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TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

QUADRO STORICO-CULTURALE

Positivismo, Irrazionalismo, Crisi delle certezze, Naturalismo


francese e Verismo
QUADRO STORICO

• 1861: proclamazione dell’Unità


• 1870: presa di Roma (conclusione del processo Risorgimentale)
• 1861-1876: quindicennio della Destra, arretratezza economica dell’Italia, lontana
dal presentarsi come un paese industriale, con una vera mentalità imprenditoriale.
• 1876: avvento della Sinistra, impulso all’industrializzazione
• Crisi agraria: l’arrivo di enormi quantità di grano sui mercati europei a prezzi
concorrenziali fa crollare i prezzi e scomparire la piccola proprietà contadina.
Conseguente impoverimento del Mezzogiorno, costretto a comprare prodotti
industriali a prezzi maggiori dal Nord, che nel frattempo si è andato industrializzando.
Il rapporto tra Nord e Sud si fonda su uno scambio ineguale (prodotti agricoli
contro prodotti industriali)
• Questione meridionale: divario, ancora irrisolto, economico, sociale e civile tra
Nord e Sud.
• Ultimi decenni dell’Ottocento: spinte nazionalistiche, ricerca di nuovi mercati
coloniali (Impero tedesco, la Francia, Impero britannico)
IL POSITIVISMO

• 1870-1914: epoca postunitaria fino alla Belle Epoque.


• L’epoca è caratterizzata da un generale ottimismo, l’illusione di uno sviluppo senza limiti e di
una fiducia nel progresso dovuto alla scienza e alla tecnica. Questo atteggiamento prende
il nome di POSITIVISMO: tendenza culturale e ideologica, connessa con la società industriale e
capitalistica, sostanzialmente antimetafisica, antispiritualistica e ottimista fondata sul mito del
progresso.
• Il P. è la filosofia del progresso, in base alla quale la società umana si evolve in stadi successivi,
ognuno dei quali è superiore al precedente.
• Il termine P. prende origine dal trattato COURS DE PHILOSOPHIE POSITIVE, di Auguste Comte
(1798-1857). Il metodo scientifico è l’unico modo per osservare, comprendere e
descrivere la realtà, i fenomeni fisici, storici e sociali. La filosofia positivistica si basa sul
dato positivo, reale ed empirico. I fenomeni sono regolati da leggi naturali, meccaniche e
deterministiche* che ne consentono la conoscenza.
*Determinismo: dottrina in base alla quale tutti i fenomeni dell’Universo nonché i fatti umani (anche
quelli psichici, sentimentali, morali) possono essere ricondotti ad un principio di causalità legato alle
condizioni naturali, ambientali e storiche.
• Contribuisce al successo del Positivismo la teoria dell’evoluzionismo di C. Darwin con L’origine
della specie (1859), contrapposto al creazionismo.: le specie animali non sono state create cosi
come sono, ma si sono differenziate dalle più semplici alle più complesse attraverso le mutazioni
ereditarie e secondo il principio della LOTTA PER LA VITA.
IL POSITIVISMO E IL DARWINISMO SOCIALE

• In Inghilterra con il filosofo Herbert Spencer, la teoria evoluzionistica e


della selezione naturale viene applicata alla società umana: il concetto
della lotta per la vita assume la valenza di competizione tra individui: il
più forte vince sul più debole e la nazione economicamente più potente si
afferma su quella meno sviluppata..
• Il Darwinismo sociale si lega al colonialismo: teoria della missione
civilizzatrice dell’Europa
L’IRRAZIONALISMO
• Negli stessi anni in cui si afferma il positivismo, tra il 1870 e il 1914, si sviluppa un’altra
corrente di pensiero che prende il nome di IRRAZIONALISMO: negazione della
possibilità della ragione di conoscere la realtà, governarne le leggi e di rappresentarla
con verosimiglianza in ambito artistico-letterario.
• L’Irrazionalismo comunque diventa predominante nell’età della prima Guerra mondiale.
• Gli strumenti della scienza e della tecnica sono ritenuti inadeguati per dare
risposta ai misteri dell’esistenza. Inadeguatezza della scienza.
• L’arte, che nel P. è subordinata alla scienza e si fonda sulla realtà, assume un’importanza
notevole: carattere profetico dell’artista
• Considerazione del negativo ( delle malattie, della miseria, del dolore, della morte…) con il
conseguente culto del pessimismo e dell’anormalità.
• Critica nei confronti della società di massa che ha negato la libertà individuale
• Crisi delle certezze: conseguenza della difficoltà del Cristianesimo nel suo confronto con
il darwinismo e il Positivismo.
• Accentuazione dell’individualismo e del soggettivismo: culto dell’ «uomo superiore»
(artista o politico) che si eleva al di sopra della massa: il superuomo.
NATURALISMO FRANCESE

• Movimento letterario influenzato dal Positivismo facente capo a Emile Zola


• Termine coniato nel 1858 da Hippolyte Taine
• La sua concezione si può riassumere nella formula » (razza, ambiente, momento storico): gli elementi
che guidano deterministicamente le vicende umane e sociali e di cui deve servirsi il romanziere nel
suo lavoro.
• Il romanziere non è più artefice e inventore, ma scienziato che analizza un «tranche de vie», «una
fetta di vita» dei personaggi per rintracciare i rapporti di causa ed effetto negli stessi comportamenti
umani.
• Taine indica come modello di scrittore «scienziato» Balzac, autore di un grandioso quadro della
società francese dell’età della Restaurazione: la «Comedie umaine», sottolineando la sua precisione di
anatomista e di chimico nell’analizzare la natura umana.
• Il capofila del N. francese è Zola. Le concezioni che stanno alla base della narrativa zoliana sono
esposte nell’opera «Il romanzo sperimentale» (1880)
IL VERISMO

• Movimento letterario italiano nato alla fine dell’Ottocento sotto l’influenza del Positivismo e
del Naturalismo francese (Zola)
• Rinnova i moduli della narrativa romantica (Manzoni)
• Giovanni Verga (maggiore esponente), Luigi Capuana (teorizzatore dei principi veristi)
• I cardini del Verismo sono:
la scientificità (ricostruzione del vero attraverso l’indagine dell’ambiente sociale e dei
fattori economici e storici)
L’obiettività dello scrittore che riproduce la realtà come lo scienziato che la studia
(realtà della campagna dell’Italia meridionale, non della città, ad es. Parigi come in Zola)
Impersonalità del narratore: narrazione di grado zero, in cui sono i fatti e i personaggi a
parlare e il narratore si astiene dal commentare e dal manifestare le sue opinioni.
Linguaggio aderente alla realtà descritta
Attenzione della narrazione alle parole, ai gesti, alla mimica (descrizione dei
personaggi condotta dall’esterno e non analisi psicologica come nel romanzo romantico)

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