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Decadentismo
Con il termine Decadentismo si intende un movimento artistico e letterario sviluppatosi in Europa, a partire dalla
seconda met dell'Ottocento fino agli inizi del XX secolo, che si contrappone diametralmente alla razionalit del
positivismo scientifico.
Caratteristiche
Negli ultimi due decenni dell'Ottocento prende avvio in Francia, e si diffonde poi in Europa, il movimento letterario
del Decadentismo. Gli scrittori di questa tendenza vennero, inizialmente, definiti decadenti in senso dispregiativo
perch negavano i valori morali correnti, sostenendo che l'unica preoccupazione dell'arte dovesse essere di natura
estetica.
Furono soprattutto i naturalisti a definirli col termine di "decadenti" (cio senza vera arte n morale). Il termine
Decadentismo ha perso quasi del tutto la connotazione negativa che aveva quando stato coniato. La corrente del
decadentismo accentua l'irrazionalit ma rifiuta i valori del Romanticismo e del Naturalismo.
Anche Pascoli appartiene al Decadentismo, visto che la sua poesia rinuncia a ispirarsi agli ideali romantici e
positivisti per esprimere il senso del mistero, l'attrazione delle piccole cose della vita e degli affetti pi semplici, la
condivisione del dolore umano a cui partecipa anche la natura. L'intellettuale comincia a rifiutare la politica
parlamentare, ma anche l'atteggiamento rivendicativo delle masse. Si chiude in un solitario, aristocratico, culto
dell'arte (fine a se stessa). Egli riflette anche la crisi del Positivismo e comincia ad affermare valori irrazionali
(superomismo di Nietzsche), istintivi (intuizionismo di Bergson), inconsci (pulsioni di Freud), basati
sull'individualismo esasperato, sul mito del bello (confuso con l'esotico, l'eccentrico), sulla disperazione esistenziale,
sul rifiuto della storia e della scienza.
La nascita
Sui limiti cronologici della nascita gli studiosi sono discordi, ma possiamo affermare che il Decadentismo nasce
negli ultimi decenni del XIX secolo in Francia lungo le rive della Senna, dove alcuni giovani pittori, poeti e musicisti
si ritrovavano per contendersi il primato di stravaganza cercando di scandalizzare i benpensanti. La sua nascita viene
anche attribuita alla pubblicazione dell'opera Langeur di Verlaine, la quale esordiva con la frase "io sono l'impero
alla fine della decadenza..."
Decadentismo
La critica ufficiale, per descrivere questi atteggiamenti assunti da alcuni intellettuali, us il termine decadentismo
proprio per ricordare la sensazione di crollo di una civilt. La critica us questo termine con un'accezione negativa
ma gli intellettuali che facevano parte di quel gruppo, definito come decadente, ribaltarono il significato, arrivando
ad indicare un privilegio spirituale e ne fecero una sorta di bandiera da esibire con orgoglio e dedizione.
Il fenomeno dell'imperialismo
Agli inizi degli anni ottanta e novanta del XIX secolo si avvertiva in Francia uno stato d'animo caratterizzato da un
senso di disfacimento e termine di una civilt; si avvertiva un prossimo crollo, un cambiamento epocale. I poeti
esprimevano lo smarrimento della coscienza e la crisi dei valori di fine Ottocento che erano stati sconvolti
dall'avvento del positivismo, dalla rivoluzione industriale, e da un progressivo scatenarsi degli imperialismi. In
questo periodo l'uomo si sente in contrasto con la societ che lo circonda, insensibile e distaccata di fronte alle sue
esigenze. La prima causa lo sviluppo dell'Imperialismo, cio la volont delle grandi potenze europee (come la
Francia, l'Inghilterra, e la Germania, ecc.) di estendere sempre pi i propri possedimenti, attraverso un imponente
sviluppo industriale e bellico, che pu permettere la conquista di colonie in Asia ed in Africa capaci di fornire mano
d'opera e materie prime a basso costo. Ci visto come missione di civilt verso popoli barbari e primitivi, ma che
nascondeva nelle grandi potenze una forte volont espansionistica e concorrenziale. Le borghesie europee, che nel
corso dell'800 avevano combattuto all'interno dei loro stati per il trionfo degli ideali, nati dalla Rivoluzione Francese
del 1789, voltano le spalle alle masse popolari, disattendendo cos i principi di libert, egalit e fraternit. Ottenuto il
potere in accordo con i sovrani regnanti, la borghesia, depositaria dell'economia, cura i propri interessi e conduce un
tipo di vita perbenista e conformista ed insensibile verso il popolo. Nascono cos le prime questioni sociali, i
sindacati (per tutelare i doveri ed i diritti del lavoratore), le lotte proletarie fra capitale e lavoro dipendente.
L'intellettuale, portavoce della crisi popolare si chiude cos in se stesso, ricercando l'individualismo, l'egoismo e
l'alibi per non affrontare una realt grigia e senza stimoli, pressoch incomunicabile.
Decadentismo
Il decadentismo in Europa
All'inizio del XX secolo lo scrittore entra in crisi vedendo fallire i propri obiettivi di guida che aveva durante il
Romanticismo e nel poter risolvere i mali della societ. Si sente emarginato e si ripiega in se stesso divenendo
protagonista di una serie di esperienze che lo fanno sentire "vittima" per la sua incapacit di impegnarsi nella societ.
Gli artisti perdono cos la loro fiducia nella ragione e si lanciano verso un mondo misterioso che si trova dietro la
realt vera e tra loro si diffonde un senso di sconfitta.
Il decadentismo in Italia
In Italia si soliti individuare due periodi distinti di decadentismo: il primo, di cui facevano parte D'Annunzio e
Pascoli, ancora caratterizzato dalla necessit di costruire miti decadenti. Al contrario nel secondo, di cui occorre
ricordare in particolare Pirandello e Svevo, la coscienza della crisi ormai acquisita e la realt viene sottoposta ad
una critica molto lucida e distruttiva. Il termine "Decadente" fu, in origine usato in senso dispregiativo, per indicare
giovani poeti che vivevano fuori dalle norme comuni, considerati appunto simboli di una "decadenza sociale" che
disprezzava il progresso e la fede nella scienza del positivismo. Pi tardi pass a designare la dilagante "decadenza"
della societ materialista di fine secolo, orientata verso l'esaltazione delle conquiste tecnologiche e alla quale gli
intellettuali si sentivano estranei. Essi, infatti, si considerano decadenti, con un atteggiamento di superiorit
spirituale, in quanto inclini a cogliere i segni della raffinatezza e dell'eleganza intellettuale delle epoche e periodi di
"decadenza" rispetto al normale.
Decadentismo
Le poetiche
Grazie alla natura intrinseca del decadentismo, connesso alle tematiche della vita interiore e del mistero, questo
movimento diede origine a diverse correnti o poetiche particolari. Fra le tante sono presenti il simbolismo,
l'estetismo, l'impressionismo, il surrealismo, il dadaismo, e nell'ambito italiano il panismo, l'ermetismo, il futurismo
e il crepuscolarismo.
Simbolismo
Il simbolismo una corrente artistica nata in Francia nel XIX secolo, in netto contrasto con i canoni imposti in
precedenza dal realismo. Il simbolismo infatti tende ad una descrizione soggettiva piuttosto che ad una oggettiva,
come accadeva nel realismo. Questa sua natura la porta ad avere un grande sviluppo con la nascita del decadentismo,
che predilige il lato misterioso e onirico piuttosto che quello scientifico e reale. Gli esponenti pi importanti di
questa corrente furono Paul Verlaine, Arthur Rimbaud e Stphane Mallarm, e per quanto riguarda l'Italia, Giovanni
Pascoli, il simbolista per eccellenza.
In contrasto con la simbologia tipicamente medievale - conosciuta per la natura intellettuale e razionale ed espressa
spesso tramite l'uso di allegorie - il simbolismo decadente viene definito istintivo, e predilige le sensazioni e le
corrispondenze segrete tra tutte le cose, cos come figure retoriche come l'analogia, la metafora o la sinestesia,
scovate tramite folgorazioni ed intuizioni dal poeta veggente. Anche per l'arte il simbolismo fu un movimento
culturale di notevole importanza che andava sempre pi delineandosi con l'impressionismo.
Estetismo
L'estetismo nasce come movimento che tende a sviluppare le idee proposte dal parnassianesimo, corrente culturale
sorta in Francia negli anni '60 dell'800, e si fonda sull'imperativo dell'"l'arte per l'arte", vedendo dunque in questa
l'unico e sommo fine della letteratura. L'estetismo pure una reazione al romanticismo e al suo mimetismo naturale e
sentimentale, secondo cui la vita determina l'arte. Con l'estetismo la classica dicotomia vita-arte si risolve nella
coincidenza dei due termini, tendendo cos a fare della propria vita la prima delle opere d'arte, fornendo un'immagine
di s totalmente arealistica, estetizzata, ovvero deformata in favore del bello, unico valore morale del movimento.
Nasce quindi la figura del Dandy, l'eccentrico che si diverte a stupire il pubblico con atteggiamenti trasgressivi
Viene spesso considerata la pi frivola delle correnti affini al Decadentismo, in quanto il solo scopo quello di
esaltare il gusto del bello e dell'arte, tanto da mettere i valori sociali e familiari in secondo piano. Tra gli esponenti di
questa corrente ricordiamo Joris Karl Huysmans, con " rebours" (Controcorrente), Oscar Wilde con "Il ritratto di
Dorian Gray" e Gabriele D'Annunzio con "Il piacere".
Panismo
Il panismo deriva dal greco , tutto, e si riferisce alla tendenza del confondersi e mescolarsi con il Tutto e con
l'assoluto, due concetti chiave del decadentismo. In D'Annunzio il tutto prende la forma della natura, riferimento al
dio greco Pan, divinit dei boschi e tutte quelle che hanno a che fare con la natura. evidente l'uso di questa tecnica
all'interno della poesia "La Pioggia nel Pineto" in cui il poeta si fonde con la natura, la quale ripercorre allo stesso
tempo il suo corpo e i suoi sentimenti.
Ermetismo
Durante il ventennio fascista si sviluppa il movimento ermetico dove si realizza un rinnovamento del linguaggio, che
appare diverso e svincolato dagli schemi tradizionali della poesia. Il termine fu coniato nel 1936 dal critico letterario
Francesco Flora, per indicare che si trattava di una poesia pura e fuori dagli schemi. Il compito della poesia ermetica
era di portare alla luce l'essenza segreta del reale, scoprendo i lati pi nascosti dell'animo umano e delle cose,
testimoniando la sofferenza esistenziale. La poesia ermetica interpreta una condizione spirituale nuova e legata alle
vicende storiche italiane (prima guerra mondiale, dopoguerra, fascismo) ed esprime il disagio dell'uomo sui problemi
della societ. I temi pi trattati sono: il senso di solitudine di un mondo ostile, l'angoscia che deriva dal non
Decadentismo
comprendere il significato della vita, l'impossibilit di stabilire un rapporto armonioso con l'universo e con le
persone. La metrica tradizionale superata, con il trionfo del verso libero, la punteggiatura talvolta viene abolita o
ridotta al minimo. I poeti ricorrono all'uso della metafora, della sinestesia, dell'analogia per rendere carichi di
significati i loro messaggi. Malgrado la vulgata scolastica tenda a considerare tra i poeti ermetici Giuseppe Ungaretti
e Salvatore Quasimodo, la definizione di ermetismo fa in realt riferimento alla sola terza generazione poetica del
Novecento italiano, per la quale i due poeti (e in particolare il primo) costituivano fondamentali modelli.
Crepuscolarismo
Agli albori del Novecento si afferma il gruppo dei poeti crepuscolari. Il termine crepuscolare fu coniato nel 1910 dal
critico Giuseppe Antonio Borgese per indicare il tramonto della grande stagione della poesia italiana ottocentesca
(Leopardi, Carducci); in seguito l'espressione si limita ad indicare i toni dimessi della poesia a cui si contrapporr
l'esperienza dannunziana e quella futurista. Nelle loro composizioni si descrive il mondo piccolo-borghese, nei suoi
aspetti banali e quotidiani: i pomeriggi deserti della domenica, le giornate grigie di pioggia, le corsie bianche degli
ospedali, gli interni domestici delle case di provincia. Il linguaggio scelto poeticamente dimesso e ha un andamento
piano e discorsivo, vicino alla prosa, perfettamente adatto a rappresentare una realt antieroica. La poesia
crepuscolare si svilupp in un periodo di tempo assai limitato, nel primo decennio del secolo scorso, annoverando
autori come Corrado Govoni, Marino Moretti, Sergio Corazzini e Guido Gozzano.
Superomismo
Altra corrente legata al decadentismo il superomismo, teorizzato in chiave filosofica da Nietzsche nelle sue opere,
soprattutto in Cos parl Zarathustra con l'ideazione dell'bermensch (tradotto come "superuomo", ma anche con
"oltreuomo") e molto utilizzata da D'Annunzio, che si giudicava egli stesso superuomo.
Note
[1] Attalienti, op. cit., p.516.
[2] Attalienti, op. cit., p.517.
Bibliografia
Magliozzi; et al., Il Decadentismo in Spazi e testi letterati, edizione verde, Napoli, Ferraro editori, marzo 2005,
pp. 7 - 16. ISBN 88-7276-583-8
Cristoforo Attalienti, Il Decadentismo in Il libro di letteratura - Gli autori le opere della letteratura italiana dalle
origini ad oggi, Napoli, Fratello Ferraro editori, febbraio 1994, Pagg.512-520. ISBN 88-7276-053-4
Binni Walter La poetica del decadentismo 1996 ed. Sansoni
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