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- Metro per lo più narrativo, usato per racconti lunghi di tipo epico-cavalleresco, descrittivo, didascalico.
- Otto versi endecasillabi, a rima alternata i primi sei, a rima baciata gli ultimi due
(Ottava Toscana, detta anche ottava o stanza: ABABABCC).
- Si pensa anche abbia origine laudistica (lauda di Jacopone da Todi), ma l'ipotesi più probabile è che la
canonizzazione artistica sia di Boccaccio a partire da un metro popolare.
- Usata da Poliziano nelle “Stanze per la giostra” (di Giuliano de'Medici), da Torquato Tasso per la
“Gerusalemme Liberata” e da Ludovico Ariosto nell’ “Orlando furioso”.
Mi permetto per cui, di allegare, in formato scritto e audio, una mia composizione,
musicata proprio in onore di questo testo, a seguito di una breve descrizione di essa.
Il madrigale, scritto per cantus, altus e bassus (tre voci) ha una durata complessiva di
circa cinque minuti
con tempo andante e il modo d'impianto da me scelto è il tritus.
Durante il corso della composizione, si può evincere il carattere madrigalistico di
alcune cellule melodiche, dato dal testo, che giustifica le scelte compositive.
Lo scavalcamento delle voci, usato nella parola "basso", ne è un esempio, così come
l'uso dell'omoritmia delle tre voci, che evidenzia la direzione del raggio del sole.
Il basso, inoltre, esegue un arpeggio per enfatizzare il carattere crescente della
parola “nascesti" e successivamente vi è l'omoritmia delle tre voci che in maniera
statica esplicitano l'immutabilità dell'anima.
In conclusione, vi è una cadenza sospesa: naturalmente avrei potuto usare una
cadenza perfetta sul primo grado della scala modale di tritus, ma ho preferito
scegliere una cadenza sospesa che esplicita il significato del testo e sottolinea
l'aspetto speranzoso dell'intera composizione.
(Il formato audio però, presenta suoni analogici, poiché la composizione non è stata
ancora musicata, quindi, non è presente il testo, ma solo il suono che serve a
simulare l’effetto generale della composizione).
TERZA RIMA
- La rima incatenata è detta così, perché, tramite il secondo verso, ciascuna terzina si aggancia alla
successiva come gli anelli di una catena; è detta anche terza rima in quanto tutti i versi rimano a tre a tre.
- Questa struttura facilita la memorizzazione della sequenza dei versi e trascina il lettore attraverso la
poesia, creando un senso di slancio visivo. Il lettore naturalmente continua a leggere con un desiderio
inconscio di vedere la rima svolgersi da una terzina all’altra.
- Per la composizione della terza rima, mi sono lasciata ispirare proprio da Dante: la terzina Dantesca si basa
essenzialmente sulla figura della Trinità, per cui ho voluto volontariamente scrivere nove versi che
rappresentano proprio la massima espressione dell’amore divino, in quanto radice quadrata del numero
sacro Tre.
- Poiché si dice che la Santissima Trinità è eterna, questo concetto si riflette bene nella struttura dantesca,
poiché lo schema della rima non ha essenzialmente un inizio né una fine propri. I limiti della poesia umana,
tuttavia, richiedono un punto di inizio e di fine che sono imperfetti all’interno del poema. Ciò può riflettere
l’umiltà di Dante nel creare una struttura poetica intesa a imitare la sua idea di eterno e onnipotente, ma
limitata dai limiti umani.
e scrivendo di voi