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Le pagine successive vogliono essere una traccia per punti delle lezioni svolte e, come tale,
devono essere necessariamente completate ed arricchite da quanto detto e visto a lezione.
Esercizi Fondamentali: (Per es. Squat, distensioni con bilanciere su panca orizzontale, lento
dietro..)
a. Poli articolari: Sono coinvolte, attivamente, nel movimento più articolazioni
b. Alta sinergia.
c. Il movimento è riconducibile ad una linea retta.
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PRINCIPI PER DETERMINARE LA CORRETTA ESECUZIONE DI UN ESERCIZIO
a. Postura
b. Linearità articolare
c. Escursione articolare
d. Velocità di esecuzione
POSTURA
Il mantenimento della postura fisiologica garantisce la maggiore capacità di resistenza al carico sia
in forma statica che in forma dinamica. Ogni variazione provocherà inevitabilmente dei
sovraccarichi funzionali su tutte le strutture muscolari e/od osteoarticolari.
LINEARITA’ ARTICOLARE
Le articolazioni coinvolte nel movimento devono restare in linea.
Ogni articolazione deve rispettare il proprio asse e piano di movimento.
ESCURSIONE ARTICOLARE
L’escursione deve sempre essere la massima fisiologica possibile per il soggetto.
Esistono tuttavia esercizi e/o metodi e/o tecniche che non rispettano tale principio.
E’ determinante in questi casi essere consapevoli dell’effetto finale che si provocherà a livello
muscolare e funzionale. (Vedi legge di Borelli e Weber Fick).
VELOCITA’ D’ESECUZIONE
La velocità d’esecuzione è uno dei parametri che determina l’intensità dell’esercizio e l’effetto che
si avrà sia a livello strutturale che a livello neuro-muscolare.
E’ determinante comunque che il movimento avvenga sempre con il completo controllo del carico
da parte dell’atleta.
Mai l’inerzia acquisita dal carico deve prendere il sopravvento sul controllo del soggetto.
La velocità media di una ripetizione è di circa 3 secondi.
Esistono tuttavia metodi che, mirando al raggiungimento di un fine specifico (forza esplosiva,
forza veloce, ipertrofia etc), prevedono velocità di esecuzione, di una ripetizione, che vanno da
circa 1 secondo fino a circa 10 secondi
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Per calcolare il tempo necessario allo svolgimento di una scheda d’allenamento bisognerà quindi
moltiplicare il numero delle ripetizioni totale per tre (secondi) e aggiungere al risultato i minuti
totali di recupero tra le serie.
La lunghezza delle fibre muscolari è proporzionale all’accorciamento che possono ottenere dalla
loro contrazione.
Il massimo accorciamento possibile è pari a circa il 50% della lunghezza della fibra.
Ne consegue che l’ampiezza del movimento (allungamento e accorciamento del muscolo)
condiziona la lunghezza del ventre muscolare e viceversa.
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Esempi pratici:
1) In un soggetto con una tendenza alle spalle addotte, pur non occupandoci in questa fase di
esercizi di ginnastica correttiva e considerando quindi che il paramorfismo “spalle addotte” va
affrontato con un programma specifico che non contempla solo esercizi di tonificazione, dovremo,
almeno per non peggiorare la situazione,
a) allungare il ventre muscolare a riposo del gran pettorale e del gran dorsale, lavoreremo quindi in
allungamento completo e accorciamento incompleto. Per es. croci su panca orizzontale in
allungamento completo (fase eccentrica) e accorciamento incompleto (fase concentrica).
b) accorciare il ventre muscolare a riposo della muscolatura che “riporta” e/o mantiene il moncone
della spalla nella corretta posizione: deltoide posteriore, fascio posteriore del trapezio, romboide,
lavoreremo quindi, al contrario, in accorciamento completo e allungamento incompleto. Non
utilizziamo la modalità in accorciamento e allungamento incompleto per non provocare
accorciamento della parte tendinea.
Per esempio potremmo eseguire la Lat machine avanti, con presa media, in allungamento
completo e accorciamento incompleto.
c) Accorciare, nel caso di omero in intrarotazione, il ventre muscolare a riposo della cuffia dei
rotatori con componente di extrarotazione (sovra e sotto spinato e piccolo rotondo). Lavoreremo
quindi in accorciamento completo e allungamento incompleto.
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CANALI DI COMUNICAZIONE
a. Metodo globale. E’ il più indicato per i principianti. Mostrando l’esercizio si danno poche
ed essenziali informazioni. Questo per non distrarre dall’osservazione dell’esercizio nella
sua “globalità” e per non sovraccaricare di eccessive informazioni che comunque il
soggetto non riuscirebbe a coordinare ed eseguire.
b. Metodo analitico. E’ il più indicato con tecnici e atleti avanzati. La spiegazione è molto
dettagliata e tecnica. Si sottolinea la postura, la velocità, gli angoli di lavoro ed
eventualmente gli angoli dei diversi segmenti corporei, varie ed eventuali.
ASSISTENZA
Le funzioni dell’assistenza, durante un esercizio con i sovraccarichi, sono essenzialmente tre:
a) Garantire l’incolumità dell’atleta .
b) Aiutare l’atleta nei momenti “più duri” permettendogli eventualmente di eseguire qualche
ripetizione in più (quando questo è richiesto dal metodo di allenamento)
c) Guidare il movimento, quando necessario, per rafforzarne “l’immagine” cinestesica. Questo
aspetto è molto importante per i principianti e/o per le persone di una certa età.
La posizione da assumere durante l’assistenza è molto importante. Deve possedere due requisiti:
1) Non deve mai essere “invasiva”, bisogna quindi essere attenti ad evitare “l’eccessivo contatto”
con il soggetto e rispettare le distanze adatte.
2) Contemporaneamente l’assistente si deve posizionare in modo da essere sempre in una
condizione di buon equilibrio. In caso di necessità deve essere in grado di intervenire sul carico
e/o sull’atleta senza subire eccessivamente il peso dell’attrezzo e del soggetto in difficoltà.
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TABELLA DI RAFFRONTO PESI LIBERI MACCHINE
VANTAGGI SVANTAGGI
1. Facile utilizzo 1. Più difficili da utilizzare.
2. Maggiore sicurezza 2. “Più pericolosi”
3. Maggiore isolamento
SVANTAGGI VANTAGGI
1. Movimento poco naturale 1. Movimento più vicino alla realtà gravitazionale
2. Maggiore costo e ingombro 2. Scarso ingombro e costo contenuto
3. Non coinvolge i muscoli 3. Maggiore sinergia (Muscoli stabilizzatori)
stabilizzatori. 4. Maggiore stimolo propriocettivo
5. Maggiore coordinazione
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GRAN PETTORALE
DISTINGUIAMO:
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c. Con il braccio inclinato verso il basso (panca declinata oppure dalla stazione eretta con cavi
alti) un maggior coinvolgimento del fascio costale (o inferiore).
Tutti gli esercizi vanno analizzati secondo i 4 principi per la corretta esecuzione.
Esercizi Analizzati:
1. Distensioni con bilanciere su panca orizzontale e inclinata (fondamentale).
2. Distensioni con manubri su panca orizzontale e inclinata (fondamentale).
3. Croci su panca orizzontale e inclinata (complementare).
4. Chest press (fondamentale)
5. Pectoral Machine (complementare)
6. Croce ai cavi incrociati (complementare)
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GRAN DORSALE
Gli esercizi fondamentali del Gran Dorsale possono essere classificati in relazione al piano su cui
si realizzano.
Piano sagittale: Esercizi ad alta sinergia, poliarticolari, movimento riconducibile ad una linea retta.
Piano frontale: Esercizi a media sinergia, poliarticolari, movimento riconducibile ad una linea retta.
Introduciamo quindi il parametro “media sinergia” per evidenziare come gli esercizi sul piano
frontale siano, pur rimanendo fondamentali e quindi poliarticolari, molto meno sinergici rispetto a
quelli sul piano sagittale.
Esercizi analizzati:
1) Lat Machine.
Esercizio fondamentale a media sinergia.
Esiste sia l’esecuzione dietro che avanti al capo.
La lat machine dietro (come viene tradizionalmente definita) necessita di alcune importanti
considerazioni. (Omero in abduzione forzata ed in extrarotazione……….)
La lat machine dietro rimane quindi un esercizio da proporre, al limite, solo dopo le dovute
valutazioni e, comunque, mai a soggetti che non sono dotati di una perfetta funzionalità scapolo-
omerale.
Variando il passo delle mani si interviene sia sul range di escursione che sulla sinergia gran dorsale
bicipite.
E’ da ricordare che, nell’esecuzione dietro al capo, tanto minore sarà il passo delle mani e quanto
maggiore sarà la mobilità scapolo-omerale necessaria.
2) Pulley Basso (Fondamentale ad alta sinergia) (Analisi della posizione e della meccanica……)
3) Rematore con Bilanciere (Fondamentale ad alta sinergia) (Analisi della posizione e della
meccanica).
4) Rematore con manubrio (Fondamentale ad alta sinergia)
5) Pull down (Complementare)
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DELTOIDI
L’ABDUZIONE
L’abduzione dell’arto superiore può essere schematizzata in 3 tempi (Kapandji)
Primo tempo (da 0 a 90°)
I muscoli motori sono essenzialmente il Deltoide e il Sovraspinato e l’articolazione coinvolta è
l’articolazione scapolo-omerale.
Questa prima fase termina intorno ai 90° circa quando si realizza un blocco provocato dal contatto
della sporgenza del trochite sul bordo superiore della glenoide.
La rotazione esterna, spostando verso dietro il trochite , come anche una leggera anteposizione di
circa 30°, ritarda questo blocco meccanico.
Secondo tempo (da 90° a 150°)
Una volta che nell’articolazione scapolo-omerale si realizza il blocco il movimento può continuare
a carico del cingolo scapolare.
La scapola (DX) ruota in senso antiorario orientando la glenoide verso l’alto. L’ampiezza del
movimento è di circa 60°.
I muscoli motori sono il trapezio e il gran dentato.
Il movimento verso i 150° è limitato dalla resistenza dei muscoli adduttori (gran dorsale e gran
pettorale).
Terzo tempo (da 150° a 180°)
E’ necessaria la partecipazione del rachide.
Se viene abdotto un solo braccio si realizza un’inclinazione laterale provocata dall’intervento dei
muscoli spinali controlaterali (del lato opposto).
Se vengono addotte tutte e due le braccia si verifica una iperlordosi lombare ad opera dei muscoli
spinali.
E’ implicito che questa suddivisione in tre tempi viene fatta solo per comodità didattica.
Nella realtà il movimento e gli interventi muscolari sono intimamente collegati.
La rotazione della scapola inizia molto prima dei 90°.
A 45° di abduzione la scapola ha già compiuto una rotazione di 17°, a 90° di abduzione ne ha
compiuti circa 38° e a 150° di abduzione ha compiuto una rotazione di 60°.
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Esercizi Analizzati:
BICIPITI
Quando, in gergo, si parla di esercizi per i “ bicipiti” si vuole in realtà indicare tutta la
muscolatura, localizzata nella loggia anteriore del braccio, che realizza la flessione del gomito.
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Esercizi Analizzati:
Classifichiamo, in questa sede, gli esercizi per i bicipiti solo in funzione della posizione dell’omero
che può essere in:
1) In posizione Neutra:
Curl con bilanciere
Curl con manubri (in piedi o seduto con schienale a 90°)
2) In flessione.
Panca scott
3) In estensione:
Curl con manubri seduto con schienale inclinato
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Posizione
Stazione eretta, gambe leggermente divaricate, bilanciere impugnato con mani in supinazione e con
un passo circa pari alla larghezza delle spalle (per poter rispettare il principio della linearità).
Esecuzione:
Flettere gli avambracci. E’ buona regola sensibilizzare l’atleta affinché per tutta la durata
dell’esercizio si concentri sulla contrazione di tutta la muscolatura posturale.
Evasioni e compensi:
a) Oscillazione del busto. E’ l’errore più consueto, è solitamente provocato da un carico non
adeguato (si cerca infatti di sopperire ad una mancanza di forza dei flessori del gomito con uno
slancio del busto che da inerzia al movimento) e raramente da una effettiva incapacità motoria.
A questo proposito si possono utilizzare tutta una serie di accorgimenti per aiutare il soggetto a non
“evadere”…..
b) Incompleta estensione del gomito con contemporanea estensione del braccio. Anche questo
compenso è legato solitamente ad un carico eccessivo…….
c) perdita della linearità articolare
TRICIPITI
Anche gli esercizi per i tricipiti vengono classificati in relazione alla posizione dell’omero rispetto
al tronco.
Esercizi analizzati:
French press (posizione 1) con bilanciere o con manubri.
Push down (posizione 2): Posizione, esecuzione e compensi………………….
Estensioni con manubrio (posizione 3): posizione, esecuzione e compensi…………….
French Press:
Soggetto supino su panca.
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Mantenendo le braccia perpendicolari al torace: flettere gli avambracci fino a che il bilanciere arriva
all’altezza della fronte ed estenderli tornando nella posizione di partenza.
Evasioni e compensi:
a) effettuare il movimento aiutandosi con un’oscillazione dell’omero…..
b) Perdere la linearità articolare aprendo i gomiti.
c) Aumentare la lordosi lombare.
Squat
Lo squat
Viene eseguito con un bilanciere appoggiato sulla massa carnosa del trapezio e non sulle aposifi
spinose, le mani impugnano il bilanciere, con un passo naturale per l’atleta.
Nel caso dello squat dobbiamo aggiungere, ai 4 principi per la corretta esecuzione di un
esercizio, un quinto principio: la perpendicolarità del carico. La proiezione del bilanciere deve
essere sempre mantenuta di poco avanti all’articolazione tibio-tarsica. In pratica il busto non deve
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essere inclinato in avanti, pena un eccessivo e dannoso aumento del carico su L3 a causa
dell’aumento del braccio della resistenza.
1. Mobilità Tibio-tarsica
2. Mobilità dell’anca in flessione intesa come una buon capacità di allungamento dei muscoli
ischio-crurali e grande gluteo
3. Mobilità delle sacro-iliache
Quando non sono presenti 1 o più dei prerequisiti l’esercizio non potrà essere eseguito
correttamente.
Nello specifico:
A) mancanza di mobilità Tibio-tarsica: il soggetto inclina in avanti il busto e/o solleva i talloni.
B) Mancanza dei requisiti 2 e 3: il soggetto va in retroversione del bacino e quindi in cifosi
lombare (gravissimo!).
Attenzione al principio della linearità articolare. Le ginocchia non devono chiudersi all’interno,
durante tutto il movimento devono sempre restare sul piano dato da piede e caviglia.
E’ possibile eseguire lo squat con le punte più o meno aperte e con le gambe più o meno divaricate.
Aumentando la divaricata aumenterà la sinergia a carico degli adduttori.
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Squat al Multy power
Erroneamente si pensa che con il multy power sia possibile compensare alla mancanza dei
prerequisiti meccanici
Spesso invece si commette un errore molto grave.
Il soggetto, non dovendo mantenere l’equilibrio e non potendo inclinare il busto in avanti,
compenserà alla mancanza dei prerequisiti previsti portando indietro i glutei. In questo modo la leva
della resistenza risulterà comunque notevolmente aumentata.
Quindi anche al multy power sarà necessario intervenire con alcuni accorgimenti.
a) ancora valido il rialzo sotto i calcagni
b) spostare in avanti di qualche cm l’appoggio dei piedi
Sarà necessario anche in questo caso non esagerare ne con il rialzo ne con lo spostamento in avanti
dell’appoggio. I due sistemi non devono essere utilizzati contemporaneamente.
LEG PRESS
Si devono distinguere:
a) Leg Press orizzontale (soggetto supino)
b) Leg Press verticale (soggetto seduto)
c) Leg press 45°
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PRINCIPALI COMPENSI NELLA LEG PRESS
a) si stacca il sacro dall’appoggio e si va in cifosi lombare (si infrange il principio della
postura)
b) Le ginocchia si “chiudono” internamente durante la fase concentrica (si infrange il principio
della linearità articolare)
LEG EXTENTION
Esercizio complementare.
Attenzione alla linearità articolare.
I fasci del quadricipite principalmente coinvolti saranno i vasti.
Per aumentare la sinergia sul vasto mediale è necessario eseguire l’esercizio negli ultimi 20-30
gradi di estensione.
LEG CURL
Esistono 3 varianti di questa macchina:
1) Leg curl p.d (il soggetto è prono)
2) Standing leg curl
3) Sitting Leg curl
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PRINCIPI DELL’ALLENAMENTO
Dobbiamo pensare all’allenamento come ad uno “strumento” che abbiamo a disposizione per
indurre delle modificazioni sia a livello organico che a livello degli schemi motori.
Carico interno = Insieme delle reazioni che l’organismo ha inseguito alla somministrazione di un
carico esterno (Allenamento).
Ovviamente considerando diversi soggetti, a uguale carico esterno non corrisponderà un uguale
carico interno.
In relazione al punto “a” bisognerà quindi effettuare un’accurata anamnesi del soggetto.
1. Specificità
2. Intensità (Sovraccarico)
3. Durata
4. frequenza
5. Supercompenzazione
Specificità:
L’allenamento deve coinvolgere gli stessi sistemi energetici delle qualità che noi vogliamo
migliorare.
Deve inoltre, quando è possibile rispecchiare gli stessi schemi motori.
Rispettare gli schemi motori non vuol dire però ripetere il gesto tecnico con i sovraccarichi.
Sovraccarico (Intensità)
Un sistema bioenergetico per essere stimolato deve essere allenato con intensità vicine alla sua
capacità massimale.
Durata
Quanto deve durare l’allenamento?
Frequenza:
Quante volte alla settimana?
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Supercompensazione:
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LA SCHEDA D’ALLENAMENTO
Le schede successive vanno considerate esclusivamente come un esempio.
Ogni scheda va costruita “addosso” al soggetto in funzione delle sue condizioni (cardio-vascolari,
muscolari e articolari) di partenza, dei suoi obiettivi, delle disponibilità e dell’effettiva
determinazione.
Utilizzare queste schede così come sono, senza apportare le necessarie modifiche, rappresenterebbe
pertanto un madornale errore.
OBIETTIVI FONDAMENTALI
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SCHEDA UOMO PRINCIPIANTE
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SCHEDA SPLIT (2) UOMO
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SCHEDA DONNA PRINCIPIANTE
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SCHEDA SPLIT (2) DONNA
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A.A.S (Anaerobic Aerobic System)
Metodica molto interessante, soddisfa sia gli utenti maschili che femminili.
Permette di ottenere un buon dimagrimento associato ad una buona tonificazione.
La seduta di allenamento è divisa in 2 parti distinte.
La prima, solitamente concentrata sulla parte superiore del corpo, con l’utilizzo di pesi liberi e/o
macchine isotoniche.
La seconda, solitamente concentrata sulla parte inferiore del corpo, con l’utilizzo di macchine
aerobiche ed eventualmente con esercizi localizzati nelle zone di maggiore interesse.
Crunch 4 x 20 1’
Panca orizzontale 4 x 12 1’
Rowing 4 x 15 1’
Lento con manubri 4 x 10 1’
Curl bilanciere 3 x 12 1’
French press 3 x 12 1’
Step 5’
Tapis roullant 10’
Cyclette 10’
10’ stretching
Cyclette 10’
Tapis roulant 10’
Step 5’
Cross trainer 10’
Cyclette 10’
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