Il Lavoro in Acqua
Riabilitazione
"La riabilitazione è l'utilizzo di tutti i sistemi finalizzati alla
riduzione dell'impatto della disabilità e della condizione di
handicap con mezzi che, al tempo stesso, possono aiutare le
persone disabili a raggiungere un reinserimento sociale
ottimale".
(W.H.O World Health Organisation)
La Riabilitazione dello sportivo
•
sedute più frequenti e di
maggior durata
•
fin dall’inizio esercitazioni
funzionali all’attività
sportiva praticata
•
Ogni giorno che passiamo immobili per un infortunio perdiamo
1,5% di massa muscolare
•
Riduzione della capacità aerobica del 4-6% del VO2max dopo
sole due settimane di inattività.
•
Le prime fibre che si deteriorano sono quelle rapide
Recuperare e tornare all’attività sportiva velocemente evitando la
perdita di mobilità e di tono-trofismo è l’obiettivo primario della
riabilitazione sportiva
•
Movimenti più lenti e più controllabili con conseguente
aumento dei feedback propriocettivi ed esterocettivi
diminuendo la possibilità di traumi.
•
Continua ricerca di bilanciamento (migliorano equilibrio e
coordinazione)
Caratteristiche del lavoro in acqua
•
La maggior sollecitazione cardiovascolare permette un
lavoro precoce su parametri fondamentali per
l’allenamento dell’atleta (in acqua in media 12 b/m in
meno che a secco);
•
Accumulo di acido lattico molto limitato;
•
Aiuta psicologicamente l’atleta (divertente e motivante)
Caratteristiche del lavoro in acqua
(Grigoriev A, Egorov A. Space biology and medicine. Vol III. Reston VA, American
Institute of Aeronautics and Astronauts.1996:475-525.)
Attivazione neuro-muscolare in acqua
Nel cammino in acqua abbiamo:
• frequenza del passo ridotta
• tempo d’appoggio più lungo
• maggiore attivazione del grande gluteo
• maggiore attivazione del bicipite fem.
(Martelli G. Atti del VII congresso A.I.M.B. 2002)
Il cammino in acqua cambia completamente la coordinazione dell’intera catena
cinetica.
(Miyoshi T, Shirota T, Yamamoto S. Functional roles of lower limb joint
moments Clin Biomech. 2005 feb;20(2):194-201.)
Attivazione neuro-muscolare in acqua
Camminare in acqua aumenta l’attività di erector spinae e
rectus femoris.
(Chevutschi A, Lensel G, Vaast D, Thevenon A. An electromyographic study of human gait
both in water and on dry ground. J Physiol Anthropol. 2007 Jun;26(4):467-73.)
Attivazione neuro-muscolare in acqua
La stabilizzazione del centro di gravità in acqua
è più difficoltosa che sulla terra.
(Massion J, Fabre JC, Mouchino L Body orientation and regulation of the center of gravity
during movement under water. J vestib Res. 1995 May-Jun;5(3):211-21)
Acqua alta
Corpo in sospensione
•
Carico quasi nullo su articolazioni e colonna
•
Maggiore stimolazione dell’equilibrio (mancanza
punto d’appoggio)
•
Maggior forza nei movimenti( più acqua da
spostare)
•
Maggior dispendio energetico
•
Lavoro prevalente in catena cinetica aperta
Acqua media
•
Movimenti parzialmente
soggetti alla forza di gravità
•
Sfruttamento della spinta di
galleggiamento
•
Esercizi ad impatto crescente
Acqua bassa
Corpo immerso al di sotto di L3 quindi ancora preponderante
l’aspetto «terrestre»
•
Maggior carico a livello
articolare e vertebrale
•
Diversa velocità esecutiva
arti inferiori e superiori
•
Equilibrio instabile
•
Arti inferiori molto
sollecitati in carico
Caratteristiche fisiche
•
Resistenza (drag)
la resistenza che si oppone al movimento è fino a 800 volte
superiore in acqua che in aria ed è determinata da due
caratteristiche fondamentali dei fluidi:
Densità = Massa/volume
Viscosità= coesione delle molecole del liquido
Fattori che influenzano la resistenza
•
Galleggiamento: Principio di Archimede
Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto,
pari al peso del volume del fluido spostato
Rischio di re-infortunio:
•
Quando la lesione non è ancora guarita
•
Quando la lesione è guarita, ma persiste uno squilibrio di forza
•
Quando la lesione è guarita, non persiste uno squilibrio di
forza, ma il condizionamento è insufficiente
Prevenzione
•
Passiva : taping, protezioni , bendaggi, ecc.
•
Attiva si ottiene attraverso il miglioramento e mantenimento del:
- Corretto allineamento posturale
- Tonificazione della muscolatura
- Corretto rapporto di forza tra agonisti e antagonisti
- Mantenimento del range articolare ottimale
- Allenamento della capacità propriocettiva del sistema neuromuscolare
- Un corretto riscaldamento e defaticamento
Obiettivi Prevenzione
•
Riscaldamento/Defaticamento appropriati
•
Mobilità articolare(a livello del lato sano)
•
Propriocettività
•
Core stability
•
Potenziamento muscolare(a livello del lato sano)
•
Resistenza muscolare (livello coerente con le esigenze
dello sport)
Il Riscaldamento
Il termine “riscaldamento” è da riferirsi all’aumento della temperatura
corporea, uno o due gradi, con conseguente miglioramento dell’attività
muscolare (38,5/39°C)
Un programma di riscaldamento ottimale, per garantire un
innalzamento della temperatura interna del corpo pari a 39°, è
costituito da una intensità progressiva - massimale con un carico di
durata media ( 20-25 minuti).
Scarsi risultati (aumento medio della temperatura iniziale pari a 0,6-
0,7° C) sono stati ottenuti con durata temporale elevata (45 min) e
carico di scarsa intensità.
Leggero incremento ( + 0,9-1,3° C) è stato ottenuto con carico elevato
ma di breve durata
Il Riscaldamento agisce direttamente:
• sui tendini: L’aumento della temperatura corporea conseguente all’attività
di riscaldamento aumenta proporzionalmente l’elasticità dei tendini.
• sui muscoli: Anch’essi aumentano la loro elasticità con l’aumento della
temperatura corporea, predisponendoli all’attività fisica e riducendo i rischi
di contrazioni e stiramenti.
• sulle articolazioni: Il liquido sinoviale prodotto dal riscaldamento
provvede a migliorare la lubrificazione delle articolazioni, consentendo
anche una graduale capacità di ampliare i movimenti.
• sull’apparato cardiovascolare: L’aumento del flusso circolatorio
conseguente all’attività di riscaldamento attiva un maggiore apporto di
ossigeno ai tessuti, predisponendoli ad una performance fisica ottimale.
Mobilità Articolare
La mobilità può essere sia attiva che passiva.
Attiva: la massima escursione che un atleta può raggiungere
attraverso l'azione muscolare senza l'aiuto di forze esterne.
Passiva: la massima escursione che un atleta può
raggiungere in condizioni di rilassamento, utilizzando forze
esterne (un compagno, un attrezzo, la forza di gravità …).
Allungamento Attivo
c) Metodo statico-attivo
Assumere una posizione e
mantenerla usando la forza dei
propri muscoli agonisti. la
tensione della muscolatura
agonista contribuisce al
rilassamento della muscolatura
antagonista tramite un’inibizione
reciproca.
Allungamento Passivo
(Leetun DT, Ireland ML, Willson JD, Ballantyne BT, Davis IM. Core stability
measures as risk factors for lower extremity injury in athletes. Med Sci Sports
Exerc. 2004 Jun;36(6):926-34.)
Muscoli coinvolti nella Core Stability
•
Stabilizzatori locali: trasverso addominale-multifido-interspinali-
psoas-diaframma-perineo(anticipatori del movimento)
•
Stabilizzatori globali: obliquo esterno-obliquo interno-gluteo
medio-quadrato dei lombi(controllo rom)
•
Mobilizzatori globali: retto addominale-ileocostale-piriforme-
quadrato dei lombi-biarticolari dell’anca(movimenti di ROM
elevato)
Muscoli che garantiscono stabilità del “baricentro”
(Hodges & Richardson, Exp Brain res 114:362-370, 1997)
Funzione Core
In uno stato di efficienza ottimale il core consente di:
•
Distribuire armonicamente i carichi corporei prossimali e
distali
•
Assorbire le forze agenti nel complesso lombo-pelvico
•
Trasferire le forze tra tratto assile e tratti appendicolari
Prevenzione
Il programma ideale di prevenzione delle patologie dello sportivo
dovrebbe riuscire ad evidenziare eventuali fattori predisponenti
patologie muscolo-scheletriche.
Moderne metodiche di indagine:
Gait Analysis, Bts Freeemg,
Riatletizzazione in Acqua come Prevenzione
2012 pregressa lesione parziale tendine prossimale retto femorale coscia destra
26-9-14 infortunio
26-9-14 Rm coscia sn: Lesione subtotale del tendine prossimale del retto femorale con coinvolgimento della giunzione muscolotendinea
11-10-14 intervento reinserzione con ancoretta in esiti di trauma da stiramento con avulsione tendinea
29-10-14 inizio percorso terapeutico=tecarterapia, magnetoterapia Bemer, rieducazione funzionale passiva e attiva assistita per il progressivo
recupero della funzionalità dell’artoinferiore sinistro-idrokinesiterapia per il recupero funzionale progressivo e con carico crescente dell’arto inferiore
sinistro
15-1-15 rm coscia sn: non si riconoscono attualmente soluzioni di continuo del tendine e della giunzione miotendinea prossimale del muscolo
descritto
22-1-15 rx bacino: ancoretta metallica spina iliaca anteriore inferiore di sinistra. Amorfe calcificazioni ventralmente alla testa del femore in verosimile
pregressa lesione da strappo miotendinea del retto femorale
20-2-15 visita fisiatrica di controllo: Cicatrice in ordine, non adesa ai piani sottostanti, non flogosi, non limitazioni articolari, buon recupero del
tonotrofismo muscolare, buon recupero dello schema del passo e del gesto atletico della corsa
17-3-15 rm coscia sn: non lesioni fibrillari muscolari, non versamenti fasciali, non versamento articolare coxo-femorale, invariati reperti rimanenti
Ritorno in campo