Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
storiche
Il termine avanguardie appartiene all'ambito militare e indica una pattuglia che viene mandata avanti
per vedere cosa sta succedendo. (che va in avanscoperta)
Viene assimilato nell’ 800 e utilizzato per indicare i movimenti nuovi che rompono con il
passato. Le avanguardie storiche includono il futurismo, dadaismo, surrealismo,
crepuscolarismo.
➔ FUTURISMO
Il futurismo nasce con il manifesto di Filippo Tommaso Marinetti che viene pubblicato sul
quotidiano le Figarò nel 20 febbraio 1909. (lo pubblica in Francia perché li era cresciuto e li
aveva incontrato altri autori che avevano rinnovato come Picasso)
Il programma si basa sull'azzeramento del passato perciò possiamo dire che vuole creare un
movimento nuovo perché in questo periodo abbiamo l'innovazione tecnologica che prende
piede. Per Marinetti tutta la tradizione passata legata al classicismo e al conservatorismo non
coincide con la realtà vissuta quindi deve essere cancellata.
Vuole che TUTTO SI BASI SULLA DINAMICITÀ, VELOCITÀ, INNOVAZIONE.
Giacomo Balla che con la "città che sale" mette in evidenza proprio il cambiamento
fortemente dinamico di cui ci parla Marinetti.
Marinetti vuole che il dinamismo prenda piede anche nella letteratura, tanto che
stravolge la grammatica italiana.
↓
Nel manifesto, infatti, dice che:
- Bisogna eliminare la vecchia sintassi e sia i sostantivi che i verbi al modo finito -
Bisogna usare solo i VERBI AI MODI INDEFINITI perché non si deve dare importanza
al tempo ma alla parola (questo perché, condizionato dalla teoria della
relatività di Einstein, crede che il tempo ha una validità personale.).
- Utilizzare lo stile NOMINALE per dare velocità al verso.
- Abolire i connettivi (“vecchia fibbia inutile”), la punteggiatura (“perché scandisce la
durata”) , lo studio dei personaggi dal punto di vista psicologico.
- Si sostituiscono i connettivi con i due punti perché sono più veloci.
- Bisogna utilizzare l’ANALOGIA (: quando si usa una parola e se ne prende un altra da
un altro campo semantico (es: porta-rubinetto). Questo viene chiamato doppio
(due nomi legati per analogia), i segni matematici (dolce> fritto), i segni musicali,
studiare solo la materia, ricreare i
suoni dando l’illusione che essi siano tangibili
- Considerare importante la disposizione delle parole e gli spazi bianchi perché si
tende a ricreare l’immagine visiva di ciò che si sta parlando (CALLIGRAMMA di
Apollinaire).
QUESTE REGOLE VENNERO SEGUITE IN UN PRIMO MOMENTO DA UNGARETTI
CHE SI PONEVA DI DARE SPAZIO SOLO ALLA PAROLA (e non al tempo). Entrò
anche in guerra.
Successivamente Ungaretti scrive “Sentimento del tempo” in cui mette in
evidenza il tempo e si riappropria della sintassi. (questo cambiamento è
dovuto a un viaggio a Roma).
➔ CREPUSCOLARISMO
Questo tipo di poesia si avvicina alla poesia pascoliana. I poeti CREPUSCOLARI rinunciano
alla funzione di poeta veggente (in Pascoli) e porta vate( D’Annunzio ), ma colgono la
realtà nuda e cruda talvolta anche squallida.
Carpiscono soprattutto il simbolo della loro solitudine : strade deserte, stazioni
abbandonate, casette solitarie, conventi
GUIDO GOZZANO
(Appartiene ai crepuscolari.)
In queste opere che scrive si vede la differenza con il superuomo di D’Annunzio . Nasce a
Torino nel 1883. Si iscrive alla facoltà di giurisprudenza senza portare a termine gli studi
perché preferisce frequentare la facoltà di lettere.
La sua prima raccolta è “La via del rifugio”, seguita da “Colloqui”.
Ebbe una relazione con una poetessa di nome Amalia Guglielminetti che abbraccia lo stile
della poesia di D’Annunzio.
Lui è un uomo malato infatti deve affrontare vari viaggi per trovare località in cui
curarsi la tubercolosi.
Uno di questi viaggi ê quello in India, di cui ci parla nella raccolta “Verso la Cuna del
mondo”. Muore nel 1916.
- “I colloqui”
Si divide in 3 sezioni:
▪ GIOVANILE ERRORE (che richiama Petrarca con Laura): ci parla della sua
giovinezza che però sa di vecchiaia (riporta a Leopardi e “la sera di di di festa”
e “passero solitario”). Tratta quindi della giovinezza che non ha avuto la
possibilità di viverla e che non potrà più viverla. C’è quindi il rimpianto.
▪ ALLE SOGLIE: affronta il motivo della malattia e ritorna sempre alla tematica del
rimpianto. In questa sezione collochiamo “Signorina Felicita” (una donna che
dice di aver incontrato nel Agliè nel Canavese, che però con cui non stringe
un legame perché lui si spostava sempre per trovare sollievo alla sua
malattia. Quando torna a Torino la ricorda nella sua quotidianità).
▪ IL REDUCE: reduce dall’ amore e dalla morte. Ci presenta dei personaggi che
sono sopravvissuti ma che portano ancora i segni, le memorie. In questa sezione
troviamo “Toto Menumeri” (degradazione dell’ eroe, la controfigura del
superuomo perché sceglie la solitudine)
“La signorina Felicita” (“colloqui”- alle soglie, II sezione)
Fin dall’inizio dice che la sta ricordando quando stavano insieme nel giardino sera. Quindi
come scende la sera, scende in lui il ricordo.
La rivede ancora, come rivede anche Ivrea e il colore del cielo sereno. Rivede tutto il paese che
non cita (perifrasi) ovvero Agliè.
Scrive questa poesia nel giorno del suo onomastico (felicita).
DONNA CALATA NELLE COSE QUOTIDIANE: chissà cosa stai facendo in questo momento, stai
tostando il pane oppure stai pensando all’ avvocato (a Gozzano) mentre cuci e canti (come
silvia di Leopardi).
Anche l avvocato sta pensando a te.
Pensa ai giorni d autunno passati insieme presso Villa Amarena. Ci rappresenta i luoghi solitari
infatti dice che in questo luogo abitava la Marchesa Dannata (perché il fantasma di questa
donna si aggirava nella villa).
Ci dice che sente un profumo diverso.
Ricorda il granturco che rivestiva tutto il muro esterno fino alla cornice.
Riprende il gusto del barocco del seicento
V25
La punteggiatura del “!” , “?” introduce un pensiero interiore del poeta, sono le emozioni che
vuole trasmettere.
Nell’ edificio troviamo le grate che si sono rovinate con il tempo, le stanze sono morte in cui
c ‘è solo l odore dell ombra (sinestesia perché si sente il profumo della solitudine).
Nelle stanze abbiamo le scene mitologiche che ci fanno pensare che ci sia stata una vita che ora
non ci sta più.
Rivede dentro di sé quello che ci era stato e immagina quando questi luoghi erano vivi.
“pirografia”: tecnica disegno che si utilizza una punta di metallo incandescente. (Stile
neoclassico foglie d’acanto)
C’è il rimando alla ragazza. Semplicità viene lodata perché via di fuga
dall’intellettualismo astratto. (Poliptoto)
“Toto Menumeri” (“colloqui”- il reduce, III edizione)
Gozzano in questo opera raffigura la sua condizione di sopravvissuto. È come se totò e
Gozzano siano la stessa persona.
Si allontana dalla dimensione del poeta vate di d’annunzio per rifugiarsi in una vita
passiva. Totò è dotato di una vasta cultura, ha la sensibilità ma ha rifiutato il ruolo del
poeta vate per chiudersi in esilio.
Rappresenta quindi la realtà AUTOPUNITIVA: SI ACCONTENTA e NON È PARTE ATTIVA
DELLA SOCIETÀ. (Contrario di quello che diceva che bisogna fare D’Annunzio).
È lui stesso che sceglie di fare questa vita perciò AUTOPUNITIVA. Il titolo “Menumeri” ci riporta
alla commedia di Terenzio “il punitore di se stesso”.
In altri tempi immagina che le famiglia più importanti arrivavano e scendevamo davanti alla
villa. Ora dal generale arriva al particolare “un automobile” da cui scendono dei forestieri
selvaggi.
Non è ricco.
In una società che non riconosce il valore dell’’ attività intellettuale (per questo ci sta la
figura dell’inetto) il poeta è costretto a scegliere una vita appartata e in solitudine.
Ritorna il confronto tra la società borghese e il poeta, come il Baudelaire.
Totò non è cattivo infatti aiuta con il denaro il povero, l amico con la frutta, lo scolaro con i
temi, l’emigrante che non sa scrivere.
Totò è consapevole dei suoi torti infatti è buono, proprio per questa caratteristica è colui
che Nietzsche derideva e considerava buono perché non ha le unghie per difendersi.
I suoi amici sono una ghiandaia (uccello), un gattino e una scimmia che ha nome Macachita. La
vita gli ha tolto tutto quello che aveva sognato. Totò sognava l’amore di attrici che però poi
non accadde.
Proprio questo sogno è il suo tormento perché non l ha avuto. Ciò che si ritrova adesso è
diverso da quello che aveva sognato per questo sta male.
Totò invece delle attrici oggi si trova una cuoca appena diciottenne.
Totò oggi è malato di tubercolosi come il suo autore, proprio questa malattia l ha bruciato
vivo. Ma come sule rovine nascono i fiori così il poeta che è arido dentro si se riprova la
felicità nella poesia, analisi filosofica.
fondata da Giovanni Panini e Ardengo Soffici. Tratta delle nuove poetiche del novecento
ovvero alle avanguardie storiche (futurismo ecc) e di argomenti battaglieri. "LACERBA" é un termine
che viene ripreso da un sonetto di Cecco Angiolieri. Esso era anche un animale sacro ad Artemide
oppure il frutto acerbo in riferimento ai primi movimenti del 900.
Tra i vociari troviamo Camillo Sbarbaro perché collabora con la Voce e partecipa anche agli
eventi intellettuali. Possiamo considerarlo un attivista essendo che partecipa alla prima guerra
mondiale. Successivamente si ritira in una vita appartata lontana dalla politica e dagli intellettuali.
Si stacca dalla cultura D' Annunziana infatti scrive con uno stile Prosastico diventando il testimone
dell'aridità del vivere della coscienza moderna (nel mondo c'è il male).
Si avvicina molto alla tendenza pessimistica di leopardi.
Prima collocato nell'espressionismo poi peró, essendo che si ritira, viene avvicinato a Leopardi. Le
sue opere propongono come temi:
- scissione dell' 'io (anticipa Montale)
- Apatia
- Straniamento della realtà
- Incapacità di aderire al mondo
- assenza di vita nell'uomo
Tu anima non dici niente stanca privata dalla vita (ovvero privata dalla gioia e dal dolore).
Non sento che tu ci sei o che sei viva: tu non provi nessuna sensazione nemmeno rabbia,
rimorso, neppure la noia. (Come se fosse morta).
Come il corpo quando é depresso anche l anima sta così (forte enjambement).
RASSEGNAZIONE DISPERATA: OSSIMORO SU CUI SI BASA TUTTA LA LIRICA.
Noi non ci stupiamo davanti alla morte improvvisa perché la sua vita/l anima é come se fosse
già morta.
Invece non siamo morti ma sia il corpo e l'anima continuano a camminare come
sonnamubili (IMMAGINE DEL PESSIMISMO PIÙ CUPO PERCHÉ IL SONNAMBULO
CAMMINA MA NON SA DI CAMMINARE).
Tutte le cose rimangono tali, la realtà non ci tocca qualsiasi cosa succede.
"La sirena del mondo"= lusinghe sono perdute, non ci sono più.
TUTTO IL MONDO É UN GRANDE DESERTO ( sensazione di morte, estraneità, di vuoto che
prova il poeta ), nello stesso tempo lui guarda se stesso con occhi asciutti perché non ci sono
sentimenti.
ITALO SVEVO
Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schimtz, nacque a Triste nel 1861 da una famiglia borghese:
il padre era un commerciante di vetro, mentre la madre era di origine ebraica. In questo periodo la
città di Trieste era un centro importante perché geograficamente era collocata tra il mondo
italiano, il mondo tedesco e il mondo slavo. --> PER QUESTO SCEGLIE COME NOME "ITALO
SVEVO".
Nel 1895, quando muore la madre, incontra una cugina molto più giovane di lui di nome Livia
Veneziani, si innamora di lei e la sposa, e insieme avranno anche una bambina di nome Letizia. Il
protagonista delle opere di Svevo è l’inetto, che rappresenta in realtà Svevo stesso. Come l’inetto cerca
sempre figure più forti a cui appoggiarsi, anche Svevo si appoggia a questa donna e alla famiglia di lei,
perché la famiglia Veneziani era una famiglia molto benestante, possedevano infatti delle fabbriche di
vernici, per cui Svevo appoggiandosi a loro riesce a fuoriuscire dalle ristrettezze economiche e ad
abbandonare il lavoro in banca diventando proprietario delle fabbriche dei suoceri.
Il cognato di Svevo dovette sottoporsi a questa terapia psicoanalitica con Freud, per
cui avrà modo di conoscere da vicino le tecniche psicoanalitiche. Svevo considerava
queste terapie psicoanalitiche Non risolutive, ma nonostante ciò vengono
riprese da lui in alcune sue opere come il LAPSUS, l’AUTOINGANNO, e gli atti
mancati. ↓ ↓
LUI NON ACCETTA LE TEORIE PSICOANALITICHE PERCHÉ È UN DECADENTE, E
SICCOME LA PSICOANALISI DI FREUD RIPORTAVA LE PERSONE ALLA RAGIONE,
SVEVO NON PUÒ ACCETTARE LA PSICOANALISI COME CURA, PERCHÉ NON
ACCETTA LA RAZIONALITÀ.
Siccome c’è la guerra, la fabbrica di vernici dei suoceri purtroppo venne chiusa per ordine delle autorità
austriache. Allora Svevo si trovò senza lavoro e si dedicò alla scrittura, componendo il suo terzo
romanzo dal titolo “la coscienza di Zeno”. Inizialmente questo romanzo non ebbe successo, per cui
Svevo va in crisi, prende il romanzo e lo manda all’amico Joyce che si trovava a Parigi. Nel momento in
cui Joyce legge questo romanzo ne rimane colpito. Il romanzo ebbe successo in Francia Invece in Italia
no. L’unica persona che si interessò a quest’opera fu un giovane poeta italiano che scriveva per una
rivista dal titolo “l’esame” e si chiama Eugenio Montale. Montale riconobbe la grandezza di quest’opera
e la diffuse, tanto è vero che nel 1928 Svevo venne celebrato a Parigi come un grandissimo
intellettuale; per purtroppo nello stesso anno mori per un incidente automobilistico.
▪ Da Darwin → il concetto della selezione naturale secondo la quale il più forte schiaccia il più
debole, allo stesso modo l’inetto di Svevo è destinato sempre a soccombere perché incontra
qualcuno di più forte di lui.
o “UNA VITA”
Il primo romanzo che pubblica nel 1892, quando a causa della declassazione si ritrova
costretto a lavorare in una banca dove è molto insoddisfatto.
Il protagonista del romanzo è Alfonso Nitti (alter ego di Svevo) un giovane che abbandona la
madre e il paese in cui vive per andare a Trieste a cercare fortuna.
A Trieste si ritrova a dover lavorare nella banca Maller.
Qui è insoddisfatto e vorrebbe cambiare vita.
Gli viene offerta dalla vita la possibilità di cambiare: un giorno Maller invita Alfonso a casa
sua insieme a un altro giovane brillante Macario.
Macario è l’opposto di Alfonso infatti rappresenta la società borghese.
Annetta (la figlia di Maller) però scegliere Alfonso come curatore del suo romanzo perché
hanno le stesse ambizioni letterarie.
Alfonso seduce Annetta che si innamora di lui. Nel momento in cui potrebbe intraprendere una
relazione con questa donna e diventare il proprietario della banca scappa dicendo che deve
tornare al suo paese originario perché sua madre sta male.
Quando torna al suo paese trova veramente la madre ammalata che muore poco dopo.
Dopo la morte della madre decide di voler tornare a Trieste dove trova Annetta che si è
fidanzata con Macario → Alfonso viene preso dalla gelosia e inizia a compiere atti
deplorevoli nei confronti della famiglia Maller.
Manda anche a chiamare Annetta ma si presenta suo fratello che lo sfida a duello.
ALFONSO SENTENSODI INCAPACE SI RIFUGIA NELLA MORTE.
+In questo caso la lotta non è tra la società borghese e se stesso, come in Alfonso Nitti.
Ma è tra se stesso perché lui accetta le consuetudini della società borghese ma
vorrebbe affermarsi e vivere come letterato. (AUTOINGANNO DI FREUD) +
Un giorno conosce Stefano Balli, un giovano scultore fallito e dongiovanni che ha grandi
successi sul piano amoroso.
E conosce anche Angiolina della quale si innamora fino ad idealizzarla come una donna
angelo. Angiolina però è una donna del popolo, rozza, carnale, volgare.
Questa diventa la modella di Stefano. I due iniziano a frequentarsi e pertanto Emilio diventa
geloso al punto tale che caccia di casa Stefano. La sorella Amalia però inizia a stare male
perché si era innamorata di Stefano, quindi si rifugia nell’etere→ sostanza che la indebolisce e
la fa ammalare di polmonite.
Emilio abbandona la sorella morente per un ultimo appuntamento con Angiolina nella
quale la insulta pesantemente.
In realtà è Emilio che l’aveva idealizzata.
A questo punto rimane da solo e si rinchiude nella sua senilità dalla quale non riesce a uscire
per viversi la vita..
Emilio non riscendo a essere come Stefano è come se volesse educare Angiolina e farla
entrare nelle convenzioni Borghesi ma essa si ribella.
- DOTTOR S che pubblica l’autobiografia del paziente perché esso ha smesso di curarsi presso di
lui. È inattendibile quindi perché vendicativo, interessato all’ambito economico (dice che
divide con il paziente i guadagni) e poco professionale.
- ZENO COSINI è inattendibile perché è nevrotico quindi non sarà mai un testimone
attendibile (come dice anche il dottor s sempre nella prefazione).
▪ MEMORIE: perché alla base del racconto vi sono i ricordi di Zeno Cosini, la genesi e
il decorso della sua nevrosi. Una ricostruzione personale di quello che è accaduto. I l
tempo della narrazione e tempo delle vicende non coincidono (solo nell’ 8 capitolo).
Con la morte del padre lui si sente privato del suo punto di riferimento quindi cerca
un'altra persona con il quale sostituirlo. → decide di sposarsi.
Prima ancora di sposarsi lui conosce il suocero Giovanni Malfenti (uomo molto abile negli affari
=ciò che Zeno Cosini vorrebbe essere ma che non sarà mai).
Giovanni ha tre figlie, Ada, Alberta, Augusta.
Inizialmente lui sceglie Ada(la più bella) anche se essa è già innamorata di un altro uomo che
poi sposerà (Guido= cognato odiato).
Zeno Cosini in realtà non aveva veramente scelto Ada perché la ritiene troppo bella per lui,
ma ha scelto AUGUSTA LA PIU’ BRUTTA E STRABITA TRA LLE TRE PERCHE’ LA RITIENE PIU’
ADATTA A LUI PERCHE’ AUGUSTA E’ MATERNA E GLI DA SICUREZZA (essendo forte).
Zeno Cosini però la tradisce con Carla, una povera che finge di proteggere (AUTOINGANNO
COME TRA EMILIO E ANGIOLINA). Anche in questo caso Zeno sentiva i rimorsi e voleva
smettere ma essendo un inetto non ci riusciva fino a che Carla lo ha lasciato.
Nel capitolo 6 ci parla del rivale in amore che ha sposato Ada che ha fondato un
azienda commerciale e ha scelto come contabile Zeno.
Zeno aiuta il cognato anche se dentro di sé non vorrebbe perché Guido, per lui, è il rivale. Ad un
certo punto l’azienda fallisce e quindi Guido si uccide con un sonnifero perché non può
affrontare i cambiamenti. (essendo il “sano” che poi si rivela proprio per questo malato alla fine
del romanzo)
Dopo la morte del cognato cerca di ristabilire il patrimonio ma temporaneamente. (si sente
sano per un attimo).
Zeno il giorno del funerale sbaglia funerale infatti va a quello di uno sconosciuto piuttosto
che quello del cognato, a causa della nevrosi perché lui inconsciamente non ci voleva
andare. Ada lo perdona e poi sparisce dalla sua vita.
Nell’ultimo capitolo appare Zeno anziano che racconta la vicenda e appare come una figura
libera perché grazie al commercio sente di essere guarito e vuole il dottor S.
Si sente guarito perché riesce a durante la guerra vendeva e comprava merce come le persone forti.
In quest’opera c’è un evoluzione della figura dell’inetto perché Zeno Cosini capisce che non è lui
che è malato ma che lo è in realtà la società borghese essendo che vive secondo un clichè
perfettamente organizzato e che non accetta i cambiamenti (infatti Guido quando sente di
dover cambiare si uccide perché non riesce a d accettare di dover cambiare) .
ZENO IN REALTA’ GUARISCE DALLA MALATTIA PERCHE’ SI INTEGRANEL CONTESTO COMPLETAMENTE
AMMALATO. POETICA
Alla base della poetica vi è il forte vitalismo, infatti secondo Pirandello tutto è un continuo movimento.
Per parlarci di questo eterno movimento trae spunto da Bergson che aveva fatto una differenza tra il tempo
della fisica e il tempo della vita.
Il tempo della fisica è rappresentato come una collana di perle formato quindi da momenti uguali posti uni
accanto all’ altro.
Il tempo della vita è rappresentata attraverso il gomitolo di lana o come una valanga perché la durata della vita è
formata da momenti che si sopraggiungono ad altri momenti. La differenza sta nel considerare che la durata della
vita non è rappresentata da momenti identici cosa che invece accade per il tempo della fisica.
In un testo di Kierkegaard lui ci parla di un viaggio che ha già fatto e che lo ripete a distanza di dieci anni convinto
di poter rivivere le stesse sensazioni. La sensazione che lui prova è diversa perché ha fatto esperienze dia latte
cose che lo hanno cambiato.
Perciò è come la valanga che fa esperienza e porta con sé anche il passato e altre aspettative che
accadranno nel futuro.
Ci vuole fare capire Pirandello che il tempo fisico si può conteggiare (es orologio) invece la durata della vita
dipende da noi perché abbiamo in noi il passato e il futuro.
E non si può nemmeno ripetere uno stesso momento uguale a prima perché tutto è dinamico, tutto è un
continuo divenire. Per Pirandello non è possibile fermare la vita perché altrimenti creamo la morte perché
cristallizzazione la vita in forme fisse.
Pirandello si chiede perché vogliamo formare questo movimento in modo innaturale. La società lo fa
costringendo questo flusso continuo a fermarsi in una forma/ in una trappola che va a bloccare il flusso e quindi l
uomo è costretto ad immergerci in una forma A causa della società.
Se noi continuiamo a vivere un base a questa forma che ci viene data continuano a vivere serenamente perché
non ci rendiamo conto.
- Guardando un paesaggio
- Fischio di un treno
Appena cade la maschera ci rendiamo conto che quelli che hanno vissuto è stata la maschera e non noi quindi
inizia la tragedia.
È tragica perché è come se si rendono conto che per loro non c’è via di salvezza essendo che la vita che hanno
vissuto fino ad adesso non è la loro vita ma come possono uscire.
Le vie di salvezze:
- Essere forestiere della vita (colui che ha capito il giuco delle parti e vede gli altri che si muovono una parte e
dall’ altra senza rendersi conto) (“Il fu Mattia Pascal”).
-
In questa novella viene esposto il concetto di contrapposizione tra vita e forma (= morte).
Concetto dell’ io e dello specchio: io mi vedo nello specchio e mi definisco come tale perché la società
mi ha cristallizzato un questa forma che gli altri ci hanno dato perciò dice che essa è una trappola e
quindi morte.
Se desideriamo essere un’altra persona noi non cambiamo per volta perché dobbiamo rispettare quello che ci
viene assegnato tramite la forma. (Cerchiamo di non tradire mai la maschera che ci viene data).
Darsi una realtà per Pirandello vuol dire impostare un punto di focalizzazione secondo i nostri bisogni non quelli
della maschera, che invece deve cadere. LASCIARE FLUIRE LA VITA.
LA MASCHERA FA DI NOI DEGLI STAGNI DI PUTTEFAZIONE MENTRE LA VITA È LAVA INCANDESCENTE CHE
NON HA FORMA.
(Moscarda dice di voler essere libero e vivere pienamente la vita con esperienze anche paniche).
Quando due persone si uniscono per dare vita a una persona non dobbiamo essere felici perché quella persona
non è libera nel fluire della vita essendo che le persone gli danno una forma (= MORTE).
Noi ci alludiamo di dare la vita ma in realtà stiamo creando un altro essere in trappola e quindi la
morte. Dice che è la donna stessa a determinare un’altra persona morta perché ha attirato l uomo.
“Siamo tanti morti affaccendati” nella vita = solo il forestiero della vita riesce a vedere ciò.
.