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PRIMO NOVECENTO: LE AVANGUARDIE EUROPEE.

Le avanguardie sono movimenti culturali e artistici che rifiutano la mentalità ed i rapporti


sociali borghesi e puntano ad una radicale trasformazione dell’idea di arte attraverso uno
sperimentalismo continuo e una riflessione teorica. Esse si pongono come negazione e
distruzione di ogni legame con la tradizione, la memoria, i valori del passato, come rifiuto
del presente del gusto e dei valori dominanti. Il termine avanguardie deriva
dal francese avant-garde, tratto dal linguaggio militare (l'avanguardia è il reparto che
precede il grosso delle truppe per aprirgli il varco).
Avanguardia è la denominazione attribuita ai fenomeni del comportamento o
dell'opinione intellettuale, soprattutto artistici e letterari, più estremisti, audaci, innovativi, in
anticipo sui gusti e sulle conoscenze, sviluppatisi nel Novecento ma derivanti da
tendenze politico-culturali ottocentesche, connotata dal costituirsi di raggruppamenti di
artisti sotto un preciso manifesto da loro firmato.
Nate nei primi due, tre decenni del Novecento, vengono dette storiche per distinguerle dalle
neoavanguardie della seconda metà del Novecento. Le avanguardie storiche sono le
seguenti:
-L’Espressionismo, il Dadaismo, il Surrealismo, il Crepuscolarismo, il Futurismo e il
Cubismo.

Anche se sono molto diverse fra di loro, queste avanguardie hanno tuttavia alcuni elementi
in comune:
- Non esistono separazioni tra le diverse forme di espressione artistica (letteratura,
scultura, pittura, teatro)
- La rottura con la tradizione ottocentesca, cioè con le poetiche del Naturalismo e del
Decadentismo
- L’arte che non deve e non può rispecchiare la realtà, come era già stato indicato dal
Simbolismo francese, in quanto non esiste una realtà oggettiva
- La creazione artistica si focalizza sulla soggettività e sceglie la provocazione come
mezzo di rinnovamento
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- L’arte diventa il gesto espressivo di una soggettività che si ribella alla tradizione e
all’ordine e che rivendica la propria libertà creativa al di là di qualsiasi regola

 L’ESPRESSIONISMO, che è considerato come il primo movimento del ‘900, si


sviluppa infatti in Germania a partire del 1905. Nasce come reazione delle arti figurative
al Naturalismo e all’Impressionismo, considerato come un’emanazione della vecchia
arte naturalistica. Nell’Impressionismo, i particolari sono protagonisti, ma vengono
ancora collocati in posizioni e gerarchie tradizionali che l’artista deve rispettare.
Nell’Espressionismo, invece, il singolo dettaglio è sciolto dall’insieme, le proporzioni
non sono più rispettate e un particolare minimo può occupare tutto il quadro. La realtà
oggettiva non esiste più, esiste solo il mondo visionario, soggettivo in cui essa è vista.
Caratteristica dell’espressionismo è una visione cupa e profondamente pessimistica del
mondo. Si tratta di “una letteratura d’urlo e distruzione” che denuncia la disperazione di
un’umanità martirizzata dalla guerra, la violenza della vita, la utopistica rigenerazione di
un mondo sconvolto1. Dal campo delle arti figurative l’espressionismo si allargò poi alla
letteratura, alla musica ed al cinema.
In Italia risentono dell’Espressionismo i vociani Rebora, Campana, Tozzi, Gadda e in
parte Pirandello.

 DADAISMO
Il movimento Dada, nacque a Zurigo nel 1916. Il massimo esponente e teorico ne è il
rumeno Tristan Tzara (1896 – 1963)
La parola dada ha una valenza polisemica: in rumeno e in russo significa sì sì, nel
linguaggio infantile francese significa cavallo. Oppure è semplicemente un suono
pronunciato dai bambini ad indicare il rifiuto dell’utilità dell’opera d’arte e la
spontaneità assoluta dell’artista che gioca e si esprime come un neonato. Il dadaismo
afferma il rifiuto di ogni regola e ogni razionalità sino alla negazione nichilista di ogni
tradizione.
In letteratura il linguaggio dei dadaisti tende alla dissoluzione della sintassi fino alla
distruzione di ogni legame logico del discorso, alla deformazione del lessico fino alla
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Si può proporre agli studenti per esempio il quadro L’urlo di Munch, come complemento e illustrazione a questo
disaggio o sentimento di malessere diffuso in quel periodo.
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definizione di una scrittura rivoluzionaria, formata di suoni e di fonemi in libertà, al
limite del, paradosso e del “nonsense”. Molti artisti dadaisti confluirono poi nel
Surrealismo.

 SURREALISMO La nascita del Surrealismo (1924 – pubblicazione del Manifesto


del Surrealismo di Andrè Breton) è da mettere in relazione alla crisi del movimento
Dada. Proprio in opposizione al Dadaismo, i primi surrealisti svilupperanno un
atteggiamento più costruttivo, volto a sperimentare in modo rigoroso e quasi scientifico,
un nuovo strumento di conoscenza di territori fino ad allora inesplorati: l’inconscio, il
sogno, la follia, gli stati allucinatori, il rovescio, cioè, di tutto ciò che è logico. Tale
strumento conoscitivo, in campo letterario è la scrittura automatica, un tipo di scrittura
che si propone di esprimere il reale funzionamento del pensiero, al di fuori di ogni
preoccupazione di tipo formale, estetica o morale e al di fuori di ogni controllo
esercitato dalla ragione.
Obiettivo dei Surrealisti è la liberazione totale dell’uomo e l’instaurazione della
“surrealtà”, ovvero una realtà assoluta nella quale la scissione tra coscienza ed
inconscio, tra realtà ed immaginario sia definitivamente superata. Liberare
l’inconscio, significa liberare l’uomo da tutti quei condizionamenti ai quali le
imposizioni sociali lo costringono. Coerentemente con questo progetto, molti poeti
surrealisti si avvicinarono al comunismo. I principali esponenti sono Andrè Breton, Luis
Aragon, Paul Eluard. In Italia si possono considerare vicini al movimento Bontempelli,
Landolfi e Buzzati.
 CREPUSCOLARISMO Il movimento è caratterizzato da alcuni elementi che
portano i critici a considerarlo un'avanguardia, ma è lontanissimo dal futurismo. Il
termine nasce nel 1910 quando Antonio Borgese, critico letterario, lo userà per la prima
volta per indicare il tono grigio e spento delle composizioni di alcuni poeti. Borgese
indicava così una poesia che si collocava ai margini della grande tradizione
ottocentesca, in contrapposizione alla poesia aulica e solenne, si prediligono temi
quotidiani e malinconici, gli oggetti polverosi e dimessi delle sonnolente vita di
provincia. Il Crepuscolarismo non è una corrente organizzata, ma è un clima psicologico
dimesso e malinconico da cui discende una particolare poesia e rientra nel clima del

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Decadentismo (la corrente che decreta la morte dell’arte). È una delle risposte alla crisi
della ragione e dell’io e consiste nella consapevolezza di essere giunti al crepuscolo
della grande produzione letteraria.
I crepuscolari, con il loro atteggiamento dimesso e autoironico, apparentemente molto
lontano dalla tensione delle avanguardie, ne anticipano tuttavia alcuni elementi
importanti: il rifiuto della tradizionale immagine del poeta vate o genio, il rifiuto della
tradizione rappresentata da Carducci, Pascoli e D’Annunzio, il rifiuto del pathos lirico,
l’introduzione nella poesia di nuovi temi e tecniche espressive.
Il crepuscolarismo interessa solo la poesia e si sviluppa in un periodo molto circoscritto:
dal 1903, anno della pubblicazione delle prime raccolte di Covoni e Palazzeschi, al
1911, anno di pubblicazione del secondo ed ultimo libro in versi di Gozzano.
I massimi esponenti sono Sergio Corazzino, Marino Moretti e Guido Gozzano (Aldo
Palazzeschi e Corrado Covoni già nel 1910 aderiranno al Futurismo).
L’Arte si fonde con la vita, ma con una vita povera ed imperfetta ed è una
compensazione alle frustrazioni sociali ed esistenziali. La poesia non è più un valore, un
segno d’elezione come per i simbolisti e non conduce a nessuna conoscenza. In una
società di massa esprime solo valori sorpassati ed inutili. La letteratura è il luogo della
consapevolezza dell’inutilità e dell’anacronismo della letteratura stessa. La tecnica
utilizzata per esprimere questi concetti è quella dell’autoironia.
Nei crepuscolari manca del tutto l’idea di progresso e, benché si sia all’inizio di un
secolo, essi non vedono l’avanzare, ma un lento spegnersi. Il loro tono è malinconico. Il
senso della bellezza si abbassa verso Le piccole cose di pessimo gusto e cosi siamo
molto lontani dell’estetismo dannunziano.
Linguaggio: povero, dimesso, basso impoetico, ai confini con la prosa.
Temi ricorrenti: continuo lamento, autocompiacimento del proprio ingrigirsi, il
crogiolarsi entro il senso della crisi. Ospedali, malattie.

 FUTURISMO. È il più vistoso movimento artistico-culturale italiano del primo


Novecento. Viene fondato nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti che pubblica sulla
rivista francese Le Figaro Il manifesto del Futurismo influenzando pittura, scultura,
architettura, poesia, teatro, moda e musica. A questo manifesto ne seguiranno altri più

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specificatamente letterari come Uccidiamo il chiaro di luna, Distruzione della sintassi,
Immaginazione senza fili, Parole in libertà.
In realtà è il primo movimento del ‘900 che esprime chiaramente i propri scopi e i
mezzi per raggiungerli. Alla crisi della ragione e dell’io, i futuristi contrappongono il
mito del progresso tecnico e l’esaltazione dell’individualismo assoluto, della violenza,
dell’aggressività, della guerra. Predicano l’abbandono e la distruzione del passato,
scagliandosi contro i simboli della tradizione: musei, biblioteche, accademie, per
proiettarsi verso il futuro esaltando le novità della società industriale (velocità,
macchine, tecnologie), ma non hanno nulla a che vedere con una ripresa del positivismo
e della valorizzazione della razionalità scientifica, anzi, rappresentano un ‘altra faccia
della crisi della ragione, in quanto propongono uno slancio volontaristico e
irrazionalistico verso il futuro fatto di velocità, macchine, energia aggressiva e violenta
che diventano i nuovi idoli del presente.
Il loro obiettivo è quello di rinnovare l’arte e la concezione della vita;
La bellezza della civiltà moderna si fonda sulla macchina e sulla velocità
contrapposte polemicamente alla tradizione artistica e all’ordine del perbenismo
borghese, dunque l’arte si deve adeguare alla nuova realtà in tutte le sue forme. Con
riferimento specifico alla letteratura, nel 1912 fu pubblicato il Manifesto tecnico della
letteratura futurista, dove sono esaltate le parole in libertà, vi è il rifiuto della sintassi,
degli avverbi, degli aggettivi e della punteggiatura. La poesia deve essere immediata e
l’impressione comunicata analogicamente dall’autore al lettore. (influenza del
simbolismo francese di fine Ottocento) I futuristi rivoluzionarono anche la struttura
tipografica della pagina disponendo le parole in modo da formare composizioni grafiche.
I futuristi trovarono nelle riviste come Lacerba, Roma futurista e L’Italia futurista un
apporto fondamentale per diffondere le proprie idee. Nel movimento i programmi e le
teorie artistiche e anche poetiche furono più importanti delle opere realizzate.
Il movimento si politicizzò fortemente con l’avvicinarsi della Prima guerra mondiale.
Dopo il 1920 la maggior parte dei futuristi aderì al fascismo e lo stesso Marinetti accettò
la nomina alla fascista Accademia d’Italia, ma il movimento, pur sopravvivendo fino
agli anni Trenta, non ebbe una reale incidenza nella realtà culturale e politica italiana.

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 CUBISMO Nato a Parigi fra il 1906 ed il 1908 grazie a Pablo Ricasso e Georges
Braque, scompone lo spazio in piani diversi tutti contemporaneamente presenti
nell’opera.

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