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Giovanni Pascoli

Giovanni pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855, studiò letteratura
all’università di Bologna e nel 1905 prese la cattedra all’università al posto di Giosuè
Carducci.
All’età di 24 anni a causa della sua partecipazione alle manifestazioni studentesche a fianco
di gruppi socialisti e anarchici, venne condannato a 3 mesi di carcere.
Opere:
● Nel 1891: Pubblica la prima raccolta di poesie dal titolo Myricae.
● Nel 1897: Pubblica i Poemetti: Racconta la sua vita quotidiana
● Nel 1903: Pubblica i canti di Castelvecchio e altre raccolte: Raccolte di poesie che
principalmente parlavano della rappresentazione di vita quotidiana

PENSIERO
Pascoli ebbe una concezione dolorosa della vita, sulla quale influirono due fatti principali: la
tragedia familiare e la crisi di fine ottocento.
La tragedia familiare colpì il poeta quando al 10 agosto 1867 gli fu ucciso il padre.
Alla morte del padre seguirono quello della madre, della sorella maggiore e dei due fratelli.
Questi Lutti ispirarono il mito del “nido” familiare da ricostruire, del quale fanno parte i vivi e
idealmente i morti.
L’altro elemento che influenzò il pensiero di Pascoli fu la crisi che si verificò verso la fine
dell’ottocento che travolse i suoi miti, a cominciare dalla scienza liberatrice e dal mito del
progresso.
Nonostante fosse un seguace delle dottrine positivistiche, non solo riconobbe il fallimento
della scienza nella risoluzione dei problemi umani e sociali, ma l’ accusò anche di aver reso
più infelice l’uomo.
Pertanto, perduta la fede della scienza positivistica, Pascoli fa oggetto della sua mediazione
il mondo dell’ignoto dell’angoscia, del significato e dello scopo della vita.
L’ideale Nazionalistico prese forma nel pensiero di Pascoli dal fenomeno dell’emigrazione,
il cui devastante effetto era quello della disgregazione del “nido familiare”.
Ha supportato la guerra dell’Italia in Turchia.
Fratellanza ovvero che gli uomini dovevano aiutarsi tra loro contro il male della vita.

La Poetica
La poetica chiave della poesia di Pascoli è la “poetica del fanciullino”, che è una teoria
secondo la quale un vero poeta è colui che riesce a guardare il mondo con gli occhi puri di
un fanciullo .
Ed è così che nasce la poesia della meraviglia e dello stupore, non a caso Pascoli paragona
il poeta ad Adamo nel regno dell’eden, immaginando lo stupore dell’uomo nel vedere gli
elementi del creato.
Questo tema, viene riportato nel “Fanciullino”.
La sua poetica è influenzata dalle sue vicende personali familiari, piene di lutti e di dolori.
In pascoli è ricorrente il tema del “nido” che simboleggia la famiglia e viene visto come un
luogo caldo, protettivo e segreto. Il nido protegge chi è al suo interno ed è il tentativo di
recuperare l’infanzia, unico periodo davvero sereno.

Poesie
Nella poesia di pascoli i temi ricorrenti sono:
● Il pensiero della morte, e il ricordo dei cari defunti.
● L’esaltazione del nido
● Elementi del paesaggio

La novità più interessante della poesia di Pascoli riguarda il linguaggio.


Molto frequente è l’uso di parole che riproducono suoni (onomatopee) oppure a immagini
che evocano sentimenti.
Si affida molto al colore (impressionismo), infatti in alcune sue opere descrive i colori dei
paesaggi.
Pascoli usa versi, strofe e rime, ma li rinnova grazie al variare degli accenti ritmici, e
inserisce diversi punti di sospensione, esclamativi o interrogativi per conferire un ritmo
spezzato.
Pascoli cerca di ridurre al minimo la struttura sintattica inserendo esclamazioni e
interrogazioni e facendo frasi per lo più brevi.

Myricae (1891) → E’ una raccolta poetica, il nome proviene da un verso Virgiliano;


Le liriche sono incentrare sulla descrizione di paesaggi naturali, in cui il poeta
proietta i propri stati d’animo.

Il fanciullino (1897) → E’ un saggio, e il titolo deriva da un passo di Platone.


Il tema principale del saggio è la Natura irrazionale della poesia: il poeta è quel
fanciullino presente in una parte dell’anima di ognuno di noi, che rimane piccolo
anche quando noi cresciamo.
Esso arriva alla verità non attraverso il ragionamento ma in modo intuitivo ed
irrazionale.

E’ dentro di noi un fanciullino


In questo testo Pascoli spiega che il poeta è in grado di ascoltare ed esprimere quella parte
dell’animo che rimane fanciullo e come un fanciullo che sa cogliere la gioia e la malinconia
degli eventi, è capace di contenere l’allegria e addolcire il dolore.
Lavandare
Pascoli passeggia in campagna in una giornata d’autunno, un velo di nebbia avvolge il
paesaggio, triste e spoglio.
Scorge nel mezzo di un campo lasciato incolto, un aratro abbandonato senza buoi.
E da un fosso arriva il canto triste delle lavandaie al lavoro.
Il canto racconta di un’innamorata rimasta sola, in attesa che il suo amato ritorni, ed ella si
sente triste e malinconica come l’aratro abbandonato in mezzo al campo.

X Agosto
La lirica rievoca uno degli eventi più dolorosi della vita di Pascoli, la morte violenta del padre
il 10 Agosto.
Una pioggia di stelle cade dal cielo, ed egli sa il motivo ma non ce lo dirà fino alla fine.
Il cielo piange ed il pianto è il compianto per il male che regna sulla terra.
Attraverso la poesia vuole comunicare al lettore la sua tristezza per la mancanza del padre e
la accentua mettendo a confronto una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi
rondinini e il padre che ritornava a casa portando due bambole alle figlie, per sottolineare
l’ingiustizia e il male che prevalgono nel mondo.
L’ atomo Opaco del male rappresenta il mondo caratterizzato solo da sofferenze, tristezza
che fa del male a tutte le persone.

L’Assiuolo
Con questa poesia Pascoli descrive un paesaggio notturno e nebbioso, l’atmosfera
inizialmente serena sia fa via via inquietante e densa di mistero.
Il poeta ode venire dai campi la voce di un assiuolo, che sembra trovare in essa l’eco
dell’angoscia e della malinconia.
Che cresce piano piano fino a rappresentare un pianto di morte.
Con questa poesia Pascoli esprimere l’avvicinarsi della morte, che impedisce al poeta di
godersi una semplice notte perchè è avvolto dal senso di mistero e di angoscia.

Novembre
Il poeta descrive un paesaggio autunnale di Novembre illuminato dal sole, che sembra far
pensare che la primavera stia arrivando, ma si tratta solo di un’illusione, e ben presto la
realtà si impone.
Pascoli percepisce il mese di Novembre come un mese freddo e piano piano la situazione si
fa sempre più cupa, andando fino a rappresentare un senso di morte.
In questa poesia, come spesso accade in Pascoli, il paesaggio mostra un duplice aspetto.
Sotto un'apparenza di armonia e di positività possono nascondersi la presenza e la minaccia
della morte. Quindi una giornata mite e serena può trasmettere per un attimo la sensazione
di vivere il tepore della primavera, mentre in realtà è novembre.
Il poeta vuole descrivere quel breve periodo di belle giornate che si hanno spesso nei primi
di novembre con lo smarrimento e con il dolore che Pascoli è stato costretto a vivere con la
morte dei suoi familiari.
Temporale
Pascoli ritrae l’arrivo di un temporale estivo di un tramonto, all’orizzonte l’unico elemento
umano è la rappresentazione del casolare che lo associa ad un ala di gabbiano, che
assumono valore simbolico di speranza in mezzo (di “nido” salvifico) ad un’atmosfera cupa.
Con questa poesia Pascoli vuole comunicare uno stato d’animo “tormentato”, di cui la
tempesta e i suoi colori sono il simbolo.
Gli elementi portano ad esprimere un senso di disagio, che diventa maggiore di fronte alla
minaccia di un temporale, dando un senso di debolezza davanti ai pericoli, portando quindi
ad un desiderio di rifugio (casolare = nido).

Lampo
Pascoli rappresenta il lampo come strumento di rivelazione abbagliante e improvvisa della
vera essenza delle cose.
Il poeta intravede una casa che viene descritta attraverso il colore bianco, e la segnala come
rifugio di fronte ad un brutto temporale, essa simboleggia il “Nido”.
La casa è un posto sicuro, racchiuso in un momento di fragilità e in uno sconvolgimento
della natura e del paesaggio.
E mostra lo stupore e il timore paragonandolo ad un occhio spalancato per il terrore

Il tuono
La poesia inizia con la descrizione di uno scenario cupo.
La natura si abbatte sul paesaggio e sull’uomo con un tuono, che impaurisce .
La parte finale della poesia ci mostra la scena di una madre e il moto di una culla, che
simboleggiano la tematica del nido.
Ovvero che il nido è riparo, dove proteggersi dai mali della natura, in questo caso dal tuono.
L’intenzione di Pascoli è quella di comunicarsi che davanti ad un immagine minacciosa
come il tuono, ci sono figure rassicuranti come quella della madre e della culla, che
intervengono per il tranquillizzare la situazione, così da assumere un simbolo di protezione e
di pace

Pascoli ha fiducia nella scienza ?


Pascoli non ha fiducia nella scienza perché ritiene non possa spiegare i misteri e l'ignoto. L'unico
strumento di vera conoscenza è la poesia (concetto del poeta veggente)

Concezione della "poesia pura"


Per Pascoli la poesia non deve avere un fine pratico o di insegnamento morale o filosofico.
La poesia non nasce con questi intenti, ma, essendo l'unico strumento di conoscenza, attraverso
l'intuizione, essa è in grado di svelarci il mistero della vita al di là della razionalità.

Elementi decadenti in Pascoli


Evade dalla realtà, insegue la musicalità del verso, è attratto dal mistero, utilizza un linguaggio
simbolico, si ispira al quotidiano, utilizza le analogie, è antipositivista.

Elenca alcuni elementi essenziali dello stile pascoliano


Fonosimbolismo (linguaggio evocativo, simbolico, musicale)
Plurilinguismo (parole comuni, ma anche ricercate)
Paratassi (più coordinazione che subordinazione nei versi)
Impressionismo (ellissi del verbo: aggettivi e verbi diventano sostantivi)

Stile Impressionistico di Pascoli


Pascoli attraverso le sue opere rappresenta i misteri della natura attraverso il colore ed il suono, che
evocano impressioni visive e stati d’animo.

Risposte alle domande compito

X Agosto
La lirica rievoca uno degli eventi più dolorosi della vita di Pascoli, la morte violenta del padre il 10 Agosto.
Una pioggia di stelle cade dal cielo, ed egli sa il motivo ma non ce lo dirà fino alla fine.
Il cielo piange ed il pianto è il compianto per il male che regna sulla terra.
Attraverso la poesia vuole comunicare al lettore la sua tristezza per la mancanza del padre e la accentua mettendo a confronto
una rondine abbattuta col cibo nel becco per i suoi rondinini e il padre che ritornava a casa portando due bambole alle figlie,
per sottolineare l’ingiustizia e il male che prevalgono nel mondo.
L’ atomo Opaco del male rappresenta il mondo caratterizzato solo da sofferenze, tristezza che fa del male a tutte le persone.

Università di Pascoli: Bologna, Massa e Matera Nomi sorelle: Ida e Maria

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