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vengono poste sotto la lente del microscopio da critici e lettori. Ma nel caso
vogliamo definirlo, vi sia stato, nel momento in cui Leopardi ebbe modo di
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letterario, scientifico, filosofico e aggiungerei zoo-antropologico1 del testo
Una misura tanto restrittiva era legata alla crescente importanza filosofica
In una lettera del 1813 il Conte Monaldo Leopardi si rivolge alle autorità
ecclesiastiche per ottenere il permesso di leggere i libri proibiti per i suoi figli
testo tradotto da Marchetti, testo che sarà poi presente nella Biblioteca di
Leopardi, anche se con ogni probabilità (le opinioni degli studiosi sono
divergenti in tal senso) Leopardi aveva avuto modo già prima, invece, di
1Prospettiva zoo-antropologica di cui sono stata edotta durante lo studio del corso di
Letteratura Latina del presente Master dal titolo: La lente lucreziana. Zooantropologia e filosofia
nella letteratura latina, a cura del prof. Guasparri)
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dedicato. Lucrezio viene anche citato, sempre da Leopardi, nel Saggio sopra
versi che sembrano non corrispondere, su quale sia l’edizione su cui si sia
Lucrezio e la sua filosofia sia cambiato dopo aver appreso il greco e aver
sequaces del secondo libro del De rerum natura (v 48). Una analogia, anche se
dibattuta tra gli studiosi, è quella tra i versi 66 e 67 del primo libro del De
Rerum natura e quegli occhi mortali che ardiscono sollevarsi contro il fato
lontani, gli studiosi che hanno rilevato tale analogia ritengono non possa
ritenersi casuale.
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suscitare, in chi legga oggi le loro opere, risonanze e rimandi all’indagine
dell’altro.
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1.2 Un incontro combinato
Risulta infatti impossibile non rilevare una certa affinità, come già detto, di
originale anche rispetto alle indicazioni dello stesso Epicuro rispetto agli
formale ispirata alla poesia greca, l’élite aristocratica romana affinché questa
epicurea.
Lucrezio pone verso la fine del libro primo la sua scelta deliberata della
medico, che cosparge di miele il bordo del recipiente al cui interno vi è una
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di un componimento poetico. Anche Tasso si ricorderà dell’immagine della
Non è forse ciò che accade anche con la poesia di Leopardi le cui immagini si
stagliano nella nostra mente e si imprimono nel nostro cuore, e il cui portato
sedimenta in noi senza che a volte abbiamo piena consapevolezza degli abissi
relativamente recenti rispetto alla morte del poeta di Recanati. Uno dei primi
studi era di Baracconi, del 1883; voce autorevole, senza dubbio alcuno, quella
di Carducci che in più scritti accosterà i due poeti, così come faranno
tesi di laurea e dottorato fino ai giorni nostri che vadano ad investigare uno o
non solo, rispetto alla portata e alla profondità dei due poeti e anche alle
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Un esempio in tal senso è il tema del “pessimismo leopardiano” che a volte,
dell’esistenza del poeta Tito Lucrezio, facendo menzione della sua follia a
filosofi. In tempi più recenti, è possibile leggere un saggio dal titolo Lucrezio
della natura, come la luce che pervade l’esordio del primo libro, conosciuto
V libro: Viva videns vivo sepeliri viscera busto. Il poeta sta parlando
imputabili alle belve feroci e non alle guerre o agli eccessi degli uomini.
Dunque sta parlando di morte, di un uomo il cui corpo viene dilaniato dalle
zanne di una bestia e che si vede “seppellire vivo” in un altro essere ancora
V che sembrano quasi voler enfatizzare una morte che diventa comunque Vita
per un altro essere vivente. Vedremo, nel secondo capitolo del presente
elaborato, il brano del II libro che riporta la similitudine del neonato con il
marinaio, sicuramente una delle immagini più potenti del De rerum natura
Lucrezio.
4Giancotti Francesco, L’ottimismo relativo nel «De rerum natura» di Lucrezio,, Torino, Loescher,
1965.
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della filosofia lucreziana. L’affermazione nasce dal fatto che, secondo
l’infelicità.
Il fine di Lucrezio, anche nei brani che hanno portato a definirlo pessimista ed
notizia 5 del 1994 su una scoperta della filologa Andreoni Fontecedro rende
notizia si precisa infatti che l’esito delle ricerche della menzionata studiosa
5http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/05/31/Altro/LEOPARDI-LUCREZIO-
NON-FU-LISPIRATORE-DELLA-NATURA-MATRIGNA_122400.php
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rintracci le fonti dell’idea di “natura matrigna”, idea che è divenuta nota
proprio grazie a Giacomo Leopardi, non nei testi e nella filosofia di Lucrezio
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CAPITOLO 2 - COMPAGNI DI VIAGGIO
.
2.1 Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, /silenziosa luna
La luna, appena s’affaccia nei versi dei poeti, ha avuto sempre il potere di
comunicare una sensazione di levità, di sospensione, di silenzioso e calmo
incantesimo. In un primo momento volevo dedicare questa conferenza tutta alla
luna: seguire le apparizioni della luna nelle letterature d’ogni tempo e paese. Poi ho
deciso che la luna andava lasciata tutta a Leopardi. Perché il miracolo di Leopardi è
stato di togliere al linguaggio ogni peso fino a farlo assomigliare alla luce lunare. Le
numerose apparizioni della luna nelle sue poesie occupano pochi versi ma bastano a
illuminare tutto il componimento di quella luce o a proiettarvi l’ombra della sua
assenza.
inefficace e riduttiva.
più su del brano già citato, Calvino sottolineava anche il fatto che Leopardi
della luna, accostamento che non avevo desunto da testi critici ma che era
Ma per guardare alla luna di Leopardi oltre l’aspetto lirico, era necessario
schiera di quegli autori che sposano quella che lui stesso riteneva una
sguardo sul mondo, percorrendo gli assi della filosofia e della scienza, perché
“se la letteratura non basta ad assicurarmi che sto inseguendo dei sogni,
cerco nella scienza alimento per le mie visioni in cui ogni pesantezza viene
dissolta…”.9 Calvino riteneva infatti che con autori come Dante e Galileo,
Leopardi, tanto che Calvino parla di “un filo che collega la luna, Leopardi,
[…] Resta ancora un filo, quello che avevo cominciato a svolgere all’inizio: la
reazione al peso di vivere. Forse anche Lucrezio, anche Ovidio erano mossi da
10Italo Calvino, Filosofia e letteratura, in Una pietra sopra, in I.C., Saggi I, Meridiani,
Mondadori, 1995, p.186.
11 Italo Calvino, Lezioni americane, cit, pp.12-13
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epicurea…”12
C’è un filo che continua, lungo il percorso tra scienza, filosofia e poesia sul
cui sentiero ci ha guidato finora Calvino, e questo filo ci porta alla luce della
luna che Lucrezio definisce “spuria”, perché riflessa (De rerum natura V, v.
575 notho lumine, espressione utilizzata anche da Catullo nel carme 34, dove
Il termine di paragone, a cui si oppone la luce riflessa della luna, è quella del
sole, che invece splende in maniera diretta. Il 'lume spurio' della luna: su
metafore e immagini della luce nel De Rerum Natura di Lucrezio era proprio
L’intento dei relatori per l’edizione del 2016 era dunque quello di focalizzarsi,
particolare sulla distinzione tra la luce originale del sole e la luce invece
come luce diretta sulla verità, in una forma pura, autentica, ma difficile da
umana.13
14Tutte le citazioni e le traduzioni del De rerum natura sono tratte da Lucrezio, De Rerum
Natura, a cura di Armando Fellin, Utet, 2013
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2.2. Naufragio con spettatore
dalla riva l’affanno grande di altri, non perché l’angoscia d’un uomo dia gioia
L’esordio del secondo libro del De rerum natura di Lucrezio è senza ombra di
rappresentato, sia nel sentire degli uomini che nelle narrazioni letterarie, un
Il mare è il luogo del viaggio verso una meta ma è anche l’ostacolo che può
sin da epoche remote, tanto che con la civiltà minoica, per la prima volta, si
del viaggio della vita, dell’uomo alle prese con eventi che lo sommergono in
Il vero protagonista del proemio citato è però l’esito più drammatico del
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cui tantum in vita restate transire malorum. (De rerum natura V, vv. 222, 227)
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nudo in terra privo di parola, bisognoso d’ogni aiuto vitale, non appena sulle
spiagge della luce con dolorosi sforzi natura l’ha gettato fuor dal ventre della
madre e d’un lugubre vagito riempie lo spazio, com’è giusto che faccia chi
Il nascere alla vita è dunque il primo dei nostri naufragi, un evento che ci
primo istante di vita Questa immagine potente, come abbiamo accennato nel
possa essere osservata con mente pacata e l’uomo possa sfruttare a pieno le
16Tutte le citazioni e le traduzioni del De rerum natura sono tratte da Lucrezio, De Rerum
Natura, a cura di Armando Fellin, Utet, 2013
17Hans Blumenberg Naufragio con spettatore, Paradigma di una metafora dell’esistenza, Il
Mulino, 1985
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Blumenberg. Con i piedi ben saldi sulla terraferma, sulla spiaggia, lo
prende parte all’azione, gode solamente di ciò che dispiega davanti ai suoi
pericolo e agli eventi disastrosi che altri stanno vivendo davanti ai suoi occhi.
mondo a cui arriva il saggio epicureo nasce dalla forza d’animo, che egli
Blumenberg nel suo studio arriva a dire che, a partire da Pascal c’è un
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di un infinito che egli esperisce come infinito della natura. il che porta
leggi di natura che gli sono state rivelate dalla filosofia, ma grazie alla
Edoardo Albinati.
In un articolo apparso prima sul Corriere della sera e poi riportato nella
rivista Psiche 19, Albinati si spinge nella riflessione del naufragio con
spettatore di cui abbiamo già parlato, portandola sulle rive e nei porti
poche miglia dalla riva ma non trovano, nella terraferma che vedono così
due autori.
Mi sono bagnata i piedi, come sulla battigia, con i loro versi, ho gettato uno
sguardo ai miei compagni di viaggio, a tutti coloro che prima di me, anche da
Ma proprio per l’inesauribile fonte che la poesia dei due rappresenta, ritengo
illuminino il cammino.
domande e le invocazioni del pastore errate di Leopardi sul senso, sullo scopo
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E quando miro in ciel arder le stelle
20 https://www.giacomoleopardi.it/giacomo-leopardi/opere/xxiii-canto-notturno-di-un-pastore-
errante-dellasia/
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BIBLIOGRAFIA
Blumenberg, H., & Rigotti, F. (1985). Naufragio con spettatore. Bologna , Italia : Il
Mulino.
Calvino, I., & Barenghi, M. (1995). Filosofia e letteratura. In Saggi (p. 186).
Milano, Italia: Mondadori.
Calvino, I., Manganelli, G., & Baranelli, L. (2016). Lezioni americane. Milano,
ITALIA: Mondadori.
Perelli, L. (1971). Lucrezio poeta dell’angoscia . Firenze , Italia : La Nuova Italia
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SITOGRAFIA
http://dspace.unive.it/bitstream/handle/10579/6946/
Georgia%20Schiavon_Felicità%20antica%20e%20infelicità%20moderna.
%20L%27epicureismo%20e%20Leopardi.pdf?sequence=1
http://www2.classics.unibo.it/Didattica/LatBC/IntroLucr.pdf
http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1994/05/31/Altro/LEOPARDI-
LUCREZIO-NON-FU-LISPIRATORE-DELLA-NATURA-MATRIGNA_122400.php
https://qui.uniud.it/notizieEventi/ateneo/lucrezio-e-la-luce-riflessioni-tra-filosofia-
e-poesia
https://www.giacomoleopardi.it/giacomo-leopardi/opere/xxiii-canto-notturno-di-
un-pastore-errante-dellasia/
https://illuminationschool.wordpress.com/2019/06/30/4374/
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RINGRAZIAMENTI
Un lavoro di tesi non è mai l’opera di una singola persona, ma anche del
l’insegnamento, che trasudava dalle dispense delle sue lezioni, ringrazio tutti i
docenti che ho incontrato nel mio percorso scolastico e accademico che hanno
competenza.
Spero di poter mettere a frutto quanto ho ricevuto in quella che spero sarà, un