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L’ILLUMINISMO

SCENARIO STORICO-POLITICO
Il Settecento è il secolo delle grandi trasformazioni storico-sociali in cui si avviano una serie di processi verso la
modernità . Sullo scenario europeo le potenze di Prussia, Russia e Inghilterra si affermano come potenze
europee e l’Inghilterra si afferma anche nell’ambito marittimo. Nel 1688 la “Gloriosa Rivoluzione” condurrà poi
all’istaurazione di una monarchia costituzionale sulla base di una Dichiarazione dei Diritti che aprirà la strada
alla tutela dei diritti dei cittadini di cui si fanno portatori gli intellettuali della classe borghese emergente Nel
frattempo si rafforza anche l’egemonia francese indebolendo la Spagna. Rispetto alla situazione delle grandi
monarchie, in Italia la situazione è ancora arretrata e rimaneva sostanzialmente statica. Era ancora divisa in
tanti piccoli stati alcuni sottomessi ai domini stranieri. Infatti la Lombardia passò sotto il dominio dell’Austria,
la cui sovrana Maria Teresa D’Austria avviò una serie di riforme che favoriscono lo sviluppo economico-sociale
e culturale. Nel frattempo il Regno delle Due Sicilie sottoposto al controllo spagnolo di Carlo III, sovrano
“illuminato” che inaugurò la dinastia borbonica. Furono infatti Napoli e Milano che divennero i centri culturali
più attivi dell’epoca. Non mancano però le altre città della penisola che conobbero comunque una stagione di
rinnovamento fervido come nel caso del Granducato di Toscana e i ducati di Parma e Modena. Sul piano
economico, le trasformazioni economiche sono destinate a modificare i rapporti sociali e di potere. In
Inghilterra prende avvio la rivoluzione industriale che si diffonderà poi nelle altre potenze europee. Sarà grazie
alla rivoluzione industriale che si forma un ceto imprenditoriale che dà impulso alla crescita delle attività
commerciali e intellettuali incrementando la nascita di una nuova classe sociale, la borghesia, dinamica e
intraprendente. Sul piano economico si è sviluppata la politica del liberismo ad opera di Adam Smith che
sosteneva la presenza di un mercato libero con assenza di dazi e dogane e libera circolazione di merci e
persone. Si entra così nell’era del capitalismo moderno che provvede anche a migliorare il benessere delle
classi meno abbienti che abbandonano le campagne per andare a vivere nelle città. Si innesca un processo di
inurbamento in cui le masse di contadini che migrano dalle campagne vanno a formare centri urbani in cui però
vivono in condizioni igieniche e ambientali pessime. Queste sono le premesse per la Questione Sociale che si
avvia nell’Ottocento agli scioperi e alle rivendicazioni e alle lotte di classe.
LA CULTURA DEL PRIMO SETTECENTO
Dopo l’esperienza barocca di una cultura fatta di eccessi, gli intellettuali della prima metà del 700 ricercano un
equilibrio tra le cose esaminate alla luce della ragionevolezza e del buon senso per ripristinare il senso
dell’equilibrio e della misura. Si dà di nuovo grande importanza agli sviluppi scientifici sulla scia degli studi di
Galileo Galilei e Cartesio. Tra i linguaggi del sapere spicca con forza quello delle scienze fisiche e naturali. Alla
luce del lume della ragione si cerca di liberare anche la letteratura dalle sue conquiste formali che avevano
trascurato a lungo l’impegno sociale e civile. Il ritorno alla ragione darà avvio intorno alla metà del secolo a un
movimento culturale in Francia chiamato “Siecle des lumieres” in cui la parola “lumieres” si riferisce a quelle
luci che la mente umana devono introdurre nel campo della conoscenza. in Italia il movimento prenderà il
nome di Illuminismo e si sviluppa sulla scia della corrente francese. Il lume della ragione servirà per squarciare
le tenebre delle superstizioni e dei pregiudizi che nei secoli passati hanno ostacolato la ricerca della verità e il
riconoscimento dei diritti umani. Il bersaglio di questa polemica è soprattutto l’oscurità di superstizione,
assolutismo di poteri monarchici e dogmi religiosi del Medioevo. L’obbiettivo è quindi quello di una rottura
rispetto al passato. Anzitutto nasce una concezione democratica dello Stato in cui il sovrano sia scelto dal
popolo. Fino a quel momento il sovrano aveva un potere derivato direttamente da Dio ed è per questo che
viveva il governo di uno stato come una sorta di missione non sottoposta a nessun controllo o restrizione. Per
questo motivo nasce la figura del sovrano illuminato, che secondo le nuove idee doveva essere affiancato da un
intellettuale che doveva aiutare il sovrano nell’esercizio del potere illuminandolo con la ragionevolezza e il
buon senso.
Altro elemento fondamentale della corrente illuministica sulla scia del buon senso e della ragionevolezza è la
concezione dell’individuo in quanto essere umano che ritorna a occupare una posizione centrale recuperando
la dimensione umanistico-rinascimentale. Secondo gli intellettuali illuministi l’uomo nasce libero e uguale e
tutti gli uomini sono dotati di pari dignità , era ciò che scriveva tralaltro Rousseau nella sua opera “Le contrat
sociale” basato sul diritto del giusnaturalismo. La sua eguaglianza veniva persa quando l’uomo veniva
intrappolato nei meccanismi della società . Per questo gli uomini rivendicano il valore dell’individuo e i suoi
diritti con il motto “libertè, egalitè, fraternitè” che diventerà il motto della Rivoluzione Francese negli ultimi
anni del 700. L’idea di restituire dignità all’uomo sfocia nel “filantropismo”, ossia una sorta di fratellanza
universale in cui ciascuno provvede al bene comune e alla felicità pubblica. Di ciò si farà carico anche la
letteratura che diventerà una letteratura civile interessata al benessere degli individui, trattando argomenti di
natura civile attraverso un linguaggio letterario “miscuit utile dulci”.
L’apertura degli orizzonti mentali verso il filantropismo e il benessere comune fu dato anche dal fatto che
l’uomo si sentisse cittadino del mondo, e non più chiuso nel suo piccolo mondo. Il cosmopolitismo si esprime
soprattutto nel gran tour che erano viaggi che gli inglesi facevano nelle capitali europee tra cui anche Roma, il
dipinto di Katharine Read, raffigura un gruppo di aristocratici che si incontrano a Roma durante il loro viaggio.
Questi viaggi consentivano loro di conoscere altre culture e modi di vivere oltre che di società e di governi e
serviva loro per tornare al loro paese da uomini colti con nuove idee e nuove mentalità. Il cosmopolitismo fu
stimolato soprattutto dall’attenzione verso il “lontano” avviato da Montesquieu nelle “Lettres persannes” in cui
il protagonista un uomo proveniente dall’Oriente porta uno sguardo critico e straniante sui costumi europei.
I generi letterari che si diffondono o si consolidano nell’Illuminismo sono:
o LIRICA: la lirica si sviluppa sotto il segno del classicismo e dell’Arcadia. Le forme più diffuse furono il
sonetto e la canzonetta di stampo petrarchesco con rigore formale e retorico.
o MELODRAMMA: accanto al genere della lirica, nasce il componimento della canzonetta adatto ad essere
messo in musica. Il melodramma è caratterizzato da parti recitative e parti messe in musica. Numerosi
furono i librettisti che si occupavano di scrivere libretti per le opere melodrammatiche.
o TRATTATISTICA: l’intento del genere della trattatistica è quello di promuovere gli studi a partire da
una fase storica e di introdurre il concetto di razionalità all’interno dell’organizzazione del sapere. Il
genere fu inaugurato soprattutto da Muratori che scrisse il trattato sulla pratica poetica secondo la
nuova corrente e in relazione alle nuove istanze del dibattito, e il trattato “La pubblica felicità ” uscito un
anno prima della sua morte in cui delinea il concetto di felicità intesa come bene comune che si
diffonderà nel corso del secolo. Un altro esponente nel campo della trattatistica fu Cesare Beccaria che
sottolinea la rottura col passato oscure del medioevo attraverso la pubblicazione dell’opera “Dei Delitti
e delle Pene” in cui condanna la pena di morte e le torture medievali in quanto ritenuto non
commisurate al delitto commesso. Alla luce del filantropismo e della tutela dei diritti dell’uomo, il
trattato di Beccaria proponeva quindi che le pene fossero commisurate al tipo e al grado di gravità del
delitto o del reato commesso. Il trattato ebbe grande accoglienza soprattutto tra gli intellettuali
illuministi ma minor accoglienza tra i più tradizionalisti. Contrario al trattato di Beccaria ci fu lo stesso
Verri che pur essendo sostenitore delle idee illuministe criticherà la struttura dell’opera di Beccaria in
quanto sostiene che egli non sia partito da un esempio storico particolare. Verri scrive un altro trattato
sullo stesso tema chiamato “Osservazioni sulla tortura” che prende piede da un evento storico
particolare: il processo agli untori durante la peste del 600.
o AUTOBIOGRAFISMO: Parallelamente alla nascita dell’Ortis, nasce anche il gusto per il romanzo
autobiografico in Italia ispirato sempre al romanzo francese di Rousseau. Fonte di ispirazione è qui “Les
Confessions” e lo stile autobiografico consisteva nel porre al centro il proprio io, il proprio
temperamento senza freni come nel caso dell’opera di Alfieri. Quando poi l’autobiografia iniziò a
concentrarsi non solo più sul proprio io ma anche sulle condizioni del proprio tempo si hanno le
“memorie” come nel caso delle “Memoires” di Goldoni e di Gozzi. Alla base dell’autobiografismo vi è
comunque la letteratura del viaggio che prende spunto dai romanzi inglesi e dal tipico “grand tour” a cui
potevano aspirare i più nobili.
o ROMANZO: Il romanzo era un genere che era già diventato egemone in tutta Europa in quanto era il
genere preferito dalla borghesia, classe sociale nascente. La prosa è ancora del tutto assente se non per
la storiografia e la stesura di trattati storico-letterari. Un’eccezione è solo il romanzo “Le ultime lettere
di Jacopo Ortis” che è un romanzo epistolare di ispirazione ai modelli europei di forte modernità come
“La nuova Eloisa” di Rousseau e “I dolori del giovane Werther” di Goethe. Foscolo aveva infatti bisogno
di un genere nuovo e moderno per esprimere i moti del proprio animo, ma essendo ancora legato alle
forme classiche il suo romanzo epistolare ha una forma aulica quasi lirica con una continua tensione
oratoria, e non raggiunge lo status di “romanzo moderno” il romanzo nasce in Inghilterra e diventa
espressione del gusto e dei valori della classe borghese emergente. La parola romanzo, che in inglese è
“novel” serve proprio a identificare e a sottolineare lo stacco netto con il romance cavalleresco ed epico.
Il novel inglese si distacca dai generi classici e prende in esame la realtà quotidiana, personaggi
appartenenti al ceto medio e un registro colloquiale vicino al parlato. Tra le personalità più influenti
abbiamo Defoe con “Robinson Crusoe” e il romanzo allegorico di Jonathan Swift “I viaggi di Gulliver”. Il
romanzo si sviluppa parallelamente anche in Francia sottoforma soprattutto di romanzo epistolare e
sentimentale con Rousseau e Montesquieu. Inoltre Rousseau si dedica anche a scrivere romanzi il cui
tema centrale è l’educazione come nel caso dell’Emile.
In Italia il romanzo si sviluppa più tardi in quanto la stessa classe borghese si sviluppa in un tempo
diverso rispetto all’Inghilterra o alla Francia. Inizialmente i valori della classe borghese sono celebrati
nell’ambito letterario soprattutto dalla produzione teatrale di Goldoni. La produzione romanzesca inizia
in Italia con Pietro Chiari a Venezia, centro particolarmente attivo nella formazione di generi letterari.
Lo scrittore cerca innanzitutto di contrastare la linea aulica per andare in contro alle esigenze anche dei
lettori meno colti e per cercare soluzioni che non solo intrattengano il pubblico ma che lo educhino
anche. Il romanzo aveva infatti intenti pedagogici-illuministici un po’ sulla scia dei romanzi francesi di
Rousseau. Accanto al romanzo di Chiari vi è anche quello di Antonio Piazza che segue di più la scia del
romanzo d’avventura filosofico-satirico inglese di Swift. in Italia, raggiunto poi da Manzoni con “I
Promessi Sposi”.

o LETTERATURA DRAMMATICA: nell’illuminismo il teatro soprattutto in Italia resta un genere


dominante sia sotto il punto di vista tragico con Alfieri, sia sotto il punto di vista comico con Goldoni il
quale riesce a coinvolgere un target di pubblico diverso rispetto a quello di Alfieri il cui teatro era
destinato soprattutto all’elitaria aristocrazia. L’uso di un linguaggio comune e la riforma del teatro
comico avvicina il popolo all’arte teatrale. Si abbandona con Goldoni il canovaccio della “Commedia
dell’Arte” e si ritorna al testo scritto con un copione prestabilito. Nacquero a Venezia le prime
compagnie teatrali in cui l’autore del testo è anche capocomico. Per quanto riguarda il teatro tragico, il
suo massimo esponente fu Alfieri . Nel concepire un’opera tragica, Alfieri si ispira alla tradizione
oraziana del classicismo che concepisce la poesia come controllo razionale dell’ispirazione: egli scrive
infatti nella “Vita” che la composizione di una tragedia si compone di 3 respiri, l’ideare, lo stendere e il
verseggiare. Alfieri non pensava di scrivere testi destinati a una semplice “lettura mentale” ma a
rappresentazioni recitate che però non volle che si fossero effettuate nei teatri pubblici che definiva
poco colti, frivoli e volgari ma nel contesto privato tra gruppi di amici aristocratici. Al teatro pubblico
erano destinate le commedie serie o giocose di Goldoni ma non le sue tragedie. Inoltre, questo suo
rifiuto del teatro popolare fu stimolato soprattutto dalla mancanza di libertà sia dello scrittore che del
popolo che assisteva alle rappresentazioni che quindi non era animato da nobili virtù .

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