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4 LA METRICA (Manuale Beltrami)


Quando scriviamo un testo in versi bisogna tenere in considerazione la metrica, ossia quell’insieme
di regole che governano la struttura di un testo poetico. Per poter studiare la metrica di un testo è
necessario conoscere la classificazione delle parole in base al loro accento ritmico (“ictus” in
latino) che determina il ritmo di ogni verso; in base al numero di sillabe che possono essere sillabe
toniche, cioè che presentano un accento (non per forza grafico) e sillabe atone, che non sono
accentate e si appoggiano ad altre parole accentate; in base alla tipologia delle parole che si
classificano in parole TRONCHE, o ossitone, che hanno l’accento sull’ultima sillaba (cit-tà); PIANE, o
parossitone, che hanno l’accento sulla penultima sillaba (fi-né-stra); SDRUCCIOLE che presentano
l’accento sulla terzultima sillaba (cát-te-dra); BISDRUCCIOLE che presentano l’accento sulla
quartultima sillaba (mán-da-me-la) che sono però piuttosto rare in lingua italiana eccetto per verbi
con pronomi clitici.

Per identificare il numero di sillabe in un verso è necessario contare le sillabe fino all’ultima sillaba
tonica. La sillaba è una nozione linguistica complessa che viene definita come un’unità ritmica della
catena parlata ed è costituita da consonanti e semiconsonanti intorno ad un nucleo vocalico.
Un verso può essere
 Piano: se dopo l’ultima sillaba tonica ne possiede una atona.

“Voi c’* as-col-ta-te__in ri-me spar-se il suó-no”


11 sillabe e la decima tonica

 Tronco: se il verso termina con l’ultima tonica .

“Deh per-ché fug-gi ra-pi-do co-sì”


10 sillabe e la decima tonica

 Sdrucciolo: se dopo la sillaba tonica vi sono due sillabe atone.

“Si che dal fo-co sal-va l’* ac-qua e li ár-gi-ni”


12 sillabe e la decima tonica

Tuttavia, c’è da specificare che non sempre la sillabazione grammaticale coincide con quella
metrica.

“Sem-pre ca-ro mi fu que-st’*er-mo cól-le” (G. Leopardi, L’infinito)


*Quando ci sono sillabe cadute,
non vengono considerate sillabe pertanto
non si contano come sillabe metriche

In questo verso abbiamo 11 sillabe grammaticali e 11 sillabe metriche, dunque sillabe grammaticali
e sillabe metriche coincidono.
“Voi c’* as-col-ta-te__in ri-me spar-se il suó-no” (F. Petrarca)

In questo verso abbiamo 13 sillabe grammaticali ma 11 sillabe metriche in quanto ci sono due
figure metriche, due sinalefi.

Per denominare i versi è necessario contare le sillabe metriche e sapere dove cade l’accento tonico
della parola in clausola. Un verso si definisce quindi non a partire dal numero di sillabe ma dalla
posizione dell’ultima sillaba tonica. Questo è un computo sillabico che deriva dalla metrica
provenzale e francese antica in cui si denominavano i versi a partire dalla posizione dell’ultima
sillaba tonica. Infatti, quello che in italiano è oggi l’endecasillabo, in Francia era un decasillabo in
quanto la sillaba tonica cadeva sulla decima sillaba del verso.
In base all’accento ritmico definiremo quindi:
 SETTENARIO: un verso che può essere formato da 7 sillabe e ha un accento ritmico che
cade obbligatoriamente sulla sesta sillaba
“L’* al-be-ro a cui ten-dé-vi”

 OTTONARIO: un verso che può essere formato da 8 sillabe e ha un accento ritmico che
cade obbligatoriamente sulla settima sillaba
“Chi vuol es-ser lie-to sí-a
del do-man non v’* è cer-téz-za”

 NOVENARIO: un verso che può essere formato da 9 sillabe e ha un accento che cade
obbligatoriamente sull’ottava sillaba
“E s’* a-pro-no i fio-ri not-túr-ni”
 DECASILLABO: un verso che può essere formato da 10 sillabe e ha un accento che cade
obbligatoriamente sulla nona sillaba
“S’* o-de a de-stra u-no squil-lo di tróm-ba”
 ENDECASILLABO: un verso che può essere formato da 11 sillabe e ha un accento che cade
obbligatoriamente sulla decima sillaba
“Nel mez-zo del cam-min di no-stra ví-ta”

Il computo sillabico non è poi così ovvio quando due o più vocali sono consecutive. esistono
dunque le figure di metrica che servono a contare correttamente le sillabe di un verso e quindi a
determinarne il tipo. Le figure metriche sono 4:
 SINALEFE: La sinalefe è una figura metrica della fusione del corpo metrico tra due vocali
contigue atone: vocale terminale di parola e vocale iniziale di parola successiva finiscono
per costituire un’unica sillaba.
“Ei fu sic-co-me im-mó-bi-le (settenario sdrucciolo: sesta sillaba tonica e due atone che seguono)

Da-to il mor-tal so-spí-ro (settenario piano: sesta sillaba tonica e una atona che segue)

A cal-pe-star ver-rà” (settenario tronco: sesta e ultima sillaba tonica)

 DIALEFE: La dialefe è una figura metrica secondo cui due vocali contigue di cui una tonica,
quella terminale di parola e quella iniziale della parola successiva, non si fondono e non
costituiscono un’unica sillaba.
“E tu che se’ co-stì a-ni-ma ví-va” (endecasillabo piano: decima sillaba tonica e una atona che segue)

 DIERESI: La dieresi è una figura metrica secondo cui la vocale debole (non accentata) di un
dittongo ascendente (es. ie, ia, io, uo, ua, ue ) costituisce sillaba a parte e viene segnalata
tramite due puntili sulla vocale
Grammatica: “For-se per-ché del-la fa-tal quie-te”  Dittongo ascendente íe, la I e la E
non si separano

Metrica: “For-se per-ché del-la fa-tal quï-é -te” (endecasillabo piano: decima sillaba
tonica e una atona che segue)

 SINERESI: La sineresi è una figura metrica secondo cui due vocali contigue che formano
uno iato (due vocali forti che si considerano due sillabe separate) si fondono in un’unica
sillaba.
Grammatica: “Ed og-gi nel-la Tro-a-de in-se-mi-na-ta”  Iato oa, la O e la A si separano
Metrica: “Ed og-gi nel-la Troa-de in-se-mí-na-ta” (endecasillabo sdrucciolo: decima sillaba
tonica e una atona che segue)

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