DELLE VETRINE
ANALISI DEI RISCHI
DELLA CONSERVAZIONE
La scienza delle vetrine
Il volume è stato realizzato con il contributo di:
Dipartimento
Scienze Umane e Sociali
Patrimonio Culturale
Istituto di Studi
sul Mediterraneo Antico
Progetto grafico
e impaginazione:
Dario e Paolo Accanti
per Goppion SpA
© CNR Edizioni
P.le Aldo Moro 7
00185 Roma
www.edizioni.cnr.it
© CNR Edizioni
Foto in copertina:
Museo Egizio
Torino, Italia.
Foto Archivio Goppion
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Indice
Prefazione 7
Riccardo Pozzo
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Prefazione
Riccardo Pozzo Così recita la descrizione del quinto sotto- nale, poiché è il trasferimento di conoscenze
CNR DSU progetto, «Museologia e museografia», del a rendere possibile l’innovazione, che è pro-
Dipartimento Progetto Finalizzato CNR per i Beni Cultura- duct driven, in quanto genera nuovi prodotti
di Scienze
li approvato dal CIPE il 28 giugno 1995 con e linee di produzione. L’innovazione è com-
Umane e Sociali,
Patrimonio un finanziamento di 115 miliardi di lire per il petenza dei consigli delle ricerche di tutto il
Culturale quinquennio 1996-2000. Non a caso, dunque, mondo, che sono assai diversi dalle università
il presente volume curato da Marco Realini e dalle accademie, che risalgono al Medio-
nasce nel quadro della collaborazione strate- evo e le accademie al Rinascimento. Le uni-
gica tra il CNR e la Laboratorio Museotecnico versità hanno come missione l’insegnamento
Goppion Spa, siglata dall’accordo di ricerca e i professori sono però liberi di insegnare e
congiunta del 14 ottobre 2013 per l’analisi dei fare ricerca su cosa piace loro di più; mentre
rischi connessi alla conservazione del patri- le accademie furono istituite dai re che vole-
monio in ambiente espositivo. Ogni contribu- vano che degli scienziati vivessero a corte
to dà conto dello stato dell’arte, nella convin- per avere risposte su questioni di loro, dei
zione che il corretto progetto di una vetrina re, interesse. I consigli delle ricerche, invece,
da museo debba partire dai dati scientifici furono istituiti attorno alla prima guerra mon-
che assicurano la conservazione del patri- diale per ottenere risultati di rilevanza strate-
monio stesso. gica per i loro paesi.
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La scienza delle vetrine
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Ad esempio, satelliti e tecniche topografiche, droni e 4
http://www.unesco.org/new/en/media-ser vices/sin-
sensori per la protezione del patrimonio in spazi ampi; gle-view/news/culture_is_the_identity_card_of_ones_pe-
distemi diagnostici avanzati; nano-materiali e nano-tecno- ople_declares_prime_minister_matteo_renzi_to_culture_
logie per la conservazione; 3D per l’aumento dell’accesso ministers_gathered_at_expo_milan_2015/#.V7AsG46tTr4.
cognitivo in contetsi storici e archeologici; metodologie e
protocolli per presentazioni 3D in contesti a rischio; mo- 5
http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-16-2075_
nitoraggio dell’interazione tra artefatti e contesti; sistemi it.htm.
espositivi avanzati: vetrine intelligenti.
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Prefazione
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http://www.iper ionch.eu/-/launching-e-r ihs-eu- ERIC assieme alle azioni Science with and for Society. La
ropean-research-infrastr uctur-for-her itage-scien- seconda, La mente umana e la sua complessità abbraccia
ce-a-new-way-of-approaching-heritage-science. Le sei SHARE ERIC e presenta competenze utili per la costruzio-
infrastrutture di ricerca del settore «Social and Cultural ne dello Human Technopole a Milano. La terza, Innovazio-
Innovation» sono competenza delle tre aree strategiche ne per la cultura, abbraccia CLARIN ERIC, DARIAH ERIC
del Dipartimento Scienze Umane e Sociali, Patrimonio e E-RIHS.
Culturale del CNR. La prima area strategica, Innovazione
nella società, abbraccia CESSDA ERIC, ESS ERIC, SHARE
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I musei fra conservazione
e comunicazione
Giovanni Pinna I due compiti fondamentali di ogni museo da fattori socio-culturali (pressione antropica
già Direttore sono garantire la conservazione del patrimo- dell’utenza, frequenza delle modificazioni in-
del Museo di Storia nio culturale e comunicare alla comunità il si- dette da pressioni politiche, ecc.). Poiché sia
Naturale di Milano
gnificato di tale patrimonio attraverso i mezzi i fattori fisici, sia quelli socio-culturali sono
e Presidente
dell'ICOM Italia di comunicazione a sua disposizione, primo diversi in aree geografiche e in situazioni
fra tutti l’esposizione al pubblico. culturali differenti, è chiaro che ogni museo
Tuttavia, considerate nell’ambito dell’istitu- deve studiare ed attuare il sistema di conser-
zione museale, conservazione e esposizione vazione e lo stile di esposizione che meglio
sono due azioni potenzialmente in contrasto si adattano alla sua situazione ambientale e
fra loro. Infatti la ricerca di una buona con- che permettono di coniugare al meglio que-
servazione del patrimonio che si richiede a ste due azioni. Ciò significa che ogni museo
un museo implica la limitazione dell’azione ha problemi di conservazione e di esposizio-
espositiva (sino all’optimum di conservazio- ne che gli sono propri e che può condividere
ne che si raggiungerebbe con la chiusura solo con musei che condividano anche, alme-
totale al pubblico), e viceversa un’ampia e no in parte, il suo ambiente naturale e socia-
completa esposizione al pubblico, che è alla le. Vale a dire che, nelle grandi linee, per il
base dell’azione culturale del museo, limita complesso dei musei non esistono standard
l’efficacia dell’azione conservativa. Il compito di valore universale per la conservazione e
principale della museologia e della museo- per l’esposizione.
grafia (cui le tecniche di conservazione fanno
parte) è perciò quello di coniugare conser- Il risultato di tutto ciò è che ogni museo è di-
vazione e esposizione in modo da ottenere la verso da ogni altro museo, e che ogni museo
massima tutela del patrimonio e garantire al deve trovare i propri modelli conservativi e
tempo stesso la massima fruizione pubblica espositivi. Ciò rende la progettazione dei
(ovvero la massima valorizzazione del patri- musei un’operazione complessa, che deve
monio per usare il termine ministeriale). essere affidata a strutture operative che co-
niughino competenze nel campo della con-
Nel museo la conservazione del patrimonio servazione preventiva e competenze nel set-
e la comunicazione del suo significato sono tore della comunicazione, e che soprattutto
quindi azioni che devono procedere paralle- siano consapevoli della necessità di tener
lamente; esse devono ambedue obbedire a conto non solo della natura del patrimonio da
condizioni che sono strettamente legate sia conservare ed esporre, ma anche della realtà
alla tipologia delle collezioni, sia all’ambien- naturale e sociale in cui il museo si colloca.
te naturale, culturale e sociale che circonda e
che esprime il museo.
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Vesunna, Site-musée
gallo-romain
Périgueux, Francia.
Foto Archivio Goppion
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I musei e i sistemi espositivi.
Dal processo creativo
all’innovazione tecnologica
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La scienza delle vetrine
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
Berlino diede la spinta per la configurazione maggiore attenzione da porre alla valorizza-
di un foro museale, il Museumsinsel. In questa zione delle opere. Durante tutto il Novecento
prospettiva nascono musei gemelli dedicati la sperimentazione legata a questi temi è svi-
all’arte e alla natura (Musei d’arte e storia na- luppata prevalentemente attraverso il lavoro
turale al Palais de Longchamp a Marsiglia e dei maestri.
sulla Marie-Theriesienplatz a Vienna), quar-
Le Corbusier,
Museo a crescita tieri museali monodisciplinari e pluridiscipli-
illimitata, senza luogo. nari (Museumsinsel a Berlino, South Kensin-
Foto © FLC/ADAGP gton a Londra e Mall di Washington).
Alla fine dell’Ottocento l’esperienza delle
esposizioni universali e l’avanzamento tecni-
co e tecnologico contribuiscono a determi-
nare il passaggio dai simbolismi settecente-
schi alle sperimentazioni costruttive: ampie
aule vetrate, grandi corti centrali, circondate
da ballatoi e gallerie aperte, mostrano le po-
tenzialità di nuovi materiali come la ghisa,
l’acciaio e il cemento armato. Ampie aule
basilicali con soffitto voltato, in ferro e vetro
celebrano i valori della contemporaneità e
del progresso, facendo riferimento alla tradi-
zione architettonica dei padiglioni, delle fie-
re e dei palazzi dell’industria. Nascono così Con intenti scientifici, didattici e documenta-
musei di storia naturale (University Museum ri, nel 1929 Le Corbusier progetta il Musée
a Oxford di Thomas Deane, Benjamin Wo- Mondial (Ginevra) destinato a far conoscere
odward e John Ruskin, 1855-1860, Galleria aspetti di vita naturale e antropica. Il museo
Zoologica al Jardin des Plantes di Parigi, di Ju- ha la configurazione di una sorta di enorme
les André, 1877-81), musei di arte industriale piramide Maya (larga 180 metri e alta 100
(Kunstgewerbe Museum a Berlino, di Martin metri circa) composta dallo sviluppo a spirale
Gropius e Heino Schmieden, 1877-81, o il quadrata di una galleria lunga due chilometri
Museo dell’artigianato e dell’industria a Bu- e mezzo, divisa in tre fasce parallele corri-
dapest, di Ödön Lechner, 1896), musei della spondenti ai tre percorsi tematici: le opere, i
tecnica (Royal Scottish Museum a Edimburgo, luoghi, i tempi della storia della terra. Alcuni
di Francis Forke, 1861-88). dei principi introdotti con il progetto prece-
dente vengono sviluppati, a partire dal 1930,
1.2. IL MUSEO DEL NOVECENTO nel Musée a croissance illimitée, un museo di
TRA MONUMENTO DELLA CITTÀ arte moderna per Parigi, sviluppato poi tra
E MACCHINA ESPOSITIVA il 1934 e il 1939, configurato a partire da un
Nella concezione di nuovi musei, la nascita modulo quadrato di 7 metri di lato, composto
della museologia e della museografia sposta da elementi ripetuti e ripetibili in coerenza
l’attenzione dalla caratterizzazione del pro- con i nuovi criteri della flessibilità e dell’am-
getto architettonico alle questioni legate ad pliabilità, in totale assenza di monumentalità.
una maggiore efficienza della struttura muse- Il volume è innalzato al di sopra di un piano
ale dal punto di vista della flessibilità, dell’il- terra di pilotis e il percorso museale soprae-
luminazione e in generale rispetto ad una levato si sviluppa all’interno di una struttura
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La scienza delle vetrine
priva di finestre, motivo per cui il museo vie- te diventa uno sfondo mutevole per le ope-
ne definito come privo di una vera e propria re esposte e la loro collocazione diventa un
facciata e illuminato dall’alto. Lo spazio inter- modo per disegnare lo spazio museale.
no, ampliabile per parti autonome, è flessibi-
Ludwig Mies van der Rohe,
le attraverso lo spostamento di pareti mobili Neue Nationalgalerie.
che annullano la classica concezione della Foto da Flickr, uso commerciale
consentito, Milestoned
galleria espositiva.
Le caratteristiche tipologiche, morfologiche
e funzionali di questi due progetti vengono
riprese nel Museo delle arti occidentali di
Tokyo (1954-59), unico museo realizzato da
Le Corbusier. Un volume unitario in cemento
si caratterizza esternamente per un ingresso
rialzato che gli conferisce una dimensione
urbana e lucernari in copertura con tagli nei
prospetti che portano una luce diffusa all’in-
terno degli ampi spazi interni. Percorsi, scale I temi approfonditi verranno realizzati nella
e ballatoi sono aperti e si affacciano su spazi Neue Nationalgalerie di Berlino, da lui proget-
di diversa ampiezza e altezza dove sono libe- tata e realizzata tra il 1965 e il 1968. In que-
ramente collocate le opere esposte. sto caso, il tema del museo consente anche
A New York, tra il 1943 e il 1959, Frank Lloyd una sperimentazione sul tema dell’edificio ad
Wright progetta e realizza il Solomon R. Gug- aula e spinge la tecnica verso soluzioni che
genheim Museum, un museo dal carattere consentano tale volontà progettuale.
fortemente urbano, che riprende la storica Sul tema del museo lavora negli stessi anni
spazialità museale della rotonda avvolgen- anche Alvar Aalto che, prima attraverso il
dola con rampe-ballatoio aperte sulla hall progetto per il museo di Tallin (1937), poi
centrale illuminata dall’alto come un mo- nella realizzazione del Kunsten Museo d’Arte
derno Pantheon. Al piano terra la rotonda Moderna di Aalborg in Danimarca (1958) e
assume le caratteristiche di una piazza ur- successivamente ancora attraverso il proget-
bana, mentre il marciapiede esterno sembra to per un museo d’arte a Bagdad nel 1958,
estendersi lungo i percorsi perimetrali. Le sviluppa un lavoro sul tema dello sfalsamen-
modalità espositive avvengono attraverso to di gallerie affiancate, comunicanti e dire-
una traslazione del concetto di galleria ver- zionate verso il nucleo centrale dell’edificio
so la tipologia della rampa aperta che ospita con ingresso e servizi. Questo dispositivo
le opere consentendo di poterle osservare tipologico consente di avere una configura-
anche dallo spazio centrale in maniera “pa- zione compiuta dell’allestimento per sezioni
noramica”. definite, ma interconnesse, con un percorso
Sul tema del museo, Ludwig Mies van der di visita libero ma allo stesso tempo orienta-
Rohe lavora negli stessi anni al progetto del to. L’edificio museale è configurato, dal punto
Museo per una piccola città (1942): un unico di vista volumetrico, attraverso volumi affian-
grande spazio definito dal piano di calpestio cati con differenti altezze che consentono
e dal piano della copertura e delimitato pe- l’ingresso della luce naturale attraverso gli
rimetralmente da pareti completamente ve- sfalsamenti di altezza e mediante particolari
trate che mettono lo spazio interno in diretto lucernari che accolgono e diffondono la luce
contatto con l’esterno. Il paesaggio circostan- proveniente da tagli nella copertura.
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
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La scienza delle vetrine
ne degli elementi del museo classico con spazio di ingresso al piano terra. Tra gli altri,
gallerie che formano un corpo a U e rotonda un museo che lavora su obiettivi simili è l’Hi-
centrale, utilizzando un vocabolario moder- gh Museum of Art di Richard Meier (Atlanta,
no. L’edificio è percorribile trasversalmen- Georgia 1980-1983).
te con la possibilità di connettere due zone
distinte della città poste a quote differenti e Architetture simbolo
di entrare in maniera integrata all’interno del Attraverso la realizzazione di alcuni musei
sistema dei percorsi urbani pubblici. si è dato vita ad alcune delle figure-simbolo
delle possibilità espressive della costruzio-
James Stirling,
ne architettonica a cavallo del XXI secolo, gli
Neue Staatsgalerie,
edifici-macchina o gli edifici-icona. Con la Stoccarda.
costruzione del Beaubourg, il Centro Geor-
ge Pompidou (1977), Renzo Piano e Richard
Rogers realizzano un edificio, un parallele-
pipedo di dieci piani, il cui involucro corri-
sponde esattamente con il sistema struttu-
rale, distributivo, tecnologico e impiantistico
che consente il funzionamento del museo. La
superficie esterna, totalmente trasparente e
innervata da tubi e canali, mette in contatto le
differenti funzioni ospitate all’interno dell’edi-
ficio con lo spazio pubblico della piazza limi-
Il Bonnenfanten Museum di Aldo Rossi (1992- trofa rispetto alla quale fa da quinta scenica,
95) è impostato su un impianto planimetrico apparendo come lo scheletro di un enorme
a pettine aperto verso il fiume che lambisce traliccio teatrale.
Maastricht e culminante in un landmark a Una serie di volumi interconnessi caratteriz-
torre. Tra i corpi architettonici si creano am- za il Museo Guggenheim di Bilbao, aperto al
pie piazze aperte mentre gli spazi interni pubblico nel 1997. L’edificio scolpito di Frank
sono articolati intorno a scale dal carattere Gehry presenta una massa imponente, ca-
monumentale, illuminate con luce naturale ratterizzata esternamente da superfici orga-
dall’alto che distribuiscono gallerie e sale niche inclinate e rivestite in titanio, elementi
sovrapposte. che rendono l’edificio un’architettura imme-
Sugli stessi temi, Mario Botta lavora a Rove- diatamente riconoscibile per la sua immagi-
reto (2002) con il Museo di Arte moderna e ne decostruttivista in riva al fiume, tanto da di-
contemporanea di Trento e Rovereto (MART). ventare una vera e propria attrazione turistica
L’edificio si colloca ai piedi delle Alpi in con- della città. Internamente l’edificio si sviluppa
tinuità con la cortina preesistente e con la su tre piani aperti sullo spazio dell’atrio che
consistenza materica degli edifici limitrofi, ospitano diciannove gallerie connesse tra
realizzando un edificio al quale si accede loro attraverso passerelle curvilinee sospese,
da una piazza pubblica circolare coperta scale e ascensori.
da una cupola in acciaio e vetro, con un pic- Una grande sperimentazione sulle poten-
colo specchio d’acqua centrale. L’edificio, zialità espressive del cemento rappresenta
lambito da un giardino di sculture, presen- invece il MAXXI, il Museo nazionale delle Arti
ta sale interne che si sviluppano intorno a del XXI secolo di Roma progettato da Zaha
collegamenti verticali centrali e aperti sullo Hadid nel 2009. Una dinamica stratificazione
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
Frank Gehry,
Museo Guggenheim
di Bilbao.
Foto dell’autrice
di volumi aperti l’uno nell’altro caratterizza pato secondo due filoni principali: uno sulla
lo spazio interno in cui gli spazi concavi e massima integrazione nel paesaggio, con
convessi delle gallerie fluide sono collega- un’architettura prevalentemente ipogea che
ti da flessuose scale autoportanti in metallo presenta pochi elementi visibili in superficie
nero. I morbidi volumi architettonici diventa- e un altro che, pur riprendendone la morfo-
no all’esterno corpi sinuosi in cemento fac- logia del suolo e l’andamento orografico, si
ciavista autocompattante che si avvolgono inserisce come un nuovo “elemento segnale”
l’uno sull’altro. nel paesaggio. Su questo ultimo tema lavora
Altri musei, solo per citarne alcuni, che svi- Alvaro Siza a Porto Alegre in Brasile, attraver-
luppano questi temi sono la Kunsthaus di so la realizzazione dell’edificio della Fonda-
Peter Cook e Colin Fournier (Graz, Austria zione Iberé Camargo (2006): una densa mas-
2003), la VitraHaus di Herzog e De Meuron sa in cemento bianco inserita tra i pendii di
(Weil am Rhein, Germania 2010), il Museo un promontorio diventa il nuovo elemento di
del Domani di Santiago Calatrava (Rio de Ja- riferimento dell’intero porto. Il blocco muse-
neiro 2015), il Musèe des Confluences di Co- ale si sviluppa a partire da un corpo centra-
op-Himmelblau (Lione, Francia 2014). le di circolazione a L che si affianca al corpo
centrale costituito da gallerie sovrapposte,
Landmark nel paesaggio con un andamento ondulato verso il fiume. La
e architetture-suolo massa architettonica, prevalentemente sprov-
In questo stesso periodo alcuni edifici muse- vista di aperture verso il paesaggio, possie-
ali si confrontano con una profonda volontà di de solo piccole aperture che dall’esterno si
integrazione nel paesaggio che li circonda. ampliano verso l’interno, creando piccoli can-
Il carattere delle sperimentazioni si è svilup- nocchiali visivi di connessione.
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La scienza delle vetrine
A Kansas City, Steven Holl sceglie questo Un ulteriore esperimento su questo tema è
tema per sviluppare il progetto di amplia- quello sviluppato da Bernard Tschumi con il
mento del Nelson-Atkins Museum of Art Museo dell’acropoli di Atene (2009), un edi-
(2007) con un edificio che mescola architet- ficio articolato intorno alla composizione di
tura, arte e paesaggio attraverso la configu- tre volumi a sviluppo prevalentemente oriz-
razione di cinque volumi in vetro traslucido zontale, uno di base a contatto con gli scavi
che emergono dal suolo, mentre al di sopra archeologici rinvenuti all’ingresso, un volume
delle coperture si trova il giardino delle scul- centrale e infine uno superiore che si orien-
ture. L’ampliamento si relaziona con la pree- ta in maniera parallela al Partenone. Questo
sistenza attraverso una piazza di ingresso e volume è completamente vetrato e consente
i nuovi componenti, collocati ad un margine continui rimandi visivi con la vicina Acropoli
del lotto, sono collegati tra di loro attraver- di cui custodisce i materiali archeologici.
so un piano ipogeo dal quale si dipartono Altri progetti di edifici museali lavorano sul
i percorsi distributivi. Steven Holl lavora a tema dell’integrazione con il paesaggio cir-
questo tema, con risultati completamente di- costante, ma attraverso un’ottica differente,
versi anche nella costruzione del Museum of più orientata all’inserimento silente nel con-
Art and Architecture, (Nanjing, Cina 2009) e testo, senza volontà di protagonismo. È il caso
del Knut Hamsun Center (Hamarey, Norvegia del Centro Paul Klee di Renzo Piano a Berna
2009). in Svizzera (2005), che si pone come parte
Bernard Tschumi,
Museo dell’acropoli
di Atene.
Foto dell’autrice
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
Herzog & De Meuron, integrante delle colline circostanti fondendosi alla complessità di
Tate Modern, Londra. con il paesaggio naturale della campagna. Il un edificio museale
Foto D. Alston
suo tetto curvo fatto di travi in acciaio salda- si aggiungono quel-
te, si delinea con un profilo ondulato simile le legate al confron-
a quello di tre collinette, attraversabili con un to con strutture esi-
percorso tra le “onde” e che si inserisce in stenti l’intervento di
maniera integrata nella conformazione topo- Herzog & De Meu-
grafica dell’area. ron per la riconver-
All’interno del paesaggio dell’isola giappo- sione della centrale
nese di Naoshima si inserisce il progetto di elettrica londinese
Tadao Ando per il Chichu Art Museum (Ka- dismessa dal 2000
gawa, Giappone 2004). I bordi di una conca- è sicuramente un
tenazione di volumi triangolari e rettangolari esempio di succes-
emergono leggermente dal suolo in penden- so. Gli architetti la-
za di uno dei fianchi dell’isola a suggerire la vorano al recupero
presenza di un’architettura. L’edificio musea- dell’edificio realiz-
le si compone di un’ala-galleria e un’ala-in- zando la Tate Mo-
gresso completamente ipogee per rispettare dern (Londra, 2012),
lo scenario circostante verso il mare. il museo di arte mo-
Gli architetti Nieto & Sobejano lavorano ad derna più visitato
un edificio ipogeo nel Museo interattivo della al mondo. Rispettano fortemente il carattere
storia, un museo-parco nel centro storico di industriale dell’edificio: esternamente l’inter-
Lugo in Spagna (2011). Dal sottosuolo emer- vento è visibile solo per la presenza di una
gono cilindri metallici che indicano la presen- fascia orizzontale in vetro traslucido in cor-
za di un’architettura al piano sottostante dove rispondenza del coronamento dell’edificio.
si distribuiscono gli spazi museali. Attraverso All’interno lo spazio ad aula di quella che era
i cilindri si articolano i percorsi di connessio- la “navata industriale” viene lasciato intatto,
ne alto-basso, passa la luce negli spazi infe- ma ad esso si affiancano le gallerie innestate
riori e viene caratterizzato lo spazio aperto lateralmente. Nel giugno 2016 è stato inaugu-
del parco. rato un nuovo elemento al museo: uno spazio
Su questi temi hanno lavorato: lo Studio Odile a torre che duplica in chiave completamente
Decq nel Fangshan Tangshan National Geo- rivisitata la ciminiera della ex centrale elettri-
park Museum (Nanjing, Jiangsu, Cina 2014), ca per ospitare gallerie e nuovi spazi di ag-
Mosbach Paysagistes, Kazuyo Sejima + Ryue gregazione.
Nishizawa / SANAA, Studio Adrien Gardère Il progetto di Rafael Moneo per l’ampliamen-
nel Musée du Louvre, a Lens in Francia (2012). to del Museo Prado di Madrid (2007) rispetta
l’edificio originale, i suoi dintorni e le pecu-
Interventi sull’esistente liarità degli edifici adiacenti, la Chiesa dei
L’ampliamento di musei antichi e la riconver- Jeronimos e l’Academia Española. L’amplia-
sione di edifici con funzione precedente di- mento collega il museo ad un nuovo edificio e
versa da quella museale rappresentano altri al chiostro della chiesa restaurato, attraverso
due ampi filoni di indagine con i quali si è una connessione ipogea sulla cui copertura
confrontata l’evoluzione della tipologia muse- viene ricavato un nuovo giardino che con-
ale negli ultimi anni. tribuisce a migliorare anche la qualità dello
In questo specifico ambito progettuale dove spazio urbano circostante. All’interno, la su-
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La scienza delle vetrine
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
Rijkmuseum logia proposta da Michael Brawne gli allesti- prestigio e il valore, nel dopoguerra prevale
Amsterdam, Paesi Bassi. menti espositivi sono concettualmente vicini la volontà evocativa e comunicativa, con l’im-
Foto Archivio Goppion
alla scenografica teatrale, e in questo con- pegno a rendere pienamente comprensibili
fronto il teatro rappresenta il museo, la parte gli oggetti esposti e gli allestimenti diventano
stabile e solida, il contenitore fisico dove le racconti capaci di emozionare e coinvolgere
esperienze accadono, dove le idee comuni- emotivamente il visitatore, utilizzando stru-
cative si concretizzano. menti presi dalla scenografia teatrale e cine-
Da quando il museo si è trasformato da tem- matografica.
pio aulico e sacrale, frequentato quasi esclu-
sivamente da esperti e studiosi, a luogo 2.1. LA STAGIONE DEI GRANDI
aperto al grande pubblico, le mostre e gli al- MAESTRI DEL SECONDO
lestimenti espositivi hanno cambiato linguag- NOVECENTO IN ITALIA
gio per diventare elementi di forte attrazione. Il progetto degli allestimenti, l’exhibit design,
Se l’allestimento prima della guerra era stret- con sistemi di vetrine e pannelli, apparati di il-
tamente connesso al concetto del museo-col- luminazione e comunicazione è stato il banco
lezione, e quindi era un’attività volta ad esal- di prova riconosciuto dell’architettura moder-
tare la preziosità degli oggetti dotandoli di na italiana, segnando la stagione dei grandi
una cornice sfarzosa che ne sottolineava il maestri di questa particolare disciplina in cui
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La scienza delle vetrine
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
quasi da qualunque parte del castello e rife- antico e nuovo e della conservazione della leg-
rimento per l’intero percorso museale. gibilità dell’architettura dell’edificio. Il doppio
A Palermo Carlo Scarpa lavora all’interno percorso museale era composto da un primo
delle sale del quattrocentesco Palazzo Abatel- tratto all’interno delle grandi sale e un secon-
lis, un palazzo patrizio che diventò sede di un do suddiviso tra i magazzini del piano inter-
monastero nel 1527 subendo numerose mo- medio e quelli del sottotetto, completamente
difiche. Successivamente ai bombardamenti ripensati in una nuova veste di gallerie secon-
e dopo i lavori di restauro, anche in seguito darie. In questi spazi, i quadri non erano mai
alla mostra del 1953 dedicata ad Antonello da addossati alle pareti dell’edificio, ma appesi o
Messina, la sistemazione dell’edificio come su piantane tubolari in ferro fissate su rocchi
museo fu affidata a Carlo Scarpa. Qui il lavoro di colonne antiche, o su tondini che scorreva-
dell’architetto si concentrò, dal punto di vista no all’interno di guide fissate a ridosso delle
dei nuovi inserimenti architettonici, nella re- volte. Una soluzione particolare fu quella re-
alizzazione di due scale, una esterna e una alizzata per la sistemazione del gruppo mar-
interna, per razionalizzare il percorso di vi- moreo di Giovanni Pisano che fu posizionato
sita alla mostra. Dal punto di vista allestitivo su un supporto metallico mobile e girevole a
l’architetto realizzò inconsuete collocazioni, piacimento da parte del visitatore, il quale in
nuove prospettive di lettura e sfondi mutevoli questo modo veniva maggiormente coinvolto
per opere che sembrarono liberate dai tradi- nell’esposizione. Inoltre la base era fissata in
zionali canoni di lettura museografica. maniera asimmetrica, così come suggerito dal
All’ampliamento del Museo Canova, Carlo soggetto della scultura, al di sopra di un sup-
Scarpa iniziò a lavorare nel 1957, successiva- porto telescopico con pompa idraulica. Albini
mente ai lavori di restauro, per porre rimedio schermò le finestre con veneziane a lamelle di
ai danni provocati dai bombardamenti bellici. alluminio grigio in modo da ottenere una luce
L’allestimento previde che le pareti, che face- bianca diffusa che veniva integrata con tubi
vano da sfondo ai gessi, fossero bianche e di- fluorescenti che disegnavano linee luminose
segnate attraverso precisi tagli, in corrispon- all’interno delle sale con un’altezza proporzio-
denza di spigoli e variazioni di altezza, per nata alla dimensione delle opere esposte.
consentire l’ingresso della luce naturale, pro- Negli stessi anni Franco Albini lavora anche
tagonista degli spazi, a valorizzare le sculture. all’allestimento di Palazzo Rosso, sempre a
Franco Albini lavorò prevalentemente a Ge- Genova. Questo edificio seicentesco fu og-
nova, realizzando tre opere principali nel getto di continue manomissioni fino a quelle
campo dell’esposizione museale: due allesti- inflitte dai bombardamenti, successivamente
menti in edifici preesistenti e un vero e pro- alle quali si decise di intervenire sull’edificio
prio museo. recuperandone la configurazione architetto-
Intorno al 1950 lavorò su Palazzo Bianco a Ge- nica e decorativa originaria.
nova, un edificio di origine cinquecentesca a Gli spazi dell’architettura barocca dell’edifi-
destinazione museale dal 1889, rimaneggiato cio vengono ripristinati attraverso l’elimina-
più volte fino alla sua quasi totale ricostru- zione di vecchi tramezzi innalzati a chiusura
zione, nella sua immagine settecentesca, in di porticati e logge e la sostituzione con ve-
conseguenza ai danni causati dai bombarda- trate, mentre viene costruita una grande scala
menti bellici. ottagonale sostenuta da tiranti metallici come
In questa occasione, l’allestimento curato da simbolo della sua poetica architettonica. Nel-
Franco Albini creò un doppio percorso muse- le sale dedicate al museo, le opere, selezio-
ale, sviluppando il tema dell’accostamento tra nate e riordinate, furono esposte prevalen-
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La scienza delle vetrine
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
determina una fluidità dello spazio, una ot- la seconda guerra mondiale gli ambienti non
timizzazione degli spazi senza alterare la erano più sufficienti ad accogliere i reperti,
volumetria complessiva che richiama quella disposti per di più in maniera impropria. Tra
preesistente. I tre livelli interni sono flessibili il 1950 e il 1960 Franco Minissi realizzò una
e intercomunicanti, suddivisi in aree per la serie di interventi concatenati tra loro, met-
scultura al primo livello, pittura al secondo, tendo in atto una operazione di razionalizza-
disegni, documenti e oggettistica al terzo. Il zione e ampliamento dei percorsi espositivi,
tema dell’illuminazione viene affrontato attra- in termini di continuità tematica e funzionale,
verso differenti declinazioni, in particolare al soprattutto attraverso l’aggiunta di un piano
piano terra, l’ampia vetrata consente l’ingres- intermedio alle ali moderne della villa, e poi
so di luce diretta e naturale che, arrivando con l’apertura di lucernari e nuove finestre,
radente alle sculture, ne valorizza la valenza per il miglioramento dell’illuminazione. L’ar-
plastica. chitetto ripensò la sistemazione dei materia-
Architetto italiano di rilievo nell’ambito dell’al- li espositivi, sia in termini scientifici che per
lestimento museale e del progetto di musei è l’estetica e la funzionalità espositiva. Eliminò
Franco Minissi. Oltre ai suoi numerosi inter- ogni elemento di disturbo alla visione degli
venti di conservazione e valorizzazione di siti oggetti esposti, intervenendo sugli ambienti
archeologici, tra le sue realizzazioni più note e sulla collocazione degli oggetti in termini
spiccano: l’allestimento di Villa Giulia a Roma, di forma, colore, illuminazione e arredamen-
Franco Minissi, del Museo Archeologico di Gela a Caltanis- to, aggiungendo tutto il materiale didattico
Museo Archeologico
setta e del Museo Archeologico di Agrigento. necessario. Ripensò l’allestimento in termini
di Gela.
Foto da B.A. Vivio, Franco La villa cinquecentesca di papa Giulio III, di omogeneità complessiva progettando ve-
Minissi. Musei e restauri: smembrata e restaurata più volte, diventò trine a muro, a parapetto e a isola facendo
la trasparenza come valore.
Gangemi Editore, Roma 2010 sede museale a partire dal 1889. Alla fine del- uso di cristalli portanti per non interrompere
la continuità complessiva dello spazio. Il tema
della smaterializzazione è evidente nella col-
locazione del sarcofago degli sposi di Cer-
veteri all’interno di una vetrina minimale e
“trasparente”, che diventa un punto di riferi-
mento, focale, rispetto allo sviluppo comples-
sivo del percorso di visita.
Franco Minissi lavorò poi al Museo Archeolo-
gico di Gela tra il 1955 e il 1980, con interven-
ti di restauro e ampliamento dell’antiquarium
preesistente, attraverso la riconfigurazione
del suo allestimento interno. L’ampliamento
avvenne mediante l’innesto di un piano in-
termedio con vetrine perimetrali incassate a
parete.
I nuovi vani che ospitavano le vetrine furono
resi visibili all’esterno attraverso l’elaborazio-
ne di una facciata modulare che mostrava la
sequenza delle vetrine, connesse con il ritmo
dei pilastrini a sostegno del corpo aggiun-
to, moderando così la retorica monumentale
27
La scienza delle vetrine
dell’edificio. Franco Minissi elaborò una strin- autenticità. All’interno del processo di crea-
gente organizzazione in sezioni tematiche, zione, sono state prese in considerazione le
ognuna strutturata attraverso l’uso di vetrine necessità di integrazione con le componen-
di forme e dimensioni adattate alla qualità ti dell’illuminazione in un’ottica integrata, e
dello spazio, alla funzionalità della macchina quelle della migliore configurazione atta ad
espositiva e alle caratteristiche dell’oggetto esporre elementi in maniera ottimale rispet-
esposto. to alle caratteristiche ergonomiche-fisiologi-
co-percettive dell’osservatore.
2.2. IL DESIGN DELLE VETRINE. In particolare i ragionamenti di Franco Minissi
EVOLUZIONE DI UN SISTEMA sulla minima invasività, sulla corrispondenza
ESPOSITIVO tra elementi di supporto ed elementi struttura-
“L’invenzione formale di una vetrina protet- li, sulla possibilità di portare un’illuminazione
tiva di esposizione, la definizione della di- naturale all’interno della vetrina, lo portano a
stanza visuale da un’opera, l’invenzione di sperimentare la nuove soluzioni, che rappre-
un supporto espositivo di appoggio o di so- sentano anche un elemento di esposizione in
stegno, l’individuazione, la collocazione e la cui sinteticamente viene riassunto tutto il con-
qualità delle sorgenti luminose e le infinite cept tematico dell’intero allestimento.
altre soluzioni tecniche e formali per soddi- Altre esperienze si sviluppano negli anni
sfare le varie particolari esigenze espositive più recenti come nella mostra Mito e Natura.
delle raccolte museali sono generalmente e Dalla Grecia a Pompei, allestita da Francesco
teoricamente gli strumenti dell’allestimento. Venezia in alcune sale di Palazzo Reale a Mi-
Strumenti che vanno spesso, come nel nostro lano in occasione di Expo 2015 nella quale
caso, relazionati e integrati dalla esigenza di l’autore propone viste insolite e percorsi che
valorizzare e sottolineare i valori propri della puntano ad una visione non consueta delle
sede storica preesistente che ospita le rac- opere. “L’insieme di finestre di dimensioni e
colte museali”. Franco Minissi sintetizza effi- forme differenti, ma tutte molto profonde, con
cacemente i molteplici aspetti connessi alla una forte strombatura che vuole simulare un
progettazione di una vetrina, il contenitore muro che contiene le opere d’arte, è come
espositivo museale per eccellenza, la finestra già è stato detto, una critica ai grandi musei
tematica che fa da interfaccia a contenuti, che dell’Ottocento dove le opere sono messe una
deve contemperare gli aspetti di controllo dei accanto all’altra, rendendo impossibile con-
parametri tecnici per la conservazione e la centrarsi su una senza essere distratti dall’al-
protezione degli oggetti, ma dove è anche tra. Francesco Venezia, non solo ci obbliga a
possibile misurare le dinamiche trasforma- guardare una per volta le opere esposte, ma
tive del concetto di comunicazione culturale addirittura ci obbliga a cercarle con gli oc-
e interazione attraverso l’evoluzione del suo chi, avvicinandoci alle grandi finestre, perché
design. sono quasi sempre disposte eccentricamen-
Abbiamo illustrato le prime esperienze di de- te rispetto all’apertura del vano” (Monestiroli
sign progettate da architetti italiani che hanno A., 2016).
operato nel secondo Novecento, con inter- Un altro esperimento interessante si trova nel
venti museali nei quali la configurazione della Dipartimento di Arti Islamiche di Mario Bellini
vetrina corrisponde con la creazione di un e Rudy Ricciotti, con il progetto museografico
oggetto dal design unico che non mira tanto a e di allestimento di Mario Bellini e Renaud
soddisfare criteri di flessibilità o modularità, Pierard, inaugurato a settembre del 2012 nel-
quanto a rapportarsi a valori di originalità e la Cour Visconti del Louvre, a Parigi. L’intero
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
padiglione può essere considerato come una 2.3. LA VETRINA: DALLA PROTEZIONE
grande vetrina fuori-scala perimetrata da la- ALLA CONSERVAZIONE
stre di vetro extra chiaro a forte spessore con Un aspetto fondamentale, di carattere tecnico,
giunti invisibili la quale contiene a sua volta, riguarda il passaggio storico fondamentale
all’interno di uno spazio senza suddivisioni nel quale la vetrina da semplice contenitore
interne, 60 vetrine in cristallo di varie dimen- protettivo diventa un dispositivo che consente
sioni dove sono collocati a rotazione dai 3 ai 4 la corretta conservazione degli oggetti espo-
mila oggetti della collezione dell’arte islami- sti. Anche in questo caso l’aspetto interessan-
ca del Louvre. Tutta la circolazione interna al te sta nel connubio tra le esigenze tematiche
padiglione è legata al posizionamento delle e di design e quelle tecniche della conserva-
vetrine che combinano engineering design zione e della manutenzione.
ed exhibition design, in una “sintesi felice di Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
robustezza, tenuta e assoluta trasparenza”. nell’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scienti-
Sempre in Francia l’Atelier Jean Nouvelle rea- fici e sugli standard di funzionamento e svilup-
lizza un grande padiglione con pareti vetrate po dei musei si esprime molto chiaramente a
per il sito-museo gallo romano di Periguex. tal riguardo nell’articolo 3, Ambito VI “Conte-
Al suo interno, le vetrine formano un tutt’uno nitori espositivi (vetrine, climabox e simili)”,
con le finiture dei percorsi espositivi, attraver- specificando come: “le vetrine non debbano
so “vetrine a tavolo con campana in cristallo essere più intese come semplici contenitori
Lorenzo Piqueras, apribile a sollevamento”, un dispositivo con – magari valorizzati da un design di qualità –
vetrina per Monna Lisa
martinetti telescopici idraulici messo a punto ma siano invece concepite come vere e pro-
2004. Museée du Louvre,
Salle des Etats, Parigi. dalla Goppion SpA per risolvere il problema prie opere o presidi che, realizzate a comple-
Foto Archivio Goppion della ridotta altezza della base. tamento della manutenzione o del restauro di
un manufatto, facciano parte a pieno titolo
dell’intero processo conservativo”.
La ricerca scientifica e le innovazioni tecno-
logiche hanno permesso un grande avanza-
mento delle prestazioni tecniche, estetiche
e conservative delle vetrine. Gli architetti
Guicciardini e Magni progettano un’enorme
vetrina monolitica per la porta del Paradiso
nel Museo dell’Opera del Duomo di Firenze
(2012), dotata di sofisticati sistemi tecnologi-
ci: una illuminazione lineare con lenti ellittiche
per la riduzione delle ombre proiettate sul
fondale, un dispositivo di tenuta per la stabi-
lizzazione dell’umidità relativa, l’avanzamen-
to elettrico per consentire la manutenzione e
la regolazione della posizione dell’elemento
esposto in relazione al sistema illuminotecni-
co, e un meccanismo esterno alle vetrine per
il controllo delle condizioni interne.
Dimensioni ancora superiori presenta la stan-
za vetrata di 70 m2 per l’esposizione del tap-
peto di Ardabil, capolavoro dell’artigianato
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La scienza delle vetrine
iraniano conservato a Londra nel Victoria and installazioni temporanee più recenti tendono
Albert Museum, esposto orizzontalmente a alla smaterializzazione del contenitore, della
livello del pavimento in modo tale che i visita- vetrina, puntano alla realizzazione di eventi
tori “possano godere di un’ottima visuale e i dinamici, organici, in luoghi non più soltanto
curatori effettuare agevolmente le operazioni destinati alla raccolta e all’esposizione, ma
di manutenzione”. dove creare sorpresa, riflessione, esperienza
Una soluzione che ha messo in campo sistemi cognitiva e sensoriale. Il progetto La stanza
di ingegnerizzazione molto avanzati è quello del vuoto di Parisotto + Formenton architet-
realizzato per la vetrina della “Monna Lisa”, ti, ad esempio, propone un ribaltamento tra
dove venivano richieste elevatissime presta- oggetto esposto e visitatore: il visitatore è
zioni, tra le quali la sicurezza, il controllo igro- chiamato all’interno dello spazio definito dal-
metrico e la perfezione percettiva. la stanza-vetrina priva di chiusure orizzontali,
Altro aspetto di cruciale importanza per con pareti esterne specchianti, struttura in ac-
la conservazione delle opere è quello del ciaio e ledwall interni che trasmettono conte-
controllo delle vibrazioni meccaniche, che, nuti video.
insieme a quello della semplicità di apertu- Nell’ambito di queste nuove modalità di rac-
ra e controllo degli sbalzi di umidità, è stato conto aperto, interattivo e coinvolgente, Studio
sviluppato nel progetto per l’esposizione e Azzuro ha messo in campo la sua formazione
la conservazione del Reliquiario di Ugolino ed esperienza artistica a favore dell’esposi-
di Vieri nel Duomo di Orvieto (1994-1995) zione museale, sperimentato i dispositivi più
con la messa a punto di “uno speciale siste- aggiornati e le procedure più insolite, utiliz-
ma contro le vibrazioni, in particolare quelle zando il linguaggio delle nuove tecnologie e
sismiche, costituito da una zavorra oscillante degli audiovisivi. La videoinstallazione Voices
per mezzo di molle, che assorbe l’energia progettata nel 2014 con Domus e collocata al
impressa alla struttura”. centro del Chiostro del Conservatorio G. Verdi
a Milano, compone, attraverso una variegata
2.4. LA VETRINA COME STRUMENTO moltitudine di frammenti e di racconti orali, una
DI COMUNICAZIONE mappa della città disegnata, immaginata e vis-
In linea con le tendenze della rivoluzione suta nel presente e in rapporto alle personali
digitale la vetrina, come teca espositiva, as- chiavi interpretative del visitatore o spettatore.
sume conformazioni sempre più aperte a
contenere al suo interno elementi di differen- 3. IL MUSEO DEL FUTURO
te consistenza, sia materiali che immateriali, Appare chiaro che oggi gli interventi di rin-
ricostruzioni tridimensionali, dati grafici, di- novamento museale sono connessi con nuo-
spositivi multimediali e contenuti video. vi piani di comunicazione e di allestimento,
Possono essere definite nuove forme di ve- spesso su strutture esistenti, e si avvalgono
trine, dal carattere interattivo i touch walls, i sempre più di linguaggi multimediali, adot-
touch tables, i touch desks, i totem multime- tando strumentazioni e tecnologie innovative.
diali e gli holoboxes. Estesi ad intere superfici Dimenticata la schematica sequenza di vetri-
architettoniche possono prendere la forma di ne e pannelli l’esposizione contemporanea
video walls e video floors. Queste tipologie di si avvale di scenografie complesse, spazi di
diaframmi vetrati, schermi proiettanti, oltre a ispirazione teatrale che utilizzano effetti spe-
diffondere contenuti, interagiscono con il vi- ciali attraverso i quali la presentazione degli
sitatore che è chiamato a svolgere un ruolo oggetti diventa dinamica, interattiva, interlo-
attivo nella scelta dei contenuti. Allestimenti o quisce con il visitatore che assume un ruolo
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
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La scienza delle vetrine
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
oggi l’organizzazione di quasi tutti i musei” pronta virtuale: oltre a sale allestite in modo
(Peressut L. Basso, 2015). tradizionale, il museo offre spazi di forte im-
Lo spazio museale è sempre di più ambien- patto comunicativo. L’ambiente più evocativo
te scenografico e comunicativo. Le strategie del museo è una galleria multimediale dedi-
di coinvolgimento attivo del visitatore si ba- cata alla storia dei canali artificiali che riforni-
sano su dispositivi immersivi, personalizzati, rono Bologna dell’acqua necessaria alle sue
sensoriali e touch, che lo hanno portano ad attività produttive, ed in particolare, a partire
essere protagonista. Si parla di realtà virtua- dal XIII secolo, alle molte seterie sorte nel
le immersiva, con la quale riprodurre am- cuore stesso della città. La forma di questo
bienti, architetture, città e situazioni esistenti spazio richiama quella di un canale voltato,
o esistite in natura, ma anche immaginazioni l’impatto visivo è reso ancora più forte dalla
di mondi fantastici, fantasiosi, mitologici con tessitura geometrica luminescente applica-
l’obiettivo di creare conoscenza attraverso ta alle pareti. Un video interattivo, proiettato
esperienze sensoriali. Linguaggi differenti si a pavimento, reagisce ai movimenti del vi-
integrano, trovano nel mondo delle tecnolo- sitatore evocando la presenza di un corso
gie di ultima generazione uno strumento utile d’acqua, mentre le pareti si rivelano essere
per comunicare contenuti in maniera preci- in realtà degli specchi sui quali alcuni video
sa, rapida e coinvolgente. Le nuove tecnolo- descrivono la storia dei canali bolognesi. Tra
gie possono connettere musei spazialmente le sperimentazioni di questo tipo di successo
lontani, ricostruire la globalità di un’opera a l’intervento di valorizzazione delle Domus ro-
partire da frammenti, scoprirne il colore ori- mane di Palazzo Valentini a Roma (2010) cura-
ginario, collocare geograficamente i reperti to da Piero Angela, Paco Lanciano e Gaetano
nel loro contesto di origine, anche in ambienti Capasso, dove il visitatore vede “rinascere”
tridimensionali. strutture murarie, ambienti, peristili, cucine,
L’allestimento per lo Chopin Muzeum di Var- terme, decorazioni e arredi, testimonianze
savia (Polonia, 2010) di Ico Migliore e Mara del passato narrate attraverso ricostruzioni
Servetto, contenente la più grande collezione virtuali, effetti grafici e filmati e il Museo Ar-
“Chopiniana” al mondo con oltre 5.000 pezzi cheologico Virtuale di Ercolano, MAV (Napoli,
sull’opera e la vita del grande compositore, 2008), uno dei primi musei archeologici che,
è stato concepito per creare diversi emotio- con ricostruzioni scenografiche, interfacce
nal landscapes che catturano l’attenzione e la visuali e ologrammi restituisce al visitatore
curiosità del visitatore, per superare il primo aspetti della quotidianità nell’antichità.
livello possibile di interpretazione dei conte- Nell’Imperial War Museum di Londra (2014)
nuti attraverso la stimolazione di tutti i sensi. di Foster + Partners è chiara la volontà degli
La leggerezza del sistema espositivo collo- autori di mediare il rapporto tra fisicità e vir-
cato all’interno dell’Ostrogski Castle, un com- tualità, il racconto museale intreccia oggetti
plesso storico edificato nel 1600, disegna una grandi e piccoli con i contenuti multimediali,
compresenza di differenti percorsi tematici e le narrazioni audio di racconti personali sono
interagisce con un sistema aperto di appro- accompagnati da oggetti fisici per creare un
fondimento, di zoom dei contenuti esposti impatto complessivo realistico, non solo attra-
che invitano a “toccare”, ad interagire con i verso l’utilizzo dei dispositivi tecnologici.
sistemi espositivi.
Il progetto di Mario Bellini per l’allestimento 3.3. MUSEI E PAESAGGI CULTURALI
del Museo della Storia di Bologna a Palazzo Quando l’arte esce dal museo, lo spazio urba-
Pepoli (2012) è basato su una importante im- no rappresenta una delle declinazioni del co-
33
La scienza delle vetrine
siddetto paesaggio culturale, interessato, nella richiamato almeno il lavoro di Alberto Burri
sua totalità, da questo processo di diffusione per il Cretto di Gibellina vecchia, realizzato
dell’arte in spazi eterogenei. Si tratta di una in Italia tra il 1984 e il 1989, e le continue spe-
fase molto attuale del processo di evoluzione rimentazioni di Christo, fino all’ultima instal-
del museo, testimoniata anche dall’attenzione lazione realizzata nel 2016 sul Lago d’Iseo);
riposta su questo tema all’interno della 24a - progetti di valorizzazione del patrimonio
Conferenza Generale dell’ICOM, Internatio- culturale e del territorio: realizzati attraverso
nal Council of Museums, tenutasi nel 2016 a itinerari, visite guidate, passeggiate, ciclo-per-
Milano e che ha avuto come tema centrale corsi, attività educative, mostre, conferenze,
“Musei e paesaggi culturali”. In questo senso pubblicazioni, festival, sagre, veglie, rievoca-
nel 2014 ICOM Italia, Il Comitato Nazionale zioni storiche, eventi (https://icom-musei-pae-
Italiano aveva avviato un censimento dei mu- saggiculturali.cineca.it/musei-e-paesaggi-cul-
sei che si sono occupati e si occupano attiva- turali-2015/#museiculturali).
mente di paesaggio o che hanno promosso e Tra questo tipo di iniziative il PAV Parco Arte
promuovono attività legate al paesaggio cultu- Vivente di Torino (2008), il PAC Porto di Arte
rale. Il censimento ha individuato: Contemporanea di Acciaroli (2015) e il pro-
- musei e centri d’interpretazione del pae- getto Tracce in luce, un lavoro di valorizzazio-
saggio: in cui la conoscenza, la documenta- ne della Rocca del Vignola a Modena (2015).
zione e l’interpretazione del paesaggio costi-
tuiscono la missione stessa del museo; 3.4. MUSEUM AFTER MUSEUM
- musei diffusi, musei del territorio e della Le straordinarie potenzialità offerte oggi dalle
città, ecomusei: la cui attività è prevalente- tecnologie informatiche, a partire dalla multi-
mente dedicata al patrimonio diffuso e inclu- medialità, dalle digitalizzazioni e ricostruzio-
de la conoscenza e l’interpretazione del pa- ni 3D, applicazioni per smartphones, compu-
esaggio; ter graphics, fino alle più recenti tecnologie di
- musei naturalistici: che affiancano stabil- rilevazione del movimento per l’interazione
mente l’interpretazione delle loro collezioni fra uomo e computer, quali Leap Motion, Ocu-
con attività nel territorio o sul campo; lusRift, realtà aumentata su Multi Device, Na-
- musei e parchi archeologici: che costitu- tural Interaction, sono strumenti straordinari
iscono in sé stessi un paesaggio o in cui il per accelerare la diffusione della conoscen-
rapporto fra museo e siti di provenienza dei za e per veicolare i contenuti culturali, e che
reperti dà luogo a percorsi espositivi a cielo hanno ancora una volta profondamente cam-
aperto; biato il modo di comunicare del museo. Con
- case-museo: che sono proposte come pun- l’avvento dell’era digitale l’influenza delle
to di partenza per percorsi artistici, letterari, tecnologie informatiche nel settore dei beni
musicali, legati alla figura protagonista della culturali ha prodotto una trasformazione dei
casa-museo; modelli e metodi di trasmissione del sapere.
- mostre o allestimenti sul paesaggio: in cui Per esempio grazie alle tecnologie digitali
è messa in evidenza la relazione fra le opere la figurazione e la percezione del passato è
esposte (dipinti e/o fotografie) nel museo e i cambiata radicalmente, l’interattività ci per-
paesaggi che in esse sono raffigurati; mette di percorrere spazi antichi che non esi-
- forme di Land Art: dove l’arte contempo- stono più o che non sono agibili e soprattutto
ranea è esposta a cielo aperto o costituita da mettono in atto un sistema di apprendimento
opere site-specific prodotte con l’obiettivo di molto potente che ha a che fare con la perce-
creare nuovi paesaggi (in questo senso, va zione, con i nostri stimoli sensoriali e con l’a-
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
zione, rispetto a quelli più tradizionali e meno queste influiranno direttamente sulle compo-
efficaci come l’astrattismo di parole e simboli. nenti sociali ed economiche della società, in
Quello del museo oggi è principalmente un contesto di profonde mutazioni, sovverti-
un tema urbano e il problema che si pone mento dei concetti di arte e scienza e quarta
è quello di un ambiente non solo costrui- rivoluzione industriale.
to, ma immateriale dentro e fuori gli spazi Dai vari tavoli di lavoro sono emersi scenari
del contenitore architettonico. L’espressione che delineano nuove frontiere di ricerca en-
“funzione espositiva” si allarga così dal suo tro le quali si sperimenteranno nuove forme
ruolo fisico e propone una evoluzione verso di comunicazione per consentire a differenti
un “sistema integrato di comunicazione”. Una visitatori di accedere ad ogni tipo di museo.
forma di sradicamento che porta ad abitare Nuove interfacce tecnologiche saranno dedi-
virtualmente nella rete digitale e allo stesso cate all’uso dei gesti nella realtà aumentata
tempo vivere la dimensione pluridimensio- in un sistema culturale nel quale lo storytel-
nale di spazi complessi. Una modalità che nel ling, le neuroscienze e l’intelligenza artifi-
museo era già stata ideata nel secolo scorso. ciale potranno espandere l’immaginazione
E gli esempi non mancano se negli anni Set- degli utenti per vivere sollecitazioni non solo
tanta Richard Rogers e Renzo Piano avevano percettive, ma anche fisiche. E l’innovazione
progettato per il Centre Pompidou uno scher- tecnologica influirà in futuro sulla stessa con-
mo interconnesso alla facciata dell’edificio e figurazione architettonica dei musei, i quali
alcuni solai mobili, per mutamenti espositivi popolati di spazi sensibili diverranno piat-
e per spazi eventi, che poi non vennero re- taforme creative capaci di stimolare la par-
alizzati. Sul tema degli allestimenti cambia il tecipazione, l’educazione e l’interazione tra
rapporto tra esposizione, museo e utenti, an- l’opera d’arte e il visitatore che così diventa
che con l’avvento del digitale e del virtuale protagonista.
e si apre una ricerca su come si pongono gli E già si affacciano tendenze, nuove opportu-
allestimenti fisici, le teche, i contenitori nei nità di carriera e possibilità di business so-
confronti del mondo nuovo dei fruitori del stenibili che riguarderanno l’innovazione nel
terzo millennio. Le mostre sono presentazioni saper fare da parte degli artigiani del digita-
complesse che trasmettono concetti, ogget- le, i Fab Makers, i quali lavoreranno in quelli
ti in esposizione, e coinvolgono i sensi dei che saranno dei veri e propri Lab-Museums.
visitatori. Con la complessità della diversità La conferenza esplora così il complesso del-
del loro pubblico, i musei devono rivolgersi a le nuove prospettive grazie alle quali “viene
differenti livelli di apprendimento, rispondere aperta la scena ad un museo universale, un
alle questioni di equità culturali e di genere, e database condiviso e open data di opere
offrire più livelli di informazioni. Obiettivi che d’arte, in cui le collezioni vengono riordinate
se perseguiti correttamente rendono le espo- e presentate rispondendo ai bisogni dell’u-
sizioni e le mostre più comprensibili e diver- tente, sia su postazioni fisse che mobile, sia
tenti, certamente maggiormente connesse con l’uso di strumenti tecnologici che mixano
alla vita dei visitatori. la realtà aumentata e virtuale. Tecnologie olo-
Nel giugno 2016 la Fondazione Torino Musei, grafiche permetteranno di esplorare le opere
in collaborazione con la Singularity University del museo nelle loro stratificazioni storiche e
Ginevra, ha organizzato una conferenza dedi- di significato.”
cata all’analisi degli scenari esistenti e alla vi- Prendono sviluppo i vari tipi di tecnologie
sione sul futuro di ciò che, nei prossimi dieci mobili utilizzate nei musei, e si esplorano
anni, accadrà alle esperienze museali e come alcune delle nuove applicazioni ora possibi-
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La scienza delle vetrine
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I musei e i sistemi espositivi. Dal processo creativo all’innovazione tecnologica
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The Shrine of the Book
Gerusalemme, Israele.
Foto Archivio Goppion
40
I materiali artistici
nelle vetrine museali
1
La masonite è un materiale, usato anche come supporto 2
La colla di coniglio è un materiale proteico prodotto
per dipinti e costituito da fibre di legno trattate con vapore bollendo la pelle di coniglio in acqua e raccogliendo la
e pressate. frazione idrosolubile in piccole perle (dopo essiccazione).
41
La scienza delle vetrine
42
I materiali artistici nelle vetrine museali
Nei paragrafi che seguono verranno trattate ne è sempre più interessato in profondità. Per
le classi di materiali più diffuse nelle produ- alcuni metalli al contrario questo processo si
zioni artistiche partendo dai materiali che si arresta dopo una fase iniziale ed i prodotti di
incontrano più frequentemente e proponen- corrosione stessi proteggono il metallo sotto-
do infine materiali più rari e curiosi. stante. In questo caso si parla di passivazione.
Se, al contrario, la corrosione prosegue si ha
1. METALLI E LEGHE METALLICHE: come conseguenza il peggioramento delle
METALLI PREZIOSI; BRONZI E OTTONI; caratteristiche meccaniche o delle proprietà
PELTRI; IL FERRO E LE SUE LEGHE fisiche del materiale inizialmente coinvolto.
I metalli sono utilizzati normalmente in forma Sebbene il termine corrosione sia spesso as-
di lega; anche l’oro, metallo nobile per ec- sociato ai metalli, anche molte altre tipologie
cellenza e quindi non soggetto a corrosione, di materiali possono esserne coinvolti, con
viene in genere utilizzato in lega con rame o meccanismi chimici differenti.
argento dal momento che in forma pura non
possiede sufficienti proprietà meccaniche. I manufatti metallici che sono soggetti alla
Fanno eccezione alcuni manufatti archeologi- corrosione da ossidazione possono esse-
ci, soprattutto di produzione indiana. re realizzati in bronzo, ottone, piombo, ferro,
Il più importante problema di conservazione ghisa, acciaio e argento. I casi conservativi
dei metalli di cui tenere conto è la corrosione; possono essere particolarmente critici con
questo processo indica una lenta e continua oggetti di provenienza archeologica, per i
consumazione naturale ed irreversibile di un quali il processo di degrado ha prodotto un
materiale. La corrosione è un fenomeno di indebolimento meccanico e spesso la corro-
natura elettrochimica che determina una in- sione comporta la perdita di molta parte del
terazione chimico-fisica del materiale metal- materiale allo stato metallico.
lico con l’ambiente che lo circonda; essa può Tutti i materiali che costituiscono una vetrina
essere definita come un processo di degrado museale o che, a scopi di conservazione, en-
per il quale gli elementi metallici si combina- trano in contatto con la superficie metallica
no con sostanze presenti nell’ambiente (ossi- non devono innescare meccanismi che por-
geno ed acqua): i prodotti di corrosione sono tano ad un ambiente acido. Da questo punto
più stabili energeticamente nelle condizioni di vista le patine di corrosione ed i prodotti
ambientali di conservazione date, per cui di neoformazione, tenderanno a trattenere ul-
i metalli tendono a trasformarsi in una delle teriore particolato atmosferico che a sua vol-
forme più stabili presenti in natura, usualmen- ta, e a causa di comportamenti igroscopici,
te quelle di ossido, di ossido idrato, di idrossi- potrebbe innalzare il contenuto di umidità a
do, di carbonato o di solfato. Viene quindi in- contatto con la superficie, modificando local-
dotta la formazione di prodotti di corrosione mente le condizioni di pH.
che si accrescono sulla superficie del metallo Questa rapida rassegna inizia da oro ed ar-
dando origine a patine di spessore variabile gento che sono stati utilizzati nel corso della
da qualche decina di micron a qualche milli- storia delle arti per vasellame, medaglie e
metro. Le patine di corrosione si distinguono monete, gioielli. Si ricordano a titolo di esem-
dal metallo sottostante sia per colore che per pio le collezioni del Museo Archeologico
consistenza. Tipiche sono le patine rosso-a- di Napoli che conserva i ritrovamenti di Er-
rancio nel caso di leghe ferrose o quelle verdi colano, Pompei e Boscoreale, il Victoria and
su bronzi. Se questo processo prosegue nel Albert Museum di Londra con eccezionali
tempo con andamento canceroso, il metallo collezioni di argenti inglesi, il Museo de Oro
43
La scienza delle vetrine
di Lima con quanto rimane delle produzioni e alle pratiche delle tecniche di fonderia; la
Incas e il Museo fiorentino che proprio dagli lavorabilità è invece relativa alle operazioni
argenti prende il nome, pur conservando una successive alla formazione del getto, qua-
ricca collezioni di molti altri manufatti prezio- li possono essere martellatura, cesellatura,
si. Moltissimi sono poi i tesori delle Cattedrali stampatura e trafilatura. Il piombo è aggiun-
in Europa, fondati in molti casi nel medioevo. to in pochi punti percentuali (dall’1 al 5%) e
L’oro è il metallo nobile per eccellenza ed migliora sia le proprietà di colabilità della
ha affascinato l’uomo fin dalla preistoria per lega fusa, che quelle di lavorabilità. Infatti il
il suo colore e per la sua lucentezza metal- piombo, essendo insolubile nella matrice, ri-
lica, che permane nel tempo a causa della mane confinato ai bordi dei grani e riempie
sua inattaccabilità. Ciò è ben visibile anche le cavità interdendritiche; ciò è molto impor-
in ritrovamenti naturali di oro nativo, come le tante nelle tecniche scultoree, quando la lega
pepite. È possibile trovare anche l’argento fusa viene colata in forme al fine di ottenere
in forma nativa; anch’esso è considerato un un prodotto finito senza difetti grossolani. An-
metallo nobile, ma mostra una evidente sen- che lo zinco è un importante elemento nel-
sibilità soprattutto in presenza di composti la composizione dei bronzi. Possono essere
solforati e di tracce di acido solfidrico, per cui poi presenti numerosi altri elementi (fosforo,
si riveste di una sottile patina scura di solfuro manganese, alluminio, silicio, nichel, berillio,
di argento; il processo di corrosione avviene etc.) per la produzioni di bronzi con speciali
con basse cinetiche; al contrario l’argento è caratteristiche, dove per esempio si punta ad
stabile in aria pura. aumentare la durezza del materiale.
Il bronzo ha dato il nome ad una intera era. I bronzi arsenicali furono prodotti soprattutto
Trattando di materiali artistici, i manufatti di dalle antiche civiltà iraniane, a contatto con
bronzo costituiscono la parte più importan- giacimenti dove l’arsenico è presente come
te per diffusione e numero; il bronzo è infatti impurezza nei minerali di rame, mentre i
uno dei materiali per eccellenza della statua- bronzi al fosforo (con tenori molto bassi infe-
ria di grandi e piccole dimensioni. Al Museo riori all’1%) furono spesso preferiti all’ottone
del Bargello di Firenze è celebre la collezione per le produzioni di strumenti musicali.
dei bronzetti rinascimentali. Molto interessan- Speciali tecniche di finitura sono emerse gra-
ti sono anche diverse collezioni di vasi rituali dualmente nel corso della storia delle tecni-
prodotti dalle antiche dinastie cinesi e oggi che artistiche con un periodo florido nella
conservate in numerose collezioni nel paese Francia del XIX secolo dove speciali tratta-
d’origine e negli Stati Uniti. menti con prodotti chimici furono in grado di
Il bronzo può essere costituito da una lega bi- produrre patine artificiali di varia colorazione:
naria (rame e stagno) oppure ternaria dove la tavolozza varia da verdi pallidi, a varie tona-
è aggiunto il piombo. Il rame è di solito pre- lità dal bruno cioccolato, al bruno/nerastro. Il
sente in tenori compresi tra il 70 e il 90%. La grande scultore francese Auguste Rodin spe-
lega viene arricchita con stagno fino all’8-9%, rimentò tecniche innovative di patinatura e i
al fine di conferire buone caratteristiche mec- suoi manufatti si possono ammirare nei musei
caniche e resistenza ai processi di corrosio- a lui dedicati a Parigi e a Philadelphia.
ne; bronzi con maggiori tenori di stagno rag- L’ottone è una lega di rame e zinco utilizzata
giungono livelli di durezza, per cui possono per produrre manufatti sia nelle produzioni
essere lavorati solo per fusione. La colabilità artistiche che industriali. Per brevità si ricor-
è una proprietà con la quale si designa l’atti- dano qui soltanto gli strumenti musicali che
tudine di una lega a rispondere alle esigenze da questo materiale prendono il nome.
44
I materiali artistici nelle vetrine museali
Il peltro è una lega molto malleabile dal bas- usare il ferro e le sue leghe, abbiano sfrutta-
so punto di fusione (anche sotto i 250 °C in to minerali contenuti nei meteoriti. Purtroppo
funzione degli elementi addizionati). È com- molta parte delle produzioni più antiche non
posta principalmente da stagno (tenore attor- si è conservata a causa della facilità di cor-
no al 90%), con l’addizione di altri elementi rosione di questo tipo di leghe. Sono celebri
quali rame, bismuto e antimonio, piombo e le produzioni ittite e sumere introdotte dal III
argento; questi ultimi due elementi erano pre- millennio a.C. Il materiale veniva usato per
senti soprattutto nelle leghe prodotte in antico oggetti di piccole dimensioni e soprattutto
e sono oggi non più utilizzati. In particolare il per punte di frecce o di lance.
piombo poteva essere presente in percentua- La storia del ferro si intreccia fin da subito con
li importanti fino al 10/15%, ma si è smesso di quella delle sue leghe più comuni che sono
utilizzarlo a causa della sua tossicità. Il peltro, appunto la ghisa e l’acciaio. L’acciaio è co-
di colore grigio caratteristico, è stato utiliz- nosciuto fin dall’antichità e veniva prodotto in
zato soprattutto nei paesi del nord Europa e crogioli di piccole dimensioni. Sono noti alcu-
in Inghilterra dove le miniere di stagno della ni frammenti rinvenuti in siti anatolici e databili
Cornovaglia furono sfruttate fin dalle epoche a circa il 1800 a.C.; la civiltà cinese fu in grado
più antiche. Veniva utilizzato soprattutto per di sfruttare il processo della tempra già alcu-
vasellame da tavola: gli oggetti si produceva- ni secoli prima dell’era Cristiana; è però con
no colando la lega all’interno di stampi di altri gli Arabi nei secoli dell’alto medioevo, che si
metalli più resistenti meccanicamente, come arriva a produzioni estremamente raffinate
ferro ed ottone. La lavorazione avveniva poi a con l’acciaio che prende il nome dalla città
freddo per martellatura. Esistono produzioni di Damasco, di straordinarie proprietà molto
artigianali anche al giorno d’oggi. Si segnala apprezzate dai fabbricanti di armi bianche,
l’importante utilizzo dello stagno nelle canne come la capacità di mantenimento del filo.
di organo. Lo stagno resiste piuttosto bene Possiamo considerare che i processi di pro-
all’umidità, ma è sensibile alla presenza di duzione di acciaio in occidente, subiscano un
acidi e di basi. Comunque le leghe di peltro impulso di innovazione e miglioramento nel
non si ossidano facilmente e tendono a man- XVII secolo, che porteranno attraverso la ri-
tenere nel tempo le caratteristiche cromati- voluzione industriale ed il metodo cosiddetto
che e tessiturali. Bessemer (dal nome del suo inventore), al
Il termine ferro è utilizzato per indicare una materiale come oggi lo conosciamo.
classe di materiali, che sono in realtà leghe a Per quanto concerne le ghise si distinguono
base di ferro con caratteristiche di resisten- le produzioni in ghisa di prima e di seconda
za meccanica e chimica non molto elevate: fusione. La ghisa di prima fusione, ancora im-
vengono anche detti acciai dolci. Si tratta del pura, contiene dal 4 al 5% di carbonio ed è
metallo più utilizzato nella storia dell’umanità utilizzata come intermedio nella lavorazione
ed oggi le leghe di ferro costituiscono circa il di ghisa di seconda fusione e di acciaio. La
95% della produzione di metalli nel mondo, ghisa propriamente detta (ghisa di secon-
delineando il profilo di economie molto svi- da fusione) possiede un minore contenuto
luppate. Gli elementi che possono entrare in di carbonio (tra il 2 e il 3,5%) e basso con-
lega con il ferro sono molti tra i quali il man- tenuto di impurezze. Il materiale purificato
ganese, il cromo, il vanadio, il nichel, il molib- fino a questi livelli possiede migliori qualità
deno, etc. Il più importante è però il carbonio, reologiche, molto importanti dal momento
con il quale il ferro forma le note leghe ghisa che certi manufatti possono essere prodotti
ed acciaio. Si presume che i primi tentativi di colando la lega fusa all’interno di stampi. In
45
La scienza delle vetrine
questo modo, usando leghe con buone pro- come supporto oro, argento o rame. Se inve-
prietà reologiche, era possibile ottenere det- ce, all’interno di incisioni, si applica una mi-
tagli decorativi ed un modellato complesso: scela costituita in genere da altri metalli e da
la ghisa è un materiale duro e fragile e pos- additivi che in cottura producono una colora-
siede punto di fusione tra 1150 °C e 1200 °C. zione nera e lucida la tecnica prende il nome
Gli acciai hanno contenuto di carbonio va- di niello. Se infine nel solco delle incisioni vie-
riabile nell’intervallo tra 0.1 e 1.6%. Con la ne battuto un filo di metallo a contrasto di co-
crescita del tenore di carbonio si passa dagli lore si ottengono manufatti decorati secondo
acciai dolci ai semiduri ed ai duri. Gli acciai la tecnica dell’agemina. Per tutti questi mate-
vengono lavorati in prevalenza per forgiatu- riali la costanza della temperatura è un dato
ra. L’acciaio è stato usato nella produzioni di essenziale dal momento che i diversi mate-
armi ed armature, ma anche di forzieri, cofa- riali strettamente a contatto tra di loro hanno
netti ed utensili di vario genere. Per quanto coefficienti di dilatazione termica diversa. Si
concerne le armi sono particolarmente im- possono quindi facilmente verificare distac-
portanti le collezioni nazionali di Madrid e di chi e cadute.
Vienna (Kunsthistorisches Museum) e quella Armature nella Sala 14
dell’Armeria Reale di Torino. del Castello Sforzesco
Il materiale è anche molto apprezzato da di Milano.
Foto © Comune di Milano
scultori contemporanei per la particolare ca- Tutti i diritti riservati
pacità di modificare nel tempo le caratteristi-
che cromatiche e tessiturali. Esistono musei
specializzati del ferro battuto ad Acqui Terme
(Alessandria) e a Feltre (Belluno), luoghi che
hanno visto l’attività di abili artigiani.
Manufatti in piombo sono piuttosto rari, ma
non ne mancano esempi. Il piombo presenta
il vantaggio di una buona lavorabilità e può
essere facilmente ridotto in lastre che poi
possono essere lavorate a martello, e assem-
blate per costituire vari manufatti. In genere 2. MATERIALI LIGNEI
può presentare dei composti di corrosione Il tessuto legnoso degli alberi è formato da
bianchi, di composizione variabile in funzio- cellule che si differenziano per funzioni. La
ne dell’ambiente conservativo, ma costituiti parete della cellula è costituita da cellulosa e
soprattutto da anglesite (solfato di piombo). lignina. Il legno fresco è formato indicativa-
Le tecniche decorative utilizzate sui manufatti mente da cellulosa (45%), emicellulosa (30%),
metallici sono state molteplici nel corso dei lignina (circa 20%); il contenuto in estrattivi è
secoli. Il metallo è stato lavorato con diver- molto variabile e maggiore nelle conifere (cir-
se lavorazioni meccaniche (sbalzo, battitura, ca 5%). Inoltre il legno è un materiale idrofilo,
incisione). La decorazione a smalto prevede come la cellulosa che lo costituisce. Le cellule
di applicare una pasta vetrosa all’interno di possiedono una sagoma allungata e nel loro
alveoli o di incavi ricavati nella massa del insieme formano fibre orientate lungo l’asse
metallo e di sottoporre poi a cottura in muffo- del fusto. Questa microstruttura è adatta a
la il manufatto, in modo da fondere il vetro e conferire proprietà di resistenza meccanica
farlo aderire alle pareti del metallo. In gene- al legno, che funge da elemento di sostegno
re si tratta di manufatti preziosi che utilizzano per la pianta. La struttura delle cellule soprav-
46
I materiali artistici nelle vetrine museali
vive anche dopo l’abbattimento della pianta e che hanno un raggio di curvatura differente
crea un insieme poroso, con buone proprietà sulle due facce parallele della tavola. Questa
di elasticità. Il materiale ligneo è caratteriz- asimmetria rende il taglio tangenziale molto
zato da una struttura costituita dagli anelli di più sensibile alle variazioni termo-igrometri-
accrescimento annui, ben visibili se si opera che. La sua anisotropia rende conto del fatto
un taglio secondo una sezione trasversale ri- che le tavole di legno tenderanno ad assor-
spetto all’asse. Oltre a questo in genere il le- bire umidità dall’ambiente in modo diverso
gno possiede una serie di irregolarità nella in funzione del taglio che le ha prodotte, e si
struttura come cavità interne, nodi e soluzioni dilateranno di conseguenza con coefficienti
di continuità. Le dimensioni degli elementi diversi. Dopo la stagionatura, la capacità dei
lignei che vengono utilizzati hanno come li- materiali lignei di dilatarsi in funzione della
mite massimo quelle del tronco da cui pro- umidità relativa dell’ambiente che li circonda,
viene il materiale. Per questo motivo il legno rimane la stessa indipendentemente dall’età
è in genere tagliato in assi che vengono poi del manufatto. Il legno ha svolto un ruolo
assemblate a formare manufatti di maggiori molto importante nelle vicende umane fin dai
dimensioni. Le venature del legno così come tempi più antichi, e territori diversi hanno for-
i difetti possono essere apprezzati e costituire nito legni differenti. La costruzione degli stru-
una texture o un pattern decorativo. Questo menti più vari, di armi e di elementi di arredo,
avviene soprattutto nelle produzioni contem- è sempre stata fortemente dipendente dalla
poranee. Nelle opere antiche molto spesso il disponibilità e dalla varietà di questa materia
legno veniva rivestito con strati di finitura in prima. Inoltre il legno non richiede l’uso di
modo da occultare la sua struttura a fibre ed strumenti sofisticati per essere lavorato. Per
i difetti. Ciò veniva attuato con vari materiali limitarsi a qualche esempio erano costruiti
trasparenti o coprenti, incolori o colorati. Il le- in legno le strutture delle ruote, elementi co-
gno poteva essere quindi dipinto, verniciato, struttivi di grandi strutture come le navi, arre-
laccato, dorato, cerato, ricoperto di tessuto o di domestici, le matrici per la stampa, molte
di lamine di materiali preziosi; è anche pos- parti di strumenti musicali e molti supporti
sibile colorarlo, facendolo bollire in olii colo- per dipinti. È anche possibile assemblare gli
ranti o in estratti di erbe, e lasciare in vista il scarti delle lavorazioni lignee e produrre dei
pattern delle venature che lo caratterizzano. materiali compositi come il compensato, il
Nel considerare gli aspetti conservativi di truciolare, la masonite. Questi materiali più
un manufatto ligneo è molto importante os- poveri, rispetto al legno cosiddetto massello,
servare la modalità con la quale esso è as- potevano essere rivestiti di sottili fogli (spes-
semblato ed individuare il tipo di taglio che sore tra 1 e 4 mm) di legni anche pregiati det-
ha portato ai singoli elementi. È infatti possi- ti piallacci. I legni più adatti come materiali
bile ricavare singoli elementi lignei operan- per la scultura sono quelli di media durezza
do nel fusto della pianta molti diversi tipi di come il noce, il cipresso, il tiglio e il pero. Mol-
taglio, ad esempio secondo il raggio, oppure te sono le specie usate in ebanisteria: dal mo-
secondo la tangente. Il legno è un materiale gano al palissandro, dall’ebano al limone, dal
anisotropo, cioè le sue proprietà dipendono sandalo all’ulivo, al bosso.
dalla direzione lungo la quale vengono mi- Le potenzialità del legno di essere lavorato
surate. Un taglio radiale produce delle assi sono molteplici e risultano funzione della sua
che sono simmetriche rispetto all’andamen- compattezza e durezza. Come esempi di la-
to degli anelli di accrescimento. Al contrario vorazione si riportano la tornitura, l’intaglio e
un taglio tangenziale mette in evidenza anelli l’intarsio. Le tarsie lignee accostano lastrine
47
La scienza delle vetrine
3. MATERIALI LAPIDEI NATURALI impasti con cui sono realizzati malte e stucchi Strumenti musicali lignei
ED ARTIFICIALI possono essere presenti sostanze organiche, nella Sala 36 del Castello
Sforzesco di Milano.
Molta parte delle collezioni museali è co- in genere in basso valore percentuale. I mate- Foto © Comune di Milano
stituita da materiale lapideo naturale. Basti riali lapidei naturali si possono a grandi linee Tutti i diritti riservati
pensare che il marmo è, insieme al bronzo, il dividere in carbonatici (marmi, calcari, dolo-
materiale per eccellenza della scultura clas- mie) e silicatici (graniti, basalti, porfidi, quar-
sica, rinascimentale e barocca. I manufatti in ziti, ardesie, etc.). Per quanto concerne malte
materiale lapideo naturale molto spesso non e stucchi essi possono essere costituiti da un
sono esposti in vetrina. Questo avviene a cau- legante di calce aerea o idraulica che, dopo
sa delle loro notevoli dimensioni e a causa la presa, costituisce una composizione simile
della loro relativa vulnerabilità. Non mancano a quella di una arenaria a cemento carbona-
comunque piccoli oggetti, statuette, lastre e tico, oppure gessosa. Oltre che la composi-
rilievi. A volte i manufatti sono protetti dalle zione chimica e mineralogica, ha importanza
vetrine a causa della presenza di lacerti di fi- nel definire la vulnerabilità di un materiale
niture come policromie o dorature. I materiali lapideo il suo grado di porosità. I materiali
lapidei si dividono in naturali ed artificiali. La più durabili, quindi quelli che sono sottoposti
serie delle Norme UNI Beni Culturali che si ad una cinetica di degrado molto lenta, sono
applicano ai materiali lapidei naturali ed ar- quelli che hanno una porosità molto bassa
tificiali indicano che come materiali lapidei dell’ordine di pochi punti percentuali. Al con-
naturali, siano da intendersi le rocce in opera, trario i materiali che presentano una porosità
mentre fornisce alcuni esempi di materiali la- elevata sono meno durabili. Nel degrado dei
pidei artificiali come malte, stucchi, laterizi ed materiali lapidei ha un ruolo importante l’in-
i materiali ceramici. Nel presente testo questi terazione con l’acqua. Per quanto concerne il
ultimi saranno trattati nel paragrafo 5. Si tratta discorso che qui si affronta, il fenomeno che
quindi in generale di materiali con una com- assume una certa importanza è quello del-
posizione inorganica costituita da minerali ed le condensazioni. L’umidità condensa quan-
una microstruttura porosa. All’interno degli do incontra una superficie a temperatura
48
I materiali artistici nelle vetrine museali
più fredda. Se sono presenti gas come SO2, pulitura che utilizzano acqua libera. Nell’im-
SO3, NOX, CO2, H2S, la superficie della pietra pasto di stucchi e di gessi sono quasi sempre
si trova in contatto con soluzioni acide con presenti aggregati minerali, anche se di soli-
valori di pH nell’intervallo da 5,5 a 4, in fun- to in quantità inferiore rispetto ad una malta
zione della concentrazione dell’inquinante. I tradizionale. Ricordiamo anche che le vetri-
materiali maggiormente sensibili sono quel- ne esercitano una protezione nei confronti di
li carbonatici che reagiscono in presenza di questi materiali che sono fragili e non resisto-
soluzioni acide. Al contrario i materiali silica- no agli urti. A titolo di esempio si ricordano
tici sono molto resistenti e si può affermare le collezioni della Gipsoteca Canoviana di
che non subiscono danno rilevante da questo Possagno o quelle del Museo Rodin di Parigi.
tipo di meccanismi. Se il materiale lapideo Non mancano esempi di gessi patinati, in cui
è poroso la condensa avviene in una zona la superficie ha ricevuto una finitura spesso
superficiale e appena sotto la superficie. Le colorata e semilucida; in questo modo un ma-
soluzioni penetrate nella porosità, possono teriale povero come il gesso arriva a simulare
essere trasferite verso l’interno della micro- un materiale nobile come il bronzo.
struttura, sfruttando fenomeni di trasporto
legati all’assorbimento capillare. Quindi oltre 4. POLICROMIE
che il contenuto di pori in termini percentua- Le possibilità offerte dalle tecniche pittoriche
le, conta anche la loro dimensione: in questo sono molto vaste. Esse sono state utilizzate
meccanismo più i pori sono piccoli e più ri- per decorare oggetti di arte applicata, così
sultano efficienti. come nei dipinti più celebrati. Agli strati pit-
Nelle collezioni museali hanno una grande torici sono demandate importanti funzioni
importanza manufatti che vanno sotto il nome espressive. Possono decorare in parte oppu-
di gessi, al punto che esiste un termine spe- re completamente la superficie di un oggetto.
cifico che definisce questo tipo di collezioni: Oltre che nei dipinti veri e propri di picco-
gipsoteche. I gessi sono stati prodotti come lo o grande formato, su supporto tessile o
prototipi o intermedi di lavorazione di scultu- su tavola lignea, oppure su supporto di altro
re il cui elaborato finale doveva essere in ma- materiale, le policromie sono state applicate
teriali considerati più nobili, come il marmo o su mobili, sculture, strumenti musicali, a mar-
il bronzo. Essi sono stati prodotti anche come gine di documenti, su utensili, su dettagli ar-
materiali di studio, calcando una scultura chitettonici, su oggetti utilizzati nelle liturgie e
esistente e realizzando una copia da fornire l’elenco potrebbe essere ancora molto lungo.
come esempio agli studenti delle Accademie Generalmente l’impasto pittorico veniva pre-
di Belle Arti. Dal punto di vista conservativo parato nella bottega dell’artigiano e conser-
questi materiali sono spesso protetti in ve- vato all’interno di vesciche di maiale, mentre
trine, quando le dimensioni lo permettono, i colori in tubetto fecero la loro comparsa
a causa del fatto che la loro superficie è ri- verso il 1840. Uno strato pittorico è costituito
tentiva nei confronti della polvere. Si spor- da una fase legante e dal pigmento. La natura
cano quindi facilmente con depositi che si chimica del legante è varia. Può essere costi-
accumulano soprattutto su superfici che pos- tuito da un olio siccativo (olio di lino, di noce
siedono uno sviluppo orizzontale. I metodi o di papavero) da un materiale proteico
di pulitura sono spesso inefficaci od invasi- (tradizionalmente tuorlo d’uovo, uovo intero,
vi. Ricordiamo che il gesso (CaSO4 2H20) è mentre raramente si è usato il solo albume)
una sostanza mediamente solubile in acqua oppure latte o colla di tipo animale. Sono an-
e quindi non possono essere usati metodi di che stati utilizzati leganti di tipo polisaccaride
49
La scienza delle vetrine
costituiti da gomme vegetali (gomma arabi- volatili. Queste molecole multiple contengo-
ca) nella tecnica della gouache e dell’acqua- no sempre un certo numero di insaturazioni
rello. La tecnica dell’encausto, non semplice che derivano dai doppi legami presenti in
da illustrare sinteticamente, utilizza leganti di origine nella molecola dell’isoprene. Sono
tipo ceroso. Tipicamente uno strato pittorico proprio le insaturazioni che rendono il ma-
ha spessori di qualche decina di micron. Il teriale sensibile alla luce, che ne costituisce
rapporto quantitativo tra legante e pigmen- infatti il maggiore fattore di deterioramento.
to non è fisso, ma dipende essenzialmente Attraverso un meccanismo fotochimico di fo-
dall’effetto che si vuole ottenere: coprenza o to-ossidazione si producono cromofori e si
trasparenza, maggiore o minore saturazione. osserva un ingiallimento. Alcuni esempi delle
Un possibile strato di finitura di molti strati resine naturali maggiormente utilizzate nel
pittorici è realizzato verniciando la superfi- corso della storia delle arti elenca dammar,
cie dipinta. Le vernici costituiscono uno stra- mastice (dal Pistacia lentiscus), colofonia (da
to sottile e trasparente. Esse possono essere varie specie di pini), trementina (dal larice),
applicate sia con scopi di protezione, sia al elemi, sandracca, sangue di drago (da varie
fine di conferire particolari proprietà ottiche specie di dracene). La gommalacca riveste
rendendo le superfici più o meno riflettenti. una particolare importanza in questo campo
Applicando una vernice è quindi possibile ed è l’unica resina naturale di origine anima-
ottenere una resa in termini di lucentezza o le. È infatti prodotta dalla femmina di un inset-
di opacità. Storicamente le vernici venivano to (Kerria Lacca) che vive nel sud est asiatico.
preparate a partire da resine naturali: si trat- Essa ha costituito uno dei prodotti principali
ta di essudati vegetali, maggiormente pre- sulla rotta della Compagnia delle Indie. Le
senti nelle conifere e meno nelle latifoglie. resine naturali grezze appena raccolte sono
La pianta le produce con scopi diversi, tra i in genere in forma di masserelle di piccole/
quali vi è la funzione protettiva e preservante. medie dimensioni con una gamma cromatica
Le resine possono effondere verso l’esterno dal giallo paglierino, all’arancio, al bruno scu-
da lacerazioni prodotte nella corteccia. Le ro. Quando invece sono stese in strato sottile
lacerazioni possono essere prodotte natu- la saturazione del colore è molto minore e ri-
ralmente da animali oppure vengono inten- sultano da quasi incolori ad arancio rossastro.
zionalmente ottenute al fine di raccogliere le Se le resine naturali non vengono raccolte,
resine, come avviene nel caso del caucciù. possono subire un processo di seppellimen-
La composizione chimica è complessa, ma to seguito da invecchiamento e da fossilizza-
si individua una preponderanza di sostanze zione. Da questo processo naturale vengono
appartenenti alla classe dei terpeni: si tratta prodotte le copali e le ambre. Le copali han-
di idrocarburi che rispondono alla cosiddetta no subito un processo di invecchiamento in
regola isoprenica e che sono quindi multipli genere di qualche secolo al massimo. Le am-
dell’isoprene (C5H8). La miscela naturale che bre sono invece completamente fossilizzate.
compone le resine naturali è molto comples- (vedi paragrafo 11). Le resine fresche sono
sa e in genere contiene multipli dell’isopre- insolubili in acqua ma solubili nei comuni
ne costituiti, nella maggior parte dei casi, da solventi organici come alcol etilico o aceto-
due a sei/otto unità isopreniche. I componenti ne. Le proprietà di solubilità le distinguono
più importanti sono riconducibili alla forma da altri essudati vegetali che sono le gom-
dell’acido abietico e dell’acido pimarico; i me naturali, a base polisaccaride e solubili
monoterpeni sono volatili insieme con i se- in acqua fredda o calda in funzione del loro
squiterpeni mentre i diterpeni sono poco peso molecolare. Con il processo di invec-
50
I materiali artistici nelle vetrine museali
51
La scienza delle vetrine
co di ossigeno (ambiente ossidante) il corpo feriore al 5%. Un ulteriore carattere per la di-
della ceramica ottenuta sarà rosso o aranciato. stinzione e la classificazione tecnica riguarda
Se l’ambiente di cottura è povero di ossigeno la presenza di un rivestimento che può essere
(ambiente riducente) il corpo ceramico dopo vetroso o argilloso. Entrambe queste tipologie
cottura sarà di colore molto scuro fino al nero. di rivestimento sono prodotte in cottura. Tra le
L’ottenimento di un ambiente riducente può tipologie dei rivestimenti argillosi citiamo gli
essere raggiunto addizionando nell’impa- ingobbi; tra quelli vetrosi gli smalti, le vetrine
sto crudo sostanze organiche, che in cottura e le coperte per porcellane. Esiste poi la pos-
bruciano consumando l’ossigeno presente. sibilità di applicare rivestimenti a freddo e si
Se invece l’argilla è primaria, come il caolino, può quindi dipingere un busto di terracotta
essa possiede un basso tenore di composti con una tecnica pittorica a tempera. Per fare
del ferro. Il prodotto finale della cottura sarà qualche esempio la porcellana è un prodot-
bianco latte. In funzione della temperatura di to ceramico a corpo bianco e compatto e può
cottura (variabile in genere tra 850 °C e 1350 avere o meno un rivestimento. Una maiolica
°C) e della composizione dell’impasto, il cor- è un prodotto ceramico poroso a corpo ros-
po ceramico che si ottiene può essere poroso so ed ha un rivestimento di smalto vetroso, il
o compatto. Producendo un manufatto cerami- quale può avere molte colorazioni. Per i mate-
co si ottiene una microstruttura che è almeno riali ceramici conservati nelle vetrine museali
parzialmente cristallina. Una classificazione un fattore di degrado si può individuare nella
dei prodotti ceramici può partire da alcune polvere. Da questo punto di vista le superfici
caratteristiche del corpo ceramico che può bianche e scabre (come ad esempio il biscuit
essere bianco o colorato, compatto o poroso. di porcellana) sono quelle dove i depositi di
Per materiali compatti si intendono corpi che particellato atmosferico risultano maggior-
abbiano una porosità (tra aperta e chiusa) in- mente visibili.
Veduta della Sala 30
del Castello Sforzesco
di Milano con vetrine
contenenti la raccolta
di ceramiche.
Foto © Comune di Milano
Tutti i diritti riservati
52
I materiali artistici nelle vetrine museali
I vetri, al contrario delle ceramiche, sono vetrosi su manufatti smaltati. Ancora oggi sono
masse amorfe di materiali prodotti a partire molto importanti le produzioni artigianali ed
da materie prime selezionate come sabbia artistiche. Collezioni specialistiche si trovano
quarzosa e un fondente (come può essere la nel Museo del Vetro dell’Isola di Murano e nel
soda). Anche per il vetro si può delineare una Corning Museum of Glass negli Stati Uniti.
storia millenaria che partì dalle coste orientali
del Mediterraneo e vide numerosi luoghi del- 6. MATERIALI CARTACEI
la Siria e della Fenicia tra i primi produttori e I manufatti su carta che includono stampe, di-
commercianti. Non si può poi dimenticare il segni, pastelli, materiali fotografici, ma anche
ruolo che ha avuto la città di Venezia dai se- rivestimenti sui supporti più vari, sono tra i
coli dell’alto medioevo in poi. In Inghilterra e materiali più vulnerabili conservati nei musei.
in Boemia si affinarono le addizioni specia- I papiri da questo punto di vista sono stretta-
li di composti di piombo che portarono alla mente connessi.
produzione del vetro cristallo. Le colorazioni La carta è un materiale cellulosico, costituito
dell’impasto vitreo si sono arricchite nel corso da materie prime vegetali, unite per infeltri-
dei secoli grazie ai raggiungimenti della chi- mento delle fibre, cioè per la loro compene-
mica applicata, che ha individuato una gam- trazione a livello microscopico e successivo
ma di pigmenti resistenti alle alte temperatu- essiccamento.
re sempre più ampia. Molte sono le varianti La cellulosa è una sostanza polimerica natu-
nelle tecniche di lavorazione che portano a rale costituita da unità di glucosio; lungo la
manufatti che prendono il nome di vetro sof- catena sono quindi presenti numerosissimi
fiato, ghiacciato, reticolato, a murrina, lattimo, gruppi –OH (in genere tre gruppi ossidrili
etc. A parte le questioni relative alla sua fra- per ogni anello glucosidico); è la sostanza or-
gilità, il vetro non ha molti fattori di degrado; ganica più pura che si trovi in natura nel fioc-
Una vetrata dipinta
co del cotone (oltre il 90%). La presenza dei
tedesca del XVII secolo gruppi ossidrili rende il materiale idrofilo.
nella Sala 14 del Castello Nel produrre carta vengono anche usati altri
Sforzesco di Milano.
materiali organici che fungono da collanti, ca-
Foto © Comune di Milano
Tutti i diritti riservati riche minerali (caolino, allume, barite, carbo-
nato di calcio, biossido di titanio), pigmenti, e
diversi altri additivi.
La coltivazione del baco da seta suggerì alle
popolazioni cinesi di utilizzare la materia pri-
ma dei bozzoli come fibra per ottenere dei fo-
gli; il materiale in fibra venne successivamen-
te (dal II secolo d.C.) ricavato dalla corteccia
dell’albero di gelso, dagli steli di bambù, e
dalle fibre di ramiè (Boehmeria nivea). L’uso
resiste straordinariamente agli agenti chimici della carta si diffuse quindi come materiale
ed è insensibile alla luce. Se uno strato sottile scrittorio a partire dall’VIII secolo tramite gli
di vetro è interfacciato ad un substrato di di- Arabi in Asia Minore e in seguito in Africa e
versa composizione e dilatazione termica, un Spagna. La città di Fabriano nelle Marche ha
possibile fattore di degrado si individua nelle avuto un ruolo unico nella civiltà europea per
escursioni termiche; a questo, oltre che ad urti la qualità delle carte che vi si producevano e
accidentali sono dovute le lacune negli strati per l’invenzione della filigrana.
53
La scienza delle vetrine
L’impiego di gelatina animale evitava che l’in- Le sostanze chimiche aggiunte moderna-
chiostro spandesse sulla carta e quindi con- mente sono di solito sostanze polimeriche
sentiva la scrittura. che conferiscono una lucentezza superficia-
I cascami dell’industria tessile e gli stracci le ed una compattezza al materiale, in modo
di fibra cellulosica continuarono ad essere la che si scriva al meglio. A questo scopo sono
materia prima più utilizzata. La preparazione utilizzati sia polimeri naturali come gli amidi,
della polpa fu resa più veloce ed economi- sia polimeri sintetici come il polivinile-ace-
camente conveniente, con l’introduzione del- tato (PVA). Si possono così ottenere i tanti e
la cosiddetta “macchina olandese”, dotata diversi tipi di carta oggi prodotti.
di utensili metallici, che riduceva gli stracci Lo spessore della carta può essere stimato
in una poltiglia. Grazie al chimico svedese con il calibro ed è fornito in micron. Gene-
Scheele, si utilizzò per la prima volta all’ini- ralmente si tratta di spessori che oscillano
zio degli anni ‘70 del XVIII secolo, un proces- nell’intervallo tra 70 e 180 micron. La densità
so di sbiancamento che prevedeva l’uso di della carta va da 250 kg/m3 per la carta veli-
cloro. Purtroppo l’uso di sbianche chimiche na, a 1,500 kg/m3 per carte speciali. La nor-
compromette l’integrità della fibra sulla lunga male carta da stampa ha una densità di circa
durata e questo è stato il primo passo per l’ot- 800 kg/m3.
tenimento di carta di qualità inferiore rispet- Con l’invenzione della stampa si diede uno
to a quelle più antiche. Infatti l’assunzione di straordinario impulso a queste produzioni: la
allume e colofonia come sistema di collatura necessità di incrementare la produzione ha
più economico rispetto alla gelatina animale, purtroppo fatto sì che, quello che in origine
determinò un incremento dell’acidità della era un prodotto di qualità eccellenti, quando
carta. I primi produttori di carta che usavano veniva preparato con cellulosa proveniente
l’allume pensando di risolvere alcuni proble- da fibre lunghe, ricavate da cascami di tes-
mi tecnologici della fabbricazione stessa, non suti, cordami prevalentemente di canapa e di
immaginavano che la sua presenza si sareb- lino, venduti agli straccivendoli e collato con
be trasformata in un fattore di degrado. Infatti gelatina animale di tipo proteico, in seguito
le fibre di cellulosa possono essere idroliz- modificò in peggio gradualmente le proprie
zate dalle funzioni acide dell’allume, con una caratteristiche. Ciò avvenne anche e soprat-
perdita delle caratteristiche meccaniche del- tutto con l’avvento delle paste di legno che
le fibre stesse. sostituirono parzialmente le paste prodotte
Intervennero poi trattamenti con soda e po- dalle fibre tessili. La presenza della lignina
tassa a caldo, all’interno delle cui soluzioni si o di suoi residui rende infatti la carta molto
sciolgono sia la emicellulosa che la lignina, sensibile all’azione della radiazione luminosa
mentre la cellulosa rimane indisciolta. (in particolare della componente ultravioletta
Nel caso di paste chimiche a causa dell’ele- che si trova sia nella luce solare che nei bul-
vato residuo in lignina, il prodotto finale esibi- bi fluorescenti); infatti in presenza di luce ed
sce scarsa stabilità alla luce, con conseguen- ossigeno la lignina reagisce producendo dei
te tendenza al facile ingiallimento. cromofori gialli; questo è il motivo per il qua-
La carta prodotta con il metodo Kraft (proces- le le carte da giornale ingialliscono e diven-
so al solfato) al contrario non contiene grandi gono fragili con l’invecchiamento. Dal punto
quantità di lignina, ed è quindi più adatta alla di vista conservativo è quindi comune che si
stampa di libri, documenti od altri manufatti abbiano meno problemi con un volume del
per i quali si ritiene essenziale che la carta ‘500, piuttosto che con un'edizione economi-
rimanga bianca nel tempo. ca del dopoguerra.
54
I materiali artistici nelle vetrine museali
Oltre ai problemi dovuti ai metodi di fabbri- usarono quindi cuoi e pelli per calzature, per
cazione, è necessario ricordare che la carta abiti, per parti di armi.
è comunque un materiale di scarse proprietà Negli eserciti greco e romano si usavano cuoi
meccaniche per cui è soggetta a strappi, pie- spessi e duri, prodotti con una concia vegeta-
gature, usura e danni fisici. Anche l’innalza- le, per produrre strutture per la difesa come
mento di temperatura, dovuto alla presenza corazze e scudi. Furono poi gli arabi ad uti-
di lampade a filamento di tungsteno, provoca lizzare varie tecniche di decorazione, come
depolimerizzazione della cellulosa ed infra- l’impressione operata sul materiale umido, la
gilimento. Il deposito di polvere favorisce la doratura, la pittura. I cuoi di Cordova sono ce-
crescita microbiologica, ma anche l’attacco lebri e sono stati usati come rivestimento pa-
di insetti. L’interazione con sostanze che ven- rietale, nell’arte della legatoria, come fodere
gono dai materiali usati per la scrittura (in- per arredi. In Italia si ottennero in seguito cuoi
chiostri a base di acidi gallici, sostanze che bulinati, cesellati e stampigliati. La possibilità
contengono metalli come ferro o rame) pos- di modellare forme complesse ha reso que-
sono dare luogo a fenomeni localizzati di at- sto materiale molto utile nella produzione di
tacco chimico al supporto cartaceo o alla for- astucci per strumenti scientifici o musicali.
mazione di macchie rossastre che prendono La pergamena prende il nome dalla città di
il nome di foxing. Inoltre recenti studi condotti Pergamo in Asia Minore, dove nel II seco-
dalla Library of Congress di Washington, pro- lo a.C. fu messa a punto la procedura della
vano che tutta la carta è a rischio di degrado sua preparazione per ovviare alla scarsità di
acido, dal momento che un certo pattern di approvvigionamenti di papiro dall’Egitto. La
decomposizione della cellulosa stessa può pezzatura ed il peso dei singoli tagli di per-
produrre acido formico, acetico, lattico ed gamena imposero il passaggio dalla forma
ossalico. del rotolo (in uso con il papiro) alla forma del
Attualmente si produce meno carta, rispetto libro. L’uso della pergamena ebbe quindi il
ad un passato recente, e quindi la produzione massimo fulgore fino a che fu progressiva-
punta sulla qualità e sulla durabilità. Si produ- mente importata la carta da parte degli Arabi
cono quindi carte adatte ad una lunga con- e fino alle prime produzioni europee nel XII
servazione all’interno di archivi e biblioteche, secolo. Dopo di ciò la pergamena fu relegata
oppure finalizzate alla stesura di documenti solo a supporto di particolari ed importanti
di importante valore, da utilizzare insieme ad documenti.
inchiostri chimicamente poco aggressivi. Si tratta quindi, sia per i cuoi che per la per-
gamena, di materiali costosi, destinati a pro-
7. CUOI E PERGAMENA duzioni di un certo lusso e ad uso di classi
La concia del cuoio è senza dubbio una sociali abbienti.
delle attività più antiche dell’umanità. I pri- La pelle è un tessuto costituito da un intreccio
mi tentativi di concia furono probabilmente tridimensionale di fibre di collagene. Il termi-
eseguiti mediante l’ausilio di grassi animali ne collagene indica una famiglia di proteine
e dell’affumicatura. Nei vapori prodotti bru- che possiedono una microstruttura a fibrille;
ciando foglie verdi e rami si trovano aldeidi in breve tempo dopo la morte dell’anima-
a basso peso molecolare come la formaldei- le intervengono processi di putrefazione; i
de, sostanze responsabili dell’inibizione dei processi che inibiscono la putrefazione, con-
processi di putrefazione. In seguito i metodi ferendo durata e proprietà meccaniche alla
furono perfezionati con l’uso di sali e con la pelle prendono il nome di concia. La concia
concia vegetale. Tutte le popolazioni antiche ai tannini (composti polifenolici in grado di
55
La scienza delle vetrine
formare complessi insolubili con le proteine zione dei cuoi: la radiazione UV, la presenza
della pelle) venne probabilmente scoperta di ozono o di altri ossidanti forti, la presenza
esponendo le pelli a soluzioni ottenute da di acidi che possono generarsi anche da trat-
vegetali. I tannini possono essere estratti da tamenti che il cuoio ha subito a base di gras-
foglie e da altri materiali vegetali. Una pelle so animale o di olii.
tenuta a lungo in contatto con una soluzione Al contrario dei cuoi, la pergamena non viene
di tannini acquisisce una colorazione bruna. conciata; è ricavata in genere della pelle di
In funzione del tipo di sostanza conciante, le animali giovani. In corrispondenza del baci-
pelli acquisiscono proprietà meccaniche dif- no del Mediterraneo era diffuso l’uso di pel-
ferenti e venivano quindi destinate a produ- li di capretti e agnelli e, per questo motivo,
zioni diverse; per manufatti di lusso era par- veniva anche chiamata cartapecora; nel nord
ticolarmente adatta la concia all’allume (sali Europa e soprattutto in Inghilterra prevaleva
doppi di alluminio e ferro). invece l’uso di vitelli. Esistono quindi diverse
Se la pelle veniva posta in contatto con una qualità di pergamene che, pur presentandosi
soluzione di calce la rimozione del pelo era di diverso spessore, consistenza superficiale
di gran lunga facilitata. e colore, presentano in genere buone pro-
A partire dal XVIII secolo, vengono utilizzati prietà meccaniche e di elasticità. Le varietà
procedimenti a base enzimatica al fine della venivano quindi scelte in base alla lavorazio-
rimozione del pelo. Per le pelli veniva poi pre- ne che avrebbero subito. Nelle arti di lega-
disposto un telaio per il tensionamento, che toria si usavano pergamene più spesse e di
facilitava l’allineamento parallelo delle fibre. colore scuro, mentre come supporto scritto-
I trattamenti subiti dai cuoi per finire e con- rio venivano usate varietà sottili e di colore
servare nel tempo i manufatti dipendono chiaro.
fortemente dal metodo di concia che hanno Il fatto che la pergamena non sia conciata la
subito. Ad esempio i cuoi conciati mediante rende maggiormente suscettibile alle varia-
tannino, possono essere trattati con olii e que- zioni termo-igrometriche ed in particolare
sto migliora le caratteristiche di resistenza nei all’umidità che può provocare deformazio-
confronti dell’acqua. Ad ogni modo nel tempo ni. Se i fogli di pergamena sono costretti da
si produce una depolimerizzazione e le fibre una struttura di legatoria, a volte costituita da
che costituiscono il cuoio vanno incontro ad materiali molto solidi come legno o metallo,
una frammentazione e ad un infragilimento. la pergamena viene mantenuta in pressione
Il materiale vede modificarsi le proprie pro- e si deforma poco. Se al contrario un libro è
prietà meccaniche e spesso polverizza, vi- aperto, come spesso accade nell’esposizio-
rando il proprio colore verso il rosso. Questo ne in vetrina, queste condizioni di vincolo
tipo di danni si verifica con maggiore intensi- meccanico vengono a diminuire e il pericolo
tà e velocità se i cuoi sono conservati in am- di deformazioni aumenta.
biente con elevate temperature ed umidità Il riconoscimento dell’animale di origine, sia
ambientale. L’umidità ambientale è quindi un per le pergamene che per il cuoio, può es-
fattore critico per questi problemi conservati- sere effettuato tramite una osservazione mi-
vi dal momento che al di sotto di un certo va- croscopica di alcuni caratteri microstrutturali
lore, stimabile in circa il 40%, si può produrre come la disposizione dei follicoli sulla super-
una eccessiva secchezza. In queste condizio- ficie dal lato che originariamente ospitava il
ni il cuoio modifica la propria microstruttura pelo.
fibrosa e si deforma. Numerosi sono i fattori Quando viene usata come supporto per strati
ambientali che intervengono nella conserva- pittorici a base acquosa, il materiale perga-
56
I materiali artistici nelle vetrine museali
Smithsonian Institution, menaceo si ammorbidisce se entra in contat- lezioni etnografiche. Nelle produzioni antiche
The National Museum to il medium pittorico, formando un substrato fino all’inizio del XX secolo, le fibre sono clas-
of the American Indian
George Gustav leggermente rilevato sul quale si assesta lo sificabili in due classi: fibre di tipo proteico
Heye Center strato di colore. Questo costituisce un effetto (lana e seta) e fibre di tipo cellulosico (lino,
New York, USA. di pregio per molti artisti. Per questo motivo cotone, juta, canapa, ramiè). Per ragioni emi-
Foto Archivio Goppion
la pergamena è stata usata anche come sup- nentemente storiche nelle collezioni museali
porto per opere dipinte a pastello da grandi sono soprattutto i manufatti in seta ad essere
artisti come il pittore ginevrino Jean Étienne conservati; questi infatti costituiscono esem-
Liotard. plari di pregio che venivano indossati solo
in occasioni speciali e venivano tramandati
8. MATERIALI TESSILI di generazione in generazione e per questo
Nelle collezioni museali esistono numero- motivo si sono conservati in maggior numero.
si manufatti tessili sia in forma di frammenti, Al contrario manufatti tessili in fibra naturale
di solito di provenienza archeologica, sia in di altro tipo veniva indossata fino a consun-
forma di manufatti integri nelle collezioni di zione. Fanno eccezione i numerosi manufatti
costumi, nei musei storici oppure nelle col- in lino conservati nelle collezioni egizie di
57
La scienza delle vetrine
tutto il mondo. In manufatti di provenienza ar- del filato. La geometria della fibra viene defi-
cheologica molto spesso lana e lino sono usa- nita essenzialmente mediante la misura della
ti insieme, così come accade negli arazzi. Le lunghezza e del diametro medi. Il cosiddetto
fibre tessili sono state utilizzate sia in costumi, titolo definisce il peso per unità di lunghezza
che in arazzi, stendardi, bandiere, tappezze- di una determinata fibra. Dalla conformazio-
rie storiche, pizzi, merletti, ricami. Per tutti ne della superficie della fibra dipendono le
questi manufatti, tranne che per arazzi e tap- proprietà di riflessione della radiazione lu-
pezzerie, si prevede normalmente una con- minosa e quindi la lucentezza della fibra. Si
servazione all’interno di vetrine. Esiste anche definisce lucentezza serica quella propria
il caso che alcuni dei fili che costituiscono il della seta. Per la loro conservazione è mol-
tessile sia rivestito da una foglia d’oro o di ar- to importante la composizione chimica e la
gento attorcigliata attorno ad un filo che fa da conseguente stabilità rispetto ad agenti acidi,
supporto. basici o alla luce. I materiali cellulosici sono
L’epoca della manifattura delle fibre sinteti- per loro natura idrofili e si ricavano dal fioc-
che iniziò in Francia con il rayon nel 1890. Il co delle piante del genere Gossypium, dove
rayon è un derivato della cellulosa naturale hanno una funzione di rivestimento dei semi.
che richiede un metodo di lavorazione piut- L’uso del cotone come materiale tessile è
tosto complesso. Ciò condusse ad un suo documentato fino dai tempi preistorici. Fram-
scarso successo commerciale. Il periodo del- menti di materiali tessili in cotone sono stati
le fibre sintetiche era appena iniziato ed una ritrovati in scavi nella Valle dell’Indo. La lun-
lunga serie di prodotti avrebbero fatto la loro ghezza delle singole fibre varia da 1 a 6 cm
comparsa nei decenni successivi. Le fibre a e il diametro medio varia tra 12 e 20 micron.
base di acetato furono sviluppate a partire La presenza di soluzioni acide indebolisce le
dal 1924. Il nylon fu la prima fibra sintetica fibre che sono normalmente resistenti anche
preparata partendo da prodotti petroliferi e fu ai comuni solventi organici. Al contrario una
un grande successo industriale dell’america- prolungata esposizione alla luce indebolisce
na Du Pont nel 1936, seguita pochi anni dopo la cellulosa attraverso una depolimerizzazio-
e dalla stessa azienda, dalle prime fibre acri- ne indotta soprattutto dalla componente UV.
liche. Con l’avvento delle fibre poliestere nei Questo materiale mostra anche una certa
primi anni ’50, il mondo delle fibre sintetiche sensibilità ad alcune specie di insetti (pe-
causò una crisi all’industria delle fibre natura- sciolino d’argento-Lepisma saccharina), ma
li, in particolare a quella del cotone. nelle opportune condizioni termo-igrome-
Le fibre tessili sono prodotti che, per la loro triche il materiale è anche soggetto alla cre-
struttura, lunghezza, resistenza ed elasticità, scita di muffe.
mostrano grande resistenza a trazione e fles- Il lino è una fibra composita ricavata dal libro
sibilità. Attraverso le operazioni di filatura, del Linum usitatissimum, composta per circa il
che uniscono le fibre per torsione, vengono 70% da cellulosa. Tessuti di lino sono appar-
utilizzate per produrre i filati. Questi ultimi a si con le prime civiltà. Le mummie egiziane
loro volta, attraverso macchinari od operazio- sono quasi sempre avvolte in tessuti di lino
ni di intreccio, vanno a costituire i tessuti. e spesso, a distanza di migliaia di anni dalla
Le fibre sono caratterizzate, oltre che dalla loro manifattura, sono ancora in ottime condi-
natura composizionale, dalla morfologia che zioni di conservazione. Esso possiede fibre
molto spesso viene utilizzata per il loro rico- molto lunghe se confrontate alla lunghezza
noscimento mediante sistemi di microscopia. delle fibre del cotone e di altre fibre natura-
È spesso la morfologia che determina l’uso li. La fibra di lino raggiunge lunghezze fino a
58
I materiali artistici nelle vetrine museali
diverse decine di mm ed un diametro medio dalle manifatture di lusso usano la seta come la
attorno ai 15 micron. Ha buone proprietà di materia prima, come chiffon, taffetà, shantung.
resistenza alla trazione, ma non è molto elasti- Si trova quindi in molti musei della moda e del
ca. Per queste ragioni il lino è più difficile da costume sia in abiti che in accessori; esistono
lavorare e quindi più costoso. Nelle sue pro- anche numerosi ritrovamenti di frammenti di
prietà meccaniche risiedono le ragioni per le manufatti in seta utilizzati in sepolture di alti di-
quali gli artisti hanno scelto il lino quale tes- gnitari e di sovrani.
suto preferito per le tele destinate ad esse- Anche la lana è una fibra proteica che si rica-
re supporti per dipinti. Il lino è anche meno va dal taglio del vello di pecore, capre, ma an-
sensibile del cotone alle variazioni igrome- che da cammelli e lama. La fibra ha sezione
triche e si restringe meno. Anche questa è circolare ed una struttura superficiale a sca-
un'ottima ragione per preferirlo al cotone glie. Il suo colore è bianco avorio. La proteina
come supporto per dipinti. Il lino è quindi una che la costituisce è la cheratina. La sua parti-
fibra molto durevole, resistendo bene anche colare struttura che presenta ondulazioni re-
a danni da abrasione. La tela di cotone come golari, rende conto delle sue proprietà. Il suo
supporto per le arti pittoriche ha trovato una difetto principale risiede nell’infeltrimento.
breve preferenza tra gli artisti americani del Per questa ragione non sono molti i manufatti
XX secolo. in lana antichi che si sono conservati fino a
La seta è una fibra proteica naturale principal- giorni nostri. Fanno eccezione gli arazzi. In
mente costituita dalla proteina fibroina. Si ottie- numerose collezioni etnografiche che rac-
ne dai bozzoli del Bombyx Mori. La fibra della colgono manufatti di popolazioni dell’Asia
seta è in grado di riflettere la luce incidente in Centrale, vi sono tappeti e manufatti di feltro
modo da dare effetti di lucentezza tipica, gra- di lana.
zie alla sua sezione triangolare. Diversi tipi di Di grande interesse conservativo è la trat-
seta furono prodotti in Cina fin dai tempi anti- tazione dei coloranti, naturali e sintetici, che
chi attraverso la raccolta di bachi selvatici. Fu danno il colore al manufatto tessile: dalla miti-
però soltanto con le tecniche di sericoltura che ca porpora di Tiro, al giallo Cambogia, dall’in-
si ottennero tipi di seta uniformi per colore e daco, ai derivati alizarinici, fino ai numerosis-
tessitura. Si presume che i primi manufatti in simi prodotti di sintesi azoici, antrachinonici e
seta risalgano alla metà del IV millennio a.C. alle ftalocianine. Per mancanza di spazio qui
Da sempre la seta è stata oggetto di com- possiamo solo dire che tutte queste sostan-
mercio attraverso l’India e il Medio Oriente, al ze non hanno una grande resistenza alla luce
punto che un insieme di rotte commerciali tra e quindi i manufatti scoloriscono facilmente.
Europa ed Asia prendono il nome di Via della Questo è il motivo per cui spesso essi sono
Seta. L’Italia è stata il maggior produttore eu- conservati in depositi al buio ed esposti solo
ropeo dai secoli del medio evo, con la produ- in mostre temporanee, oppure per i manufatti
zione concentrata a Venezia, a Lucca, a Firen- di minore dimensione, si organizzano cassetti
ze e soprattutto a Como. Nella fibra grezza la a scorrimento in cui i manufatti sono sempre
proteina sericina agisce come un adesivo che protetti dalla luce.
tiene unita la fibroina. È una delle fibre natu-
rali più lunghe ma perde una parte della sua 9. MATERIALI PLASTICI
lunghezza quando viene inumidita. Resiste Le materie plastiche sono sostanze polime-
bene agli acidi minerali tranne che all’acido riche spesso miscelate con additivi organici
solforico. Ingiallisce facilmente a causa della che conferiscono al prodotto finale determi-
traspirazione umana. Molti dei tessuti utilizzati nate proprietà, e con cariche di tipo inorga-
59
La scienza delle vetrine
nico. I polimeri derivano da unità strutturali Nella produzione viene messa a punto una
ripetute lungo la catena sino ad arrivare a mescola che impiega spesso sostanze inor-
molecole di peso molecolare molto elevato. ganiche come additivi. Secondo una defini-
Per questa ragione essi vengono considerate zione commerciale è possibile classificare
macromolecole. Il numero di unità strutturali anche i materiali polimerici in fibre, caratte-
che si ripete definisce il cosiddetto grado di rizzate da elevata resistenza meccanica a tra-
polimerizzazione e contribuisce a determi- zione, in resine prodotte a partire da polimeri
nare le proprietà finali del polimero. I polime- termoindurenti, ed in materie plastiche che
ri solidi hanno peso molecolare molto vario utilizzano invece sia polimeri termoplastici
che può essere compreso in un intervallo da che termoindurenti ed infine in gomme che
10000 a diversi milioni di g/mole. La catena utilizzano materiali elastomerici.
polimerica può essere lineare, ramificata, o Tra le prime materie plastiche a fare la loro
a rete tridimensionale. Se le unità strutturali apparizione si ricordano l’ebanite, le resi-
costituenti sono tutte uguali tra di loro si parla ne fenolo-formaldeide, dette anche bakeli-
di omopolimeri; se sono differenti tra di loro te, la celluloide, la galalite (che utilizzava
siamo in presenza di un co-polimero. Si ricor- la caseina del latte come materia prima),
da che esistono molti polimeri naturali come a soddisfare le esigenze di molte industrie
le proteine, la cellulosa, il caucciù etc. emergenti nel primo Novecento. Molti di
L’industria dei materiali polimerici utilizza il questi primi oggetti sono ora musealizzati in
petrolio come fonte di materie prime; è pos- collezioni di carattere storico e documenta-
sibile produrre materie plastiche partendo no queste prime produzioni. Molti sono gli
anche da altre risorse. artisti che hanno usato materiali polimerici
Le materie plastiche ed i polimeri prendo- nella produzione delle loro opere: Naum
no spesso il nome dalle unità strutturali, ad Gabo che ha utilizzato plexiglas e nylon,
esempio i materiali acrilici derivano dall’aci- Henry Moore che ha realizzato sculture in
do acrilico, i vinilici dal cloruro di vinile o da poliestere rinforzato, Vantongerloo e Bruno
altri derivati vinilici (alcol vinilico o acetato di Munari che hanno sfruttato le trasparenze
vinile), etc. Una possibile classificazione dei dei materiali acrilici, Arman che ha inglo-
materiali polimerici prende in considerazio- bato in polistirene oggetti della vita di tutti
ne il loro comportamento rispetto al calore. i giorni. Ricordiamo a solo titolo di esempio
Da questo punto di vista si classificano in ter- i musei del giocattolo, le collezioni di desi-
moplastici e in termoindurenti. I primi ram- gn ed i molti archivi aziendali come quello
moliscono se esposti ad una fonte di calore. dell’italiana Kartell, in rete nel grande Museo
Possono quindi essere modellati in stampi a della Triennale di Milano.
caldo. Dopo raffreddamento tornano ad ave- Sostanze acriliche sono anche state usate
re le proprietà meccaniche iniziali. I materiali come leganti pittorici. Essi hanno un indice di
termoindurenti tendono invece ad irrigidire rifrazione estremamente basso che assicura
e dopo una certa temperatura, bruciano. I un'elevata trasparenza. Se vengono formulati
materiali elastomerici possiedono un'elevata con sostanze che conferiscono resistenza alla
deformabilità. La temperatura oltre la quale i radiazione UV, essi non mostrano eccessive
polimeri passano da uno stato rigido ad una decolorazioni se esposti alla luce. Gli effetti
condizione di rammollimento prende il nome degli assorbitori UV perdono progressiva-
di temperatura di transizione vetrosa (Tg) ed mente efficacia dopo qualche anno ed i ma-
è una delle principali caratteristiche di que- teriali divengono così progressivamente sen-
sta classe di materiali. sibili all’irraggiamento.
60
I materiali artistici nelle vetrine museali
61
La scienza delle vetrine
con proporzioni di materia organica non par- Utilizzato da molte civiltà antiche, sono per-
ticolarmente rilevanti. Le qualità materiche venuti a noi manufatti fenici (celebri i cosid-
dell’avorio hanno fatto sì che esso sia stato detti Avori di Nimrud), egizi, greci, etruschi e
largamente usato dalla preistoria fino a tempi romani. Molto usato anche nella scultura goti-
recenti per la produzione di oggetti di pregio ca francese per statuette a tutto tondo, pettini,
realizzati con diverse tecniche che vanno dal- valve di specchi, astucci. Nel tardo rinasci-
la scultura a tutto tondo, all’incisione a basso mento e nell’epoca barocca è stato lavorato
rilievo, al graffito ma anche in combinazione al tornio con esiti straordinari (Collezioni del
con policromie. Museo degli Argenti a Firenze e di Dresda).
Come materiali per le tecniche artistiche Nel tempo è divenuto un materiale sempre
hanno particolare importanza i denti di ele- più raro, fino alle attuali leggi finalizzate alla
fante e di tricheco; i denti di cinghiale e di ip- preservazione delle specie che lo produ-
popotamo sono impropriamente considerati cono, che rendono il suo attuale commercio
come avorio. Esiste poi l’avorio dei mammut, pressoché inesistente. Per questo motivo
vissuti nelle steppe russe dal Pliocene fino a nell’ultimo secolo sono andate moltiplican-
circa 3500 anni fa, noto anche con il nome di dosi le tecniche di falsificazione. Il materiale
avorio fossile. L’avorio fossile, in genere ben di imitazione prende il nome di avoriolina e
più scuro, si distingue composizionalmente può essere realizzato con polveri di avorio in
dall’avorio comune a causa della presenza di un legante polimerico, con materie plastiche
una sostanza come la vivianite, ben eviden- oppure con il cosiddetto avorio vegetale, trat-
ziabile mediante illuminazione UV. to da semi. Tuttavia la grana, il colore, le carat-
Le vetrine della Sala 32
del Castello Sforzesco di
Milano che contengono
una parte della
collezione di avori.
Foto © Comune di Milano
Tutti i diritti riservati
62
I materiali artistici nelle vetrine museali
teristiche materiche e superficiali non rendo- to durevoli oltre che resistenti all’acqua, all’a-
no facile la falsificazione. L’avorio è costituito zione di agenti chimici, alcali e alle abrasioni.
da apatite microcristallina (fosfato di calcio) La resina è derivata da un albero originario
in presenza di bassi tenori di carbonato di della Cina, della specie Toxicodendron ver-
calcio e di proteine che esercitano la funzio- nicifluum, conosciuto con il nome comune di
ne di leganti. Lungo una sezione trasversale albero della lacca. Le lacche devono essere
l’avorio tende a dividersi lungo linee strut- conservate a livelli di umidità relativa piutto-
turali. L’avorio è un materiale estremamente sto alti.
sensibile alle variazioni igrometriche. Può in- Il guscio di alcune specie di tartarughe di
fatti distorcersi, deformarsi o fessurarsi lungo grandi dimensioni fornisce placche di un ma-
direzioni preferenziali. Per quanto concerne teriale prezioso utilizzato fin dai tempi antichi,
manufatti in avorio dipinto, lo strato pittorico sia in Occidente che in Asia. Del carapace
può distaccarsi. delle tartarughe si usa soprattutto la parte su-
Vengono definite lacche dei manufatti orien- periore e ciascuna squama prende il nome di
tali prodotti tipicamente in Cina, in Giappone scuto. Le grandi dimensioni, la colorazione di
ed in Corea, con una finitura che essicca per raffinata marezzatura, il pattern decorativo a
evaporazione del solvente e che indurisce macchie di grande riconoscibilità e la forma
formando un film molto durabile e resisten- inusuale hanno reso il guscio delle tartarughe
te; questo tipo di finitura esiste sia in forma marine embricate particolarmente adatto a
opaca che lucida e può essere ulteriormente questi scopi.
polita. Nelle arti decorative il termine lacca La tartaruga è stata utilizzata nelle tecniche
si riferisce ad una varietà di manufatti e tec- artistiche sin dai tempi antichi. Come esem-
niche usate per decorare oggetti in metallo, pio possono essere riportate le antiche lire
legno o altri materiali, di solito inciso a for- greche, la cui cassa armonica era costitui-
mare superfici di complessa decorazione. I ta da un intero guscio. Piallacci di tartaruga
manufatti in lacca costituiti da quella speciale erano popolari tra i ricchi romani ed utilizzati
materia prima, detta urushiol, sono diversi da come elementi decorativi nella costruzione
altri manufatti in lacca, essendo a più lento di mobilia preziosa, come ad esempio i letti
essiccamento; inoltre il meccanismo di indu- sui quali i romani erano soliti consumare la
rimento si basa su un doppio meccanismo cena, o per oggetti di piccole dimensioni.
di evaporazione del solvente e polimerizza- La tartaruga come materia prima, è stata
zione, piuttosto che sulla sola evaporazione usata in sottili lastrine nella manifattura di un
del solvente. Questo materiale richiede un ampia varietà di oggetti come pettini, scato-
ambiente umido e caldo al fine di indurire in lette, cornici, inserti di mobilia e montature di
maniera corretta. La materia prima urushiol è occhiali. Nonostante il costo elevato la mani-
costituita essenzialmente da polifenoli sosti- fattura di oggetti in tartaruga è sempre stata
tuiti detti catecholi, in sospensione acquosa, grandemente apprezzata anche per la sua
con un minimo contenuto di proteine. Essi si durabilità, la sua tessitura e la calda sensa-
ossidano e polimerizzano in seguito all’azio- zione che suscita sulla pelle. Le placche del
ne di un enzima detto laccasi; si perviene ad carapace vengono scaldate e ammorbidite
una superficie che, in seguito alla completa in acqua salata e bollente, appiattendole poi
evaporazione dell’acqua che contiene, pro- sotto delle presse. Due elementi possono an-
duce uno strato duro e lucido. Da sempre che essere saldati con un ferro caldo, ma l’o-
questi manufatti hanno incontrato grande ap- perazione deve essere condotta con grande
prezzamento estetico e sono considerati mol- cura per non rischiare di attenuare il colore.
63
La scienza delle vetrine
Le operazioni di finitura e di politura erano resina, essa è molto appiccicosa e resti vege-
condotte con varie tecniche sia in Europa, tali o animali di piccole dimensioni possono
che negli Stati Uniti. rimanere intrappolati all’interno di una massa
Il commercio delle placche di tartaruga è di resina. Questa cade poi al suolo e subisce
bandito da una convenzione internazionale un lento processo di invecchiamento.
fin dal 1973. Il materiale è stato quindi og- L’ambra baltica si raccoglie spesso sulle rive
getto di molte sofisticazione e falsificazioni. del mare, dove viene convogliata dai movi-
A questo scopo sono stati utilizzati il corno e menti delle onde, ed in particolare sulle coste
materie plastiche. del mar Baltico, ma soprattutto in Russia, in
André Charles Boulle (1642-1732), mobiliere Lituania ed in Lettonia.
di Luigi XIV di Francia introdusse una tecnica Esiste poi un'ambra caraibica che fornisce
di livello estremamente sofisticato, denomi- un’ambra di grande qualità dal colore verda-
nata marqueterie combinando sottili lastrine stro o bluastro. Lo sfruttamento di questi gia-
di tartaruga con metalli, legni pregiati avorio cimenti è però più recente e non ha interesse
e madreperla. Questo stile è ancora cono- per la storia dei manufatti realizzati con que-
sciuto con il nome del suo inventore, che può sto materiale.
essere ricordato come uno dei più grandi Lungo le rive del fiume Simeto in Sicilia esi-
ebanisti di tutti i tempi. Piccoli oggetti di lus- stevano piccoli giacimenti di un’ambra rossa
so estremo come tabacchiere da fiuto erano molto bella che ora è esaurita. Il materiale si-
decorate con una tecnica definità piqué, co- ciliano ha avuto però una limitata importanza
stituita da inserti di metalli preziosi e gioielli storica.
entro la tartaruga. L’ambra si carica di elettricità se viene stro-
Nella comunità scientifica con il nome di am- finata. A questo si deve il nome di elektron,
bra si intende una resina fossile; in funzione datole dai Greci. L’acido succinico dal forte
della provenienza geografica del ritrovamen- odore penetrante, è presente nell’ambra in
to vengono identificate le diverse varietà. una percentuale che varia dal 2 all’8%.
Essa è di colore caratteristico che varia dal Importanti collezioni sono conservate al
giallo caldo all’arancio al rossiccio; non man- Museo Archeologico di Aquileia e al Museo
cano varietà con sfumature bluastre o ver- degli Argenti di Firenze. Avvincente è poi la
dastre. Sono altrettanto tipiche la tessitura storia della cosiddetta Camera d’Ambra, un
marezzata e la superficie traslucida. La tra- ambiente di uno dei castelli di Caterina di
sparenza è funzione della presenza di nume- Russia, i cui pannelli di rivestimento furono
rose bollicine che sono visibili in microsco- trafugati durante la seconda guerra mondiale
pia. Con il termine di succinite si indica più e mai più ritrovati.
propriamente l’ambra di provenienza baltica
che è la più comune. L’ambra baltica ha rive-
stito un'estrema importanza nella storia d’Eu-
Le immagini che corredano il presente testo
ropa e basterebbe ricordare la Via dell’Am-
ritraggono alcune vetrine contenenti oggetti
bra che dalle spiagge del Baltico conduceva
delle Raccolte Artistiche del Castello Sforzesco
i preziosi frammenti di resina fossile presso i di Milano. Le Raccolte del Castello costituiscono
porti dell’alto Adriatico e del Mediterraneo. uno straordinario esempio della ricchezza e della
Si spiegano in questo modo i gioielli di am- varietà di materiali usati nelle tecniche artistiche.
bra ritrovati tra i tesori dei faraoni, oppure in Si ringraziano la Direzione delle Raccolte
molte sepolture di popoli italici. Quando gli Artistiche del Castello Sforzesco e il Comune
alberi e specialmente le conifere emettono la di Milano.
64
I materiali artistici nelle vetrine museali
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65
Victoria & Albert
Museum, The Jameel
Gallery of Islamic Art
Londra, Gran Bretagna.
Foto Archivio Goppion
66
Il controllo del microclima
67
La scienza delle vetrine
68
Il controllo del microclima
teca. All’interno del compartimento sono in- strutturali fissi vengono posizionate sigillature
cluse anche: e guarnizioni di vario genere, nell’intento di
• la parte del basamento che sta sopra al set- raggiungere un isolamento particolarmente
to divisorio, appositamente inserito per la re- avanzato tra atmosfera interna e esterna alla
alizzazione del compartimento stagno; vetrina.
• il cassetto del gel di silice, di cui si esporrà
in seguito l’importanza. 2. MONITORAGGIO DELLA
Nel volume a tenuta sono inseriti così an- TEMPERATURA E DELL’UMIDITÀ
che molti elementi strutturali e funzionali, NELLE VETRINE PER ESPOSIZIONI
ad esempio le cerniere, escludendo invece MUSEALI
tutti gli apparati che generano calore, come L’attività preliminare di monitoraggio con-
l’apparato di illuminazione, che deve essere sente di identificare le criticità presenti negli
in costante contatto con l’ambiente esterno ambienti espositivi e all’interno delle teche, e
per un facile smaltimento del calore prodot- di studiare soluzioni per il superamento delle
to per dissipazione elettrica. Tra gli elementi criticità individuate o quanto meno della ri-
69
La scienza delle vetrine
duzione dei rischi correlati. Il monitoraggio della taratura – apparecchiature non calibrate
in continuo permette di valutare e controllare portano a letture imprecise e a risultati non
le caratteristiche di funzionamento delle solu- affidabili.
zioni progettuali proposte che sono in genere Le vetrine possono essere monitorate a cam-
finalizzate a determinare particolari condi- pione; non tutte le vetrine necessiterebbero
zioni dei parametri ambientali. di essere monitorate se sono costruttivamen-
te identiche, ma è comunque fondamentale
Come si stabilisce un programma che ciascuna sia dotata di sistemi di controlli
di monitoraggio? minimi tali da segnalare eventuali malfunzio-
Il programma di monitoraggio della tempe- namenti correlati anche ad eventi straordina-
ratura e dell’umidità deve essere ben pianifi- ri, mancanza dell’alimentazione, un evento
cato, insieme alla possibilità di immagazzina- meteorologico insolito o un elevato numero
mento dei dati e all’elaborazione dei risultati. di visitatori. È utile confrontare i parametri
Molta letteratura è disponibile in questo con- monitorati all’interno delle vetrine con quel-
testo1. La scelta del posizionamento dei sen- li ambientali in interno e in esterno. È buona
sori per il monitoraggio deve essere operata pratica annotare i dati provenienti da letture
in collaborazione con i conservatori che pos- dirette secondo protocolli prestabiliti.
sono contribuire a identificare le aree/punti di Alcune considerazioni per pianificare un
monitoraggio più opportuni a garantire che le adeguato programma di monitoraggio:
informazioni raccolte siano rilevanti per la ca- Strumenti di registrazione e strumentazio-
ratterizzazione dell’ambiente e la conserva- ne a lettura diretta. Le unità di registrazio-
zione del manufatto. In generale: ne permettono di registrare con intervalli di
• vicino agli oggetti da collezione; tempo più brevi e periodi limitati dalla sola
• lontano da fonti di riscaldamento; capacità di archiviazione dell’unità. I dati ac-
• evitare condizioni per le quali il ricambio di quisiti direttamente devono essere trascritti di
aria sia limitato (se non intenzionale); volta in volta.
• garantire l’accessibilità al sistema/sensore Durata del monitoraggio. Alcuni sistemi
di monitoraggio per le opportune operazioni di registrazione sono in grado di archivia-
di manutenzione; re dati per un anno, ma molto dipende dalla
• assicurarsi che i sensori di monitoraggio si- frequenza di campionamento scelta. Questi
ano calibrati. sistemi richiedono una manutenzione perio-
L’individuazione di un responsabile del siste- dica (mensile/annuale).
ma di monitoraggio all’interno del museo ga- Disponibilità del personale. Gli strumenti a
rantisce una maggiore efficacia e correttezza lettura diretta richiedono il coinvolgimento di
nell’implementazione del programma, oltre a personale, eventualmente formato, per tempi
consentire al personale designato di acqui- anche lunghi se l’attività è svolta su più con-
sire familiarità con le apparecchiature, il loro testi/siti. I sistemi di registrazione richiedono
posizionamento e il loro funzionamento. Que- il coinvolgimento di personale ma i tempi del
sto è fondamentale per garantire una corretta loro coinvolgimento sono inferiori. La conve-
manutenzione delle attrezzature e il controllo nienza si manifesta palesemente nel caso di
monitoraggi per lunghi periodi.
Precisione. La precisione e la frequenza di
campionamento dei dati necessari per valu-
1
Beth Lindblom Patkus. The Environment. Monitoring
Temperature and Relative Humidity, in Technical Leaflet, tare la variabilità dei parametri (temperatura
Preservation. Ed. NEDCC. www.nedcc.org/tleaf22.htm e umidità relativa) all’interno di una vetrina di
70
Il controllo del microclima
71
La scienza delle vetrine
3. PSICOMETRI / TERMOIGROMETRI
2
Ann Hitchcock and Gordon C. Jacoby. (1980). Measure-
ment of Relative Humidity in Museums at High Altitude. Cole-Parmer Instrument Co.
Studies in Conservation, 25, 78-86. 625 E. Bunker Court
72
Il controllo del microclima
The British Museum, Vernon Hills, IL 60061 Perché il controllo della temperatura
The Wellcome Telephone: 847-549-7600 all’interno di una teca è importante?
Trust Gallery
Londra, Gran Bretagna. Fax: 847-247-2929 La stabilità delle condizioni ambientali (tem-
Foto Archivio Goppion peratura e umidità relativa) rappresenta un
4. IGROMETRI CON SENSORI obiettivo prioritario per la pianificazione
A BASE DI CELLULOSA della conservazione e per la progettazione
Humidity Indicator delle vetrine di esposizione. Temperature
Humidial Corporation estreme (25-26 °C sarebbero le condizioni
PO Box 610 di temperatura ottimali) e principalmente
926 S. 8th Street repentini sbalzi di temperatura all’interno
Colton, CA 92324 delle vetrine sono responsabili dei princi-
Telephone: 909-825-1793 pali danni alle opere conservate in ambien-
Fax: 909-825-6271 ti non idonei.
• Molte collezioni nei musei sono costituite
3. CONTROLLO DELLA TEMPERATURA da oggetti che a loro volta sono costituiti da
NELLE VETRINE DI ESPOSIZIONE materiali diversi e diversamente sensibili
Temperature elevate e instabili all’interno di alle variazioni termiche (ovvero, non pre-
una vetrina con rapide variazioni del conte- sentano lo stesso coefficiente di dilatazione
nuto di umidità possono portare a condizioni termica e di propagazione del calore) per-
microclimatiche che accelerano il deteriora- tanto si espandono e si contraggono con
mento dei materiali conservati all’interno. Il differenti velocità. La differente risposta dei
non adeguato progetto dell’impianto di illu- materiali può determinare sull’oggetto nel
minazione interno può essere la causa di tali suo complesso ripercussioni strutturali in
rapide variazioni. profondità, come le screpolature, o sempli-
73
La scienza delle vetrine
74
Il controllo del microclima
vano all’interno della teca con una ventilazio- ché la conduzione è il metodo di trasferimen-
ne insufficiente o inadeguata; installazione di to di calore più efficace, l’individuazione di un
corpi illuminanti o apparecchi inappropriati; materiale isolante tra le aree di illuminazione
oppure, l’illuminazione sulla copertura della e di esibizione può essere un metodo pratico
teca non è correttamente progettata. e a basso costo per ridurre il guadagno di ca-
• Interazione con apparecchiature vicine: le lore dove le temperature elevate non possono
teche di esposizione sono esposte al calore essere evitate.
di apparecchiature elettriche nelle imme- • Utilizzare materiali isolanti per la costru-
diate vicinanze, per esempio i reattori delle zione di elementi di teche soggette a surri-
lampade a fluorescenza, reattori di luci a led, scaldamento per effetto di apparecchiature
unità HVAC, o computer. adiacenti.
Come può essere limitato in fase Può essere impiegata una semplice
progettuale il “surriscaldamento” ventola per ridurre il riscaldamento
all’interno delle teche? indotto dal sistema di illuminazione?
Tra le peculiarità del progetto delle teche vi Le piccole ventole di areazione (simili a quel-
è sicuramente quello della prevenzione del le usate nei PC), relativamente silenziose,
surriscaldamento al suo interno. A questo possono essere installate nelle teche per dis-
scopo l’uso di materiali isolanti può essere sipare il calore indesiderato. La ventola deve
necessario. Poiché l’aumento di temperatura essere posizionata in prossimità della zona
è dovuto al calore generato dagli apparecchi più calda nelle vicinanze del sistema di illu-
illuminanti la loro scelta e posizionamento è minazione (generalmente in alto), con aper-
determinante: tura ingressi per l’aria più fredda a un livello
• Impiegare per la realizzazione della teca inferiore.
materiale conduttivo: è preferibile l’impiego La portata della ventola si misura in CFM (Cu-
di alluminio o lamiera piuttosto che legno. bic Feet per Minute, oppure in italiano m3/h) e
Questi materiali dissipano il calore verso l’e- corrisponde al volume d’aria spostato da una
sterno. ventola in un determinato intervallo di tempo.
• Isolare l’area di illuminazione: l’area di illu- Le prese d’aria o le aperture dovrebbero mi-
minazione deve essere fisicamente separata surare non meno di 3 pollici quadrati (senza
dall’area della teca di esibizione in modo che ostacoli) per CFM (Cubic Feet per Minute)
il trasferimento di calore possa essere con- di flusso d’aria. Se si applica una zanzariera
trollato. Qualsiasi differenza tra le due came- sopra la presa d’aria la sua dimensione deve
re destabilizza la temperatura della teca per essere raddoppiata. L’ostruzione – eccessiva
convezione e riscaldamento conduzione. – della presa d’aria dai filtri troppo densi può
• Ventilare l’area di illuminazione: la ventila- causare il surriscaldamento del ventilatore.
zione nella parte superiore o la parte poste- Deve essere tenuto in considerazione il ru-
riore dell’area di illuminazione permette al more introdotto dai sistemi di ventilazione
calore dei corpi illuminanti di dissipare il ca- che può rappresentare un problema in certe
lore da loro prodotto attraverso correnti con- condizioni. La scelta dei ventilatori dovrebbe
vettive. L’impiego di una ventola di areazione essere indirizzata verso quelli con un livel-
può essere richiesto nel caso di un numero lo di rumore non superiore a 30 dBA. Molti
elevato di corpi illuminanti o in luoghi ristretti. produttori di ventole offrono informazioni sul
• Considerare l’utilizzo di doppi vetri (vetro livello di rumore, così come sulle ore di fun-
isolante) tra le luci e l’area di esibizione: poi- zionamento previste.
75
La scienza delle vetrine
Ad esempio, nel caso di corpi illuminanti da PER VETRI PER LE PARETI DELLA TECA
76
Il controllo del microclima
4
Stefan Michalski, Environmental Guidelines: Defining 5
David Erhardt and Marion Mecklenburg, Relative Humi-
Norms for Large and Varied Collections, AIC Workshop dity Re-examined, Preventive Conservation: Practice and
Papers, Norfolk VA, June, 1996, p.28-33. Theory and Research. Preprints of the Contributions to
the Ottawa Congress, London: IIC, 1994, p.32-38.
77
La scienza delle vetrine
CATEGORIA 3: Attrezzi agricoli in legno, cesti ±15% rispetto al valore di umidità ottimale
BASSE RESTRIZIONI
CATEGORIA 4: Vetro, ceramica, oggetti metallici ±20% rispetto al valore di umidità ottimale
RESTRIZIONI MINIME anche decorati purché stabili
78
Il controllo del microclima
della vetrina, eliminando così i livelli ec- Come può essere impiegato
cessivamente bassi o alti di umidità relativa il gel di silice?
nell’ambito della giornata, fluttuazioni setti- Il gel di silice può assorbire fino al 40%
manali e stagionali. del suo peso a livelli elevati di umidità. La
sua capacità di adsorbire l’umidità dall’am-
Che cos’è il gel di silice? biente in cui si trova si basa sulla sua ele-
Il gel di silice è un materiale cristallino duro, vata porosità quindi sulla grande superficie
inerte, disponibile in grani, polvere, o forme di scambio costituita dai pori superficiali e
di perline sferiche. In commercio è disponi- da pori micro interstiziali, traducendosi in
bile all’interno di contenitori di materiale a una elevata area di scambio di materia di-
base di carta o materiale polimerico. Il gel sponibile. Le molecole d’acqua polari sono
di silice è non infiammabile, non corrosivo e attirate dai gruppi di silicio e assorbite per
non tossico. In ogni caso è utile evitare di ina- capillarità nei pori, e vengono trattenute
lare la polvere del gel di silice. Deve essere fino al loro rilascio (Fig. 2). Il gel di silice
tuttavia sottolineato che i materiali usati per può essere utilizzato per mantenere un
il contenitore possono essere infiammabili o determinato livello di umidità relativa (ad
emettere sostanze volatili inappropriate. esempio a un livello basso, secco) o per
Figura 2.
Schematizzazione
del principio
di adsorbimento
dell’acqua nel gel Surface Surface
di silice. hydratee
Ci sono due tipi di gel di silice, standard e mantenere il valore dell’umidità all’interno
ibrido: di un determinato intervallo (ad esempio a
• Il gel di silice tradizionale è in forma di cri- livelli tra 40 e 60%).
stalli (2-5mm di diametro) ed è stato svilup- Prima dell’uso, il gel deve essere condiziona-
pato come catalizzatore in sintesi industriali, to all’umidità desiderata.
come componente attivo negli essiccatori L’efficacia del gel di silice dipende:
ed in genere in tutti quei processi che richie- • La vetrina deve essere ben sigillata, con
dano un disidratante solido, di forza mode- poca o nessuna perdita d’aria verso l’am-
rata, non tossico e di facile utilizzo. Nell’am- biente circostante.
bito della conservazione nei musei è stato • Deve possedere un vano sufficientemente
impiegato per decenni come essiccante per ampio per lo stoccaggio di una quantità ade-
mantenere l’umidità relativa a livelli più bas- guata di gel, e facilmente accessibile per la
si possibili. sua manutenzione. Per esempio può essere
• Gel ibridi sono stati sviluppati per essere nascosto dietro un pannello nella parte infe-
altamente efficaci sia come assorbitori di riore, sul soffitto, sui lati, o sul retro della ve-
umidità residua che per il rilascio dell’umidi- trina.
tà nel caso di ambiente molto secco. Gel ibri- • Deve essere presente un ricircolo di aria
di sono adatti per mantenere un livello medio all’interno della vetrina e deve investire il gel
di umidità relativa (40-70%). di silice.
79
La scienza delle vetrine
80
Il controllo del microclima
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Tang Dinasty Mural
Painting Hall
Xi’an, Repubblica
Popolare Cinese.
Foto Archivio Goppion
82
La luce artificiale
e la sua applicazione
nel progetto espositivo
83
La scienza delle vetrine
non deve superare il valore di 50 lx per tutti La curva della visibilità, cioè il range di per-
i reperti a fotosensibilità media (ad es. dipin- cezione della luce da parte dell’occhio uma-
ti con leganti a tempera, costumi, acquerelli, no, varia in funzione del singolo osservatore
pastelli, arazzi, stampe e disegni, manoscritti, e delle condizioni di visibilità.
miniature, carta da parati, guazzo, pelli tinte Pertanto una valutazione soggettiva risulta
e la maggior parte di oggetti naturali storici indefinibile se non tramite parametri stati-
inclusi i campioni botanici, pellicce e piume) stici, desunti da studi che hanno coinvolto
o alta (ad es. seta, inchiostri, coloranti e pig- un campione di popolazione che tramite un
menti ad alto rischio di scoloritura, giornali). questionario ha fornito dati sulla percezione
Metalli, pietre e ceramiche, vetri, quando non personale della qualità della scena luminosa
siano trattati con vernici o smalti, non subi- in ambiti espositivi, consentendo di appro-
scono alterazioni anche con illuminamenti su- fondire i risultati dell’indagine oggettiva (cioè
periori a 150 lx, valore limite indicato anche tramite strumentazione). Tali informazioni in-
per molte opere pittoriche a fotosensibilità tegrano l’applicabilità degli attuali standard
bassa (affreschi, quadri su tela con pigmenti sull’abbagliamento e sulla resa cromatica,
a tempera o a olio). definiti da normative internazionali.
Nelle strategie della conservazione e valoriz- Ricordiamo che con l’aumentare del livello di
zazione del patrimonio artistico di particola- illuminamento aumenta la capacità dell’oc-
re importanza è lo studio dell’illuminazione chio di distinguere particolari di piccole di-
anche ai fini dell’allestimento espositivo. mensioni (acuità visiva), perciò il livello di il-
Uno studio attento alle applicazioni della luce, luminamento è considerato universalmente il
naturale o artificiale che sia, permetterà di requisito base per lo svolgimento di qualsiasi
sottolineare le peculiarità tecniche ed esteti- attività umana ed i livelli necessari sono stabi-
che di ogni singolo oggetto. Tale studio ope- liti da enti normativi.
rerà attraverso una serie di test e prove su Il flusso luminoso è uno dei più importanti
modelli e simulazioni in loco per permettere dati per la caratterizzazione delle lampade.
a tecnici e progettisti di definire quantitati- L’ordine di grandezza dei flussi delle sorgenti
vamente e qualitativamente i dispositivi che normalmente utilizzate può andare da poche
illumineranno gli oggetti in modo puntuale e decine di lumen (LED) ad alcune centinaia
circoscritto, evitando così inquinamenti lumi- (lampade a filamento di bassa potenza) e
nosi, riflessi fastidiosi ed effetti indesiderati. può arrivare a migliaia di lumen per lampade
Per una profonda comprensione della natura a scarica di potenza. Perciò la progettazione
della luce è importante partire dalla cono- degli allestimenti non può prescindere dal
scenza della sua natura fisica e dei mecca- proporzionare la quantità e la qualità dell’ap-
nismi di propagazione, specialmente per la porto luminoso a dipendere dalla natura dei
scelta dei dispositivi illuminanti più adatti da materiali esposti.
inserire nel progetto. È però anche eviden-
te che lo studio della luce, nello specifico 1. IL COLORE E LA SUA PERCEZIONE
campo della fruizione delle opere esposte in Come è noto, il colore percepito dipende sia
una mostra, non è da considerare in termini dallo spettro della radiazione incidente, sia
astratti o puramente energetici, ma va piutto- dalle proprietà dell’oggetto. L’apparato visivo
sto posto in relazione agli effetti e agli stimoli e percettivo dell’uomo associa all’interazione
sensoriali ed emozionali sulla persona ed in tra luce e oggetto una sensazione di colore
generale al rapporto dell’illuminazione con le che si definisce apparenza cromatica, sono
comuni attività umane. possibili variazioni cromatiche indotte da
84
La luce artificiale e la sua applicazione nel progetto espositivo
luce diretta, ombre proprie o proiettate e ri- che rientri nell’insieme delle apparenze cro-
flessi. matiche prodotte dall’esposizione alla luce
Ogni fonte luminosa (artificiale e naturale), naturale. Quando la percezione non corri-
quando viene osservata direttamente, pre- sponde a tale aspettativa, l’effetto produce
senta una sua tonalità di bianco, più o meno un giudizio più o meno inconsapevole: se il
“calda” o “fredda”, in funzione delle radia- colore viene enfatizzato senza che la scena
zioni che sono presenti nel suo spettro. Si usa circostante sia alterata, il colore percepi-
la grandezza “temperatura di colore” (unità to viene assunto come reale e in generale
di misura il kelvin, simbolo K) per dare una bello, altrimenti è giudicato falso e brutto.
quantificazione alla tonalità del bianco. Quan- Per far apparire il vero colore dell’oggetto, è
do varia il valore di questa grandezza cam- necessario che lo spettro della luce conten-
biano anche i colori riflessi dell’opera. ga in uguale misura tutte le radiazioni capaci
A prescindere dalla capacità personali di di- di essere riflesse dall’oggetto; se la luce ne
stinguere un colore, la valutazione fisica av- contiene solo una parte, o se una parte risulta
viene in base allo spettro di riflettanza, cioè particolarmente debole, il colore dell’ogget-
la percentuale di luce che viene riflessa per to cambia. Il processo è analogo per corpi
ogni lunghezza d’onda dal materiale colpito che invece di riflettere la luce la trasmetto-
dalla luce. no, ovvero sono trasparenti o traslucidi, op-
Questa apparenza varia sensibilmente al pure per corpi che ri-emettono con pro-
variare dello spettro della luce anche se cessi di fotoluminescenza, come le gemme.
l’oggetto reagisce in modo omogeneo, e Gli effetti descritti risultano tanto più enfatiz-
tuttavia vi sono oggetti che reagiscono con zati quanto più lo spettro del corpo illuminato
un comportamento, detto metamerico, ca- è ristretto, ovvero tanto più le lunghezze d’on-
pace di determinare apparenze cromati- da delle radiazioni che il corpo rinvia, tra-
che straordinariamente differenti a dipen- smette o ri-emette, si addensano in un picco.
dere dall’angolo d’incidenza della luce. Molti materiali hanno picchi di assorbimento
In genere, i colori riconosciuti come reali e/o trasmissione molto stretti e quindi, se il-
sono i colori percepiti alla luce naturale, do- luminati da una luce povera in quella zona, il
tata di elevata intensità e di spettro continuo. loro colore appare incupito, se non addirittura
L’osservatore medio non è cosciente di come alterato.
e quanto si modifichi l’apparenza cromatica Come detto in precedenza, è importante
di un oggetto esposto alla luce naturale, la considerare con cura i colori degli oggetti
quale ha, come caratteristica tipica, grande esposti e quelli delle superfici opache del
variabilità di intensità e spettro. La luce prove- contenitore stesso. Se la teca ha superfici
niente dal cielo e quella proveniente dal sole opache scure, sugli oggetti si formeranno in
provocano apparenze cromatiche sostanzial- genere ombre decise, e il grande contrasto
mente differenti anche in corpi con spettro di di luminanza darà all'esposizione un tono al-
riflessione elementare: per esempio, la neve tamente drammatico, in grado di enfatizzare
appare bianca dove è illuminata congiunta- piccoli oggetti. Di contro, una teca dalle su-
mente da sole e cielo, azzurra dove riceve perfici opache chiare aumenterà il campo lu-
solo luce dal cielo, ovvero nelle zone che de- minoso diffuso, attenuerà le ombre e aiuterà a
finiamo in ombra. cogliere appieno il volume di grandi oggetti,
In assenza di comportamenti palesemente come ad esempio sculture, coppe, scrigni.
metamerici, l’osservatore medio si aspet- Poiché per la percezione è importante tan-
ta da ogni oggetto una sensazione di colore to il contrasto di luminanza quanto quello
85
La scienza delle vetrine
cromatico, l'uso di superfici di esposizione sulta particolarmente evidente nel nostro pa-
colorate va attentamente valutato, come nel ese dove le sedi museali sono spesso esse
caso specifico dei gioielli e delle gemme: un stesse di grande valore storico ed artistico.
velluto rosso può esaltare gemme con colore La scelta dei sistemi di illuminazione, specie
complementare al rosso, come lo smeraldo, per le vetrine espositive, dipende da diversi
e penalizzare invece pietre rosse come il ru- fattori, quali la natura delle collezioni, le esi-
bino o con sfumature troppo prossime al ros- genze di esposizione o le caratteristiche di-
so, come ad esempio la corniola o il topazio mensionali e formali degli espositori
madera. Anche per i metalli il colore delle Alla scelta finale del tipo di illuminazione da
superfici è un'arma a doppio taglio, perché impiegare si dovrà, come già accennato, far
una superficie di esposizione colorata può riferimento ad un attenta valutazione degli
attenuare le loro differenze cromatiche. effetti di degrado indotti da queste sorgenti
luminose su materiali con classi differenti di
2. VALORI DI ILLUMINAMENTO, fotosensibilità.
DOSE DI LUCE E IRRADIANZA UV Le condizioni che governano la percezione
Per quanto riguarda i parametri di controllo degli oggetti, e gli effetti dannosi che questi
dell’esposizione alla luce delle opere (illu- ultimi possono subire, dipendono entrambi
minamento, dose di luce annua e irradianza dalla quantità e dalla qualità spettrale del
UV), il sistema di illuminazione adottato dal flusso luminoso: queste proprietà concorro-
progettista dovrà garantire il rispetto dei va- no del resto a un’azione sinergica, che de-
lori massimi consigliati (o definiti dai conser- termina effetti affatto diversi sia nella quali-
vatori) in funzione della categoria di fotosen- tà della fruizione che nella conservazione.
sibilità dei materiali e degli oggetti esposti in Vi sono materiali che si alterano con mini-
ciascuna vetrina. me quantità di energia, altri che ne subisco-
Prendendo in considerazione la categoria no quantità elevatissime senza patire dan-
“alta fotosensibilità”, in particolare si dovrà no, ma la corretta percezione di entrambi
poter garantire sulle opere un illuminamento i tipi dipende in modo particolare dalla di-
non superiore a 50 lux e una dose di luce an- stribuzione spettrale del flusso energetico
nua inferiore a 150.000 lux/anno. ricevuto.
Il sistema di illuminazione non dovrà causare Per restare dunque nell’ambito museale, l’im-
incrementi di temperatura dell’aria all’inter- pianto d’illuminazione viene usato spesso,
no della vetrina superiori a 1.5 °C passando oltre che per illuminare direttamente il ma-
dalla condizione “off” alla condizione “on” (e teriale esposto, anche per i pannelli descrit-
sino a condizioni termiche di regime). L’irra- tivi o anche solo per evidenziare il percorso
dianza UV dovrà essere inferiore a 75 μW/lm. espositivo. Bisognerà, quindi, sempre pensa-
re al fatto che la parete vetrata di separazione,
3. LA LUCE ARTIFICIALE, qualunque sia la tipologia di teca, possa pro-
SELEZIONE E APPLICAZIONE durre fastidiosi riflessi.
Fare risaltare il singolo oggetto proponendo La soluzione più comune è che la parete
allo stesso tempo un’interazione con l’am- potenzialmente riflettente possa essere trat-
biente è lo scopo principale della ricerca tata con film antiriflesso e comunque non
dell’illuminazione in uno spazio espositivo: esposta direttamente al flusso emesso dalle
concentrare l’attenzione sulle opere esposte, sorgenti luminose o alle riflessioni speculari
ma anche integrarle con l’allestimento degli delle superfici contenute entro lo spazio di
spazi che ospitano l’esposizione. La cosa ri- esposizione.
86
La luce artificiale e la sua applicazione nel progetto espositivo
Sono chiaramente da evitare tutte le condi- rare elettricità statica che potrebbe attirare
zioni di discomfort visivo legate all’abbaglia- polveri che possono provocare a loro volta
mento diretto ed alle riflessioni sull’involucro fenomeni corrosivi.
trasparente. È quindi sempre consigliabile Occorre conoscere e monitorare le variazioni
l’uso di diffusori per evitare l’abbagliamento dell’umidità relativa e della temperatura lungo
diretto, laddove il corpo illuminante sia posi- l’alternarsi delle stagioni per poter formulare
zionato in prossimità di superfici riflettenti, in una scheda in cui andranno annotati i dati con-
particolare è da valutare l’angolo di inciden- cernenti le variazioni di queste grandezze per
za del flusso luminoso sulle superfici. poter proporzionare gli interventi atti a ridurre
La retroilluminazione, dove adottata, dovrà gli effetti negativi legati alla natura del materiale.
essere perfettamente uniforme e non dovran- La temperatura dell’aria interna ed il suo gra-
no essere visibili eventuali discontinuità. do di umidità sono interdipendenti, è quindi
Nella scelta delle sorgenti luminose, un aspet- impossibile separare gli effetti nelle possibili
to progettualmente importante è il conteni- alterazioni.
mento dello sviluppo di calore, specie in pros- Se un materiale è sensibile all’azione fotoliti-
simità di manufatti di particolare delicatezza. ca (cioè alla decomposizione chimica per ef-
fetto della luce con conseguente degradazio-
4. I DISPOSITIVI ILLUMINANTI ne di coloranti e pigmenti), i processi saranno
E IL CONTROLLO accelerati in presenza di un grado di umidità
DEL MICROCLIMA INTERNO più elevato.
Gli interventi legislativi hanno cercato di sta- Da tutto questo si desume la grande impor-
bilire alcuni criteri di minima per limitare i tanza sia del controllo della durata dell’espo-
possibili danni. La Norma UNI 10829 integra- sizione delle collezioni alla luce naturale od
ta da UNI CEN/TS 16163:2014 prescrive una artificiale, in misura commisurata alla sensibi-
metodologia per la misurazione nell’ambito lità degli oggetti alle radiazioni luminose, sia
delle grandezze ambientali termo-igrometri- della necessità di provvedere ad un oppor-
che e di illuminazione ai fini della conserva- tuno filtraggio ed al contenimento dei valori
zione di beni di interesse storico ed artistico di intensità luminosa concentrata, nonché di
e fornisce indicazioni relative alle modalità di evitare contrasti di luminosità sull’opera, mi-
elaborazione e sintesi dei dati rilevati per una rando il più possibile ad un'illuminazione dif-
loro valutazione finalizzata al contenimento fusa e omogenea.
dei processi di degrado. La letteratura corrente indica in 70 milioni di
Dose annuale di luce: quantità di luce che un lux-ora la soglia oltre la quale i pigmenti pos-
oggetto riceve nell’arco di un anno, ottenuta sono subire un danno irreversibile. La media
sommando i valori di illuminamento relativi annua di lux-ora di illuminazione di un reperto
ad ogni ora dell’anno. esposto ad un valore medio di 150 lux dovreb-
Quantità di radiazione ultravioletta: compo- be essere compreso tra i 400.00 ed i 500.000,
nente energetica ultravioletta presente nella calcolati compatibilmente con gli orari d’aper-
radiazione luminosa rapportata alla compo- tura. Ovviamente la soluzione più efficace per
nente visibile della stessa. evitare problemi dovuti ad una esposizione
Un’umidità relativa troppo alta può causare prolungata è il contenimento degli orari di visi-
la presenza di muffe ed altri agenti patogeni ta e la rotazione del materiale delle collezioni.
che potrebbero ingenerare effetti di corro- Inutile e a volte pericoloso è l’uso di senso-
sione; un’umidità relativa troppo bassa può ri atti ad accendere e spegnere il dispositivo
indurre fragilità in alcuni materiali e ingene- illuminante solo in presenza di pubblico, poi-
87
La scienza delle vetrine
88
La luce artificiale e la sua applicazione nel progetto espositivo
I vantaggi I vantaggi
• Spettro luminoso simile a quello solare • Basso consumo energetico ad alte prestazioni
• Lunga durata
Gli svantaggi
• Dimensioni Gli svantaggi
• Alto consumo energetico • Maggiori dimensioni
• Lunga durata • Relativo sviluppo di calore
• Sviluppo di calore
5.3. ILLUMINAZIONE ALOGENA
5.2. LAMPADE FLUORESCENTI L’illuminazione alogena è particolarmente
Le lampade fluorescenti sono disponibili in adatta per creare sfondi uniformi, illuminazio-
un’illuminazione indiretta o grande area per ne di oggetti e vetrine dall’alto e come illumi-
l’uso, nonché oggetto, vetrine e l’illuminazio- nazione commerciale.
ne del negozio.
Altri tipi di lampade, come ad esempio le I vantaggi:
lampade fluorescenti o a ioduri metallici, • Radiazioni UV ridotte attraverso speciali filtri
vengono usati più raramente, sia per le loro • Feritoie di ventilazione o diffusore impedi-
maggiori dimensioni, sia perché presenta- scono l’abbagliamento diretto
no uno spettro a righe che può penalizzare
l’apparenza cromatica di molte gemme. La 5.4. LED (LIGHT EMITTING DIODE)
figura di seguito riporta alcuni spettri tipici La diffusione dei LED (Light Emitting Diode), è
di lampade fluorescenti, dove si osserva la notevolmente aumentata arricchendo la scelta
predominanza di alcune lunghezze d’onda: di sorgenti luminose: il rapido sviluppo della
il colore di gemme con spettri molto picca- tecnologia promette sempre maggiore poten-
ti, se illuminato da lampade simili, può dun- za e qualità spettrale; per queste sorgenti si
que cambiare notevolmente se i picchi del preannuncia un sempre maggiore successo,
suo spettro non corrispondono a quelli della anche per la forte adattabilità dovuta alle ri-
lampada. dotte dimensioni del corpo illuminante.
89
La scienza delle vetrine
Rispetto agli altri sistemi più tradizionali, del suo uso ma di per sé un LED produce
come le lampade alogene o quelle fluore- una singola luce monocromatica. Quindi a
scenti, il LED produce luce tramite elettrolu- differenza degli altri sistemi di illuminazione
minescenza, non necessita né di riscaldare con uno spettro continuo in cui sono presenti
filamenti né di eccitare vapori. Al contrario contemporaneamente tante frequenze cro-
l’energia elettrica è convertita direttamente matiche che unendosi formano la luce che
in luce evitando così di disperdere la qua- percepiamo, il LED ha una sola frequenza,
si totalità dell’energia in calore o di essere di conseguenza un solo colore e quindi non
fortemente vincolato al variare della tem- emette né UV né IR.
peratura, ma soprattutto riducendo in modo Tutto ciò riduce al minimo il rischio di dan-
drastico il consumo energetico. In alcuni neggiare gli oggetti illuminati, risolvendo
casi, a parità di luce emessa, il LED consu- così un problema che da sempre interessa in
ma fino al 90% in meno rispetto alle lampa- modo particolare i manufatti realizzati in ma-
de alogene. teriale più sensibile al deterioramento dovuto
C’è un altro aspetto che rende il LED all’illuminazione, specie se concentrata.
eco-sostenibile: la sua durata nel tempo. Rispetto alle sorgenti tradizionali, i LED pre-
Una lampada a LED può superare le 50.000 sentano vantaggi e svantaggi.
ore di utilizzo, contro le 2.000 ore di media
di una lampada alogena. Questa particolare I vantaggi
durata nel tempo, unita ad un flusso di degra- • Dimensione minima
do lento e progressivo implica una sensibile • Generazione di calore lieve
diminuzione della manutenzione durante l’u- • Nessuna emissione di UV
so e una minor frequenza di sostituzione, 25 • Facilità di installazione e manutenzione
volte di meno rispetto alle lampade alogene. • La luce può essere messa a fuoco in continuo
La luce emessa dai diodi è una luce dallo
spettro piccato. Per le realizzazioni civili, que- Gli svantaggi
sto spettro viene composto e/o corretto con • La necessità di utilizzare lenti per convo-
processi di miscelazione e fluorescenza. gliare il flusso luminoso
Nel primo caso vengono miscelate tre luci • Uno spettro carente soprattutto nelle bande
primarie, tipicamente verde, rossa e blu, in estreme del visibile
modo che, dosando le singole potenze, si
ottenga luce variamente colorata con il pro- La figura sotto mostra lo spettro delle emis-
cesso della sintesi additiva. Nel secondo sioni LED.
caso, un diodo a emissione blu
viene ricoperto con una calotti-
na fluorescente, in modo che la
luce emessa acquisti uno spet-
tro variamente esteso.
Si sente spesso parlare della no-
cività dei raggi UV e IR e dell’as-
senza di emissione da parte dei
LED.
Lo spettro luminoso dei LED
può variare molto in funzione
della scelta del tipo di LED e
90
La luce artificiale e la sua applicazione nel progetto espositivo
91
Colosseo, vetrina
per la mostra
"La Biblioteca Infinita"
Roma, Italia.
Foto Archivio Goppion
92
La chimica nelle vetrine
Intervallo di accettabilità
MATERIALI T °C ΔT °C MAX. RH % ΔRH% MAX
di temperatura (T)
e umidità relativa (RH) CARTA, CARTAPESTA... 18÷22 1.5 40÷55 6
per alcune categorie
TESSUTI, FIBRE NATURALI... 19÷24 1.5 30÷50 6
di beni secondo
la Norma UNI10829. DISEGNI SU CARTA, ACQUERELLI, PASTELLI... 19÷24 1.5 45÷60 2
DIPINTI SU TELA, PITTURE A OLIO SU TELA
19÷24 1.5 45÷60 6
E CANOVACCIO, TEMPERE, GUAZZI
SCULTURE POLICROME DI LEGNO, LEGNO
DIPINTO, PITTURE SU LEGNO, ICONE DI LEGNO, 19÷24 1.5 50÷60 4
STRUMENTI MUSICALI DI LEGNO
93
La scienza delle vetrine
Per quanto la conoscenza dei parametri ter- sensibile a questi fenomeni, a meno che non
moigrometrici sia fondamentale per capire sia fissata. Il nitrato di cellulosa e le pellico-
come il microclima possa agire sui vari mate- le in acetato possono perdere i plastificanti
riali conservati, è comunque necessario valu- nell’invecchiamento: ciò causa deformazioni
tare anche quale sia l’impatto di specifici in- e cracking. Un range di umidità relativa tra
quinanti indoor sugli oggetti storico-artistici. il 40 e il 65% non dovrebbe causare cam-
In questo capitolo, vengono descritti rischi biamenti significativi alla maggior parte dei
e degrado in funzione della composizione materiali organici. Gli oggetti possono abi-
dei manufatti di interesse storico-artistico, tuarsi al loro ambiente, come descritto in
dell’ambiente e dei più comuni inquinanti at- una norma europea che valuta le fluttuazioni
mosferici indoor. storiche2,3.
Ad esempio, gli smalti sono molto sensibili al
1. I PRINCIPALI MECCANISMI degrado fisico: l’argento ha un elevato coeffi-
DI DEGRADO ciente di espansione termica, mentre quello
Lo studio del degrado è complesso per del vetro è vicino a zero. È stato visto che flut-
le difficoltà nel separare gli effetti dei vari tuazioni termiche giornaliere superiori a 2 °C
agenti di degrado poiché nessun fattore agi- generano micro-cracking all’interfaccia vetro
sce singolarmente. L’effetto di ognuno viene metallo4. Fluttuazioni di 8 °C hanno generato
potenzialmente influenzato dalla presenza perdite di scaglie di vetro. Fluttuazioni di umi-
concomitante degli altri; quindi l’esposizione dità e temperatura possono influenzare i cicli
ad un fattore potrebbe rendere il materiale di dissoluzione/cristallizzazione di sali (ad es.
maggiormente suscettibile alla successiva solfati) presenti in materiali porosi, come in
azione degli altri. L’effetto osservato è plau- qualche pietra e ceramica, provocando mo-
sibilmente frutto di una sinergia di più fattori. dificazioni strutturali degli oggetti.
In generale si possono elencare tre principali
meccanismi secondo i quali i materiali subi- 2. Degrado chimico. Molti materiali interagi-
scono modifiche: scono chimicamente con l’ambiente. Quando
l’umidità relativa è elevata in presenza di in-
1. Degrado fisico. I cambiamenti di tempe- quinanti, i metalli subiscono una corrosione
ratura e umidità relativa causano espansio- più rapida. I materiali organici, generalmen-
ne e contrazione dei materiali. In ambiente te, subiscono reazioni di idrolisi acida e os-
confinato, i materiali inorganici compositi, sidazione con variazioni cromatiche evidenti
a causa della differente dilatazione dei me- e microfessurazioni. Tuttavia, nel caso della
talli presenti in funzione della temperatura, carta, non è chiaro se fluttuazioni di umidità
possono dar luogo al distacco di frammen- relativa possano accelerarne la degradazione
ti. La maggior parte dei materiali organici chimica. Alcuni materiali sono estremamente
sono igroscopici e in equilibrio con l’umidi- sensibili a livelli molto bassi di inquinamento,
tà relativa: espansione e contrazione posso- come ad esempio l’argento con il solfuro di
no causare deformazioni e fessurazioni. Gli idrogeno e la gomma con l’ozono. Molte rea-
oggetti in cera, a temperature superiori ai zioni richiedono la contemporanea presenza
30 °C si ammorbidiscono e di conseguenza di un inquinante, ossigeno ed acqua. Valori
attirano molta polvere, rendendo necessarie elevati di umidità relativa aumentano la velo-
puliture aggressive; per temperature infe- cità di molte reazioni di degradazione chimi-
riori a 13 °C, la cera d’api diventa fragile e ca: per esempio, l’acetato di cellulosa produ-
si fessura1. La carta non è particolarmente ce un'acidità tre volte superiore passando da
94
La chimica nelle vetrine
valori di umidità relativa del 35% al 75% a 20 che le vetrine. Adeguati sistemi di filtraggio
°C. Il lattice di gomma esposto a 200 mg/m3 dell’aria bloccano anche il particolato di ori-
di ozono si ossida 160 volte più velocemente gine esterna, evitando un notevole rischio di
a umidità relativa del 91% rispetto al 50%5. Il degrado: infatti, in ambienti confinati, la de-
piombo si corrode 60 volte più velocemente posizione delle particelle avviene per termo-
quando esposto a 1000 mg/m3 di acido aceti- foresi ed elettroforesi sulle superfici con tem-
co al 75% di umidità relativa che non al 34%. peratura inferiore rispetto all’aria circostante.
Il controllo e la manutenzione dei filtri dei
3. Degrado biologico. I materiali, prevalen- termoconvettori, il controllo delle aperture
temente quelli organici, costituiscono ottimi delle finestre e delle porte di ingresso (ad es.
substrati per la crescita di muffe e di insetti inserimento di tendaggi) rappresentano dei
parassiti. Assumendo sostanze dal substrato a modi semplici ma efficaci per ridurre l’inqui-
scopo nutrizionale (molecole organiche, sali namento.
minerali), i microorganismi emettono catabo-
liti (ad esempio acidi organici quali ossalico, 2. Inquinanti indoor provenienti dall’emis-
succinico, citrico, fumarico ecc. e molecole sione di arredi museali, materiali di costru-
ad azione chelante) capaci di provocare la zione (tinte, sigillanti...), materiali per la
solubilizzazione dei materiali, rilasciano pig- pulizia, opere d’arte, turisti e personale del
menti fotosintetici (microorganismi autotrofi) museo. Oltre agli inquinanti inorganici di ori-
e esopigmenti (funghi, batteri) che provoca- gine esterna, all’interno si ha la presenza di
no alterazioni cromatiche. La presenza di bio- acidi organici (acido formico, acido acetico),
deteriogeni determina alterazioni che si ma- formaldeide, composti organici volatili (VOC)
nifestano in modi molto diversi al punto che ed un aumento di CO2 e polvere determina-
spesso un semplice riconoscimento visivo to dal flusso dei visitatori e dal personale del
non risulta sufficiente all’individuazione delle museo. Il legno e molti altri materiali da co-
cause biologiche dell’alterazione stessa. struzione per vetrine e teche emettono acido
acetico, formico e altri acidi volatili, ma se per
2. INQUINANTI ATMOSFERICI alcuni di questi gas si conoscono gli effetti di
Gli inquinanti (gassosi o adsorbiti sul partico- deterioramento, per molti altri gli effetti non
lato) presenti in ambiente museale possono sono noti6-8. Le condizioni di temperatura e
essere classificati come segue: umidità relativa costanti negli ambienti con-
finati, soprattutto nelle teche, rendono basso
1. Inquinanti outdoor provenienti dall’area lo scambio di aria: ciò produce un aumento
urbana in cui il museo è posizionato. Ossi- di inquinanti emessi dai materiali durante il
di di azoto, ossidi di zolfo, idrogeno solforato, loro invecchiamento naturale. In vetrine poco
solfuro di carbonile (COS), anidride carbo- ventilate, la concentrazione di acidi organici
nica e ozono sono tipicamente i gas prodotti e VOC è spesso più alta rispetto agli inqui-
dalle emissioni industriali e domestiche e dal nanti inorganici creando un effetto di green
traffico veicolare: la loro azione degradativa houses e favorendo le crescite microbiologi-
verso i beni culturali è ben nota. Poiché questi che9,10. All’interno di cornici microclimatiche,
inquinanti provengono principalmente dall’e- concentrazioni elevate di acido acetico, aci-
sterno, ridurre le loro concentrazioni in am- do formico, toluene, α-pinene, xilene e limo-
biente museale implica ridurre lo scambio nene possono provocare danni ai materiali
di aria con l’esterno migliorando i sistemi di pittorici. In particolare, α-pinene e limonene
filtraggio dell’aria e sigillando sia gli edifici reagendo con agenti ossidanti, potrebbero
95
La scienza delle vetrine
Museo dell’Opera
del Duomo
Firenze, Italia.
Foto Archivio Goppion
96
La chimica nelle vetrine
produrre una emissione secondaria di VOC camente ridotta. Questo inquinante aumenta
(acido formico e acetico, aldeidi e acidi gras- la velocità di idrolisi nella carta, nel pellame,
si)6,9. All’interno delle cornici microclimatiche nei tessili e corrode i metalli. SO2 gassoso sul-
si verifica un emissione dei componenti del la superficie di pellami trattati con tannini si
dipinto (leganti e vernici): per invecchiamen- ossida a SO3 per idrolizzare ad acido solfo-
to, i leganti oleosi si ossidano e si idrolizzano rico. Gli oggetti in pellame e i tessili presen-
producendo acidi grassi liberi che per quan- tano depolimerizzazione e un elevato conte-
to poco volatili si condensano sul vetro della nuto di solfati: in casi estremi, la superficie si
cornice producendo l’effetto ghost11. Molti polverizza. Gli oggetti in carbonato di calcio
sono i materiali che emettono gas durante (conchiglie, statuette in marmo...) sono sog-
l’invecchiamento, ad esempio, nelle teche si getti a formazione di solfato di calcio (ges-
conserva meglio un singolo foglio di carta so) soprattutto in presenza di elevati valori di
che non una risma di carta che intrappola i umidità relativa. I materiali ligneo-cellulosici
gas generati. Pertanto sarebbe necessario si infragiliscono, sbiadiscono e sono soggetti
che tutti i materiali utilizzati per la conserva- alla comparsa di macchie. In genere i mate-
zione e la fruizione (vetrine, cornici, carte...) riali metallici tendono a corrodersi formando
fossero controllati per escludere un loro po- ossidi: i bronzi e gli oggetti in rame si rico-
tenziale contributo alla formazione di atmo- prono di una patina di colore verde-azzurro
sfere corrosive e ossidative. La tabella riassu- formata principalmente da brochantite [Cu-
me gli inquinanti potenzialmente emessi dai SO4CU(OH)2].
materiali utilizzati nei musei, e spesso usati b) Biossido di azoto. È un agente ossidante
per la costruzione di vetrine. e rappresenta il secondo maggior pericolo
per l’ossidazione dei materiali organici. La
Emissione di inquinanti
Inquinante Inquinante maggior parte dei coloranti organici presen-
da parte dei materiali. MATERIALE Solfuri
organico ossidante
M: possibile emissione di ti nei dipinti e nei tessuti è particolarmente
inquinanti che in alcuni LEGNO si M M
sensibile alla sua azione. La velocità di sco-
casi sono rilasciati dai PRODOTTI
materiali; questi materiali LIGNEI
si M M lorimento aumenta rapidamente in funzione
devono essere controllati
PITTURA M M M
dell’illuminazione e dell’umidità relativa.
prima del loro utilizzo. c) Ozono. È l’inquinante con le più elevate
ADESIVI M M M
caratteristiche ossidanti ma presente a bassa
SIGILLANTI M M M
concentrazione; è estremamente reattivo ver-
MOBILIO M M M
so i composti presenti sulle superfici esposte
GOMME M ? si con conseguente possibile alterazione delle
VERNICI M M M medesime. Produce effetti dannosi sui ma-
PLASTICHE M M ? nufatti ed in particolare sui pigmenti utilizzati
METALLI no no no nei dipinti, sui coloranti organici, sui materiali
VETRO no no no tessili di vario genere. L’ozono reagisce con
i doppi legami dei materiali organici e, ad
Di seguito si riassumono gli effetti chimici os- esempio, è responsabile della perdita delle
servati per ciascun inquinante; proprietà elastiche delle gomme con infragi-
a) Biossido di zolfo. Esso reagisce con il vapor limento della superficie. Tale effetto è accele-
d’acqua nell’aria per generare acido solfori- rato da un aumento dell’umidità relativa.
co ed è stato l’inquinante più pericoloso del d) Solfuro di idrogeno e solfuro di carbonile.
passato. Attualmente, grazie alle normative Questi inquinanti causano l’annerimento del-
ambientali, la sua concentrazione si è drasti- le superfici di argento. La reazione iniziale è
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La scienza delle vetrine
98
La chimica nelle vetrine
ferro
Ritardanti di fiamma Sali inorganici
OSSIDI Plastiche Nitrato di cellulosa Rame e ferro, tessili e film, 12,15,16
stampanti gomme
AMMINE, Sigillanti Silicone di tipo alcalino Corrosione di metalli, 6
99
La scienza delle vetrine
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La chimica nelle vetrine
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La scienza delle vetrine
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La chimica nelle vetrine
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La scienza delle vetrine
giorni a pochi mesi, e che dipende dalla fase esposte per un periodo di tempo piuttosto
stazionaria e dagli analiti in questione. I ri- lungo, almeno quattro settimane, al termine
sultati forniscono una concentrazione media del quale le strisce vengono ispezionate vi-
dell’analita nel periodo di tempo indagato. sualmente, sebbene esistano altri metodi per
L’accumulo degli analiti nella fase stazionaria analizzare i prodotti di degrado4. I risultati
non dipende solo dalla temperatura di eser- sono indicativi di come gli effetti delle condi-
cizio e dal coefficiente di diffusione dell’anal- zioni ambientali si sono accumulati nel perio-
ta nella fase stazionaria, ma anche dalla ve- do di integrazione.
locità di flusso dell’aria. Se questa è troppo Le AD strips sono delle strisce di carta sulle
bassa, gli analiti non vengono efficacemente quali è stato depositato un indicatore di pH (il
rimpiazzati all’interfaccia con la fase stazio- verde di bromocresolo), il quale assume una
naria, e le concentrazioni risultanti sono una colorazione diversa a seconda della concen-
sottostima delle concentrazioni reali11. Questa trazione di sostanze acide. Vengono normal-
condizione si può verificare in ambienti con mente esposte per un paio di giorni e la lettu-
aria piuttosto statica, come ad esempio all’in- ra, visuale o colorimetrica, per una maggiore
terno di vetrine, nelle quali il campionamento accuratezza, va fatta immediatamente, poiché
attivo potrebbe rappresentare una soluzione la risposta è reversibile. Il metodo consente
più affidabile. una indicazione rapida di una condizione di
In alternativa ai metodi sopra descritti, esi- potenziale rischio e il grande vantaggio di
stono delle metodiche di monitoraggio che queste strisce consiste nella loro economicità
campionano attivamente e in continuo l’aria; e praticità.
queste si basano sull’impiego di diverse tec- Più evoluto e con una risposta più elabora-
niche analitiche, le quali variano da analita ta, è il dosimetro MEMORI8. Il dispositivo si
a analita o che sono valide per una intera avvale dell’impiego di due vetri sensibili a
classe di analiti. Le tecniche impiegate pre- temperatura, umidità e luce UV, uno dei quali
sentano generalmente una buona sensibi- reagisce con i gas ossidanti tipici dell’inqui-
lità e accuratezza ed i risultati forniti sono namento outdoor, e l’altro sensibile agli acidi
le concentrazioni puntuali e in continuo dei organici, tipici dell’inquinamento indoor. Per
vari analiti. una corretta valutazione della qualità dell’aria
Metodi indiretti. I metodi indiretti in genera- i dosimetri vanno esposti per almeno 3 mesi;
le si basano su una relazione esposizione-ef- la risposta, rilevata con un lettore portatile al
fetto, e non sono quindi in grado di quantifi- termine dell’esposizione, viene fornita diffe-
care e speciare gli analiti presenti nell’aria renziata per materiale, con riferimento ai va-
indagata. lori di rischio riportati in letteratura.
Tra i metodi indiretti più comuni troviamo Sono infine disponibili anche dei lettori in
quelli che impiegano delle strisce metalliche tempo reale, come ad esempio AirCorre e
(ISO 922380, e ISO 11844-181 e ISO 11844-282), On Guard. Il primo sfrutta il principio del-
le quali, esposte ad un particolare ambien- la variazione della resistenza elettrica di
te, si degradano. Sono numerose e possono un sensore metallico il quale viene corroso
essere scelte o per rappresentare l’oggetto dall’atmosfera a cui è esposto. L’altro sfrutta
in esame, o per la loro reattività a specifici una microbilancia a cristallo di quarzo sul
inquinanti (argento, reattivo nei confronti di quale viene depositato un metallo. Questo si
solfuri e cloruri; piombo, sensibile agli acidi corrode quando esposto, e cambia conse-
organici; rame, sensibile a solfuri, cloruri e guentemente il suo peso. La bilancia risuona
ossidi)83. In questo caso le strisce vengono a una frequenza precisa, la quale cambia al
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La chimica nelle vetrine
variare del peso del metallo, che, a sua volta, come il legno, la natura delle specie emesse
cambia quando si corrode per effetto dell’e- é riportata in letteratura, per molti altri ma-
sposizione. teriali si può generare la necessità di investi-
gare quali siano le specie da loro emesse. In
Mitigazione questo contesto si inserisce il test Oddy12 il
Se si è verificato un danno all’oggetto, o si quale viene impiegato per verificare se i ma-
pensa che questo possa accadere a breve: la teriali che costituiscono una vetrina emetto-
prima azione è da compiere è sempre quel- no degli inquinanti in grado di danneggiare
la di rimuovere l’oggetto dall’ambiente in cui tre tipi di metalli (piombo, rame e argento),
è conservato e trasferirlo in un posto con un e, per estensione, gli altri materiali che mo-
ambiente più idoneo. Nel frattempo si cerca strano una simile sensibilità agli inquinanti.
di rettificare il problema tramite l’attuazio- In questo test tre strisce metalliche, la cui su-
ne di strategie di mitigazione. In particolare perficie é stata preventivamente abrasa per
bisognerebbe rimuovere gli inquinanti, ri- aumentarne la superficie reattiva, vengono
muovendo o bloccando quando possibile la esposte ai vapori emessi da 2 g del materiale
sorgente che li emette. Tornando al concetto da investigare per 28 giorni, in presenza di 2
di mitigazione, quando non é possibile ri- ml di acqua, a 60 °C, in un ambiente chiuso
muovere o bloccare la sorgente che li emette, e di dimensioni ridotte (come quelle di una
si può diminuire la concentrazione degli in- provetta). Al termine dell’esposizione, i mate-
quinanti tramite l’impiego di mezzi sorbenti riali vengono analizzati visivamente. Recente-
o modificando i flussi d’aria nell’ambiente di mente è stato proposto un test Oddy anche
conservazione. per i materiali cellulosici7.
La migliore strategia di mitigazione, sebbene Nei casi in cui non sia possibile rimuovere le
non sempre applicabile, è quella di evitare l’u- sorgenti di sostanze inquinanti, bisogna ra-
so di materiali che emettono elevate quantità gionare se è possibile intervenire sulla velo-
di inquinanti. Questo si può fare sia rimuoven- cità con cui l’aria viene scambiata con l’ester-
do i materiali emissivi, o selezionando in pri- no. Nel caso di sistemi chiusi all’interno dei
mo luogo dei materiali che emettono basse quali viene confinata l’opera d’arte, come ad
quantità di inquinanti. Il problema principale esempio vetrine o cornici microclimatiche,
è legato al fatto che tutti i materiali organici un fattore su cui si può agire se al loro interno
(legno, tessuti, ecc.) emettono specie volatili, si accumula una elevata concentrazione di so-
in maggiore o minore quantità, e che que- stanze inquinanti, è l’areazione. Infatti quando
sti spesso fanno parte degli interni di edifici il sistema è chiuso in maniera relativamente
storici o dell’oggetto stesso (come ad esem- ermetica, gli inquinanti emessi rimangono
pio alcune cornici di quadri) e non possono intrappolati all’interno88. Un possibile metodo
pertanto essere eliminati84-86. Quando non è di mitigazione in questo caso sarebbe quello
possibile rimuoverli, in alcuni casi è possibi- di agire sul grado di scambio dell’aria con l’e-
le bloccare le emissioni coprendo i materiali sterno (air exchange rate; AER), a patto che la
emissivi con delle barriere, come ad esempio qualità dell’aria esterna sia accettabile89. Un
delle pellicole in alluminio87. Questa strategia sistema con un basso AER consentirà infatti
è piuttosto semplice, economica e decisa- l’accumulo degli inquinanti generati interna-
mente fattibile, ad esempio, per quelle parti mento, ma impedirà l’ingresso di inquinanti
della vetrina che non sono in vista. generati esternamente. Al contrario un siste-
Sebbene per alcuni materiali che costitui- ma con un alto AER consentirà la dispersione
scono una vetrina o cornice microclimatica, degli inquinanti generati internamente per di-
105
La scienza delle vetrine
luizione con l’aria in ingresso dall’esterno, ma regolarla. Entrambi possono essere rigenera-
provvederà una minore protezione dalla pol- ti per riscaldamento.
vere, dagli inquinanti generati esternamente Infine è possibile filtrare l’aria in ingresso
o dalle fluttuazioni di umidità dell’edificio o nella vetrina, o filtrare l’aria che viene fatta
della stanza in cui l’oggetto si trova90. La misu- ricircolare all’interno della vetrina, tramite
razione della AER è relativamente semplice e l’impiego di pompe e filtri specifici per la
si basa sull’impiego di un gas tracciante (DIN polvere e gli inquinanti. È possibile regolare
ISO 16000-891), il quale viene iniettato nella l’umidità relativa impiegando anche dei deu-
vetrina, e in seguito si monitora la velocità midificatori o dei sistemi di controllo dell’u-
con cui la sua concentrazione diminuisce nel midità. Questi hanno dei costi iniziali relativa-
tempo. La scelta tra sistemi con alta o bassa mente elevati, ma a lungo termine sono più
AER va basata quindi sulla qualità dei mate- economici dei gel di silice che vanno perio-
riali presenti, la natura dell’oggetto esposto, e dicamente sostituiti.
naturalmente le condizioni ambientali ester- Infine esistono dei casi particolari in cui si ri-
ne. Quando si decide di aumentare l’AER del tiene necessario rimuovere l’ossigeno dalla
sistema in cui l’oggetto è confinato al fine di cornice microclimatica, al fine di bloccare le
diluire gli inquinanti presenti al suo interno, lo reazioni di ossidazione. In questi casi si pos-
si può fare sia aprendolo, o realizzando dei sono costruire delle cornici anossiche in cui
fori nella sua struttura, o impiegando delle l’ossigeno viene eliminato in maniera passiva
pompe o delle ventole per aumentare for- o attiva95,96. Nel primo caso nelle cornici viene
zatamente la circolazione dell’aria. In questo fatto fluire azoto prima della chiusura dell’og-
caso è possibile impiegare dei filtri in grado getto, o l’ossigeno viene eliminato facendo il
di migliorare la qualità dell’aria in ingresso. vuoto; le cornici devono avere una tenuta in
Un’altra possibile via di mitigazione è quel- grado di assicurare che l’ossigeno non pene-
la che impiega sostanze adsorbenti, le quali tri successivamente (ci si aspetta garantisca-
possono essere inserite direttamente nelle no una tenuta di almeno 10 anni). Nel secondo
vetrine92,93. Nel corso del progetto europeo caso si fa fluire continuamente un gas inerte
MEMORI è stato provato che il miglior mez- all’interno della cornice97. Si tratta di sistemi
zo adsorbente per gli inquinanti è il carbone piuttosto costosi che devono essere impiegati
attivo94. Si tratta di un sistema semplice e re- solo in casi di reale necessità e solo nei casi
lativamente poco costoso da impiegare per in cui si è certi che l’oggetto conservato non
mitigare la qualità dell’aria all’interno delle possa essere danneggiato dalle condizioni di
vetrine, ma il suo posizionamento richiede anossia98,99. Ad esempio è noto che il blu di
una serie importante di considerazioni, tra Prussia è più stabile in un ambiente che con-
cui l’impatto visivo che questo potrebbe ave- tiene dal 5% al 21% di ossigeno piuttosto che
re, la necessità di sostituirlo quando non è più in assenza di ossigeno, pertanto le cornici
efficace, e il suo posizionamento, al fine di anossiche non devono essere impiegate per
minimizzare l’impatto delle aumentate con- la conservazione di acquerelli che contengo-
centrazioni locali sul degrado dell’oggetto. no questo pigmento.
Nel caso in cui si voglia controllare l’umidità
relativa si possono impiegare gel di silice, o
altri materiali come le zeoliti. Mentre i primi
sono in grado di tamponare l’umidità intorno
a valori specifici, i secondi assorbono sem-
plicemente l’umidità ma non sono in grado di
106
La chimica nelle vetrine
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The British Museum,
The Waddesdon
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Foto Archivio Goppion
112
La stabilità
delle vetrine museali
113
La scienza delle vetrine
114
La stabilità delle vetrine museali
115
La scienza delle vetrine
indicata la tipologia e frequenza di ispezioni per contrastarne gli effetti in servizio. Le rela-
manutentive. tive istruzioni devono essere sempre esposte
Nella Norma UNI EN 15999-1:2014 esistono le per esteso nel MUM.
specifiche per il comportamento dei compo- Per ogni rischio citato nell’allegato I della Di-
nenti, con particolare attenzione per le parti rettiva Macchine, va specificata l’operazione
mobili, pareti o sportelli. Essa individua diffe- (e gli operatori addetti) coinvolta: T Trasporto
renti tipologie di rischio. - I Installazione - F Funzionamento - Re Re-
Ad esempio, nell’ambito della tipologia di golazione - M Manutenzione - P Pulitura - Ri
rischi di funzionamento, legata alla fase di Riparazione. In presenza di non conformità si
montaggio del manufatto, il contenitore non riporta l’indicazione NC e si indicano le pro-
deve assumere configurazioni che possano cedure per rendere conforme la macchina, in
costituire un rischio per l’operatore. Occor- riferimento alle linee guida per la sicurezza.
re quindi evitare spigoli e finiture superficiali
che possano causare lesioni oppure adottare Manuale di uso e manutenzione (MUM)
protezioni adeguate nel caso siano riscon- Deve contenere tutte le informazioni necessa-
trabili dei rischi. Gli elementi mobili, se non rie e sufficienti a montare, installare, mettere
intrinsecamente sicuri, devono essere muniti in funzione, manutenere e riparare (con piena
di protezioni o dispositivi di protezione per sicurezza dell’operatore e dei tecnici addet-
prevenire danni alle persone. ti alle altre attività) il manufatto. Vi si trovano
Nell’ambito dei rischi dovuti ad errori di i riferimenti normativi tecnici (con eventuali
montaggio, si devono sviluppare sequenze certificazioni di Qualità Totale ISO) e le mo-
di montaggio che minimizzino gli errori di dalità di collegamento con uffici di assisten-
montaggio. Eventuali errori di connessione za e vendita della Ditta produttrice del con-
(specialmente in cerniere e cavi elettrici) non tenitore (e della Ditta commercializzatrice,
devono generare rischi. Si consiglia di usare se non coincidente con il produttore) e delle
indicazioni pittografiche sui pezzi per guida- Ditte produttrici di tutte le parti commerciali.
re le connessioni.
Si noti che l’entità del rischio R è individua- Installazione
bile come prodotto dell’entità del danno M • smontaggio per trasporto,
(magnitudo) per la probabilità P che l’evento • trasporto dei componenti (incluse opera-
dannoso si verifichi. Una logica conseguen- zioni di carico, scarico e indicazioni per lo
za della moderna accurata progettazione dei stivaggio ed immagazzinamento),
manufatti porta a ridurre, o a rendere molto • operazioni di piazzamento e fissaggio (in-
improbabili, guasti o incidenti molto dannosi. cluse le eventuali specifiche di isolatori con-
Se la progettazione non è accurata e adegua- tro vibrazioni, correnti parassite etc..),
tamente controllata, la distribuzione statistica • assemblaggio delle parti elettriche ed elet-
degli eventi di danno può alterarsi (in peg- troniche,
gio!) in modo significativo. • assemblaggio delle parti pneumatiche,
Per ogni componente devono essere esegui- • assemblaggio delle parti oleoidrauliche,
te l’analisi, l’eliminazione dei rischi e l’ado- • operazioni di messa a punto e primo avvia-
zione (o indicazione) di contromisure per i mento,
rischi residui. Tali eventuali rischi residui (non • specifiche di rodaggio,
eliminati con revisioni progettuali o interventi • reinstallazione,
preventivi/protettivi) devono essere indivi- • demolizione e smaltimento dei relitti e ri-
duati ed elencati assieme con le indicazioni fiuti.
116
La stabilità delle vetrine museali
117
La scienza delle vetrine
rigidità alla struttura, mentre nel caso di una rende più complicato il progetto dell’illumi-
struttura a telaio, in cui la rigidità dell’assie- nazione o della presenza di dispositivi acces-
me è rimandata al telaio portante, si possono sori, confinandoli nella base o in un eventuale
utilizzare pannelli vetrati molto più sottili. La cappello non trasparente.
struttura a telaio appare quindi più leggera, Si possono evidenziare alcune altre differen-
più facilmente trasportabile, maggiormente ze di comportamento strutturale prendendo
gestibile/flessibile in fase d’uso. in considerazione le varie azioni a cui può
Il materiale trasparente è essenzialmente ve- essere sottoposto l’involucro, ossia: carichi
tro o acrilico, anche se, data la natura “musea- verticali, carichi orizzontali (fenomeni sismi-
le” degli espositori, si preferisce nella grande ci, urti accidentali ecc... ), resistenza al fuoco,
maggioranza dei casi l’uso del vetro per le resistenza agli urti e umidità.
sue migliori caratteristiche visive. Le strutture a pannelli si prestano molto bene
Un’altra specifica che fa preferire il vetro a nel caso di applicazione di carichi orizzontali,
materiali plastici è la possibilità di ottenere come verrà evidenziato nel seguito.
lastre di qualsiasi dimensione e spessore, an-
che rinforzato, contenendo le deformazioni e 4. CARICHI ORIZZONTALI
mantenendo caratteristiche ottime di traspa- Dal punto di vista dei carichi orizzontali dob-
renza e durata. biamo distinguere le azioni che agiscono
In genere quando si parla di strutture a telaio all’interno del piano della lastra (i.e. sisma, in
ci si riferisce usualmente ai telai in alluminio quanto le sollecitazioni orizzontali possono
estremamente leggeri, composti da profilati facilmente essere generate da sismi, even-
molto sottili, eventualmente controventati in to che nel nostro Paese diventa sempre più
corrispondenza dei nodi di assemblaggio. frequente) da quelle che agiscono fuori dal
Gli impianti spesso passano all’interno della piano (una forza applicata ortogonalmente).
struttura, così da garantire il minimo ingom- Le strutture dei contenitori si comportano nei
bro visivo. Offrono i vantaggi tipici delle strut- confronti delle azioni sismiche come delle
ture a telaio cioè una maggiore versatilità di scatole, con pareti e lastre molto rigide nei
disegno e la possibilità di prevedere all’inter- confronti delle azioni nel loro piano.
no della struttura accorgimenti di sicurezza Il semplice schema che segue illustra molto
(anche di tipo statico, quali gli attenuatori) e bene il comportamento di una struttura sca-
con la comparsa dei Led si va diffondendo il tolare: per azioni nel piano le pareti resistono
ricorso ad un’illuminazione diffusa integrata tranquillamente, mentre per azioni fuori dal
nella struttura. piano esse hanno una minor resistenza e il
La struttura a lastre, anche detta “a tutto ve- sistema collassa, aprendosi.
tro”, è caratterizza dalla possibilità di ridurre Attraverso delle connessioni agli angoli con
l’impatto visivo di una struttura a telaio ed è il cappello e la base, le azioni vengono tra-
perciò preferita nella fruizione “a tutto tondo” smesse alle pareti nel piano del sisma, e ciò
di un opera o di un reperto, con particolare conferisce alla struttura estrema resistenza
riguardo a sculture e manufatti particolari la e bassa deformabilità. Una cornice continua
cui godibilità necessita di una visione a 360°. consente, quindi, di collegare longitudinal-
Questo tipo di espositore gode di una certa mente elementi piani verticali di controvento,
libertà di posizionamento, ma paga il pegno consentendo la redistribuzione delle azioni
di un equilibrio più precario non avendo il orizzontali fra di essi e conferendo maggiore
supporto di una parete. iperstaticità e stabilità al sistema resistente.
Data la struttura minimale dei componenti si Dal punto di vista del singolo pannello sog-
118
La stabilità delle vetrine museali
getto ad un’azione tagliante nel piano i mec- 2. deformazione traslazionale rigida (dovuta
canismi deformativi possono essere tre: al contributo della deformazione degli ango-
traslazione rigida, rotazione rigida e defor- lari o dei connettori a taglio alla base della
mata a taglio del pannello. parete);
In figura si riporta una schema dei principali 3. deformazione rotazionale rigida (tiene in
contributi di deformazione della parete: considerazione il contributo di deformazione
1. deformazione a taglio della parete a lastra dei fermi posti alla base della parete).
(il contributo flessionale può essere general- I primi due tipi di sollecitazione vengono
mente trascurato se il rapporto tra base ed contrastati da opportuni elementi di fissag-
altezza della parete è circa unitario) gio quali semplici staffe metalliche progettate
per resistere ad azioni taglianti o di trazione.
Deformazione del telaio Il terzo contributo è pressoché assente nelle
strutture a lastre di cristallo, in quanto si trat-
Considerata la teca quale struttura a telaio,
ta di un sistema costituito da più lastre bloc-
la perdita di equilibrio statico e la probabile
rottura della stessa o di una delle parti, cate in alto o in basso da una struttura rigida
causa eccessiva deformazione della struttura. in legno o metallo tali da renderle solidali tra
loro e quindi, ricostruendo il tipico “compor-
tamento a scatola” risulta essere un sistema
estremamente rigido.
Nel caso delle strutture a telaio (di solito me-
tallico) invece, è fondamentale la presenza
degli elementi di controventamento fissati al
sistema di montanti verticali ed elementi oriz-
Traslazione rigida zontali. Infatti nel sistema a telaio l’elevato nu-
Considerata la struttura quale corpo rigido, mero di elementi, metallici o in plastica/com-
soggetto a forze la perdita di equilibrio posito, che compone il manufatto, conferisce
statico della stessa o di una delle parti, al sistema grande duttilità, che da un lato per-
tradotta in traslazione orizzontale. mette una migliore dissipazione dell’energia
sviluppata da un eventuale sisma, dall’altro
richiede soluzioni per contenere le deforma-
zioni al di sotto dei calcolati limiti di tolleranza
della struttura.
La maggiore duttilità del sistema determina
che, a parità di evento, il sistema a telaio svi-
luppi un’azione tagliante alla base inferiore
Rotazione rigida rispetto a quello a lastre.
119
La scienza delle vetrine
tali motivi la resistenza degli irrigidimenti e Per opere d’arte custodite in chiese e mu-
degli eventuali attenuatori (in ambito sismico) sei non si può prescindere dalla necessità di
deve essere valutata in maniera appropriata proteggere i singoli oggetti con sistemi pen-
in funzione della rigidezza e della resistenza sati ad hoc, in aggiunta a quanto è stato già
di taglio del singolo pannello / parete. previsto per il manufatto edilizio. Il problema
ovviamente è quello d’impedire alle solleci-
tazioni a cui è soggetto l’edificio di trasferirsi
al contenitore ed infine agli oggetti esposti
danneggiandoli.
Nel caso in cui si ricada in aree a rilevante
rischio sismico, occorre prevedere, in fase
di progettazione delle teche, l’utilizzo di di-
spositivi dedicati, capaci di abbattere le sol-
Per quanto riguarda la deformazione di tra- lecitazioni e/o mitigarne gli effetti, i cosiddetti
slazione rigida, il contributo allo spostamento attenuatori sismici.
orizzontale risulta legato proporzionalmen- La decisione di adottare un attenuatore deve
te al numero di connettori a taglio posti alla conseguire allo studio dell’edificio in cui la
base o alla sommità della lastra, cioè al nume- teca è posta, ossia alla verifica dell’entità del-
ro di ancoraggi. La resistenza della lastra alla le vibrazioni indotte da un eventuale sisma
traslazione rigida risulta quindi linearmente sull’edificio, e quindi sugli allestimenti interni.
proporzionale alla lunghezza del lato “attac- Potrebbe rendersi necessario progettare un
cato a terra o a parete”. sistema per ridurre tali vibrazioni attraverso
In condizioni sismiche, per effetto di una for- dei dispositivi di controllo, ossia affiancando
za orizzontale in sommità al pannello, trascu- alla struttura portante della teca uno o più at-
rando l’effetto di traslazione orizzontale su tuatori che, operando secondo diversi prin-
descritto, possiamo affermare che il pannello
tende a ruotare facendo perno, in prima ap-
prossimazione, attorno ad un suo spigolo. La
rotazione avviene effettivamente nel caso di
rottura di uno o più fissaggi dell’attacco a ter-
ra o a parete.
6. EVENTI SISMICI
L’Italia è uno dei paesi a maggiore rischio si-
smico del Mediterraneo, sia per la frequenza
dei terremoti che hanno storicamente inte-
ressato il suo territorio, sia per l’intensità che
alcuni di essi hanno raggiunto, determinando
un rilevante impatto sociale ed economico. La
sismicità della penisola italiana è legata alla
sua particolare posizione geografica: è situa-
ta, infatti, nella zona di convergenza tra la zolla
africana e quella eurasiatica ed è sottoposta a
forti spinte compressive, che causano l’acca-
vallamento dei blocchi tettonici.
120
La stabilità delle vetrine museali
cipi di funzionamento, riescano a ridurre la d’arte: la sua riduzione richiede infatti accor-
risposta dinamica, anche adeguando le pro- gimenti e tecniche specifiche, progettate in
prie caratteristiche a quelle della forzante e relazione alla tipologia degli oggetti ed alla
del sistema strutturale. sismicità della zona.
Esistono in commercio molteplici dispositivi Il problema può essere risolto, in via di prin-
del genere, la cui scelta deve variare in fun- cipio, adottando accorgimenti sofisticati ma
zione dell’intensità di rischio sismico e della generalmente costosi, quali l’adozione di basi
fragilità del reperto da proteggere. Presenta- isolanti per ciascuno degli oggetti interessati.
re una casistica generalizzata delle soluzioni Soluzioni di questo tipo hanno trovato qual-
è pressoché impossibile a causa della varia che valida ed efficiente applicazione ed
natura fisica dei reperti e delle differenze dei hanno recentemente dato origine ad alcuni
materiali esposti, senza considerare le con- brevetti; non sono però generalizzabili, poi-
dizioni al contorno delle esposizioni che va- ché il numero degli oggetti da proteggere è
riano a dipendere dal tipo di fruizione a cui talmente elevato da renderle, e non solo per
sono legati (all’aperto od al chiuso, in spazi il loro costo, impraticabili.
dedicati o allestiti in sedi monumentali, espo- A dipendere dalla tipologia del contenitore in
sizioni fisse o temporanee, ecc…) cui si trovano gli oggetti esposti e dal tipo di
Sul mercato sono da anni presenti diverse ti- allestimento, cambiano i criteri di protezione:
pologie di isolatori sismici che si differenziano • per gli oggetti esposti all’interno di teche:
per i metodi costruttivi utilizzati e per le loro nell’impedire le oscillazioni e nel permettere
caratteristiche. Una classificazione riconosciu- un limitato scorrimento o rotolamento sul pia-
ta in letteratura prevede la definizione di tre no d’appoggio;
categorie: gli isolatori elastomerici, gli isolato- • per gli oggetti all’interno di vetrine pog-
ri elasto-plastici e gli isolatori a scorrimento. gianti direttamente sul pavimento: nella di-
In generale un sistema d’isolamento struttu- sposizione alla base degli stessi di apparec-
rale adeguato deve possedere le seguenti chi isolatori/dissipatori di diversa tipologia;
caratteristiche: • per gli oggetti inseriti in bacheche fissate a
• una buona capacità rientrante, cioè la ca- parete: nella possibilità di scivolamento sen-
pacità di riportare la struttura nella posizione za urti sulla parete, limitando lo scivolamento
iniziale una volta terminato il sisma; mediante dispositivi che forniscono un attri-
• una rigidezza elevata per azioni dinamiche to controllato e garantiscono la dissipazione
di modesta entità, così da impedire che il si- d’energia;
stema esibisca spostamenti laterali significa- • per contenitori sospesi al soffitto: nel con-
tivi per azione del vento; trollo della resistenza degli ancoraggi e nella
• rigidezza e smorzamento poco sensibili ad verifica della lunghezza della sospensione, in
effetti quali le variazioni di temperatura, l’in- modo da garantire l’efficienza della connes-
vecchiamento dei materiali, ecc. sione al soffitto e da limitare l’ampiezza degli
Tali dispositivi hanno in genere pianta qua- spostamenti massimi;
drata o circolare, così da presentare un com- Il requisito necessario per installare un siste-
portamento il più possibile indipendente dal- ma di isolamento alla base è che la teca sia in
la direzione dell’azione orizzontale agente. grado di muoversi rispetto al pavimento della
Nell’allestimento e nel riordino di un Museo stessa quantità dell’isolatore.
deve essere sempre affrontato il problema È pertanto necessario predisporre un piano
del rischio sismico (come del resto dei rischi di separazione sulla struttura per permettere
di tutti i generi) a cui sono esposti gli oggetti questi movimenti.
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La scienza delle vetrine
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La stabilità delle vetrine museali
Castello Sforzesco,
Museo della Pietà
Rondanini
Milano, Italia.
Foto Archivio Goppion
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Finito di stampare nel mese di novembre 2016
in Roma dalla So.co.me. snc
ISBN 978 88 8080 218 1