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Capacità che necessitano di essere allenate (condizionate) con continuità per far sì che si
migliorino o si mantengano nel tempo.
LE CAPACITÀ CONDIZIONALI
Nel corso dell'età non hanno un andamento lineare. Dipendono molto dall'accrescimento, si
modificano in funzione dell'età biologica.
Durante la fase puberale possiamo avere differenze notevoli: la forza (velocità e rapidità che
vengono influenzate dalla forza) tra individui della stessa età anagrafica e dello stesso
sesso, la forza tra maschi e femmine, con un vantaggio da parte delle femmine, per via dello
sviluppo iniziato in genere 1-2 anni prima del sesso maschile.
IL MUSCOLO SCHELETRICO
In seguito ad uno stimolo nervoso i filamenti proteici che costituiscono il muscolo scorrono
gli uni sugli altri.
Si genera una forza che attraverso il tendine si trasmette alla leva ossea, consentendo di
muovere il corpo o una sua parte, di mantenerlo in una determinata posizione, oppure di
trasferire l’energia meccanica al di fuori del corpo.
LA FORZA
sezione trasversa
ormoni
proteine
Numero di unità motorie coinvolte e di conseguenza il numero di fibre muscolari coinvolte (il
primo adattamento all’allenamento di forza è di tipo nervoso)
LA FORZA
● Il sesso
Si dice concentrica perché il muscolo avvicinando le sue estremità, per lo scivolamento dei
filamenti proteici, si ingrossa, “si concentra” verso il centro
La forza esterna è più grande della forza muscolare applicata, il disequilibrio obbliga il
muscolo a contrarsi ma in allungamento
Si sviluppa una contrazione in cui la distanza tra le inserzioni muscolari non varia.
Esiste un equilibrio tra la forza esterna e quella muscolare: non c’è movimento esterno
IL REGIME PLIOMETRICO
E’ una azione muscolare caratterizzata da una contrazione eccentrica seguita da una
concentrica (contromovimento)
Atleta 110 kg solleva alla panca 100kg VS Atleta 50 kg solleva alla panca 60 kg
RISCALDAMENTO
DEFATICAMENTO
RESPIRAZIONE
ALLENAMENTO CENTRIFUGO
Un muscolo sviluppa un livello più o meno elevato di forza a seconda dello stato di
allungamento di inizio contrazione: il livello ottimale si colloca tra il 90% e il 110% del
muscolo a riposo.
Parecchie ore dopo il termine della seduta: dipende dal tipo di contrazione muscolare
prevalentemente utilizzata nella seduta (contrazione eccentrica o pliometrica)
SOVRACCARICO
Adattamento biologico: utilizzare carichi bassi all’inizio per favorire l’adattamento del
muscolo, dei tendini e delle strutture articolari
Quando si solleva o trasporta un oggetto il suo peso si aggiunge al carico dei segmenti ossei
sulla colonna.
FORZA MASSIMA
Capacità del muscolo di esprimere la massima tensione possibile con una contrazione
volontaria
FORZA VELOCE
Capacità del muscolo di esprimere elevate tensioni nel minor tempo possibile per spostare
un carico con la maggiore velocità
La velocità di contrazione dipende dall’entità del carico: se alto la velocità sarà bassa, se
basso la velocità sarà alta
Attività di potenza:
● capacità di accelerazione (sprint, lanci)
● Capacità di elevazione (salti, volteggi)
● Movimenti in cui l’efficacia è condizionata dalla velocità di esecuzione del gesto
tecnico (battuta nel tennis, affondo nella scherma)
FORZA RESISTENTE
Capacità del muscolo di esprimere elevate tensioni per un tempo relativamente lungo
Capacità di un gruppo muscolare o dell’intero corpo di opporsi all’insorgere della fatica nelle
azioni in cui è richiesto un impegno muscolare prolungato e ripetuto: sprint finale di un
ciclista, corsa sui 400 metri o 800 metri, gara di canottaggio
● Bilanciere
● Manubrio
● Palla medica
● Elastico
IL CONCETTO DI MASSIMO NUMERO DELLE RIPETIZIONI
Il carico massimale è costituito da una ripetizione: corrisponde al peso che permette di fare
una sola ripetizione.
Conoscendo il carico sollevato, per esempio, per 10 volte si può ricavare per via indiretta il
carico massimale: 10 RM corrispondono ad una intensità di lavoro del 70%
Per stabilire il peso da utilizzare riferito in percentuale al massimale, basta prendere il punto
in cui si incrociano le colonne corrispondenti al massimale ed alla percentuale di carico
desiderata.
- Per conoscere il peso massimale utilizzando carichi inferiori, partire dal numero di
ripetizioni effettuate a “esaurimento”. Raggiunto nella colonna verticale il punto che indica il
numero di kg. con cui si è effettuata la serie, spostarsi orizzontalmente a sinistra fino alla
colonna dei massimali.
- La tabella può essere utilizzata solo negli esercizi nei quali il carico non viene poggiato a
terra ad ogni ripetizione e le singole ripetizioni vengono eseguite correttamente rispettando
la giusta tecnica, il ritmo esecutivo ed i tempi di recupero.
- Le percentuali riportate in tabella, ad eccezione per i carichi più bassi, sono state
arrotondate per difetto o per eccesso al carico più vicino di 2,5 Kg.
L’intensità del lavoro (percentuale del carico massimo, la velocità di esecuzione, il numero
delle ripetizioni) e la durata del recupero variano in funzione dell’obiettivo.
PIRAMIDALE
Prevede l'incremento del sovraccarico al diminuire del numero delle ripetizioni. Le varianti
sono tante.
Esempio:
a) in ordine di esecuzione Piramidale
b) viceversa, si parla allora Piramidale Inverso
c) Piramide stretta
d) Piramida larga
GRAN PETTORALE
Sterno costale: origina dalla parte anteriore dello sterno e dalla cartilagine delle prime
sei coste
Addominale: origina dal foglietto anteriore della guaina del retto dell’addome
GRAN PETTORALE
Contraendosi nel suo insieme avvicina e ruota verso l’interno le spalle, avvicinando le
braccia al petto (a) (b) (g)
Con le sue fibre superiori spinge il braccio in avanti quando è abbassato e avvicina il braccio
all’orizzontale, flessione 0-60°(e).
L’utilizzo dei manubri consente una mobilità articolare maggiore ed evita la compensazione
del braccio più debole
Scapole addotte: gomiti bassi vicino al tronco (angolo 45°-60°), movimento eseguito su un
piano sagittale trasversale
Il peso del corpo si scarica sul cingolo scapolo omerale e non nella zona lombare