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Ermetismo

Movimento letterario che si colloca nel periodo del ventennio fascista e ha caratteristiche ben spiegabili
con la situazione culturale del tempo.
Un tempo si usava il termine Ermetismo in un senso estensivo → Ungaretti, Montale e Quasimodo (in realtà,
Ungaretti e Montale non appartengono a movimenti).
Negli ultimi anni la critica attribuisce questo termine a un senso stretto, agli anni ’30 del Novecento, in
particolare ad alcuni poeti che gravitavano intorno a Firenze:
o Salvatore Quasimodo,
o Mario Luzi,
o Alfonso Gatto,
o Vittorio Sereni,
o Carlo Bo  non poeta ma critico, teorico dell’Ermetismo con il libro
Letteratura come vita (Carlo Bo, 1938) → rovesciamento del concetto tipicamente decadente
dell’estetizzazione della vita, vita come opera d’arte. - Wilde: Non è più l’arte che imita la vita (come era nel
relismo), ma oggi è la vita che imita l'arte. La letteratura è ora una vocazione esistenziale. Lucrezio
inventa la poetica dell’utile dulci (utile unito al dolce), teorizzata da Orazio e ripresa da Tasso nella
Gerusalemme liberata (metafora della medicina amara e il miele).
Carlo Bo (e gli ermetici): “Per me la letteratura non è un mestiere delle pause della vita e neanche un
divertimento: per me vita e letteratura sono un tutt’uno” (strumenti di ricerca e quindi di verità) → dimensione
esistenziale del fare letterario.
La letteratura sta al pari della vita; la letteratura è un luogo di ricerca della verità → luoghi metaforici in cui
aspettiamo una risposta ai nostri interrogativi più pressanti, intimi e profondi. La letteratura è una vocazione. Non
esiste un mestiere dello spirito e quindi della letteratura.
Poesia e letteratura come momento di conoscenza e di verità → gli ermetici annettono alla letteratura una valenza
conoscitiva ed esistenziale.
I contenuti della poesia ermetica sono soprattutto soggettivi, che riguardano l’io. La personalità privata
(non riguardano la storia, la collettività, il piano oggettivo)  valore esistenziale della letteratura.
Riviste importanti in cui vengono pubblicati i testi dei poeti ermetici: Il frontespizio e Il campo di Marte.
Sul piano tecnico ed espressivo, la poesia ermetica si inserisce all’interno del Simbolismo (Baudelaire,
Verlaine, Rimbaud, Mallarmé): l’Ermetismo è una riformulazione aggiornata ed estremizzata (ancora più
netta) dei canoni della poetica simbolista.
Baudelaire = padre della poesia contemporanea, dopo di lui la poesia non sarà più la stessa,
tanto che si parla di “rivoluzione baudelairiana”: finisce la tradizione della poesia-discorso  la
poesia non si riesce più a parafrasare, non vuole più trasmettere delle idee, delle verità e dei
concetti, ma essa vuole suggerire, suggestionare, evocare, più attraverso il significante che non
il significato (es. importanza delle onomatopee e fonosimbolismo in Pascoli, poeta post-simbolista)  il poeta vuole
evocare un’immagine piuttosto che spiegare nel dettaglio;. Le figure retoriche tipiche del Simbolismo sono
l’analogia (accostamento senza sensi logici) e la sinestesia (incrocio tra due ambiti sensoriali diversi).
I tre decadenti italiani sono D’Annunzio, Pascoli e Fogazzaro.
Nel lessico, precisissimo e indeterminato insieme, ricco di onomatopee (le sensazioni non possono
essere espresse razionalmente), nella sintassi, spezzata ed ellittica (es. Un bubbolio lontano), nell'impiego
diffuso di analogie (es. tra il nero un casolare: / un’ala di gabbiano), assonanze, sinestesie, nel ricorso al
fonosimbolismo. Si è detto a ragione che con Myricae è iniziata una «rivoluzione stilistica»
destinata a influenzare fortemente la produzione lirica italiana del Novecento.
Agli ermetici vengono avanzate due accuse:
- estetica = accusa di oscurità (tipica della poesia contemporanea, essenza letteraria) da parte di
Benedetto Croce (dittatura crociana), non si capisce nulla. Questa difficoltà della poesia
ermetica non è gratuita (non è fine a se stessa), ma è frutto di un’esplorazione non facile dell’io,
che scende nell'inconscio (psicanalisi freudiana, grande scoperta del primo Novecento)  oscurità della
parola come conseguenza dell’oscurità del groviglio interiore che si compie;
- storico-sociale = rifiuto della storia in nome dell’interiorità della coscienza individuale.
Letteratura come evasione rispetto alla realtà (vengono affrontati temi individuali ma, per es.,
non viene trattato il fascismo). A difesa dei poeti ermetici, già il silenzio rispetto all’ideologia
dominante era una forma di dissenso, di resistenza passiva: il regime cercava di portare i
letterati dalla sua parte (es. Pirandello).
Culto dell’essenzialità della parola → ancora di resistenza rispetto al fascismo, all’ideologia dominante.

Ed è subito sera - Salatore Quasimodo (pag 327), raccolta Acque e terre (prima raccolta).
Parodia: Mensa popolare – Gino Patroni, volume Ed è subito pera, 1959 (pag 328).
Oboe sommerso – Salvatore Quasimodo (pag 329), poesia eponima (dà il titolo alla raccolta), 1932 (pag
329).

Con la guerra (trauma storico), cambia completamente la poetica di Quasimodo, sembra quasi di essere
di fronte a un altro autore. La guerra fa dunque da spartiacque e cambia anche il modo di scrivere,
cambia la poetica (i versi diventano più lunghi e discorsivi).
Uomo del mio tempo – Salvatore Quasimodo (pag 332), raccolta Giorno dopo giorno (prima raccolta
postbellica).

Non chiederci la parola - Eugenio Montale (pag 271), raccolta Ossi di seppia.

Spesso il male di vivere ho incontrato - Eugenio Montale (pag 278), raccolta Ossi di seppia.

Carlo Bo è stato rettore dell’università di Urbino per molti anni e chiamato alla difesa, insieme a
Ungaretti, durante il processo a Pasolini a seguito dell’uscita del suo primo romanzo romano Ragazzi di
vita.

Ungaretti definisce Quasimodo un “pappagallo e pagliaccio”, mettendo in dubbio il suo impegno politico
e il suo antifascismo con l’accusa di opportunismo. A sua volta, Quasimodo scrive a proposito di
Montale

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