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Julio Ramn Ribeyro

Scritti apolidi
Traduzione dallo spagnolo (Per)
realizzata dagli allievi della scuola di specializzazione
in traduzione editoriale Tuttoeuropa, Torino
Corso 2013-2014 / Lingua spagnola
A cura di Gina Maneri

laNuovafrontiera

A lungo, senza riposo, hai vegliato


sul peso di anni inutili.
Che sia infine tutto dissolto!
Ti resta la gioia disperata daver perso tutto.*
R. Tagore

*Rabindranath Tagore, Petali sulle ceneri, traduzione di Brunilde Neroni, Ugo Guanda
Editore.

Nota dellAutore

Il titolo di questo libro merita una spiegazione. Non si tratta,


come qualcuno ha pensato, degli scritti di un apolide o di
qualcuno che, pur non essendolo, si sente tale. Si tratta in primo
luogo di testi che non hanno trovato posto nei miei libri gi pubblicati e che vagavano tra le mie carte, senza una destinazione n
una funzione precisi. In secondo luogo, si tratta di testi che non
rientrano a pieno titolo in nessun genere, dato che non sono poemi in prosa n pagine di diario n appunti destinati a un successivo utilizzo, per lo meno io non li ho scritti con questa intenzione. Ecco i due motivi per cui li considero apolidi, perch non
hanno un proprio territorio letterario. Li ho riuniti in questo volume per salvarli dallisolamento, dotarli di uno spazio comune
e permettere loro di esistere grazie alla contiguit e al numero.
Non nascondo che quando ho preso questa decisione avevo in mente Lo spleen di Parigi di Baudelaire. Non per un
pretenzioso spirito di emulazione, ma per la natura relativamente eterogenea dellinsieme e perch si tratta di un libro,
come dice il poeta nella dedica, che la fois tte et queue,
alternativement et rciproquement* e che di conseguenza si
pu leggere dallinizio, da met o dalla fine. Inoltre, la maggior parte dei testi sono stati scritti a Parigi e, come nellopera
dellautore dei Fiori del male, questa citt figura nominalmente o come scenario in molti dei frammenti.
Parigi, 1982
* al tempo stesso corpo e coda, alternativamente e reciprocamente. Charles Baudelaire,
Opere, traduzione di Giuseppe Montesano, Mondadori.

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I*

* Questa prima parte comprende i frammenti inseriti nelle edizioni del 1975. La seconda, i
frammenti aggiunti successivamente.

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Quanti libri, Dio mio, e quanto poco tempo e a volte quanta
poca voglia di leggerli! La mia biblioteca, dove una volta ogni
libro che entrava era prima letto e digerito, si va contaminando di libri parassiti, che spesso vi arrivano non si sa neanche
come e che per un fenomeno di attrazione e agglutinazione
contribuiscono ad aumentare la montagna delle cose illeggibili; e fra questi libri, sperduti, quelli che ho scritto io. Non dico
tra centanni, ma tra dieci, tra venti, che cosa rimarr di tutto
questo? Forse solo gli autori che vengono da un tempo molto
lontano, quella dozzina di classici che attraversano i secoli,
spesso senza essere molto letti, per ariosi e robusti, per una
specie di impulso elementare o di diritto acquisito. I libri di
Camus, di Gide, che appena due decenni fa si leggevano con
tanta passione, che interesse hanno ora, sebbene siano stati
scritti con tanto amore e tanta sofferenza? Perch fra centanni si continuer a leggere Quevedo e non Jean-Paul Sartre?
Perch Franois Villon e non Carlos Fuentes? Che cosa bisogna mettere in unopera per farla durare? Si direbbe che la
gloria letteraria sia una lotteria e la sopravvivenza artistica un
enigma. E nonostante questo si continua a scrivere, pubblicare, leggere, commentare. Entrare in una libreria spaventoso e paralizzante per qualsiasi scrittore, come lanticamera
delloblio: nei suoi loculi lignei, i libri si apprestano a dormire
il loro sonno definitivo, spesso prima ancora di aver vissuto.
Quale fu limperatore cinese che distrusse lalfabeto e tutte
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le tracce della scrittura? Non era stato Erostrato a incendiare


la biblioteca di Alessandria? Forse a restituirci il gusto per la
lettura potrebbe essere la distruzione di tutto quanto stato
scritto e il fatto di ripartire innocenti, allegramente da zero.

2
Viviamo in un mondo ambiguo, le parole non vogliono dire
niente, le idee sono assegni scoperti, i valori mancano di valore,
le persone sono impenetrabili, i fatti un groviglio di contraddizioni, la verit una chimera e la realt un fenomeno cos vago
che difficile distinguerla dal sogno, dalla fantasia o dallallucinazione. Il dubbio, che segno di intelligenza, anche la tara
pi nefasta del mio carattere. Mi ha permesso di vedere e di
non vedere, di agire e di non agire, mi ha impedito di formarmi
solide convinzioni, ha ucciso perfino la passione e alla fine mi
ha dato del mondo limmagine di un vortice nel quale affogano
i fantasmi dei giorni, senza lasciare nientaltro che briciole di
avvenimenti insensati e un vano e immotivato gesticolare.

3
Il senso dellet relativo: si sempre giovani o vecchi rispetto a qualcuno. In un poema in prosa Csar Vallejo dice
che, per quanto passino gli anni, non raggiunger mai let di
sua madre, cosa peraltro vera. comprensibile che gli uomini
di quaranta o cinquantanni continuino a sentirsi giovani, sapendo che ci sono ancora uomini di settanta o di ottanta. Solo
quando si arriva a quellet cominciano a scarseggiare i punti
di riferimento verso lalto. Gli ottuagenari si sentono in pochi,
cio soli, vecchi.
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Teoria dellerrore iniziale: nella vita di ognuno c un errore preliminare, apparentemente di poco conto, come una
negligenza, un ragionamento sbagliato, lacquisizione di un
tic o di un vizio, che a sua volta genera altri errori. Questi
ultimi hanno la caratteristica di accumularsi. A tale proposito:
immagine del treno che, per un errore del deviatore, prende
il binario sbagliato. Sarebbe pi giusto dire per una disattenzione del conducente della locomotiva. Ma ancora pi giusto sarebbe imputare lerrore al passeggero, che si sbaglia di
vagone. Sta di fatto che al passeggero finiscono le provviste,
nessuno lo aspetta sulla banchina, espulso dal treno, non
arriva a destinazione.

5
Conoscere il corpo di una donna un compito lungo ed
encomiabile quanto imparare una lingua morta. Ogni notte si
aggiunge una nuova regione al nostro piacere e un nuovo segno al nostro gi cospicuo vocabolario. Ma rimarranno sempre misteri da svelare. Il corpo di una donna, qualsiasi corpo
umano, per definizione infinito. Si comincia con laccesso
alla mano, quellappendice pratica, strumentale del corpo,
sempre scoperta, sempre pronta a darsi non importa a chi,
che traffica con ogni sorta di oggetti e ha acquisito, a forza di
socievolezza, un carattere quasi impersonale e anodino come
quello dellamministratore o del portinaio del palazzo umano.
Ma ci che si conosce per primo: ogni dito va assumendo
unindividualit propria, acquisisce un nome e un cognome,
e poi ogni unghia, ogni vena, ogni piega, ogni impercettibile
neo. Inoltre, non soltanto la mano a conoscere la mano: an21

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che le labbra la conoscono e allora si aggiunge un sapore, un


odore, una consistenza, una temperatura, un grado di morbidezza o di ruvidit, una commestibilit. Ci sono mani che
si divorano come lala di un uccello; altre si bloccano in gola
come un eterno patibolo. E che dire del braccio, della spalla,
del seno, della coscia, di? Apollinaire parla delle Sette porte del corpo di una donna. Valutazione arbitraria. Il corpo di
una donna non ha porte, come il mare.

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La follia in molti casi non consiste nella mancanza di ragione, ma nel voler portare la ragione fino alle estreme conseguenze: luomo, come ho letto in un racconto, che cerca
di classificare lumanit secondo i pi svariati criteri (neri e
bianchi, neri alti e bianchi bassi, neri alti magri e bianchi bassi grassi, neri alti magri celibi e bianchi bassi grassi sposati
eccetera) e si trova cos nella necessit di formulare una serie
infinita; un uomo che era venuto allAgenzia a proporre qualcosa di apparentemente molto sensato: riunire i grandi capi di
Stato, il Papa, il Segretario Generale dellONU eccetera intorno a una Paella universale dove risolvere in modo amichevole
i problemi del mondo; quellaltro che era venuto a informarci
di aver citato in giudizio lUnione Sovietica perch restituisse
alla Spagna loro sottratto durante la Repubblica. Dal punto
di vista storico e giuridico i suoi argomenti erano inattaccabili, ma allatto pratico si trattava di un gesto da demente.
La differenza tra questo tipo di follia e il senno non tanto il
carattere irrazionale dellidea incriminata, quanto il fatto che
quellidea contenga in s la propria impossibilit. I pazzi di
questo genere lo sono perch hanno completamente isolato
il loro problema dal contesto e non tengono conto di tutti gli
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elementi di una situazione o, come si dice, di tutti gli aspetti


imponderabili della questione. Per questo tale forma di follia
somiglia tanto alla genialit. I geni sono questi pazzi con una
qualit in pi: quella di trovare la soluzione di un problema
scavalcando le difficolt intermedie.

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Luoghi ordinari come la Questura o il Ministero del Lavoro sono ora i templi delfici dove si decide del nostro destino.
Portinai, fattorini, vecchie impiegate con la permanente e i
mezzi guanti sono le piccole divinit a cui siamo irrimediabilmente sottomessi. Di funzionari e fallaci ci smarriscono per
sempre un documento, e con esso la nostra fortuna, oppure ci
vietano laccesso allunico ufficio in cui potevamo redimerci
da qualche mancanza. I disegni di tali burocratiche pseudodivinit sono imperscrutabili quanto quelli degli antichi di e,
come loro, esse distribuiscono gioie e dolori senza possibilit
di appello. Limpiegata delle Poste che rifiuta di consegnarmi una raccomandata perch il mittente ha scritto male una
lettera del mio cognome terribile come Minerva nellatto di
disarmare un soldato troiano per lasciarlo indifeso di fronte a
un greco. Uccisi dalla Ragione, gli antichi di sono rinati, moltiplicandosi, nelle misere divinit degli uffici pubblici. Stanno
ai loro sportelli provvisti di inferriate come su altari da quattro soldi, in attesa della nostra adorazione.

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Calvo, obeso, maestoso, con la sua aria di grande devozione, luomo delle pulizie dellAgenzia mi d sempre limpres23

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