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Vita
Nasce a Genova nel 1896 e muore nel 1981-> il paesaggio ligure che costituisce uno
dei temi fondamentali della poesia presenti soprattutto ossi di seppia
Proviene da una famiglia di commercianti per questo riceve una formazione tecnica
Grazie alla sorella lui intraprende studi umanistici che avviene in maniera
autodidatta
Si appassiona alla musica e che studia anche canto
Si occupa anche di traduzione
Grazie a lui viene scoperto italo svevo scrivendo un articolo sull’opera “ la coscienza
di Zeno”
Partecipò anche alla prima guerra mondiale, vive l’esperienza del fascista
schierandosi contro e firma cosi il manifesto degli intellettuali antifascisti
1948: si trasferisce a milano dove lavora come redattore al corriere della sera e
come giornalista di spettacolo e musica ( osservatore di cambiamenti che investono
la società di massa)
1925: pubblica la 1 raccolta “ossi di seppia”
1939: 2 raccolta “ le occasioni”
1956: ultime raccolte: “ bufera e altro”; “ farfalla di dinar”; “Xenia”( doni); “ satura”
Riceve la laurea “ a honoris causa” dall’università di Milano, Roma, Cambridge e
Basilea-> riconosciuto come il piu grande poeta della letteratura
1975 riceve il premio nobel della letteratura
1981: Muore dove viene organizzato un funerale di stato con il presidente Sandro
Pertini
Ossi di seppia
Prima raccolta di poetica di montale che uscì nel 1925
È divisa in 4 sezioni: “movimenti”, “ossi di seppia”, “mediterraneo” e “meriggi e
ombre”
Emerge l’influenza del pessimismo di Schopenhauer poiché anche lui sostiene che la
realtà sensibile sia ingannevole
C’è anche un legame con D’Annunzio con la ripresa di termini e stilemi che poi si
lascia alle spalle in seguito
Sono evidenti gli elementi di Pascoli: termini colloquiali accostati a contesti aulici,
sintassi, tratta oggetti poveri della quotidianità
Riprende anche termini di dante che rende l’autore originale
Il titolo rimanda alle carcasse dei molluschi e simboleggia sia la natura che il vuoto
poiché le carcasse alludono ad una vita prosciugata
Allo stesso tempo “ossi” rimanda alla sua condizione che non può più attingere al
sublime ma deve raccontare realtà marginali che la vita gli ha lasciato dietro di se
Stile: dizione spoglia e proprio per questo che il tema centrale è l’aridità
Paesaggio ligure non è mai presentato nella sua immediata realtà bensì in una
dimensione metafisica
Paesaggio arido con un sole implacabile che qui simboleggia una forza che prosciuga
ogni forma di vita-> l’autore attraverso questo paesaggio e questa natura arida
descrive il suo stato d’animo ( condizione esistenziale di montale inaridita) ma anche
dell’umanità
Un oggetto significativo: il muro, un allegoria che non si può oltrepassare e non
quindi non può attingere ad una vita in tutta la sua pienezza
L’eterno tornare del tempo crea la prigionia nei limiti dell’ esistente ( ripetersi dei
gesti privi di mutamento) dove l’uomo di illude di muoversi, agire ma in realtà è
immobile -> l’uomo rischia di cadere nell’abisso
All’interno dell’opera montale affronta un altro dei temi fondamentali: la perdita
d’identità individuale ( che ritorna in coscienza di Zeno) la quale a causa del senso di
prigione e di costrizione l’anima dell’uomo si frantuma, che lo porta ad essere in
disarmonia col mondo esterno ( cio che prima era una certezza per la tradizione
occidentale ora non lo è più)
L’unico aspetto che manteneva unita l’anima dell’uomo era l’infanzia; una volta che
si passa all’età adulta l’infanzia diventa un rimpianto
Parla anche del concetto di memoria che per l’autore non vi possibile ricordare
poiché il passato si deforma
Quindi la condizione di aridità esterna diventa anche interna attraverso
l’impossibilità di provare sentimenti intensi che porta alla perdita d’identità
Per questo si manifesta l’indifferenza che diviene una forma di salvezza dal male di
vivere di tutti
Il varco
Il poeta cerca un varco ovvero un punto di speranza o un momento di felicità che è
un attimo che emerge nella desolazione e che consente di uscire dalla prigionia
esistenziale
Il rischio è che dietro a questo varco non ci sia nulla, portando ad un esperienza
negativa data dall’apparenza ingannevole del nulla
Quindi il poeta non si arrende e si impone una speranza che un giorno la sua anima
sia integra
L’invito dell’autore è quindi di non arrendersi ma indagare ricercare, infatti la poesia
mantiene il ruolo di descrivere e indagare cio che ci circonda ; e non si apre con
formule magiche ( simboli nascosti)
Fa uso anche del correlativo aggettivo di T.S. Eliot ( tradusse le sue poesie)
La poetica di montale
Per montale la poetica non funge da soluzione per arrivare all’essenza della realtà e
all’assoluto
Non è nemmeno in grado di dare messaggi positivi o certezze ma al contrario puo
solamente offrire un modo alla quale porsi di fronte alla realtà
Rifiuta per questo la lirica, non utilizza un linguaggio analogico
Lui utilizza la poetica degli oggetti: presentarsi come cose astratte o l’intero ore della
persona
Le soluzioni stilistiche
Suoni aspri, ritmi rotti e andamento prosastico
Termini rari, letterari e aulici
Ricorso al verso libero ma piu spesso al verso classico: endecasillabo
Tradizione ripresa in maniera straniata
Meriggiare pallido e assorto
Ci si trova durante il meriggio, momento piu caldo della giornata, pallido sta a
esprimere il pallore e l’affaticamento dell’uomo e invece il termine assorto indica
uno stato di concentrazione e immersione in se stesso
Nel testo è presente una natura immersa nel sole della stagione estiva ( no fusione
tra uomo e natura come nel panismo) come causa dell’ aridità che domina tutta
l’opera
Rimanda ad una condizione esistenziale prosciugata
Il sole provoca il peso dell’esistenza che negli ultimi due versi viene espresso con
intensità: la “muraglia” che rappresenta il senso di prigione della propria esistenza
impossibilità alla libertà che porta al “Travaglio” quindi alla sofferenza
Riflette anche il suo stile : suoni aspri ( schiocchi, scricchi, picchi)e presenza di
oggetti poveri, desolati per esprimere questa condizione esistenziale
Non chiederci la parola
Perdita della speranza
Qui il poeta non è un vate ( guida) ma puo solo descrivere la sofferenza e invitare a
sopportarla
Da qui emerge la difficoltà della poesia del 900 di formare un’interpretazione della
realtà
Qui montale si rivolge a un ipotetico interlocutore utilizzando la prima persona
plurale per estenderlo agli altri poeti
Prima quartina: la poesia non è in grado di riportare la quiete del caos interiore
dell’uomo, di definire impulsi e sentimenti o di dare luce all’uomo
Seconda strofa: viene rappresentato un segno di polemica estraneità nei confronti
dell’uomo deciso e sicuro, che non si pone domande ne si preoccupa degli aspetti
negativi dell’esistenza. Probabilmente dietro a questa polemica si nasconde un po’
invidia nei loro confronti poiché privo di sofferenze date dalla consapevolezza
Anche qui il sole è la causa dell’aridità che mette in luce l’aspettò negativo della vita
Il muro anche qui è presente poiché emblema di una prigione esistenziale
C’è un collegamento tra l’ultima e la prima strofa : “ non chiederci la parola che la
squadri da ogni lato” e “ non di andarci la formula che mondi possa aprirti” con
questo montale vuole dire che la parola poetica non fa più attingere alla realtà
assoluta ma viene ridotta a sillabe
Questo concetto è legato alla conduzione storia particolare ovvero quella della crisi
e del crollo delle certezze, approfondita negli ultimi due versi
Quindi la poesia non riesce a mandare messaggi positivi ma assumere una funzione
negativa e indicare ciò che rifiuta
Da questa sua concezione si può notare il distacco città montale e D’Annunzio
( come vate della poesia)
Ma c’è anche una netta distanza con un contemporaneo come Ungaretti che afferma
al contrario che la poesia è vita e meraviglia
Il testo inoltre si colloca nel periodo storico in cui si afferma il fascismo il quale
montale si schiera contro poiché vi è un oppressione politica e mancanza di libertà
che genera l’impotenza negli intellettuali
Spesso il mal di vivere ho incontrato
A questo mal di vivere si contrappongono immagini di salvezza
Utilizzo del correlativo oggettivo ovvero un immagine che serve a costruire un
oggetto e poi ad esprimere dei stati interiori o concetti astratti
Primo verso: movimento dall’astratto al concreto dove il poeta è in prima persona e
presenta un condizione esistenziale ovvero il male di vivere che è collegato al fatto
stesso di esistere
Utilizza un verbo “ ho incontrato” proponendo l’oggetto come una persona: il male
di vivere si identifica con ciò che lo rappresentano ( dolore e sofferenza)
Al male di vivere contrapposto ad un atteggiamento di distacco e indifferenza che è
l’unico bene
Seconda strofa: movimento dall’astratto al concreto, dove all’ emblema del male si
contrappongono tre emblemi del bene: statua, nuvola e falco
Verso 8, rima “levato”: indica la contrapposizione tra due immagini, dove abbiamo
un movimento dal basso verso l’alto che è opposta rispetto a quella dell’ultimo verso
“ stramazzato” che invece segue un movimento dall’alto verso il basso
Quindi alla dimensione orizzontale iniziale si sostituisce quella della verticalità che
segue il distacco dal mal di vivere: nuvola che si trova in cielo, il falco che si eleva
verso l’alto nel volo e la statua che segna il distacco attraverso la sua consistenza
inanimata e quindi priva di vita
Ho sceso dandoti il braccio almeno un milione di scale
Poesia della raccolta satura dedicata alla moglie, la quale è un punto di
riferimento, morta nel 1963
Approfondisce il tema dell’amore, della solitudine ma anche del continuo
ricercare il senso della vita
Descrizione dell’immagine in cui il poeta sta scendendo le scale con sua moglie
offrendole come supporto il suo braccio poiché era miope.
Gesto che simboleggia intimità, vicinanza e connessione con la moglie
Nonostante lo scendere le scale sia un atto condiviso, mostra anche il senso di
solitudine, di distanza e separazione data dalla scomparsa della moglie. ->
dualismo tra vicinanza e struggimento interiore
Nel secondo verso è presente l’arrivo della malinconia e solitudine che prova il
poeta, che ora nel scendere le scale sente il vuoto interiore in ogni gradino.
Quindi simbolicamente le parole gradini e scale rappresentano il percorso di vita
dell’autore caratterizzato da ostacoli e sfide
Inoltre nei versi 6-7 è presente una critica nei confronti di chi si sofferma ad una
realtà sensibile, ovvero alle proprie impressioni e all’apparenze; invitando a
guardare in profondità e scoprire la vera realtà eliminando così la superficialità
dell’individuo che lo porta ad un errata constatazione
Un altro elemento importante è il termine “ pupille” : sinestesia che spiega come
solo attraverso gli occhi della moglie nonostante era mio è si poteva vedere tutto
in maniera chiara grazie alla sua funzione multisensoriale.