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Altri libertini

Primo libro di Pier Vittorio Tondelli (Correggio1955-1991) pubblicato nel 1980 Altri libertini
è una raccolta di sei racconti, il penultimo dà il titolo alla raccolta. Al centro del libro il
racconto più lungo Viaggio.  Altri libertini nasce da un lungo romanzo scritto intorno ai
vent’anni e “trasformato” in racconti su suggerimento del redattore della casa editrice
Feltrinelli.
Altri libertini è una raccolta di sei racconti, strettamente connessi l’uno con l’altro (l’autore
stesso preferirà definire l’opera come un «romanzo a episodi»), che hanno come tessuto
connettivo l’esperienza dei giovani durante gli anni Settanta, i loro sogni, dolori, slanci
emotivi, ingenuità e, talvolta, irreparabili errori. L'area geografica descritta da Tondelli è
quella dell'Emilia, ed in particolare della inquieta Bologna studentesca, quasi contrapposta
alla «sonnacchiosa» Correggio; non mancano, però, escursioni nelle tappe obbligate del
turismo giovanile, da Amsterdam a Bruxelles fino a Londra, in una sorta di On the road
europeo.

Come argutamente definito da Antonio Spadaro, Altri libertini è un libro basato sulla «figura
del viaggio», viaggio inteso soprattutto come introspezione, come bisogno disperato che i
giovani protagonisti "trasognati" hanno di conoscersi, individuarsi. Questa ricerca passa
attraverso il viaggio fisico, la conoscenza dell'altro, l'esperienza del sesso e, paradossalmente,
lo smemorarsi, la temporanea perdita di sé negli abissi della droga e dell'alcol (vengono alla
mente i versi di Sandro Penna «io vivere vorrei addormentato nel dolce rumore della vita»).
Quasi inseribili in un uno schema strutturale fiabesco le trame dei sei racconti sembrano
scaturire da un' analoga esigenza, un unico motore narrativo: l'attesa, la ricerca.

La vivacità, l'inquietudine del libro tondelliano è però restituita anche attraverso uno
sperimentalismo linguistico e sintattico che mira ad una mimesi, una fedele imitazione del
parlato. Lo scrittore vuole infatti «spezzare le catene sintattiche» che imbrigliano,
mummificano l'urgenza del narrare, la fretta del vivere giovanile. Ecco dunque spiegata la
frequenza sulla pagina di una scrittura spesso "sgrammaticata", ipertroficamente gonfiata di
paratassi, enumerazioni, neologismi, onomatopee.
La realtà di Altri libertini è quella dei giovani degli anni settanta alle prese con droga, sesso e
politica, che vivono vite instabili e sballate, sull’orlo di traumi drammatici senza via di
ritorno, ma alla fine capaci di riscattarsi col sogno di un’altra vita o almeno con il
riconoscimento della delusione subita.

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