve essere svolta per garantire l’assicurazione
terzo, dunque l’investigazione condotta se- delle fonti di prova, per effettuare l’identifi-
condo precise regole costituisce una delle cazione delle persone e per eseguire gli accer-
idee fondanti del nuovo processo penale. tamenti urgenti e i rilievi sullo stato dei luo-
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Fig. 2.1 Sopralluogo. La tici e metodiche di laboratorio. Da quanto


preparazione del perso-
nale di polizia scientifica
appena accennato si evince come quasi tutta
prima dell’accesso a una l’attività dell’operatore di polizia scientifica
scena del crimine indoor. trovi un momento centrale nell’attività svolta
sulla cosiddetta scena del crimine e come
quest’ultima ruoti attorno all’indizio, e al
quadro più o meno completo che il loro insie-
me può fornire. Il termine deriva dal latino
indicium che significa “segnale” o “indicazio-
ne”, ma è anche vero che nel diritto romano
l’indicium è la denunzia, e in quello medioe-
vale lo si ritrova anche come sinonimo di te-
stimonianza (Pastena, 2003).
Anche in Oratio, nella sua Ars, l’indizio ap-
pare come segno in grado di rivelare le cose
nascoste (Indiciis mostrare recondita rebus).
Anche adesso gli indizi, tecnicamente intesi
come evidenza fisica di una qualche materia-
lità e sempre presenti sulla scena del crimine,
sono in grado di fornire all’investigatore at-
tento e preparato, elementi preziosi ai fini
della ricostruzione del fatto criminoso e del-
l’identificazione dell’autore. È opportuno far
presente che sulla scena del delitto, gli indizi,
spesso numerosi, si presentano come collega-
ghi e delle cose (figura 2.1). Le indagini tec- ti in una fitta rete di relazioni funzionali e di
niche prevedono due fasi distinte, la fase del significati, spesso all’apparenza anche diso-
rilevamento e quella dell’accertamento. La mogenei; la loro natura o il loro significato
fase del rilevamento è quella in cui sostanzial- non appaiono sempre immediatamente intel-
mente si effettua la “ricerca degli indizi”, ligibili, e la loro presenza acquista un senso
quella cioè in cui gli operatori di polizia solo se inserita e interpretata nel giusto con-
scientifica si “limitano” alla acquisizione dei testo. In questo senso anche l’assenza di un
dati e degli elementi materiali, senza alcuna oggetto, che ci saremmo aspettati di trovare
Fig. 2.2 Impronta insan- elaborazione o valutazione critica degli stessi; sulla scena del delitto, è in grado di assumere
guinata di una vittima di mentre attraverso la fase dell’accertamento, un notevole valore investigativo. Ricordiamo
omicidio, impressa su una
parete nel tentativo di sfug- successiva ed eventuale, gli indizi si trasfor- a questo proposito le parole del cosmologo
gire all’aggressione. mano in prove mediante procedimenti anali- Martin Ress: “L’assenza di prove non è prova
di assenza” (Watzlawick, 1996). In una pa-
rola, nonostante la ricorrente analogia, vizia-
ta forse da uno statico approccio riduzioni-
sta, più che tessere di un puzzle, gli indizi si
presentano come elementi posti in dinamica
mutua relazione. Proprio come in un sistema
che si regge grazie alle interazioni tra le sue
parti (O’Connor, McDermott, 2003). La
rilevazione di un oggetto, in un determinato
scenario, potrebbe dare o togliere senso alla
presenza di un altro oggetto, o giustificarne
l’assenza. In questo senso si coglie facilmente
come la “complessità” di una scena del delit-
to derivi, in genere, non tanto dal numero dei
“tasselli” rilevati ma dall’elevato numero di
connessioni o codici interpretativi possibili
(figura 2.2). Si pensi, per esempio, alla pre-
senza di un piccolo frammento metallico, ap-
parentemente insignificante, e ai più scono-
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 29

sciuto, ma che l’esperienza dell’operatore è in Alla fase di rilevamento appartiene quello che
grado di ricondurre al probabile oggetto di è considerato uno dei momenti fondamentali
provenienza, orientando così l’attività o per- di un’intera indagine, quello del sopralluogo
fino le modalità di ricerca di ulteriori tracce tecnico di polizia scientifica. Per sopralluogo
in una direzione o addirittura in uno spazio intendiamo quindi quel complesso di opera-
differente. Sovente è solo il quadro d’insieme zioni, eseguite con metodo scientifico, il cui
degli indizi a fornire informazioni significati- scopo è quello di individuare, raccogliere e fis-
ve, altre volte invece la presenza di un solo in- sare tutti quegli elementi utili alla ricostruzio-
dizio a fornire la chiave di lettura di tutti gli ne dell’evento e alla identificazione del reo
altri e del contesto nel suo complesso. Non (Paceri, Montanaro, 1991). La finalità del
dimentichiamo che è la relazione tra i vari in- sopralluogo è, in sintesi, quella di assicurare le
dizi a creare quel tessuto a volte sottile ma fonti di prova, fare luce sulla dinamica dell’ac-
più spesso resistente in grado di collegare vit- caduto per identificarne l’autore. L’intervento
tima, traccia e autore all’interno di una scena dell’operatore di polizia scientifica sulla scena
del delitto (linkage). Gli indizi sono solita- del crimine rappresenta forse il momento più
mente classificati in determinabili e indeter- delicato delle indagini, il cui buon esito dipen-
minabili. Per indizi “determinabili” vengono de sempre più spesso dalla accuratezza con
intesi quelli che, per la loro evidente natura cui le tracce reperite sul luogo o i luoghi in cui
fisica e struttura, possono essere identificati si è svolto il fatto reato sono state rilevate, con-
grazie a un “semplice” per quanto sempre at- servate e trasmesse. In questo senso appare
tento esame a “occhio nudo” o con l’ausilio evidente quale importanza rivesta la cosiddet-
di lenti d’ingrandimento. Essi in genere ta fissazione del quadro materiale, cioè la co-
esprimono una relazione con l’oggetto o la scienziosa fissazione dello stato dei luoghi in
persona che li hanno prodotti e il loro rileva- cui si è sviluppata la dinamica dell’evento.
mento permette di determinarne immediata- Ogni errore, in questa fase, anche il più picco-
mente la natura; si pensi alle impronte digita- lo, potrebbe compromettere il successo finale
li, ai bossoli, alle scritture e così via. Gli indi- dell’indagine. Non dimentichiamo che il so-
zi cosiddetti “indeterminabili”, invece, sono pralluogo non è solo una importante fase tec-
quelli la cui natura o struttura può essere ri- nica dell’indagine, ma rappresenta anche il
velata solo da analisi complete di laboratorio; primo momento di imprescindibile contatto,
si pensi a pillole sconosciute, a sostanze de- comunicazione e collaborazione tra autorità
positate sul fondo di bicchieri o a macchie di giudiziaria, polizia giudiziaria, medicina lega-
sostanze organiche o inorganiche (Donato, le e gli operatori di polizia scientifica interve-
2006). Ulteriori distinzioni tra indizi associa- nuti per primi sulla scena del delitto.
tivi o non associativi, basate sul collegamento Ma, tenendo per buono il quadro d’insieme
o meno con il fatto per cui si sta procedendo, appena delineato, procediamo proprio da que-
hanno un valore solamente didascalico, se st’ultima, la scena del delitto, provando a met-
non addirittura pleonastico, in quanto l’indi- terne a fuoco i contorni e le tipologie, e cercan-
zio è tale solo se e in quanto in qualche modo do di sviluppare, seguendo un ordine cronolo-
relazionabile con le finalità delle operazioni gico concettuale e operativo, le problematiche
tecniche che si stanno svolgendo (figura 2.3). legate al primo intervento, alla protezione dei
luoghi coinvolti, alla direzione delle operazio-
ni, nonché alle tematiche legate all’osservazio-
Fig. 2.3 Il sopralluogo: delimitazione di una scena del crimi-
ne outdoor. ne e alla descrizione nonché ai rilievi e alle va-
rie tecniche di ricerca di tracce e prelievi.

2.2 LA SCENA DEL CRIMINE:


CARATTERISTICHE E TIPOLOGIE

Partiamo da un concetto fondamentale. Ogni


scena del crimine, intesa come il luogo in cui
è stato commesso il delitto o i luoghi in qual-
che modo riconducibili a questo, è “unica”.
Nel senso che non esistono due scene del de-
litto uguali. Si potrebbe affermare, con locu-
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zione icastica, che la sola coerenza delle scene la sua vittima all’interno di un appartamento
del crimine è rappresentata dalla loro incoe- e poi deposita il cadavere sulla riva di un fiu-
renza e dalla costante evanescenza dei suoi me: l’appartamento in cui l’omicidio è avve-
confini. Questo fa sì che molto spesso lo sfor- nuto è la scena primaria, l’auto impiegata per
zo di trovare classificazioni realmente utili in il trasporto del corpo e il greto del fiume so-
merito alle scene del delitto si risolva esclusi- no le scene secondarie. Come si vede la di-
vamente in un tentativo accademico di orga- stinzione non si basa più sul “come” un crimi-
nizzare concettualmente il bagaglio delle più ne è stato commesso ma sul “dove” e, conse-
svariate esperienze operative. Alcune classifi- guentemente, sul “quando”, dato che la scena
cazioni infatti si basano sul tipo di delitto primaria precede la secondaria (figura 2.4).
commesso (omicidio, rapina, violenza sessua- La distinzione non è priva di importanza, per
le ecc.); altre sulle condizioni di ritrovamento una serie di ragioni. Innanzitutto non è sem-
di un luogo teatro di un crimine (organizzata pre agevole rendersi conto se ci troviamo a
o disorganizzata); altre ancora sul sito in cui operare su una scena primaria o su una secon-
la scena del crimine si colloca (in esterno, un daria; pensiamo, tanto per rifarci all’esempio
campo per esempio, o in un interno, si pensi precedente, al cadavere ritrovato lungo il fiu-
a un appartamento o all’abitacolo di una au- me, o all’auto abbandonata dai rapinatori.
tovettura ecc.), altre infine al tipo di compor- Non sarà poi neanche facile stabilire l’esisten-
tamento criminale posto in essere (passivo o za o l’intensità del collegamento, anche nel
attivo) (James, Nordby, 2005). La verità è senso spazio-temporale tra i due tipi di scene,
che nessuna di queste classificazioni sarà mai specie nei casi di staging, cioè la cosiddetta
in grado di calzare perfettamente a una scena messa in scena posta in opera dal criminale o
particolare, e la situazione su cui staremo la- da suoi complici per depistare le indagini o di-
vorando sarà piuttosto una “variazione sul te- sorientare gli investigatori. Molto spesso il col-
ma”, per usare un termine musicale, oppure legamento tra le due scene è suggerito dalla
un insieme di combinazioni delle scene del presenza di alcune tracce tipiche, pensiamo al
delitto comunemente classificate sui manuali. disegno dei pneumatici dell’auto rilevati sulla
Appare molto più interessante la distinzione, scena secondaria vicino al fiume, in grado di
cara alla cultura investigativa anglosassone, orientare l’investigatore verso l’autore del rea-
tra scena del crimine primaria e secondaria. to o verso la scena primaria. In linea di prin-
Questa classificazione non deriva dall’ordine cipio la scena del delitto primaria è in grado
di importanza della scena ma connota sempli- di fornire gli indizi più significativi, ma non
cemente la sequenza dei siti coinvolti dal de- sempre. Basti pensare che, più frequentemen-
litto. La scena del delitto primaria infatti è te di quanto si immagini, gli investigatori si
quella relativa al luogo o ai luoghi in cui ha trovano a che fare esclusivamente con scene
avuto origine l’attività criminale. La scena se- del delitto secondarie, pensiamo alle scene del
condaria è invece in qualche modo semplice- delitto conseguenti all’attività dei serial killer.
mente collegata al delitto. Facciamo due sem- Ma le tracce rilevate sul secondo tipo di scena
plici esempi; in una rapina la banca rappre- in questo senso non saranno meno importanti
senta la scena del delitto primaria mentre ai fini dell’identificazione del criminale. Com’è
l’auto utilizzata dai malviventi e ritrovata lun- facile intuire questo tipo di classificazione, se
go la via di fuga costituisce quella secondaria. concettualmente assimilato, è in grado di for-
Fig. 2.4 Interazione tra
scena del delitto primaria Situazione simile avremo nel caso sicuramen- nire all’operatore di polizia, specie quello di
e secondaria. te più drammatico di un assassino che uccide primo intervento, importanti spunti investiga-
tivi e utili riferimenti operativi in grado di
orientare a volte anche nell’immediatezza le
strategie e le tecniche del proprio comporta-
Scene del delitto mento; basti pensare all’emergente necessità
secondarie di estendere la ricerca di un determinato tipo
di tracce a un luogo vicino a quello più diret-
Scena del delitto tamente interessato al delitto o ai posti di con-
primaria trollo o di blocco che potrebbero essere di-
sposti nell’immediatezza del ritrovamento di
un’auto sospetta, abbandonata e ritenuta col-
legata, dopo una attenta ispezione dell’abita-
colo, a una determinata banda di criminali. Le
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 31

informazioni desumibili dalle anche minime


tracce fisiche rinvenute sulla scena del delitto,
come abbiamo visto, sono numerose e quasi
tutte importanti. Ma esse, come vedremo, ri-
schiano di essere subito compromesse, disper-
se o, quel che è peggio, alterate, fin dai primi
istanti della cognizione della notitia criminis.
Un’attenta analisi della scena del delitto, oltre
tutto, è in grado di dare informazioni fonda-
mentali per mettere a fuoco il cosiddetto “iter
criminis” del delitto. In molti manuali (Inti-
ni, Casto, Scali, 2006) si legge come questo
necessariamente si sviluppi a ritroso; dall’e-
vento finale (situazione presente), il delitto
per l’appunto, alle cause e alle circostanze
dalle quali scaturirono i fatti (c.d. situazione
finale) (Ceccaroli, 2000). Questo concetto
era già mirabilmente espresso, sia pur in pro-
spettiva teologica, da San Tommaso d’Aqui- rative e l’intempestività nell’adottare alcuni Fig. 2.5 La scena del crimi-
no, che ottocento anni fa scriveva: « ... dalle accorgimenti tecnici abbiano compromesso ne: situazioni di particola-
re complessità. Incendio
tracce che troviamo nel mondo della nostra l’esito di importanti indagini. Il primo inter- appiccato per occultare
esperienza si risale, naso a terra come un ca- vento, la prima presa di cognizione della sce- una scena del crimine.
ne da tartufo, verso l’inizio primo di quella na del crimine, proprio la prima “percezione”
catena di cause ed effetti, o al primo motore della natura e della gravità dell’evento, le pri-
di tutti i movimenti » (Sidoti, 2003). Ma me attività prese nell’immediatezza dell’arrivo
l’andamento “a ritroso” nella ricostruzione sul posto segnalato, sono di fondamentale im-
dell’iter criminis, in effetti, non è in grado di portanza (figura 2.5). Una scena del delitto
cogliere la complessa portata omnidireziona- “integra” è in grado di riflettere, talvolta con
le dell’attività di indagine sulla scena del cri- fedeltà, come in uno specchio, le caratteristi-
mine, che deve estendersi non solo dal pre- che principali del comportamento del colpe-
sente verso il passato, ma anche e soprattutto vole, la sua firma. In questo senso, l’interven- Fig. 2.6 La scena del cri-
dal presente verso il futuro, quasi in un dise- to dei primi operatori giunti sulla scena deve mine: situazioni di parti-
gno circolare; si pensi agli accertamenti tecni- essere funzionale, ma anche in taluni casi pre- colare complessità. L’at-
tentato al Giudice Borsel-
ci volti a ricostruire, anche in prospettiva paratorio se non addirittura propedeutico a lino in via d’Amelio a Ro-
processuale, la dinamica degli eventi. quello dei tecnici della scientifica (figura 2.6). ma il 19 luglio 1992.

2.3 PRIMO INTERVENTO


SULLA SCENA DEL DELITTO:
PROBLEMATICHE E MODALITÀ
OPERATIVE

Non è esagerato affermare che l’attività degli


operatori di polizia che per primi si recano sul
scena del crimine, sia delicata e importante al-
meno quanto quella degli specialisti che, do-
po il loro intervento, eseguiranno il sopralluo-
go tecnico propriamente detto. L’attività del-
le forze dell’ordine che per prime prendono
cognizione dell’evento è troppo spesso posta
in secondo piano e addirittura, in taluni casi,
sottovalutata. I primi passi di una indagine so-
no sempre quelli più delicati, i più importan-
ti e, talvolta, anche i più incerti. Non è sbaglia-
to altresì sostenere che in parecchi casi l’inos-
servanza di poche semplici applicazioni ope-
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zione della scena appare talvolta quasi inevi-


tabile. Facciamo l’ipotesi di un intervento,
eseguito nottetempo, in un campo in cui è sta-
to segnalato un probabile rinvenimento di un
cadavere: come fare a non essere sicuri di can-
cellare con il proprio inevitabile transito le
impronte dell’assassino? Come abbiamo visto
ogni scena del delitto presenta caratteristiche
uniche e non ripetibili, quindi difficoltà e pro-
blematiche operative sempre nuove, pertanto
l’osservanza di protocolli operativi standard,
quando non sia accompagnata da una notevo-
le presenza di spirito e da un adeguato equili-
brio psicologico, non è in grado di assicurare
i risultati richiesti né quelli sperati.
I concetti che devono guidare il primo inter-
vento sono essenzialmente due: la scena del
Fig. 2.7 La scena del crimi- Al di là delle poche categoriche e quasi dida- delitto deve essere preservata, evacuata, pro-
ne: situazioni di particola- scaliche norme elencate nei manuali e nei te- tetta e controllata fin dai primi istanti, e il pri-
re complessità. Il cadavere
di un uomo senza fissa di- sti specialistici, solo chi non abbia maturato mo approccio con i luoghi interessati all’e-
mora abbandonato. Si trat- una reale esperienza operativa sul campo può vento è spesso decisivo. Avendo ciò premesso
ta della terza vittima di un
assassino seriale in edifi-
ignorare le difficoltà che il primo operatore diciamo subito che la pattuglia dovrà tenere
cio abbandonato. (che nella metodologia di intervento statuni- fondamentalmente due tipi di comportamen-
tense viene denominato “first responder”) si to, entrambi fondamentali, uno passivo e l’al-
vede costretto ad affrontare (figura 2.7). tro attivo. Nel senso che da una parte non do-
Cominciamo dalle osservazioni più semplici, vrà toccare nulla (il semplice spostamento di
che riguardano i primi istanti in cui viene se- un oggetto potrebbe dare un’immagine di-
gnalato l’evento: l’indicazione precisa dei luo- storta dell’evento), a meno che non debba
ghi e la natura dell’evento, anche se filtrata e prestare soccorso a feriti, come si è detto, o
verificata, per quanto ciò sia possibile, dalla evitare pericoli astenendosi dal compiere
sala operativa, assai spesso possiede contorni qualsiasi verifica tecnica collegata al delitto,
fumosi, se non proprio imprecisi; si pensi alla anche quella ritenuta più semplice, come, per
concitata segnalazione fatta da un cittadino fare un esempio, controllare lo stato della pi-
sotto shock, o dalla stessa vittima del reato stola usata per il delitto. Dall’altra il persona-
oppure, caso non infrequente, dallo stesso au- le dovrà curare l’evacuazione dei luoghi e im-
tore del fatto. Fin dal primo istante gli opera- pedire l’accesso a chiunque al fine di salva-
tori, più spesso di quanto si immagini, non guardare l’integrità della scena. Gli operatori
hanno una precisa cognizione dell’accaduto, dovranno inoltre identificare al più presto
in pratica non sanno cosa veramente sia suc- tutte le persone che, inevitabilmente, hanno
cesso, dove sia successo, quanto estesi siano i avuto accesso ai luoghi prima dell’intervento
luoghi coinvolti nel fatto reato, chi sia la vitti- e soprattutto capire quali, tra loro, possano
ma, chi sia da considerare testimone del fatto essere considerati i testimoni utili, in grado
e chi l’autore; spesso la situazione di fatto è cioè di fornire informazioni significative per
resa convulsa, caotica e drammatica dalla pre- ricostruire l’accaduto. Appare opportuno poi
senza dei familiari sia che si tratti di un luogo impedire che i potenziali testimoni entrino in
aperto sia che si tratti di un luogo chiuso, per contatto tra di loro, al fine di evitare che le lo-
esempio un appartamento, e il personale non ro percezioni del fatto subiscano, attraverso
può sapere se entrando in un ambiente stia in- l’inevitabile confronto, un reciproco condi-
consapevolmente disperdendo le tracce del zionamento. Per ottenere un soddisfacente ri-
reato. Consideriamo che l’eventuale presenza sultato “conservativo” è indispensabile quin-
di persone ferite, in attesa dell’arrivo del per- di procedere a un rigoroso piantonamento
sonale sanitario, impone alla pattuglia una dei luoghi, imprescindibile condizione per as-
prima attività di soccorso. Pensiamo anche al sicurare un efficace sopralluogo tecnico da
fatto che frequentemente le condizioni clima- parte della scientifica; è, in conseguenza di
tiche o di visibilità che accompagnano le ope- ciò, di fondamentale importanza eseguire una
razioni sono avverse e la parziale contamina- doppia recinzione con paletti e bande bicolo-
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 33

ri bianche e rosse. L’immotivata “invasione” di prelievo e repertazione. In questo senso è


della scena del delitto da parte di curiosi o da auspicabile che il capo pattuglia non esiti a co-
parte degli stessi tutori dell’ordine non auto- municare al personale della polizia scientifica
rizzati o peggio ancora scarsamente prepara- tutte le informazioni utili circa lo stato del ri-
ti, ha rischiato di compromettere l’esito di trovamento della scena del delitto, relazionan-
molte importanti indagini, quindi non si dolo nella maniera più dettagliata possibile
porrà mai abbastanza l’accento sulla delica- sulle modificazioni e le alterazioni avvenute,
tezza di questa fase. La prima recinzione, co- segnalando per esempio l’eventuale intervento
me si è detto attentamente piantonata, e che del personale sanitario o le precauzioni even-
nei limiti del buon senso sarà la più ampia tualmente prese per preservare l’integrità del-
possibile, dovrà possedere una unica via d’ac- le tracce; ma gli atti brevemente accennati non
cesso alla scena del crimine (Geberth, esauriscono di certo il novero dei comporta-
1996). Quest’unico varco dovrà essere con- menti attivi eventualmente richiesti alla pattu-
trollato preferibilmente da un operatore il glia intervenuta. Gli operatori, infatti, avendo
quale avrà il compito di impedire il transito a avuto il primo contatto con lo spazio fisico in
chiunque non sia stato preventivamente auto- cui l’evento si è verificato, saranno gli unici a
rizzato. Per rendere più efficace il suo inter- poter e dover mettere in pratica tutti quei sem-
vento è opportuno che l’operatore si serva di plici accorgimenti, dettati tanto dall’esperien-
un semplice registro sul quale annotare i sog- za quanto dal buon senso, volti a salvaguarda-
getti transitati prendendo nota degli orari di re tracce del delitto e a proteggere luoghi o su-
entrata e uscita. Questa semplicissima pre- perfici dove queste potranno essere successi-
cauzione agevolerebbe alcuni aspetti organiz- vamente rilevate e repertate da personale spe-
zativi legati alla gestione della scena del delit- cializzato. Facciamo due semplici esempi: in
to nel suo complesso, eliminando le purtrop- ambiente esterno, per proteggere un coltello
po croniche difficoltà nel ricostruire a poste- con la lama insanguinata dall’azione dilavante
riori il numero, gli orari degli accessi e l’iden- della pioggia incombente sarà sufficiente por-
tità dei soggetti autorizzati. vi sopra una copertura improvvisata, magari
La seconda zona recintata deve essere quella anche una semplice sedia di plastica, oppure,
del cosiddetto “epicentro del delitto”, cioè al fine di preservare la superficie liscia del ban-
quella circoscritta al sito in cui si è verificato il cone operativo di una banca dove è stata com-
fatto. In questa zona potranno accedere esclu- messa una rapina e consentire in tal modo l’e-
sivamente gli operatori della scientifica ed saltazione delle impronte latenti dei malviven-
eventualmente il magistrato, i quali entreranno ti, sarà sufficiente porvi sopra dei fogli di car-
solo dopo aver indossato le tute e i copricalza- ta con la scritta “non toccare”. Alla luce di
ri del tipo monouso nonché i guanti sottili in quanto sopra detto sarebbe forse il caso di for-
lattice. All’interno e in prossimità delle zone nire alle pattuglie di primo intervento gli stru-
recintate gli operatori di primo intervento do- menti video fotografici per documentare ade-
vranno muoversi con estrema cautela evitando guatamente, qualora ve ne sia l’assoluta urgen- Fig. 2.8 Rappresentazio-
ne ottimale di delimita-
di spostare oggetti eventualmente presenti e za e dopo averne senz’altro data notizia alla sa- zione e protezione della
dovranno avere cura di interagire il meno pos- la operativa, lo stato dei luoghi (figura 2.8). scena del delitto.
sibile con l’ambiente. Gli stessi operatori
avranno cura di identificare le persone even-
tualmente presenti prima di allontanarle. È Ingresso consentito Media
possibile che lo stesso personale, qualora ne ri- solo a persone
corrano le condizioni e ve ne sia la necessità, autorizzate
compia tutta una serie di attività ispettive e di
controllo in alcune zone limitrofe alla scena del Centro di comando
delitto, alla ricerca di oggetti o altre tracce fi-
siche immediatamente ricollegabili al fatto, un
classico esempio è rappresentato dalla ricerca
effettuata all’interno dei cassonetti di rifiuti al-
la ricerca dell’arma del delitto. Nel caso di un
felice esito della ricerca gli operatori non do-
vranno procedere alla raccolta ma dovranno li-
Prima zona
mitarsi ad attendere l’arrivo degli specialisti
addetti al rilevamento, cui spettano i compiti
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34 sezione i - sulla scena del crimine

2.4 LE SQUADRE D’INTERVENTO sopralluogo tecnico di polizia scientifica non è


un processo meccanico e, nonostante la previ-
Le operazioni di fissazione dello stato dei sione di rigorosi modelli operativi in grado di
luoghi e il sopralluogo tecnico nel suo com- assicurare in ogni situazione elevati standard
plesso vanno eseguiti da personale specializ- di efficienza e funzionalità, ad agire sulla sce-
zato, che agirà seguendo un piano d’interven- na del delitto sono uomini e non macchine, in-
to razionale, strutturato sul modello di un or- dividui e non entità tecniche liberamente inter-
dine logico, tecnico e sequenziale: osservazio- cambiabili, e le sfere di attività e conoscenze,
ne, descrizione, planimetria, rilievi fotografi- quindi, con il loro bagaglio di sensibilità ed
ci, ricerca di tracce e loro prelievo. esperienza, sono necessariamente poste in
Per una efficace pianificazione dell’intervento stretto contatto nel corso delle operazioni (Si-
è indispensabile organizzare squadre d’inter- doti, 2006). Pensare o dare per scontato il
vento “mirato”, all’interno delle quali esisterà contrario porterebbe a conseguenze esiziali.
una chiara definizione di competenze e di ruo- Basterebbe semplicemente riflettere, in questo
li, differenziati ma complementari. L’attività senso, sulle problematiche legate ai meccani-
del sopralluogo giudiziario sta sempre più as- smi e ai criteri che regolano la composizione e
sumendo le caratteristiche di una vera e pro- quindi anche la stabilità delle squadre d’inter-
pria specializzazione nell’ambito dell’attività vento, condizione quest’ultima, in grado di as-
di polizia scientifica e il profilo professionale sicurare l’affiatamento dei componenti. Anche
di questo cosiddetto “specialista della poliva- a questo proposito, per coordinare l’attività
lenza”, sotto l’impulso di continue sollecitazio- del team, in tutte le sue articolazioni, proble-
ni tecniche, metodologiche e culturali, sembra matiche e competenze, dovrebbe essere previ-
costantemente ridefinirsi. In linea teorica, sot- sta la figura di un Ufficiale, presente sulla sce-
to il profilo operativo nulla deve essere lascia- na del crimine ma che svolga esclusivamente
to all’improvvisazione. Alla inevitabile com- un ruolo di direzione delle operazioni, senza
plessità della scena del delitto si accompagna prendere parte al sopralluogo. Egli dovrebbe
la complessità nella direzione di un lavoro di anche svolgere l’importante compito di coor-
gruppo, qual è quello delle squadre di tecnici dinare l’eventuale avvicendarsi degli specialisti
del sopralluogo che, in quanto tale, prevede sulla scena e quello di rappresentare, in gene-
specifiche dinamiche. Non dimentichiamo, in- rale, un costante punto di riferimento per le
fatti, che oramai tutta l’investigazione, ma so- comunicazioni con gli inquirenti, con gli uffi-
prattutto quella che si svolge sulla scena del ci investigativi, con il medico legale, con i me-
crimine, si articola in un lavoro di gruppo e le dia ecc. Anche in questa prospettiva l’interven-
dinamiche che si vengono a creare generano si- to tecnico sulla scena del delitto, specie per i
tuazioni complesse e problematiche nuove. Le casi più importanti o complessi, dovrebbe es-
Fig. 2.9 Diagramma di decisioni che ne scaturiscono sono spesso il ri- sere sempre preceduto da un “briefing” nel
flusso delle sequenze ope-
rative in una scena del cri- sultato di queste componenti, di fenomeni di corso del quale procedere a una accurata pia-
mine. influenza e di condizionamento reciproco. Il nificazione strategica dell’intervento e a una
verifica dei protocolli operativi da adottare al
caso concreto. Ancora più importante, sotto
Evento certi aspetti, potrebbe risultare un “debrie-
delittuoso fing” a chiusura del sopralluogo, per valutare,
in generale e nello specifico, l’esito delle ope-
razioni e analizzare le cause di eventuali situa-
Attività di
primo intervento zioni critiche. Il modello operativo americano,
improntato al più rigoroso pragmatismo, pre-
vede che all’interno della prima recinzione
Briefing operi un cosiddetto centro di comando costi-
tuito da un team di esperti, in continuo contat-
to audio-video con gli operatori di polizia den-
Accertamenti Documentazione tro e fuori le zone di sicurezza, con finalità di
Sopralluogo
tecnici e repertazione sovracoordinamento e di gestione delle infor-
Ipotesi
mazioni (figura 2.9). Questa articolata ma
estremamente razionale catena direttiva, basa-
Debriefing ta sulla semplice idea che ogni sfera operativa
necessiti di un esperto operatore in grado di
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 35

gestire situazioni di crisi e informare tempesti- gicamente connessi (se non proprio consu-
vamente i colleghi sull’andamento e allo svi- stanziali) delle operazioni di sopralluogo. I ri-
luppo delle operazioni al fine di coordinarne le sultati di queste due operazioni confluiranno
attività, ampiamente consolidatasi nell’espe- nella compilazione del verbale di sopralluogo,
rienza statunitense, appare ancora lontana dai determinandone la qualità e naturalmente an-
nostri modelli organizzativi e soprattutto cul- che l’estensione. È grazie al verbale di sopral-
turali. È opportuno sottolineare come la co- luogo, completo di tutti i suoi elementi de-
municazione, fin dai primi istanti dell’inter- scrittivi, fotografici, planimetrici ecc. che l’e-
vento e a tutti i livelli di comando, rappresen- vento è destinato, per così dire, a “rivivere” in
ti non solo un’esigenza sempre più avvertita altri ambiti di tempo, di spazio e di giudizio.
ma anche un valido strumento in grado di as- Il verbale di sopralluogo, allora, dovrà essere
sicurare l’omogeneità funzionale delle molte- redatto in modo da consentire, a chi ne pren-
plici e complesse attività esperite nel corso del da visione, di avere una rappresentazione
sopralluogo tecnico. L’esperienza americana quanto più fedele possibile dei luoghi e del-
potrebbe essere gradualmente introdotta e l’ambiente, nonché dei suoi contenuti. Attra-
prevista, con gli opportuni accorgimenti, ma verso la lettura del verbale, inoltre, il lettore
soprattutto con originali sviluppi, anche all’in- dovrà esser messo nelle condizioni di poter
terno dei nostri modelli organizzativi, forse an- rievocare l’insieme e le caratteristiche delle at-
cora troppo compartimentati e strutturalmen- tività tecnico-scientifiche adottate e svolte nel
te poco “predisposti” alla gestione del coordi- corso del sopralluogo. Da tutto ciò si evince
namento e della condivisione delle informazio- come la stesura di un buon verbale di sopral-
ni nel corso di tutte le fasi dell’investigazione. luogo rappresenti uno dei passaggi fonda-
Appare evidente come l’articolato modello mentali dell’indagine. Nei testi specialistici
operativo prospettato debba essere applicabi- classici, in linea di massima ci si limita alla ge-
le esclusivamente a situazioni di una certa gra- nerica raccomandazione affinché nella osser-
vità e complessità. Nella maggior parte degli vazione e nella descrizione si proceda con at-
eventi criminosi (per esempio furto in abitazio- tenzione e accuratezza, nonché usando la ter-
ne) per cui si procede, due operatori ben affia- minologia appropriata. Con saggezza ed espe-
tati ed esperti saranno in grado di eseguire una rienza si spiega che, “senza la volontà di scru-
buona attività di sopralluogo tecnico. Ma mi- tare l’occhio non vede”. Per tale ragione è sta-
nore complessità non vuol dire minore impor- to elaborato un rigoroso metodo di osserva-
tanza. La sfida dei nostri tempi, da raccogliere zione e descrizione che segue un preciso ordi-
senza esitare, è appunto quella che mira a tro- ne: dal generale al particolare, da destra verso
vare moderne risposte tecniche, metodologi- sinistra, dal basso verso l’alto ecc. Di ogni co-
che e organizzative volte a elevare costante- sa osservata poi si deve rilevare la sede, la po-
mente gli standard qualitativi dell’attività di sizione, la direzione, la forma, la dimensione,
raccolta delle prove su qualunque tipologia di la materia, il colore, l’odore e ogni altra even-
scena del crimine, rispondendo con efficacia tuale qualità che sarà in grado di rendere più
alle sempre più sentite aspettative di sicurezza completa la descrizione e definizione della co-
della società civile e alle nuove esigenze del sa stessa. Dopo lo sguardo d’insieme natural-
processo penale. mente il metodo prevede l’osservazione e la
descrizione dell’oggetto, in tutte le sue parti,
procedendo con ordine topografico, sempre
2.5 OPERAZIONI TECNICHE indicando la posizione di chi descrive, perché
DEL SOPRALLUOGO: a esso andranno riferite tutte le indicazioni di
OSSERVAZIONE destra, sinistra, anteriore, posteriore ecc. In
E DESCRIZIONE ogni sopralluogo poi formeranno oggetto di
osservazione i caratteri generali dell’ambien-
Le fasi dell’osservazione e quella della descri- te, le sue particolarità, i caratteri generali e
zione sono probabilmente le più importanti e particolari del contenuto. La descrizione do-
delicate del sopralluogo tecnico, di certo sono vrà indicare la data, il luogo e l’ora del sopral-
quelle in cui il fattore umano e quello del con- luogo e contenere le generalità degli operato-
testo assumono inevitabilmente maggior rilie- ri addetti al rilevamento e quella eventual-
vo. Tecnicamente possiamo dire che l’osser- mente del coordinatore responsabile, nonché
vazione e la descrizione della scena del delitto sarà data menzione del pubblico ministero e
rappresentano due momenti consecutivi e lo- del personale di polizia giudiziaria, se interve-
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36 sezione i - sulla scena del crimine

nuti. Da quanto detto si evince come tale mo- cercare, di dove si debba cercare (per esem-
do di osservare e descrivere (dall’alto verso il pio estendendo la ricerca e la documentazio-
basso ecc.) tenda a elaborare un comune lin- ne a siti adiacenti o limitrofi) e, non è escluso,
guaggio, anzi una vera e propria condivisa di come si debba cercare. In questo senso l’at-
grammatica di lettura e rappresentazione del- tività di osservazione sarà anche un’attività di
l’evento, offerta a tutti coloro che nel corso ricerca, di selezione, di verifica di una o più
della vita dell’indagine, dovranno fruirne. Ma ipotesi che inevitabilmente precedono l’os-
il metodo in questione, a cui va riconosciuto servazione. L’osservazione, non a caso posta
l’indiscutibile merito di limitare fortemente le come primo passo della scienza, non può pre-
sciagurate conseguenze di un procedere di- cedere tutti i problemi per ragioni logiche,
sattento o peggio ancora arbitrario, e di offri- per quanto ne anticipi talvolta alcuni. L’osser-
re costantemente omogenei e condivisi stan- vazione viene quindi dopo l’ipotesi (Fisher,
dard qualitativi, certo non risolve né esaurisce 2004). A una mente, come incredibilmente in
le autentiche problematiche correlate all’os- alcuni testi specialistici ancora si legge, “pri-
servazione e alla descrizione della scena del va” di pregiudizi, è da preferire una mente
delitto. Vale la pena di spendere qualche pa- “piena” di ipotesi, una mente in grado di
rola sull’argomento. In effetti le cose sono ospitare il maggior numero di supposizioni
molto più complesse e i delicati meccanismi possibili e quindi in grado di osservare la
che presiedono il rapporto tra osservatore e realtà da molti punti di vista. Non si può par-
cosa osservata (Keeney, 1985) e le loro reci- tire dall’osservazione: è necessario innanzitut-
proche influenze rappresentano alcuni dei te- to sapere cosa osservare, cioè si deve partire
mi di speculazione epistemologica più inte- da un problema. In secondo luogo le osserva-
ressanti e sentiti all’interno della comunità zioni inevitabilmente interpretate, sono lette
scientifica e filosofica. Lo sviluppo di queste alla luce di teorie. “Un’osservazione, deve es-
tematiche esula dalla trattazione e dallo scopo sere interpretata” non a caso scriveva Popper.
di questo breve lavoro ma è evidente che la fa- È altresì evidente che giungere affrettatamen-
se analitico-descrittiva di accertamento, volta te a conclusioni sul modus operandi criminale,
alla individuazione e alla ricerca dei dati, non o il privilegiare una sola ipotesi frutto di in-
può né deve esaurirsi in una ispezione solo consapevoli pregiudizi e stereotipi culturali o
passiva, ovvero limitata a ciò che balza agli oc- comportamentali può comportare una peri-
chi né a ciò che un astratto o teorico metodo colosa elisione nella documentazione delle
di osservazione impone. Questo può signifi- tracce: un giudizio interpretativo può farle ri-
care che non sempre seguire pedissequamen- tenere al momento insignificanti con il rischio
te la successione ordinata e progressiva delle di trascurare indizi essenziali che andranno
attività di osservazione e descrizione, prevista così per sempre perduti. Ma lo stesso rischio
dal metodo sopra descritto, sia in grado di as- corre chi, rinunciando a formulare ipotesi
sicurare un risultato soddisfacente. La fase di (ammesso che ciò sia possibile), sia mosso
ricerca, dovendosi oltre tutto estendersi a esclusivamente dalla volontà di documentare
tracce non apprezzabili a prima vista o addi- il maggior numero di ambienti e di cose. Per
rittura invisibili (es. frammenti di impronte comprendere meglio quanto sopra accennato
papillari latenti) prevede un comportamento basti pensare al fatto che sulla scena o sulle
“attivo” da parte dell’operatore che, nell’os- scene del delitto non è possibile osservare, ri-
servazione dell’ambiente, anche se in maniera levare, descrivere fotografare o repertare tut-
inconsapevole e pur rispettando la sequenza to, né sarà possibile ragionare in termini di
metodologica prevista, procederà elaborando “quanto più è possibile”. Per questo l’opera-
una serie di ipotesi (si spera il maggior nume- tore di polizia scientifica dovrà necessaria-
ro) che costantemente orienteranno il suo agi- mente essere selettivo nella sua azione. La se-
re. In fondo, a ben pensarci, anche il metodo lezione implica una scelta fra più opzioni. Un
sopra descritto (dal generale al particolare semplice esempio, basato sull’esperienza quo-
ecc.) non è che una ipotesi, anzi una sovra tidiana, sarà in grado di chiarire quanto ac-
ipotesi; l’ipotesi che quello sia il modo più cennato. Immaginate una scena del delitto,
prudente ed efficace di condurre l’osservazio- abbastanza complessa, pensiamo a un appar-
ne e la descrizione dei luoghi. È ovvio che nel tamento in apparente disordine cui siano pre-
corso del sopralluogo, in rapporto al tipo di senti un cadavere, un coltello insanguinato, i
reato e al contesto in cui questo è maturato, ci vetri di una finestra rotti ecc. Immaginiamo di
si andrà formando un’idea di cosa si debba inviare sulla stessa scena dieci team di opera-
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 37

tori che eseguiranno una scrupolosa e diligen-


te attività di osservazione e descrizione degli
ambienti e del loro contenuto. Con intuibile
sorpresa, alla fine della redazione dei fascico- Quadro d’insieme
li, ci troveremo di fronte a dieci buoni verba-
li di sopralluogo, ma essi conterranno rilievi Analisi intermedia
descrittivi e fotografici tutti differenti. Avre-
mo un’unica realtà percepita e raccontata da
Particolari
dieci prospettive leggermente diverse. Anche e dettagli
nei vecchi sapienti manuali si legge, infatti:
« Durante l’osservazione si descriverà quanto
di rilevante è percepibile dall’osservatore... ».
La rilevanza o meno di un aspetto della realtà, determinato contesto appaia (ma qui tornia- Fig. 2.10 L’interazione tra
specie nell’enfatizzazione di specifici contesti, mo all’ineludibile ambiguità delle tematiche i vari livelli di osservazio-
ne della scena del delitto.
sarà sempre conseguenza di una determinata sopra appena sfiorate) in posizione anomala
e unica visione del mondo, di cui l’osservato- o in una situazione di supposta estraneità al-
re è tanto inconsapevolmente quanto inevita- l’ambiente.
bilmente portatore. Le problematiche sopra
solamente sfiorate portano più che mai in pri-
mo piano la centralità del fattore umano, per- 2.6 I RILIEVI PLANIMETRICI
ché all’inizio e alla fine dell’investigazione c’è E FOTOGRAFICI
sempre un essere umano impegnato a prende-
re e dare informazioni, è un essere umano I rilievi planimetrici e i rilievi fotografici, assie-
l’autore del crimine e un essere umano è l’in- me a quelli descrittivi, non sono altro che mo-
vestigatore che cerca le sue tracce, e assieme di tecnicamente diversi di rappresentare
alla razionalità e alla pianificazione, nella co- un’unica realtà. Questo non deve mai essere
noscenza umana sono inevitabilmente rile- dimenticato. In questo senso, in un sopralluo-
vanti schematismi e distorsioni. go accuratamente condotto, ogni rilievo deve
La descrizione della scena, come raccoman- essere in grado di trovare puntuale riscontro
dato, dovrà essere estremamente accurata, in nell’altro; per esempio, i rilievi fotografici, se
questo senso il rispetto di una rigorosa meto- realizzati seguendo lo stesso piano di lavoro,
dologia descrittiva mette nelle condizioni l’o- dovranno rappresentare la “lettura” dei rilie-
peratore di svolgere un lavoro ordinato al ri- vi descrittivi e viceversa (figura 2.11a-e). Uno
paro da eventuali grossolane disattenzioni (fi- dei tanti compiti dell’Ufficiale di coordina-
gura 2.10). Per esempio, dopo aver descritto i
caratteri generali dei luoghi e le particolarità
degli stessi, si menzioneranno i caratteri gene-
rali delle cose e degli oggetti in essi contenu-
ti, aiutandosi con l’apposizione tattica di indi-
ci alfa-numerici. Le cose osservate dovranno
essere descritte con completezza e neutralità,
evitando cioè di riportare considerazioni o
valutazioni personali. Particolare cura si do-
vrà avere nell’adottare, come già accennato e
sempre in considerazione del raggiungimento
di un “linguaggio” comune, la terminologia
adeguata. Un ambiente, per esempio, può es-
sere diviso in sezioni o parti, indicando come
già detto la posizione dello stesso operatore;
avremo così una parte anteriore, una poste-
riore e una intermedia; ogni sezione poi potrà
essere, a sua volta, suddivisa in metà destra,
metà sinistra e ancora parcellizzata, se serve,
in terzo destro e terzo sinistro.
Fig. 2.11a La scena del cri-
È naturale che particolare attenzione sarà de- mine di un caso di omici-
stinata alla descrizione di tutto ciò che, in un dio.
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38 sezione i - sulla scena del crimine

Fig. 2.11b La vittima. Im- pria di un’attività complessa come quella del
bustamento delle mani
per preservare eventuali
sopralluogo tecnico. Gli importanti rilievi pla-
tracce di un contatto con nimetrici rappresentano la prima forma di do-
l’aggressore. cumentazione del quadro d’insieme della sce-
na del crimine. Sono costituiti da disegni in
scala eseguiti secondo le regole della planime-
tria che, com’è noto, considera come postula-
to la terra piana entro un raggio di 30 km con
la conseguente possibilità di rappresentare in
piano ciò che si vuole disegnare servendosi
della semplice misurazione di angoli e distan-
Fig. 2.11c Scena del crimi- ze. È evidente che le misurazioni devono esse-
ne: mozziconi di sigaretta
da avviare al laboratorio
re eseguite tutte con uguale precisione, evitan-
per l’eventuale estrazione do valutazioni approssimative in grado di fal-
di un profilo genetico. sare completamente successive attività di rico-
struzione delle dinamiche (si pensi a come
l’imprecisione di alcune misure possa com-
promettere lo studio delle traiettorie balisti-
che o inficiare la cosiddetta Bloodstain Pattern
Analysis, cioè l’analisi dei quadri ematici ai fi-
ni della ricostruzione della dinamica dell’e-
vento). Il rilievo deve essere orientato in base
ai punti cardinali riportando l’esatta scala di
riduzione nonché l’indicazione del luogo, del-
la data, dell’ora dell’esecuzione e il nome del-
l’operatore che lo ha svolto. I rilievi planime-
Fig. 2.11d Scena del cri- trici, che devono essere sempre preceduti da
mine: l’ispezione della una attenta ricognizione, possono ovviamente
scena permette di rileva-
re, nascosta in un riposti- essere eseguiti tanto in luoghi aperti quanto in
glio, una busta in plastica luoghi chiusi. Non si tratta di una attività com-
rossa. plessa e non è sempre necessario che la plani-
metria venga portata a termine nel corso del
sopralluogo. Sarà infatti molto più comodo ed
efficace redigere la planimetria in laboratorio
lavorando su un apposito tavolo da disegno
professionale. L’operatore potrà limitarsi a fa-
re un semplice schizzo del luogo, l’importan-
te è che, si ribadisce, le misurazioni siano com-
plete ed effettuate in modo corretto e preciso.
Fig. 2.11e Scena del crimi-
ne: all’interno della busta Nel corso del sopralluogo primaria importan-
viene rinvenuto un coltel- za assumono le riprese fotografiche e con vi-
lo avvolto nella plastica, deocamera (figura 2.12). L’incomparabile ca-
con tracce di presumibile
natura ematica. pacità, aumentata a dismisura con l’introdu-
zione delle ultime tecnologie, di catturare con
fedeltà assoluta anche gli aspetti più imper-
cettibili della realtà, fa della “fotografia giudi-
ziaria” un mezzo decisivo per consentire la ri-
costruzione fedele della scena del crimine in
tutti i suoi aspetti, per diradare eventuali dub-
bi sulle dichiarazioni di testi o delle persone
indagate ed eventualmente per effettuare
confronti tra scene diverse. L’operatore ad-
mento, figura di cui abbiamo fatto cenno, do- detto al rilevamento fotografico deve mante-
vrebbe appunto essere quello di armonizzare nere, per le ragioni già accennate, lo stesso
le attività degli operatori in prospettiva di piano sistematico di lavoro seguito nel corso
quell’unità di funzione e di scopo che è pro- dei rilievi descrittivi, procedendo dal genera-
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 39

le fino ai minimi dettagli, dall’esterno all’in-


terno, da destra verso sinistra, dal basso verso
l’alto, dopo avere indicato ogni particolare ri-
levante con gli appositi riferimenti alfa-nume-
rici. Nelle foto dei particolari si usa la “stri-
scetta metrica” in modo da ottenere le misure
e le proporzioni di ciascuna particolarità.
In occasione di eventi particolarmente gravi o
che presentano determinate caratteristiche
(attentati, esplosioni, calamità ecc.) in cui i
normali rilievi fotografici e planimetrici si di-
mostrino di impossibile o difficile esecuzione,
si potrà utilizzare la speciale rilevazione foto-
grammetrica, che consiste nella determinazio-
ne delle dimensioni di oggetti lontani median-
te fotografie scattate da diverse angolazioni,
realizzate con apparecchi posti agli estremi di
una base la cui misura è nota. Da qualche an- delitti, infatti, può accadere che l’autore del Fig. 2.12 Sopralluogo. At-
no l’uso della videoripresa sulla scena del cri- crimine torni sulla scena del delitto confon- tività di documentazione
di una scena del crimine
mine, enfatizzato dall’avvento della tecnologia dendosi tra i curiosi presenti per gratificare il outdoor.
digitale, sta affiancando e integrando con suc- proprio ego e per osservare l’effetto della sua
cesso il classico rilievo fotografico. Le ragioni condotta presso l’opinione pubblica.
sono molteplici, innanzitutto si tratta di un Connessa all’attività del sopralluogo tecnico, è
mezzo pratico e semplice da maneggiare che quella volta alla ricostruzione della dinamica
consente, ma sempre nelle mani di un opera- della scena del crimine. Le informazioni docu-
tore esperto, di avere una rappresentazione mentate e raccolte in sede di sopralluogo pos-
più realistica e dinamica degli ambienti e del- sono, in momenti successivi, essere rielabora-
le cose in essi contenuti. Grazie a sapienti spo- te per ricostruire scientificamente la dinamica
stamenti di angolazione, da effettuare sempre degli eventi e l’azione dei soggetti attivi o pas-
con movimenti morbidi e senza mai saltare da sivi coinvolti nell’evento o rilevare dei partico-
una inquadratura all’altra, sarà possibile co- lari precedentemente sfuggiti. Il sopralluogo,
gliere una ricchissima e utile varietà dei “pun- quindi, non sarà solo l’attività dei rilievi fin qui
ti di vista” della scena, che restituiranno la descritti, ma anche quella che, oltre a utilizza-
spazialità, la tridimensionalità e sopra tutto re i dati e gli elementi emersi nella classica do-
l’“atmosfera” sul luogo dell’evento. A propo- cumentazione e descrizione dello stato dei luo-
sito delle angolazioni di ripresa, è sempre mol- ghi, consente di lavorare sul concetto di “re-
to utile effettuare un accurato filmato dei pos- pertazione delle forme”. Grazie a sofisticate
sibili “punti di vista” della vittima, partendo apparecchiature (laser scanner), si eseguono ri-
dall’eventuale posizione in cui il corpo è stato costruzioni grafico-digitali tridimensionali,
ritrovato o, a seconda dei casi, dal punto in cui che consentono di “rivivere” la scena del cri-
è cominciata l’eventuale aggressione. La video mine, “muoversi” al suo interno, utilizzando
ripresa è oramai in grado di fornire, oltre tut- opportuni programmi di grafica digitale.
to, materiale di elevata qualità da sottoporre a
verifica e analisi praticamente immediate. Se
usata correttamente e con metodo la video ri- 2.7 LA RICERCA DELLE TRACCE
presa può essere estremamente utile per docu- E REPERTAZIONE
mentare, evitando commenti personali, l’atti-
vità tecnica svolta dagli stessi operatori nel La ricerca delle tracce, nella tradizione investi-
corso del sopralluogo; la successiva possibilità gativa italiana, si è in linea di massima sempre
di verificare le metodologie adottate sarà in sottratta all’influenza di rigorosi schematismi,
grado di, se non eliminare, ridurre fortemen- ed essa si è spesso, anche con ottimi risultati,
te le sempre più frequenti eccezioni o conte- basata sull’esperienza, sulla capacità tecnica e
stazioni procedurali. Infine, una attenta ripre- organizzativa della squadra operante di muo-
sa video può essere importantissima per filma- versi e di cogliere il talvolta evanescente tessu-
re il pubblico eventualmente presente alle fa- to indiziario all’interno dei vari scenari. La tra-
si del sopralluogo; in determinate tipologie di dizione investigativa statunitense, invece, im-
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40 sezione i - sulla scena del crimine

Fig. 2.13 Zone Method, o o settori numerati per facilitare l’individua-


metodo a zone.
zione topografica della provenienza dei re-
perti, a presidio dei quali è posto un operato-

1 2 re, esso è particolarmente indicato per la ri-


cerca all’interno di garage, interni, palazzi
ecc. (figura 2.13). Questo protocollo operati-
vo è, per esempio, quello regolarmente adot-
tato dai nostri team in occasione di eventi
particolari che coinvolgono vaste aree, quali
incendi, esplosioni e, in genere, tutte le volte
in cui sia necessario raccogliere campioni

3 4 rappresentativi di tutta la zona interessata.


Il Whell Method, o metodo a ruota o a raggi,
prevede che il gruppo di ricerca si riunisca al
centro dello spazio e proceda nella ricerca
dall’interno verso l’esterno lungo i raggi o vi-
ceversa, è preferito per gli spazi di piccole di-
prontata al più rigoroso pragmatismo, preve- mensioni e di forma circolare (figura 2.14).
de la costante applicazione di cinque metodi Lo Spiral Method, o metodo a spirale viene
di ricerca, basati sullo sviluppo di figure geo- utilizzato preferibilmente per la ricerca delle
metriche, che gli investigatori sceglieranno e tracce negli spazi privi di barriere fisiche (fi-
adotteranno sulla base della misura, delle ca- gura 2.15).
ratteristiche e della complessità della scena del Gli Strip e i Grid Methods metodi a bande o
delitto. Senza voler mutuare passivamente griglie sono invece ideali per la ricerca in va-
modelli spesso segnati da distanze culturali sti spazi, o in zone esterne (figura 2.16).
non completamente colmabili, è tuttavia inte- La breve descrizione di questi interessanti
ressante valutare con attenzione i vantaggi che metodi, anziché indebolire, rafforza la con-
alcuni di questi semplici strumenti operativi vinzione che, nella maggior parte dei casi, la
sono probabilmente in grado di offrire. Lo più semplice e più produttiva strategia di ri-
scopo principale di questi metodi è quello di cerca delle tracce possa essere rappresentata
razionalizzare e disciplinare la ricerca, distri- da quella “mirata”, quella ricerca per cui
buendo zone, funzioni e compiti; seguendo cioè, indipendentemente da un percorso pre-
precisi percorsi si eviterà inoltre di tornare sui stabilito, attraverso il filtro dell’esperienza,
propri passi e sarà più agevole comunicare e una traccia conduce a un’altra traccia e così
indicare con immediata precisione il sito del- via (c.d. linkage method) ricalcando la rete in-
l’eventuale ritrovamento. visibile fatta di connessioni, analogie, rappor-
Il cosiddetto Zone Method, o metodo a zone ti e collegamenti tra vittima, scena e autore.
prevede che l’area sia suddivisa in quadranti Quale che sia il metodo prescelto, la reperta-

Fig. 2.14 Whell Method, o


metodo a ruota o a raggi.
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 41

Fig. 2.15 Spiral Method, o metodo a spirale

zione, in sede di sopralluogo tecnico, deve es-


sere la più accurata possibile, evitando, come
si è detto, ogni possibile fonte di contamina-
zione. Un’attività di repertazione eseguita
con approssimazione potrebbe compromet-
tere l’intera indagine giudiziaria (figura 2.17).
Le precauzioni da adottare sono naturalmen-
te differenti a seconda del tipo di materiale
da repertare. In ogni caso, al fine di evitare
una raccolta indiscriminata di materiale che
causerebbe in sede di analisi una grande con-
fusione nonché un enorme dispendio di tem-
po e di risorse, sarà sempre necessario effet- Fig. 2.16 Strip e i Grid Methods.
tuare una preventiva valutazione sulla utiliz-
zabilità per gli ulteriori accertamenti di labo-
ratorio. In questa prospettiva l’attività di sele- sull’identità della vittima, su quella dell’aggres-
zione, nei casi particolarmente delicati o in- sore, sui loro rapporti e più in generale sulle
certi, dovrebbe essere condotta dopo aver più labili o profonde interrelazioni tra l’agire
preso in considerazione le indicazioni del umano e l’ambiente. Lo sapeva bene anche il
centro di comando e dopo aver valutato le in- medico francese Locard che, nel suo podero-
dicazioni del responsabile coordinatore. so Traité de criminalistique nel 1931 formula-
Uno dei maggiori meriti di Salvatore Ottolen- va il suo celebre principio dell’interscambio,
ghi, padre della scuola di scienze forensi italia- che a parere di molti segna il vero e proprio at-
na e fondatore della Polizia Scientifica, fu to di nascita delle scienze forensi. Per Locard, Fig. 2.17 Metodi di reper-
quello di intuire come l’indagine di polizia do- infatti, « non è possibile al malfattore di agire, tazione.
vesse essere ricondotta nel più generale ambi-
to delle scienze naturali, allo stesso modo con
cui il pensiero positivista stava facendo con di- Dimostrare che è stato commesso un crimine
scipline quali la sociologia e l’economia: le
tracce presenti sul luogo del delitto sono, infat- Collegare un sospetto alla vittima o al luogo del crimine
ti, “segni naturali”, nel senso di cose, parti del- Stabilire l’identità delle persone
che hanno commesso il reato
la realtà dotate in quanto tali di fisicità (non a I reperti
caso i criminalisti di lingua inglese parlano di possono: Stabilire la dinamica dell’evento
physical evidence per intendere la prova indi- Scagionare un innocente
ziaria). Dunque, spingendo un po’ più avanti
Confermare la deposizione della vittima o di un teste
il nostro discorso, i luoghi e le cose che hanno
avuto a che fare con un delitto, se opportuna- Indurre il sospettato a fare delle ammissioni
o addirittura confessare
mente interrogati, hanno molto da rivelare,
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42 sezione i - sulla scena del crimine

e specialmente di agire con l’intensità richiesta creto dalle creste papillari, quando queste
dall’azione criminale senza lasciare una molte- vengono in contatto con gli oggetti. Nel corso
plicità di marchi del suo passaggio ». In defini- del sopralluogo le impronte latenti, quelle più
tiva, quando due entità fisiche entrano in con- comuni e frequenti, possono trovarsi su super-
tatto ciascuna lascia inevitabilmente qualcosa fici inamovibili o su superfici trasportabili. Le
di sé sull’altra (classico è l’esempio del fango impronte su superfici inamovibili sono esalta-
sulla scarpa) (Thorwald, 1965). Non è facile te grazie all’impiego di speciali polveri a base
comprendere oggigiorno la portata dell’intui- di alluminio, di diverso colore a seconda del
zione di Locard, fatto sta che sia pur viziato da sostrato in esame, asportate mediante adesivi
un certo determinismo il suo “principio” ven- speciali e successivamente trattate fotografica-
ne inteso da molti epigoni come legge, ossia mente (figura 2.18). Dal momento che la pol-
come principio universalmente valido, andan- vere esaltatrice attecchisce all’essudato papil-
do in questo modo ad accreditare ulteriormen- lare prodotto dalle parti “vuote” dell’impron-
te la criminalistica come scienza, che sulle leg- ta, questa, una volta asportata, non è altro che
gi universali appunto si fonda, e il criminalista un “negativo”. Per la qual cosa si rende indi-
come scienziato. spensabile un trattamento fotografico d’inver-
La ricerca delle tracce è principalmente volta sione di posto e di colore (chiamato infatti
all’individuazione, alla documentazione e passaggio da “negativo” a “positivo”), al fine
asportazione dei frammenti di impronte papil- cioè di rendere omogeneo e quindi compara-
lari, che sulla scena del delitto possono essere bile il frammento con l’impronta assunta in
di due tipi: impronte visibili o impronte laten- occasione del fotosegnalamento. È invece
ti. Le impronte visibili sono quelle che si pro- preferibile effettuare la repertazione degli og-
ducono o per contatto delle superfici digitali getti trasportabili, al fine di adottare le tecni-
imbrattate di sostanze di varia natura (sangue, che più opportune in laboratorio. Qui la ricer-
inchiostro, vernici ecc.), le cosiddette “im- ca viene effettuata con diverse tecniche chimi-
pronte per sovrapposizione”; o quelle prodot- che selezionate, anche in questo caso, in fun-
te dalla pressione o affondamento delle creste zione del tipo di superficie da analizzare e del-
papillari su sostanze malleabili, come cera, la composizione dei reattivi chimici che con
plastilina e così via, “impronte per modella- tale materiale devono interagire. In particola-
mento”. In genere questi tipi di impronte ri- re l’evidenziazione dei frammenti latenti è
guardano superfici che possono essere aspor- possibile grazie all’impiego di nuovi sofistica-
tate con l’intero substrato su cui sono impres- ti strumenti di tecnici, quali il Crimescope CS-
se e debbono perciò essere fotografate con gli 16 che consente di esaltare impronte già trat-
opportuni accorgimenti tecnici, quali filtri, lu- tate chimicamente con composti fluorescenti
ce polarizzata, luce radente, al fine di esaltare come il DFO, grazie alla possibilità di sele-
il contrasto con la superficie stessa su cui si zionare le radiazioni elettromagnetiche emes-
trovano. Le impronte papillari latenti sono se da una lampada allo Xenon, nel campo Ul-
Fig. 2.18 La ricerca di im-
pronte latenti con l’uso di quelle che non si vedono a occhio nudo e si travioletto-Visibile-Infrarosso (figura 2.19).
polveri. producono per deposizione dell’essudato se- Strumento simile è il Scenescope UV Imager,
che permette all’operatore, dotato di masche-
ra ottica del tipo “realtà virtuale” con visione
diretta dell’oggetto in esame, di rinvenire
frammenti di impronte su superfici non poro-
se non pretrattate chimicamente. La selezione
dei reperti da sottoporre a successiva analisi di
laboratorio dovrà ricadere su oggetti traspor-
tabili fatti di plastica, vetro metallo e carta. La
cosa più importante è che il materiale sia con-
servato in singole buste di carta o di plastica
trasparente e catalogato, in relazione al luogo
di rinvenimento, con un numero progressivo
che trovi riscontro puntuale nel verbale dei ri-
lievi descrittivi e fotografici. Sempre più fre-
quenti sono le richieste di intervento volte a
esaltare frammenti di impronta sui cruscotti di
autoveicoli, costruiti in materiale plastico; la
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capitolo 2 - Il sopralluogo tecnico sulla scena del delitto 43

substrati non permeabili, come vetri, pavi-


menti, armi bianche, ecc., se si tratta di entità
fisiche o frammenti di esse di piccole dimen-
sioni è opportuno repertare e inviare il tutto
presso i laboratori. Qualora questo non sia
possibile, si dovrà raschiare con delicatezza la
presunta sostanza ematica, se secca, con una
apposita lametta e riporre il materiale aspor-
tato in provette di plastica da conservare in lo-
cali appositamente refrigerati. Le medesime
precauzioni previste per la repertazione di so-
stanza ematica si dovranno adottare nel caso
si rilevino tracce di fluidi biologici su indu-
menti intimi, biancheria, all’interno di profi-
lattici ecc. Tracce di saliva possono essere ri-
levate su mozziconi di sigaretta, la faccia dei
francobolli adesi alla lettera, sui bordi della
chiusura della stessa, su fazzoletti e così via.
Nella repertazione delle formazioni pilifere,
da effettuarsi con l’ausilio di apposite pinzet-
te, particolare attenzione deve essere posta nel
non rovinare l’eventuale bulbo.
Non è possibile, per comprensibili ragioni,
proseguire nella descrizione dettagliata della
Fig. 2.19 Crimescope.
vasta casistica relativa alle varie metodologie
di repertazione, ma appare opportuno speci-
tecnica che ha assicurato i migliori risultati è ficare che, al pari delle tecniche di ricerca,
quella che sfrutta la vaporizzazione degli este- anche le tecniche di repertazione si è notevol-
ri cianoacrilici, in condizione di temperatura mente modernizzata, potendo contare sul-
e umidità costanti. Particolari accorgimenti l’impiego di nuove attrezzature in grado di
necessita la repertazione di tracce biologiche, conservare meglio e più a lungo i materiali
quali sangue, sperma e così via. È, infatti, fre- raccolti, anche quelli maggiormente labili e
quente individuare in più punti sostanze ap- che tendono a decomporsi (per esempio in
parentemente simili tra loro e quindi presumi- occasione di esplosioni o incendi).
bilmente appartenenti al medesimo individuo; Si delinea a questo punto l’importanza del
in questi casi i materiali debbono sempre es- concetto della cosiddetta “Catena di custodia
sere posti in contenitori diversi. In particola- dei reperti” o “Catena delle prove”. Nel corso
re il presumibile materiale biologico non do- del dibattimento, cioè, è di fondamentale im-
vrà mai essere conservato in sacchetti di pla- portanza garantire sempre l’originalità e
stica in quanto la mancanza di aerazione, favo- l’unicità dei reperti raccolti in fase di sopral-
rendo la proliferazione di muffe e batteri, con- luogo e sottoposti ad accertamenti tecnici. Si
tribuisce alla degradazione e alla contamina- deve quindi poter sempre documentare:
zione del reperto. In particolare è opportuno • chi è entrato in contatto con il reperto;
repertare il sangue aspirandolo con una sirin- • in che tempi;
ga sterile e introdurlo in una provetta chiusa • in quali circostanze;
ermeticamente, dopo averlo miscelato con un • quali eventuali modifiche siano state ap-
agente anticoagulante. Se il sanguinamento ha portate allo stesso.
interessato strati permeabili, come stoffe e in-
dumenti, è opportuno ritagliare la parte mac- Questa rapida e certamente non esaustiva di-
chiata o conservare il capo di vestiario per in- samina di alcune attività poste in essere dagli
tero. Nel caso risulti difficoltoso ritagliare sul operatori della scientifica sulla scena del cri-
tessuto la macchia è possibile imbibire dei pic- mine, non potendo né volendo aspirare alla
coli quadrati di stoffa bianca con soluzione fi- completezza manualistica, ha cercato di met-
siologica per strofinarli sulla macchia di san- tere a fuoco, anche dal punto di vista delle
gue in modo da asportarne la maggiore quan- vecchie e nuove problematiche, i principi
tità possibile. Se il sanguinamento interessa epistemologici e i concetti fondamentali che
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44 sezione i - sulla scena del crimine

Tab. 2.1 - Sulla scena del crimine.


Cosa fare Cosa non fare
Delimitare la scena del crimine utilizzando l’apposito Consentire l’accesso alla scena del crimine a persone non
nastro bicolore autorizzate
Cercare di individuare i possibili percorsi utilizzati dal Utilizzare gli stessi percorsi del responsabile del delitto
responsabile del delitto
Prendere nota direttamente dei luoghi in cui è stato Assumere notizie riportate da altri sullo stato dei luoghi
commesso il crimine
Prendere nota di eventuali cambiamenti causati dal proprio Trascurare di annotare cambiamenti o contaminazione
intervento o da altri (es. paramedici) della scena del delitto
Proteggere le tracce da avverse condizioni ambientali Permettere la dispersione o l’alterazione delle tracce da
parte degli eventi naturali
Effettuare tutte le operazioni burocratiche fuori dalla zona Compiere attività che possano alterare lo stato dei luoghi
delimitata (es. fumare o utilizzare il telefono della vittima)
Annotare la posizione delle tracce prima di spostarle Rimuovere tracce e repertarle senza aver compilato la
relativa documentazione
Repertare gli oggetti singolarmente in buste adeguate Repertare più oggetti nello stesso contenitore
dimensioni e composizione
Avere mente aperta su possibile valore di alcuni indizi Ignorare oggetti che sembrano fuori posto e di cui è
difficile spiegare la presenza
Essere consapevole di essere una possibile fonte di Compiere azioni e toccare gli oggetti in modo
contaminazione indiscriminato
Realizzare una completa documentazione fotografica dei Limitare la documentazione fotografica agli oggetti
luoghi direttamente e indirettamente collegati al delitto esclusivamente vicini alla scena del delitto e senza
utilizzando sempre la striscetta metrica. opportuni riferimenti dimensionali
Eseguire complete riprese video sui luoghi coinvolti Eseguire riprese video incomplete saltando da una scena
dall’evento effettuando movimenti lenti e fluidi all’altra, e registrare commenti personali e inopportuni

ispirano e regolano: ruoli, responsabilità e Donato F. (2006). Criminalistica e tecniche in-


coordinamento del personale incaricato, ai vestigative, Sesto Fiorentino.
vari livelli, di svolgere indagini sul luogo del Fisher B.A.J. (2004). Techniques of crime scene
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ne scientifica”, sono e saranno sempre tre le
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dell’operatore di polizia scientifica: la moti-
Roma.
vazione, la formazione e l’efficienza. L’equili- O’Connor J., McDermott I. (2003). Il pen-
brato, simmetrico sviluppo di questi tre fatto- siero Sistemico, Milano.
ri di valorizzazione professionale e umana, Paceri R., Montanaro S. (1991). La Polizia
sarà in grado di ridurre notevolmente l’inci- Scientifica, Roma.
denza di errori e imprecisioni in un’attività Pastena P. (2003). La scienza delle Tracce. L’i-
tanto delicata quanto complessa, che impone dentificazione scientifica dell’autore di un cri-
l’utilizzo sempre più fine di nuovi strumenti mine, Roma.
tecnici, culturali ma anche di comunicazione. Sidoti F. (2003). La cultura dell’investigazione,
Roma.
Sidoti F. (2006). L’investigazione e le scienze
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