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OTTAVA RIMA

- Metro per lo più narrativo, usato per racconti lunghi di tipo epico-cavalleresco, descrittivo, didascalico.
- Otto versi endecasillabi, a rima alternata i primi sei, a rima baciata gli ultimi due
(Ottava Toscana, detta anche ottava o stanza: ABABABCC).
- Si pensa anche abbia origine laudistica (lauda di Jacopone da Todi), ma l'ipotesi più probabile è che la
canonizzazione artistica sia di Boccaccio a partire da un metro popolare.
- Usata da Poliziano nelle “Stanze per la giostra” (di Giuliano de'Medici), da Torquato Tasso per la
“Gerusalemme Liberata” e da Ludovico Ariosto nell’ “Orlando furioso”.

[A] L’anima vola‿in terreni celesti


[B] Com’aquila va‿in alto senza tetto
[A] E‿in basso senza terra‿a passi lesti
[B] Non teme‿il raggio del sole diretto.
[A] Anima, madre di vita, nascesti
[B] Padre del mondo, fosti suo precetto
[C] Tu‿immutabil dimora non sei fine
[C] Né‿inizio, tu vita senza confine.

L’anima vola‿in terreni celesti


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano, poiché il quinario è
seguito da consonante.
Uso dell’ossimoro “terreni celesti” per indicare l’onnipresenza dell’anima e il suo essere “tutto nell’uno” e
“uno nel tutto”.

Com’aquila va‿in alto senza tetto


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano, poiché il settenario è seguito
da consonante.
Uso dell’elisione sulla parola “come”.

E‿in basso senza terra‿a passi lesti


Doppia interpretazione metrica del verso:
A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
A maiore (6-10) composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano, poiché il settenario è seguito
da una consonante.

Non teme‿il raggio del sole diretto


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

Anima, madre di vita, nascesti


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

Padre del mondo, fosti suo precetto


A maiore (6-10) composto da un settenario piano e un quadrisillabo piano.

Tu‿immutabil dimora non sei fine


A maiore (6-10) composto da un settenario piano e un quadrisillabo piano.

Né‿inizio, tu vita senza confine


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario tronco (quadrisillabo) e da un settenario piano.
OTTAVA RIMA TRA METRICA E MUSICA
- La connessione tra metrica e musica è antichissima. Si ricorderà che tutte le forme
poetiche dell'antica Grecia sono in origine cantate. Il nome lirica infatti deriva dal
fatto che essa venisse accompagnata con la Lira.
- Dante nel “De Vulgari eloquentia” sostiene che la poesia altro non è che una
composizione ad arte di retorica e musica.
- La chansons de geste (canzoni dei trovatori) sono testi scritti per il canto e in alcuni
di essi ci è addirittura pervenuta la melodia.
- Ma fino che punto la destinazione di un testo per il canto incide sulla sua forma
metrica?
La risposta non può essere univoca ma deve essere analizzata caso per caso.
Un atteggiamento prudenziale può essere il seguente: l'esecuzione musicale è uno
dei possibili tipi di esecuzione di un testo versificato. Essa dunque non serve a
descrivere il modello metrico, come non servono a ciò altri tipi di esecuzione.

Mi permetto per cui, di allegare, in formato scritto e audio, una mia composizione,
musicata proprio in onore di questo testo, a seguito di una breve descrizione di essa.

Il madrigale, scritto per cantus, altus e bassus (tre voci) ha una durata complessiva di
circa cinque minuti
con tempo andante e il modo d'impianto da me scelto è il tritus.
Durante il corso della composizione, si può evincere il carattere madrigalistico di
alcune cellule melodiche, dato dal testo, che giustifica le scelte compositive.
Lo scavalcamento delle voci, usato nella parola "basso", ne è un esempio, così come
l'uso dell'omoritmia delle tre voci, che evidenzia la direzione del raggio del sole.
Il basso, inoltre, esegue un arpeggio per enfatizzare il carattere crescente della
parola “nascesti" e successivamente vi è l'omoritmia delle tre voci che in maniera
statica esplicitano l'immutabilità dell'anima.
In conclusione, vi è una cadenza sospesa: naturalmente avrei potuto usare una
cadenza perfetta sul primo grado della scala modale di tritus, ma ho preferito
scegliere una cadenza sospesa che esplicita il significato del testo e sottolinea
l'aspetto speranzoso dell'intera composizione.
(Il formato audio però, presenta suoni analogici, poiché la composizione non è stata
ancora musicata, quindi, non è presente il testo, ma solo il suono che serve a
simulare l’effetto generale della composizione).
TERZA RIMA
- La rima incatenata è detta così, perché, tramite il secondo verso, ciascuna terzina si aggancia alla
successiva come gli anelli di una catena; è detta anche terza rima in quanto tutti i versi rimano a tre a tre.
- Questa struttura facilita la memorizzazione della sequenza dei versi e trascina il lettore attraverso la
poesia, creando un senso di slancio visivo. Il lettore naturalmente continua a leggere con un desiderio
inconscio di vedere la rima svolgersi da una terzina all’altra.
- Per la composizione della terza rima, mi sono lasciata ispirare proprio da Dante: la terzina Dantesca si basa
essenzialmente sulla figura della Trinità, per cui ho voluto volontariamente scrivere nove versi che
rappresentano proprio la massima espressione dell’amore divino, in quanto radice quadrata del numero
sacro Tre.
- Poiché si dice che la Santissima Trinità è eterna, questo concetto si riflette bene nella struttura dantesca,
poiché lo schema della rima non ha essenzialmente un inizio né una fine propri. I limiti della poesia umana,
tuttavia, richiedono un punto di inizio e di fine che sono imperfetti all’interno del poema. Ciò può riflettere
l’umiltà di Dante nel creare una struttura poetica intesa a imitare la sua idea di eterno e onnipotente, ma
limitata dai limiti umani.

[A] Amor’nel mare d’ignoti grigiori


[B] Tu segui l’alta luce che si‿espande
[A] Da‿imperscrutabile sorte riaffiori.
[B] Impetüoso‿e cheto‿è’l suon’ più grande
[C] Risponde‿ai cuori‿offrendo bei piaceri
[B] E‿a mondi più lontani fa domande.
[C] Ma‿il Sommo Giusto sa tutti‿i sentieri
[D] Le storie del vegliardo di domani
[C] Molti desiri del fante di ieri.

Amor’nel mare d’ignoti grigiori


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
Uso dell’apocope nella parola “Amor’” (esempio: “Amor, ch'a nullo amato amar perdona” verso 103
del canto V nell’Inferno).

Tu segui l’alta luce che si‿espande


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.

Da‿imperscrutabile sorte riaffiori.


Verso non canonico perché l’accento in quarta sede è di parola sdrucciola. Questo verso occorre poche
volte: si tratta di un endecasillabo rolliano (dal nome del poeta settecentesco Paolo Rolli) che intende
riprodurre la struttura dell’endecasillabo felecio catulliano (spunto del tema amoroso, visto come forza
devastante slegata dal controllo e dal ragionamento logico).
È composto da un quinario sdrucciolo e da un quinario piano.

Impetüoso‿e cheto‿è’l suon’ più grande


Doppia interpretazione metrica del verso:
A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
A maiore (6-10) composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.
Uso della dieresi nella parola “impetüoso” (esempi: canti IX e XXIV dell’Inferno per indicare rispettivamente
l’impeto del vento e della tempesta).
Uso dell’aferesi su “il”.
Uso dell’apocope nella parola “suon”.
Risponde‿ai cuori‿offrendo bei piaceri
A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.

E‿a mondi più lontani fa domande.


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.

Ma‿il Sommo Giusto sa tutti‿i sentieri


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
Ho scelto proprio la terza terzina per parlare del Dio, in modo tale da enfatizzare ancor di più il valore della
Trinità.

Le storie del vegliardo di domani


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.

Molti desiri del fante di ieri


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
Uso della sincope nella parola “desiri” (esempio: a che e come concedete amori che conoscete i dubbiosi
desiri, canto V dell’inferno, Paolo e Francesca).
SONETTO
- La parola sonetto in origine designa una melodia (diminutivo del provenzale sonet cioè “suono, melodia”)
e quindi un testo atto a essere cantato, o comunque un testo di minore impegno rispetto alla canzone.
- La forma metrica designata con questo nome, tuttavia, nasce in Italia e i soli tre esempi in provenzale sono
opera di poeti italiani (Da Maiano, Lanfranchi di Pistoia).
- L'invenzione si attribuisce a Giacomo da Lentini. (uno dei massimi esponenti scuola siciliana).
la base è uno schema di 14 endecasillabi, divisi in due parti:
FRONTE (OTTAVA O DUE QUARTINE) SIRMA (SESTINA O DUE TERZINE)
8 versi con schema ABABABAB (più antico), poi 8 versi con schema più libero: gli schemi più
diventato ABBA ABBA, più frequente, entrambi usuali sono CDE CDE e CDC DCD (incatenata)
un uso da Petrarca
Rari: ABBB BAAA (Cavalcanti) Altri casi: CDE DCE
ABAB BABA (Petrarca) CDE EDC (rima invertita o retrograda)
ABAB BAAB (Petrarca) CDC CDC (rima replicata)
ABBA CDDC (incrociata o abbracciata) CDD DCC
- il sonetto è inferiore alla ballata: non è un genere strofico, cioè non possiede, come la canzone, né può
possedere, come la ballata, una struttura interna fondata sull'iterazione di unità strofiche uguali fra loro;
può invece essere usato come una strofa → corrisponde funzionalmente a una stanza di canzone.
- Spunto schema metrico: Era il giorno ch’al sol si scoloraro, Petrarca (ABBA ABBA CDE CDE)
- Spunto tematico: Blaise Pascal. In particolare ho tratto ispirazione dalla sua composizione intitolata
“Pensieri” in cui vi sono una serie di riflessioni sul senso della vita quali:
1) l’uomo è un essere lacerato dal desiderio di grandezza dell’universo.
2) Per sfuggire alle domande su stesso e alla sua condizione di essere misero, si rifugia nel divertissement o
divertimento (distrazione) che tuttavia non allevia la sua infelicità.
3) contrapposizione tra vittoria e lotta d’opinione.

[A] L’uomo‿è‿una piccola canna‿in natura


[B] Non bisogna che s’armi l’universo
[B] Perché‿ei conosce‿il suo destino‿avverso
[A] Viene inghiottito‿in una sorte‿oscura

[A] Ma da miseria‿un fatto rassicura:


[B] Divertimento fa‿il pensiero terso
[B] Diletta l’uomo‿e’l male sembra sperso
[A] E noia guarisce ma lo‿impaüra.

[C] Se‿è guasta la sua mente‿è guasto‿il centro


[D] La volontà per amare germoglia
[E] E per credere serve la ragione:

[D] Capiamo la vittoria controvoglia


[C] E‿il sentimento si zittisce dentro
[E] Contemplando la lotta d’opinione.
L’uomo‿è‿una piccola canna‿in natura
Verso non canonico perché l’accento in quarta sede è di parola sdrucciola. Questo verso occorre poche
volte: si tratta di un endecasillabo rolliano.
Sinalefe con tre sillabe, tipica di Petrarca.

Non bisogna che s’armi l’universo


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.

Perché‿ei conosce‿il suo destino‿avverso


A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

Viene inghiottito‿in una sorte‿oscura


A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

Ma da miseria‿un fatto rassicura:


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.

Divertimento fa‿il pensiero terso


A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

Diletta l’uomo‿e’l male sembra sperso


Doppia interpretazione metrica del verso:
A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
A maiore (6-10) composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.
Uso dell’aferesi sulla parola “il”.

E noia guarisce ma lo‿impaüra.


Endecasillabo non canonico: vi è un accento in quinta e in decima posizione.
Seguendo l’esempio Montale in “Ossi di seppia”, tramite l’accento in quinta sede, si rompe la tradizione,
per poi recuperarla nuovamente nella seconda parte del verso, ove ci si rifà all’uso che talvolta Dante
faceva della parola “impaura” con la dieresi.

Se‿è guasta la sua mente‿è guasto‿il centro


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.
Centro=cuore.

La volontà per amare germoglia


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario tronco (quadrisillabo) e da un settenario piano.

E per credere serve la ragione:


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano

Capiamo la vittoria controvoglia


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano

E‿il sentimento si zittisce dentro


A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

Contemplando la lotta d’opinione.


A maiore (6-10), composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.
MADRIGALE CINQUECENTESCO
- Normalmente non supera gli 11/12 versi, libero sia in termini sillabici che di rime (endecasillabi e
settenari).
- L'essenza del madrigale è l'aspetto musicale, legato allo sviluppo della musica polifonica profana
trecentesca senza obbligo che tutti i versi siano rimati.
- Tipico di questo genere musicale è l’uso di madrigalismi (un madrigalismo è una metafora musicale, in
esso la musica cerca di imitare il significato della/e parola/e del testo).

[A] Umanità le bellezze distrugge


[b] ma l’arte non soccombe:
[B] plasma‿e crea‿il mondo tra rovine‿e tombe
[A] mentre dal grande fuoco l’uomo fugge.
[c] Nel mondo senza redini
[d] Ei‿all’amata dice:
[c] “conosco ciò‿in cui credi
[D] so dei tuoi‿occhi l’essenza felice
[e] e scrivendo di voi
[E] con pochi versi conobbi ch’io fui“.

Umanità le bellezze distrugge


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario tronco (quadrisillabo) e da un settenario piano.

ma l’arte non soccombe:

plasma‿e crea‿ il mondo tra rovine‿e tombe


A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

mentre dal grande fuoco l’uomo fugge.


Doppia interpretazione metrica del verso:
A minore con schema 4-8-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
A maiore (6-10) composto da un settenario piano e da un quadrisillabo piano.

Nel mondo senza redini


Rima ipermetra tipica di Pascoli (il Gelsomino notturno) e Montale (Non chiederci la parola): rima della
parola sdrucciola “redini” con la parola piana “credi”, che sarebbe perfetta sopprimendo l’ultima sillaba
della parola sdrucciola. L’ipermetria riguarda solo la rima, non il verso, per la misura del quale conta solo la
posizione dell’ultimo accento che non muta.
Ei‿all’amata dice:
È come se il verso precedente spezzasse la parola e prestasse una sillaba al verso successivo per completare
il computo sillabico.
“conosco ciò‿in cui credi
so dei tuoi‿occhi l’essenza felice
A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.

e scrivendo di voi

con pochi versi conobbi ch’io fui“.


A minore con schema 4-7-10, composto da un quinario piano e da un senario piano.
Rima siciliana “vói”-“fui”: rima della “o” chiusa con la “u”.

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