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GIOVANNI PASCOLI

Produzione:
le raccolte poetiche più importanti
• Myricae (1891-1900): prima raccolta poetica, incentrata su
argomenti umili ispirati alla vita campestre. Il poeta carica la realtà di
significati misteriosi, ricorrendo a un linguaggio simbolico e
analogico.
• Canti di Castelvecchio (1903): tratta temi come la natura, la vita
campestre, le cose umili e quotidiane, il mistero e l'ignoto, il "nido"
familiare. Primi poemetti (1904, seguiti dai Nuovi poemetti, 1909):
componimenti dalla struttura più narrativa. I temi sono umili e
quotidiani, nel lessico sono presenti voci dal parlato e termini di uso
tecnico.
• Poemi conviviali (1905): poemi di ambientazione classica con temi
esistenziali.
• Odi e inni (1913): raccolta poetica in cui il poeta canta la patria e
propone modelli civili.
I saggi :
• Il fanciullino (1903): saggio in cui Pascoli paragona il poeta a un
fanciullo che osserva il mondo con stupore e ingenuità, ricorrendo a
un linguaggio simbolico, metaforico e allusivo.
• Pascoli scrive anche una serie di saggi di critica letteraria e un
commento alla Commedia di Dante in tre volumi (Minerva oscura,
Sotto il velame, La mirabile visione).
POESIE:

LAVANDARE :
"Lavandare" è una poesia scritta da Giovanni Pascoli. Essa racconta la
storia di una donna che lava i panni al fiume, descrivendo la sua vita
attraverso il lavoro quotidiano e l'ambiente circostante. La lavandaia è
una figura simbolica della semplicità e della fatica, immersa nella
natura e nel ciclo della vita.
Nella poesia, Pascoli dipinge un'immagine suggestiva della lavandaia,
descrivendo il suo duro lavoro mentre batte i panni e canta una
melodia malinconica. L'autore utilizza un linguaggio evocativo per
descrivere il paesaggio e l'atmosfera intorno alla donna, creando
un'immagine vivida e coinvolgente.
La poesia affronta temi come la fatica della vita quotidiana, la bellezza
della natura e la nostalgia per un mondo semplice e autentico.
Attraverso l'immagine della lavandaia, Pascoli riesce a trasmettere
emozioni profonde e a suscitare riflessioni sul significato della vita,
sulla fatica del lavoro e sulla bellezza della semplicità.

X AGOSTO :

"X Agosto" è una poesia scritta da Giovanni Pascoli in memoria


dell'assassinio di suo padre avvenuto il 10 agosto del 1867. Pascoli
riflette sulla tragedia personale e sulla perdita del padre, rievocando
dettagli della natura circostante e confrontandoli con il dolore interiore.
La poesia descrive la serenità della natura in contrasto con la violenza
dell'omicidio. Pascoli utilizza immagini suggestive della campagna
estiva, evocando l'atmosfera pacifica della giornata, mentre fa
riferimento alla tragedia familiare. La malinconia e il dolore si
mescolano alla bellezza della natura, creando un contrasto straziante.
L'opera rappresenta il lutto personale di Pascoli e, allo stesso tempo,
riflette sul tema più ampio della fragilità umana di fronte alla violenza e
alla morte. La data dell'omicidio diventa un simbolo universale della
perdita e della sofferenza umana, oltre che un ricordo personale per
Pascoli.

NOVEMBRE :
"Novembre" è una poesia scritta da Giovanni Pascoli che riflette sulle
sensazioni, le emozioni e il paesaggio associati al mese di novembre.
Pascoli dipinge un quadro malinconico e cupo, descrivendo il freddo, la
desolazione e la tristezza tipici di questo periodo dell'anno.
Nella poesia, il poeta evoca l'immagine di un ambiente grigio e cupo,
caratterizzato dalla pioggia, dal vento e dalla mancanza di vita. Utilizza un
linguaggio suggestivo e descrittivo per trasmettere l'atmosfera
melanconica e decadente di novembre, rappresentando il mese come un
periodo di transizione verso l'inverno, in cui la natura si prepara al riposo.
Pascoli esprime una sorta di nostalgia per la bellezza perduta delle
stagioni precedenti e riflette sul ciclo della vita e sulla transitorietà
dell'esistenza umana. La poesia cattura l'essenza del mese di novembre,
con le sue tonalità grigie e la malinconia dell'autunno che si avvicina alla
fine.

TEMPORALE:
"Temporale" è una poesia scritta da Giovanni Pascoli che descrive l'arrivo
e lo svolgersi di un temporale estivo. Il poeta utilizza un linguaggio ricco di
immagini vivide per catturare l'atmosfera e le sensazioni associate a
questo evento naturale.
Nella poesia, Pascoli rappresenta il temporale come un evento
drammatico e suggestivo. Descrive il cielo che si oscura, l'arrivo delle
nuvole minacciose, il fragore del tuono e il lampo improvviso che illumina
il paesaggio. Il poeta crea una sorta di tensione e anticipazione nel lettore,
catturando l'energia e la potenza del temporale.
Attraverso questa rappresentazione della tempesta, Pascoli esplora la
dualità della natura: la bellezza e la potenza, la calma e la furia. Utilizza
l'evento meteorologico come una metafora per esprimere emozioni
umane e riflettere sulle forze della natura che possono influenzare e
trasformare il mondo circostante.

IL FANCIULLINO:

"È dentro di noi un fanciullino" è una poesia di Giovanni Pascoli che


esplora il concetto dell'infanzia e dell'innocenza che permane dentro
ognuno di noi anche quando si diventa adulti.
Nella poesia, Pascoli presenta l'idea che ciascuno abbia una parte
interiore, simboleggiata da un fanciullino, che conserva l'innocenza, la
purezza e la gioia dell'infanzia nonostante il trascorrere del tempo. Questo
fanciullino interiore può essere risvegliato da esperienze, ricordi o
sensazioni che riportano alla mente i momenti di felicità e semplicità della
giovinezza.
Pascoli invita a riflettere su come mantenere viva questa parte infantile
dentro di noi, sottolineando l'importanza di conservare la spontaneità, la
meraviglia e la genuinità tipiche dell'età giovanile anche nell'età adulta. La
poesia celebra la capacità di mantenere viva la parte più autentica e pura
di sé stessi nonostante il passare degli anni e le difficoltà della vita.

IL GELSOMINO NOTTURNO:
"Il Gelsomino Notturno" è una poesia di Giovanni Pascoli che esplora il
tema della malinconia, della nostalgia e della transitorietà della vita. Il
poeta evoca un'atmosfera notturna e crea immagini suggestive per
descrivere il gelsomino, un fiore che sboccia di notte.
Nella poesia, Pascoli utilizza il gelsomino come simbolo della fragilità e
della bellezza effimera della vita. Il fiore, che emana il suo profumo
durante la notte, rappresenta la fugacità dell'esistenza umana e la
transitorietà dei momenti di felicità e bellezza. Il contrasto tra l'oscurità
della notte e la fragranza del gelsomino sottolinea il tema della bellezza
che può emergere anche nei momenti più oscuri.
Pascoli crea un'atmosfera suggestiva e malinconica, riflettendo sulle
emozioni umane, sulla transitorietà del tempo e sulla natura mutevole
della vita. La poesia invita il lettore a riflettere sulla bellezza e sulla
malinconia, suggerendo che anche nei momenti più bui possa emergere
un senso di speranza e di bellezza transitoria.

Italy:

"Primi poemetti" è una raccolta poetica di Giovanni Pascoli che contiene


diversi componimenti incentrati su varie tematiche. La sezione intitolata
"Italy" rientra in questa raccolta e presenta una serie di poesie dedicate
all'Italia, alla sua storia, alla cultura e al paesaggio.
In queste poesie, Pascoli celebra l'Italia, esaltandone la bellezza dei
paesaggi, la ricchezza culturale, la storia e le tradizioni. Utilizzando un
linguaggio descrittivo e evocativo, il poeta dipinge quadri suggestivi della
natura italiana, descrivendo montagne, mari, campagne e città. Celebra
anche le opere d'arte, i monumenti e i personaggi storici che hanno
contribuito alla grandezza del Paese.
Attraverso questa sezione dei "Primi poemetti", Pascoli esprime un
profondo attaccamento e amore per l'Italia, esaltandone le bellezze
naturali e culturali. Le poesie riflettono il desiderio del poeta di celebrare
la propria terra e di catturarne l'essenza attraverso la poesia.
D’annunzio :
la vita:
D'Annunzio (1863-1938), l'infanzia a Pescara, studi liceali a Prato; si
trasferì a Roma, entrò in contatto con ambienti letterari, collabora con
giornali e riviste. Conobbe l'attrice Eleonora Duse (1894), visse nella villa
"la Capponcina" di Firenze, ma la relazione si interruppe. Nel 1910 si
trasferì in Francia, rientrando allo scoppio della guerra come uno dei più
convinti interventisti. Protagonista di (la "beffa di Buccari", il "volo su
Vienna" e, alla fine della guerra, l'impresa di Fiume). Emarginato da
Mussolini, trascorse gli ultimi anni sul lago di Garda, dove mori nel 1938.

Il pensiero e la poetica:
D’annunzio fu influenzato dal classicismo carducciano e dal Verismo
verghiano, l’ambientazione popolare fu spesso pretesto per gli istinti
primordiali di un ambiente violento e selvaggio. D'Annunzio l'eroe
decadente, facendo dell'estetismo l'aspirazione a un'esistenza del
d'eccezione, dedita al culto della bellezza ,D'Annunzio tratteggia il
prototipo dell'esteta in Andrea Sperelli del Piacere, che insegue il mito del
'vivere inimitabile, sotto l'influenza di Tolstoj e Dostoevskij, mostro
interesse per le cose semplici e per un'ideale aspirazione. La fase del
superuomo, che si intreccia con la lezione dei simbolisti francesi.
La produzione letteraria:
D’Annunzio fu un autore versatile e prolifico coltivò I generi più diversi, Tra
le sue opere più significative ricordiamo il romanzo Il piacere (1889), il cui
protagonista, Andrea Sperelli, alter ego dell'autore, persegue una costante
identificazione tra arte e vita. Sono i romanzi Giovanni Episcopo (1892) e
L'innocente (1892), e i componimenti poetici del Poema paradisiaco
(1893). Eroi dannunziani sono Giorgio Aurispa, protagonista del romanzo
Il trionfo della morte (1894), e Claudio Cantelmo delle Vergini delle rocce
(1895). A questa fase appartiene anche il capolavoro poetico
dannunziano, i cinque libri delle Laudi, di cui il più famoso è Alcyone
(1903), e i drammi teatrali (1896- 1907) che mettono in scena il culto del
superuomo. Il Notturno (1921) è espressione dell'ultima fase della
produzione dannunziana, caratterizzata da toni più intimi e autobiografici
e procede per associazioni di idee e per suggestioni.

POESIE:
PIOGGIA DEL PINETO:
"La pioggia nel pineto" è una celebre poesia di Gabriele D'Annunzio,
inclusa nella raccolta "Alcyone". Questo componimento è caratterizzato
da un intenso connubio tra la natura e le emozioni umane.
La poesia descrive un ambiente naturale, un boschetto di pini durante una
pioggia estiva. D'Annunzio utilizza uno stile ricco e suggestivo per evocare
immagini vivide e sensazioni multisensoriali. Egli dipinge il paesaggio con
grande precisione, descrivendo i dettagli delle gocce di pioggia, la
fragranza della resina dei pini e il susseguirsi ritmico delle onde del mare.
Attraverso questa descrizione dettagliata della natura, il poeta trasmette
una gamma di emozioni umane. La pioggia e la bellezza del paesaggio
suscitano sentimenti di gioia, serenità e connessione con la natura,
mentre la caducità e l'effimero della vita umana vengono accentuati dalla
descrizione dell'incessante ciclo della natura.
"La pioggia nel pineto" è un'ode alla bellezza della natura, all'armonia tra
gli elementi naturali e alle emozioni umane che essa può suscitare. Il
componimento esprime la visione romantica di D'Annunzio sulla vita e la
natura, attraverso una raffinata unione tra immagini sensoriali e profonde
riflessioni sul significato dell'esistenza umana.
IL PIACERE:
"Il Piacere" è un romanzo scritto da Gabriele D'Annunzio, pubblicato nel
1889. È considerato uno dei lavori più significativi dell'autore e appartiene
al movimento letterario del Decadentismo.
Il romanzo racconta la storia di Andrea Sperelli, un giovane aristocratico
romano che vive una vita dissoluta, dedicandosi all'arte, alla bellezza e alla
ricerca del piacere sensuale. Sperelli è un esteta, un dandy immerso
nell'arte, nell'estetica e nella ricerca dell'ebbrezza estrema. Attraverso i
suoi incontri amorosi con varie donne, Sperelli cerca di soddisfare i suoi
desideri e i suoi piaceri, ma finisce per essere consumato dai suoi stessi
eccessi.
Il romanzo esplora i temi della bellezza, dell'estetica, del desiderio e della
decadenza morale. D'Annunzio descrive le tentazioni, i piaceri e gli eccessi
del protagonista in un contesto sociale in cui la ricerca del godimento e
della bellezza diventa il centro dell'esistenza. Il libro riflette anche sulla
decadenza della società aristocratica dell'epoca e sulla fragilità
dell'individualità umana quando è guidata unicamente dalla ricerca del
piacere sensuale e dell'arte.
"Il Piacere" ha suscitato un notevole interesse per il suo stile linguistico
raffinato, la sua analisi psicologica dei personaggi e la sua
rappresentazione del lato oscuro dell'animo umano. Quest'opera è
considerata rappresentativa delle tendenze letterarie e culturali della fine
del XIX secolo, caratterizzate dalla tensione tra l'estetica, la bellezza e la
decadenza morale.

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