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(CAPIT.

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L’OPERA VERISTA
Dopo il viaggio nel Romanticismo strumentale Europeo, torniamo in ITALIA dove la
scena musicale era totalmente dominata dalla grande figura di G: Verdi, oramai
vecchio ma tutt’altro che passato;
un Verdi che aveva dimostrato, con le sue ultime opere OTELLO & FALSTAF, di aver
compreso e capito il superamento dell’Opera come un insieme di forme chiuse (l’
ARIA – IL DUETTO – IL TERZETTO – IL CONCERTATO ecc…), per andare verso una
maggiore caratterizzazione sinfonica dell’opera stessa.
Un’opera quindi più moderna, più unitaria senza la vecchia distinzione dei ruoli [Ad
esempio: questo è il canto……e…...questa è l’orchestra]
Verdi quindi, come dicevamo poco fa, aveva dato prova di aver capito e tempi e di
essersi adeguato ad essi rivoluzionando la sua scrittura musicale negli ultimi suoi
lavori operistici.
In poche parole stava tramontando un’epoca; l’epoca dei grandi fermenti del
Risorgimento, degli ideali politici e dei drammi borghesi

È importante ricordare anche i problemi che emergevano con l’Unità d’Italia, come
ad esempio:
- il difficile rapporto tra STATO & CHIESA
- le disomogenee diversità sociali, economiche e culturali nelle varie regioni
molto diverse tra loro
- il problema del meridione e del brigantaggio
Quindi sembrava che una volta caduto questo velo del Romanticismo, la realtà è come
se mostrasse ora, il volto della verità più cruda.

PROPRIO IN QUEST’AMBITO NASCE IN LETTERATURA, UNA NUOVA CORRENTE ARTISTICA


CHIAMATA VERISMO

Il massimo esponente del Verismo letterario è il siciliano “Giovanni Verga”, autore di


opere come:
- I Malavoglia
- Mastro don Gesualdo
- Le Novelle
Il Verismo è un movimento che propone nelle sue opere vicende legate a personaggi
umili, semplici come contadini, pescatori, artigiani nei quali ognuno può sicuramente
riconoscere una parte di sé stesso.
Personaggi umili e vicende quotidiane nel tentativo di rappresentare la dura realtà;
cioè la realtà così com’è. [ VERISMO = La realtà nell’ ARTE ]
Tra le NOVELLE del Verga possiamo prendere “CAVALLERIA RUSTICANA”, messa
successivamente in musica dal compositore “P. Mascagni” e rappresentata per la
prima volta nel 1890 al Teatro Costanzi di Roma.
Cavalleria Rusticana rappresenta quindi il manifesto, la prima opera verista italiana
e l’inizio di un grande successo ovviamente per P. Mascagni, allora direttore della
banda di Cerignola (incarico che poi ovviamente lasciò)
A Cavalleria Rusticana seguiranno opere come:
“L’Amico Fritz” - “Iris” - “Le Maschere”
Cavalleria rusticana, da un punto di vista musicale presenta delle novità;
come prima cosa è molto breve a differenza magari delle opere Verdiane o addirittura
di quelle Wagneriane che sembrano infinite.
Si apre con una serenata che “Turiddu” canta, in siciliano “fuori scena” (cioè in
lontananza) a “Lola”, chiudendosi con un urlo straziante solamente parlato e senza
musica: - “HANNO AMMAZZATO A COMPARE TURIDDU”….
Ad urlare questa frase è una donna che ha assistito al litigio fra “Turiddu” e “Alfio”

Un’altra opera verista importante è “I PAGLIACCI” di Ruggero Leoncavallo, un


compositore raffinato che ha studiato a NAPOLI, laureandosi anche in letteratura
all’Università di Bologna con G. Carducci. Con questa opera, Leoncavallo acquisterà
molta notorietà.
Il fatto si ispira alla cronaca nera reale che lui trova nei dossier del padre magistrato;
essendone rimasto molto colpito, decise di mettere tutto in scena.
Viene rappresentata per la prima volta a MILANO nel 1892, sotto la direzione del
grande A. Toscanini
In quest’opera importante, il Libretto è curato dallo stesso LEONCAVALLO che
dichiara, nel prologo iniziale un po' il manifesto dell’opera verista.
I criteri dell’opera verista sono:
- Presenza di accenti forti
- Vocalità molto espressive; il TENORE ora diventa un “TENORE SPINTO”, cioè
un tenore capace di sostenere una vocalità che è in grado di attraversare tutto
il registro, di andare verso l’acuto e di restare verso questi suoni acuti in maniera
molto forte, molto drammatica e molto espressiva.
Basterebbe ascoltare il brano “VESTI LA GIUBBA” per rendersi conto di tutto
ciò)
Qui “Pagliaccio” cioè “Canio” canta mentre si trucca per andare in scena, ma
il suo cuore è infranto perché sa che “NEDDA” lo tradisce con “SILVIO”
Un’altra opera verista molto interessante è “ANDREA CHèNIER” di Umberto
Giordano.
L’opera è ambientata nel periodo successivo alla rivoluzione francese .
Andrea Chènier era un poeta (realmente esistito) deluso dagli eccessi del terrore di
Robespierre.
Per questo viene infatti denunciato e condannato a morte.

Come vediamo quindi, L’OPERA VERISTA ITALIANA riesce a toccare i sentimenti e le


passioni più profonde.

Apre il capitolo finale di quella avventura iniziata nel 1600 con la CAMERATA DE BARDI
o CAMERATA FIORENTINA e che ora si prepara a vivere la sua ultima stagione.
Lo fa con il terzo esponente dell’opera lirica italiana dopo ROSSINI & VERDI.
Questo terzo grande esponente verista, ma che andrà anche oltre il Verismo e con il
quale si chiude definitivamente la stagione dell’opera lirica italiana è GIACOMO
PUCCINI

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