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La vita di Giovanni Boccaccio

Giovanni Boccaccio nasce a Certaldo o a Firenze nel 1313, è figlio di un mercante, a


quattordici anni si trasferisce a Napoli,dove frequenta la corte angioina  dove si dedica
a divertimenti mondani, ai primi amori (Dante aveva Beatrice, Petrarca Laura e Boccaccio
la sua donna Fiammetta), e conosce con entusiasmo i romanzi francesi, la poesia
provenzale e fiorentina. È in questi anni che cresce in lui la voglia di riportare in lingua
volgare fiorentina la materia tratta dai romanzi francesi e da quelli latini, di parlare dei suoi
amori giovanili creando una letteratura di intrattenimento per un pubblico aristocratico e
soprattutto femminile. Nel 1340 torna in Toscana.       
Si apre un periodo difficile per Boccaccio: insofferente per le  ristrettezze economiche,
cerca una nuova corte da frequentare,qui perde anche il padre durante la tragica peste del
1348.In questi anni, avviene in lui un distacco dalla letteratura cortese, un avvicinamento
alla narrativa realistica che raggiungerà il suo apice nel Decameron, composto fra il 1349
e 1353. L’opera ebbe un immediato successo, e questo garantì incarichi pubblici per il
comune di Firenze, però non ancora sufficienti, a procurargli l’indipendenza economica per
dedicarsi agli studi. 
Nel frattempo Giovanni Boccaccio fa amicizia con Petrarca a lui si distacca dalla
produzione in volgare per dedicarsi in modo esclusivo allo studio dei classici. Nel 1373
riceve dal comune di Firenze l’incarico di leggere e commentare in pubblico la Commedia.
Ormai vecchio, si ritira presto a Certaldo, dove muore il 21 Dicembre 1375.  

Opere del periodo napoletano

Questi testi rappresentano non solo i suoi primi interessi letterari ma la base di un
pensiero, argomenti e tematiche che caratterizzeranno, fino ai ripensamenti della
vecchiaia, la poetica di Boccaccio. 

La caccia di Diana e il Filostrato

la prima opera è la Caccia di Diana un poemetto in terzine. Le ninfe seguaci di Diana dea
della caccia si ribellano e offrono le loro prede a Venere che trasforma gli animali in
bellissimi uomini,alla base del poema c’è il principio cortese secondo cui l’amore è fonte di
ingentilimento e di elevazione. La prima opera d’impegno è costituita dal Filostrato,si tratta
di un poemetto scritto in ottave. Boccaccio presenta le vicende di personaggi del mito
omerico con vesti e psicologie feudali e cavalleresche. Il titolo significa vinto d’amore. La
narrazione doveva rispondere ai gusti cortesi e sentimentali dl pubblico.

Filocolo

Scritto fra il 1336 e il 1339, il Filocolo è l'opera che meglio rispecchia l’atteggiamento
sperimentale di Giovanni Boccaccio. Riprende una storia famosissima ai suoi tempi, quella
di Florio e Biancifiore, una leggenda di origine francese , molto amata dal pubblico sia
colto che cortese. A differenza del Filostrato quest’opera è in prosa e narra l’amore fra i
due protagonisti, vicini fin dall’infanzia, e ostacolati dal padre di lei nel coronamento del
loro sogno d’amore che avverrà nel lieto fine di quest’opera. La dedica del componimento
è per Fiammetta e Boccaccio sperimenta qui una lingua latineggiante, viene elaborata su
modello di quella latina, elegantissima, ricca di frasi subordinate in cui il lettore di oggi
rischia di perdersi, ma che rendono la trama coinvolgente.

Teseida

Teseida è un’opera composta tra il 1339/40,è un poema in ottave in dodici libri,narra le


guerre del re Teseo contro le Amazzoni. La matteria scelta è un materia medievale di armi
e amori. Vengono narrate le vicende di Arcita e Palemone legati da una profonda amicizia
che si innamorarono di Emilia regina delle Amazzoni,cognata di Teseo.
La Comedìa è una narrazione in prosa, con componimenti in terzine, cantati dai vari
personaggi, e riprende schemi della poesia pastorale antica.Il pastore Ameto incontra le
ninfe dei colli fiorentini, che rappresentano allegoricamente le virtù, e grazie all’amore si
trasforma da essere rozzo ed animalesco in uomo: si vede così ritornare il principio
cortese secondo cui l’amore ingentilisce e raffina l’animo. L’opera è un omaggio alla
bellezza delle donne fiorentine, rappresentate dalle ninfe. I racconti delle ninfe, hanno già
le caratteristiche di vere e proprie novelle, a volte persino comiche ed erotiche.

L’amorosa.visione

L’Amorosa visione è invece un poema in terzine di cinquanta canti, composto nel 1342-43.
Sotto la guida di una donna gentile, il poeta visita in sogno un castello, dove vede dipinti i
trionfi della Sapienza, della Gloria, dell’Avarizia, dell’Amore e della Fortuna. In
quest’opera, lo schema allegorico dantesco è trasformato in senso laico: non si tratta di
un viaggio mistico a Dio, ma della conquista di una saggezza morale tutta umana.

L’ELEGIA DI MADONNA FIAMMETTA


Boccaccio torna
con un altro romanzo in prosa, l’Elegia di Madonna Fiammetta(1343-44). Boccaccio
prende le distanze dall’esperienza napoletana, infatti narra non dal proprio punto di vista,
bensì da quello di una dama napoletana abbandonata dall’amante, il giovane fiorentino
Panfilo, che è tornato nella sua città e l’ha dimenticata. Fiammetta attende invano il suo
ritorno, ricordando i tempi dell’amore felice, mentre si strugge per la sua passione
impossibile e per la gelosia. Il tormento è accresciuto dal fatto che Fiammetta è sposata e
deve nascondere al marito il vero motivo della sua infelicità. Il marito, per confortarla,, la
conduce proprio in quei luoghi della riviera napoletana che le ricordano la passata felicità.
L’opera ha la forma di una lunga lettera, rivolta alle donne innamorate. Essa riprende in
prosa, lo schema delle Eroidi di Ovidio, elegie sotto forma di lettere in versi in cui eroine
del mito si rivolgevano ai loro amanti confessando le proprie pene d’amore. Qui la donna
diviene soggetto amoroso e confessa la propria passione. Agisce infatti qui
una concezione naturalistica dell’amore, che è considerato non più peccato, ma istinto
naturale.

IL NINFALE FIESOLANO

Ninfale fiesolano è un poemetto in ottave, di ambiente idillico-pastorale, che rievoca le


leggendarie origini di Fiesole e di Firenze. Al centro c’è l’amore di due giovani, il pastore
Africo e la ninfa Mensola, contrastato dalle ferree leggi imposte dalla dea Diana, che
costringe le ninfe alla castità. Il   poemetto risente di numerosi modelli classici. Qui vi è
la rappresentazione di un mondo popolare, nei suoi costumi semplici e nei suoi sentimenti
elementari. Anche il linguaggio e il metro hanno il ritmo facile. Questi amori pastorali,sono
avvolti da un’atmosfera di ingenua favola. La concezione dell’amore è quella naturalistica.
Il Decameron

Il Decameron, composto da Boccaccio fra il 1349 e il 1353 è un punto di riferimento per


tutta la letteratura umanistica. Oltre ai racconti, che rappresenteranno per gli scrittori
successivi una prestigiosa fonte cui attingere, l’opera diviene un esempio per l’ideale di
vita degli umanisti: l’otium, il ritiro in campagna per godere solo dei piaceri della
letteratura, saranno punti delle filosofie umanistiche.

Struttura, cornici e giornateLa struttura del Decameron risponde all’esigenza di vedere


organizzata la narrazione in modo coerente e ordinato. Entro una “cornice” narrativa di
partenza si articolano le sottocornici narrative rappresentate dalle trame di ognuna
delle cento novelle che compongono il Decameron. Prima cornice narrativa sarebbe, cioè,
la storia dei dieci giovani che, per sfuggire alla peste del 1348, decidono di rifugiarsi in una
villa in campagna, lontani dalla città e dal morbo, e di intrattenersi raccontandosi a
vicenda dieci novelle al giorno, una per ogni componente del gruppo, e per un totale di 10
giorni sui 14 che passano insieme. Ogni novella raccontata ha una sua trama, e questa
rappresenta la sottocornice dell’opera. Il tema di ogni novella viene scelto, a turno.  Il
pretesto da cui Boccaccio prende le mosse per la composizione del suo Decameron è la
volontà di compiacere le donne per distrarle nel momento dei tormenti amorosi: le donne,
infatti, a differenza degli uomini non possono concedersi molti svaghi e hanno solo la
letteratura come luogo privilegiato di distrazione e divertimento. Boccaccio tiene molto alle
donne, ai loro sentimenti, e vuole divertirle e istruirle con quest’opera.

I temi principali:
Confronto fra bene e male:le novelle iniziali espongono i pericoli e le altre novelle
celebrano la virtù.
Fortuna e Natura la Fortuna è la sorte esterna, la Natura è l’animo interno di ogni uomo.
Tematica erotico-amorosa: l’amore e il desiderio sessuale sono strettamente correlati e
vengono affrontati in modi molto diversi, dalla passione genuina e distruttiva a quella
più bassa e volgare.

Il Decameron è una raccolta di novelle, il cui titolo, significa dieci giorni. Boccaccio infatti
immagina che, per sfuggire alla peste che infuria a Firenze, sette ragazze e tre ragazzi di
famiglia aristocratica si incontrino nella Chiesa di Santa Maria Novella e decidano, per
evitare il contagio e per sottrarsi all’atmosfera di dolore che regna nella città, di rifugiarsi in
campagna nella villa di uno di loro, dove trascorreranno due settimane fra canti, banchetti
e danze.Per occupare le ore del pomeriggio, essi decidono di raccontare a turno dieci
novelle ogni giorno, tranne il venerdì e il sabato. Il Decameron risulta così composto da
cento novelle, raccontate appunto in dieci giorni.Le novelle sono precedute da un proemio
e da una descrizione.I temi fondamentali dell’opera di Boccaccio sono l’amore e la fortuna.

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