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Archeologia e Calcolatori

29, 2018, 93-100

LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA SCIENTIFICA:


DOCUMENTAZIONE E DISSEMINAZIONE
NEI PROGETTI DI RICERCA DELL’ISMA

1.  La Legge 28 marzo 1991, n. 113 e la diffusione della cultura


scientifica
Nel 1991 venne approvata la Legge n. 113 che demandava al Ministero
dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica la promozione di una
serie di attività volte a favorire la diffusione della cultura scientifica nei suoi
molteplici aspetti e di contribuire alla tutela e alla valorizzazione del patri-
monio tecnico-scientifico di interesse storico conservato nel nostro Paese.
Giova qui riassumere in breve le principali attività previste dalla legge, come
modificata dalla più recente Legge n. 6 del 2000:
– riorganizzare e potenziare le istituzioni impegnate nella diffusione della
cultura scientifica;
– promuovere la ricognizione sistematica delle testimonianze storiche della
scienza e della tecnologia conservate nel Paese e delle risorse bibliografiche
e documentali;
– incentivare le attività di formazione e aggiornamento professionale richieste
per la gestione dei musei e dei centri da potenziare o da istituire;
– sviluppare la ricerca e la sperimentazione delle metodologie per un’efficace
didattica della scienza e della storia della scienza;
– promuovere la divulgazione scientifica e storico-scientifica, anche mediante
la realizzazione di iniziative espositive, convegni, realizzazioni editoriali e
multimediali.
Agli inizi degli anni Novanta l’iniziativa ebbe grande eco, anche in
concomitanza con l’organizzazione della Settimana della cultura scientifica e
tecnologica che vide lo sforzo congiunto del Ministero dell’università e della
ricerca scientifica e tecnologica, del Ministero della pubblica istruzione, del
Ministero per i beni culturali e ambientali e dell’Accademia Nazionale dei
Lincei, che ne aveva assunto il coordinamento organizzativo. Fu proprio l’Ac-
cademia dei Lincei a promuovere tre Giornate di studio, in occasione della
terza, della quinta e della sesta edizione, con interventi di studiosi del valore di
Giorgio Salvini, Rita Levi Montalcini, Carlo Bernardini, ma anche di specia-
listi delle discipline umanistiche (La diffusione della cultura scientifica 1994;
La diffusione della cultura scientifica 1996; La cooperazione europea 1997).
Molteplici anche i temi trattati, e tutti di rilevante attualità. La curiosità
di sapere, l’unità della cultura scientifica, che si estende oltre i confini tra le

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nazioni e tra le generazioni, la cooperazione europea, il ruolo sociale della


scienza, il binomio controllo di qualità e diffusione del sapere, l’uso di modelli
per affrontare la moderna sfida della complessità, il museo come ambiente
stimolante di ricerca.

2.  L’ISMA e la diffusione della cultura scientifica


Fin dagli inizi del nuovo millennio l’Istituto per l’Archeologia Etrusco-
Italica, poi confluito nell’Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico, compare
tra le istituzioni finanziate dal MIUR nell’ambito dei progetti intesi alla diffu-
sione della cultura scientifica. Questo è l’esito di un lungo cammino, avviato
nel 1984, quando Mauro Cristofani favorì la nascita di una nuova linea di
ricerca dal nome “Automatizzazione di corpora etruschi” (per una sintesi, cfr.
Moscati 2016; Fig. 1), che ancora oggi prosegue con il titolo “Archeologia
e società dell’informazione. Metodologie informatiche e modelli formali per
una conoscenza arricchita del patrimonio archeologico”.
Ma non è tanto l’arco temporale dedicato alla ricerca in questo settore
che ha consentito all’Istituto di stare al passo con i tempi e di affermarsi a
livello internazionale, grazie soprattutto alla rivista «Archeologia e Calco-
latori», quanto il continuo rinnovamento delle iniziative di ricerca, sempre
contraddistinte – nel solco della tradizione – da due principi:
– l’apporto dell’informatica alla ricerca archeologica si basa sulla formaliz-
zazione della documentazione e sulla sperimentazione, ma deve sempre avere
come obiettivo finale la ricostruzione storica;
– i risultati della ricerca pubblica devono tornare alla collettività, integrando
conoscenze specifiche con politiche di valorizzazione e di comunicazione.
Un altro aspetto che ha caratterizzato l’attività istituzionale, e che ha con-
tribuito a tracciare la via per la successiva adesione al movimento dell’accesso
aperto ai risultati della ricerca scientifica, è l’importanza rivolta ai linguaggi
formali (Moscati 2004). In effetti, tale aspetto non costituisce una novità per
questo settore di studi, dal momento che già negli anni Sessanta Jean-Claude
Gardin parlava di “métalangages” e di “métadonnées”, ma giova comunque
sottolinearlo anche agli esperti in tema di accesso aperto ai dati. L’informa-
tica archeologica, infatti, a tutt’oggi fatica a liberarsi da quella “sindrome
del neofita” che tende a tutti i costi a presentare approcci innovativi, anche
laddove essi posano sulle radici storiche di questa disciplina.
Programmare e promuovere la politica open access non significa solo
esporre i dati, ma comporta un serio lavoro di descrizione e mappatura del-
le risorse, di trascrizione in formato elettronico e di marcatura dei testi, di
annotazione semantica, di harvesting dei metadati, di adozione di specifici
protocolli di trasmissione. Proprio il nostro interesse verso le questioni legate

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La diffusione della cultura scientifica

Fig. 1 – La descrizione del progetto “Automatisation of Etruscan corpora” nel


Museo virtuale dell’informatica archeologica (Moscati 2016).

alla codifica e alla trasmissione del sapere scientifico ci ha consentito negli


anni di dialogare proficuamente con il settore del CNR dedicato all’ICT e
all’Information and Knowledge Management, oggi impegnato nel progetto
Digital Library Science & Technology, a cui partecipiamo attivamente.

3.  I progetti intesi alla diffusione della cultura scientifica


Tornando alla diffusione della cultura scientifica, tra i progetti dell’I-
stituto approvati e finanziati dal MIUR desidero ricordare in particolare tre
iniziative, premiate grazie al forte potenziale interdisciplinare:
– Informatica e archeologia: un’esposizione virtuale per ripercorrere la storia
dell’antica città sabina di Eretum e dei suoi “principi guerrieri”;
– 20 anni di «Archeologia e Calcolatori»;
– Il Museo virtuale dell’informatica archeologica.

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In questa sede mi soffermerò in particolare sul secondo e sul terzo pro-


getto, perché il primo ha un carattere più legato alla visualizzazione dei dati
archeologici e al restauro virtuale. Il progetto poi è già stato ampiamente
descritto nel primo Supplemento della rivista «Archeologia e Calcolatori»
dedicato a “Virtual Museums and Archaeology”, come esempio di ricon-
testualizzazione di oggetti dispersi in diversi musei del mondo in un unico
ambiente digitale (Emiliozzi, Moscati, Santoro 2007).
La ricorrenza dei vent’anni di pubblicazione della rivista è stata senz’altro
una tappa importante. L’anno era il 2009 e la rivista aveva già aderito all’O-
pen Archives Initiative da ben cinque anni. Adesione attenta e meditata, tanto
che le scelte fatte allora sono oggi ancora valide: Dublin Core per i metadati
descrittivi delle risorse, OAI-PMH come protocollo di rete per l’harvesting
dei dati, XML per la loro rappresentazione (Barchesi 2005; Caravale,
Piergrossi 2015). Inoltre, nel 2006, è stato subito avviato un accordo con
Biblioteca Centrale del CNR per il deposito legale e la consultazione in full-
text delle pubblicazioni in SOLAR, la neonata banca dati di pubblicazioni
scientifiche finalizzata a realizzare un archivio dei prodotti italiani della scien-
za e della ricerca. Di recente, infine, grazie ad una convenzione tra l’SMA e
l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) gli articoli della rivista sono
consultabili anche in CulturaItalia, il portale della cultura italiana.
Il progetto sul ventennale di «Archeologia e Calcolatori» si è articolato in
due principali direttive: la prima intesa a valorizzare il contenuto della rivista
direttamente nel sito web (http://www.archcalc.cnr.it/20thanniversary.htm) e
la seconda a pubblicare gli Atti del Convegno organizzato presso l’Accademia
Nazionale dei Lincei dal titolo “La nascita dell’informatica archeologica”
(Moscati 2009).
Nel primo caso, la scelta si è orientata verso gli Editoriali, le citazioni di
frasi di studiosi autorevoli e le analisi statistiche. Gli Editoriali, in tutto sette,
hanno aperto alcuni numeri della rivista con l’intento di illustrarne i principali
obiettivi, di evidenziare l’importanza della pubblicazione di Atti di convegni
internazionali, di segnalare la nascita dei Supplementi, di dare spazio alla voce
dei protagonisti della storia della nostra disciplina come nel 2009, quando
Jean-Claude Gardin ha voluto con la sua dedica aprire il ventesimo numero.
Le citazioni raccolgono, in frasi brevi e significative, il punto di vista
degli studiosi che hanno segnato la storia dell’informatica archeologica e che
hanno accompagnato il percorso della rivista come membri del Comitato
scientifico internazionale. Le citazioni sono anche l’occasione per leggere
il relativo articolo, pubblicato in quei primi numeri che non sono ancora
liberamente accessibili in rete. Tra questi vorrei citare in particolare, per
corrispondenza con il tema del presente contributo, l’articolo di Anne-Marie
Guimier-Sorbets del 1993 dal titolo “Ouvrir à un large public l’accès à une
information spécialisée” (Guimier-Sorbets 1993).

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La diffusione della cultura scientifica

Le statistiche, infine, riassumono le principali tendenze evolutive dell’in-


formatica archeologica, sulla base della nostra classificazione delle risorse che
prevede due distinti soggetti: uno per la tipologia informatica e l’altro per il
settore archeologico di riferimento. Da tali dati, e dal confronto con quelli
già pubblicati in occasione del decennale della rivista, sono emerse alcune
considerazioni sull’evoluzione della disciplina stessa (Moscati 2011).
La seconda parte del progetto è stata invece dedicata alla pubblicazione
degli Atti del Convegno linceo, durante il quale si era già presentato un proto-
tipo di sito web dedicato alla storia dell’informatica archeologica, insieme a sei
postazioni multimediali che ripercorrevano l’evoluzione di alcuni settori appli-
cativi. Oggi il progetto su “La storia dell’informatica archeologica” è realizzato
dal Centro Linceo Interdisciplinare “Beniamino Segre” e dal nostro Istituto,
in collaborazione con il MiBACT, il MIUR, che lo ha finanziato a più riprese,
e numerose istituzioni italiane e straniere. Il “Museo virtuale dell’informatica
archeologica” (http://archaeologicalcomputing.lincei.it/) con il suo sistema
di navigazione intende evidenziare gli aspetti storici, teorici e metodologici
della disciplina e offrire ai visitatori documenti e testimonianze che narrano
l’incontro tra scienze umane e scienze esatte, e in particolare tra archeologia e
metodi computazionali, già dagli anni Cinquanta del secolo scorso.

4.  Il “Museo virtuale dell’informatica archeologica”: tra


documentazione e disseminazione
Per descrivere brevemente il progetto (Moscati c.s.), vorrei soffermarmi
solo su alcuni punti che più di altri indicano l’impegno che abbiamo dedicato
all’informatizzazione dei dati archeologici e la coerenza con cui nel tempo
abbiamo inteso il concetto di diffusione della cultura scientifica in un ambito
di ricerca fortemente caratterizzato dall’interdisciplinarità.
4.1  L’architettura del progetto
La scelta del sistema di gestione dei contenuti si è orientata verso il CMS
Open Source Museo&Web, messo a punto dall’Osservatorio Tecnologico
per i Beni e le Attività Culturali del MiBACT per i musei di piccole o medie
dimensioni. È in corso anche la sperimentazione di un altro sistema per la
realizzazione di mostre virtuali online, MOVIO, promosso sempre dall’Os-
servatorio e destinato agli istituti culturali italiani che intendono valorizzare
soprattutto i beni meno noti o “invisibili”.
La struttura del sito è strettamente connessa alla navigazione secon-
do un’architettura gerarchica e prevede un’implementazione facilitata dei
metadati Dublin Core delle singole pagine e uno strumento che consente
il mapping con lo schema PICO, il profilo applicativo di CulturaItalia. In
generale, grazie alla sua replicabilità, questa architettura potrà divenire a

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Fig. 2 – Alcuni degli “highlights” segnalati nella homepage del Museo virtuale dell’informatica
archeologica.

livello internazionale un modello anche per altri settori d’indagine relativi


all’informatica umanistica.
4.2  La digitalizzazione e la consultazione delle risorse bibliografiche e
documentali
Per quanto concerne la digitalizzazione e la consultazione delle risorse,
le applicazioni dell’informatica alla ricerca documentaria risalgono alle sue
stesse origini, quando alla fine degli anni Cinquanta presso i Laboratori di
ISPRA, Jean-Claude Gardin collaborò con il Centre Européen de Traitement
de l’Information Scientifique dell’EURATOM. Del resto, la necessità di prov-
vedere alla diffusione dell’informazione scientifica con particolare riguardo al
mondo scientifico e al mondo imprenditoriale è anche alla base della nascita
del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Casolino 2010).
Così il Museo virtuale è diventato un ambiente non solo di narrazione
storica ma anche di acquisizione della conoscenza (Fig. 2): ad esempio, grazie a
un accordo con il Service des Archives de la Maison Archéologie et Ethnologie
René Ginouvès, sono stati digitalizzati e resi disponibili per la consultazione
online i documenti più antichi dell’Archivio di Jean Claude-Gardin. Del pari, è
oggi possibile consultare i Contributi del Centro Linceo interdisciplinare “Be-
niamino Segre” dedicati all’informatica archeologica e il materiale multimediale
prodotto nel corso dei convegni lincei, così come gli Atti del Convegno inter-
nazionale “Computing and Archaeology” da noi organizzato nel 1995. Altro
strumento di ricerca è il database della Bibliografia di Informatica Archeologica,

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La diffusione della cultura scientifica

che presenta più di 2700 titoli relativi al decennio 1990-2000, un periodo cru-
ciale per lo sviluppo metodologico e tecnico delle applicazioni informatiche.
La bibliografia, pubblicata nei primi dieci numeri della rivista «Archeologia e
Calcolatori», è stata poi sistematizzata e integrata (Caravale 2017).
4.3  I beneficiari
Infine, per quanto concerne i beneficiari, in piena rispondenza all’atten-
zione del MIUR per la promozione della cultura scientifica e all’interesse del
CNR e dell’Accademia dei Lincei per l’istruzione e la scuola, i beneficiari del
progetto sono gli utenti finali, sia studiosi sia docenti e studenti. In partico-
lare, gli itinerari culturali si sviluppano come approfondimenti multimediali
intesi a valorizzare le diverse modalità di diffusione del sapere scientifico. Essi
dedicano ampio spazio alla percezione uditiva e visiva, tramite la presenza di
file audio e video, che contengono interviste ai protagonisti delle applicazioni
informatiche all’archeologia, e la scelta di una grafica accattivante che pola-
rizza l’attenzione verso brevi interventi che prendono spunto da una vicenda,
un personaggio, un evento per ricostruire la storia di una disciplina.
Paola Moscati
CNR – Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico
paola.moscati@isma.cnr.it

BIBLIOGRAFIA

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in rete sulla base dell’OAI-PMH, «Archeologia e Calcolatori», 16, 225-241.
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P. Moscati

La diffusione della cultura scientifica. Giornata Lincea indetta in occasione della III Settimana
della Cultura Scientifica e Tecnologica (Roma 1993), Atti dei Convegni Lincei n. 108,
Roma 1994, Accademia Nazionale dei Lincei.
La diffusione della cultura scientifica. Giornata Lincea indetta in occasione della V Settimana
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Il Museo Virtuale dell’informatica archeologica. Una collaborazione tra l’Accademia
dei Lincei e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Atti della Segnatura (Roma 2017),
«Rendiconti dell’Accademia Nazionale dei Lincei» (in corso di stampa).

ABSTRACT

The article illustrates the main research lines promoted at a national level by Law n.
113/1991, as amended by Law 6/2000, for the dissemination of the scientific culture and the
active support and participation of the Accademia Nazionale dei Lincei. As part of this initiative,
the main CNR-ISMA projects approved and funded by Ministry of Education, University and
Research are then described, including, in particular, the two projects “20 years of Archeologia e
Calcolatori” and “The Virtual Museum of Archaeological Computing”. They both are intended
to offer open access resources for documenting and disseminating archaeological research data.

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