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Il termine potenziamento rimanda immediatamente al concetto di forza; spesso la prima immagine richiamata da
questa parola è quella del body building, una disciplina in cui, attraverso un lavoro molto intenso e analitico con l'ausilio
di pesi e macchine da muscolazione si cerca di aumentare notevolmente la propria massa muscolare (definita
come ipertrofia muscolare) per ottenere un corpo "scolpito" nelle forme. Ma il tipo di lavoro e di impegno fisico
nell'allenamento cambiano notevolmente a seconda del tipo di forza che si vuole sviluppare.
Nelle attività scolastiche, in genere, si cerca di allenare maggiormente la forza veloce e la forza resistente, evitando
carichi massimali (forza assoluta o massimale) che sarebbero inadeguati alla costituzione fisica e alla preparazione
tecnica dei ragazzi. Tuttavia, anche a scuola è possibile allenare la forza massimale, con un percorso adeguato e con
opportuni accorgimenti, con esercizi specifici e sedute di allenamento adeguate.
La forza è infatti facilmente allenabile: sta alla base di tutti i nostri movimenti e anche chi non pratica regolarmente
sport dovrebbe cercare di mantenere in buona salute i propri muscoli.
Per lavorare sullo sviluppo della forza o potenziamento, si devono sfruttare metodiche di allenamento di erenti
rispetto alle attività di tonificazione.
In questo capitolo pertanto vogliamo proporre esercizi semplici da eseguire e utili per il raggiungimento di un buon
trofismo muscolare.
A seconda del tipo di forza che si intende allenare (massimale, veloce, resistente) occorre variare alcuni elementi nella
programmazione di lavoro e cioè:
- carico di lavoro: peso da spostare o sollevare;
- numero di esecuzioni dell'esercizio: dato da numero ripetizioni per numero serie;
- velocità di esecuzione: l'esecuzione veloce o lenta di un esercizio cambia notevolmente la sua intensità;
- tempi di recupero: il riposo muscolare completo o incompleto gioca un ruolo fondamentale nell'allenamento.
Che cos'è?
I mitocondri sono organelli cellulari che fungono da "fabbriche di energia" per le cellule stesse
Le modificazioni fisiologiche che intervengono a carico dell'apparato muscolare non dipendono solo dall'esercizio, ma
anche da alcune qualità fisiche del soggetto:
- dimensione e composizione del muscolo: quantità e tipo di fibre;
- coordinazione intramuscolare: per un miglior reclutamento di unità motorie;
- capacità di allungamento muscolare: per rendere più potente la contrazione. Generalmente un allenamento di
potenziamento muscolare comporta un significativo miglioramento della funzionalità del muscolo. In seguito
all'allenamento, si evidenziano:
- una maggior vascolarizzazione del tessuto muscolare: aumenta la capillarizzazione e, di riflesso, l'a usso del
sangue; una maggiore quantità di mioglobina a livello cellulare: incrementa la presenza di ossigeno necessario
ai vari processi metabolici;
- una crescita del numero di mitocondri presenti nelle cellule.
In breve, il potenziamento muscolare migliora il nostro metabolismo basale, con un conseguente aumento
del consumo calorico giornaliero; in fase di recupero dopo l'allenamento è inoltre possibile un miglior
smaltimento di acido lattico.
Se si utilizzano carichi di lavoro considerevoli, oltre a quanto appena spiegato, si avrà:
- un evidente aumento del trofismo (volume) muscolare dovuto all'ispessimento delle fibre muscolari;
- un miglior reclutamento di fibre muscolari durante lo sforzo (livello neuro-motorio). Ciò viene ben
chiarito dal disegno che Fukunaga fece nel 1976 per rappresentare esattamente ciò che succede
all'interno di un muscolo in seguito a un allenamento per la forza.
Oltre alle variazioni strutturali del tessuto muscolare è stato dimostrato che un muscolo allenato aumenta la propria
capacità contrattile in assenza di ossigeno.
Nella parte relativa all'apparato muscolare hai già studiato come avviene la contrazione; in questa sede ti presentiamo i
quattro diversi tipi di contrazione muscolare e cioè:
1. contrazione concentrica o isotonica: durante la contrazione i capi articolari si avvicinano, quindi il muscolo si
accorcia;
2. contrazione eccentrica o cedente: durante la contrazione i capi articolari si allontanano, quindi il muscolo si
allunga;
3. contrazione isometrica o statica: durante la contrazione muscolare i capi articolari non si avvicinano, quindi la
lunghezza del muscolo rimane invariata;
4. contrazione pliometrica: si compone di una contrazione eccentrica (salto in basso) cui ne segue subito una
concentrica (salto in alto); il muscolo immagazzina energia elastica nella prima fase (eccentrica) per
prenderla nella seconda (concentrica).
Gli esercizi di potenziamento sfruttano questi diversi tipi di contrazione, a volte combinandoli tra loro. Si parla così di
esercizi isotonici, isometrici, pliometrici.
A questi bisognerebbe aggiungere quelli che vengono definiti isocinetici che, seppur molto e caci, vengono utilizzati
solo in casi specifici (atleti di alto livello, riabilitazione) in quanto necessitano di attrezzi molto costosi.
a base stretta:
a base larga:
a doppia piramide:
Come puoi vedere, il carico di lavoro cresce (figg. 1 e 2) o cala (fig. 3) in modo inversamente proporzionale al numero
delle ripetizioni.
Per i giovani è opportuno seguire il metodo a base larga.