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E’ il sonetto più celebre di Cecco, in rima A-B-B-A A-B-B-A C-D-C D-C-D, e costruito
interamente sulla figura dell’anafora (ripetizione all’inizio del verso), formato da due quartine e due terzine.
In questo sonetto parla principalmente dell’amante Becchina dove, nel corso del sonetto, i due si
rinfacciano volgarmente vizi e debolezze, e il Padre, Cecco rivolge violente accuse come la morte per
ottenere l’eredità.
Presenta anafore (1-5, 7, 9-10), chiasmi (13-14), anticlimax (1-4), antitesi (9-10, 13, 13), iperbole (quartine e
prima terzina sono fatte su due iperbole), parallelismo (1-5, 7, 9, 10)
Anticlimax: gradazione scendete per forza e intensità (colori) Anafora: ripetizione
Chiasmo: inversione di due parole Antitesi: paragona due cose la maggior parte delle volte sono
simmetriche Iperbole: consiste nell’abbondare la descrizione Parallelismo: si applica con uno schema ABAB
dove a rappresenta il verbo e B il complemento.
E’ il sonetto più celebre di Cecco, in rima A-B-B-A A-B-B-A C-D-C D-C-D, e costruito
interamente sulla figura dell’anafora (ripetizione all’inizio del verso), formato da due quartine e due terzine.
In questo sonetto parla principalmente dell’amante Becchina dove, nel corso del sonetto, i due si
rinfacciano volgarmente vizi e debolezze, e il Padre, Cecco rivolge violente accuse come la morte per
ottenere l’eredità.
Le prime tre strofe contengono gli 8 desideri esagerati impossibili e distruttivi dell’autore e sono espressi
da tanti periodi ipotetici dell’irrealtà.
Questo sonetto è costruito sul bilanciamento della tendenza alla simmetria e alla asimmetria:
1.si trova l’asimmetria nel rapporto tra costruzione sintattica e struttura metrica, nella prima quartina a
ogni verso corrisponde un periodo ipotetico dell’irrealtà susseguendosi uno dopo l'altro creando un ritmo
accelerato
nella seconda quartina c’è un rallentamento: i desideri del poeta che si immagina papa e imperatore sono 2
quindi in 4 versi
nei primi due versi della terzina accelera nuovamente dove i versi 9 e 10 contengono ognuno un periodo
ipotetico mentre l’ultima strofa ne contiene solo uno verso 12-14 un lungo periodo ipotetico
ce quindi un’alternanza di ritmo tra la prima e seconda quartina e tra la prima e la seconda terzina
questa asimmetria è bilanciata dall’equilibrio della struttura complessiva: infatti il poeta impone un
cambiamento di ritmo sia alle quartine sia alle terzine.
2.contenuti: c’è una asimmetria tra le ipotesi che sono distruttive e irrealizzabili che sono contenute nelle
quartine e nella prima terzina e la terzina finale in cui viene presentata come ipotetica una banale realtà di
fatto il poeta è semplicemente se stesso e ipotizza di fare quello che fa normalmente ovvero di lasciare le
brutte ragazze agli altri e prendere per lui le più belle.
Questo sonetto è una perodia del genere provenzale del plàzer dove il poeta fa un elenco di cose piacevoli
e belle e Cecco Angiolielli ribalta il modello tradizionale perché il suo elenco si risolve in un’enumerazione di
mali e dolori invocati contro tutti e il piacere consiste quindi nell’augurare il male agli altri.
Parafrasi del testo “Tre cose solamente m’ènno in grado” Cecco Angiolieri.
Solamente tre cose mi sono gradite, anche se non posso permettermele come vorrei, la donna, il vino e il
gioco d'azzardo; queste mi allietano il cuore.
Ma sono costretto a goderne raramente, perché la mia borsa mi smentisce (perché senza soldi); e quando
ci penso mi lamento, perché per la mancanza di denaro non posso compiere i miei desideri.
E dico: "Che sia colpito con una lancia!", a mio padre, che mi tiene così in miseria che tornerei a piedi dalla
Francia senza dimagrire.
Infatti, la mattina di festa in cui si da la mancia, sarebbe più facile far catturare una gru ad una poiana che
togliergli un soldo.
ANALISI "Tre cose solamente m'ènno in grado" di Cecco Angiolieri
Sonetto formato da versi endecasillabi ordinati in rima secondo lo schema ABAB, ABAB, CDC, DCD.
Il sonetto presenta diversi tratti morfologici tipici del dialetto senese (es. la forma di terza persona plurale
"so" al v. 1 e il possessivo "mie" ai v.i. 6 e 8).
La scelta lessicale è orientata verso parole dai suoni aspri e con forti scontri consonantici (es. "logro" al v.
11).
Nell'ultima terzina è evidente il ricorso al lessico tecnico della caccia.
Le figure retoriche presenti sono: metonimia, similitudine (nella seconda terzina) e iperbole (in entrambe le
terzine).
Struttura sintattica abbastanza semplice.