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Il 1900

“Secolo breve” in quanto gli eventi più significativi riguardano fino agli anni 50, questa
dicitura vale anche per la letteratura perché vi è una continuità dal 1900 fino al 1979
Uno studioso Luperini divide in 3 momenti:
- Età delle avanguardie o modernismo 1903-1925
- Età dell’ermetismo/neorealismo 1930-1945
- Età della neoavanguardia e sperimentalismo 1945-1979
Dal 1980 vi è una rottura con l’emergere dell’età post-moderno ovvero la fine dell’impegno
da parte degli intellettuali e il superamento della distinzione tra letteratura colta e di
consumo.

ETÀ DELLE AVANGUARDIE E MODERNISMO


Periodo influenzato dai filosofi
- Bergson che confuta l’applicazione del metodo scientifico nei fenomeni che
riguardano la coscienza. Il tempo della coscienza non è un susseguirsi di istanti ma
una durata. Introduce il concetto di slancio vitale ciò da cui tutto si origina,
l’evoluzione non è l’esito di leggi meccaniciste ma l’esito di un'evoluzione creatrice.
- Nietzsche che si concentra sulla decadenza della civiltà occidentale: passiva,
remissiva dovuta alla restituzione del neoclassicismo da parte di Winckelmann e per
l’esito del cristianesimo che invita all’accettazione delle cose così come sono.
Nietzsche partendo dallo studio della tragedia greca mostra come non vi sia solo lo
spirito apollineo ma anche dionisiaco. A partire dal 1900 l’Apollineo schiaccia quello
dionisiaco. La società occidentale è il risultato di una repressione. Nietzsche si
propone di smascherare le ipocrisie della società borghese, proclamando la morte di
Dio, in quanto l’uomo non ne ha più bisogno. Propone un nuovo sistemo di valori -
oltre uomo, un uomo che dichiara la propria energia e volontà di potenza
- Freud che ipotizza l’esistenza di una parte profonda inconscia in cui risiedono tutti gli
impulsi, soprattutto quelli di natura sessuale. La cura di questi grovigli è affidata allo
psicoanalista che studia il flusso di coscienza. Con freud cresce l’interesse per
l’infanzia e la scoperta del complesso di Edipo. (lotta padre- figlio).
- Einstein che pubblica “la teoria della relatività” → spazio e tempo non sono due
dimensioni misurabili in modo oggettivo perché dipende dalla strumentazione e
metodo usato, c’è un margine di oggettività.
- Le certezze stanno crollando, anche con Place che studia i quanti ovvero le particelle
costituite dall’atomo e quindi si può comprendere il funzionamento dell’universo.

Definito “età delle avanguardie” termine di origine militare che evidenza un atteggiamento di
aggressività, energia e rottura verso la tradizione. Le avanguardie nascono in stretta
relazione con la modernità, con la società di massa perché tutte partono dal presupposto
che l’arte sia venduta perchè:
- mercificata
- si è massificata → adeguata ai gusti del pubblico di massa che ha gusti arretrati e
omologati, accademici e vecchi.
Le avanguardie assumono un atteggiamento provocatorio manifestando gli obiettivi e intenti
attraverso volantini e manifesti.
L’età delle avanguardie si articola in diversi movimenti: futurismo, surrealismo, dadaismo ed
espressionismo
FUTURISMO
Nasce il 20 febbraio 1909 quando Filippo Tommaso Marinetti pubblica sulla rivista le figaro “il
“manifesto del futurismo” in cui si esalta l'aggressività, la guerra, la modernità, il progresso
tecnologico, le macchine ed l’energia e si disprezzano musei, biblioteche, cultura vecchia e
la donna.
Pubblica a Parigi perché è influenzato da Bergson ed esporta le sue idee anche in
Inghilterra e Russia.
Pubblica “il manifesto della letteratura futurista" in cui viene distrutta la sintassi, elimina la
punteggiatura, toglie congiunzioni ai verbi soprattutto infinito, introduce onomatopee,
segni grafici e uso di caratteri diversi, propone l’immaginazione senza fili, ossia il
susseguirsi di parole che suscitano immagini ininterrotte e scollegate l’una dall’altra.
Nasce l’idea di una poesia che graficamente riproduca l'oggetto di cui si sta parlando e
le tavole parolibere ovvero tavole in cui i pensieri e idee si uniscono ai disegni come “il
palombaro” di Govoni.
Il futurismo è un’arte che coinvolge tutti gli aspetti della realtà
Ricordiamo poi altri autori come Palazzeschi e Giovani che aderiscono solo per un certo
periodo e poi fanno altre esperienze.
pag. 918
Manifesto che contiene gli aspetti chiave del futurismo dal punto di vista formale.
1. Si apre con un inno che ricorda la volontà di potenza
Quello contro cui si scaglia marinetti non è il passato ma verso un modo di intendere l’arte, e
la tradizione tipo il fatto che un capolavoro sia dentro a un museo. Quindi le apprezzano le
opere del passato ma non di questa gente che concepisce l'arte verso un modo tradizionale.
pag.921
Il tema è tradizionale: il sorgere del sole sul mare ma in modo rivoluzionario, lo stesso titolo
non si limita a presentare il tema ma annuncia alcune parole chiave del testo.
Il sole deve lottare con le nuvole che lo tingono di grigio e la poesia rappresenta la
progressiva affermazione del sole e del sereno che riflette anche sul mare.
Nella poesia troviamo alcuni punti chiave del futurismo:
- distruzione della sintassi
- eliminazione della punteggiatura
- smembramento dei versi e uso originale della disposizione del testo sulla pagina
→ poesia che graficamente riproduce l'oggetto di cui si sta parlando
sta describendi lo scorgere del sole
sta guardando in vari punti cardinali per dirci di che colore si sta facendo il cielo mentre
sorge il sole
nono sis is → lotta tra le nuvole e il cielo
45 rombo d’oro → altra vittoria della luce
55 alla fine la luce si diffonde sempre diffuso e il sole è sorto completamente
pag 928
momento in cui segue la favola futurista
è una provocazione, dice lasciatemi intervenire e un passante dice che è un matto ma lui
ammette di fare quello che vuole
c’è la dichiarazione della perdita dell’aureola, il poeta non ha più un compito ha un vuoto, lui
dichiara di essere un saltimbanco dell’anima mia → nella società dei consumi conta più
l’utile della poesia quindi i futuristi esaltano il presente e dicono di essere un pagliaccio
CREPUSCOLARISMO
Un movimento letterario che non è una vera e propria avanguardia perché non contiene
manifesti e volantini ma contiene degli aspetti che ci permettono di considerarlo un
avanguardia.
Il termine “crepuscolarismo” coniato nel 1910 dallo scrittore e critico letterario Borgese, in
riferimento ad alcuni poeti che non formano una vera e propria scuola ma affini per un certo
modo di esprimersi malinconico, triste, con situazioni di vita quotidiana comune e banale.
Poeti attivi in Piemonte, Emilia Romagna e Roma.
Si chiamano crepuscolare perché si muovono in una luce soffusa.
Questi poeti rifiutano l’idea del poeta Vate e si oppongono all’idea di vivere la vita come
un’opera d’arte e di una poesia altisonante come quella di D’Annunzio
→ loro oppongono una vita banale nel contesto borghese caratterizzato da soprammobili e
sono attratti da donne semplici, quasi brutte, parlano di giornate lunghe in ospedale,
domeniche nei parchi di periferia.
STILE:
utilizzano la prosa, lessico colloquiale
Sono poeti che dichiarano di “non essere poeti” e di non avere niente da dire, eredi di
baudelaire per la perdita dell'aureola → non accettano più una poesia artificiosa e falsa
come quella di D’Annunzio
obiettivo: mettere di fronte l’uomo così com’è, sono autentici
(si differenzia dai realisti che mostrano la società, invece loro mostrano la realtà
dell'individuo, esistenziale)
Ricordiamo Guido Gozzano, Sergio Corazzini, che muore giovane e quindi ha uno
sguardo triste sulla vita, autore di una raccolta di 10 poesie “piccolo libro inutile” dove
l’emblema è la poesia "desolazione del povero poeta sentimentale”
Tema chiave della letteratura del 900 è la malattia
pag. 888
in questo testo vengono presentate le linee di fondo della poetica di Corazzini. Il tema chiave
è il dissacramento dell’idea di poeta vate che nella società contemporanea di massa non è
più nessuno. Il poeta non si sente un poeta ma un uomo sofferenza o un fanciullo
indifeso che mostra il proprio dolore.
In questo testo viene presentato il poeta incapace di vivere se non al minimo, godendo solo
delle gioie semplici.
l’animo sofferente del poeta desidera la morte perchè è stanco, perchè vuole smettere di
soffrire, per la stanchezza che deriva da un senso di inutilità, incapacità di adattarsi a un
sistema.
Viene presentata la tristezza del poeta che vive le tristezze di tutti gli uomini in
contrapposizione alla grandiosità dell’eroe romano.
L'interlocutore sembra non capire e attribuisce una malattia a questo essere del poeta.
nell’ultima strofa il poeta si dichiara malato, non ha una vita inimitabile come quella di
D’Annunzio
MODERNISMO : prosa narrativa del 1900
In un saggio intitolato “il romanzo moderno" pubblicato nel 1919 la scrittrice Virginia Woolf,
delinea il nuovo ruolo del romanziere: cerca di avvicinarsi di più alla vita, rinunciando a
intrecci fittizi e concentrandosi sull’interiorità dei personaggi, senza temere di rivelare anche
le parti più oscure di questa interiorità, queste considerazioni evidenziano il fatto che la
narrativa di questi anni è soggettiva → non si analizza la realtà in modo logico e cronologico
ma il riflesso che la realtà ha sul soggetto, riflessione sull’io
→ narrativa distrutta perché:
- punto di vista interno
- opere che lasciano le domande che si pone il lettore
- piani temporali si sovrappongono
- non ci sono tante vicende ma molte descrizioni e riflessioni
- approfondita l’analisi psicologica
- il personaggio non fa altro che riflettere
- utilizzate nuove tecniche narrative
Ricordiamo il flusso di coscienza (susseguirsi di parole scollegate) e il monologo interiore
(percorso del lettore strutturato)
Ricordiamo Marcel Proust che scrive una serie di romanzi con un proprio titolo ma raccolti
sotto il titolo “alla ricerca del tempo perduto”
Protagonista: io che cerca di far rifiorire la propria infanzia , recuperando il tempo perduto.
Obiettivo: sottrarre alla dimenticanza il tempo perduto per trasformarlo in tempo ritrovato →
non basta ritrovare cosa è successo perché occorre che entra in gioco una memoria
involontaria cioè che si attiva quando i nostri sensi sono sollecitato recuperando un pezzo
del passato
L’emblema è la madeleine → un biscotto che fa ricordare all’io la propria infanzia in quanto
lo mangia la domenica a casa dalla zia, appena mangia questo biscotto rivive le sensazioni
della sua infanzia, ricostruisce una storia di emozioni in cui rivive quelle sensazioni ma le
vive con lo sguardo di un io narrante adulto.
Ricordiamo L’Ulisse di James Joyce, opera divisa in 3 parti ciascuna delle quali racconta la
storia di un personaggio:
- Dedalus → sorta di telemachia in quanto cerca il padre
- Leopold Bloom → rappresenta i viaggi di Ulisse ma dentro una città che assume le
fattezze infernali, non ha nulla di eroico in quanto dichiara di avere dei bisogni
corporali
- Molly Bloom → quando il marito esce lei va dall’amante, è una penelope ma è il suo
opposto perché sta a casa ma non in attesa del suo ulisse
rappresenta una sorta di odissea, sinizzazione del poema epico perché tratta della
quotidianità, è una sorta di parodia, richiama un'epoca che non ha niente di ideale e eroico,
dichiara la condizione dell’uomo desolato.
Si conclude con il monologo di Molly → non ci mostra la coscienza di chi sta parlando ma
serve per registrare il quotidiano banale tanto che Molly esordisce che ”finalmente ha
liberato aria”
Inaugurati nuovi personaggi, comuni, banali che vivono una vita insignificante, che si
sentono degli scarafaggi → metamorfosi di Kafka
Uomini che si sentono condannati per la società in cui vivono perché l’artista viene
considerato inutile, poeti che si sentono inferiori, non sono capiti dalla società, a volte si
sentono invidiosi verso i borghesi che sanno cosa fare, invidiosi verso la massa
→ si differenziano da Baudelaire perché lui sa di essere superiore nonostante non faccia
parte della massa

Romanzi della crisi, della solitudine, incomunicabilità e dissoluzione dell’io che si sente
smarrito, scoperta del non senso del vivere.
luoghi: città, folla, piene di gente

PIRANDELLO
Nasce nel 1867 a Girgenti (Agrigento) in una zona chiamata caos.
Nelle lettere un cuoi parla di sé definisce la sua vita “un volontario soggiorno sulla terra” →
visione negativa in cui si approccia alla vita.
Il padre è un agiato produttore di zolfo e una volta che pirandello conclude gli studi liceali lo
fa avvicinare alla realtà lavorativa e questo incontro si rivela traumatico perché Pirandello
non sopporta l’odore dello zolfo e la fatica. Il padre è un uomo autoritario e dispotico che
tradisce la moglie → Pirandello è più legato alla madre (complesso Edipico).
Poi si trasferisce in germania dove entra in contatto con la filosofia di Nietzsche e bergson,
inizia a scrivere poesie. Si sposa con Antonietta Portulano e inizia a scrivere novelle di
stampo verista.
1903 miniera di Zolfo del padre di Pirandello si allaga e la famiglia cade in rovina, ma qui
aveva investito tutta la dote Antonietta, la quale si arrabbia e perde la testa → presa di
manie e ossessioni che la portano ad accusare il marito di incesto con la figlia. Questa
situazione dura fino al 1919 quando decide di farla rinchiudere in un manicomio.

Il tema della follia colpisce Pirandello profondamente e comincia a scrivere un romanzo “ Il


fu Mattia Pascal” che grazie al successo lo allontana dall’idea di suicidarsi.
Dopo questo romanzo Pirandello scrive un saggio intitolato l’umorismo → racchiude la sua
visione della vita: ripresa da Schopenhauer il quale definisce la vita come una commedia e
una tragedia, Pirandello sottolinea come se si riflette sugli aspetti ridicoli si scopre la nostra
vita è come una tragedia. la sua opera si concentra su questa dicotomia:
- assurdità e bizzarria dell’esistenza
- tragicità
Si dedica ad altri romanzi e poi emerge la sua passione per il teatro che gli darà fama
internazionale.
Grazie ai fondi che gli vengono dati da Mussolini fonda a roma un teatro d’arte la cui attrice
principale è Marta Abba, la sua amante
1931 ottenne il nobel che la letteratura
1936 muore

pag.659
Lettera che scrive alla sorella lina
- molluschi = conchiglia, qualcosa di chiuso
Già a 18 anni si accorge che senza le strutture non è possibile la vita.
la vita è come se fosse un enorme pupazzata → l’idea del teatro sempre stat dentro di lui

IL FU MATTIA PASCAL
Per comprendere la sua visione del mondo bisogna far riferimento a un passo in cui si fa
riferimento a uno strappo nel cielo di carta. Protagonisti:
- Anselmo Paleari un affittacamere di roma
- Mattia Pascal che si fa chiamare Adriano Mais
Paleari dice ad Adriano di aver visto dei manifesti che pubblicizzano uno spettacolo di
marionette della tragedia di Oreste → Oreste è il figlio di Agamennone che per vendicare il
padre, brutalmente ucciso dalla moglie e dall’amante di lei, non appena arriva a Troia decide
di uccidere l’amante della madre, Oreste è quindi l'eroe greco che sa sempre cosa fare.
Anselmo chiede ad Adriano di pensare a come si sentirebbe Oreste se mentre sta per
uccidere il padre il cielo del teatrino si strappasse, Adriano non sa rispondere mentre
Anselmo dice che oreste diventerebbe Amleto perchè oltre al cielo c’è qualcosa d’altro.
pag.783
il cielo è la dichiarazione del relativismo conoscitivo → non possiamo dichiarare con
certezza nessuna verità, lo strappo diventa metafora della presa di coscienza della perdita di
ogni certezza. L'uomo moderno è un eroe pieno di dubbi, di certezza, è un uomo senza
valori.
Fine di tutti i valori di Nietzsche, mette in discussione un sistema di valori precostituiti, l'uomo
moderno non ha valori è pieno di dubbi.
Questo strappo ci da l’idea che tutti viviamo in questo sistema di valori, siamo delle
marionette ma in realtà questo non ha ragione perchè e si guarda oltre non si guardano più
sicurezze.
L’opera in cui riflette sul fatto che la vita va oltre l’apparenza è il saggio intitolato l'umorismo
che Pirandello pubblica nel 1908 in cui distingue:
- umorismo → ciò che fa ridere ma non fa divertire perché è accompagnato dalla
riflessione che ci fa cogliere la disarmonia di certe situazioni
- comicità → fa ridere e divertire, ha un effetto liberatorio degli impulsi più bassi
Questa consapevolezza sta alla base delle sue opere.
pag.671
Il saggio di divide in 2 parti:
1. definisce il termine umorismo che dipende dall’armonia tra gli umori che circolano nel
corpo stesso, …afferma che la narrativa umoristica è caratterizzata da strutture
narrative disarmoniche
2. pirandello chiarisce che l’umorismo è il modo per comprendere la realtà che sta
dietro alle apparenze
6. esempio: vecchia che si veste in modo stravagante → fa ridere = comico
ma se ci rifletto e mi chiedo perchè lo fa forse per piacere a un marito più giovane → vado in
fondo alle cose e capisco che è legato a una situazione tragica.

sentire il contrario significa perdere la capacità di illudersi e smontare pezzo a pezzo i grandi
ideali del passato chiamati lanternoni e le piccole finzioni che ciascuno costruisce nella
propria coscienza (ideali politici, amore o fede religiosa) chiamati lanternini
→ cerca di indagare il senso della vita
1° tema della sua narrativa : contrasto vita-forma
La vita è un flusso continuo, è caos, del momento che uno viene al mondo assume una
forma che definisce l’individuo, imprigionano il flusso della vita che è dentro ciascuno di noi
→ spesso ci ingabbia perchè sentiamo un'emozione che sembra a non avere nulla a che
fare con l’idea che ci siamo fatti
L’individuo si accorge di indossare una maschera, atteggiamenti diversi a secondo del luogo
in cui si trova.
Pirandello capisce che quello che credeva essere la sua identità si sfaccetta in base alle
situazioni → in noi ci sono tante visioni quante sono le situazioni che ci incontrano
→ l’unità dell’io viene dissolta, frantumata e cambia in continuazione
Viene smantellata l’idea di una conoscenza oggettiva, di una comunicazione autentica negli
individui
di fronte a questi ci sono due possibilità:
- togliere la maschera → essere esclusi dalla società
- togliere la maschera solo in certi momenti e poi indossarla
→ ma per entrambi i casi è considerato atto di un folle

novella “la carriola" parla di un avvocato che non si riconosce più della sua vita che sta
sentendo, viene considerato pazzo, torna alla normalità ma si tiene uno spazio per sé per
non essere giudicato da nessuno: prende un cagnolino e li fa fare la carriola.

personaggi di pirandello: analizzano le situazioni, modo analitico, simili agli avvocati


pag.672

NOVELLE
Novelle sotto il titolo di “novelle per un anno” perché deve rappresentare metaforicamente la
vita. In realtà compone soltanto 220 novelle che si muovono sotto il verismo per i dettagli
realistici e si nota come lui sia attento al rapporto tra realtà e apparenza.
- narratore onnisciente senza uso della regressione ed eclissi
Novelle poi di ambientazione Romana dove lo scenario è la città, quindi i personaggi sono
piccoli borghesi, impiegati insegnanti che vivono una vita tranquilla quando improvvisamente
arriva un particolare insignificante (tipo soprammobile) fa percepire l'idea della rabbia e
costrizione.
pag.712
Novella ambientata in una zolfara sicilia, ricorda Rosso Malpelo. All'inizio C'è una
terminologia realistica che rimanda al contesto.
comincia in medias res e occupa un arco dui tempo non troppo lungo.
si racconta di Ciaula, soprannome che rimanda il verso della cornacchia, una giovane
ritardato che lavora in una zolfara ed è cosgtretto a afre il turno di notte. Ciaula ha il terrore
della notte perché rappresenta il vuoto, non ha paura del buio della miniera ma del buio della
notte. E’ costretto a lavorare. Il cambiamento avviene quando Caula esce dalla miniera nella
notte e scopre la luna che gli rivela l'essenza delle cose, gli fa percepire che la vita va oltre
→ sente il flusso della vita
Con lui siamo di fronte all’io che scopre la vita così com’è.
Il finale rappresenta metaforicamente la rinascita-nascita → passa dalle tenebre della
miniera alla luce, passa dalla forma al flusso
Ciaula ha questa rivelazione perché è un diverso e quindi più di altri può entire che la vita è
un fluire
pag.699
protagonista: un impiegato, persona modesta che fa un lavoro metodico → idea della
gabbia

IL FU MATTIA PASCAL
Il titolo è particolarmente significativo perché parla di un uomo che è stato e non e più.
ha 18 capitoli e 2 premesse:
1. il narratore si presenta ai lettori dicendo che l'unica cosa che sa è di chiamarsi Mattia
Pascal che poi gli verrà sottratta nel corso della vicenda → narratore inattendibile,
poco affidabile.
2. il protagonista dice di accingersi a scrivere tutto quello che gli è capitato in una
chiesa sconsacrata che è diventata una sorta di biblioteca in cui ci sono topi e ragni
→ toglierà sacralità all’atto stesso della scrittura, rappresentazione del fatto che
l’intellettuale ha perso l'aureola, non è più un vate.
Il protagonista chiede poi al custode della chiesetta di pubblicare queste pagine solo dopo
che lo scrittore sarà morto
poi vi è una .. dove maledice Copernico perché a partire dalle sue scoperte l'uomo si è reso
conto di non essere più il centro del mondo → relativismo
protagonista. Mattia Pascal giovane benestante che vive in una famiglia serena, si rivela
come giovane docile e non troppo intraprendente. Si invaghisce di una certa Romilda che
poi sposerà e da vita a una nuova famiglia con la suocera → vita insopportabile
Un giorno lascia il paesino e pensa di aprire, sale sul treno ma giunto a Nizza decide di
fermarsi al casinò di montecarlo per tentare la fortuna al gioco, vince,risale sul treno per
tornare nel paesino ma sul giornale scopre di essere morto → per lui si apre una nuova vita.
- toglie la fede e la butta → prima prigione è la famiglia
- taglia la barba
- cerca di darsi un nuovo nome: ADRIANO MEIS
Comincia a viaggiare per l'Italia dove a Milano entra in contatto con le macchine che
rendono artificiosa la vita umana, poi si trasferisce a Roma dove viveva in una camera
dell’affittuario Paleari, si innamora di sua figlia ma qui viene derubato → si rende conto che
senza identità non è possibile vivere perché non può denunciare il furto in quanto non esiste.
Si rende conto che la vita dell’individuo senza la gabbia non è possibile, simula la propria
morte → butta il propri vestiti nel tevere e viene dichiarato morto
→ muore 2 volte senza poi morire mai
Torna al paese, vede che la moglie si è sposata, torna alla tomba, poi si rifugia nella
chiesetta sconsacrata e inizia a scrivere la propria vicenda.
→ Afferma che l'unica possibilità che ha per vivere è quella di vedersi vivere come
personaggio di un romanzo
ROMANZO DI DEFORMAZIONE → una persona che diventa poi un personaggio di un
romanzo, l’unico modo che ha per scrivere è quella di scrivere, è un inetto.
E’ già insito nel suo:
- aspetto fisico: ha un occhio strabico che gli permette di vedere quello che gli altri
non vedono, guarda oltre
- nome: Mattia rimanda a pazzia ma Pascal il filosofo → chi si interroga sul senso
della vita è considerato un pazzo.
Il romanzo non segue la tradizionale scansione ma interseca le varie vicende e modalità
narrative non tradizionali
Mattia pascal è una sorta di filosofo, non agisce, non fa ma ragiona e analizza.
Il romanzo è suddivisibile in 3 parti: (pag.772)
→ protagonista il
PARTE CAPITOLI PROTAGONISTA MODELLO NARRATIVO
1 ultimi due fu Mattia Pascal che vive in uno stato di non anti romanzo
capitoli e primi vita, la biblioteca che nessuno frequenta
due

2 III - VI Il giovane Pascal che vive con la mamma e il romanzo di formazione


fratello, il loro patrimonio è gestito da un
amministratore che li deruba e pascal per
vendicarsi si sposa con Romilda da cui il
vecchio amministratore vorrebbe un figlio. Ma
poi seguono diverse disgrazie che lo inducono
a portare al suicidio, poi prende il treno va al
casinò e si fa passare per morto

3 VIII - XVI nuova incarnazione di Pascal che assume il romanzo di formazione


nome di Adriano Meis, va a Milano poi a alla rovescia
Roma in una pensione di Anselmo Paleari, si
innamora della figlia Adriana, viene derubato
ma non può denunciare il furto in quanto non
ha identità. Decidere di fingere il suicidio del
tevere

A questo romanzo fa da pendant “uno nessuno e centomila”


protagonista: Vitangelo, un banchiere che conduce una vita serena con la moglie fino a che
che una mattina la moglie li fa notare che il suo naso pende verso destra → inizia ad
esaminare quello che gli altri dono di lui, l’ho mette di fronte ad un'altra identità, ad un altro
io.
→ Comincia a chiedersi cosa gli altri pensano di lui, si rende conto che alcuni lo reputano
come un buon avvocato mentre per altri è quello che truffa allora decide di risarcire tutte le
persone che ha depredato, regala le sue cose ma viene considerato dalla famiglia un pazzo.
Viene messo in un ospedale per i matti ma prima un’amica della moglie gli spara, segue un
processo in tribunale ma lui decide di non accusarla, dichiara di non sapere come si chiama.
→ preferisce vivere ed immergersi nel flusso della vita, togliendosi tutte le maschere ma
questo li porta ad essere nessuno per la società.
Chi crede di essere uno in realtà è 100 mila e allora decide di essere NESSUNO

ITALO SVEVO
E’ lo scrittore più europeo della letteratura italiana , nasce e vive nella città di Trieste che fino
al 1918 appartiene all'impero Austro-ungarico, mentre la tradizione delle avanguardie rimane
lontano. Entra in contatto con la psicoanalisi di Freud perché un suo parente si avvale di
questa come cura. amico di James Joyce che guida una scuola a trieste → entra in contatto
con un nuovo modo di fare narrativa.
Inoltre legge Schopenhauer e Nietzsche
La città di Trieste è una città di frontiera di due mondi → da un'idea di scissione di vivere a
metà di essere di passaggio.
Appartiene a una famiglia di origine ebraica → ha una visione amara della vita, perchè
sono sempre alla ricerca di una terra promessa, sono sempre stati perseguitati
Viene da una famiglia di commercianti e si avvicina alla letteratura per passione, lui si
dedica al commercio. Il mondo borghese è un mondo che lui conosce molto bene e da
questo mondo inizia a vederne le storture, le falsità, la facciata del perbenismo.
→ vive un contrasto perché dedito al commercio si comporta da uomo borghese ma come
scrittore ne coglie le storture.
Il nome è uno pseudonimo che rimanda alla sua duplice identità culturale: metà Italiano e
metà tedesco. Il suo vero nome è Ettore Schmitz, nasce nel 1861 come D’annunzio ma
presenta una identità opposta.
La sua vita possiamo dividerla in 2 fasi:
1860-1890 infanzia, adolescenza, matrimonio, primi due romanzi

INFANZIA-ADOLESCENZA SILENZIO LETTERARIO RITORNO ALLA LETTERATURA


1860-1898 1898-1918 1919-1928

Nasce nel 1861 da una famiglia Per gli insuccessi delle sue opere Nel 1923 pubblica il suo
agiata ebrea. Si impiega presso abbandona la letteratura anche capolavoro “la coscienza di zeno”
una banca e legge romanzi perché entra in società con la che viene elogiato all'esterno
francesi (Balzac, Stendhal, moglie nell'industria e dovendo grazie anche a Joyce che la
Flaubert,Zola), i classici italiani, viaggiare molto scrive meno → lo pubblicizza, ma non viene presa
Darwin, cultura positivistica e definisce abbandono letterario in considerazione dalla critica
naturalismo, e i filosofi come perché non si dedica pienamente, italiana se non per Montale che
Nietzsche, Schopenhauer e Freud. definendola ridicola e dannosa. scrive un articolo → si apre il
Nel 1842 pubblica il romanzo “una In realtà segretamente scrive altri CASO SVEVO = riscoperta e
vita”, pubblica a sue spese e racconti. rivalutazione dell’opera di questo
appare la prima figura di inetto. Si Conosce Joyce e legge le sue scrittore.
sposa con Livia Veneziani, opere. Muore nel 1928.
proprietaria di un’ industria di Dopo induce il cognato ad andare
vernici dove lui lavora. da Freud per potersi curare con la
Sente una solidità di questa vita psicanalisi.
ma avverte anche una distanza → inizia a riflettere sul rapporto
culturale e problematicità della salute e malattia.
moglie.
Nel 1898 pubblica “Senilità” anche
questo è un insuccesso.

L’attività dello scrivere è un modo che lo scrittore ha per conoscersi, tutti i suoi romanzi sono
caratterizzati dal desiderio di radiografare e sondare la coscienza perché attraverso la
scrittura Svevo può fissare la vita, guardarla e cercare di comprenderla. Scrivere vuol dire
ricordare, ovvero riflettere su certe questione → permette di prendere coscienza della vita.
Da qui la frase di Svevo secondo cui “fuori della penna non c’è salvezza” → senza scrittura
non c'è salvezza.
Questa conoscenza non è sempre rassicurante perché conoscersi vuol dire scendere nel
fondo delle proprie passioni e ossessioni, scendere negli abissi e riportare alla luce, parti
nascoste.
→ la scrittura è per Svevo inconcepibile con l’attività lavorativa perché richiede tempo e
riflessione.
Studia molto ed è influenzato dalle letture di:
- Darwin → lotta per la sopravvivenza e adattamento: Svevo adatta questa riflessione
alla società contemporanea e si chiede come questo si realizzi per la lotta per la
sopravvivenza e come ci si possa adattare a un contesto che cambia continuamente.
- Schopenhauer →prende l'idea che l'uomo è retto da una volontà cieca e irrazionale,
la ragione interviene solo dopo e solo in coloro che si interrogano
- Marx → lo colpisce per il socialismo poi però lo attrae per il fatto di collocare
l'indagine sull’uomo all’interno di un preciso contesto sociale, riprende il fatto di
analizzare i tipi umani in un contesto preciso.
→ nuova idea del tempo come Durata e tempo della coscienza

LA COSCIENZA DI ZENO
mette al centro l'uomo ordinario, comune → vuole smascherare le debolezze, le manie e le
passioni di quest’uomo.
Evidenzia un dissidio tra la realtà e l’apparenza → evidenziata già dallo stesso svevo che
incarna il buon borghese, uomo di successo, bravo marito ma che nasconde delle nevrosi e
ossessioni che la scrittura fa emergere.
Anche i personaggi di Svevo vivono questa duplicità messa a nudo dalla parte che non si
vede.
Nel corso delle sue opere la figura dell’inetto di evolve:
- primi romanzi il protagonista non riesce mai ad adattarsi alla vita
- nella coscienza di Zeno il protagonista pur essendo un inetto è un vincitore
→ processo di maturazione dello scrittore: accetta la sua duplicità
Inoltre passa da un atteggiamento tragico a un atteggiamento ironico.
Quest’opera risente molto delle letture di Freud perché incrementano i suoi interessi sulla
coscienza ma lui stesso dice che “è molto più utile agli scrittori che non ai malati" perché dà
tanto materiale di riflessione sulla coscienza.
Il titolo è già ambigue perché può essere interpretato in modo duplice:
- racconto della coscienza di Zeno
- coonsapevolezza di Zeno
struttura: novità perché fabula e intreccio sono difficilissimi da ricostruire
trama: Zeno Cosini che giunto all’età di 54 anni decide di intraprendere una terapia
psicoanalitica per liberarsi dal vizio del fumo, prima di intraprendere la cura gli propone di
scrivere la sua autobiografia della sua vita. Zeno è scettico e ogni volta si addormenta, a
poco a poco riaffiorano episodi della sua vita collegati al vizio del fumo.
Si ricostruisce la sua vita fatta da un rapporto problematico con il padre, si sente sempre
inadeguato, ha un rapporto stretto con la madre e ricorda di aver cominciato a fumare i
mozziconi che il padre lasciava in giro per casa. Questo aspetto si ritrova più volte nella sua
biografia perché la memoria non è mai così evidente → inoltre lo commenta con la sua
visione di uomo da 54 anni.
Descrizione del rapporto tra zeno e suo padre si modifica continuamente a second delle
esigenze psicologiche di Zeno adulto
→ Zeno giovane è incapace, inetto, poco considerato dal genitore, questo lo porta alla sua
incapacità di scegliere una facoltà universitaria, nelle sue relazione.
Nella storia del suo matrimonio ricorda di essersi invaghito di una ragazza con 3 sorelle ma
è stato respinto, corteggiata un’altra respinta fino a che viene accettata dalla 3 sorella che
decide di sposarlo perchè secondo lei ha bisogno di una ragazza che ha bisogno di gestirlo.
Zeno viene assunto dal suocero ma si scontra con esso e con il cognato Guido che gli aveva
rubato una delle sorelle. A causa di certe operazioni sbagliato di Zeno, Guido va incontro
alla bancarotta e si suicida → Zeno sbaglia funerale.
Zeno decide di abbandonare la cura psicoanalitica perché è malfidente verso il medico.
Il dottore per ripicca, decide di pubblicare questa autobiografia sperando di ricavarne un
buon compenso.
Zeno decide di smetterla con la cura e dichiara che il vizio del fumo c’è l’ha ancora, la cura
non le è servita e grazie alla guerra ha fatto degli investimenti che lo hanno reso ricco.
→ la malattia rimane ma ha acquisito consapevolezza: fumo sintomi di una nevrosi e del
rapporto difficile con il padre e con la società, per il suo senso di adattamento. Accetta
questa sua consapevolezza ma in modo ironico.
A occhio di tutti è un uomo capace ma dentro non è cambiato.

Il romanzo segue in modo a-logico, i capitoli di cui è composto il romanzo hanno un titolo
che esprime il tema, perché si procede per nuclei tematici.
Il narratore coincide con il protagonista → narrazione in prima persona ma agisce anche
come personaggio perché il narratore è Zeno a 54 anni ma è anche il personaggio dei
ricordi.
Anche i tempi si mischiano: presente e passato
→ tutto questo spiazza il lettore che fa fatica a capire e prendere una posizione, Zeno si
presenta fin da subito come un personaggio contraddittorio, che rimanda alle sue scelte.
→ il lettore si sente destabilizzato perché vive le stesse incertezze e lacerazione del
personaggio
Zeno Cosini, il cognome rimanda a una cosa da poco, a un uomo inutile mentre Zeno deriva
da xenos = straniero….
Ci sono molte affinità tra la vita di Italo Svevo e la figura di Zeno ma non è un autobiografia.
Ciò che lo distingue da Pirandello è la distanza da una visione tragica di Svevo.
Pag.796
Modo di intendere e l’esistenza tipica dell’esistenzialismo con esponente principale
Heidegger il quale afferma che l’uomo è gettato nel mondo e non ha gli strumenti per
comprendere il senso dell’esistenza. All'autenticità della vita gli esistenzialisti
contrappongono l’autenticità della morte e dolore
Svevo contrappone l'efficienza del mondo borghese alla malattia dell’inetto perché sono
l’unica cosa autentica. ( contrappone i valori)
Sartre parla di nausea, repulsione del mondo, contatto con le cose e con la realtà, anche lui
parla di morte di Dio e crisi dei valori ma questo gli dà la libertà di scegliere.
Questa visione della vita influenza Eugenio Montale
Testi
Prefazione Pag.830
Dottore a cui Zeno affida il suo diario, vede che Zeno non parla bene di lui e decide di
pubblicarlo.
Afferma che chi ne sa qualcosa di psicoanalisi sa che tra paziente e terapeuta si instaura il
transfert
Pag. 839
Zeno è in crisi legato al rapporto edipico con il padre, legato al vizio del fumo ma in realtà
all’inettitudine in quanto confrontandosi con il padre si sente incapace. Lo schiaffo che il
padre gli da prima di morire la vede come una punizione giusta
Pag.863
Zeno è guarito ma continua ancora a fumare e smette di fare terapia
Considerazione importante rapporto malattia e sul progresso —> l’uomo per adattarsi crea
delle cose.
Visione negativa del progresso —> il progresso porta a creare cose che distruggono l’uomo
La legge del più forte sparisce e anche la seleziona salutare —> l’uomo non si adegua
all’ambiente ma lo distrugge

UMBERTO SABA
Umberto Saba nasce nel 1883 a Trieste, luogo aperto… questa città lo influenza molto
perchè lo tiene lontano dagli sperimentalismi ma vicino a qualcosa di nuovo e moderno. La
città di Trieste presenta una parte moderna e una più povera, degradata. meno appariscente
→ immerge Saba nel mondo povero che lo fa sentire la natura dell'uomo.
E’ la città fatta per lui
La madre è ebrea e il padre cristiano, vive il senso della malinconia e durezza della vita della
madre e d'altro lato una lacerazione per l’irresponsabilità del padre che non si converte e
abbandonò la moglie prima che il figlio nasca. Quest’uomo viene presentato come
assassino, distruttore di una famiglia e che ha lasciato una donna crescere un figlio da sola
e quindi chiusa, dura e incapace di affetto, lei riversa nei confronti del bambino il dolore per il
figlio.
La madre lascia il piccolo umberto a una balia, Peppa Sabaz che lo riempie di ogni
attenzione e cura, sostitutivo della madre, da cui prende lo pseudonimo Saba.
Poi la madre torna, ma Umberto vive questo come trauma perchè si separa dalla balia →
passa dalle cure affettuose all’anaffettività.
Nel canzoniere divide la madre triste (madre naturale) e la madre gioia (balia).
Intorno ai 30 anni Saba assume degli atteggiamenti di nevrosi che lo porteranno a
intraprendere la cura psichica. Inizia a scrivere poesie e le pubblica.
Conosce poi Lina da cui ha una figlia → donna materna e sensuali, la donna lo lascia a
causa delle crisi nevrotiche di Umberto, costituendo un ulteriore trauma per il poeta, per poi
ritornare.
Al termine della prima guerra mondiale, compra un antiquaria che gestisce per tutta la vita
dedicandosi alla poesia.
Tutti i suoi testi poetici sono raccolti nel canzoniere riepubblicatui fino all'ultima edizione del
1961.
Poi ricordiamo il piccolo Berto dove Saba mette in poesia tutta la sua vita e in particolare i
momenti chiave della sua infanzia.
Durante le persecuzioni razziali il poeta è costretto ad abbandonare Trieste e iniziano le crisi
depressive con i ricoveri, fino alla morte nel 1957.
RAPPORTO CON LA FIGURA MATERNA
Genera in Umberto tutte le sue contraddizioni e drammi

POETICA
Dal punto di vista formale è un poeta periferico = lontano dagli sperimentalisti e vicini alla
tradizione lirica italiana, da cui prende il titolo Canzoniere e a livello lessicale e stilistico
attraverso la scelta di una poesia semplice e piana che riprende “la rima più semplice ma
anche la più difficile del mondo” ovvero che la sua poesia è tradizionale ma non per questo
banale.
Per Sanba la poesia è l'espressione dell'interiorità più autentica, deve essere onesta
ovvero deve esprimere i veri sentimenti e angosce di chi la scrive, non bisogna mercificarsi.
Critica il modello D’Annunziano e si ispira a Manzoni.
La poesia ha la funzione di conoscere se stessi, una forma di autoconoscenza.
Attraverso il canzoniere riesce a ripercorrere alcuni momenti della sua vita, e riesce a
coglierne il significato più profondo, una sorta di terapia in quanto lo salva.

CANZONIERE
Tra i temi vi sono:
- madre → scissione interiore, crisi dell'io determinata da una figura materna dura,
anaffettiva e triste, contrapposta a una figura gioiosa e felice.
Si lega al trauma della doppia infanzia
- amore → si lega alla donna che è per Saba figura gioiosa e leggera, la donna
giovane e vitale e come figura energica, severa segnata da malinconia → influenza
della doppia madre.
La città è vista sia come luogo di protezione perché presenta angolo a lui protetti e
sicurezza..
L’umano si incontra là dove l’umanita…
La visione della vita è fortemente dolorosa, riconosce che il dolore è presente in tutte le
creature

pag. 187
fa parte delle mediterranee, sezione ultima, costituisce un programmatico perché ribadisce
quello che aveva già scritto in un articolo del 1911 “quel che resta da fare ai poeti” in cui
aveva dichiarato che i poeti devono fare la poesia onesta : poesia vera, che parli delle
autentiche emozioni dell’io → spiega perchè Saba include tutto quello che scrive, perchè
l’idea è quella di ricostruirsi attraverso la poesia, intento è quello di fare in mè di molte e
sparse cos una sola e bella = dai frammenti richiamare l’unità.
Non c’è la fa a ricostruire quest’unità
Però la poesia è per lui ricostruzione, recupero di armonia attraverso il canto che però non
riesce a ricucire le ferite

1 strofa: mette in evidenza le scelte stilistiche: verso la tradizione, linguaggio semplice e


forme metriche tradizionali
2 strofa: evidenziate le scelte di contenuto → poesia fondata sulla verità intesa come ricerca
del senso, di un proprio posto. Cercare sé stessi è esercizio umile e faticoso ma anche
estremamente coraggioso, perché andare al fondo di sé significa far emergere i drammi, le
lacerazioni.
3 strofa: si rivolge al lettore, afferma che ama il lettore che lo ascolta perché ascolta la parte
più autentica del poeta. metafora del gioco per l’idea della possibilità nel gioco delle carte.

pag.172
racchiude il senso della sua poesia.
Le pene attraverso cui il poeta cerca di ricomporre l’unità è rappresentato dalla poesia =
rose, attraverso essa il poeta ripercorre la sua vita e arriva all’origine di tutto il suo dramma.
La poesia ha la funzione di risarcire dal dolore delle pene del poeta e cerca di distoglierlo
dalla consapevolezza che nonostante gli sforzi l'io è sempre scisso.
→ esplicitata la funzione della poesia: scissione padre-madre
madre = pesantezza
padre = leggerezza

Pag.188
Presentazione che Saba fa di sé della sua vita, si vede l’attaccamento che saba ha nei
confronti della vita, aspirazione della leggerezza e libertà che gli derivano dalla letteratura di
cosi’ parlò zarathustra di Nietzsche dove Nietzsche aveva indicato la via per una vita leggera
e dedicata all gioia “il mio alfa e il mio omega è che tutte le cose gravi diventano lievi, tutti i
corpi danzanti, tutti gli spiriti uccello”

pag.160
Trieste per lui è conoscenza di Freud.
Tema inclusione, esclusione → poeta lacerato da due sentimenti contrapposti.
1 strofa: il poeta si presenta come un passante, ci da lo sguardo della città e si autopresenta
come amante delle passeggiate cittadine, sottolinea il gusto di perdersi nei vicoli da cui poi
nascono varie poesie di Trieste.
2 strofa: il poeta descrive la parte antica della città, la città da un'umanità definita detrito. Il
suo sguardo è pietoso, pieno di comprensione e amore, dichiara il bisogno del poeta di
sentirsi parte di quest'umanità sente una profonda affinità con se stesso. Proprio dove c’è
dolore sente che la vita è più pura.
verso 20 → il poeta dichiara il suo senso di appartenenza a un’umanità esclusa ma in realtà
è autoesclusione in quanto passeggia da solo e guarda quindi non entra in contatto con le
persone.

poesia foto
LA CAPRA
1 strofa: presentato un gioco tra il poeta e la capra, incipit quasi realistica una situazione
fiabesca → la capra era sola e legata = idea di sofferenza e solitudine
sazia d’erba = non sempre avere bisogni primari ma comunque si lamenta (bela) per la
mancanza di qualcosa di profondo
2 strofa: il poeta sente affinità tra sé e la capra
anche il poeta risponde, prima epr scherzo e poi perchè capisce che il dolore è eterno →
dolore esistenziale a livello cosmico ( ancora più amaro di leopardi)
viso semita → la capra con la barbetta ricorda gli ebrei, e forse la madre per una vita di
sofferenza.
Il belato della capra è un'epifania = mette il poeta di fronte al dolore esistenziale

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