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UNITÀ 14
EUGENIO MONTALE
Eugenio Montale nasce a Genova nel 1896. Fa parte di una famiglia borghese numerosa: è il sesto
figlio di Giuseppina Ricci e Domenico (titolare di una piccola ditta commerciale).
Nel 1915 si diploma in ragioneria. Prende anche lezioni di canto ed è un amante della musica.
Partecipa alla prima guerra mondiale come sottotenente e ha dei rapporti di amicizia con poeti
liguri (come ad esempio Camillo Sbarbaro). Montale tra il 1922 e il 1923 frequenta nella villa di
Monterosso Anna degli Uberti [la donna che chiamerà nelle sue poesie con il nome di Annetta-
Arletta].
Nel 1922 esordisce come poeta sulla rivista “Primo tempo”, di Giacomo DeBenedetti. Entra anche
in rapporto con l’ambiente intellettuale torinese e pubblica sul primo numero del “Baretti” il saggio
Stile e tradizione (un testo programmatico della sua poesia).
Pubblica Omaggio a Italo Svevo e ne segnala il suo valore letterario.
Nel 1925 esce la sua prima raccolta Ossi di seppia e nello stesso anno firma il Manifesto degli
intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce. Collabora con varie riviste (tra cui “Solaria”)
e nel 1927 si trasferisce a Firenze per lavorare come redattore presso la casa editrice Bemporad.
Nel 1929 dirige il Gabinetto letterario Viensseux (un’istituzione che ha l’obiettivo di promuovere
la cultura e lo scambio di idee) fino al 1938.
Nel 1933 incontra Irma Brandeis, una giovane studiosa americana però di origine ebrea. Irma
Brandeis viene chiamata da Montale – nelle sue poesie – con il nome di Clizia e anche lei come
altre donne ritorna nelle varie raccolte.
Nel 1939 pubblica la sua seconda raccolta le Le occasioni e comincia a vivere con Drusilla Tanzi
che diventa sua moglie nel 1962 [la chiamerà affettuosamente ‘Mosca’ perché era solita indossare
degli occhiali molto spessi].
Nel 1943 grazie a Gianfranco Contini escono le poesie di Finisterre che poi confluiranno nella
raccolta La bufera e altro del 1956.
Montale ospita nella sua casa Umberto Saba e Carlo Levi (perseguitati per motivi razziali) e si
iscrisse al Partito d’Azione.
Nel 1948 a Milano ha un altro incarico: diventa
redattore presso il Corriere della sera. Un anno dopo
conosce la scrittrice Maria Luisa Spaziani durante
una sua conferenza. La scrittrice diventa un’amica
speciale e la soprannomina ‘Volpe’ mentre lui si fa
chiamare Orso.
Nel 1954 diventa anche critico musicale per il
“Corriere d’informazione”. Nel 1956 esce la raccolta
La Farfalla di Dinard.
Montale è nominato senatore a vita ma vincerà anche
un altro premio molto importante
Nel 1971 pubblica Satura e il volume comprende
anche gli Xenia che sono dei doni dedicati alla
moglie che è venuta a mancare.
Nel 1975 Montale riceva il premio Nobel per la
letteratura con un bellissimo discorso “E’ ancora possibile la poesia?”
Muore nel 1981 a Milano.
OSSI DI SEPPIA
Ossi di Seppia è la prima raccolta di Eugenio Montale datata 1925. La prima edizione è per Piero
Gobetti: un editore, intellettuale, liberale e antifascista.
Nel 1928 esce la seconda edizione torinese – presso l’editore torinese Ribet - con l’aggiunta di
alcuni nuovi testi.
Ossi di Seppia è divisa in 4 sezioni:
MOVIMENTI
OSSI DI SEPPIA MERIGGI E OMBRE
MEDITERRANEO
22 Componimenti brevi
Testi più difficili
Si tratta di una vera e propria prigionia entro i confini della realtà materiale
che si manifesta nell’eterno ritornare del tempo su se stesso, nel ripetersi
monotono di gesti e azioni senza alcun mutamento. L’uomo si illude di
muoversi e andare in qualche direzione, ma in realtà il suo è un “immoto
andare”.
Il poeta si protende cercando un VARCO (=una sorta di miracolo) che gli consenta di uscire dalla
prigionia. Ma questo varco non si apre. Gli Ossi si chiudono con auspicio: che un giorno l’anima
“possa rifiorire nel sole che investe riviere”.
LA POETICA DI MONTALE
Montale mostra una sfiducia nella parola poetica come formula magica capace di arrivare
all’essenza profonda della realtà. La poesia non è in grado di proporre messaggi positivi, certezze
di qualunque tipo: può solo offrire ormai definizioni in negativo di un modo di porsi davanti alla
realtà.
Ne consegue un rifiuto della musicalità del verso: Montale non ricorre al linguaggio analogico.
Quella di Ossi di Seppia è una poetica degli oggetti: questi compaiono nella poesia come
equivalenti concreti di concetti astratti.
Le soluzioni stilistiche di Montale consistono in dei ritmi anti musicali, un lessico aulico e
prezioso, la reintroduzione dell’endecasillabo e la ripresa della tradizione metrica.
ANALISI POESIE
Un’altra lirica di Montale molto importante è NON CHIEDERCI LA PAROLA in cui esprime la
sua crisi spirituale - e quella di altri intellettuali - a causa del regime fascista che aveva contaminato
la cultura. Il poeta non ha nessun motivo positivo e parola positiva da comunicare ma può solo
constatare aspetti negativi della storia e della condizione umana.
METRO: Tre quartine di versi Non chiederci la parola che squadri da ogni lato Metafora
liberi, rimati secondo lo schema l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
ABBA CDDC EFEF. lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato. Similitudine
Non….Non
In questa lirica, Montale riflette sul ruolo del poeta, rifiutando il ruolo di guida della società. Egli,
infatti, è un uomo come gli altri, che può osservare il mondo, senza la pretesa di dare risposte che
diano una spiegazione definitiva. Si comprende bene che cosa significhi “poetica del negativo”: le
uniche certezze che ha il poeta riguardano ciò che egli non è, come viene ripetuto costantemente
in questa lirica. L’altro aspetto fondamentale della poetica montaliana sono gli oggetti: essi
“riempiono” le poesie, portando con sé un significato nuovo, su cui occorre riflettere.
Il male di vivere è un motivo montaliano che emerge nella poesia MERIGGIARE PALLIDO E
ASSORTO dove troviamo la descrizione di un paesaggio arido e immobile immerso nella luce di
un pomeriggio estivo che intorbidisce le membra e la mente dell’uomo. Le forme di vita sono le
piccole creature della natura (serpi, cicale, formiche, ecc.). Si intravede in lontananza il tremolio
delle onde del mare (una speranza nella desolazione). Il poeta aspira, dunque, ad intuire il senso
universale delle cose: la muraglia oltre la quale può esistere qualcosa che dia senso all’esistenza. Il
poeta ricerca un possibile varco verso la felicità Tuttavia è come se fosse cinto da una
muraglia invalicabile, dai cocci aguzzi.
Oltre al male di vivere emerge l’impossibilità di conoscere la verità dell’esistenza perché siamo
imprigionati Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
METRO: Quattro strofe di versi ascoltare tra i pruni e gli sterpi Onomatopea
liberi: tre quartine e una strofa schiocchi di merli, frusci di serpi.
di cinque versi comprendenti
endecasillabi, decasillabi e Nelle crepe del suolo o su la veccia
novenari. Lo schema delle rime spiar le file di rosse formiche
è: AABB CDCD EEFF GHIGH
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche
Le OCCASIONI
Le Occasioni sono la seconda raccolta poetica di Montale del 1939.
La poetica degli oggetti ritorna e viene portata a conseguenze estreme. Ogni commento scompare
e resta solo l’oggetto con la sua carica di significati che però sono difficili da decifrare. Su queste
soluzioni agisce l’influenza di Eliot e della sua poetica del correlativo oggettivo: sensazioni e
emozioni sono rappresentati attraverso oggetti che suscitano in noi quello che prova il poeta.
Nella ristampa del 1949 Montale inserisce una DEDICA a I.B (IB= Irma Brandeis). La donna
americana che conosce a Firenze non viene mai nominata con il suo nome ma attraverso dei giochi
di parole o con il nome CLIZIA. Clizia è la ninfa innamorata del dio Apollo che però preda della
gelosia uccide rivale e viene trasformata da
Zeus in un girasole. Particolarità di Clizia -
trasformata in girasole - è che non potesse
muoversi, ma Clizia ancora innamorata di
Apollo segue movimento del sole e quindi di
Apollo stesso
LA BUFERA E ALTRO
La raccolta la Bufera e altro viene pubblicata nel 1956. Questa raccolta si differenzia dalle due
raccolte tanto che si parla quasi di un “terzo Montale”: è mutato il contesto storico e biografico da
cui il libro nasce. Le speranze della Liberazione ormai vengono meno ed è venuta alla luce una
società sempre più massificata. Si sono anche imposte la Democrazia cristiana e il Partito
comunista.
Montale, inoltre, in questo periodo vive delle esperienze che lo scuotono:
La morte della madre;
La lontananza di Irma Brandeis;
Ma nel frattempo inizia anche la collaborazione con il Corriere della Sera.
Da Clizia si passa a VOLPE: Maria Luisa Spaziani è una nuova figura femminile indicata con il
soprannome di “Volpe” e rappresenta una sorta di ‘anti donna-angelo’. Non è più una creatura
salvifica ma una donna erotica e sensuale. Si profila anche la figura della moglie (Mosca)
La raccolta si compone di 6 sezioni.
L’immagine principale della poesia è quella del poeta che aiuta la donna a scendere le
scale offrendole il braccio, un gesto delicato e cavalleresco che evoca profondo amore e rispetto.
Montale ricorda con nostalgia l’abitudine di scendere dando il braccio a sua moglie, una metafora
delle “scale della vita” (le vicissitudini, le difficoltà) che era solito condividere quotidianamente
con lei. Rimasto solo, sente la mancanza di questo gesto di affetto che li aveva sempre uniti.
Il poeta descrive con grande tenerezza la figura della moglie, della quale ricorda il buon senso, la
saggezza ed anche una miopia piuttosto accentuata che non le permetteva di vedere bene.
Nonostante tale difetto agli occhi, Mosca (questo il soprannome datole dal marito) faceva da guida
a lui, e le sue pupille riuscivano a guardare oltre le apparenze, cogliendo il senso profondo di ogni
cosa. La vita insieme a sua moglie, seppure lunga e felice, ora che lei non c’è più sembra che non
sia durata abbastanza. Montale soffre la solitudine, è affranto per la mancanza della moglie e nei
versi sottolinea la sua stanchezza esistenziale.
Attraverso la metafora del viaggio, si riesce a cogliere la concezione montaliana dell’esistenza:
la realtà non è fatta di coincidenze di treni, prenotazioni di alberghi e viaggi (che simboleggiano
gli impegni e la casualità): la vita va aldilà delle trappole e delle continue delusioni, è piuttosto un
mistero insondabile per l’uomo.