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Help teaching Letteratura 17/12/2020

Il 900 inizia in Italia nel 1903. Abbiamo due autori fondamentali: Pascoli e d’Annunzio. (Sparti acque)
PASCOLI D’ANNUNZIO
I Canti di Castelvecchio (1903) Alcyone (1903)
Poesia delle piccole cose Poesia delle grandi gesta eroiche
Sublime dal basso (opposizione alla decadenza) Sublime dall’alto (opposizione alla decadenza)
Linguaggio tecnico per indicare nomi di frutti, Virtuosismo linguistico (raffinatezza, latinismi,
alberi, attrezzi da lavoro, animali (paesaggio grecismi, linguaggio artificiale)
contadino)
Impressionismo lirico Panismo (fusione totale dell’io con la natura, ma
anche umanizzazione della stessa – una sorta di
scambio amoroso, erotico-sensuale)
Fonosimbolismo (onomatopee) Esaltazione della vita inimitabile
Natura consolatrice Il ricorso al mito come nuovo mondo nel quale dar
vita all’eroe moderno.
Il poeta è l’individuo che realizza l’espressione del
fanciullino, il quale vede con meraviglia e
spontaneità, come per la prima volta, il reale. Il
poeta è ispiratore di valori quali famiglia, patria,
civiltà costumi.

Quando si sviluppa la poesia crepuscolare? Punti 1-2-3


1 protesta contro lateralità della poesia nella società borghese.
2 protesta contro l’esempio della vita inimitabile (d’Annunzio).
3 poesia delle piccole cose (Pascoli), MA senza il ricorso a significati simbolici (es: un aratro è un aratro).
4 accetta la banalità e la monotonia del quotidiano come frutto della condizione moderna. G
5 rifiuto dell’aulico (prosaico, umile, dimesso).
6 interni d’appartamento (nuovo scenario moderno della borghesia cittadina).
7 gusto per l’enumerazione e il catalogo (Govoni e l’arte orientale – “piccole cose di pessimo gusto”,
Gozzano.
8 tema dell’inettitudine (Corazzini Piccolo libro inutile, 1906 – impossibile vivere grandiosamente).
9 dire il “niente da dire” (Marino Moretti, Poesie scritte con il lapis, 1910).

Come si pongono i crepuscolari rispetto a D’Annunzio e Pascoli? Il superamento di Pascoli e d’Annunzio è La


poesia Crepuscolare. Nella poesia di Govoni si fondono liberty e crepuscolarismo. Altro filone è
rappresentato da Guido Gozzano. Ripropone i temi visti precedentemente MA in chiave ironico-parodica
(grande novità). Dirà “io sono un coso con due gambe/detto guidogozzano”. Questa riduzione del nome
proprio, in nome comune (tutto attaccato e senza maiuscole) è il punto di rottura massimo con il sublime
dannunziano – l’uomo è ridotto a oggetto. È una poesia in cui l’io lirico non approda alla pienezza dell’eros
(negato, bloccato dalla viltà del poeta). Nichilismo profondo MA distacco ironico, questo permette all’io
lirico di restare in vita (l’ironia lo salva dalla morte esistenziale). Altre raccolte importanti: 1903 Le fiale
(Govoni), 1907 La via del rifugio (Gozzano), 1911 I colloqui (Gozzano).

Quante e quali sono le avanguardie storiche? Qual è l’avanguardia più impostante? IL FUTURISMO
Il 1903-1904 è anche il momento delle avanguardie storiche: Futurismo, Dadaismo, Surrealismo ed…
Espressionismo. Il Futurismo si sviluppa dal 1909. Il 20 febbraio 1909 su Le Figaro una rivista parigina, da
Filippo Tommaso Marinetti (punto di riferimento per tutto il movimento artistico futurista). È forte
l’influenza francese esercitata su Marinetti da Apollinaire. 1) rifiuto totale della tradizione (“uccidiamo il
chiaro di luna” e “l’automobile è più bella della nike di samotracia”). 2) esaltazione di ogni forma di forza e
di violenza (massima espressione del dinamismo umano). 3) esaltazione della guerra come igiene del
mondo (nella battaglia l’uomo mostra tutta la sua bestialità di uomo-macchina = realizzazione
antropologica). 4) esaltazione della velocità e delle macchine (“noi futuristi viviamo già nell’assoluto, poiché
abbiamo già creato l’eterna velocità onnipresente = mitizzazione della realtà). Frequente utilizzo di slogan
(fondamentali poi in epoca fascista = costruzione teatrale del mito del fascismo).
Dal punto di vista letterario: il manifesto della poesia futurista è pubblicato nel 1912, vige la regola delle
PAROLE IN LIBERTA’ cioè: eversione sintattica, abolizione della punteggiatura, aggettivi, avverbi, analogie e
metafore, composizioni tipografiche ardite (accostamenti privi di nessi sintattici – disposizione per formare
oggetti tecnici o bellici), utilizzo di onomatopee per indicare il rumore, legate al dinamismo degli oggetti,
Milano e Firenze i centri più importanti (Milano soprattutto perché città industrializzata).

L’espressionismo nasce nel 1905. Una definizione: è la tendenza a far interagire codici linguistici e stilistici
differenti per ottenere effetti dissonanti e originali. Per Contini si estende da Dante (Commedia) a Carlo
Emilio Gadda. Si fondono: termini popolari e varianti dialettali, neologismi, lessico raro, varietà linguistiche
dell’italiano – sintassi complessa e spezzata. Molti autori dell’espressionismo italiano fanno parte de “La
Voce” (1908/1916). Cos’è il Frammentismo? Sperimenta la forma del frammento (da cui il Frammentismo):
testi brevi, intensi, evocativi, spesso testi in prosa (Il mio Carso, Slataper). Adesione alle teorie di Bergson.
Frammento = espressione dell’analisi interiore. Tra i maggiori vociani: Piero Hahier, Giovane Boine (critico
letterario, poeta, si ispira a Baudelaire e Rimbaud- pubblica nel 1915 Frammenti = il titolo è emblematico
dell’arte del frammentismo). Dino Campana: poeta orfico (Baudelaire e Rimbaud) = magia della parola per
evocare significati nascosti dietro la superficie delle cose (la sia è una poesia visiva e visionaria = per le
proprie liriche prende spunto da paesaggi o dipinti). Camillo Sbarbaro: poeta importante perché ispira
Montale (nei suoi testi compare spesso la folla cittadina che crea disagio e alienazione). Espressionisti
furono anche Pasolini, Zanzotto, Noventa.

Dadaismo 1916 – Surrealismo 1924. Movimenti prevalentemente artistici (pittura e scultura): provocatori e
dissacranti (si ricordi l’orinatoio di Duchamp – Fontana, 1917). Forti tendenze verso l’inconscio (Dalì,
Magritte).

Giuseppe Ungaretti: Ungaretti 1880/1970) si inserisce nel novero delle sperimentazioni avanguardiste,
studia a Parigi tra il 1912 e il 1914, frequentando anche Apollinaire, il quale aveva stretti rapporti con
Marinetti – formazione ungarettiana fuori dai circoli italiani. La formazione francese pone al centro della
riflessione: interesse tardo simbolista (Mallarmè) e futurista (contatti con Papini, Palazzeschi, Soffici – scrive
anche su “Lacerba”, rivista futurista fiorentina). Politicamente è vicino agli ambienti futuristi e per questo
accoglie con entusiasmo l’ingresso dell’Italia in guerra. Dall’esperienza della guerra nasce Il Porto Sepolto
(1916). Nel 1919 pubblica Allegria di Naufragi (il nucleo iniziale è costituito da Il Porto Sepolto) è il libro più
rilevante del primo 900 (nel 1931 nuova versione dal titolo l’Allegria, poi ulteriore rielaborazione del 1942).
La novità della raccolta: versificazione spezzata come ritmo esistenziale – versicolo Che cos’è il versicolo?
(Affinità con il futurismo e Apollinaire). Alta funzione della poesia (tradizione simbolista, ma il verso
spezzato si coniuga all’esperienza del dolore per la grande guerra – concretezza all’esperienza simbolista).
Nell’eversione di Ungaretti non c’è lo scardinamento beffardo della tradizione letteraria, ma un nuovo
senso (frammentario) dell’esistenza umana. No vitalismo futurista – no ironia crepuscolare. Esaltazione
della parola (valenza magica, sublimatrice del tragico dell’esistenza). Esperienza biografica esibita: trincea,
attesa della morte, soldato in mezzo ai soldati fuori da ogni finzione letteraria. L’utilizzo del presente
indicativo, la prima persona = esperienza diretta e testimoniale della lacerazione esistenziale causata dalla
guerra = la raccolta diventa un diario o un memoriale. Questa condizione risulta essere l’emblema di tutta
una generazione = la marginalità dell’intellettuale moderno e si realizza nel dolore della guerra
l’intellettuale diventa il fante, ma anche l’esiliato, il nomade, l’emigrato). Il grido del poeta è un grido
unanime, poiché rappresenta un’intera generazione. Il secondo tempo della poetica ungarettiana è
costituito da Sentimento del Tempo (1933, 1936, 1943). La peculiarità della raccolta: fine dello
sperimentalismo avanguardista e ritorno all’ordine (restaurazione letteraria). Stile petrarchesco e
leopardiano (rigore formale). Distacco dalle vicende della realtà circostante (lo sfondo è mitico, favolistico,
astratto, sfumano i controlli dell’io). Registro aulico. Vicino all’ambiente degli ermetici che lo elessero a
modello. Si attenuano i riferimenti all’esperienza biografica. Riflessione sullo scorrere del tempo e sul
connubio di vita e morte.
Help teaching Letteratura 21/12/2020

http://www.novecentoletterario.it/profili/profilo%20di%20pirandello.htm

Per la Narrativa la svolta nel 900 arriva con Pirandello: nel 1904, con la pubblicazione del Fu Mattia Pascal
Pirandello pubblica un romanzo tipicamente modernista. Queste nuove forme di sperimentazione fanno
capo all’etichetta di modernismo. Non distrugge la tradizione, ma dialogano con la tradizione. Non c’è mai
una frattura, ma un rinnovamento attraverso il dialogo. Pirandello è un uomo dell’800, non nasce nel
periodo del liberismo, nesce a Girgenti, odierna Agrigento, nel 1867, arriva a questa svolta modernista con
una formazione di base non modernista. Capuana è importante per la sua svolta dando a Pirandello la
formazione positivista. Lui è il primo a credere nell’attività del giovane Pirandello. Mal Giocondo è una
racconta di ispirazione tardo romantica, mentre le Novelle sono di ispirazione regionalistica,
l’ambientazione è quella siciliana. Va poi a Bonn dove si laurea e qui incontra culturalmente altri autori che
si aggiungeranno alla sua conoscenza. Il fatto di proporre nel 1904 il Fu Mattia Pascal ci fa capire la svolta,
senza avere una formazione moderna, in maniera quasi innata, in lui c’era questo senso moderno che pian
piano viene fuori. Il Fu Mattia Pascal è umorista e precede il Saggio sull’Umorismo del 1908, (Pirandello
passa alla storia per questo romanzo, ma lui ha sempre preferito il teatro e le novelle, Pirandello ha un
amore platonico verso Marta Abba). Nel 1943 vincerà il Nobel non per l’attività da romanziere, non da
novelliere ma per la sua attività teatrale. I romanzi sono una felice parentesi nella sua attività letteraria. La
novella nell’8-900 acquista una grande importanza con l’ingresso del nuovo pubblico che è quello borghese.
Quello di Pirandello è un successo non solo letterario ma anche di consumo, le sue opere non sono state
capite subito ma una volta capito il romanzo spopola. Il romanticismo condizione l’intero 800. Il Mastro
Don Gesualdo è il romanzo che taglia ogni rapporto con il romanticismo. Tuttavia Pirandello fin dalle prime
prose giovanili (le novelle) nonostante l’ambientazione verista pone al centro delle sue storie le
caratteristiche tipicamente moderne: Amori senza amore 1894, 3 novelle in queste novelle si comincia a
parlare di deviazione delle norma, le protagoniste sono 3 donne che vivono un contrasto difficile con la
famiglia. Dagli anni 30 fino alla morte si appassionerà al surrealismo con Binet. Pirandello disseminò in tutte
le sue opere i diversi nuclei del suo pensiero, tornando spesso sugli stessi concetti e dandoceli per
frammenti. Come bene ha scritto G. Macchia “egli compone e scompone: mette un tassello in un punto, e
lo utilizza tale e quale in un altro. Costruisce, sembra soddisfatto, ma poi con gli stessi materiali, sbozzati e
diversamente collocati, ricomincia un ‘altra costruzione... Così frasi di Binet, di Séailles, di Blondel vengono
scaricate senza molti complimenti in pagine di un romanzo, in battute di commedie, anche famose. Ciò è
dovuto al carattere composito di tutta la produzione di Pirandello, fatta di pièces l’una legata all’altra in
vista di un ipotetico insieme, e da una continua volontà di sperimentare forme diverse, quasi a ritrovare
quella più aderente ad un’idea della vita, come un sarto di classe col suo modello”. La deformazione fisica è
tipica dell’atteggiamento umorista dell’autore. Saggio 1893 Arte e coscienza d’oggi, in questo saggio riflette
sul positivismo, in particolare riflette se la scienza ci può dare la chiave di lettura per conoscere tutto. Il Fu
Mattia Pascal viene pubblicato su rivista, comincia questa nuova tecnica, quella dell’umorismo. Nel 1901
pubblica l’Esclusa. Vi si narra la storia di Marta Aiala che, creduta ingiustamente adultera, viene cacciata di
casa dal marito. Dopo alcune peripezie la donna finisce con l’essere aiutata da un suo vecchio pretendente
e ne diviene l’amante. Il marito nel frattempo ha avuto modo di ricredersi e si è reso conto di aver
condannato la moglie senza possedere le prove della sua colpevolezza. Decide così di ritrovarla e le chiede
di tornare da lui. La donna, benché ora sia adultera davvero, tanto che dall’amante aspetta anche un figlio,
decide di ricostituire la sua prima famiglia. Confessa allora onestamente al marito la colpa che nel
frattempo ha commesso, ma egli la riprende ugualmente con sé. Nella forma del Fu Mattia Pascal rientra
anche l’aspetto burocratico. Nel 1908 Pirandello scrive il Saggio l’Umorismo dove mette a fuoco le teorie
elaborate sul Mattia Pascal, è un saggio diviso in due parti fra una distizione fra comico e umoristico:
l’autore comico fa una distinzione allontanandosi da tutto ciò che è la norma suscitando il riso, l’umorista
non si ferma a questo ma subentra nel momento in cui mi fa sentire il contrario, (il sentimento del
contrario), io dopo aver avvertito la situazione rido ma rifletto. C’è qualcosa che va oltre le apparenze.
Esempio: A una vecchia imbellettata “Il sentimento del contrario”. Vedo una vecchia signora, coi
capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile cosmetico, e poi tutta goffamente imbelletta e
parata d’abiti troppo giovanili per la sua età. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia
signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, in
un primo momento e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è
appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi
suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a truccarsi e ad apparire
così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’inganna
che, parata così, nascondendo così le rughe e i capelli bianchi, riesca a trattenere a sé l’amore
del marito molto più giovanile di lei, ecco che io non poso più riderne come prima, perché
appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andare oltre a quel primo avvertimento, o
piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo
sentimento del contrario ( l’umorista non si accontenta di sorridere del contrario ma ci riflette
e trae conclusioni). Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umorista.
La deformazione che è un tratto che da diversità, nell’economia del romanzo mi fa vedere quello che sta
succedendo, mi fa andare oltre. “Maledetto sia Copernico”.

Il 1915 è l’anno del futurismo.


Help teaching Letteratura 28/12/2020
Il 1903 per la poesia, 1904 per la narrativa, sono date fondamentali. Pirandello arriva con alle spalle dei
modelli ben precisi, che fanno parte della narrativa tardo ottocentesca, con Il Fu Mattia Pascal Pirandello fa
questa rivoluzione modernista, pur avendo dei modelli legati alla narrativa dell’800. A questa svolta vi
arriva in maniera del tutto autonoma, non c’è Freud ma Binet con l’alterazione della personalità. Nel 1908
pubblica il Saggio sull’umorismo, e segna la nascita del romanzo modernista italiano. Italo Svevo come
Pirandello esce dalla crisi letteraria e filosofica da cui era nato il Decadentismo, con posizioni molto diverse
rispetto a Pascoli e a D’Annunzio, approdando ad una visione dell’arte molto più problematica di quella del
Decadentismo. Se con i poeti simbolisti e con gli stessi Pascoli e D’Annunzio era ammessa una sorta di
verità, pur se non univoca e granitica ma utile a dare spiegazione dell’esistere, con Svevo e Pirandello la
possibilità di arrivare a una qualsiasi verità viene negata. La realtà è multi prospettica e dinamica, in assidua
evoluzione e mutazione, pertanto la verità non esiste, ma esistono tante verità possibili e l’arte non può
rappresentare la realtà ma sta al lettore dare una propria interpretazione e la costruzione di un senso.
Finita la guerra c’è un periodo molto particolare definito: periodo del “ritorno all’ordine”, è il ritorno a
forme letterarie più canoniche. Questo periodo fa dal primo dopo guerra fino alla fine del secondo conflitto
mondiale. C’è il rifiuto dell’interventismo e quindi la voglia di ritornare all’armonia, alla pace. C’è l’esigenza
di oltrepassare la sperimentazione trasgressiva della avanguardie, in particolar modo del futurismo. In
questo periodo le tendenze sperimentali continuano, perché da una parte continua l’influsso delle
avanguardie attaccandosi al fascismo. Nascerà nel 1924 il Surrealismo. Un’altra tendenza è quella
modernista, in Italia abbiamo Svevo. Riviste importanti sono Solaria e l’Aronda, una più europeista e l’altra
aderisce al recupero della tradizione. In tutto questo comincia a muovere i suoi primi passi Svevo. Nasce a
Trieste nel 1861, da una famiglia di commercianti. Nel 1892 muore il padre, subito dopo pubblica il
romanzo Una Vita, ma ebbe scarso successo, il titolo originario era Un Inetto, inetto vuol dire non concluso,
non va confuso con il fallito.
L’inettitudine di Alfonso sta nella sua rinuncia alla lotta, alla vita e ad esprimere la propria personalità, nel
suo essere predestinato alla sconfitta e non nell’essere sconfitto. L’inettitudine di Alfonso emerge in
maniera dirompente quando messo a confronto con la determinazione di Macario, personaggio
perfettamente a suo agio con la vita, tanto sicuro quanto Alfonso si rivela invece pieno di paure e di
apprensioni. Svevo rappresenta in questo modo l’antagonismo nella “lotta per la vita” tra “lottatori” e
“contemplatori”. Il contemplatore Alfonso è debole e passivo, inadeguato in ogni circostanza importante,
dominato dai temperamenti più energici, come il lottatore Macario. Al centro del romanzo si definisce
anche la dialettica salute-malattia: l’inettitudine di Alfonso, ovvero la sua malattia, si definisce ponendosi in
opposizione alla “salute” di Macario costituita dalla sua capacità di adeguarsi perfettamente ai meccanismi
sociali e dalla sua sicurezza con cui affronta la vita. Non a caso Macario disprezza la letteratura e ritiene la
sensibilità poetica un’inutile consolazione per perdenti.
Pubblica Senilità ma fu un insuccesso e qui abbandona la letteratura. In questo periodo di silenzio Svevo
incontra Joyce maestro d’inglese, i due stringono una forte amicizia. All’inizio il successo che raggiunse
Svevo è quello dei cenacoli intellettuali, il successo del pubblico arriva negli anni ’60. Legge Freud, specie
del libro Interpretazione dei sogni. La narrazione si concentra tutta sulle vicende e sul punto di vista di un
personaggio “inetto”. In questo caso l’atteggiamento dell’inetto è complicata da un senso di precoce
invecchiamento, di “senilità”. Svevo stesso definisce Emilio il “fratello maggiore di Alfonso” perché anche
Emilio come Alfonso è un essere debole e passivo, timido e imbarazzato, in preda all'agitazione in ogni
circostanza importante e soggiogato dai temperamenti più energici. Quindi un altro inetto, con la differenza
che Emilio non è più un giovane, ma un uomo adulto, che vive una condizione di paralisi e di
invecchiamento precoce, con un distacco dalle cose e dalle persone che somiglia a quella che si raggiunge
in vecchiaia. Nel rapporto con Angiolina emerge la profonda immaturità psicologica di Emilio
nell’idealizzazione romantica con cui egli insiste a nascondere a se stesso la realtà. Il protagonista
rappresenta l’intellettuale piccolo borghese escluso dalla società e preda di una “falsa coscienza”. Emilio
potrebbe superare la propria vecchiaia psicologica solo ignorasse i modelli culturali che dominano la sua
vita piccolo-borghese. Per esempio Emilio trasforma la sorella e la carriera in un dovere che ostacolano il
suo lasciarsi andare a vivere pienamente la sua vita, camuffando la propria inettitudine con il senso di
responsabilità. Emilio vive un’anzianità precoce perché rinuncia alla vita, preferisce “lasciarsi vivere”
rassegnandosi alla stasi e all’inerzia. La senilità è un atteggiamento nei confronti della vita, il ripiegarsi in
una «triste inerzia». Emilio è un personaggio senile pur non essendo vecchio perché è vecchio dentro,
nell'animo e nella volontà. La «senilità» dunque è una condizione interiore.
La modernità della visione di Svevo sta nell’idea di fare della coscienza di un personaggio il centro del
romanzo, coscienza considerata nell’ottica della psicanalisi di Freud, si tratta quindi di una coscienza
problematica, contraddittoria, in cui la parte istintiva e la parte razionale si contrastano in continuazione. E’
una coscienza che mente, a se stessa e agli altri, che distoglie lo sguardo dalle vere cause del proprio
disagio. Si definisce il personaggio che rappresenta la figura centrale per molta letteratura europea del
‘900, un uomo inetto alla vita, “malato” di una malattia morale che spegne ogni spinta all’azione e ogni
impulso vitale o ideale: Zeno Cosini trascorre la sua vita in una statica indifferenza, basata su una capacità
di auto-analisi che lo porta ad un’ironia distruttiva che lo allontana da ogni rapporto diretto con la realtà.
Pubblicata nel 1923 La coscienza di Zeno non è, come potrebbe apparire a prima vista, un’autobiografia di
Zeno, ma è la storia della sua malattia. La narrazione verte infatti sulla malattia del protagonista-narratore,
e non sulla sua vita. Di conseguenza la materia narrativa segue un percorso basato sulla specificità del
tema: la vicenda non ripercorre le tappe cronologiche della vita dell’uomo, ma quelle della “malattia
dell’anima”. La malattia in questione altri non è se non l’inettitudine che assume le caratteristiche di una
vera e propria nevrosi, una patologia di natura psicologica che si manifesta in diversi modi: senso di
insoddisfazione costante, angoscia, paura incontrollabile, conflitto costante con l’ambiente in cui il soggetto
vive, sensazione di inadeguatezza, ecc. Le cause, in base alla psicoanalisi freudiana, vanno ricercate nei
traumi e nei conflitti irrisolti dell’infanzia che hanno impedito la piena maturazione psicologica
dell’individuo. L’utilizzo della psicoanalisi, nonostante Svevo non abbia alcuna fiducia nel suo potere
terapeutico, è strumentale perché ritenuto dallo scrittore molto efficace in campo letterario per le
possibilità che apre nella comprensione dei meccanismi che regolano il comportamento dell’individuo.
Help teaching Letteratura 30/12/2020
Neorealismo, è un momento in cui l’autore si riappropria con solo della cultura ma anche della scena. Si
sviluppa dal 1945 fino alla fine degli anni ’60. In questo periodo gli scrittori attraversano delle forme di
sperimentazione proprie. Rispetto all’880 le grandi metamorfosi del romanzo modernista riguardano: i
personaggi che non sono più borghesi o proletari, non sono superuomini, non cercano il sublime ma sono
degli inetti alla vita quindi all’esistenza, che falliscono anche nel lavoro, il narratore è depotenziato non è
più onnisciente, la trama è mossa nella maggior parte dei casi dal caso, il protagonista è travolto dagli
eventi. Grandi sfondi dei romanzi sono le città metropolitane. Il Neorealismo attraverso il cinema è stato un
movimento importantissimo, grande successo ebbero il cinema e la televisione appunto.
Pasolini nel 1955 è fra gli editori di un importante rivista bolognese “Officina”, il punto di partenza è una
critica contro l’ermetismo. Altra cosa importante che fa Pasolini è continuare la grande tradizione
dell’espressionismo, perché nelle sue narrazioni vi è il ricorso al plurilinguismo. Il termine mutazione
antropologica è proprio di Pasolini, in quanto vive in un età in cui si accorge che qualcosa è cambiato. Sono
anni in cui la donna ha la possibilità di esprimersi. Scritti Corsari con il termine "corsaro", lo scrittore-regista
vuole comunicare la sua posizione controcorrente: non è un caso che egli scelga di affrontare i temi più
scottanti dell'epoca, tra cui la sessualità e l’aborto, con spirito critico e originale. L’articolo forse più celebre
è quello dedicato alle lucciole, attraverso il quale Pasolini ne descrive la scomparsa in modo poetico,
facendone l’elemento centrale della trasformazione climatica e sociale dell’Italia. Ne Il discorso dei capelli si
presenta aspramente la sua polemica contro i giovani, ai quali lo scrittore attribuisce l’omologazione di
destra e di sinistra. Egli denuncia la scomparsa di "figli dignitosi e umili, con le loro belle nuche, le loro belle
facce limpide sotto i fieri ciuffetti innocenti". Questo discorso viene associato anche alla scomparsa del
vecchio paesaggio italiano, in cui "i paesi avevano ancora la loro forma intatta". Pasolini rifiuta la "nuova"
Italia e la racconterà in modo terribile e tragico nel film Salò, uscito dopo la sua morte. In questo periodo la
casa editrice Einaudi è un punto di riferimento per tanti intellettuali come Pavese, Vittorini, Calvino.
Pavese fu un eccelso letterato dalla prosa efficace e fine, dall’impareggiabile dono d’osservazione,
malinconico ma mai vittimista e ripetitivo come altri, spesso sottilmente ironico. Educato rigidamente dalla
madre, dopo essere rimasto da piccolo orfano del padre, legatissimo come Leopardi, al suo “natio borgo” di
Santo Stefano paesino delle Langhe, nonostante avesse vissuto maggior parte della sua breve e intensa vita
a Torino, appassionato delle prose entusiaste e a volte ridondanti di D’Annunzio, così opposto alla sua
personalità, Pavese venne colpito fin da giovane da un misto di salute fisica e morale estremamente
precaria e da una perenne irrequietezza. Fu uno dei primi, a scoprire la letteratura angloamericana e questo
è sicuramente fra i suoi meriti, influenzando probabilmente la sua amica e traduttrice Fernanda Pivano.
Pavese è stata una figura assai interessante e contraddittoria, sospinto da passioni e entusiasmi e tutt’altro
che passivo, collaborando attivamente nel campo della Cultura, scrivendo per riviste fin da giovanissimo,
rapito dalle prose di Hemingway, anche lui finito suicida e dai versi di Edgar Lee Masters. Il vero tormento di
Pavese furono le donne, con cui ebbe un rapporto difficilissimo. Vitale ma represso, curioso ma molto
timido, nascondeva una forte ipersensibilità sotto quei modi schivi e un po’ austeri, quelli spessi occhiali e
gli impermeabili. Attività febbrile, ossessione per il tema del lavoro come dimostra anche il titolo di uno dei
suoi primi componimenti “Lavorare stanca”, vittima della barbarie fascista, arrestato e confinato in Calabria
per un anno, a 34 anni cominciò a scrivere prose e sempre di più i romanzi lo assorbiranno nella sua fertile
e nostalgica vena letteraria. Capolavori di profondità e efficace emotività sono “La bella estate” e il suo
ultimo e dolente “La luna e il falò”. A fine agosto del 1950 se ne andava Pavese, una delle voci letterarie più
versatili e stimolanti del panorama culturale del nostro Paese ma anche internazionale, che meriterebbe
come troppi altri di essere apprezzato e riscoperto. Di ricevere una tardiva e quasi necessaria
compensazione a quel “male di vivere” e quell’insicurezza che lo portarono ad un sonno senza risveglio
assumendo oltre dieci buste di sonnifero.
Calvino con Marcovaldo al supermercato: Marcovaldo si reca al supermercato con l’intera famiglia, moglie
e figli, non tanto per fare la spesa, dato che di soldi per pagare il conto non ne ha, quanto per sfiorare
l’opulenta promessa di felicità rappresentata da tutti quei barattoli di conserve colorati, da tutti quei pacchi
voluminosi di riso e pasta e dalle bottiglie di ogni salsa possibile che scintillano disposti in modo ordinato e
invitante sugli scaffali di questa fiaba degli anni ’60. Attorno a Marcovaldo e ai suoi è un vorticare di signore
e di massaie tutte ugualmente indaffarate a scegliere l’articolo da appoggiare nel proprio carrello, la spesa
al supermercato pare suggerire un livellamento sociale possibile, basta avere soldi da spendere per
consumare… Marcovaldo vuole sentirsi come le decine di persone che gli volteggiano attorno esponendo
alla sua vista e alla sua ingenuità i loro carrelli pieni di ogni bendidio e perciò cede alla tentazione: si
allontana dai familiari spingendo il proprio carrello, e facendoci scivolare dentro pacchi di spaghetti, tubetti
di salsa piccante…piccoli desideri, sogni modesti di un uomo che non ha i soldi per concedersi neanche la
distrazione, il lusso di un etto di pasta in più oltre quello che gli concede il suo misero stipendio. In fondo
all’ultimo corridoio la cassa attende minacciosa tutta la famiglia, bisogna disfarsi di tutto perché non ci si
può permettere nulla e il supermercato sta per chiudere e allora, si rituffano a capofitto nel gorgo degli
scaffali per liberarsi del maltolto. Viviamo in tempi in cui l’esotico supermarket è divenuto un più familiare
supermercato e la decrescita ha soppiantato il boom, dove il consumismo mostra il suo lato oscuro nella
crisi, ma ancora ci aggiriamo fra i corridoi di un supermercato che è di gran lunga più immateriale e
labirintico di quello di una città italiana degli anni ’60.
Help teaching Letteratura 04/01/2021
Dopo il Modernismo vi è il Neorealismo dal ’45 fino agli anni ’60, l’intellettuale torna al centro della scena.
In tutto questo si affermano i nuovi media, il cinema, quindi il nuovo intellettuale riesce ad avere su di se gli
occhi della scena pubblica grazie a questi nuovi mezzi. Pasolini è riuscito a sfruttare meglio questo nuovo
mondo, portando alla ribalta della scena letteraria gli effetti della sua ricerca antropologica. L’obiettivo è
creare una nuova Italia.
Ne La luna e i falò di Pavese, il protagonista Anguilla torna dagli stai uniti e racconta il suo viaggio ad una
amico. Anguilla torna perché è convinto di ritornare alle proprie origini, a quel nido che era la propria casa
(le Langhe). Nel frattempo è passata la guerra, che ha corrotto quella che prima era un mondo
incontaminato del mito, trova morte. In Pavese il mito è ciò che sta alla base di ogni cultura. Fenoglio come
Pavese ha questo amore per le Langhe.
Fenoglio è stato per sua scelta sempre avverso alla mondanità. Come Pavese Fenoglio nel Partigiano
Johnny mette in evidenza le contraddizioni della resistenza, la debolezza, gli errori, gli abusi, la meschinità.
Sotto questo punto di vista Fenoglio porta in evidenza un altro aspetto della resistenza che non fu visto
bene dalla resistenza. Fenoglio avrà successo dopo la sua morte, infatti. Un altro aspetto è il fatto che il suo
romanzo venne spesso considerato un romanzo epico perché il modello epico ha dei riferimenti ben precisi
Omero e Virgilio, li caratterizza il racconto, l’epopea di qualcosa non solo del protagonista ma di un popolo.
Questi modelli epici hanno uno scontro, una battaglie e poi un viaggio, tutto questo avviene in una
dimensione extra storica. Lo stesso lasso di tempo del Partigiano è come se scorresse nel ritmo delle
stagioni, questo scorrere è un modello tipicamente mitologico. Fenoglio era amante della letteratura
inglese, infatti la sua idea era di scrivere il suo romanzo interamente in inglese, egli ha dato molta
importanza all’aspetto linguistico, l’inglese si mescola all’italiano.
Il Gattopardo di Tomasi è un opera fuori dal tempo, fino a quando vi mette mano Tomasi e un saggista, una
persona molto colta. E’ un opera fuori dal tempo perché non ha canoni realisti.

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