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LEZIONE 9 - FUTURISMO.

Un altro movimento che ha avuto sicuramente un peso maggiore nella vita del paese è il futurismo. 
Un movimento durato più a lungo dell'acmeismo e ha avuto una base teorica comune, seppure
concretizzata in maniera diversa; con un rapporto stabile tra i suoi membri, è continuato anche dopo la
rivoluzione ed è per questo che è riuscito ad avere un'influenza maggiore nello sviluppo nella letteratura
russa anche negli anni 20.
Il futurismo è un movimento letterario che prende direttamente spunto dal futurismo italiano, ma lo fa in
contemporanea e non in ritardo come sempre. I futuristi russi hanno dei punti in contatto con quello
italiano, ma contesteranno sempre la dipendenza da loro, anche se conoscevano gli interventi di alcuni, ma
non le opere. Dal futurismo italiano, coglieranno più le premesse teoriche che la messa in pratica (che
colgono invece dalla pittura).
Si parla più che di futurismo russo, di “futurismi russi” poiché ci saranno diversi gruppi che si definiranno
futuristi: “Egofuturismo”, “Mezzanino della poesia”, “Gruppo di lirica” (che è un gruppo di influenza
simbolista e che poi diventerà “Centrifuga”) e “Cubofuturismo”. 
Questi gruppi fanno riferimento a poeti diversi.
 L' Egofuturismo farà riferimento a Igor Severjanin , un poeta oggi non molto conosciuto, ma che
allora era uno dei più popolari. Grazie alla sua personalità, l'Egofuturismo fu il primo gruppo
futurista che venne alla ribalta. 
 Il mezzanino della poesia faceva riferimento a V. Sersenevic, un poeta che passerà assieme a Esenin
all'immaginismo.
 Centrifuga era il gruppo da cui usciva Pasternak, insieme a Aceev e Boburov.
 Il cubofuturismo invece viene considerato come quello più importante, quello che è stato dato ai
posteri. Ne facevano parte Chlebnikov, Burljuk,Krucenych e Majakovskij.

Cosa hanno in comune i diversi gruppi futuristi? 


Tutti hanno un diverso rapporto nei confronti della parola; se per i simbolisti la parola era innanzitutto
musicalità da sfruttare a fini associativi per allontanarsi dal mondo concreto e giungere al trascendente; se
per gli acmeisti la parola è invece un materiale che bisogna utilizzare per farne esplicitare la rimanenza
culturale; per i futuristi la parola ha valore in se stessa. I futuristi affermano il concetto della “parola in
quanto tale” , cioè guardano alla parola come un materiale sonoro, dei suoni di cui è fatta. Al contempo
portano avanti una poesia che è esplicitamente anti-simbolista nel rifiuto della metafore tradizionali e il
tentativo di ridare materialità alle metafore. Quella dei futuristi è una lotta contro la convenzionalità della
lingua, una lotta intesa a far risentire la lingua in tutta la sua materialità, quindi con tutta la sua
componente sonora, che diventa importante per il significato, per quelle sensazioni che riesce a
comunicare.

Questa idea di base di lotta contro la convenzionalità della lingua e l'attenzione all'aspetto materiale della
parola, porterà i futuristi ad avere come arte di riferimento, non la musica come i simbolisti, non
l'architettura e scultura come agli acmeisti, ma la pittura. La parola viene trattata come se fosse una tela,
deve avere una sua immediatezza,come un quadro, deve avere un suo impatto anche fisico. La pittura di
riferimento di questo periodo è quella del cubismo, che era un nuovo modo di considerare gli oggetti,
visto non più come qualcosa che imita la natura, ma viene scomposto nei suoi elementi, visto da diversi
punti di vista. In questo modo abbiamo una percezione molto più materiale dell'oggetto, lo vediamo
nella sua tridimensionalità, non illusoria, ma sentendo la materia dell'oggetto vedendola da tutti i lati.
Questo stesso effetto cercano di ottenerlo i futuristi sulla carta.
La prima cosa che hanno in comune queste correnti è la tendenza a presentare uno sguardo nuovo
sull'esistente ed è anche uno sguardo che deve scioccare, colpire il pubblico, dev'essere un'esperienza
totalmente diversa. Questo è dovuto a motivi diversi.
I cubofuristi sono tutti giovani che si trasferiscono dalla provincia alla capitale e hanno bisogno di farsi
conoscere e lo fanno in una maniera già conosciuta (usata da Briusof), cioè di scrivere testi che vadano in
maniera diretta, frontale contro le convenzioni.
Per esempio il manifesto dei cubofuturisti si chiamerà “Schiaffo al gusto corrente”, cercando di attirare su
di sé l'attenzione. Questa politica sarà fatta in maniera molto differenziata dai diversi gruppi futuristi.

Il gruppo di lirica nasce come gruppo post-simbolista, in realtà è un gruppo più moderato riguardo
all'approccio con la parola, anche se tuttavia poi vedremo che il modo in cui costruisce l'immagine
Pasternak è chiaramente futurista.
Il gruppo che diede più impulso sicuramente è il gruppo cubofuturista e il suo organizzatore era Burljuk.
Questo è il gruppo che ha un legame più stretto con la cultura, poiché la maggior parte dei suoi membri
erano anche artisti professionisti: Burljuk e Majakovskij studiarono all'istituto di belle arti (M. poi venne
cacciato). Erano perciò dei professionisti, così come anche Chlebnikov disegnava e dipingeva molto bene;
sono tutti persone che avevano un rapporto diretto con le arti figurative. Mentre Pasternak nasce come
musicista, anche se il padre era pittore, perciò aveva avuto un'esperienza dell'arte fin dall'infanzia. 
Di questi gruppi sicuramente il meno interessante è “Il mezzanino della poesia”, poiché Sersenevic non era
un grande poeta, in realtà esauriti i primi anni di polemica futurista il suo ruolo va verso la fine. 
Il futurismo ebbe vita dal 1910 al 1917, dopo di che l'esperienza futurista continuerà soprattutto nel
blocco del cubofuturismo che resta abbastanza compatto con le figure di Burljuk e Majakovskij. 
L'egofuturismo si conclude abbastanza velocemente perché è tutta incentrata attorno alla personalità di
Severianin. L'egofuturismo compare sulla scena nel 1911, Severianin esce dal gruppo nel 1912 e il
movimento termina nel 1914, un'esperienza fugace,ma importante perché Severianin era un poeta molto
popolare che ha lasciato molte tracce di sé nella poesia di altri scrittori più famosi (come per esempio in
Pasternak). 
 
Una delle più famosi poesie di Severjanin si chiama “Overture”. 
Le novità della sua poesia sono il suo pathos declamatorio e l'idea di descrivere una realtà completamente
nuova, rispetto alla poesia simbolista che parlava di spiritualità, Severjanin prende un aspetto della vita
borghese, anche degli aspetti un po' chic dell'esistenza e li mette in poesia. L'argomento della sua poesia
non è più qualcosa di trascendentale, ma la vita bohemienne della capitale. Per fare questo inserisce delle
parole che prima non si sarebbero mai trovate: l'ananas non era mai stato un frutto poetico, lo sceglie per
rappresentare anche l'elemento esotico. Mette elementi della modernità come: aerei, treni,vetture con
tutti i loro suoni. Utilizza anche neologismi, tipici del futurismo, per creare delle parole che rappresentino la
realtà moderna. C'è un ritmo molto incalzante, frasi che si susseguono una dopo l'altra, percepiamo il
movimento. L'idea è quella di rappresentare la vita moderna della boheme e il poeta, che è interprete della
vita, capace di coglierne tutto l'elemento bello, esotico e visivamente accattivante. Se i simbolisti volevano
trascendere alla vita per arrivare allo spirituale, Severjanin riconosce la tragedia della vita, come un sogno
falso, un grande spettacolo pieno di luci, colori, velocità, uno spettacolo esotico. Severjanin ha la capacità di
descrivere il mondo a lui contemporaneo come un'esperienza non comune e banale, ma poetica ed esotica.
A livello poetico ha la capacità di inserire parole nuove, che sarà una tecnica utilizzata anche da altri in
poesia (ad esempio Pasternak). Parole che fino a quel momento non erano mai state poetiche,
improvvisamente entrano in poesia con tutta la loro componente non convenzionale, fresca, naturale, di
vita concreta e reale. 
Ci resta anche l'utilizzo di neologismi e anche di parole in cui è molto evidente l'elemento sonoro. Se la
poesia simbolista era soprattutto una poesia basata sulle vocali e sulla capacità di comunicare con la
musicalità, qui il lettore non si fa trasportare da una melodia, ma viene continuamente aggredito da questo
cumulo di consonanti. Quindi c'è un'impressione molto più materiale del suono perché non c'è un disegno
melodico, ma una serie di consonanti, parole nuove e tutto colpisce l'ascolto e per fare ciò c'è anche un
ritmo calzante (tipico della poesia di Severjanin, ripreso anche d Majakovskij essendo il ritmo dell'oratore).
Paradossalmente Severjanin mette insieme 3 tradizioni molto diverse: quella del decadentismo con questo
interesse per gli elementi del lusso, gusto, odori, profumi (che ritroviamo anche in Sologup) e una forte
tendenza oratoria tipica del 700.
Questi sono tutti elementi nuovi per la poesia russa che avranno molto sviluppo. 
C'è molto di Severjanin nella poesia di Pasternak e anche in Majakovskij.
Il gruppo di lirica ha una tendenza post-simbolista, che poi si evolve in “Centrifuga”, ma resta un futurismo
molto moderato, affidato alla capacità di vedere il mondo in maniera nuova. Uno degli elementi tipico
dell'arte di questo periodo, tipico anche del futurismo che si ispira all'arte dell'avanguardia, è l'illuminismo,
cioè l'idea di riconquistare la visione dell'esistente che hanno i popoli primitivi, che riescono a riprodurre
l'essenza. Nel futurismo c'è una forte lotta contro la convenzionalità della lingua, ma anche dello sguardo.
Nella poesia di “Centrifuga” ,e in particolare in quella di Pasternak, c'è la capacità di vedere il mondo con
occhi nuovi, di trovare dei nuovi modi per descrivere l'esistenza, di farlo con condizionali, materializzando la
metafora. La materializzazione della metafora sarà uno dei meccanismi tipici del futurismo; si fa prendendo
un'espressione convenzionale e la si rappresenta come se fosse vera, che è una tecnica non nuova
(utilizzata con Blok che inizierà a concretizzare le sue immagini).
A volte è molto difficile capire qual'è la metafora di partenza perché nel materializzare l'immagine arrivano
a produrre una descrizione così vivida che sembra essere solo la descrizione di qualcosa di reale ed è
difficile portarla alla sua iniziale componente convenzionale. Questo è un modo per i futuristi di rinnovare
la lingua, un grande tema della letteratura modernista, poiché è incentrata sul problema di trovare nuovi
modi di espressioni per la modernità, la lingua di prima non va più bene.
Quella dei futuristi è puntare all'elemento visivo e sul miglioramento della lingua, accentuandone tutte le
componenti materiali. 

I cubofuturisti prenderanno strade diverse, tra tutti Burljuk era più pittore che poeta, Majakovskij era un
buon disegnatore, ma più poeta. I futuristi più importanti dal punto di vista della letteratura sono:
Majakovskij, Chlebnikov e Krucenych. Scrivono tutti in maniera molto diversa. 

Krucenych scriverà una poesia molto famosa, poiché non si capisce un cazzo.
È una poesia in cui si denuncia totalmente la possibilità di utilizzare la lingua convenzionale, si mette in
evidenza la capacità di comunicare attraverso i suoni. L'idea di Krucenych era quella di creare una lingua
che non avesse nulla a che fare con la convenzionalità, una lingua che lui chiama “zaum”, cioè “al di là del
raziocinio”, viene tradotta come lingua transientale (?). si tratta di una lingua che non si basasse per nulla
sulla convenzione. Sono gli anni in cui si fanno gli studi sulla convenzionalità del simbolo, sul significato e
significante. Krucenych rompe questo meccanismo perché ritiene che la lingua così com'è, è una lingua
ormai inespressiva, ne prende solo l'elemento fonico per esprimerne il senso. È una poesia fatta solo di
suoni. 
L'idea è quella di reinventare proprio una lingua, in questo c'è molto anche della tendenza del simbolismo.
Tra il simbolismo e il futurismo c'è in comune l'idea che l'arte debba rigenerare la vita, che non è solo un
mestiere come un altro, ma è un'esperienza che deve servire a rinnovare dalle fondamenta la vita, un'arte
teurgica, ha anche una carica utopistica molto forte. L'idea di sconvolgere completamente la lingua,.
Petobushi(?) È il manifesto della zaum. Krucenych prende suoni particolarmente evidenti all'orecchio, suoni
che per lui davano l'idea di qualcosa di primogenito, barbaro, essenziale, vicino alla concretezza
dell'espressione. Ma non c'è un significato all'interno di questa poesia. 
Questa è la poesia più estrema del cubofuturismo, la più adatta a fare scandalo, criticata da tutti.

I cubofuturisti si presentano con un manifesto che si chiama “Schiaffo al gusto comune”, in cui si dice basta
alla vecchia cultura, attaccando direttamente scrittori che era considerati i lumi della letteratura russa. A
questo si aggiunge l'aspetto dei libri futuristi. I futuristi mettono in discussione la gerarchia delle arti e delle
esperienze artistiche, vogliono portare l'arte nella vita reale e viceversa. 
Cambiano totalmente l'aspetto del libro, che deve avere una sua forte materialità, per cui i libri dei futuristi
vengono non stampati, ma scritti a mano e pubblicati su carta da parati; hanno copertine che dal punto di
vista tattile sono molto diverse, essendo il periodo in cui prevale il cubismo, il collage, infatti i futuristi
cercano di fare la stessa cosa rendendo sensibile la materia. Deve essere qualcosa che è prodotto della vita
reale e al pari della vita reale.

A questo si aggiungeva anche la tendenza dei futuristi di dare scandalo, di farsi notare (ad esempio andare
in giro con le facce pitturate, vestiti in maniera strana). Era un modo per imporre un diverso rapporto tra
l'arte e la vita, l'arte deve essere la continuazione della vita. 
Non tutti i cubofuturisti seguono questa via; uno dei principali esponenti di questo gruppo fa tutt'altro. 
Chlebnikov è stato un poeta molto particolare, difficile da leggere per gli stranieri e molto amato dagli altri
poeti. Majakovskij diceva che era “un poeta per poeti”, perché Chlebnikov lavorava sulla lingua, non
distruggendola o sostituendola, ma lavora alla creazione di una lingua nuova. 
Chlebnikov veniva da Astrakam, si interessava non solo di poesia, ma anche di matematica, disegno, era
una persona molto particolare. Pur essendo uno dei principali esponenti dei futurismo non è mai stato il
leader del movimento perché aveva una personalità che andava per la tangente, amava viaggiare. Non
aveva interesse per la pubblicazione né per la conservazione di quello che scriveva. Era più preso dal suo
progetto di creare una lingua che chiamava “la lingua delle stelle”, che è l'esatto contrario della zaum, cioè
è una lingua che dovesse essere intrinsecamente significativa. Il problema è che la lingua ha una natura
convenzionale. Chlebnikov dice che bisogna creare una lingua in cui ci sia un legame tra la forma della
parola e il suo contenuto, deve essere totalmente significativa. Come si fa ad ottenere una cosa del genere?
Chlebnikov immagina di poter creare una lingua che non sia più il russo, ma una lingua universale, che inizia
a costruire sulla base del russo, ma in cui ci aggiunge anche elementi di altre lingue (anche questo è un
progetto utopico). Ma l'utopia è alla base della visione dei futuristi del rinnovamento della vita attraverso la
lingua. Chlebnikov lavora molto sulle radici e sui suffissi, cioè prende delle radici che abbiano un certo
significato e crea parole nuove aggiungendo ad esse suffissi che non sono mai stati legati a quella radice.
Cosi facendo crea una parola nuova, ma che al contempo è comprensibile per una persona russa (esempi
nella 3 poesia di C.). Con questo meccanismo costruisce anche una delle sue poesie più famose che è
“Esorcismo col riso”, in cui vi è tutto un lavoro di radici e suffissi. 

Quello che diceva Majakovskij su Chlebnikov è vero, nel senso che per un poeta assistere ad un esercizio di
questo tipo è un forte spunto alla creatività. Si viene portati a riflettere su qual'è la forma delle parole,
come sono costruite e cosa si può fare con esse, come si fa a creare parole nuove. Da questo punto di vista
Chlebnikov era molto amato da Pasternak, perché un poeta che è abituato a lavorare sul meccanismo delle
parole, riesce ad entrare bene in questo meccanismo e a trarne anche delle possibilità espressive nuove. 
Di Chlebnikov è famosa anche la poesia “Bobeoi”. È una poesia che potrebbe sembrare di  avvicinarsi alla
forma di Krucenych, perché abbiamo una serie di suoni che non sono parole, non significano niente. In
realtà anche qui si potrebbe rintracciare una qualche motivazione. 
Perché ha scelto come parola proprio “Bobeobi”? Perché è un suono labiale, un suono onomatopeico,
quindi sembra insensato, ma la scelta qui non è casuale. E continua così anche con gli altri suoni che si
susseguono nella poesia. Viene descritta la creazione di qualcosa, di una creazione soprattutto sonora, di
un'immagine che nasce dai suoni. Il canto passa da sonoro a qualcosa di materiale (la catena perché la
sentiamo e la vediamo= suono e forma).
Mentre Krucenych ha una poesia irrazionale e radicale, invece quella di Chlebnikov è razionale, poiché c'è
sempre un'idea su come costruire la lingua, non è mai una lingua totalmente insensata, vuole che ci sia un
rapporto intrinseco tra significato e significante. 

Il poeta che ebbe maggiore successo fu Majakovskij. Nasce nel 1893 ed era il migliore degli esponenti del
movimento anche per la sua presenza scenica. Era georgiano, era altissimo, aveva una voce tonante,
bravissimo a declamare e a tenere rapporti con la folla. In tutto ciò dietro questa personalità debordante,
c'era un senso molto tragico dell'esistenza. Majakovskij dopo la rivoluzione d'ottobre, abbraccerà il
cambiamento del paese, farà di tutto per farsi interprete della nuova letteratura sovietica anche a costo di
rinunciare al proprio modo di scrivere, cercando di adattarsi a quello che gli viene proposto; fino a quando
nel 1930 si suiciderà e il suo suicidio sarà un momento significativo, come la morte di Blok, un momento
che segna una cesura nella letteratura russa. 
In Majakovskij c'è molta intonazione oratoria, l'artista non compreso e che si contrappone a tutto il mondo,
che al contempo però ha bisogno del mondo. È colui che rifiuta tutte le convenzioni, ma colui che ha anche
bisogno degli altri per vivere. Lavora sulla lingua in maniera totalmente diversa da  Krucenych e Chlebnikov.
Una poesia del primo periodo di Majakovskij = “Voi potreste?” - dal punto di vista visivo è organizzata in
maniera tale da mettere in evidenza le pause. Non sono i soliti versi tutti della stessa lunghezza, alcuni sono
più brevi, proprio per far comprendere al lettore che c'è una pausa. Questo è stato realizzato nella prosa di
Belyj e che poi Majakovskij porterà avanti, mettendo i versi, non più uno sotto l'altro, ma in maniera
diversa, creando la cosiddetta “scaletta del verso”.
Majakovskij inizia subito a scrivere in questo modo; anche Marina Zvetaeva aveva questo tipo di
impostazione. 
Nella poesia vediamo una serie di immagini che possiamo interpretare come eventi reali, ma che sembrano
slegate tra di loro, in realtà non è cosi. Alla base della rappresentazione di questa poesia c'è un
fraseologismo russo che è  “colorare la vita” e lo trasforma in “io ho colorato la carta dei giorni prosaici”,
materializza la metafora davanti agli occhi dei lettori. Esiste anche l'espressione “trasformare i giorni feriali
in giorni festivi” , mette insieme le due espressioni creando qualcosa di nuovo. 
Sono gli anni in cui si riscopre l'arte popolare, perciò l'insegna come oggetto artistico. 
Majakovskij dà nella poesia uno squarcio della città, che è un tema tipico della poesia futurista, ma che si
differenza dal vicino futurismo italiano. Il futurismo italiano elogia le macchine, il motore, l'idea della
bellezza del dinamismo moderno, al contrario del futurismo russo in cui ,invece, tutto questo non c'è; il
futurismo guarda abbastanza con angoscia la modernità, poiché la descrive come qualcosa che può
schiacciare l'individuo. 

È una poesia programmata, perché c'è una struttura visiva, tipica di Majakovskij, con il suo atteggiamento di
sfida (in questo caso, nella poesia, verso i simbolisti), contro le convenzioni, contro tutto quello che è dato,
morto, l'idea è quella di far rivivere il mondo. Tutto questo viene fatto con un meccanismo, in parte poetico
e in parte linguistico, usando la metafora rendendola reale, facendola tornare alla materialità e gran parte
rifacendosi anche all'interpretazione.

La poesia “Ascoltate!” è una poesia rivolta a qualcuno (la sua poesia lo è sempre), tiene sempre in
considerazione la presenza di una folla, di qualcuno a cui si stia parlando; non è mai il poeta lirico che parla
con il suo animo, ma tiene sempre conto di un interlocutore. La costruzione del testo è messo in maniera
tale da indirizzare il lettore nelle pause da fare. La presenza di un linguaggio molto colloquiale e la
metafora, abbassandone le immagini (dalle stelle agli sputi); crea una metafora nuova con un'immagine
cruda, volgare, presa dalla vita di tutti i giorni. 
Tutto è costruito con un'intonazione molto enfatica, oratoria; ci sono tutta una serie di interrogativi ed
esclamativi che servono ad innalzare il pathos del testo. 
Majakovskij si presenta sempre come una sorta di superuomo (parla con Dio), del poeta che si presenta
come una sorta di rappresentante e sostenitore di tutta l'umanità; è la voce di tutti, si mette sempre in
prima fila, come Cristo che si sacrifica ed è morto per il bene di tutti, in cui c'è sempre una
contrapposizione. È una poesia estremamente personale, perché è sempre l'espressione di un individualità
molto forte, un io ben delineato che si contrappone a qualcosa. La posizione di Majakovskij è sempre quella
del combattente, che ha sfruttato bene nella nascita del futurismo e poi alla fine della sua vita si è rivelata
tragica. 

Il formalismo nasce nell'analisi dei testi dei futuristi. I principali interpreti sono Kalzon, un grande amico di
Majakovskij e alle riunioni dei circoli in cui nasce il formalismo come disciplina nel settore della critica,
partecipano spesso anche i poeti futuristi, perché per i critici letterari futuristi è interessante vedere come
lavora un poeta. Il futurismo che dà spazio alla parola come materiale nel suo aspetto fonico, nel modo in
cui vengono trasformati i fraseologismi in qualcosa di diverso, è un palco d'indagine perfetto per il
formalismo, che ha come elemento principale l'analisi della forma del testo. L'idea del formalismo è che la
forma è contenuto, quindi l'analisi letteraria deve partire dalla forma del testo. Fare questo sulla base della
poesia futurista è un campo molto congeniale, perché lavorano proprio sulle parole, su tutti i procedimenti
letterari ed è questo il motivo per cui i formalismo nascerà in stretto contatto con il futurismo. Sono tutti il
prodotto di un'epoca in cui si cercano forme espressive nuove e quindi si guarda alla lingua in maniera
diversa, non più come strumento convenzionale, ma meccanismo. Ecco perché il formalismo vuole capire
come funziona il testo.

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