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L’OPERA VERISTA
Dopo il viaggio nel Romanticismo strumentale Europeo, torniamo in ITALIA dove la
scena musicale era totalmente dominata dalla grande figura di G: Verdi, oramai
vecchio ma tutt’altro che passato;
un Verdi che aveva dimostrato, con le sue ultime opere OTELLO & FALSTAF, di aver
compreso e capito il superamento dell’Opera come un insieme di forme chiuse (l’
ARIA – IL DUETTO – IL TERZETTO – IL CONCERTATO ecc…), per andare verso una
maggiore caratterizzazione sinfonica dell’opera stessa.
Un’opera quindi più moderna, più unitaria senza la vecchia distinzione dei ruoli [Ad
esempio: questo è il canto……e…...questa è l’orchestra]
Verdi quindi, come dicevamo poco fa, aveva dato prova di aver capito e tempi e di
essersi adeguato ad essi rivoluzionando la sua scrittura musicale negli ultimi suoi
lavori operistici.
In poche parole stava tramontando un’epoca; l’epoca dei grandi fermenti del
Risorgimento, degli ideali politici e dei drammi borghesi
È importante ricordare anche i problemi che emergevano con l’Unità d’Italia, come
ad esempio:
- il difficile rapporto tra STATO & CHIESA
- le disomogenee diversità sociali, economiche e culturali nelle varie regioni
molto diverse tra loro
- il problema del meridione e del brigantaggio
Quindi sembrava che una volta caduto questo velo del Romanticismo, la realtà è come
se mostrasse ora, il volto della verità più cruda.
Apre il capitolo finale di quella avventura iniziata nel 1600 con la CAMERATA DE BARDI
o CAMERATA FIORENTINA e che ora si prepara a vivere la sua ultima stagione.
Lo fa con il terzo esponente dell’opera lirica italiana dopo ROSSINI & VERDI.
Questo terzo grande esponente verista, ma che andrà anche oltre il Verismo e con il
quale si chiude definitivamente la stagione dell’opera lirica italiana è GIACOMO
PUCCINI