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UN RITRATTO ALLO SPECCHIO: ANDREA SPERELLI ED ELENA MUTI: da “Il Piacere” - D’annunzio
(°LA CRITICA DELL’ESTETISMO, °LA SENSUALITÀ E IL VIZIO).
In questo brano Andrea analizza Elena e si accorge della falsità di alcuni suoi atteggiamenti,
ma è un ritratto “allo specchio”, perché trovava nella falsità della donna la sua falsità, quindi
egli la comprendeva, perché anche lui era così.
RIMBAUD
Nasce a Charleville nel 1854 da una famiglia borghese. Fin da subito trova interesse per la
poesia e si dirige a Parigi da Verlaine con il quale stringe un rapporto e passa molto tempo
insieme a lui. Scrive i “primi versi” “lettera del veggente”, “ultimi versi” e “Allucinazioni”. Nel
1973 pubblica “Una stagione in inferno” nel quale si parla della sua esperienza personale e
poetica e anche del rifiuto della realtà borghese. Abbandona poi il mondo della letteratura
andando a fare l’agente commerciale in Abissinia.
VERLAINE
Nasce a Metz nel 1844 da una famiglia borghese. Nel 1851 si trasferisce a Parigi e inizia ad
appassionarsi alla poesia. Si iscrive alla facoltà di legge ma preferisce frequentare i salotti
letterari. Nel 1866 scrive i “Poemi saturnini” dove è presente la concezione pessimistica della
vita degli uomini nati sotto il segno di Saturno. Nel 1869 pubblica “Feste galanti” opera che
però viene ignorata. Verlaine dopo un paio d’anni invita a Parigi Rimbaud. Partono insieme per
il Belgio ma al ritorno litigano e Verlaine viene incarcerato per aver sparato a Rimbaud.
Durante la crisi religiosa scrive “Romanze senza parole” in cui confluiscono il pentimento e i
nuovi propositi. Col tempo però Verlaine perde la testa un’altra volta e scrive una serie di versi
erotici e diabolici come quelli contenuti in “Carne” e “Confessioni”.
MALLARMÉ
Nasce a Parigi nel 1842 da una famiglia povera. Inizia a studiare l’inglese e leggere poesie di
Poe e di Baudelaire. Pubblica le sue prime poesie e inizia a scrivere Erodiade, opera mai
ultimata dedicata ad una figura suggestiva dell’erotismo. Per Mallarmé, Erodiade, divenne
un’eroina della castità e il simbolo di uno stile che si propone di esprimere l’assoluto. Inizia a
scrivere la prima versione del “Meriggio di un fauno” e “Igitur” ma l’esito più alto e la poesia
più intellettuale di Mallarmé è un Colpo di dadi. Composto da una struttura innovativa e che
parla del crollo del mondo oggettivo. È quasi il suo testamento spirituale dato che venne
pubblicato un anno prima della sua morte.
D’ANNUNZIO
Nasce a Pescara nel 1863 da una famiglia borghese, già a 16 anni pubblica Primo vere (libretto di versi) e a 18
si trasferisce a Roma. Fa il giornalista e inizia a farsi conoscere nel campo letterario per i suoi contenuti erotici
spesso criticati. D’Annunzio si riflette nella tematica del superuomo (ispirato a Nietzsche) e puntava a creare
l’immagine di una vita eccezionale (il vivere inimitabile). Inoltre rifiuta la mediocrità borghese, rifugiandosi un
mondo di pura arte e questo rifiuto era strettamente legato al voler mettersi in primo piano nell’attenzione
pubblica per vendere meglio. Il vivere inimitabile di d’annunzio però è un paradosso, perché lui cerca di
rifiutare il denaro e le esigenze di mercato, ma allo stesso tempo cercava attenzione per fini economici, e
questa è una cosa che l’esteta non riuscirà mai a superare. Nel 1882 scrive “canto novo” ispirandosi a
Carducci, un’opera con una metrica barbara e dove i temi sono portati all’estremo unendo io e natura. In
“Terra vergine” il paesaggio si ispira alla sua terra, l’Abruzzo, e viene rappresentato un mondo idillico e non
problematico. Nelle liriche di d’Annunzio riusciamo a notare lo stampo dei poeti decadenti inglesi e francesi. Il
poeta concepisce l’arte come valore supremo al quale devono essere subordinati tutti gli altri valori.
L’estetismo di d’Annunzio entra in crisi quando il culto della bellezza si trasforma in menzogna. Questa crisi si
rispecchia nel romanzo “Il Piacere” (parla di un esteta, che sarebbe d’annunzio, interpretato da Andrea
Sperelli che pur essendo un uomo dalla volontà debolissima diventa una forza distruttrice. L’eroe è diviso in 2
immagini: donna fatale (elena muti) (erotismo e lussuria) e donna pura (maria ferres) (elevazione spirituale).
Conosce Elena con la quale intraprende una relazione. Quando la donna annuncia ad Andrea di voler troncare
la storia e di aver preso la decisione di andarsene da Roma, Andrea non sa più che fare. Dopo essere passato
di donna in donna, fa la conoscenza di Maria. Tornata nel frattempo a Roma anche Elena, Andrea decide
di fare sue entrambe le donne. Così, pur avendo instaurato una intensa relazione con Maria, il giovane Sperelli
non fa che pensare ad Elena e per errore chiama la propria donna con il suo nome. Dopo aver perso Elena,
Andrea perde così anche Maria, restando solo.) Dopo Il Piacere arriva una fase di stanchezza e di ripiegamento
sui sentimenti, questa fase è chiamata fase della bontà. Durante questa fase scrive “L’innocente”, “poema
paradisiaco” e altri romanzi. D’Annunzio si rispecchia in alcuni pensieri di Nietzsche come ad esempioil rifiuto
del conformismo borghese, il rifiuto dell’etica della pietà, il mito del superuomo ecc…
Il superomismo caratterizza: I TRIONFI DELLA MORTE (l’eroe è giorgio aurispa che prende la figura delll’esteta,
per cercare le sue origini incontra durante il suo cammino delle forze oscure della sua psiche che lo portano al
suicidio, gesto visto come sacrificio rituale che si libera di tutte le problematiche negative.), LE VERGINI DELLE
ROCCE (d’annunzio propone un eroe forte e sicuro, claudio cantelmo, che nonostante la sua sicurezza si
possono cogliere delle perplessità e ambiguità. Durante il suo viaggio deve scegliere la compagna che lo
seguirà. Sceglie Anatolia che però non può aiutarlo e quindi claudio soggiace al fascino della donna (fatale)
senza pensare più a nulla. Anche qui l’eroe d’annunziano è sconfitto.), IL FUOCO (manifesto letterario del
superuomo, anche qui l’eroe è sconfitto), FORSE CHE SI FORSE CHE NO(d’annunzio si offre come celebratore di
un simbolo della realtà moderna, qui l’eroe non fallisce. Nella realizzazione del superuomo appare la
“nemica”, ovvero la donna sensuale e perversa ma Paolo Tarsis riesce a compiere una grande impresa non
fallendo). DAL PUNTO DI VISTA FORMALE QUESTI ROMANZI CONFERMANO E POTENZIANO L’IMPOSTAZIONE
PSICOLOGICA E SIMBOLICA GIÀ EMERSA NEL ROMANZO “IL PIACERE”.
LE LAUDI:È un progetto di celebrazione totale composto da sette libri di Laudi del cielo del mare della terra e
degli eroi. Soltanto i primi 3 libri sono stati terminati (Maia, Elettra e Alcyone).
MAIA: lungo poema unitario di oltre 8mila versi. Adotta il verso libero con rime ricorrenti senza schema fisso.
Il poema è la trasfigurazione mitica di un viaggio in Grecia realmente compiuto da d’annunzio. Il poeta arriva
ad inneggiare le macchine, il capitale ecc…. solo se è indirizzato a fine eroico ed imperiale. Con Maia si ha una
svolta perché nel mondo moderno d’annunzio trova una segreta bellezza, cosa che si rifiutava di vedere o
trovare.
ELETTRA: è una propaganda di politica diretta. Si ha un polo negativo che sarebbe un presente da riscattare, e
un polo positivo che sarebbe un futuro di gloria e bellezza.
ALCYONE: È composto da 88 componimenti e viene scritto in un arco di tempo di 4 anni. La stagione estiva è
vista come la più propizia ad eccitare il godimento sensuale. Al posto del discorso ideologico si sostituisce il
tema lirico della fusione panica e dionisiaca con la natura. L’opera grazie al suo linguaggio musicale e
analogico può essere definita tra le principali manifestazioni della poetica simbolista-decadente in Italia.