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ALBERTO ASOR ROSA

La storia del «romanzo italiano»?


Naturalmente,una storia((anomala»

r. L'Italia non è la patria del romanzo1 •

L'lt~lig_non è la patria del romanzo. Il romanzo non nasce qui. E, a!l.'.'.


~ q11.an..do
l'Itaiiaarrìv_i_a conoscere una propria_fiçritw:a romanzescà, si
può dire che non se ne costituisca mai yn~ione», nel senso lineare
e grandioso in cui ciò avviene in quasi tutti gli altri Paesi moderni (salvo,
forse, per un breve periodo, che segnalerò al punto giusto). Questo non si-
gnifica, naturalmente, che non esistano r9Jnan.Ziitaliani bcllissim.i. Ma, .-
si presti attenzione a questo aspetto della questione, - O.fil21,!_nodi loro rap-
presenta w:L.~é, difficilmeore_i.mitabile e perciò, nella grande mag-
gioranza dei casi, irripetibile. Non appena se ne fa uno, l'..!!utorestesso,.Q_
uno dei suoi prosecutori, subito dopo n_erompeil calco: quel calco, l!!..rni
paziente e sistematica ~ce, appunto, tradizione. D'altra par-
te, qyesti romanzi itaJianibellissimi, .i;niui~ll<!O generalmente molto alle
esperie= e ai modelli stranieri1.difficilmente sono colloçabili in un preci-
so.cont; o
europeo: q11aH sonoi loro affini, quali le caselle in cui, accanto
ad altri non italiani, potrebbero essere collocati? Naturalmente, ~sa-
rebbe impossibile tentare accostamenti; omologazioni, invece, no. Per giun-
ta, q~ta Hdi'tsrsità>>rispetto ai modelli europei piu prestigiosi n,on costi-
tuisce un l.i.mik.$ mai, l'aspetto piu positivo dell'esperienza rol!.l~zesca
italiap.a. Arrivo fino actenunci~in v1a d1_!potes1,questa direzione di ri-
C~.fomanzo italiano è tanto phiJ>ellc:>quanto_pi!LsLdistacca da_imo-
~~i e, dunque,· ~_!ltQJ?iu J!!!_ep?:J:a una sua solit~ia.unicità. I ro-
manzi italiani piu «europei» son quelli che restano nella media. Quelli che
se ne distinguono sono sempre, tenendo conto dei canoni dominanti, ro-
manzi sui generis.Il roma_nzo italiano di qt1~lità è sempre un unicum. Per-
ciò non si può scrivere la ~toria der«romanzo italiano» ma solo la storia dei
«romanzi italiaiiE; (o per meglio dire, di alcuni fra essi).
1
Sul tema del rapporto tra «romanzo» e «italianità» spunti e suggestioni sono venuti da G. BOL-
LATI, L'italiano. Il carattere nazionale come storia e come invenzione,Torino 1983, e M. s. SAPEGNO,
«Italia», «Italiani», in Letteratura italiana, diretta da A. Asor Rosa, V. Le questioni, Torino 1986,
pp. 169-221. Cfr. inoltre: c. MAGRIS, Èpensabil,i/ romanzo senza il mondo moderno?, in Il roman-
zo, I. La cultura de/ romanzo, Torino 2001, pp. 869-80; F. MORETTI, Atlante de/ romanzo europeo.
z800-z900, Torino 1997; oltre, naturalmente, le classiche opere di G. Lukacs e M. Bachtin.
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256 L'accelerazione europea

~agioni, meno evidenti ma piu intrinseche, meritano una considerazione al-


Siamo, dunque, all'ennesimo caso di anomalia italiana. La cosa è perfet- ::rettanto approfondita. Naturalmente, la seconda domanda, in ordine d'im-
tamente comprensibile. ~n paese ~osL<<_giy~~ ru9durre :iortanza, per coloro i quali narrano, dopo il «per chi scrivo?», che ho ap-
immagfoi di ;,é (poiché il romanzo è, per comuneammissione,.'anch~n' ~<it.P- xna richiamato, è: «come scrivo?»; ossia: «çgn_quali._st.rumenti,linguag-
magine di paese») ~e (della medesima natura e impostaii.one,
int~ndo·dtte) che producono gli altri paesi europei contemporanei? Non sa-
e
g.i1tecniche, J91"me idee_p~~oncetE~~ costruisco il ~~suto del~a
narrazione?» ~<:Ste domande potreliliero, si.ilpiano sto : o_-l~tterar10,os-
rebbe illegittimo perciò seguire il seguentP metodo di in_cl~g~E,_e~ip~~vid1:1_are ~orta della mede~g_il continHu_m_d..ella_j:.Lad1zwne,__tradur-
innanzitutto le differenze, sia positive sia negath,:~del]2.--<<situaziop~an- s_i_i:11
un'altra, piu semplice e grande insieme: « Esjste il naga_tiyQitfili.aug?»
zesca italiarui,2~_rispettoa quelle eurqpee çontemporanee,1_~care» cioè il
c@.fine tra l'una e le altre, potrebbe significare al tempo stesso disegnarne
la fisionomia, indicare le «linee di contrasto», da cui emerge con sufficien- 2. Esiste il narrativoitaliano?2
te prec1s1oneil corpo della diversità o, meglio, delle diversità (poiché i gran-
di romanzi italiani dell'Otto e del Novecento, non solo non.~ano af- La ris_QQS.ULè senz'altro affermativa, .=..e come potrebbe essere altri-
fat!.cii![g~dfr9ni~nz1europei contemporahei,''fii~}1ortsI~sso.miglian,o_nean- :neiii[?-Ma il «narrativg italiano» flQU..coinci~, come è accaduto in molti
che fra loro: non ce n'è, letteralmente, uno simile a un altro). :tltri casi, con iLr_omanzo.L'Italia non _èla patri~ dtl.rn~~o➔ ~~~ta:~
·- Alcune differenze saltano all'occhio e merita sbrigarsene subito, in aper- ~_nte la i:,atria ~- Qu~st? nsale alla,.rasestgnca, m_ cm I Ital~ e.,
tura, lasciandole successivamente implicite nel resto del ragionamento (sen- srata maestra alf Enropa~nrima d1diventarn__e lam:cll_a(altra differenza 1m-
za, mi auguro, dimenticarsele, come capita a molti lettori distratti). Anche oortante d'impostazione e di ottica, rispetto alla fase successiva, in cui pre-
recentemente è stato ribadito il nessoJrailromanze-e--la modernità: <sil..!:o- domina il romanzo, che invece ci viene dall'estero, cosi come noi all'estero
m.anzoè jj mando_m.9.derno»(è.Magris). ~à, per i~tenderci,-èla 1Yevamoesportato la novella, - insieme con molte altre cose). Cioè: l'.Jta-
fip.e della società ancien rigime, la rottura delk ye_c_chie corporazipni, erette '.ia es2rim~l !11-assi!Ilo_del~cazione narr~tiva, - da Bocc~ccio a Ban-
in SfatYJ~asdt~ di un~ società .divisa in class~.ddla bo_rghs!sia .;k}Jg,- in eta pi:e.-moderna, e il <<novellare>) eia forma peculiare ckls1to
(èCOilO!nica, industriale, culturale, intellettuale), la comparsa.di un-pubblico "~ (Chaucer, Margherita di Navarra e persino il Cervantes de~-
di massa, avièfr-di~ohare narrazioni, ma soprattutto di_es.serraccontato. ie Novelle esemplarine dipendono). ~.t§olgil 5gaç_ç-9_nJ:QJL,lltl-
Tutto ciò in Italia si v~rifi~~~~!!"e~9:ri~do,jn.1111tnier~ soven,te ap- co» (il Decameron no1:d:_il_Nm;_nli11Q; nello spazio di pochi decenni la nar-
prossimativa e im~tta, con contradd1z10m mterne colossali, -. e~_edub- rativa italiana aveva fatto passi da gigante, elaborando modelli diversi e ric-
bio, ancor oggi, che si sia mai compiutamente realizzato (il post-moderno, camente articolati). Con il richiamo al v_alorefondativo dell'espqit:11za
in Italia, è piuttosto il sedim.eritoaiTti1fo·cioèhe·non è mai diventato mo- boccacciana non si esaurisce però il problema. Il Decameron, infatti, è un
derno che non il suo definitivo, totale inveramento e dunque superamento). :ibr95otn~o-,1Tii:i91teplìe1pote~zialità nll:rati~a. Nel Decam_eron
Se.il romanzo .è.J;u1.dla «narrazione di evc:;~ esattamente ne-1 ci sono nwelle talmente lunghe da prefigurare sviluppi romanzeschi. La
-;> pupto d'intersezione di tutlLquestdeoomeni ~in qualche modo li,Qorta a «dimensione» narratiy.a_non è dunque quella piu qualifkanre per_çapire
coscienza (si pensi al ~emplare di un Balzac o, piu avanti, in esito for- I'ev-olµzionedeifenomeno. NelDecameron, ripeto, la novella piu lunga su-
temente «critico», di un Mann), non è difficile capire perché _iromanzi~ pera di venticinquevolfo la novella piu breve: sarebbe un'impresa ardua
~i siano sempre stati come dei navil@tori a vista:, i quali, privi sia di bus- tarle rientrare tutt'e due, senza chiamare in causa altri elementi, nello stes-
~- sestag!_S-daw:vanJ) ogni_volta.rifare a mano il puntQ p..er_ sapere so «genere». L!.1 differenza tra «noveJlare» e <{raccontare» non sta dunque
dove si trovavJlt.10su questo mare sconosciuto e ricco ~tanti nella «lunghezza» astrattàmenté considerata (c'è anche questa, beninteso,
e spesso avverse, che~ stata la società italiana degli.ultimi_dµt!_~~_çoli. Persi-
no la risposta alla domanda: «per chl scrivo ?»~_f~_mai fa_ç.iJ.e
in queste 2
condizioni. Ho sempre pensato che l'espressione manzoniana «i mieiventi- Sulla tradizione narrativa italiana vista nel suo complesso cfr. P. DE MEIJER, A. TARTARO e A.
.\SOR ROSA La narrativaitalianadalle originiaigiorninostri,Torino 1997; sul Decameron,A. ASOR RO-
cin_g_ye l~ri» non fosse semplicemente l!.11 y_~_zzoda gr~IJfleJ~.tteratoma la SA, «Deca:neron»di Giovanni Boccaccio,in ID., Genus italicum. Saggisull'identità letterariaita_liana
manifestazione di una r~te dfffo::altà di figmal:sLli.nfiCipatamentei volti e r.elcorsodel tempo, Torino 1997, pp. 143-253; sull'Orlandofurioso, c. BOLOGNA, «Orlan~ofurioso»
le dimensioni dei propri interlacutori,..per poter parlare loro. di Ludovico Ariosto in Letteraturaitaliana.Le Opere, diretta da A. Asor Rosa, II. Dal Cinquecento
al Settecento, Torin~ 1993, pp. 219-352 (con ampia bibl.); sull'esperimento barocco e i suoi svilup-
Ma con queste premesse siamo ancora alla dimensione generalissima dei pi successivi, L. SPERA, Il romanw italianodeltard'bSeicento,Firenze 2000.
problemi, - quella, peraltro, a cui molti, quasi spossati, si fermano. Altre
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ma come derivato degli altri caratteri), ma.J:1elladiversa «tessitura» delli -.,::, al ciclo bretone e a quello carolingio. Ma solo jn Italia il get1.e.tt
narrazione e nel diverso «ritma>~ anche stilistico, che assume lo~ 'llìC::ir..:osi lun a e __ anacronistica fioritura: con l'Orlando innamorato e
deg[ eventi. In breve: ì[«novellar~a immediatamente a...ridossc ·a _.-:.:rioso siamo tra xv e ·xvr secolo. Naturalmente, nel lungo per-
ckl« novell ate....orale»..,_pc;rappresenta, - quale che sia il livello stilistico che ii coenere erse l'ari inaria epicità di natura guerriera e.cristiana e
quest'operazione è destinata ad assumere (e sappiamo che in alcuni casi,~
esempio Boccaccio, esso poté essere altissimo), - il logico e immediato s\'1-
· oola tra izione caro 10g1acori quella breton;,-diede -~ita u~ aa
:ro ori i I" · · narrativa fantastica in qualche modo favo-
«Novellare» cogisponde -~g_una~ione
l!:!2.J22_. affalulatori:i nutrita di Ecco un altro punto importante: c@formemente ai canoni di una
urui.graode espe.ri.e~tica, la quale, altempo stess_o~_può contare su tem-
0

UJ.1-a estremamente raffinata ed elitaria, lauarrazioneita-


~!!!:!!!!sJLJ...U..Ll:I..L.lu..·
pi ~~_gilla roaSlòimadisponibilità percettiva del lettore 1:l . im'RTSi tr~tta.11na materia deltut~o_ irreale, s'allontana il piu possibi- ·
quale è si un «lettore», ma un iettore dietro il quale s'intravvedono ancoi:i • · ,. .di1ID_gsita q1J.otigi~na_considerata volgare e inferiore, si,
chiaramente la fisionomia e l' atte iamento di un «ascoltatore»). un godim~~to _ci~. sensi, un piacere dell'ascolto, che rinunciano a
Cioè: il_cjr,cuit uzione-ricezione-consum_()~pi_oai.iilane»_siJw.sa$C · esplicita descrizione del monao circostante. (Non a caso il mora-
di una seri@di snodi facili e en predispost1,Clie riproducono, semplice- .__· entale Francesco De Sanctis lo condannava, perché estraneo,
mente allargandolo, di volta in volta, il meccanismo che si verifica quando ~amente c?~tr~io a q~alsiasi «principio del realismo», - mino-~
1
qualcuno narra a qualcuno che ascolta. Boccaccio, n_tlletttralizzare forte- ~smo che e md1ss e a sua volta, anche secondo De Sanctis,
mente qu~ene __~11ttavia a farne e~er?er~, ?el tutte• -, del ro anche in Italial. Altro genere, dunque,
rnnsapevolmente, iJwocesso: la ripresa, da parte sua, dell ant1ch1ss1moe~pe- ...::reEre-moderno, anch'esso fortunatissimp in Europa, d9ve con-
diente ··----- on tutti i persona i che la costellano, permette cE,,.. a. 2arantire l'~~monia italia11a,_ sul piano dell'alto divertisseni'eiìt
visualizzare e stabilizza n · onarr;;,- • allmenoJino alla fine del XVIsecolo. Oltretutto, qualche_Q_arente-
~ zione.-as - ttura dando r la di nità di u ' di_alli,_g,iltura. o cavalleresco» ç_onla novella indubbiamente esiste: per esem-
~fa cornic~nsomma, ~~i la trasmissione orale ~eTrai;-·· ="""'""'-"'e~oJ'.igig~ Qellq_sç_a11J._bio
orale, che ha un ruolo cosicen.trale e
conto viene r · trat rappresentata s_t~_Jlta al tempo ste~Q m ..mo nel modo italiano di narrare. All'origine, i «cantari>.tp_o_polareschi
s~, destinato a essere npetuto infinite volte, anche dai suoi mag- ,.__ __ rim_a,da cui i piu famosi dei «poemi cavallereschi» discendono,
giori imitatori stranieri. ~ettura», che ancora, significati- • "'O ancor meglio l'esistenza di questo rapporto. Se poi, come è sta-
vamente, viene p~_!J!!a « socict[Cfell' ag:9:Uo», esiste, è un cl..• ·'to, anche i «cantari» popolareschi avevano avuto un'origine dot-
toreale, e i narrato~ oltre a@en~_<:-~ne praticamente_::i.J!..o, ne fanno al tera-- .a? la quale risale niente di meno che a Giovanni Boccaccio, que-
po stesso un elemento ruìrratìvo -strutturale fortunatissimo anche nei due-U'C raz10ne sembrerebbe semplicemente significare che l'interscam-
secoli successivi. Alla bas~ tuttavia, s~tinu_u individuare_l'imprn!lta due mondi non dovette essere all'origine quel che divenne poi.
del «raccontare.io pubblico», che reste;à ancora a...hmg_o,soprattutto a li- ella» e «romanzo cavalleresco» sono le due forme peculiari del
vello popolare, un modello, anzi, uno stereotipo della ~a relazi°-rnye ia- italiana» Corrispondono alla fase dell'egemonia culturale iJ:a-~
liana.(soprattutto, com'è ovvio, in Toscà't;ia, dove l'esperienza origmarii- Euro a e ne rappresentano al tempo stesso due tramiti poderosi.
mente s'era formata). c rto unto Pes elk!!~~_QQYellistiçajtali~na, m ·-simi aj caratteri originari delmodello antropologico che pos- '\
rapporto con alcuni elementi di c tura e poetica letteraria generale, s~ · e «i,taliano antic~>>,he_11..~iverso dall' «italiano m~r_no» p~st-
nruuzza fortemente.e l'esempio di Boccacci2.-da-dominante i;i fa soffocan- t - 1co. Sono affabu zio · che èferivano
te. Ma la.tradizione, iniziata fra XIII e XIV secolo, ~_!"ivasenza difficoltà a\11.·. ·, hanno di wira il dilettoJ)Ief~riscono trasformare· re e m an-
xvi e poi continua, come dirò meglio piu avanti, fin.o al xvn, e anche rd · il fantastico in reale, presuppongono l'esistenzaclfu[pu@ili_co \
XVIII continua a produrre frutti. - to e b.enriconoscib.ile, J,J,on si pongono istanze conoscitive ma so-
L'esperienza del «narrativo italiano», per giunta, non si ferma alla n,...~ . o est~tiche, lugiçhe e.letterarie. I
vella: ~aj~nzo italiano», definizione can..cui, fin ad un'..e~. ·:-di una grande tradizione, estremamente positiva nella sua fase
ca pilJ'ttGsto avanzata, s'intesero i «poemi cav~chi» del Boiardo,,•· e e piu creativa, diventa un ostacolo duro da superare, quando si
dell(Ariost<) e dei 1oro innumerevoli prosecutori e imitatori. Origin ··. i piu diversi motivi, in una fase discendente. Questa è la.mia pri-
, mente, ·dunque, iti_guesta variante, ~gomanw»...è.narraz.ione in versi di ~ 1..agenesi del romanzo italiano è osta ta, oltre che da molte av-<:----
-·r,,\(enimenti cavalléreschi: per la deITnizione si può risalire in Europa, se Rii.
~----------- a ra_1~iope narrativa italiana stessa, cosi ti-
260 L'accelerazione europea
Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 261

picarnente Jont,C¼na..dalle caratteristiche strutturali del «ma~mo». Men:ce


Rabelais, Cervfill~~~nno già o_peratale~~.nacieio_rr..:-· · ·' .~-.cc~= o fatate Angeliche da scovare, ma
~gli scrittotl.ìtaliam- C~.!!2.illl!~ (per un paio di secoli) a~~::,- individua! · \-spicitu~-
tl_esp@ri@tJZe dei larQ avi. Quel che si suol definire il «romanzo italia..'"::0 ~!.lli~IWlill!ill!OUrou.mw,;aLLni..:i:~e)&s~co.mQdernn..e
tuttavia
~ ~», - ormai convenientemente studiato in tutte.le sue fasi eda:-- pesso un contesto.so.ciale o di clas-
ticolazioni, - rappresenta una singolare contaminazione tra le due tras;llz.ic~ : si pensi, ad esempio, a Guer-
ill precedentemente descritte, quella novelfotic:ile quelfo Q1Yalleresca: ca,.:. vece il_Q_t9dotto,il piu delle volte,
almeno, nel piu famoso romanzo del secolo, Il Calloandrofedele, di Gion ... -:i:- iu esattamente, della contrappQ.§i-
ni Ambrogio Marini, apparso in varie puntate e redazioni fra il 1640 e-' ata eframmeftta.tia corrispond~in--:
1652. In fllcuni esp~ della seconda metà del secolo, - per esemp1c.. e ha ragionato da par suo Gia-
nella Trilogiadi Glisomiro (1657-62) del veneto Girolamo Brusoni, - or-- ::,.;:.F~~"'-""--=--:::;;:~~;:;e~~~~~r'..!,.e~se,nte dei costumi degli italiani
pare quel che potremmo definire un~~Ì di «romanzo!e ~~~~», =:.:J;. ndentemente rivelatori del ca-
~pian!SJ~a decisamente ~]listico ...Avere~ca:- ionale, al ella Storiadellacolonnainfame di Alessandro Man-
~Anosfoaiventa, insomma, non piu un vantaggio, ma un handicap ?0- 1Frammentosoprala rivoluzionenazionale di Ippolito Nievo. Leo-
tente. Per procedere, bisognerà liberarsi di tutto questo, - e il primo, n::-: e che in Francia, Inghilterra e Germania, cioè nelle nazioni piu ci-
grande romanziere italiano, Alessandro Manzoni, ne sarà consapevolissiwc: c.'Europa, vige «un principio conservatore della morale e della
La.n_ascitadel romanzo coinciderà inltal~can ntIB.§.Yclta..~ivanelhl_,_"\:'.~ ..:heè, con bellissimo paradosso, «la società stessa» (o, altrove nel
~cienza le · n · na rott · ' r Hka (in questa fase · ocietà stretta»).
~ conosciuta dglle altre letterature europee contemporanee (alme:-1;:• on c'è una« ocietà» 1 itudini prendano il pasto
nell'immediato). Per arrivarci bisognò far forza snl1atradizione nazioi:iiç,. i erente», «cinico», srmette di cura_rsi
s~zzarla piu che innovru:la. Ma, al tempo stesso, bisognò f_~ e si fa solo ed esclusivamente i fatti suoi. L'indiv:i-
rattere italiano» in guantq_J~~' cosf come s'era formato nei tre_~coli rie-l'rlii .....,_......,..,,._,"--!!~~~· qui il giovane Leopardi acutissimamente di-
decad~a. a!di fuori dai vincoli e dalle regole costituiti dall'uniN.p~.::.,. di un sistema romanzesco: è lui~t~sso :ci-
culiur:ille e morale della nazione. Qµesfo carattere, cosf peculiare de~ . on è un caso c e nel corsa del S@ttecellto,
.--'?'cadenza itali:ilna, è l' «individuaÌismQ>~e, nella sua vagante itl!ganJ1,_ancl:(5- rogressivamente in tutta l'Europa piu avanzata le con-
s__ospjpge lontano dal romanzo_,- l.9ntano dall'humus, antropologico e m-ea-- decollo del romanzo nella successiva età della Restau-
ffi±e,-della «costruzione romanzescatt,_pur presentandope paradossalmez::ie escindendo dai numerosi tentativi dell'abate Chiari,
alcuni dei caratteri strutturalmente dom1uau.11. - a gli pseudo-romanzi di Girolamo Brusoni e il plagio
emplari stranieri, ler,iu grandi scritt}l~ narrative del
· e operazioni autobiografiche, come la._S_toria
3. L '«individualismo italiano»3 • anova, la Vita di Vittorio Alfieri__da Asti scrTi~
. · i]aco.poQrtis di Ugo Foscolo (a cui, per amor
~individualismo cos.iltJ.llli:_e senza dubbio uoa delle componenti pi.,j_;~- rezza, bisognerebbe aggiungere le Memorie inutili di Carlo Gozzi
ti del romanzo. E, con l'individualismo, il .si:nso...dell'..ID-'Y.entura
e del d~~-i'- res di Carlo Goldoni, del resto scritti in francese, come, origina-
QO., che i.n..taluni casi s;focia nella ripresa vera e propria diuo,mofrrn ::::ie• la stessa Storiadellamia vita di Casanova - ambedue come il Ca-
dievale,raman:zesco (in realtà archetipico) come quello della auit~-,cc,=.•. 1 Foscolo, di quell'area veneta, che, fra Sette e Otto~ento, lascia
differenza che otb..inetà-modema, anche l'obiettivo della ricerq s'irc.à_:,ii,- i iarissima impronta sulla storia della narrativa moderna italia-
·camente romanzeschi. dell'ero.e.sfar~ ckll'avventura
'Oltre ai saggi già citati di G. Bollati e M. S. Sapegno, sono fondamentali le riflessio,..: .i ;.i,; ~-eei:'eft~~!G,'l,o da loro ampiamente dispiegati, spesso con risultati
GUGLIELMINETTI sul ruolo dell'autobiografia nella tradizione narrativa italiana (in partico'..,.:-t.JÌìiJJJ!;. entali di grand'effetto, ma ip una chiave tot~e, per-
moria e scrittura.L'autobiografia da Dantea Cellini, Torino 1997). Per Leopardi importanti amente_autoreferenzjale,_çhe..no.r1lascia spazia ad alcuna og-
nidi M. A. RIGONI nell'introduzione a G. LEOPARDI, Discorsosopralo statopresentedei costumi.i, t•i ••·
ica (con intenzioni piu dichiaratamente letterarie il Foscolo
0

liani, Milano 1998. Sul «cosmopolitismo» tipico degli intellettuali italiani restano stimolam: '.t
ne di A. GRAMSCI (in particolare, Quadernidal carcere,a cura di V. Gerratana, Torino 19-;5. _:,.:::.:.c,"'1111,, imaggiore verisimiglirutzabiografica gli altri due). Persino l'in~
oile, instabile condizione sociale e professionale dei tre scrittori
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

testimonia la difficoltà di fissarne la fisionomia e l'opera in un cliché pre- ~ertamente ~~oscolo-Ortis:G~eth~-Werther).Ess~.so.fill,semmai, dei perfet-
ciso, in una casella_~torico-letteraria determinata: nobile, militare, rentier ti cosmopoht1~econ.do_.rn.t1~<:! conosce ampia fortuna
vagabondo, l' allobrog\9 Alfieri; ecclesiastico, militare, avventuriero sempre, nell'Italia della d~za, e in qualche modo ne s-a:IvaIe sortì in momenti
il figlio di attorigirovaghi Giacomo Casanova; di mezzana condizione, mi- di profondo ristagno politico e civile. 11:1dividualismo e cosmopolitismo:j;..J.ma
litare, professore, piu volte e in piu modi esule, il Foscolo; tutti @ tre però coppia peculiarmente italian&_nell'ultima fase dell'ancien régimee nella pri-
s;ontri!_ddistinti da una caratteristica comune: il viaggio, anzi, piu esatta- ma della nuova èra. ~ come si può benissimo vedere, ].a.nazione, an-
mente, il vagabondaggio,che sembra una cQS.Un.te..diqJJ.e.S.ta instabile realtà ~he quando se ne comincia ad avvertire l'esigenza; la nazione, che è J)_arte
italiana fra un antico duro a morire e un nuovo che stenta a nascere. Man- mtegrante, anzi costitutiva, dj quella «società stretta» di cui Leopardi av-
çg_}nloro un si~g_r:o,solido.punto d'appogg~ che~ c_on;~ta d(y_glgere vertiva la pressoché totale mancanza. In questa condizione strutturale l' au-
intorno 11no sgu:arda sereno,__srnç_<~_sf!_çogli_ç:re la re ta a 11FcleHe lGro tobiografismo è )a risposta ç_fil! l'individualismo si dà, quando non può di-
stralunate vie@OOf: personali Delhi frantumata e dispc_~altà italiana sem- ventare il centro di un sistema e dunque fa centro del sistema se stesso.
bra n~~senso_~~ri.oclcl termi~to Seconda osservazione. J?erdnraodo fipo a tempi molto recenti, anzi, in
.caDS di vette e di precipizi, non leg~a Toro, spesso, da nessun filologi- p~rte ~ino ad ogg~, le c?odizigai strtttturali...denunciate da Leopardi,J'.i_ndi-
co, 1_2uò emerget~izzang_Q§!, solo l'i~dividu__gsolitario e_g.energetic_o, v1dualismo autob10grafico resta una costante della ricerca narmivaitaliana,
il solito,. tradizionale, ma ancora ben vivo, titano italko. pur t;leDkruio abbastanza presto lo_sf.renata..superaroismo iniziale e ridu-
Vorrei ridurre a queste sparse QS.servazionisull'individualismo italiano assai piu moc:lei;a.todella memarhlistica. ll romanzo, e.o.-
cend.o.si.nell.'..alm:o
il 11,!.ogo
comune (peraltro incontrovertibile) çlell'fnesistimza\ a lungo, in que- me .genere letterario-narra.tiy9 per eccellenza del moderno, s'affianca in lta- 4--
l sto paese di una ver~ e _ptDf>ri:i. bm::ghcsia moderna. Questo è i~ lia ad un filone wtobiografico altrettanto e in taluni momenti, forsep1u po-

(l ~h-sen·sostfetto, cklla_prevalenza, in senso letterfil"iP__,___dell'elemento


individualifil.irn amobiogr.afico. E vero: generalmente c'è romanzo, dove
c '.~ure.d.ove 1'aristocrazia accetta di parlare en bQJJ.tgf_ois. Do-
tente. Significa che in Italia, piu spesso che altrove, raccontare storie significa
raccontare se stessi, o che, per meglio dire, non si possono raccontare storie
se non raccontando se stessi. Se anche questo vuol dire scrivere romanzi, al-
ve non c'è borghesia, - e in Italia, indubbiamente, cc n'è meno e piu de- lora la cerchia delle esperienze romanzesche.italiane ~allarga dl molto dai
bole che altrove, - è piu difficile che ci sia romanzo. Io non credo che la Miei ricordidi :O~f\z9lliQ.JllleNoterelledi uno dei Mille di Abba, da Ko'tffeie
nozione leopardiana di «società stretta» sia perfettamente assimilabile a di Soffici a Se uesto è un uomo di Primo Levi. Sono romanzi questi? Se uno
quella di borghesia. Tuttavia un'analogia esiste. Quel che manca è il con- all'antica, come me, preferisce restare a una piu stretta e rigorosa nozione
testo social@,la rete dei filpporti, la mentalità realistica congenita alla bor- di gen~re, dovrà limitarsi a constatare che il «narrativo italiano» presenta,
ghesia in tutte le sue operazioni. Manca, inoltre, un ~enso p.i.u__preciso È_L anche m età moderna, un ampio ventaglio di possibilità e di registri, perché
que]J~ fondamentale elemento coes.i~it~ nazian~- uno solo, il romanzo, altrove piu decisamente dominante, non è in grado di
~a, da Alfieri e Foscolo soprattutto, ma persino, piu indiretta- soddisfare tutti i suoi bisogni di identificazione e ricostruzione nazionale.
mente, da Casanova, c~!QQ_e anch'essa di una rivolta e di un~af-
fermazione singola, e spesso isolata e disavventuratamente antagonistica.
Restano~- non limitati al Settecento, nonostante la poderosa ster- 4. Il romanzo, in Italia, è una questione nazionale4.
zata manzoniana, - ilsenso preminente dell'eccezionale,-dell'individuale,
-~dell'eroico.Il moderno nasce, m~aradossalmente, cgme contrrn_si~io- Come spesso accade in Italia, cQstruir_eun vero, granderomanzo dell'età
r ne al moderno: solo di rimbalzo, CQnflittualmente. moderna significò costruire contt:_~t1a_l_E1ente
un'altra grande quantità dico-
Due altre osservazioni in materia, solo apparentemente piu marginali. La
Storia della mia vita di Casanova, la Vita di Alfieri e le Ultime letteredi Jaco- ' Sui Promessisposi sono importanti l'introduzione di E. RAIMONDI e le note al testo di L. BOITO-
po Ortis del Foscolo, e, insieme con le opere, anche le esperienze biografi- ~ all'edizione Milano 1987: dr. inoltre, s. s. NIGRO, «I promessisposi»di AlessanroManzoni, in Let-
che e intellettuali dei loro autori, dimostrano ampiamente come iljimite piu teraturaitaliana.Le Opere, diretta da A. Asor Rosa, III. Dall'Ottocento al Novecento, Torino 1993,
pp. 429-96 (con bibl.). Sui problemi del «romanzesco musicale» dr. M. LAVAGEITO, Quei piu mode-
grave di questa. cnlui..m_italiana_pJ:Ot-e-mod.eui1.E9-n sia ~lis.E!_o, la sti roma~zi,_Milano1975 e D. GOLDIN, <rLaTraviata»di Francesco MariaPiavee GiuseppeVerdi, in Let-
ristrettezza degli orizzonti comunali. Al contraria· i tre autori chiamati in teraturaztalzana.Le opere,III cit., pp. 497-529. Per i giudizi dei contemporanei: G. SCALVINI, Fosco-
causa spaziano snll 'intero ari zzonte..e.u__r_qpeer-eorH,seofte di persana.p_a_esi, !-0,Manzoni,Goethe.Scrittiediti e inediti, a cura di,,M. Marcazzan, Torino 1948; R. BONGI-Il, G. BORRI
personaggi e liqri _deJrEUFopa..cont.ernporanea, qualche volta li imitano sco- e N. TOMMASEO, Colloqui con Manzoni, a cura di A. Briganti, Roma 1885.
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»
"1

se insieme. Cosi accadde ai Promess{; osi, il romanzo di Alessandro Man- to; la ri~e~e in maniera abbastanza radicale, distaccandosi quanto piu gli
zoni, apparso, come vedremo, a inizio dell'Ottocento. Alcune osservazioni era P?Ss1b~ledall~avventuroso e dal pittoresco, e la pubblicò col titolo I pro-
preliminari sembrano necessarie. messi sposz nel gmgno t827; insoddisfatto delle soluzioni linguistiche, la
Manzoni,~ del resto l'altro grande italiano dell'età della Restaura- sottopose ad una revisione ior_,entineggiante,dandola definitivamente al-
zi.one,__GiacolllQ.J,~~rdj,._era--unnobile lntorno a luL.mescolate, ma sul- le stampe tra il 1840 e i 1842 ·1 romanzo apparve a dispense), nella ver-
lo sfondo, nell'ItaITacleI primo Ottocento e della Restaurazione, ci sono sione oggi piu solitamente nota. Si tratta dunque di un «lavorio d'arte»
lUQl:tdigure di nobili e di borghesi. Rest:aiLfu!!o, però, che l'impronta ari- qual~, f~ a cy1el momento avevano conosciuto in Italia salo le grandi ope-
st~~a in questo scrittore molto forte: la•letteratm_a, ad esempio, r..ed1 poesia: 11«romanzo» era si, certo, una cosa diversa dalla poesia, ma
nQn diventa.J!!~~~ld-na--«-profossione», rest~ JI_napur_a, elevat~L{<pas- non meritava meno cure.~~, dunque, della disinyoltura quasi giorna-
sione intellerruak?>. 1 romanzo arriv - e questo e un segno preciso del- ~i~~-~-~~~uperficialità <,appendi_cistigt»ce"cta grande puòhl~QU..Cui
la difficoltà tutta italiana i scrivere un <,romanzo moderno», soprattutto il romanzo nasce e rapidamente s'espande altrove. Anzi, di colpo. e ge-
alle origini, - a.tt~-HfttHe-tie di t,raunii, da lui vissuti e presentati con nialmente, :tvfanzonifa del <'get:1.ete nuova», caQsiderato fin allora qui da
discrezione signorile, ma in sé e per sé laceranti. Era stato classicista, - e noi come espressione di una letteratura di intratt~niménto, di livello de-
diyenne romantico, era_:;;tatomiscredente, laico, razionalista, illuminista, cisamente inferiore, un « enere d'arte», dalla dignità estetica e ideologi-
anticlericale, - .e si fece cattolico; era stato poeta, poeta lirico per eccellen- ca decisamente superiore. · · · f ccom a .Q inol-
za, - e_passò al romanzo, nel quale dispiegò la sua vena maggiore, scoperta tre da-verificM-~!!.i con i suoi amici piu.in.timi, a cui Manzoni da-
però tardivamente. N.on di ima sola «conver:si()!1e»,dunque, si deve parla- va a leggere parti del romanzo appena compiute o con cui discuteva i criteri
re a proposito di Manzoni, - quella religiosa, - lID! di ben tre, tuttavia biru. delle eventuali revisioni, sicché si può dire che I ~romessi sposi furono fin
perfettamente coerente con l'altra: le prime due, quella religiosa e quella dall'inizio quel che restarono poi a lungo, e cioè un vero e praprio labora-
poetica, pressoché contemporanee e concomitanti; la terza, quella di <,ge- t · di dibattiti sul modo di realizzare una moderna narrativa italiana e al
nere», piu lenta e in qualche modo piu impegnativa e faticosa. I promessi tempo stesso, - di ualsiasi altro tentativo compiuto: in
~letti.come l'organico e medi~a_tlssimosbocco di questo_Qrnce~.: quella come in altre direzioni.
.so,che in Eurn.pa, in questa forma, n..9nha equivalenti. Com'è noto, la vicenda dei Promessi sposi è ambientata nell'Italia del
· Altre particolarità. Etima d'arrivare.JJ.jErn.mg,ssi sposi Manzoni nonaye- Seicento, e precisamente tra il novembre 1628...el'inizio degli anni Trenta:
~o_i~i:o_~_un~~rativ~, ma ~?lointerventLdi carat- il.pieUQ4rl_1~_9.ecad~zaitaliana,_dal punto di vista poHdco, economico e
tere storico e: teorico-letterl'!rio, e non ne scn_~~u una_~ loro com- ~.:.. Potendo scegliere i medievalislll.UlYJl.enturosi della tradizione scot-
parsa, se non si vogliono considerare opere strettamente narrative la Sto- tlana all'Ivanhoe, Manzoni p~ferisce la trattazione di un periodo piu vici-
ria della colonna infame e La rivoluzione francese del I789, e la rivoluzione no+Ji.alquale possano prove_nire_l.ng!.fillJ!filenti.e..ammoniment~tQ.re ita-
italiana del r859, che stanno (in una bellissima maniera, peraltro) fra lo liano c.~: cm..estaè già una scelta morale, aozi,_ctiç_Q:Q.Qlitica, ~
storico e l'ideologico. La «rivoluzione roma~~sça » del Ma ozoni c.Q!}§iste i.gg_ e&eran@a neanch'essa all'impianto creativo dell'opera.. U nodo dell'in-
dunque in questa salo rg_qianzo,che si erge come un-t:~is.ola!o nella venzione è la storia, come si può ben capire. Manzoni è dominato da u!Ù.fil:-
produzione narrativa italiana contemporanea. Esso, dunque, èjl frutto ec- g.en:rn ~uasi rarossistiGa di verità· es~ estetica, certo, ma anche 1!1Q!._a-
cezion:ale di una medit..azione interiore, che sembrerebbe scaturire dal nul- le e rehgiosa. Questa esigenza prende in lui laJorma de] «racconto stori-
la (negli anni precedenti non c'è un solo romanzo italiano degno di nota, co»· il reale circostaÌrte, la...contemporaneità, sono mobili,. sfuggenti,
né, come ho detto, lo stesso Manzoni ne aveva mai sperimentato prima il iru.ifferrabW,non possOUQessere, - o, piu esattamente, Manzoni non se ne
«genere»). h.nc~tnfurrm: ils.c_ap.olavoro»,-.quidanoi, pone neanche il problema, - JVateria dj mia narrazione, che riesca a con-
sembra spesso ~.daLcompimento di...una..tradizi_9}1_eJ
111ada un temperare la verità fattuale del racconto con la verità morale dello stesso.
suo repentino, geniale rovesciamentoJJ)ante, Petrarca, Boccaccio). A com- S lo la «storia» · · ero», - e al tempo stesso il suo proprio ethos.
pensare la singolarità della sua unica opera Manzoni la scrisse ben tre vol- i tratta, com'è facile capire, di una scelta gravida di conseguenze; la nar-
te: iniziò la fatica una prima volta fra il '21 e il \23',(gli anni della Pe~te- r3:tiva italiana !estò a lungo intrappolata lu~o questo perco~ Per dare
coste, dell'Adelchi e del Cinque maggio), concluden'èl:6lacon la stesura d1un maggiore vens1miglianza alla propria scelta, Manzoni immaginò di aver,.th
romanzo intitolato Fermo e Lucia (alla maniera di Paolo e Virginia di Ber- trovat_Q.JJnoscartafaccio secentes~ e di averlo ridotto alla....:ompren_sione e
nardin de Saint-Pierre e del goethiano Arminio e Dorotea), rimasto inedi- alla leggibilità con un lavoro di riscrittura linguistica e stilistica lfu! dall'ipi-
266 L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

zio, dunque, si pane uoa ma per&oaale-ttttestio~a) .e sbandierò tolicadell'autore..i.Jrutto, non dimentichiamolo, di una conversJQ_ll~s!per-
il vecchi.o-espediente oel sottotitolo dato~l'~o, che, al tempo stesso, ciò profo_ndae medit~tii, ma tutt'altro che intollerante. !!racconto d~I ro-
limita ulteriormente le capacità demiurgiche dell'autore e lo riduce alle mo- c..
manzo è una ofossale dimostrazione dell'esistenza della Provvidenza, non
deste dimensioni di un solerte trascrittore: « Storia milanese del secolo XVIII piu àstratfaiiiente presupposta ma toialm.~~t~~dìspìegata negli avvenimen-
scopertae rifatta da Alessandro Manzoni» (c.n.). ti umani. «Il Dio che atterra e suscita, I che affanna e che consola», dei ver-
Il romanzo narra la vicenda di due operai del contado comasco, Lucia si finali del Cinque maggio,non si limita piu a posarsi sul guanciale desola-
Mondella e Renzo Tramaglino, che vorrebbero sposarsi ma ne sono impe- , to del Grande sconfitto, ma perva4e la storia. ne_cfo,_e1!1:_a_ il misterioso mo-
diti dall'acre voglia di possesso di un signorotto locale, lo spagnoleggiante tore e,al tempo _stessol'jmp.I_<:sçjndibile di scioglimento. Il
ç certo f!l,t.10.re
don Rodrigo. I due sono costretti a fuggire, aiutati dai buoni, fra i quali «pessimismo cristiano» dell' au_ì_s>!.~iJlumiri.~l<! sue scene piu grandios~dai
spiccano il frate certosino Cristoforo e il cardinale Federigo Borromeo, e t~alla deswzJgne terribile della pestilenza,.isuoi personag-
intralciati dai cattivi o quanto meno pavidi e mediocri, il parroco don Ab- gi_Qi1.triusdti, dal vile don Abbondio al terribile, tragico Innominato, alla
bondio, le cupe e misteriose figure dell'Innominato e della Monaca di Mon- sventurata e patetica Monaca di Monza, le-sue-vilm1zkmlphl_segrete di
za, i « bravi», gli uomini di legge e i maggiori rappresentanti della società frante allo spe.~colo terrificante e spesso misterioso d~Lmale U!Ilan~nelle
civile e politica del tempo. Ldue poveretti, oltre che attraverso le loro pro- sue diverse forme. Al tempo stesso .vincola.i possibili.esiti romanzeschi.del-
prie sventure, passanu pe~ le grandi e devastanti vicende _çklloro tempo: la la..l!lli.ter~~t_atJ!,.ai.condizion~nJilde~~o-r~jgio..si.<lel suo credo,
carestia, i tumulti per il pane-a Mììano, la afscesa delle truppe tedesche in producendo non di rado glu:ffetti «oratori» lamentati da Benedetto Cro-
Italia, la terribile pestilenza del 1630. ce e una certa chius1.ga_ _in~11,tal~
__
che spingeva Giovita Scalvini, un critico
Le vicende individ1rnli, dunque, si«mnell.qno profondamente CQnq_uel- contemporaneo-di Manzoni, troppo dimenticato a causa del suo rigore este-
le..mllettive e alla fine fanno corpo con esse. E-in_qu_estomog_<:>, essenzial- tico e del suo laicismo, ad osservare che in quel grande romanzo «t'accorgi
mente;·che Manzoniraggi1.mg~ ils!lo primo, storico risultato: l~_ne spesso di non essere sotto la gran volta del firmamento che cuopre tutte le
di_un'~.t-otalme-nte.slirkizzata e_oggetti'{a~ in cui la prese_!Wl multiformi esistenze, ma bensf d'essere sotto quella del tempio che cuopre
osseiii\'.a dell' autor_e, del titano italico avvinto al proprio masso, cosi forte i fedeli e l'altare».
ancora negli antecedenti immediati (Alfieri e Foscolo), fossen.do.tta..a_!!na Io direi che I promessisposis.QQQ~tempo~tesso funa grande ill}-
funijcme marginak,fuin__ddl~ y:alte-quelladi emettere uo...ç;ontrQc~!!Niro- mag_ina.zionee d'una grande, ingegnosa, multiforme p.rog_~arnmazione ideo-
nk_()ag1rsvoJg{w..enti. dell'.aziorw-e -ili-movimenti dei pers.o_gaggi. logico-rtll-igiosa. .L\11_ch~~j:~~i è rara a Hvdlo...europeo, dove piu fre-
Aggiunge un.tocco decisivç a ques_!_o_ prQcesso di slg-icizzazione del r~c- quentemente la programmazione ideale è riassorbita nell'immaginazione, e
conto la scelta dei dq~_p1:_otagonisti«umili». Contraddicendo a tutti id~- comunque si vede meno. Questa i~~ione è accentuata dal fatto che
mi__d~l[atr_as!TziQUe le-tteraria italia.na.Jll:.ec.ed.en.¼M..anzonisposti] fog_çq Manzoni fece i eenti, - e per la verità, da questo punto di vista, fece i con-
dell'azione dalle classi alte a quelle-12.i_1~J~~~g!: le prime, - inabili, i cardi- ti con intelligenza e sapienza straordinarie, - con la «questione della lin-
nali, ifContezio, la stessa Monaca di Monza, - ci.sono, ma solo p.erché_s.e.r.- g.uru>..&uliricizzare, sperscralizzare, oggt:!t:_tivareTan~rrafiyidtij}iallllm6-
v.2.noalla stQria.delle-seco.nde. Questo è il...frµJ:JQ .diJJU'.QPzioneinventiva derna, ci_sarebb~voJnta una ingua costruita all'uof>o.Ma.questa lingua n~n
decisamente cattoli.~- Si è molto discusso se i due protagonisti «umili» sia- c'~nzoni la co~trui,..J2rimaa tavolino, rifacendosi ai grandi modelli
no dotati di sufficiente autonomia oppure no (in quanto personaggi, inten- della tradizione toscano-itaHàna, pQi in pratica, andando a Firenze e «ri-
do). Sarà forse sufficiente registrare il fatto che, nel primo grande roman- sciacquando i panni in Arno». Dunque, anche qui, per testimoniare ulte-
zo italiano degno di questo nome, proprio allo scopo di operare quel «pas- riormente le difficoltà dello scrittore italiano «moderno», il passaggio è tri-
saggio di verità» di cui ho parlato, l'autore fa saltare contemporaneamente plice. Secondo Tommaseo, Manzoni «pensava in francese.la sua prosa ita-
tutti i vincoli di classe congeniti all'esperienza precedente: alla figura liana, laddove il verso, massime lirico, gli viene fin dalle prime cose con
d~' «eroe» si sostituisce quella« a_nti-er<?ica»deidue poy_~ri_op.e_nli, i qua- formé italiane pensato»; poi, ovviamente, assare a pensare e scri-
li dallav1bn10ns 1 aspefferehbero altro che di potersi tranquillamente spo- _yere in italiano; ma.quale italiano? Presumibilmente qye o imperfetto e ap-
sare e mettere su famiglia, e sono messi in condizione di non farlo dalla ne- p1.9ssimati~, - quasi un calco del dialetto locale, - eh~ si poteva parlare in
quizie dominante. Lombardi~e a Milano; E2Lgli fu giocoforza correggerlo alla luce lingui~i-
Sarei tentato di dire che tuttg quel ~c'è dibuQ.DQetutto quel ~li_ec'è ca del fiorenti.no, l'unica lingua lett~aria nazionale possibile, come da tra-
di cattivo nei Pro_me_ssiyp_osi discendeiJ:J,egual modo e misura da1J.a_foçle çat- dizione, prima nella sua versione libresca, poi in quella dell'esperienza par-
268 L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

lata. Ne risultò una soluzione linguistica istituzionalmente impeccabile e di oetico do o I promessisposi, oltre che da un probabile isterilimente crea-
grande effica~ia, destinata a ro a arsi come un fulmine nell'intera prosa tivo, ·ustificato anche teorica te~nfatti, lfW<storia"-non potwa
n_ar _anadel tempo e ei decenni successivi, strumento agile e fa- piu essere utilizzata artisticamente, per non lederne la verità a causa della
cilmei:-t~applica e, stesso camicia i orza assai costriffiva per contaminazione con !'«invenzione», non restava cbel'«lnv~nzione2>~ qe-
quanti si misurarono con essa; u tò una chiusura es ressiva privata di ogni verità. ·
assai forre i:;i,ella-1R..osa
stessa del romanz'2_zuna sorta d'ingessatura preven- Ma vtt.S.Ql' « invenzione», deprivata d'ogni verità, il cattolico Manzoni,
tiva a · · sibile ìiberta hngmstica da parte sua, meritandosi il se- avviato sul viale del tramonto, sentiva risorgere diffidenu: fideistiche. Co-
vero, e forse un po' maligno, giu izio e Tommaseo, il quale scrisse che si il~, artistico e intellettuale, sviluppatosi fra gli anni Dieci
Manzoni, «per essere molto toscano,[. .. ] a volte è meno italiano che sevo- e gli anni Quaranta del secolo, sfumò come se -'1.0n ci :fos1emai stato. E ai
less'essere milanese alla buona». romanzieri italiani toccò ricominciare da capo.
I~si rappresentano dunque, senza dubbio, il primo, grande
romanzo italiano moderno. Le sue ~treme peculiarità, rispetto al romanzo
e ontemporaneo, costituiscono · ·' eriei'iza 5. Patria,amoreeromanzo'.
narrativa italiana a e origini del moderno, sono, anzi, la sua declinazione
specifica del moderno - sono il mQ_modemoitaliatz(),ben diverso da) tnf2- llmanzonismo, =.inteso c~ne narrativo e ideologico-let~o, -
derno europeo, anche quando se ne ispira. Su due problemi attiro l'atten- arciya~Ottanta..del secolo e si conclnde,Jntrecdandosi con la
zione. ---..· sembrò aver risolto durevolme t la « u ione della_lin- nascita del verismo: non ne seguirò la vicenda, limitandomi a segnalarne
g_~a>> -per 9ualsiasi 1:arratore ita iano a venire. In...r.e_altà,poiché la sua solu- qua e là le episodiche presenze. Esaminerò invece l'unico vero, grande « scar-
zwne era 10 larga misura artefatta:; al.tempo stesso individual~e ~' che, rispetto a quella tradizione, in questo periodo si determina: le Con-
narratore italianQ. a venire s itrovò davanti in una forma diversa e do- fessioni di un italianodi I olito Nievo. Nievo era un giovane d'ori,inenQ:-
v · volta a risolverla in un mo o iverso: ran , e fa- ile o e vissuto e ro · - · li della pemsola, fra a Lom-
ticosa, .12eculiaritàdel narrare ita iano modeL110... bardia, il Veneto e il Friuli, di ardenti spiriti patrigttici e repubblicani. Nato
ILproblema della «verità», invece, Manzoni lo ris~a nel~a Padova, nel 1859 fu tra i Cacciatori delle Alpi di Giuseppe Ga-
«~. Ahra soluzione ingegnosa, ma non duratura. 1n questo Manzoni ribaldi e l'anno dopo partecipò a)la spedizione dei Mille. Nel 1861, mentre
era sembrato a.ttingere piu direttamente alle espeti0nze enrqpee preceden- riportava da Palermo a Napoli i documenti amministrativi della missione,
ti. Ma di Walter Scott aveva subito criticato l'uso disinvolto e fantastico scomparveJo rnare nel nanfragiq del vapore «Ercole».
della storia. P anzoni la distinzione « ·one» e «storia» dove- I cosi breve vi scrisse moltissimo: romanzi uattro), racconti, lette-
va invece restare. lla « ston » eteva la narrazione delle strutture on- re, riflessioni politiche. Le stesse on i di un italiano, - ung e, in qua-
drunentali del raccaut ersona i c e con re- si tutte le edizioni a stampa, circa mille pagine,"- costituiscono u~io
s~rticolavwo la svolgimento; l'«iovea~iort~, invece, ricamava sul- d'irvemione e di operosità. I primi abbozzi dell'opera risalgono alla fin.e
le.vicende e i caratteri dei.personaggi minori o semplicemente pili anon1lli de · "Ilavoro era già concluso nell'agosto 1858 (ma il lavoro di corre-
e bassi, pur sempre, però, in un quadro di compatibilità ambientali e di ve- zione si protrasse mo a l'autunno e o stesso anno). Ilromanzo, cosi
risimiglianze caratteriali. Naturalmente, nella concreta narrazione roman- com'era, viene lasciato li, e ' · uccessivi sono anni di randi even-
zesca dei Promessi sposi Manzoni qualche licenza se l'era presa: tuttavia ti nazionali,, nei 9Jla 1, come ho accennato, Nievo si butta a capo itto im-
l'equilibrio fra le varie parti era stato sostanzialmente mantenuto. Ma, as- petuosamente. Viene pubblicato so · i do o la morte dell' autÙre, nel
sumendo questa posizione, egli non s'era accorto di aver innescato una ve- 1867, e solo per le ins1sten;;e i Erminia Fua Fusinato, moe; 1e e poe a Ar-
ra e propria bomba a scoppio ritardato. Con il passar__.4egli anni, e con L:au.:: naldo e poetessa léì stessa, che ne aveva ricevuto il manoscritto da una'con-
mento progressivo da parte ~ di ua cetra rigorismo di pensiero sempre
p_iu_in~line alla sottigliezza e ~1~avilla: a Manzoni semhrò sempre meno pos- ' Su Nievo e in particolare sulle Confessionicfr. i numerosi studi di S. Romagnoli, in particola-
sibile il «compromesso» fra 1«mvenz10ne>>e la«sraria » teorizzato oeg:li,an- re Narratorie prosatoridel Romanticismo, in Storiadella letteraturaitaliana,diretta da E. Cecchi e N.
Sapegno, VIII. Dall'Ottocentoal Novecento,Milano 1968, pp. 100-44; P. v. MENGALDO,Appunti di
o.Tprecedeuri e abilmente praticato nel romanzo: e nella dissertazione Del letturasulle «Confessiorii»di Nievo, in «Rivista di letteratura italiana», II (1984), n. 3, pp. 465-518;
romanzo storico e, in genere,dei componimenti misti di storia e di invenzione, M. ALLEGRI,«Le confessionid'un italiano»di Ippoitto Nievo, in Letteraturaitaliana.Le Opere, III cit.,
del 1~0, arri~ a sost€mer~conciliabilità. Il suo silenzio narrativo e pp. 531-71 (conbibl.).
270 L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 271

fidente dell'autore, morta anche lei nel frattempo. L:editore - Felice Le. mente, la storia contemporanea diventa narrazione eve manzesco. Lo
Monnier di Firenze, ne cambia prudenzialmente il titolo in èon,fmioni di dice con c iarezza, m a e pnme attute ell' opera, il narratore-protago-
utl._!!_ttuagenari9-i meno esposto ai rigori della censura, e cosi il romanzo fu nista: «Io nacqui veneziano ai 18 ottobre del 1775, giorno dell'evangelista
not~ San Luca; e morrò per la grazia di Dio italiano quando lo vorrà quella Prov-
_Mi soff~rmo su _q1_1esti particolari e3terai della storia del~ perché videnza che governa misteriosamente il mondo. Ecco la morale della mia
essi, SQ!lO nvelaton m q~akhe modo df caratteristiche non marginali vita. E siccome questa morale non fui io ma i _tempiche l'hanno fatta, co-
d Il es o: autore g10vane, morto ane non in rado perciò ué_di si mi venne in mente che descrivere ingenuamente quest'azione dei tempi
' · se uire a ro ria es erienza a partenente a un'area sopra la vita d'un uomo potesse recare qualche utilità a coloro che da altri
geografi~o-let ·' art · to a uella, a ogm punto di vistà, tempi son destinati a sentire le conseguenze meno imperfette di quei primi
c . . sta fase la lotJ.?,bardafautore i u · · · ologi- influssi attuati».
~' quello democratico-repubblicano, c4:.s.tinatoa rimanere soc- Dunque: aat:abiografia e storia; e, naturalmente, p~dagogia come in
c 1 Ri or imento nazionale. In questo elenco di ca- Manzoni, ma io modo diverso da lui. Al centro della narrazione ~'è ora un
ra_tte~isi possono in?ividuare alcune elle c.Qodiziaw prelimiruu:i, che con- problema etico:p__olitico:la formazione ante litteram dell' «italiano», prima
tnbmrono _adeter1:1rnare..prngi@limi#, novità e ritardi deU'e~p@rimeom a~ra che si sia formata l'Italia (dell'intreccio fra questi due aspetti della
Innanzi tutto: ~o, - coerentemente con il suo titolo, - èJçrte- medesima questione è intessuto del resto il nostro Risorgimento, il nostro
~te autobiografico. E il.J?rotagonista che racconta: un uomo Carlino faticoso processo di unità nazionale, non solo politica e istituzionale, ma
Altoviti, nato nel 1775 a Venezia e cresciuto a Fratta, remota lo~alità del anche intellettuale e morale). Qui la distinzione rispetto alla prospettiva
Friuli, ripercorre la sua vita nell'anno del Signore 1858, quando lui ha ot- manzoniana è particolarmente forte. I ;si fede nieviana è laica, sebbene il
t.antat~e an~i (ed es_at~~mentequando Nievo scrive il suo romanzo; ma gli fantasma di questa misteriosa Provvidenza aleggi sull'intera narrazione,Ji-
~ vera e propria com..pa.rsain scena çl,iqneila «luce eterna e divina», a
avvemmen_tl narrati s mterrompono nel 1855). Fra il n75._e il 1855, - gli
ottant' anm, appunto, d_elracconto, - l~o, anche lui ardente cui Carlino Altoviti, nelle pagine finali, affida «la 'iY4 vita tremolante e che
patrio~a e r~pu_bblica~o come l'autore del libro, s'intreçcia con j principali sta ispegnersi». La moral!!, secondo Nievo, ha una radice naturale ma ~oi
avvemment1 di uell'mtricatissimo e trava liatissimo eriodo della storia l'educazione e l'esperienza la spingono verso elice esito ratico: l'eser-
italiana: g · i s razzi della vita no i iare e semifeudale neHe eampa.gne c1z10 ei uom e · · · ', a coscienza, il senso della giustizia, gli af-
vene . caduta della millenaria Repubb ica di Vene · , la nascita delle- fetti sinceri e appassionati, l'amor di patria.
...u..t""'......,w..1.J.J.i._l.l!><Wl!.!.l..L..i:l.!U.0Y.LJ~.k.lagg1a~n,e
a om ra dell'occhiuto e rapace pro- L'elemento storico e ~uello morale s'intrecciano poi con quello senti-
tetto~e ~rancese~ ~a ~agica della Repubblica partenopea, le--b:u- mentale e amoroso Le viC:nde pubbliche e pùsonali di Carlfoo Altoviti so-
straz10m e le umihaz1on1 dell Impero napoleonico..e-à€eUaR§taurazione.._k no cucite da un inesauribile filo rosso, che è ~e, - contrastato, con-
snera:1ze?presto_andate.in f~mo delle rivoluzioni del 1~, l'esilio a Lon- traddittorio, travagliato, - P.er una viva e appassionata figura di donna, la
dra, il ritorno m patna, 1 attesa confidente, nell'estrema vecchiezza e Pisana dei iochi infantili · arr,a, incostante, anche mol-
nell'abbraccio consolatorio degli affetti famigliari di una nuova e piu fe- to re iudic a enerosa mo ·fido, un vero modello
conda stagione di riscatto nazionale.,--, ideale di stampo romantico, quale potevano produrlo i sogni di un proba-
Dunque, anche in questo caso la stori'.iì,come nei Promessisposi, svolge bile misogino.
un ruolo centrale A@ll'inuenzjone romànzesca-italiana,Jna, com'è facile ca- Patria, risorgimento, storia ed eros, sentimento, passione si confondo-
pire dal sommario degli eventi, nonla storia del pa~sato, pensosamente rie- no in un grandioso viluppo, le cni coordinate, dopo le prime duecento pa-
vocata e interpretata, ma l(stonà-CI_ITpi-esenl'e;)la contempor~ei:à, ar- gine, quelle del «romanzo infantile», bellissime, non sempre risulraoa cbia-
dentemente vissuta e appass'iOiiatamente ripensita (storia picco a e storia . · tano il simulacro di un rande romanzo di formazio-
grar:ide?~eni~teso, int 7e~ciate insieme strettamente: ad esempio, le Con- n~ che invece non c'è. Non sarà i 1ci e capire dai nostri accenni che
Jesszonzdi Nievo condividono con Guerra e pace l'ambizioso tentativo di Nievo; aggirando il modello manzoniano, che pure è presente, r.isale-agli_ ar-
pres~ntar~ N_apoleone Buonaparte nei panni di un personaggio romanzesco, chetipi della narrativa itaHana settecentesca e agli spiriti patriottico-nazio-
nalistici, che l'avevano informata, iQmodo particolare Foscolo e le Ultime

---
le pnme il giovane e ardente generale delle due campagne di Italia, il se-
condo, l'Imp~rator_e ~r~og~nte e un po' in d~clino degli ultimi anni di pote- lettere di Jacopo Ortis (sebbene la figlJ,ta storico-politica di Foscolo sia un
re). L autobiografia e 11filtro attraverso cm, spontaneamente e obiettiva- paio di volte satireggiata nel corso delle Confessioni).Inoltre, «l'educazio-
272 L'accelerazione europea
Asor Rosa La storia del ,<romanzo italiano» 2 73

ne l@tteraria -ài-l:::Jievoè, .sostanzialmente, iu m o settecente ..!:s~--


~esc6, pitt forteroente inclinata al versante francese . . . c e non a la morte e dàlli una volta e dàllidue, s'era ridotto a tale che ad ogni mosca
quello italiano contemporaneo[ ... ], e affettivamente compromessa con l'ul- che ronzasse intorno alla Pisana sdilinquiva di paura»; oppure gonfio e an-
tima tradizione veneziana dei grandi memorialisti (Gozzi, Goldoni, Da Pon- tiquato: « Giulio sorrideva come chi crede forse ma non estima prezzo
te Casanova: e si dovrà tenere nel giusto conto che alcune di queste opere dell'opera lo sperare; s'era fatto soldato per morire non per guarire, e s'era
er~no disponibili solo in lingua francese)» (M. Allegri) Si agginng__a,- ov- tanto accostumato a quell'idea, che la menava innanzi allegramente, eco-
viamente, in questo quadro, - Rousseau, malto R:msse~u (J:2erl'impo~n- me Anacreonte s'incoronava di rose coll'un piede nel sepolcro». So d'esse-
za che nelle Confessioni assumono la componente mfaor1Je, la forma stessa re troppo severo con quest'opera che si fa amare per il suo ingenuo e tra-
della sperimentazione narrativa, l'imp6rtanza attribnita all'educaziop,e S!.._n- scinante trasporto, per l'immensa quantità di espedienti narrativi sorpren-
~e del protagonista e di alcuni dei personaggi maggiori circostanti). dentemente innovativi rispetto alla compostezza chiesastica dei Promessi
Verrebbe voglia di dire: come volevasi dimostrare, sulla base delle valuta- sposi. Ma accentuo a bella posta il rigore della critica, affinché sia chiaro
zioni da me precedentemente espresse. Chinen si fa maA.zooiano, in que- per quali motivi, indipendentemente dalle circostanze esterne, senza dub-
sta fase, foscaleggia e alfiereggia ancora: e io qw::sta--pressochéopb!igata dj- bio non favorevoli, le Confessionidi un italia110«non» avrebbero potuto t!:).p-
-vttricazione,sta tuttoil destina del romanza italiano primottocentesco, il presentar@ ua nt1ovo inizio per la narrativa romanzesca italiana moderna
quale, quando vuol ~e f?l~
in tutto moderno di Manzgµi, ri~iu~andçme m__R sola no interessante esperimento laterale. Quando il cammino ripren-
de. riprende dal confronto, e dallo scontro, oou l'opzione manzoniana.
l'~one e tornando al passato, tIDJ.s.ç_e, nonostante le brillantissime pre-
messe, per esser meno moderno, e piu all' anti~a, di !ui.. . . . .
Vero è ·a mente iduce le dimension1 tradizionali del ti-
tano italico a uel ' ·' · · ri e dimesse del suo rata · 6. Gli anni del romanzo6 •
itaìTan qua siasi; ~RiG~~ t
stingue anzitutto r
~:!~.,
13 :
o ell'eroe tr~ izionale, Cj1rlino si d\-
. » (M. Allegn) Ma a.g_,ntrastare 91:;Le- Qt1~1lifra il 18.19-80 e il rgoo-9D..LSOno,grosso modo, i venti anni del-
sta felice intuizione si levarìc g · · · · · · dalla struttura narrativa romanzo italiano (dove «romanzo» e «italiano», invece di essere come in
passato i termini solo apparentemente convergenti di una diade conflittua-
e~a. Il romanzo, soprattutto tiella seconda_par~e, d~l~a fu~a. ~
le, vanno presi ambedue nel loro senso piu rigoroso: vero romanzo e auten-
protagonista a Milano in poi, è costellato _dauna giolt~tudme ?1 1_ovem1ro1-
tico italiano). Nel mezzo, frn il _t~JJ.Jativo incompiuto e misconosciuto di Ip-
g~ di ginnt11Lenarrative non realizzat~ si direbbe eh~ polito Nievo e qu~~, trionfale stagione,. ci sono gli esperimenti, in-
il .filOVaneNievo sia cosi sopraf\at~ dal r?rnaozesco pre~ente nella, realta teressanti, ma parziali, dei post-manzoniani e çlei proto-re~lis.ti e.proto-
italiana contemporan@a danon nusc1te a filtrarlo letteran.runente.. L ecces-, d.ecadenti, due categorie, queste, meno op_posiriveio oarrJ!tiva dLg_uap_t_a_non
so d[~yventuraso e di immaginario, che c'è nella storia italiana con~o-
appaia in PO$!Sia:i Rovani, gli Afrigl-gLi Boito, i Tarchem.J Dossi, i .Faldel-
r~n.ea.,_travolge le debcl_i difese dell'esordiente scrittore e con la propria la, i Praga. E il medesimo perioda in@i_ttionfa quel tipico r:accento musi-
ipontanea, incontrollabile inverisimiglianza, travasata di peso nel testo, ren- cak che è l'opera (Verdi, Donizetti, Bellini), u~variantLpossi-
de inverisimile anche la narrazione (si ricordi, invece, la sorvegliatezza qua- bili del piu classico narrativo italiano:dm modo tutto nostro di es_prirrwxeil
si pedantesca del Manzoni a questo proposito). roroaozes.c._o,passando per il bel canto e non per la pagina scritta (argomen-
Ma il.punto su cuila posizione di Nievo è più debole è..quello della lin- to ancora tutto da studiare da questo punto di vista). Si assa al <,rom~I!_z_o
g_ua(ovviamente). ui un'intuizione quasi eniale: la linguaaer:ro- el,l_ro~» vero e propri<>~_quandosi verifi_çaJJ.Q.akuneç_ 1zioni, c e cer-
manzo non dovrebbe esser que a e narratore ma quella e protagomsta cherò di~intanto si tratta di vedere se, quanto alla qualità e al-
medesimo, Carlino, il personaggio <,medio», l' «eroe comu~», di cui ab- le dimensioni dei prodotti, la mia affermazione iniziale sia sostenibile.
biamo parlato, il quale~- lo dichiara in esordio - intende «cfos.crt;~e-
~te» la propria storia (aio~.,)lmit~ndo il piu possibile ~'artific~o let- • Sulle problematiche relative alla narrativa dei decenni Settanta-Novanta del secolo XIX, cfr. A.
terarioL Ma come descrive Carlino, qual è la sua lingua? La hngua di Car- ASOR ROSA, «I Mahvoglia» di Giovanni Vergae Le avventuredi Pinocchio.Storiadi un burattinodi Car-
lin; è quella di un individuo italiano di buona cultura, che continua a lo Collodi,in ID., Genusitalicum cit., pp. 409-549 e 551-618; G. ZACCARIA, «Cuore» di Edmondo de
Amicis, in Letteraturaitaliana.Le Opere, III cit., pp. 981-roo7: G. RAGONE, «Il piacere»di Gabriele
pensare con gli stereotipi pressoché indelebi~i di :1n'edu,cazione P:evalen- d'Annunzio, ibid., pp. roo9-66. Cfr. inoltre: R. BlGAZZI, I coloridel vero. Vent'anni di narrativa(r86o-
temente classicistica e retorica alle spalle. Gh capita cosi spesso d1~re r88o), Pisa 1969 (ed. accresciuta, Pisa 1978); R#UPERINI, Pessimismoe verismo in Giovanni Verga,
in modo sciatto e colloquiale: « Il povero giovine stava sempre fra la vita e Padova 1968 (nuova ed. Padova 1982); G. MAZZACURATI, Stagionidell'Apocalisse.Ve'l(a,Pirandello,
Svevo, Torino 1998.
2 74 L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 2 75

Mi baso su di un dQPpio elenco di autori e di oper~.JJer autori. intendo cadente, nna variante ben precisa, - non un nuovo tipo, intendo dire, - del
quei~' per i quali, anché quando il rQ.tllfillZOnon rappresenta l'uni- romanzo europeo contemporaneo.~' - ho voluto intenzional-
ca forma della loro attività, costituisce tuttavia una scelta fondameQtale, mente ~ottolineare quest'aspetto, - è un uomo di questa stagione, anche
un asse della r_ig;r_ç_aestremamente caratterizzante, una vera e propria vo- anagraficamente, come si può vedere. Questo non significa che la Coscien-
c~ressiva. So]lo (tra parentesi la data di nascita per segnare con «il, trent'anni piu tardi, nonvada mille miglia p~ di questo clima: m.a
maggiore evidenza il passaggio delle generazioni: al loro interno, sostan- significa che la Coscienzanou._tlpuò intendere, ~nza tener presente gue-
zialmente due): Luigi Capuana (1839), Giovanni Verga (1840), Mario :Pra- ~to clima originarig. P~ndello è presente ovviamente e~
tesi e Antonio Fogazzaro (1842), Ernilio ne Marchi (1851), Matilde Serao ~. quello d'esordio: poUe cose cambierauvo rapidamente anche per
(1856), Federico De Roberto e Italo Svevo (1861), Gabriele D'Annunzio lui. Però, qwtlche anno piu tar:di, uu romanzo come Liecchieigiav.am(1909;
(1863), Luigi Pirandello (1867). Le opere, una ventina di romanzi, desti- in volume 1913) sta a testimoniare guanto l'eredità della stagione natur:i.-
nati a segnare indelebilmente lapoziQne stessa di «romanzo italiano»: Gia- listica fosse ancora viva in lui (e la sua abbondant1ss1mae felléTs-simapro-
cinta di Capuana (1879); I.J!-alavogliadi Verga e Malombra di Fogazzaro duzione novellistica continua a provarlo anche molto piu avanti).
(1881); L'eredità di Pratesi (1889); Daniele Cortis di Fogazzaro (1885); Il lll:t:imaosservazione di carattere generale: n~e, al
cappello del prete di De Marchi (1887); Mastro-don Gesualdo di Verga ell p~ di boa fra un secolo e l' alrta, ~ichi una brusca caduta ctelia
piacere di D'Annunzio (1889); Demetrio Pianelli di De Marchi (1890); Il· pr.odu..zionestricto sensu romanzesca. Vedremo p[uavanti":-- -- - .
paese di Cuccagnadi Serao (1890); Una vita di Svevo (1892); Arabella di De Allora, in cosa consiste . · tità del «rom italiano» nel mo-
Marchi (1892) e Il trionfo della morte di D'Annunzio (r 894); I Vic_erédi De_ ~n cui.J;i.a-fcnotnowa isolatçi_ ed @pisadico,.:.damanifestaz~èlla
Roberto (1894); Il mondo di Dolcetta di Pratesi e Piccolo mondo antico di ~à creatrice, di~» ampiamente ricono-
Fogazzaro (1895); Le vergini delle rocce di D'Annunzio (1895); Giacomo sciuto e praticata, con un pnbbliccu:e~tbr,~Qlentecli_giassae un'accoglien-
l'idealista di De Marchi (1897); SetJ.ilitàdi Svevo (1898); Il fuoco di D'An- za editoriale sempre piu convinta e sistematica ?La risposta a me sembra
nunzio (1900); Il marchesedi Roccaverdinadi Capuana, Suor Giovanna del- ovvia: l'adozione di un modella narrativo, quello realistico - naturalistico,
la Crocedi Serao, L'esclusa di Pirandello (1901). che se ra incarn 'idea sa oderno romanz inteso come stru-
A me sembrano due liste formidabili. La sincronicità di taluni fenome- qienta di rappresentazione e insieme~scenza 0
'"' ·~+ ++~
0
e di un
ni colpisce. Ad esempio, spesso non si pef1:sa_cheMastro-donGesualdo e Il criteriç:iyllleneutico para::sdentiflco e di 11uasolida, corposa, concretis~i-
piac son si nello stesso anno, e che solo due anni dividono_j'enil#d ma funzione immaginativa. L'egeniauia di questo modcllo_è,ilfrnttQ inne-
(apparso prima) da Il fuoco (apparso opo . Questa impressione di un' estre- gabile della dipendenzacte]J_acultura letteraria i.t.alianain questa fase da_al.
ma ricchezzJU)umenta..se alla.produzione .romanzesca affianchiamo la_pro- t~ culture letterarie europee~rticofo.re q11eilafraucestY.Del resto, il
d'u:"zionenovellistica, che in ge~_t:reaccom~agna i Qfriadi di trionfa del ro- r~ajismo-naturalismo è il ttarro dornioante della cultur.aletteraria europea
n:ianzo..conuna vera e propria flotta cii im areazioni minori: Vita deictJ.m- in campo narrativo in g_µestidecen.Pi: l'.adeguamento dei letterati italiani
pi (1880) e Nouefle nisticang (1883) di Verga, Le appassionate(1893) e Le non fu che u~er liberarsi dalle ristrettezz~proviuciali pre.ced.erusi,
paesane (1894) di Capuana; le prose documentario-sociologiche del Ventre attingendo ad un universo europeo. Come è stato detto piu volte, - anche
di Napoli (1884) di Serao (accanto a tanta altra produzione della stessa na- questa è un'ovvietà, ma non è detto che le ovvietà non contengano qual-
tura); L.enovelle-.Jel!nPeççaw(1902) di D'Annunzio. Ancora: in_questutes- cosa di vero, - f.ta cultura dd realismo e romanzo esiste all'ini.;_iQ_JJ.D,.j,n" -~
si_anni escono Le avventure di Pinocchio (1883) di Carlo Collodi e Cuore ocindibile nesso. Possiamo dire che il.nesso cominciò a funzionare anche in
(f886) di Edmondo De Amicis: roman_1:iJuigeneris,o cos'altro, anche lo- ~ anche in Italia, per molteplici motivi, i~wali-
ro? Infine, per completare un quiéfro;la cui ricchezza non cessa di stupire, rese minare. Come ho già detto, l~ue§tion~ del romanzo è spes-
le Rime nuove e le Odi Barbaredi Giosue Cardu · sono rispettivamente del SQ jn Italia una grande ~i~e: anche questavOifa ne abbiamo
.r.B~_del _18:fFS-9 e yrica.e_e_iCanti di Caste/vecchiodi Giovanni Pa- una piena conferma .
sf9li_deLi~. Io giudico questo periodo una :(ase.dj2rande serietà intellettuale,,_hn-
Altre osservazioni a1margini dei due cataloghi. Non si possono non ve- ta sulla ricerca dei tradizionali mali italici e sul t!;Utativo di farvi fronte
dere le differenze, ovviamente, che passano fra D'Annunzio e gli wtQ.tl_piu (non a trettanto m p · · a, dove·tnveCe ilfailim~~to prog;essivo della Si-
schietti del verismo (CaJ?.uana,Verga, De Roberto). Ma tipologicamente i nistra storica doveva portare a una <ii.varicazionecrescente fra ceto intel-
suoi romanzi ricadon,9_glffole categorie fondamentali del naturalismo A~- lettuale e ceto politico, foriero delle lacerazioni successive). Il principio di
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 277

serietà, per esempio, pQrta.da.Jm..lato ad un'esperienza di conoscenza dgo- dizione manzoniana scompaiono formalmente di scena, soppiantati da que-
rosa della realtà italiana contemporanea nelle sue molteplici facce e d.filbtl- sti piu corposi e robusti rappresentanti della razza lavoratrice, anche se qua
tr..o alla volontà di liberarsi il pi 11possibile dai molteplici lacciuali dcltindi- e là sguardi e movenze di Lucia e di Renzo riemergono dalle forme piu spic-
vidualismo italiano. l romanzieri di questo periodo P.raticano un sistemati- ciative della tipologia veristica). essendoci in Italia una · :i,.;rengo-
'vidualismo: il tentativo di portare in ri · · iano_ i nu.faori il I omhardo-Veneto (De Mare 1, ogazzaro , laToscana (Pratesi,
2rotagonisti de e oro storie, mentre oro si ntlravano il piu possibile l,e- Collodi), l~bmzza e una Roma precocemente in..,çri.si,già non piu capita-
.J:to Iéquinte. In questo c'è un elemento etico, oltre che letterario, c:fil:_de- le, senza esserlo mai stata (D'Annunzio), e soprattutto la Sicilia, ribollen-
ve non poco, oltre che alia:-paetica del natuÌalismQ, a quel<<principio del te di energie (Capuana, Verga, De Roberto: Pirandello). E, Gal punto di vi-
.__.;;:..reali · ti .misto di moralità e di.at- sva socio-culturale, la nobiltà_:tlolenta e corrotta del Sud (Capuana, De Ro-
titudi.ni coooscitive, che ebbe anch'esso una grande influenza sui nostri berto), una piccola e media borghe~çpra _in lotta _per la propria
scrittori (in particolare, Luigi Capuana). sopravvivenza (De Marchi), l'infimo roletariato e I orghesia pro_Jllicta.-
L'.;i)rragrande punto di riferimento in questa fase è il problema dell'iden- ti_aemergente (Verga), il contadiname toscano ratesi), il groviglio sociale
tit~n::izionale A Risorgimento concluso, - l'unità politica italiana è conse- napoletano (Serao), il gto-eolto, raffinato eJ;orro_tto__,_di.nna-c.gpitaleeuro-
guita nel 1870-71, - s'impone con brutale evidenza la debolezza ormai se- p.ea,restata città di provincia, Roma_(D'Annunzio). Insomma, l~!!!}itiuiel
colare di una coscienza nazionale unitaria. Ora, è tutt'altro che indifferen- verismQ.italiaoo. ua sua autenticità.L---comistono nella_suapoliedricità e
te ai finì J~r;:;~-ostro discorso sul romanzo la constatazione che, nel corso fr~: f~9Iiii-e~~y_a_.e.di.debolezza ~_
dell'ultima fase del processo risorgimentale, Popzione cattolico-liberale per- t~orica e culturale. Venute meno alcune condizioni di fondo, i!Jom~-
da__h:i_suaegemonia, in conseguenza anche dell'intolleran~, cieca Q.t2129Si- c~nteso allo stadio puro, nel senso piu rigoroso del termine,
zione_.ool Papatp -;i moto unitarkl_,_e le si sostituim:.i un credo scientistico- - t essere in Italia er cuni decenni rma d'espressione -
posi.!i.v~he d'altra parte rappresenta anch'esso un trait d'union di gran- sica, che scorre sotto terra e riemerg~quando riemerge, so o m situazioni
de forza con la contemporanea situazione intellettuale europea. Per ora, e di particolare crisi. Il romanzo, ' · ella «~-:.
fino alle soglie del Novecento, ideologia DftZianale unit~ria e cultura posi- tiY.a». qui. inltalia. ddla rottura.degli sEbemidominantb_ e a percezione
tivista marciano di comune accordoJl realeè il fond:.im.enJ:Qsul quale co- profonda, non risolta, di un rapporto assolutamente diseguale fra lo scrit-
str.11irela nuova identità nazionale E il romanzo ne costituisce, in questo tore e il mondo circostante.
breve volgere di anni, uno strumento fondamentale, anche se indiretto . .]. Scendendo ancor piu nei particolari. Il moè@ilo piu dassico del genere
p@dagogismo cattolico-liberale è battuto in !g_\lq,redel principio s~5ondo cui roman2esco di-&ttlillpo..realistico-naturalistico, - una_ vicenda fortemente
-7 non c'è alcun ben~_seD,za un pieno dispiegamento del vero. s uenziale presenza di un gruppo di protagonisti_ o di
un.protagonista dominan~mbizione di rappresentare il piu fedelmente
Questo il quadro generale. Entrando di piu nei particolari, farei le se- possibile unQ...s.quardo della realtà contempor~a (c'è storia solo se con-
guenti osservazioni. In tutti i manuali si trova scritto che ncl. v.erismo ita- temporanea), - ~_presente uniformemente in molte delle opere sopra elen-
4auo,- variante locale del naturalismo europeo, - il,.pun&ip.iQ_dellaiiper- cate: ad esempio, Mastro-don Gesualdo, Il marchese di Roccaverdina, Il pia-
sonalità è piu tem erato che e...cheJ.14-~nafumo_e il camuna ismo cere, Piccolo mondo antico, I Viceré: diverse ma affini. Tralascio di ap-
p ono su 'opzione letteraria unitaria. E vero. Anche dal punto di vi- profondire la questione di Cuore e di Pinocchio, che aprirebbe, come ho già
sta teorico (L. Capuana) la rigida applicazione de) canone zoliano del «r.o- accennato, un interrogativo di fondo sulla compattezza del quadro dise-
manzo sperimentale» viene :attenuata daltinf!JJ.wza idealistica ç:lel~- gnato (in che modo libri per bambini possono essere inseriti in un ragiona-
so;i:o>,desanctisiano, inteso come adeguata (e moderata) coerenza della for- mento storiografico di questa portata? che razza di libri sono questi libri,
ma alla cosa. che pure vanno annoverati fra i risultati piu straordinari di questo perio-
Dal punto di vista delle tem,ati-ehe-,-inoltre, la JJerità e la-setietà._c;kll.a.ri- do?: sono interrogativi, che vorrei approfondire in altra sede); e mi limito
c~, fuse insieme, impongano che il..m..t11~E,ZO ~-;..es~~!_Ui:1_1:~tà. a risollevare il caso Verg::J,,_a~zi,piu esattamente, iJcaso Malavoglia. _QJ:a., I
italiana nei moi aspetti dominanti, che erano aJlora la provincia,. mend10- ~alavoglia sono senz'ombra di dubbio i~_~l-~_gr_Q...dell'ing:ro periodo, an-
nale o settentrionale, a seconda dei casi, e, assai piu spesso che in passato, _z1,sono un capolavoro assoluto, mentre Mastro-don Gesualdo, bellissimo ro-
i ceti proletari, subalterni, emergenti per la_p.rima~a..come_Q~<:>!,~_gQillS.t.i manzo, a me sembra rientrare di piu nella norma (opinione discutibile, lo
di racconto da un secolare oblio storico e intellettuale (gli «umili» della tra- so, ma dal punto di vista formale e strutturale abbastanza fondata). Ora,
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 2 79

un capolavoro assoluto come I Malavogliaè il romanzo che sLdiscgsta-di:-pi.u conto~la nuda descrizione degli eventi e dei persooaggiJ'autore_si solle-
dalla norma allora dominante, anzi, d to i vista a- ~«pQesJa delle cose,;~a del lirism,o puro, come è stato detto, sulle or-
k.,.rappresenta una proposta romanzesca ~e nuova e origiuAda sem- me, quasi, di Giacomo Leopardi.
brare un unicum: tanto sembra un unicum, che in effetti lo è restato. Vediamo la questione della lingua. Per la prima voltaJ1ella nostra sto-
Ho svolto piu volte altrove questo ragionamento, non vorrei qui ripe- ria, dopo molti secoli, i~o naturalista ado.ttuma_lingua media, ~
terlo per intero. Mi limiterò a queste osser:7azio1_1i.~iovan1_1i Y~ nell_a metà fra il parlato e il letterario, che ris=~ella lezione manz~n~a_nama
sua lunga e incerta carriera di narratore, p .. . . . . 9-~1- l~e-formalizz.a_e la cle-istituzionalizzi:i, f an~no stm rneiìiafI' us~-
s.ti_ciso~mi, aveva f_gtQ sulla via d:l romanzo tprn _1tenta~1v1 poss!Q_illm mune (veicolo, a sua volta, d'unpiu ampio rapporto con il pubblico). La.Un-
quegli anni: il« tino» storko-tom.aa.uco (Amore e patria, per 1 appunto, I car- g'ùadtl Malwoglia va anch'essa in questa direzion.e.ma..s.'.ar1:~ e si
bonaridellamontagna, Sulle lagune);il ,,ti:po»,sentimentale e larmoyant(Una deforma sotto la spinra di una carica espressiQ_nistica molto piu fo.rj:_çche
peccatricee Storiadi una capinera);iG.,tipo » scapigli~to ..e.pre-decad~nJe (E~a! negli altri romanzi contemporanei. In breve, si potrebbe dire che ,all'ecce-
Tigre reale, Eros). Riesce a s erare uesta f vam e ~si~tiv1 ,;ionalità della situazione e de]punta di vista corrispandUlO-l-~ceziòruilità,
sol~ ~uando, nella secon a metà eg 1 anni Settanta, mette in fusionectue la capacità trasgressiva e inventiva del linguaggio, in una direzione, anche
fatJ1 ; ~o diversi fra loro,__chein lui si combinano miracolosamente,~- in questo c~so, 2iu poetica che realistica.
~ robust~ architettura teor~ca: l' i?ne entusiastica Infine. E notabile che, nel romanzo naturalista italian~ lll.laricerca del
dei princi~tivi del~hsmo ejd natura,1si:i~; e la mcof?er:-3-, .o~~e- vero sia sempre congiunto un senso tragico dell'esistenza. E un dato che fa
mente 1mmagmativa e fantastica, d_eJ_ mondo d or_1g.ine~provmc1~ s1~1Jia,. riflettere. Mentre in filosofia e inpolitjça il positivismo si muove verso.un
~no, noi:i da v1:mo, c011:elm no:1 s1 sta~ca m~1d1 ~o~- orizzonte prògressista, n~J.a ricerca letteraria conoscere e rappr:esentarela
tolineare. L~e narrativa d&Ula!lte dai modelli europei lo ~ini- realtà portano iney'#aoilinente ad una.conclusione sconvolgentemente ne-
zialmente a tentare di coUocne le sue pi11 m.igiQ.ali_s~rte all'interno di ~tiva: Ma/ombra, L'eredità, Mastro-donGesualdo, Il piacere, I Viceré, Una
UJlO.s.c.bemaevoluzionistico rigoroso: l)dea del «Ciclo,.d.ei...vinti», tenden- vita; Il marchesedi Roccaverdina ... La legge scientifica. che regge la vita
zialmente composto di cinque romanzi, I Malavoglia,Mastro-donGesualdo, umana.,.sLttasforma io una condanna intollerabile, in un vero e proprio ca-
La duchessadi Leyra, L'onorevole Scipioni, L'uomo di lusso, Ofillli!l~Lqu~- pestro, da.cui solo la morte, spesso, involontaria o procurata, è in grado di
li devev.aaffrontai:e e rappresentare un di,1eno livello cklla.sc~fa_sociale, n- operare DM liberaaiene. Q~comune predispasi~diventa nei Mala-
sponde a questa esigenza. È fin troppo facile notare che Verga si ferma al vo~a cosi.ante trag~a: finisce per coincidere con la legge.stessa dell' esi-
secondo, come se lo schema evoluzionistico-naturalistico fosse una struttu- stenza umana. che in uesto cas · en al di là_ciel normale-ressuto
ra sovrapposta a un diverso e piu autentico ordine_ dell'i~~aginazione. I~ J:QJil~!l~~o d'impianto naturalistico e si entra ne a singolarità di un caso
mio ragionamento, dunque, è semplice: I Mala~costltmscono da o~m unico, irripetibile. ·
punto di vista u · · · . fr . . orma: :-~~~a co1p: Insomma, si direbbe che· «romanzo italiano», non appena entra in2,ce-
_cide, appunto, con questa somma di scel~ ~he p_re_s_ç_mq_9n9 d~Jle r_~~olepm na. ne esce: o erché la su · · or e, pm istituzionale, .è.de-
c~è:el naturali~mo emapeo_e_p.e:t~mo, nella misura mcm m que- sti.nata ad entrare in conflitto con un mutamento brusco delle condi~oni
sta fase, come ho detto, se ne può parlare, italiano. Nel mondo popo;are ~i- storico-cuitur@li Circostanti (come accadrà solo qualche anno piu avanti); p
ciliano i otagonismo» dei ers~è.obiettivamente çareote: viene in p~hé le sueespressiaoi ph\ alte arrivano a superare il genere ste~so in quan-
prllll9_Q~no 1 · parlanti, - stilisticamente, la cosiddetta «co- to istituzione, trascendono l'esperienza comune _Rerporsi in quella chiave
ralità». Il-punto-di ::vistadello sçrittore, invece di es _rime;ne l_a_ natura su- d1. eccez10ra
· l'1ta,' ~ e non puoar' f sq10 1a, pere h'e non e' 1m1ta
· · bil e. Q ues t o e'
periore, çlemiurgica, tende a coinci ere con quel~-sttot um1lt per~nag- vero, senza dubbio, per tutti i grandi capolavori della narrativa europea con-
gi_:_pili~~di una spersonalizz_azio~ver.s~J' alt?,. si p_otrebbe p~rlare di u~~ temporanea, ma nel caso dei Malavogliaè vero un po' di piu. Ciò significa,
siggolanss1ma-;;i~ente eccezionale identificazione ~erso 11b..as.sçi. J2hl se non erro, che la stabilizzazione del genere romanzo non si raggiunge in
che aa uno schema ~oluthro_g~11.9g_i:i-Afr~_!~~~m.Qra nspo_n~e~e ad uno Italia neanche nel momento della sua maggior fortuna. ~
svolgimento cj_~o: se ignorassimo che a Verga sfuggiva q1;1alsiasipresup-
posto e anticipazione di «pensiero negativo», potremmo dire che lo scrit-
tore con la storia dei Malavoglia,descrive un «eterno tit9-I!!2»· NQ!:J.9stan-
te le' preoccupazioni r~ch~_è infatti altissima la carica simbolica de~c-
Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 281
280 L'accelerazione europea

sll:eop~re, producendo effet~i: ~he sembrano ~onsequenziali con quelli de-


gli altri ~ue. ~~n trovo perc10 mcoerent~ ragionarne insieme con gli altri.
7. Riso e lacrime7 • La m1~tesi e la ~eguente. Il decadentismo, pur presentando alcuni fon-
da~entah ~onnotat1 comuni,_ s·. a t~ . ·, diversamente nei -~g~esi ~o-
Non c'è alcun dubbio che la,.caduta d tra ic -ver , _p~1..In_Ital:a ess_o,:--a~cantoa1 filoni pm francamente i ealistici, spirituali-
naturalmente, la messa in crisi del positivismo, l'offensiva idealistica, la tra:- st1c~~ :rraz1onal~~t:c1,ne ~nnovera uno _ancorafortemente influenzato dal
vcl.~ortùna deUrammentism.o in tutte le sue forme (vocianesimo, mo-
positiv~s?J?, - P11UDpartt~olare dal ragionamento scientista e psicolo.gis_ta
ralismo, avanguardismo), assestano un colpo all'egemonia del genere rp- el pos1t1v1smo.Svevo e Pirandello sonoJ)!!.!'_età..Jormazione,convinzioni,
manzo-In questa fase, - primi due decenni del sec'Olo.,:;: _sLdirebkGhe il ~m e pos1t1v1smo. n oro l~__matyrazjone e l'età (che non sono da tra-
rQUlanzo rinasca iu.Jorma nuova soprattutto ad_çp.eta delle scrittrici, che scurare: llju lo/atlzaPascalè sc~itto da Pirandello dopo i trentacinque anni,
irrompono prepotentemente, dopo una lunga preparazione, sulla scena let- La co~czenza~z.Ze~oda Svevo intorno ai sessanta) non li portano mai ad a.b-
teraria italiana: Una donna di S.ibillaA.leramo è del 1906; Elias Portolu, Ce- b~c1ar@ o,l?m10mpurame~~e _idealistiche, ma a quella che io chiamo una
nere, L'edera, Canne al vento di Gr~ia De!egda, rispettivamente del r903, c~.dall.'._intern~ de~ po_s1~1v1smo: noa carrosiane sarcastica, per cosi di-
1904, 1906, 1913. Ma su questo torneremo. re, cktfondamenti ob1ett1v1del reale e della conoscenza, che restano tali
E tuttavia, proprio in que,sto periodo, in cui )e condizioni generali sem- ma ~om~ u?puro sc~eletro di nozioni e di percezioni, dLcui invece, con os~
brerebbero meno favorevoli, per quelle misteriose combinazioni di forze, sess1v~ms1stenza, s1roves~iano s~stema_tica1;1ente j) seosa, la portata e gli
che sembrano tipiche della realtà culturale italiana, ~ ap- e~fett1..D~l resto,_ a?che gh auton, ~ cm ess1 appoggiavano le loro parziali
paiono due deL.romanzi italiani piu significativi del tjoveceQ__tg_;_J]_fJJ.Mat- nvol:1zi~~i, - e cio: ~:rgso~ J?er P1randello, _Freud per Svevo, - si er~no
Luigi Pirandello (1904) e [,a coccienw__
ti.a_Ea.sJ;Jl]__gi dLZ.ma-d.i.Jtalo S.Y~vo !l)oss~,pm~he ~1:-1 c~te id~alis!1co. su _que~od1 un!!__p_iu attenta e, a rigor di
(1923). termm~, sc1ent1ftcamvesti~~zione de1 dati delE&.e, piu propriamente del-
Può darsi che 1?singolarità delle due o ere sia colle ata-.ai-tratti.molto la cos~1enza, attr~vers~ cl:1 il reale è guardato e viene filtrato. Se poi i ri-
p~.J1icolaridella storia, umana e mte ettuale, dei loro autori, i quali, come sultati delle l~ro nfless101:1~o~portavano il mettere in crisi le ingenue cer-
si suol dire, venivano da lontano e con le vicende piu immediate del-lero tezze della sc1~nza material1st1ca precedente, questo poteva non voler dire
t~appotto ..meno dir_etto, meno coinvolgente, della mag- aff_att~che essi fossero meno scientifici dei loro precedessori. Es.si,- come
gior parte dei loro contemporanei piu giovani. Ambedue, per dirla sempli- poi! Pirandello e ~".evo, - non avevano fatto che gufildate cosa c'era sotto
cemente, s~ ..DJ~: basti pensare, ad esempio, ~i o dietro la superficie delle ç.9~ che spesso il senso nascosto'7ì
Q~ct~ un fenomeno, il çrociaoesimo, senso prorondo, CQP.ttaddicevae smentiva que@_ap~arent; )
che in quegli anni, invece, si espandeva a macchia d'olio. Questa singola- L'osservazione, del resto, è tutt'altro che sorpren ente. 1grande avan-
riJ:.àumana e intellettuale, e questa sostanziale ~~engono zamento della ~u.ltura novecentesca europea avviene, secondo me, su que-
anche ad uno scrittore come Carlo Emilio_Ga.dda, l'altro grande..r_gmanzie- sto te:ren? squisita?1e~te epistemologico, sia che si tratti di fisica o di psi-
re ..d_el_~pur cosi lontano :anagrnfic_~mentee culturalmente d;Iprimi cologia, d1 arte o d1 scienze sociali (Durkheim è piu vicino a Musil che a
due (era nato nel 1893 e la sua fQi:_mazioueletteraria si svolse sostanzial- Comte).
mente dopo laçonclusione della prima_guega mondiale). Anche in Gadda 1~ue roma~zi i~ que~tione hanno in comune questo c;arattere decisivo:
la singolarità umana e intellettuale si riflette nell'estrema singolarità delle che rimettono m d1s~uss10neil sens~de_l!e cose. ~S!() -~--llfllIBSSa.s&!o fon-
damentale nel_)astarrn_del r~manzo 1tahano,-anche se _perla verità PQ._çl1I~F
~ora se n_<:_~vv1dero e h segmron<:_i sulla stessa strada. Il cambiamento cioè
7 Sulla materia di questo paragrafo è un classico (peraltro non sempre condivisibile) G. DEBENE- C:.~!_!!lrale. Il romanza o~o è pii'.irapp_~~ntazione-::CU-re_altà-..È..~~pr.e:~
DETTI, Il romanzo del Novecento, Milano 1971. Su Pirandello cfr. G. MACCHIA, Pirandelloo la stanza
della tortura,Milano 1981; su Svevo sono importanti gli studi di M. LAVAGETTO, in modo particolare smta~19ne de!lo scartoche, sistematicamente,~ verifica tra la realtà - spes-
L'impiegato Schmitz e altri saggisu Svevo, Torino 1975, e Svevo e la crisi del romanzo europeo, in A. so s?lo presu1:ta in questo cont~sto, come si può capire, - e l'ide~tità,Ja
ASOR ROSA (a cura di), Letteraturaitalianadel Novecento.Bilanciodi un secolo, Torino 2000, pp. 245- ston~, la co~c1enz~?el pr?tago~1sta. Questo stesso risultato si poteva otte-
267; su Gadda cfr. G. c. ROSCIONI, La disarmoniaprestabilita.Studiosu Gadda, Torino 1969 (nuova
ed. accresciuta, ivi 1975); E. MANZOTTI, «La cognizionedel dolore»di Carlo Emilio Gadda, in Lette- nere m tanti modi: infatti, lo s1è ottenuto in tanti modi diversi in ambito
raturaitaliana.Le Opere, diretta da A. Asor Rosa, IV.2. Il Novecento.La ricercaletteraria,Torino 1996, ~ur?peo: a!11-ericano(si pensi a Tho~s Mann, aJames, a Musi!) I] mad_o_ ..
pp. 201-337; c. SEGRE, Le tre rivoluzionidi CarloEmilio Gadda, in ASOR ROSA (a cura di), Letteratura ztalzannd1 t 1roatcare lo scttrto -perpetuamente esistente fi:_::i_
i dati della realtà
italianadel Novecento cit., pp. 435-48.
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

e la coscienza (anzi, le coscienze: la coscienza dello scrittore, quella del pro- re..caroe Pover'Uomo: anche questo è uno stereotipo del romanzo italiano
tagonista e, se si vuole, anche quella del lettore) è il riso Sulle t~ni di del riso). Mi sem~. asituazjone che si.Potrebbe ripeter~di pese per_Car-
questa~culiarità tutta italiana si potrebbe ragionare a lungo. U.n'ipot'èSt lo Emilio.Gm;Ld o · uale, tuttavia, s'arriva agli anni Trenta e poi fino
minimalista e · · ·· · · · onessero in quel momento e oltre la metà del Novecento: segno che l'intreccio di riso e lacrime è una
de)Je strutture sufficienti, - il contesto, l'ambiente, a cultura, la prepara- condizione strutturale del romanzo italiano del Novecento o, per lo meno,
zione psicologica, - ner rendere totalmente sul serio il.9Lqi__bjamento e, per di quello che si sottrae agli schermi della produzione letteraria corrente, an-
dirlo, dt:wno...coglierne la dup icità, la · ia e insieme quella ~omica. che se elevata.
Uo..'.iporesipi11beney__olaè che~ni,.cresciuti all'interno~di
una tradizione di secolare smaliziatezza, colgar10 contemporaneamente i Co_nil romanzo italiano moderno, - e come tali leggo i due romanzi di
regi e ir ·· '· azione: 9_pita spesso, in Italia, eh@di frente ai Svevo e Pirandello, - entrano in campo prepotentemente nella nostra nar-
gran 1 mutamenti culturali euruptll'intellettuale sia portato ad assumere rativa ategorie, strettamente iQY?3;teatatefra_lorn,che sono l:.in~!!._U_u_-
mia.tteggiaroeota scettico, ridutth!.o:tanto si sa dove va a parare tutta que- di e anche inerzia e l'indi ercy~a:stona i parole, che potrebbe diventare
st'ansia di nuovo. storia di uomini e 1 cose. La macchina romanzesca, sQQs.tando..ilJ>untodi
Come che sia, ecco, fenomenologicamente, i tratti piu significativi del- vista dall'esservazione cleUarealtà all'osserlmzione dellJu_carto fra farealtà
la nuova esperienza romanzesca italiana nei primi vent'anni del Novecen- eJa coscienza, richiede ,nuovi tipi umani· nuovi tipi umani, ~e condi-
to. In Italia il romanzo v · · - · · · 1€~~ocia nelkirag~dia; _quello zioni di quella scissione si presentino allo stiidio pili {2Uf.Q,Il titolo origina-
ca ne a commedia (in almeno un caso, quello di Pirandello, nel sen- rio del primo romanzo di Svevo, Una vita, era Un inetto: ma anche Mattia
so piu letterale dertermine: già nella «macchina» romanzesca del Fu Mat- Pascal (e lo si è troppo poco notato) è un inetto. Lo dice lui stesso di sé (e
tia Pascal c'è qualcosa di oscuro che preme per andare in scena). L~ rivela- per giunta in esordio, come condizione fondativa di tutto il racconto che se-
zione di una realtà piu profonda, ç_hesta dietro lecos.e,.ec~i;a una dispera- gue): «Ero inetto a tutto» . Non parliamo di Zeno. Solo se si è inetti, cioè
z~nta prafonda_dei limitLdella conoscenza.e dell'agire umanìcne, da prh~i di o~n.ii:apacit0i divenE-Y11?t!al ~n~_gius~g}i:re
un certo momento in poi, n~ può pteo,kn: davvero sul se.rio, si può agm espenenza. La-~guenza dell «]t}.(!t11tudine»sulptanopratzco el mn-
soltanto riderne (o sorriderne). E come se lo scrittore italiano, consumato differenza» (decisamente p1u visibile in Svevo che in Pirandello). Di «iner-
ormai totalmente il titanismo originario, arrivi alla maturità solo scopren- zia» (equivalente di «inettitudine») e d' «indifferenza» sono tramati tutti i
dosi pover'uomo, appena un poco piu in su, ma non diverso, dai personag- romanzi di Svevo. «Alfonso fu spaventato, ma dopo si senti soddisfatto di
gi assolutamente nmmali, anzi decisamente mediocri, del suo immaginario aver trovato il modo di dimostrare anche lui la sua indif/erenza» 8 ;«Da mol-
e dei suoi libri. D'Annunzio poteva ancora infilzare i suoi superuomini sul ti anni, dopo di avere pubblicato un romanzo lodatissimo dalla stampa cit-
letame fumante dei campi naturalistici. Ora, quasi improvvisamentel.~- tadina, egli [Emilio Brentani] non aveva fatto nulla, per inerzia, non per sfi-
lia,.cli.vent:a1a patria romanzesca di unJLtlliriade di poveracci.--che-n~()s- ducia»; «Io {Balli] non voglio approfittare del fatto che tu [Emilio] fingi in-
sonoavere una .stotia,.se non esibendo continuamente i limiti della propria differenza»9; la conclusione dell'opera, in cui !'«inerzia» diviene il frutto
condizione umana, psicologica. culturale. Al dedso abbassamento, non so- intellettuale, in qualche modo elevato, delle passate vicende e la cifra di-
ciologico ma ii5icologico ed esister1?J.~a~isti, stintiva della memoria: «Anni dopo [Emilio Brentani] s'incantò ad ammira-
- si pensi a Mattia Pascal e a Zeno Cosini, uomini piu che comuni e pro- re quel periodo della sua vita, ilpiuimportante, il piu luminoso. Ne visse co-
prio perciò, ma solo in un senso altamente paradossale, eccezionali, -..cor- me un vecchio del ricordo della gioventu. Nella sua mente di letterato ozio~
dwo1de l~edis:ic:r,izzf!~i~11eumoristica o grottesc_a_dei_mmtidi vista (an- so, Angiolina subf una metamorfosi strana. Conservò inalterata la sua
che i Gonzalo Pirobutirro, protagonista della Cognizione del dolore, ap- bellezza, ma acquistò anche tutte le qualità di Amalia che mori in lei una se-
partiene a questa famiglia). Non piu eroi, - non piu_g-~~' - non piu conda volta. Divenne triste, sconsolatamente inerte, ed ebbe l'occhio limpi-
drammi appassionati: ~a, 1mmed1canile, pietosa riscoperta cheJa do ed intellettuale» 10 • Nella Coscienzadi Zeno, detto del protagonista: «Nel-
vitau~e soffe~..edis.illusionie cbe perr.iò, piangeqdoue, la mia inerzia fui preso dal desiderio di rivedere Carla» e« Si capisce che, nel-
rim:Lsl può al tempo stessa che rukro.e, - e riderne, ~' signi- fa mia inerzia, la proposta di quell'attività in compagnia di un amico, mi fosse
fica ridere di sé, deLPrarago~ta come del Demiur.fil)_,_cioè dclr_A11tore,
8
strettamente implicato con le storie e i personaggi che racconta, e perciò I. SVEVO,Unavita (1892) [qui l'ed. in ID., Romanzi, a cura di M. Lavagetto, Torino 1993].
anclie..luitrascinato nel gorgo di_gll~ta mediocrizzazione assoluta (l'Auto- 'ID., Senilità(1898) [qui l'ed. in Romanzicit.;"';:ap.r, p. 330 e cap. XI, p. 453].
0
' Ibid., cap. XIV, p. 505.
Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»
L'accelerazione europea

lora ~i ridicolo come da] ridicolg può_scatellal't!JI dramma; o, come dice


simpatica» 11 (in ambedue i casi, espressi con il medesimo stilema, altamente Matt~~ stesso nel ~omanzo: «Mi vidi, in quell'istante, attore di una tragedia
indiretto, e cioé « nella mia inerzia», l' «inerzia», un'attitudine della psiche che pzu _buffanon_szSflrebbe-p_otuta immaginare»12 • Questo è I' «umorismo» p.i.-
intrinsecamente passiva e rinunciataria, è messa paradossalment~ alla base del contrario»; vale a dire ~e~
_f_andelhano: o~s1a, il....._«sent1ment?
di scelte passionali e di desideri, che sembrerebbero far parte d1_be~ altra st~anezze _e_lemcoerenze dell ano essere riportate ad u_t1,1.ta,
sfera della volizione umana: è, cioè, un'attitudine attiva e partec1pat1va, la ne conosc1t1va ne comportamentale, ma...dcliliano esser vissute e sòHerte)
vera fonte delle scelte (com'è del resto in tutta la storia di Zeno Cosini); d_et- n~]a Jo~o irrimediabile co°:traddittorietà. Mattia Pascal di fronte allo spec-
to della povera Ada, che rientra a Trieste dopo aver.tr~sc_orsou1; periodo'.di èhio: «1_0che non avevo p1~ pane, que! che_si ?ice pane, per il giorno ap-
cura a Bologna: « ... se [Guido] avesse guardata megho m faccia _lapovera presso, 10 con la barba tutta impastocchiata, il viso sgraffiato, grondantenon
donna si sarebbe accorto che invece che al nostro affetto essa veniva conse- sapevo an~orase di sangueo di lagrime,per il troppo ridere»0 • La çondizi9ne
gnata alla nostra indifferenza» (vn, p. 328). «Inettitudine», «in~r:ia», «in- ~r:µ~_d1 questa mancanza di certezze edi equilibrio è laperdita_delt1iden-
differenza» sono le categorie con cui l'Italia traduce e ammorb1d1s~- so- tl@,,_laf?rma to:almen:e inverata del «sentimento del contrario», questa
specie d1 allegoria medievale che racchiude il contenuto del romanzo. La
prattutto nel triestino Svevo, - la perentoria ipdica~iane musiliana deU'«;1Q-
chi1;1saè _sm?ccatamente manzoniana e tanto piu, perciò, ne fa risaltare le
mo~vz.a qualità»:il dispogliamento mitteleuropeo dt quanto nel p~otagorusta
antmom1e rispetto al celebre modello: «Abbiamo discusso a lungo insieme
è superfluo per àrrivare piu rigo~osam~nt~ all_'e~senz_a e ~a coscienza delle
su i casi miei, e spesso io gli ho dichiarato di non saper vedere che frutto se
cose. ~manqJ en~g.1a.5J.1-talistJ:Ga.d1
Ulne~, per q_ua~t? or-
ne possa cavare. - Intanto, questo, - egli mi dice: - che fuori della legge e
mai orientata anche questa all'astrazione assoluta: ~e invece ~a- fuori di quelle particolarità, liete o tristi che sieno per cui noi siamo noi
mento rifl~, la rinunci_!~~, a~:he q~ando assume an- caro signor Pascal, non è possibile vivere -. Ma io 'gli faccio osservare eh~
ch'essa natura contemplativa. Forse m Svevo, - e un 1potes1,- Schopenhauer n<?n~ano a~fat~orien_trato ~é nella legge, né nelle mie particolarità. Mia ma-
contava piu del Nietzsche musiliano,_ e forse, a guard~ bene, contava per- ghe e moglie d1 Pomino, e zo non sapreipropriodire ch'io mi sia»14.
sino piu della lezione freudiana, destinata a fungere pm che altro da cont~-
nitore della vicenda, - una specie di aggiornamento dell'espediente narrati- La dolorosa consapevolezza pirang~liana dell'irrimediabilità della sof-
vo del manoscritto manzoniano, rivisitato alla luce delle nuove conoscenze
ferenza umana,..-chepuò assuroe~il piu delle volte 1~petto -ai-ich'e:~so-;,~f-
scientifiche e psichiche. È appena il caso di sottolinea~e i~pes~ che le cate-
ferente, d~Lddicolo e del grottesco,_§i stempera nella Cosci~nzadi Zeno in
gorie dell' «inerzia» e dell' «indifferenza» avranno negli sviluppi d~lla narra-
u_nequanime, ininterrotto, in fondo pacificante atteggiamento ir~nico. La
tiva italiana successiva. Tuttavia, l' «indifferenza», questa ~mo-
mata fragorosa e dolente_drunina le giunture_pi(I profonde del FuM.•ia Pa-
v~in _S~vo ~una_--ea-t~a-de~ sp~ritoe i:na_forma della
scgj.. Nel flu_s3Cl _sv.e:\llano..della-{:oscienza...s~.attenua sottilmente il conflitto
qmos€-el1ZaJ in Mouvia s1 cartca di~, tJ ~QA_nota!!-mo 7aµ_;À1ve1;tapura-
con il reale, ancora cosi aspro in Pirandello: Zeno Cosini
mente e semplicemente u~ed~n~..,un
ajmite
yfm:~
~~1~ar~
etico, una banale riprovazioile.Qualcosa 01 mo to pm restrittivo e ~e
deye_p_fti_ttostoaf-
e fronteggiare le conti:a_dgiziQn.içQD se ste~o. ,Ma-le proprie in-
sufftc17nze, i propri limiti, la propria inettitudine, le proprie debolezze e
concetfoalmente limitato. ma!att1e (che sono altrettante forme dell'inettitudine), persino i propri do-
Il riso del Fu Mattia Pascalè_ilfrutto.&etto, immediato, di. una__o_p_~- lori, ~he non sono pochi, ZenoJi.sonr.eglia e li gover11a....Con que_st'~rma a
:aione conosc1t1va che nons'arresta al~J>al'_e:nza çlelle_cose. Co~'è la «v_e- d _10t~glio dello s irito che è l'ironia. Non dimentichiamo che per Sve-
tltà»? A questa domanda non è pru possibile dare una r1:3?ostau~:I'ir- v 'ir,o orma stilistica •· risil!_.L'ipocrisia, dunque, che a sua
ruziOne della so_gg_~t.ti.ri!à
nei meccanism~a è ~almente ~or- voltf!__e_la furm_a_.clomi.na.nriEJ2.P.9!:!i soci?Ji, istiga aru;h.'..essa-a-noftpren-
te da -scardinate qualsiasi certezza residu~ e, con ~acer~ezza ~~' der Ji:;_s_g_se:__t;qppo sul serio, a velare gli scontri,Ìé-ilisillusioni, i fallimenti,
_ilviver serent e sodd~sfatt_t,_che ne derivavano.
lu~nqnillità_ psi~<?l<?..s,ica, ~Q.l!.JJ.ll.a tinta attenuat(J....simile al colore che ha la mediocrità abituale ' an-
-- ·- - -·· -~·-. -- ·~
Quel che avviene ne11'ordme della c_on~scen~as1 v_enftc~~~
'

lo stessa roodo nel campo dell~s10nJ ..e dei sent.1.ID_el:lt!~~


12
L. PIRANDELLO,Il Fu Mattia Pascal(1904) [qui l'ed. a cura di G. Mazzacurati, Torino 1993,
· cap. v, p. 50].
111. SVEVO La coscienzadi Zeno (1923) [qui l'ed. a cura di M. Lavagetto, Torino 1990, - ora " Ibid., pp. 50-51. ,.,
14
anche in Roma~zi cit., - cap. vr, p. 183 e cap. vn, p. 749, da qui in poi citata direttamente nel te- Ibid., cap. xvrn, pp. 278-79.
sto con numero di capitolo e pagina fra parentesi tonde].
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

zi l~o~ vita. L'inettitudine, sia pure involontariamente, porta cardare tutto quello che noi uomini dalla vita si è aspettato, per vederla tan-
~e, e
quando ci si aFrh a eHi_plaea,soddisfatti di to strana da arrivare alla conclusione che forse l'uomo vi è stato messo den-
questo curioso bene negativo, che la nostra stessa incapacità di agire e di tro per errore e che non vi appartiene» (vu, p. 335-36). «Tanto bizzarro»,
decidere ci ha elargito. Per rendersene conto basta seguire le strane evolu- «tanto strana»: ma lj_nadeguatezza non viene dal confronto con le circo-
zioni attraverso cui Zeno, dopo aver desiderato di sposare Ada e aver guar- stanze esteriori. V~nedall'interno: dal senrim · 'estraneità irri-
dato, in seguito al rifiuto di quella, all'altra sorella, Alberta, fi,nisce petfi: }!l~diabile, la cui angoscia può esseredomit¼at:asolo allQP.tanandola...~n o
~' Augusta, con cui non avrebbe mai pensato di farlo: che non ci siamotivo per esserne addolorati pui di tanto.
«Mi porse la mano paffutella ch'io quasi istintivamente baciai. Evidente-
mente non c'era piu la possibilità di fare altrimenti. Devo poi confessare Il milanese Carlo Emilio Gadda va ascritto d'onore a questa storia del
che in quel momento fui pervaso da una soddisfazione che m'allargò il pet- romanzo italiano moderno, che coniuga in maniera indissolubile il riso e le
to. Non avevo piu da risolvereniente,perché tutto erastato risolto. Questa era lacrime. È vero: siamo ormai fuori contesto: il positivismo, p.er Gadda,,è
la vera chiarezza» (v, p. 138). uJlija!va lontana, appena riconoscibile. Petò lo st:mtuffo scientifico agis_ç_e
Risuona, in questo tratto della coscienza di Zeno, l'eco delle parole con ancora forteme~e in lui,....senon altro perçhé, da ingegnere qual era, - in-
cui l'autore aveva definito la condizione psicologica di Emilio Brentani al- gegnere vero, - non gli riusci ~he_k_p..arole,, per quanto
la fine della sua parabola esistenziale: «Divenne triste, sconsolatamente libere e spropositate, risultavano ®,çorate :ad una realtà.fatta _çl1 dµr~ ,ma-
inerte, ed ebbe l'occhio limpido e intellettuale» 15 • E ritorna, in una specie teria, ad un reticolato sensibile, - e sentimentale, - di grande e spessa con-
di ~k2!È~ ddll;t~ferentism~, quan- cretezza. ~Il' am~te..prevalentemente e.s_tetizza?tee ~ormalista degl~ aD-
do, ad esempio, lo scrittore par a ~_a...i:~a della~ Carla di_fro.!!,te ni..Venti e renta; egli ca~ aile tcndrn~amrnan~ la preoccupaz10ne
all'ineluttabilità di certe condiziQ!}i qel reale: «Gli~cchi é si empirono di fortissima, quasi ossessiva, della costruzione linguistiè~_ililistiça, •a
lacrime; tutti erano colpevoli e nessuno, ma ella era stanca di esaminare se .fiaea una insoddisfazian.e tormen!9sa, nevrotica, senza fine. Ma, diversa-
stessa e gli altri; non voleva perdonare, non voleva condannare, la vita era mente dai suoi piu vicini compagni di cordata, rivers~o__gi mag-
quel che era, meglio accettarlache giudicarla,che la lasciassero in pace» 16 • gi~_ che anche manzonianatÌÌente potrebbero dirsi ~-
Tl ragionamento sulla vita ~m_me negli Ind~entrale--anc~.gd,. ~i_ dei romanzi abbiat10 ~ol_oqualche carattere costl-
la Coscienzadi Zena, ma allLcnpezza moralistica di quelli.sic.ontr.appone tutivo_e per jJ resto procecìano in~~lut_a li~ertà: La cognizionedel dolore
anche in questo caso di u ta. I/ senza, anzi l'inca- e Querpasticciacciobrutto de via Merulana.
pacità di giudizio, si subJlma.in una ..sorta. di.dis.incantata...<;nnt zi@e Di ambedue le opere la datazione è altamente significativa,segnala in-
d~a, una costruzione problematica e casuale, che._m:_s- dizi che vanno ben al di là del dato puramente documentario. J..aco.gnizio-
suno può essere in grado d,id.Qminare e orientare nel senso voluto. Il dolo- nc.Àel..dQ.im:!_fu pubblicata dapprima parzialmente a puntate sulla rivista
re c'è, e come, ma lo si può guardare solo attraverso il prisma distanziante «.Letteratura» fra il 1938 e il 1941; sglo dopo la guerra, ~e fu ripresa la com-
della bizzarria esistenziale. p~one, che approdò alla pubblicazione in valuroe nel 196.J; nel :t;.9JOo~
La parala...cbiave sveviana piY--importantein assoluto è.infatti <<.0rigj.na- compare una mmva edizione con alcune aggiunte. ~ppar-
l~originale»: essa ricorre continuamente nei momenti decisivi del ro- ve anch'esso su~»-· cinque puntat~ fra il 1946 e il 1947; do-
manzo. Grida Guido Speier: «La vita è ingiusta e dura!» Replica pacifico po una..prafoncla revisione ~isistemaz1one, usc1 m vo urne solo nel 1957.
Zeno: «La vita non è né brutta né bella, ma è originale!» (vn, p. 335). Piu C~ definitivamente dalla sua chiusa e çondusaiom-
avanti, di nuovo Guido: «La vita è difficile [... ] ed è un gran conforto per pattezza-;--aprendosi alla grande <!,gli sperimentalismi Qiii_audaci dt:11.at:!cer-
me di avere accanto un amico quale sei tu» (vn, p. 353). E Zeno: «La vita c.,µ@tterai:ianoveceQ1f:sca.Per afferrare meglio la portata dell'esperimento
non è difficile, ma molto originale» (ibid.). Piu distesamente: «Ma, piu che narrativo gaddiano ricorderò che, cl.al puntQ di vista delle idee_(: della cul-
ci pensavo, piu originale trovavo la vita. E non occorreva mica venire dal t_ura1- G~on esita a _r.ic}_liamarsi al grande ese~~io ro_aozonian~ \torna
di fuori per vederla messa insieme in un modo tanto bizzarro. Bastava ri- in ballo, dunque, anche il rapporto con la nostra prn lummosa trad1z10ne).
Masi tratta di u~ ormai dJ1llasquassante consapevolez-
za che il.mondo esterno (come vedremo) s'è lacerato ad un p11nto tale da
15
16
SVEVO, Senilità cit., cap. XIV, p. 505. n~nsentirne nessuna ricostruzione rovviden_we-;-::.•·dfqùalsiasi Prov-
A. MORAVIA, Gli indi/ferenti (1929) [qui !'ed. Milano 1964, cap. XVI, p. 342]. ,. · g ca s1 tratti, re igiosa, laica o semplicemente letteraria.
288 L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

Il guanto di sfidalanciato dall'autore all'incompiutezza del reale è cosi zalo~ è_mllecose, è negli altri"'La deformazione brutale» è un modo stili-
e~are di accogliere neUa stessa te~ll'o~ra t~le pnnc:i- stico di rapPJ:~_s.entare a.Ipastic&::-lin::-
veritariam""entetafe-realta. Jl...i:k.oiie
.o: se 1 reale è contraddittorio e in · to anche il romaniolo sarà, con- guistico-dialettale e a) genere poliziesco in Querpasticciacciosono, il primo,
traddittorio e incompiuto. la
a cognizionesia Quer pasticczacczo,infatti, un modo per accentuare la verità del)'approccio ~ il secondo, @ espedien-
ngn banno condusione, non «chiudono»: l'ultima parola è rinviata a fasi en · · · · , · · · una vera e ro ria indagine, questa
ulteriori della scrittura, quasi che ajla...cGllrruzioq.e_ armonica ed-equilibrata caotica, squassata e squassante realtà circostante o»
e teleologica d<lle parti subentri una paziente ma disperata futica di Sisifç>, GJ!.dda perviene a un paradossale n::cupern di realismo, medel resto r_i-_
un work ad in/initum, e inse ue (e cela l~y~riJ}Li.!lun s~m~to dell'es- compare ogni qualvolta compare nelromanza novec@nteiì~oitaliano, uu ten-
sere (e del racconto), d~inato acy ere semgre, incessantemente, oltreTul" t.ativo di mimesi linguis~ Pier Paolo Pasolin_i,infatti, lo leggerà in code-
tima parola effettivamente depositata nel testo. s modo, ancorandovi l'esperimento c:1eisuoi «romanzi romani», Ragazzi
In quel tanto che si può raccontare del reale, tra un inizio problemati- di vita e na vita violenta, vo t1 pero anc essi, - quasi si trattasse di un nuo-
co e una conclusione che non c'è, G.adda la1è0Xasulla:lingua__çgmefosse k vo Moravia di fronte a un nuovo Svevo, - ad una specie di patetica rico-
mobile ~rgill~ da cui far scaturire, a rapidi colpi di pollice, ~- gnizione della assai piu elementare scissione che sta fra l'essere e le cose.
gian.t:estatuettia. Useremo, ~si perspicua ed esauriente della sua DJet~_di G;:idda c'è invece una vera tragedia, piu esattamen-
poetica, · iziali del Castellodi Udine (uscito nel 1934, ma il primo te ~a autobiografia». ~e coraggiosamente il
capitolo era già apparso nel fasc1co o 1 icembre 1931 della rivista «Sola- pathos deUa ~1tamottitudine dei nesstnevrotici e it::razional_i,
.che
ria»: segno che l'ingegnere Gadda antivedeva il proprio futuro con la pre- t~e, senza neanche tentare di spiegarli nédi giustificarli~.i di-
cisione di un meteorologo): « brutale def zione dei temi ~e. ll!"omal_IB>g.addi.@gèroJ!l~..alla strut-
che il destino s'è creduto di proponermi come formate cose ed obbieftf:co- turn~llo svolgimento ancora consequenziale degli_eventi (c'è una storia,
me paragrafi immoti della sapiente sua legge»17 • «~ deformazione» ci sono ~i e c'è un protagonista, i fatti si dispongono lungo una
vuol dire, tradotta in termini linguistico-stilistici, due co~a.rocco~_e serie sequenziale abbastanza logica, ecc. ecc.); ma...teruiea trasformarsi in
«gt()_ttesco»(parole squisitamente gaddiane), che tuttavia, a stretto rigor di llilll,clamorosa negazione del romanzo guanto aHe modalità conoscitive e
termim, ·non sono il frutto oolle scelte letterarie e narrative ~per- sintetiche tradizionali del genere. Con Gadda entriamo in una no mansTand,
ché « all:>~~_g~f!O già nelle co§..e,nelle singole trovate di una fenomenologia a che sarà difficile per chiunque continuare a frequentare.
noi esterna». Questo rappresenta un convincimento fondamentale in Gad-
da. Il «sentimento c:!~l~on_trari<?» pirandelliano e l'~C?I!g_tnJilità>UYeviaJ1-a
!~l.;;igiano il posto al « grottesco» gacfcITano~·nquale altro non è che il...mn::_ 8. Il <<romanzo
normale»".
' v· cimento eh · orti nelle sue cervellotiche rocedure e nei suoi
,i comportamenti disf~colpa del dolore che noi__neproviamo, - e o~ Fra-i primi anni Ven!i__~la fine de_glianni S~ti.l!-ntas'impone in Italia
lore che noi ne proviamo, non senza però, anche in questo caso, sganasciarci quello che io chiamo il «romanzo normale». Per «romanzo normale» in-
di folli risate di fronte a questo pazzo spettacolo. Sempre Gadda in prima tendo la.coof111enza di diverse coJe insieme. Il «romanzo normale» per me
persona: «La ossessione di Gonzalo non sembra avere per limite, per pun- è ~!! testQ narr~bastanza lungo e complesso da non esaurirsi in un
to di deflagrazione, un "delirio interpretativo della realtà" o un sogno gra- s9!2~"l:1ntoo te~ raccon~ una storia oJ>iustorie, c.on..atte__ggi.am_enJ:2
fon-
tuito alla don Quijote: nasce e discende invece "dagli altri", procede dagli damentalmente consegue~ (JzTol~gico e filo cronologico, cQ!legati fra
altrui errori di giudizio e dalle altrui, singole o collettive, carenze di conte-
gno sociale. Ha per origine, ed elegge quindi a sua cible polemica, la follia
e la cretineria "degli altri" [... ]. In Gonzalo vige ed opera una continua cri- "La critica relativa alla materia di questo paragrafo richiederebbe un elenco di saggi riguar-
danti ognuno degli autori chiamati in causa, troppo lungo da farsi e dispersivo: indicherò dunque
tica della dissocialità altrui: la quale raggiunge ben piu grave fattispecie che soltanto alcuni punti di riferimento essenziali. Oltre a DEBENEDETII, Il romanzodel Novecentocit .,
non raggiunga la sua» 18 • Interessante, anzi interessantissimo:-4! follia, sy- di, cfr. M. CORTI, Il viaggiotestuale.Le ideologiee le strutturesemiotiche,Torino 1978; c. GARBOLI,
c~~e..ndla..mente e__n_ella.eo.s.cienz.a
di Gon, Scrittise,vili, Torino 1989; A. ASOR ROSA, Un altroNovecento,Firenze 1999 (parte III). Per le que-
stioni relative alla narrativa delle donne, cfr. M. ZANCAN, Il doppio itinerariodella scrittura.La don-
na nella tradizioneletterariaitaliana, Torino r998. Sulla narrativa ispirata alla Resistenza cfr. A.
17
c. E. GADDA, Il castellodi Udine (1934) [qui !'ed. Torino r973, p. 13]. ASOR ROSA, L'epopeatragicadi un popolononguerrit!Fo, in Storiad'Italia. XVIII. Gue"a e pace, a cu-
18
ID., La cognizionedel dolore(r938-4r e 1963) [qui !'ed. Torino r987, pp. 489-91]. ra di W. Barberis, Torino 2002, pp. 839-918.
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

JRFQ;gli eventuali flashback s'inseriscono organicamente in questa trama); questa storia. In ordine approssimativamente cronologico: Deledda Ale-
1llìun pratagonis.ta, o pi 11protagonisti~iu o meno ele- ramo, Tozzi, Cicognani, Pea, Alvaro, Bacchelli, Bontempelli, Moravi~, Pa-
vato c!i..P.~rsonaggi.Gene!_aJrne::nte · «romanzo nor ale» attin e lazz~schi, Be7nari,_Vittorini, Silane, Cialente, Banti, De Céspedes, Bel-
maginario necess · · · e cks_crit_tivo; ·' QIL!!_ç:cade lonc1, Buzzat1, Jovme, Brancati, Pavese, Manzini, Morante, Masino, Ro-
per esempio, Il deserto dei Tartaridi Dino Buzzati, del 1940), t@tos~ trat- mano, Pratolini, Viganò, Bassani, Ginzburg, Ortese, Pasolini, Calvino,
ta l'astrazione metafisica€ simbolic~fosse realistica e vera (e il gio- Cassala, D'Arrigo, Lagorio, Tornasi di Lampedusa, Rea, La Capria, Testo-
~ la hnz10ne del racconto, consistono proprio in questo).lnqiialche mq- ri, Volponi, Bianchini, Ottieri, Arpino, Parise, Mastronardi Arbasino Scia-
do, il «romanzo normale», almeno in Italia, c:.o.mQOt-ta semp_r.e...un..quahe scia, Malerba, Sanvitale, Consolo, Siciliano, Maraini, V~ssalli, Co;delli,
ritorno all'indietro· al natJJ!'filism-9_<:__i;_ç_alismo
eui~ravia), al veri- Tabucchi, Cerami, Del Giudice. A questi va aggiunto, ovviamente il nome
smo italiano (Tozzi), p · o alla tradizione manzoniana dda). In tem- di Qadda. Di altri meno «normali» parlerò piu avanti.
pi di crescenti incredulità è 1 e ne eJ>QS~l_ilità della.__s_ç.rittHra E un bel gruppo. Ho usato la definizione di «to~et-
umana di d@scriv@r@ ~Qndo un criterio di verisimig.liaoza gli eventi, indi- to del termine: la «narrazione» costituisce infatti un ambito piu largo, che
viduali e collettivi, d.e!Jastoria, - storia con la minuscola, Storia con la maiu- ~ndrebbe investigato con altri criteri. In base a questo presuppostoJ1011ho
scola, spesso intrecciate fra loro (qualcosa di molto simile accadde nelle vi- w.clus~nella lista autori come I;andolfi o Savioio, che appartengono secondo
cende dei film italiani contemporanei, molti dei quali furono costruiti epos- me ali altra sfera. Altra avvertenza: «roroat1Z.Qnormale>> non è una--vaiuta-
sono essere letti come i romanzi coevi). Il realismo, però, che ali' origine era ziog~: nell'elenco delle opere riferibili a questa lista di autori ci so•
il frutto di una scelta ideologicamente preformata e in qualche modo pole- no opere bellissime. Fra le altre, Il podere di Tozzi, Le sorelleMaterassidi
mica, diventa ora lo stn.1m@ntocon cui il narratore si adegua alla necessità Palazzeschi, Cortilea Cleopatradi Cialente, Artemisia di Banti, Nessunotor-
prioritaria di.dare una buona descrizign.e_.d_clla.r.ealtà contemporanea ita- na indietro e Quadernoproibito di De Céspedes, La luna e i falò di Pavese,
liana: è l'ado~ ttn linguaggio pi(i o-tIIBn&-oonmfl~e La sparvieradi Manzini, L'isola di Arturo di Morante,.Lessicofamigliare di
parlano i lettori colti di una fase_st.Qricain .cuiiLmercato editoriale è-in Ginzburg, Memorialedi Volponi (oltre alle opere di Gadda e a quelle di Cal-
espanstQD_~ e si può raccontare il mo~90, do ad alcuni fondam_~gtali vino, e ad altre meno canoniche, sulle quali torneremo). «Romanzo nor-
sçb_emiinterpretativi, ad alcune riconosciu_tecoqy.e_n.~igm gwsttche su cui male» è soltanto, come ho cercato di spiegare, ~ar~ ri-
(piu o meno, ripeto) c'è accordo. La diversità deUe poetiche, che pure di SJ?~-t. che con l'uso si è imgosta edè stata sempre
tanto in tanto si ripresenta, non incide sostanzialmente - secondo me - su p1u facilmente accettata. Alberto Moravia, ad esempio, è per me, piu che
qllilsto tremLcomun~le....cr4Lo, a seconda dei casi, l~iversità si collocano, un grande romanziere, un grande facitore del «tipo»: si spiega, piu che con
come vedremo, ai margini o alla «conclusione» del sistema. le esigenze e le problematiche della scrittura, con· le esigenze e le proble-
In_guesti sessant'anni, - potremmo dire con terminologia economica, - matiche della richiesta (ciò che invece non si potrebbe dire di Pavese o di
il.romanzo in Italia si.stabilizza:.diventa un genere univer.s.almen-te-ricono- Ginzburg o di Calvino o di Morante).
sgyt_o, intrattiene rapporti bilaterali con i lettori, ~_!!1grado di guardare Tenendo conto di queste avvertenze, dall'elenco di nomi e da quello, piu
all'Euroea (rilevante è l'influenza di Proust) e al monda (glfsé:rifrori statu- implicito, dei titoli, si possono ricavare altre considerazioni. In questa fase
nitensi otto-novecenteschi) senza complessi di inferiorità. E una delle voci il:-r?manz~ i~aliano t_endf:,piu ~e in passato, ~erso il centro~Jtlçuaj stereo-
fondamentali della coscienza nazionale contemporanea. I suoi autori lo usa- tJp1 n~at'-:1 sa~~ <l1ffus1 un po ovunque. Anche la cJj~i-2-!!C'.! g~ografi-
no, - il piu delle volte consapevolmente e intenzionalmente, - in funzione ca_deg~ scntt~n.e--abbastanza~anime: se li dividiamo in quattro fonda-
maieutica rispetto a molti dei problemi che l'Italia di volta in volta si po- mentali gruppi (settentrionali, toscani, romani e meridionali), si può vedere
ne. Ilromanzo, dunque, in questa fase è raç;conto e interpretazione cli-si" che si tratta di insiemi pressoché equivalenti (con una prevalenza in questa
tuazioni, eventbJigure.,_che pres,e1.1J.ano., secondo i suoi autori, Ul)...alt(Jli- fase, per me molto significativa, di settentrionali). L'azione unificante di al-
,wTJo:al signifi~azione generale.-~ ripeto, ~n racconta..multiplQ~ insieme CllD.\importanti centri culturali_,_- in particolare, Torino, Milano, Firenze,
un'articolata, articolatissima in!erpret11z_i9ne .dell'Italia-eontemporanea. Roma, e per un piu breve periodo anche Napoli, - a~ul ro-
Voglio ribadire che il mio ragionamento si conclude con la fine degli an- manzo italiano del Novecento: e forse si potrebbe tentare anche un ragio-
ni Settanta: poi comincia un'altra storia, piu difficile da riordinare. Den- namento su cosa significa un «romanzo italiano - torinese» (Pavese Calvi-
tro questo limite cronologico ho stilato un elenco di nomi, necessariamen- no, Ginzburg, Arpino, ecc.), un «romapzo italiano - fiorentino» (Palazze-
schi, Pratolini), un «romanzo italiano - romano» (Moravia, Morante,
te incompleto, che tuttavia dà il senso della complessità e della ricchezza di
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 2 93

Pasolini Cerami) un «romanzo italiano - napoletano» (Bernari, Ortese, La tendono a crescere nel corso del Novecento e, nel periodo in questione
'
Capria, Rea), ecc.' ecc. Azione n.nificant:,ellanno~ie.g.uwostamentl
----1~----1-. 1· . (1920-80), arrivano a stabilizzarsi, a diventarunch'essi «~
d_~!i~d'~e a c~h~ti.fu~~rnli_I?iuaffer~e-~- Partir.ei da quest'ultima constatazione. Per un verso, la presenza cosi
st1g1osi:per esemp10, q tt rama . nah . 1-~ an- numerosa di scrittori di sesso femminile nel battaglione dei romanzieri ita-
ni, hanno lavorato a Roma (Deledda, Alvaro, Jovme, Brancat1) q__.a..MiLmo liani del Novecento rientra a pieno titolo nei fenomeni di «normalizzazio-
(Vittorini Consolo). Inoltre, quando si dice «centro cultura@, nella gran- ne» del genere. Man mano che cresce ]a paritàfra i sessi,.nonQ§tante l~..dif-
de maggi;ranza dei casi, · ice ·1 ento «mondo dell'edit · : l'i~- fu;cltà e i frequenti ritorni all'indietro, diventa «normale» che agli scritto•
rsezione tra m · · · a.un certo momento m ri di sesso maschile si affianchino scrittori di sesso femminile. Del resto, a
poi, diventa poderosa. Si pensi, i? m~do partico~are, ~ T~i lungo, questi ultimi pre.tesero d'esser giudicati per qu:mto di buono e di
e Feltrinelli a Milano, .a_Vallecch1 a Firenze, a..Eiaauà1 a Io~ Anche m nuovo avevano P.rodot&._non peua loro singolarità sessuak, e preferirono
questo caso si potrebbe dire, con un ragion_evole_margii:ied~ approssima~io- perciQchiamarsi «scrittori>>,nQ!l«scritt_rici»(Ginzburg e Morante, ad esem-
ne «romanziere di Mondadori», «romanziere d1 Feltrmelli», «romanziere pio), in segno di sfida contro una diversità spesso magari riconosciuta, ma
di Einaudi», ecc. È noto che oggi, ad esempio, i romanzi si possono fare an- evocata solo in funzione subalterna. Anche dal punto di vista della concre-
che in casa editrice. ta produzione romanzesca i segni dell · ersità non sono tal'
Tuttavia mentreilrnmaozo italiano del Novecen.to-wnde-sempredrpiu re · rio e. Come non si stanca
verso un ~ell~nale comune, che potrebbe a sua volta fare riferi- di ripetere da diversi anni a questa parte Marina Zancan, la piu autorevo-
~ento ih mo ti casi a modelli europei contemporanei, imQQrtanti restano le le osservatrice di questi fenomeni, il problema, se mai, è quello di ricostruire
particolarità regionali e locali. Questa, del resto, è e continua a essere, l'Ita- quadti__~to_1:iografici in cui )a pres~I_g~_QS>]:Lli~~ta
lia.-Seevero, come penso, che iLrnmanzo si sforza di essete \Hl- racsgnto a.imarginj, come è accaduto a lungo in tanta parte della critica di parte ma-
ti 1 · · m u ' · ata interpretazione dell'It . oranea, schile. ILquadro, cioè, dovrebbe essere s@~ esaminato nel suo insieme,
questo è vero perché gli autori continuano a 3:!}9areJl()_!'<?__~gt1ar~- per coglierne le molte e inaspettate ricchezze.
t:.u1:1:0-.ver.s.Q
le loro «patrie CLJJl'.igine»,almeno altrettanto importanti, alla Per un altro verso, però, è innegabile che questa cosi masslçcia occupa-
fine, di quella comune. Se di una significatività nazionale del romanzo it~- Z!9_!1e d~]JQspazio romaozesc~a parte della componente femminile~-
liano novecentesco si può parlare, se ne può parlare solo nel senso che il ta .quakh~novità sostanziale all'interno del quadro, - novità s.pecifica,Jn-
complesso degli sguardi romanzeschi, il mosaico dei molti pun~ist~i tendo dired come si suol precisare, ili «genere». A me pare, banalmente,
ricompone in un quadro complessivo, che propr~o per :10 e altan:iente :7~r.1- che le romanziere siano P.Ortatricidi una iu accentuata e cora iosa tema-
tiero e significativo: la Sardegna della Deledda, il Po d1 Bacchelh, la Sicilia tizzazione .della «soggettività». I romanzo i Si · a Aleramo, Una donna,
di Vittorini e Brancati la Firenze di Pratolini, le Langhe di Pavese, la Ro- recoce anzi precocissimo nel percorso storico-·del romanzo novecentesco
ma di Moravia di Mo;ante e di Pasolini, la Torino di Ginzburg e di Arpi- 1 06 , CQgJ._F!l;!.e5attamente un2E_e~azionedel genere: fa rrii:1.te]'la...rom:mze-
no, il Veneto ~rofondo di Parise, la provi~cia_lombarda cl~Mast~o':~di, l_a ~ella propria vita individuale reale~e al tempo stess0 iiecoglie pretesto
Milano di Testori, la Toscana di Palazzesch1, d1 Cassola e di Manz1ru, 1Emi- g_erscrivere una storia di significazione generale~e non simbolica, certo
lia di Bassani. 4 questa moltiplicazion~~c!elk...~ematicl,ie_r.e.gkinali e locali mi. esemplare (come scrive Zancan, in quel libro muore Rina, - il vero nome del-
fatt~u:isal.ir..e.
l'uso anc?ra molto_~o deld1fle.tta, mtes~ c_oroeele'?e.nto la scrittrice, Rina Faccio, - e nasce Sibilla, - lo pseudonimo, da cui ella non
ulteriormente carattenzzante del realismo dell opera (Pasohru, Teston, Ma- si staccherà piu per tutta la vita). La m· · ' solo un te·
stronardi; anche i toscanismi, meno avvertibili, ma frequentissimi, di Pra- manuovo, un arricchimento dell'immaginario romanzesco: è_Q_n Eunto i v,i-
tolini e Cassola). sta, nno sguarth,idiverSo.Ji~Sl!~!t:! in .altrnm<;>c!_otgtto_il resto
del mondo, sia che si tratti di un intero universo femminile da descrivere in
Se torniamo all'elenco di autori precedentemente fornito, un'altra par- tutte le sue particolarità (Nessunotornaindietro,di De Céspedes), oppure di
ticolarità salta all'occhio: la presenza massiccia di autori di~o_femmini- un universo famigliare minuziosamente ricostruito dall'interno (Lessicofa-
le. Questo evento era stato ~tà dell'OttocenJo migliare,di Ginzburg), oppure di una storia di donna sola, riscattata dall'oblio
d~:,ittività.pionferis.ti_ca di alé"l!P-~.rg_manziere:
per esempio la ben nota Nee- . e rimessa sull'altare della Storia (Artemisia,di Banti, La Storia, di Morante).
ra (pseudonimo di Anna Zuccari), autrice d_isuccesso_,fra ~e.poche apprez- C'è UJ:itQlacli un bel romanzo di De Céspedes, che tematizza perfettamen-
zate da Benedetto Croce. Questi fenomeru, ancora 1Solat1m precedenza, te. questa
"~ nuova
..-·~·······----
••>'_____ z,,,
ottica: Dalla partedi r1949).
__.Si tratta in qllesto caso-per
2 94 L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 2 95

riprendere alcuni spunti precedenti, - di una vicenda «normale», co~p!:_o- dal princip~o alla_fine, e sia pure in tanti modi diversi fra loro, un'impor-
tagonisti « normali», vista però _çgn..gli.occhi della_w:otllgcmista~ p_on.dclp1:o- tanza dec1S1va.S1porre~be forse ipotizzare che il romanzo, nato come ge-
ti_wiili!_a:è questo, in un certo senso, ch~ne_determina lo svolgimento, l' ot- nere dell'avventura decisamente maschile, sia in procinto di diventare in
tica diversa rovoca un diverso scioglimento della vicenda, fino all'esito questa fase un genere prevalentemente femminile.
drammatico, che pro a i mente non Cl sare e stato, se lo sguardo dello
scrittore-scrittrice fosse stato orientato diversamente. 4,!Iletà circa del percorso .stork;p (anni Venti-Ottanta), che ho ipotizza-
Zancan osserva che, da questa predisposizione d'insieme, derivano du~ t~, s1c~a un ~nsioni grand.iQse.,. la seconda ~erra ~
con~InnAn,zi tutto, l'insistenza sn}tema indivi4_11a1e:~_ul d1ale,..che_mItalia_assume_yak11zeassaì particolari, in quanto s~a:I@.cadu-
~~to _i#vista soggettivo; tende a scardinare l'impiantg_tradiziQ!!filDiclxo- t~a, accompagnata _dallaResist ita dall · n-
~nzo: ]a narrazione diviene spesso «Jln insieme di frammenti», la fat:icosa daz10ne d1 un t1co. -L.L.l,l..W..14l.= nella sua vocazione di
r· · ·e arte di un'individualità ori inariamente franta che si rea- verità e di conoscenza, segu~ queste dram~atiche evoluzioni del-
l" raverso l'e · ·o e a scrittura, - s~rittura c e in questo modo tor- la~nazj9n~i dalla parte dclla ri-
ad ess 1 · · · · · eic::pJq_eJor- volta e della lott~_antifascista. Sano«scrittori_çbr.ili»molti dei romanzieri
-ma_dcl soggetto che si ritrova (per es., Quadernoproibito di De Céspedes, uomini e donne, della lista da me indicata: Moravia Vittorini Bernari D~
ma forse potremmo anche dire, venendo piu vicini a noi, Madre e figlia di Céspedes, Jo:7i~e, P_ave~e,Pratolini, Viganò, Ginzburg, Pasolini, Cal;ino,
Francesca Sanvitale). Su questa direzione di ricerca tornerò piu avanti. Cassola, Ott1en, Sciascia ... Attraverso l'impegno civile l'elaborazione ro-
D'altra parte, però, at.tra\lerso la rilettura e la ricostruzione di queste ma~zesca s'in!tecçia fortem~TI ..tema, e l'atteggiamento, __ della me-
~ invece di fermarsi alla singola vicenda individuale, le scrittri- ~- Sono sto eriodo cuni dei i' rmidabili «memorialisti» del-
ci ;gri.vanq fino a.,PI-etetldere..dirileggere dal loro punto di vista il contesto la..no_su:a tr.a_rl~!!ie~tera~ja· CarloLevi di Cristosi è fermato a Eboli r 945),
circostante e cosi, quasi inaspettatamente, direi, t.i_comparecome grandeje- confino politico e Mezzogiorno d'Italia; ];cimoL~i di Se questo è un uomo
~ la storia (lo stesso Lessicofamigliare di Ginzburg, Dallapar- (1947) e La tregua(1963), feroce persecuzione antisemitica del nazismo e
te di lei di De Céspedes, pressoché tutta la produzione di Bellonci, Le mo- (?locausto; ~o ~igoniStemdel Sergentenellaneve (1953), ritirata di Rus-
sche d'oro di Banti, ovviamente La Storia di Morante). Sipotrebh~definire sia e ?1artmo degli alpini. Sono libri straordjnarir3o c.uiJa novità della. co-
a.s.tr.gtamente questo come un ekimento di ritardo tispettQ a guel~9 prec~ struzione .letteraria, cheè rilevantissima, è tutta in funzione, - a me pare, -
~ piu in generale, in.co.ut.rQ!~ndenzarispetto al parallelo sviluppo de ~- Ci sono ajtri testi, invece, in cui il recupera del.-
romanzo italiano di parte maschile (si pensi alla concomitante evoluzione la memoria è tutt · u · ell'innovazione r nzesca. I risultati a mio
di Italo Calvino). S_ipuò forse spiegare cosi. GU~P:ittori-donne devono re- par_e~e. o s_convolgenti:~i assettirru;aan:i:eschi,anche quelli piu aggiornati
golare i c.onti con piu questioni di quante non ne debbono affrontare gli e :11c1m,ne _usult@Ototalmente smd.inati.~, - veri e pro-
sCrittori-uomini, che i conti con7a Sforia li avevano fatti, o pensavano di pri romanzi, su questo non v'è dubbio, - non assomiglia tuttavia a nessun
averli fatti, piu indietro. Al.tempo stesso, però, pe_rm.anenegli scrittori-don- alt;o ~omanzo italiano del tempo. Non si tratta di esprimere prefere~-
ne una persuasione piu vhra che il reale, - ad onta delle crescenti difficoltà sonali, che d'altra parte sono per quanto mi riguarda evidenti: si tratta di
ideologiche ed epistemologiche, - sia ancora descrivibile e rappresentabile. espri~ere 1:n giudizio su alcuni fenomeni letterari italiani, che, tanto per
N9.!L~.Jd!l.J;.aSO, secondo me, che ci sia una partecipazione femminile cosi cambiare, ~resenta~ fortemente asgressivi ris etto alla ·· '
sçru-saai movimenti d' avanguardi~contemporanei, anche per quel che ri- m o af ermatas1 e eh o., · ' con una immediatezza
guarda i fenomeni romanzeschi, di cui ci stiamo occupando: il_Gruppo 63, linguistica e esp va davvero sorprendente, ~vità, - novità radi-
ad esempio, è tutto rigorosamente maschile. nella composizione e, oserei cale, profonda e come tale percepita, - de 'e erienza com iuta.
dire, nelle tematiche e negli atteggiamenti mentali. Per questo si può dire . Mi riferisco ai ~i maestri {1964) dj I.1ugify.leneghe 9,Cui va attri-
secondo me che la pa.r_t~çipazionedegli scrittori-donne i.!ll~nologia bmto anche un bellissimo romanzo di ricordi paesani, libera nos a malo
del!aricerca romanzesca italiana contemporanea è quasi sempre altamente i. 1?63) e al ~iano _[ohnny(rg68, postum_o)di BePlle fe!g9_g]jo.I due li-
~ ~rimentale, ma q~si mai avangdadis::- llm:inci~io di realtà sembr~ bn sono molto d1vers1:ma, ad un impianto di discorso come il mio che ri-
va~n questo scorcio calante e m1 nio, - P.llle<le donne che per costruisce a grandi linee una secolare vicenda di genere, forse pos~ono ri-
gli uomini, e si può capire quanto questa «scelta di genere» conti per un s~ta~e ~i m~ggior ~ntere~se gli elemen_M' _comuni.A me pare che ~ str,gor-
«genere» come quello del romanzo, per il quale il «principio di realtà» ha, naneta dei due n 1 sia strettamente apcorat.a, :: giàTo
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 2 97

accennavo - · h~ aver vissuto. un'espetieu:i:-a tabile banalità, economicità, delia vita.t'~no ·o costruisce invece una m~-
stgordina;ia, assolutamente fuori del comune, ~ proba~ilmente, prop~i? china a valenze roulriple, nella quale l'uso frequente e mg ese serve, - in
per ciò, irripetibile. Si tratta della Resistenza: Res;~tenza m montag~, c1o_e direzione contraria al dialetto, - a impedire una localizzazione troppo re-
gg~rra aperta contro un nemico en?r~eme1;te _P1:tJ~orte, ?unque mcredt: strittiva, troppo folcloristica, dell'evento raccontato (ma dialetto ce n'è mol-
bilmente ris&osa, e infatti pkoa d1distruz1om e d1 l!lQ.ttl. Il.caratter~ d1 to, e in Fenoglio e in Meneghello). Ma in ambedue ritorn~, centrale, !'~a-
«libera sce)ta»Tcui.i_gue protagonisticontinuamente si richiamano, - quel- zione individualismo-avventura. ~ri, - quasi si trattasse di
lo che dice «i~» in Meneghello, dichiaratamente piu vicino alla radice au- una costante italica contiritÌanlente presente, - a tragedia è sempre tempe-
tobiografica dell'esperienza compiuta, J ohnr_iy~n F 7nogl~o?traspare1;te tra- rata dal riso (in Meneghello la cosa è ancor piu s1s · , ' ar-
sposizione autobiografica dell'autore, - costttmsce µ_ dec~s1vo_ass~e~1co-p~: te della sua continua riduzione del drammatico e dell'avventuroso alla ba-
.lgico delle due s~e:. «2~-~-~-~I2h~~s011~ dJ.leg1ov~mant1:11haru, usc1t1 nalità quotidiana della vita: questione di pudore anglo-veneto). luttavia,
drammaticamente non s1 sa come dalla storica putredme naz10nale, e ben la.Besist@n2a@ per loro, sul piano etico-politico, il punto alto di un te.nt.a-
intenzionati a far valere sul campo questa loro avventurosa e inesperta «di- tiuo di rinnovamento italiano e, sul piano esistenziale, il momento in caj_si
v ·t' ' eo alla formazione di ques i vista l' att~ p.Qté...fared@llapropria vita quel eh@si ti.teneva piu giusto. L.due autq_ri, -
tQ_g_i_fede politica, con cuirl~mu ~s: an ~cJ°'i.oscef,e·~-p~ non a rasa settentrionali, uno scrittore meridionale non avrebbe potuto far-
ne· tutt'e due sono pienii arorn1raz10ne per Jato co egicomu · lo mai, - i.Qgoducono nel romanzo italiano, ~~a nella _suasto-
;;e~suno dei due cede al fascino della milizia camunistn. Osserverò di sfug- ria (dopo Nievo, forse, ma nel suo caso sul piano del tentativo falhto).una
g11:à:che,mentre hrpat:temp:a:zia~omnnista al~a_Resistenza ~ stata fonda: componente epica ' · · e non italiana rs o · a forse sterniana
mentale, non esiste in Itali~,!Ll.QmaDZQ pa;1 1grnao..com.umsta:_fors~ ~h (la cultura letteraria inglese ha avuto per tutti e due una gran e importan-
esemplari che si avvicinano di piu a '.luesto_«t_1p_o»_, - ma c~n una hber~a m- za, altro aspetto comune molto significativo). Romanzi epici, in Italia non
dividuale sconfinata, - sono Il sentierodez nzdzdz ragnod1 Italo Calvmo e se n'era mai visti. I due, di cui stiamo parlando, per quella stretta connes-
L'Agnese va a morire di Renata Viganò. sione che esiste nel romanzo fra tematiche e forme, segnalano ~-
Questa è un'osservazione per me molto importante. VU';)Ldire, se no? k,.inconsueta. novità stil~tico-se~ tempo g_esso la P!_~enza pos-
è infondata c · to di vista che ·' damente ril~_ggela Res1- sibile-di un modo d'essere dell'identità italiana, anch'essa rara e'difficile
s.t@n~a,è qi;e.Ug chene scorge e · · te.re ~i.......<5_ti_yo
~!ic:iqt:Dazio- come quella soluzione stiHstièo:seì:rian:tica:uneroe italiano serio, au.tit;eto-
JJale», non quello che la pensa ~~o...,.nel_lungo ricq, capace di lotta, di rischio e gj sacrificio..-U~polagko, capa-
ç.amming della «rivoluzione 2r_oletaria ~~tale». Assodato,_ - cosa mver? -ee; appunto, d'essere un eroe romanzesco .di tipo epico. Appena emerso,
non difficile, - che ].'.i ividuaiismo azion· · ho del gr~g_a;r1- anche lui è tornato a inabissarsi. Ma Fenoglio e Meneghello ci testimonia-
smo comunist ianto roma..!].Z_esco,,potremmo ripartire no, con l'autorevolezza della loro ricostruzione romanzesca, che è esistito
diqui per tentare qualche approfondimento successivo. . , . davvero. O almeno nella loro testa. E anche questo ci basta.
Con I piccoli maestri e con Il partigiano]ohnny torna m campo 1antico
iudividmlismo italiarn;i: questa volta, può, non slegato ? con;rap~to al
c~-eonnessiooe a) concerto collett1:70.Viene, m men: 9. Apoteosi e crisidel romanzoi0 •
te, soprattutto per Meneghello, il nome di Nievo. Un Nievo, pero, che~
s~opre non piu sol2,_ed anri...s.'iroroerge in una grande c.m:re~te corale. Sta La fioritura de) romamitaliaoo-negli anoi Cinquaota-Sessanta--è-..dav-
nello scrittore veneto sia in quello piemontese assume una rilevan~a~- vero' eccezi;nale. Prendiamo due anni a caso, il 1962 e il 1963. Ecco, in
zionale, nelle storie dei protagonisti,l'.elemento popolare. ~er la P~~vol- rapida successione (piu o meno approssimativa dal punto di vista dello
ta il p0polo, - qµi il popolo stQI.!fO_,_~!!Q!!..§J:!~Y.21!.Q ..da_!_ci<:Pl~!!m~, co-
me m altri testi piu ideologizzanti del tempo, - nalza la sua testa e clken: 20
Su Italo Calvino, cfr. c. SEGRE, Se una notte d'inverno uno scrittore sognasse un aleph di dieci
ta anch'essa personaggi.o r9manzesco. L'indiv!du_2lismo di «io» e quello d1 colori, in ID., Teatro e romanzo. Due tipi di comunicazione letteraria, Torino 1984, pp. 135--73; c.
«Johnny» è osmotico e penetrabife: non CQSt1tlHSCe UD~~-~l!t<!refen: MILANINI, L'utopia discontinua. Saggio su Italo Clvino, Milano 1990: G. BERTONE, Italo Calvino. Il
ziale rna è un vettore di azione e di conoscenza Le. soluz10Q1s71li~t1che-d.1 castello della scrittura, Torino 1994; M. ZANCAN, «Le città invisibili» di Italo Calvino, in Letteratura
__
Men~ghello lavorano~i on linguaggio piano,..spesso colloqmale: l'.ecc~- italiana. Le Opere, IV.2 cit., pp. 875--929. Sui temi_s.liquesto paragrafo ho ragionato piu volte: dr.
la parte finale di Un altro Novecento cit. (Fortini,i>asolini, Calvino) e soprattutto, Stile Calvino.
zi~alità dell'avventura viene da lui intenzionalmente riçond2:t_t~~1!~~1- Cinque studi, Torino 2001.
- -·~··------~----
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 2 99

stretto ordinamento cronologico): Bassani, Il giardino dei Pinzi-Contini; m . . na s~~- · · · . e s!!_u~ll!!._ali


dtl_genet-e, alle quali mi so-
Volponi, Memoriale; Mastronardi, Il calzolaiodi Vigevano (già apparso par- no nchia~ato p1uvolte e sulle quali non ntorno. Queste caratteristiche pos-
zialmente in rivista nel 1959) e Il maestro di Vigevano; Banti, Le mosche sono vemr m7no u_nadopo l' ~ltra oppure tutte insieme. ~a-
d'oro; Del Buono, Facileda usare;Arpino, Una nuvola d'ira; Gadda, La co- n~l~ente soc10~~ e/o..stonco-cult@~le_ della.crisi è, com'è noto, che ven-
gnizione del dolore; Calvino, La giornatadi uno scrutatore;Ginzburg, Les- go?-o 1ne-~a un cer~~ punto le certezze ideg~he_ e Je sfrurezze
sico famigliare; Primo Levi, La tregua;Pratolini, La costanza della ragione; ~p~t~m.olog1€he,s:u...c.!.U..11 «romanzo g,orma~ sistema letterario con
Meneghello, Libera nos a malo; De Céspedes, Il rimorso;Del Buono, Né vi-. cui esso era strettàmente relazionato, ierano fondati, C'entra anche se-
vere né morire; Maraini, L'età del malessere;Arbasino-, Fratellid'Italia. Un condo me, l'.indebolimento di queU'attc.oiìiera«cilrile» po~t be~
vintage eccezionale. ~~istenziale,~ 7 m?lto su l~ra ossea d,el rom~-
Tuttavia, giiw:iel corso degli anni Sessanta cowindaoo ad avvertirsi i se- sw:a e para-natur_ahst~ço10 questa fase (oppure, comeho cercato di spie-
gnali di un malesser~ che aella fase successiva eroergono con e~ddenza an- gare ~ suo tempo, 1mpnme ~s~aste~sauna forte spinta rinnovatrice e persino
cora maggiore, ·nfi · ·· s'·m o no. Voglio però intro- :ille
e:'ers1:'a s~rutture trad1z1onalidel genere: Fenoglio e Meneghello). ,&-
durre una precisazione all'inizio, per non esser costretto a farla in conclu- r a a discutere della ossibilit' · · e e raccon-
sione. Il ragionamento che sto sviluppando ~intende coincidere con t n el romanzo tradizion ·a ci si
l'ipotesi, piu volte dibattuta, di una «morte del romanzo», che .a-sua volta ~ccorge uo Ro'in ri_ta_.r.d? che tu~ta 1'7e_~stemoQgillJl_QY_<!Ce_t1tesca spingeva
~'inscriverebbe in un fenomeno ancor eiu vasto,_c~..è.la- «morte della leb- 111..S~nso ant1-aggeUl10st1coe ant1-reahst1co:la componente fortemente mi-
t~a». Prova ne sia, - ma è una soltanto delle molte possibili, - che nel metica presente nel genere romanzo ne veniva investita dalle fondamenta.
~sattamente nell'anno in cui io pongo la fine del mio discorso, appa- In u? certo senso, ~ pensier? scientifico contemporaneo si muoveva nel sen-
re un romanzo, Il nome della rofa, di Umberto Eco, che, con il suo gran- so d1 una scompos1z1onede1 parametri tradizionali della conoscenza anche
dioso successo, nazionale e internazionale, riapre una diversa fase del ro- sul f?iano psi~~ico e p~ic?logico, che ovviamente ha un rapporto pili stret-
manzo italiano contemporaneo. Dunque, non è della «morte del romanzo», to d1 quello f1S1coe ch1m1cocon quello letterario e artistico. Il fenomeno ri-
o anche, semplicemente, della «morte del romanzo italiano», che io inten- g1:ard~infatti l'intero dominio dell'espressione e della comunicazione arti-
do parlare. Sono invece assolutamente convinto che, con le date e con ife- s~1ca:1~ f?ndo, anche l'astrattismo è una forma di negazione della costru-
nomeni, che costituiscono l'oggetto della parte finale di questo mio ragio- z10ne d1 tlpo romanzesco o quanto meno narrativo nelle arti figurative. In
namento, viene a conclusione, e letteralmente si chiude, un'intera fase sto- lett 7ratura s · in Italia tu le.x~istiche e for-
ti.ca del romanzo I!@ana contempor~ q11ellainiziata, grosso modo, negli mali, che accantonano e rielabaraoopro ondamente le~erienze tradizio-
anni Yenti del secolo scorso. Poi comincia un'altra storia, su cui rinuncio ~alidella se9ne?zial~tà logica,..cr,9nalagicae linguistk,a. AlJ~spinte sovver-
volontariamente a pronunciarmi, ma che di sicuro è molto diversa da tutte s1~rovem~nt1 da~l est_er~ :--e_cole ~u regard,Borges, Ouhpo, ecc., - s.'.in--
quelle precedenti. t cc1ano le msodd1sfaz1ome 1b1sogm · rno la
Riprendo il discorso esattamente là dove l'avevo lasciato alla fine del . .
&1t_ua:none.r 1ta 1a?a_ P , com."e ovvio.. onar ' · ori_in:t-
paragrafo Riso e lacrime. La figura centrale nel disegno che sono andato co- P@lono la loro 1mg~?nta sull~ spinte molteplici di natura storica: chi s'op-
struendo è, fino a questo punto, Carlo Emilio Gadda: l'autore di romanzi, pone e resiste, e c 1 invece ncollega le proprie personali ansie e ricerche
che, esplorando l'infinita inesauribilità dei vari monèli del reale, al tempo anche degli anni pas~ati, a questo movi~ento collettivo e con il pensiero ~
stesso raccontano e disfano quel che hanno raccontato. Fin dal]'inizio lo le opere se ne fa convmto promotore. L~ di tendenza del rinnovamento
scrittore milanese si era sottrat!5_>al predominio del «romanzo normale»., S_QilQ.fondamentalmente ~
.sia pure alto, sia pure riuscitissimo, e ay_evaposto le basi, in una maniera La prima è francamente avanguardistiça, Come tutti ricorderanno il
solitaria e precorritrice 1 alla fuoriuscita dal «sistema letter_~io», che intor- ~ndiv~dua i suoi bersaglipolemici piii vistosi proprio negli espoc
no al «romanzo normale» si era creato e che, a sua volta, aveva contribui- n~«-roma-a-zo...nox~.a.lian.o, sani e Cassala (ma
to a crearlo. Non a caso~' anche esplicitamente, g_pun.tn..di no~ passano mdenm attraverso quell'indemoniato fuoco di a neanc e Mo-
rnerirnento per molte ,folle forze pm_innovatiye in campo letterario in que- ravia e Pasolini), denominati spregiativamente «le Liale della letteratura».
sto momento. . ~a~uralme~te, è fin tropp~ s .·. ·· 'in iustizia di quei giu-
Naturalmente, quando si parla di evoluzione del romanzo verso esiti d1z1letterari stroncaton nei confronti.di due buoni autori di buoni roman-
completamente nuovi, e persino verso totali rovesciamenti, faccio .!!~~ri- zi «normali». Tuttavia, qualcosa va riconosciuto anche alla polemica avan-
~
300 L'accelerazione europea
Asor Rosa La storia del «romanzo italiano» 301

guardistica: non c'è dubbio per me che la~normalità» del romanzo italia- sionalmente su se stessQ in maniera mostruosa e a).tempo stessa pres~nta
no anni Cinquanta-Sessanta tendeva ormai alla pressoché automatica rip~- un unicQ....g.igantescoe indiviso corpo. SlJlla linea di confine tra...tCJ1J1~1nzo
tizione di :iikuni itereotipi espresshd., s_emprepili del resto ~cini ai mef._ca- cFaviiigmrdia e romanzo magmatico si colloca Fratellid'Ttafkl(1963) d.iAI-
nismi del comune buonsenso di massa. Dal punto di vista cread\LQ.,__~- berto _Arbasino, settecento pagine divise in sei macrocapitoli, un' affabula-
guardla; ovvìainente, non ci dà molto m questo campo. Ovviamente, dico, zione in~tta e devastante, che ritorna piu volte, significativamente,
perché, - per quanto le partizioni di genere possano essere considerate su- sul tema del modo di far romanzi in modo non tradizionale. ,4l.romanz():,
perate, - un romanzo è un romanzo, e le poetiche avanguardistiche ne mi- m~g~~aolo Volponi arriva seguendo lo spontaneo svolgimento della pro-
rano alle fondamenta il modo di essere. . · pna ncerca e della propria poetica: il continuum aff abulatorio _diM_emoria-
1«romanzo» uando viene co to (e in questo ambito ciò av- le (1962) e della Macchinamondiale (1965), anco~ato anche_m~metlc~men-
viene peraltro assai dira o), asso · · lcosa d'altro, che ·' te alle condizioni psichiche autentiche dei suoi protagomstJ, sfocia nel
fare con una delk forme espressiy..ePiucaJ]ll:terist' zi . n- colossale delirio di Corporale(1974), - cinquecento pagine ininterrotte, -
gwrrdistica: per es., una qualche forma di prova narrativa, deprivata di qual- il quale, già nel titolo, felicissimo, dichiara d'esser nato come tentativo di
siasi connotazione pseudorealistica o pseudonaturalistica (sebbene una sor- descrivere l'illimitata unità del corpo umano in tutti i suoi attributi e spe-
ta di« mimesi del reale», di tutt'altra natura, resti costitutiva anche di tali cificazioni e al tempo stesso le potenziali diversità che esso sempre contie-
operazioni). ~o (1963, appunto) clLEdo.ard.o-Sanguineti .ne ne (il protagonista Gerolamo Aspri si sdoppia sia nell'amico Overath sia
raQP,Ceseorala piu eloquente testimo~. Se sul risvolto di copertin~ nell'avventuriero Joaquin Murieta). Monumentale, - ma soprattutto dal
l'anonimo (ma estremamente esperto) presentatore ne parla ancora come d1 punto di vista delle dimensioni, -Horcynus Orca (1975) di Stefano D'A:-
un «romanzo», ~el libro la materia, franta in centoguaranta capitoletti, rigo (1257 pagine ininterrotte) sviluppa una storia di poche battute reali-
~a, in un intreccio fitto -~i linee, tutte le diroe?sioni_poss_ibilidel stiche, - il ritorno di un marinaio reduce dalla guerra a casa nel settembre
reale, da quella onirica a quella pm corposamente materia e b1olog~n- 1943, l'autunno della sconfitta, nello spazio di terra e di mare che sta fra
~erare ~ soprattutto, s~yj._i:~gerarchie, ~on o 1 prin- la Calabria e la Sicilia - in uno smisurato affresco di voci, cose, persone,
cip} di ima « descrizione "atonale"», che, c?me si v~de, rtal!a~da q11esr~ ren- luoghi, animali e cieli,' tutti stretti fra loro come se fossero legati da una il-
t~-lettcrario alla contem.poran@asp@nmentaZ1Qneart1st1ea ~çale. limitata parentela ancestrale.
Su questa linea si muovono, ad esempio, il primo Malerba (Il serpente,1966)
e il primo Vassalli (Tempo di màssacro,1970), tutti e due, peraltro, rifluiti Chi scrive è dell'opinione che il tipo del romanzo magmatico annoveri
piu avanti su esperienze narrative assai piu tradizio?ali. Qu.alche-~ox_io piu in Italia una serie di grandiosi tentativi falliti. Quel che risulta vital ' 'in-
tardi Nan i Balestrini a liche ' · o narrativo av~nguard1st1co ad e di b' si cela dietro · tent · i: in pnmo uogo, la per-
un romanzo (Vogliamo tutto, 1971), che_ç_Qnt~ffiP.2_ran~~!!J,(:_!!!<!SQ.Q?l! le-i:a- s 1 zo normale» abbia fatto il
gioni della pro~ piu estrema ~ vu~l~_far5-<:_ne Bortaba?diera: per suo tem_Eo;e poi questo desi.Qgio sconfinato, questa ~zio11e irr<:~p~n-
farlo, tuttavia, deve · rre e praticare, n~Uo spenmentfilillllo avan- te e dirompente, di raperesentare il reale nella sua stermmata totahta, m-
guardistico, mocl. · · · · i lin uistici ro ri_çl dJ.~le_!teratw~ dlmpron-
__ ggiandolo per intera, poi restitµ~g,cfoloper intero, come se fosse un. solo,
t~opulisticae resistenziale dei ecenni precedenti. colossale e indivisibile boccone. Però, i-1.hisogno,e..le .in.tlliwnLcons1sten-
ti nel volerlo comunque rendere, non bastano: ciò che mança,...ame pare, è
Llieconda tendenza, - no~~o, e neanche un movimento, la ricastr_uzione su questa base, di. un onovo,sistema_di_re.gole,---elabor.ate
ma soltanto la refìlicazwne probabilmentecaswùe, ma proprio per ciò an-
cor piu significativa, dwnodelli uag_ativi analOgni, - è ~~~~e con*t_e
autono = · · e..da_.q..u.elle..i.nt.uizie.a-i,
gno ... diverse
dunque da quelle tradizionali, p · tutt · nella ri-strutturazion el
nella-compl0ta distruzione della s.tm~_fu:J~~s~!o rof!1anzesch~d1- magma, che sarebbe la vera, grande novità atica e · temolo ·ca, di
zionali, e nell' esil;>gig1J~_
di µna massiccia,.,__çgrposa
reaftà umana e stanca, questa direzione di ricerca. Chi ha seguito il mio ragi<:namento fino ades-
che ncm5.lpllòpii'.i argangzare secondo determinate gerarchie ma Vij2l'.e- so, può forse capire meglio la conclusione a _cuisto arr_1~ando.I~~-~
~) come dire, cliJ.in colpo ~lo nella sua complessissi~~tr~~- in cui queste nuove t · · · · sta m forma pm .alta..e....c.ompmta, e
bile interezza. Banalmente s1potrebbe osservare che ~~~1 s1 n: a mio gm 1z10 · di Alba D ' es.Jscritto in franc~-
€r'saque.sro bisogno di «riprodurre», nella forma piu diretta e autéiit:Tca, se e apparso in quella lingua nel 1973 eon il titolo Sansa_utrelieu que_lanuzt!
il magma indistinto e illimit:atocfèTièale, è un romanzo che cresce dimen- tradotto dalla stessa autrice in italiano e apparso in Itaha nel 1976: 10 avrei
·--------·---
302 L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

reso il titolo con Non c'è altro luogoche la notte, che mi sembra rendere me- la .s.eco da metà del Novecento non ha scritto romanzi. Sia pure in un sen-
glio non solo la lettera di quello francese, ma anche il contenuto effettivo so molto part1co are, - il ruolo de protagonista è ricoperto da un bambino,
del romanzo). Si tratta, anche in questo caso, di una lunga, ininterrotta de- - ~ser considerato un romanzo Il sentierodeinidi di ragna.Avrebbe do-
scrizione di una singola notte parigina, all'inizio della primavera (quattro- vuto essere un «romanzo normale» il testo intitolato I giovani del Po: ma
cento pagine continue). Alba e Cés e · uesto esperimento, par- Calvino ne ha scritto soltanto i primi capitoli. Non possano ess_ereconsi-
tendo._dallo sviluppo coerente di quelle caratteristiche o con- dera ti_ram@z~nel senso stretto de~t~rmini> i ,i eontes philosQQ__hiques » èki
ttm:lporaoeQal femminile,_.presenti in lei anche in precedenza con intensità Nostri antenati;~ quel bell1ss1mo«_gc:c:ontolungo», cnee La giQr-
e sapienza particolari, che sono, da una parte, la p_ratka di un' osservazio- nat.a...diu.tlQ~rutatore. LJJ,direzione di ricerca di Italo Calvino muove sem-
ne i~~i:_nia ta sul fral]lli]J:nto, d all 'altra..Jfl~l:!YQUe...st.illstiGa.fu_t!_~-~ te e.re piu c_hi~amente vérso uno svincolamento dalle condizioni origina,rie,
• sperim_e.nialema nQD..aJ,Tangua,rdist:ka,la_quak.tro\éa llJlll\J!!to di riferimento para-realistiche e para-naturalistiche, del «romanzo normale», in vista ·ai
non nella s~ettività piu..sfIT.na1a..manel rispetto, nonostante iutfu7ol..iìii u · à e di un nuovo sensodell' o erazione nar ano
perdurante, ostinato <~P.!!!J.(ipio cli cealtà». P,tttigi, la metropoli, appare di- con · · ' avanzate de · nza e della semi con-
. · · ·e distribuite a loro vol in.mille livelli sociali diversi-e in tempgranee. Calvino v.alicg il confine dell'epistemologia tradizionale ~-Ini-
una moltitudine di vicen e i_Qdividuali,ognuna delle gualiJ32 _ua_yplta,p9- zia a sondare le possibilità di un nuovo immagiMrip,_a __ ppg_entemente ar-
tr be tro are ifenmento in una qualche_ stori_a_conettiya (l'osmosi, per- W.tratio, e tYttwia, forse piu che il reale apparente, governatodaleggl.pre-
fetta proprio in quanto non 1chiarata, fra individuale e collettivo, costi- ~- ~cie.!ga e f~ntasia non si ~r~s~n~ano piu in lui come alterna~i__ '-':~
tuisce uno dei punti di forza dell'opera). S~ del tutto i~, ~g!gigQ~, s~ mai come potenziahta immense, proprio quando siano
sostituito da una miriade di person~no dei quali vi assu~a- integrate fra loro. Tutta la parte finale della sua produzione, dalle Città in-
ritetico ru lo rota omst1co, spanta d · ~alle quali suben- visibili (1972) al Castellodei destini incrociati(1973), è dominata da questa
two le tante storie in 1v1 ua 1, o intrecciate fra loro oppure completamente preoccupazione e da questa ricerca.
disperse e autonome, come una miriade di atomi nel buio, - la namniaoe Segnalerei il fatto che, durante questa medesima fase, Calvino opera
ty.ttayia procede dentro un' a.rchl.te.t.turarigorQ§~_!!l~nte,anzi ferreamente ura riscoperta di Carlo Emilio Gadda, autore a lungo osservato da lui ri-
costruita, frutta di 11na sm:v.ei5lian-zastilistica e di un'autocoscienza lette- spettosamente ma a una certa distanza (e si capisce perché). La testimo-
caria da parte dell'autrice davvero straor inarie. Il lettore, cammin facen- nianza di questo ricongiungimento è registrata nell~_ggj__ nta...dclk.Lezio.ni
do, ~ se ne accorge, e forse non può accorgersene, ata l'infinita prnlic americane dedicata alla Molte licità _çatego.r,iJl_nella qual.e.esplidtamen.te...si
f.eraziane delJe vicende, ma, tflggiuuta l'ultima pagina, capirà che addirit- m · · s1 i e li autori · · · fa riferimento,____qyan-
tura si tratta di una s~ciJ:0la~,che via via ripercorre all'indietro il do dalla poetica della__«leggerezza» e -~J~l!a, __
~1:apidità»1.cosi caratteristica-
viaggio già compiuto fino a tornare alla fine al punto di partenza. Il cerchio mente sue, passa agli._e_sperimentfpìù ardui e complessi degli ultimi anni.
racchiude e disegna l'unico, v.e.rogrande protagonis~__g~l_rom~ Carlo Emil~o Gadda è per lui l'autore che «cercò per tutta la sua vita di rap-
al tempo stesso, il suo grande cont~ote, e cioè la Metr.Qp.QJi,che tutto ab- pr.e.seotar@il mando come un garbuglio, o__gro_vlglio, o gomitolo, di rappre-
braccia e comprende. A!J,.c~ui ritorna l'immagine-simbolo del Magm.a; ma s~ntarlo senza attenuarne affatto l'inestricabile complessi~, o per meglio
èJJn Magma r.kQ~otto alla sua dimensione sto_!"ica e concreta, la grande Città dire la presenza simultanea degli elementi piu eterogenei che concorrono a
M._qge_.t_I!L appunto, forma deM'irp.~~ginario e prmcij5iodtreaftà al tempo fil~s- determinare ogni evento». Questo garbuglio. o groviglio, o gomitolo, è lo
~o,.concretizzazione vivente di un im_µi~ diff_~,Q.,_cheè _anch'essq al s.tessa che anche Calvino si trova come Gadda dLlrot1.k a un certo punto
tempo stesso individuale e colletiliro-.--Eda presumere che verso un ulteriore della sua vita: llla i metodi, gli strumenti, le pcacedme p~r affrontado..so-
allargamento di questo modello muovesse De Céspedes, progettando l'ulti- no in lui ben diversi che in Gadda, piu suggestionato dal fascino del mag-
mo romanzo della sua vita, Con granamor, rimasto incompiuto e inedito, il matico e del biologico.
quale doveva anch'esso collegare insieme storia individuale e storia colletti- Estremamente s.igoificativo, quasi altamente simbolico, ~ proprio in
va, Cuba e l'Europa, l'invenzione e la storia. qu~ fase anche Calvino facci~ a modo suo, i conti col romanzo. C'Iin-
possibilità di scrivere un romanzo, - impossibilità individuale, impossibi-
La t~a,_grande linea di ricerca coincidein pratica con quella seguita lità storica, impossibilità epocale, - sbocca nel tentativo di scrivere un ro-
da Italo Calvino nel corso di tutta la sua evoluzione narrativa. Calvino ci rnanzo sull'impossibilità di scrivete un;;ornauzo, che,. concretamente, in-
mette. di fronte a questo parado_~~~:':_heilpiu.gr.an.de_nauatordtgJlil_Il9_çl_el· vece di essere un solo romanzo, è -dieci romllnZi .i~, piu esattamente
L'accelerazione europea Asor Rosa La storia del «romanzo italiano»

gli inizi di dieci romanzi, collegati fra loro da una cornice fanche questo è ma ben evidente, cheè lacaratteristica perenne e irrinunciabile di qualsia-
un ritorno alle no~re piuloirtane origini narrative), che a sua volta ha an- si struttura romanzesca chesi rispetti. Al tempo ste~o, - e questo èun puO.-
ch'essa un andamento romanzesco. Sempre nella lezione sulla Molteplicità to che andrebbe ulteriormente approfohdito anche rispetto alle acquisizio-
Calvino descrive il tentativo in questo modo: «Direi che oggi la regola del- ni critiche piu recenti, - la storia della cornice (la vicenda amorosa del Let-
lo "scrivere breve" viene confermata anche dai romanzi lunghi, che pre- tore e della Lettrice, le varie peripezie e i varipersonaggi, comici, grotteschi,
sentano una struttura accumulativa, modulare, combinatoria. Queste con- affettuosi, che li circondano, la caricatura del mondo degli editori e di quel-
siderazioni sono alla base della mia proposta di quello che chiamo "l'iper- lo dei librai, ecc.) vive di una sua vivacissima vita autonoma, ben iu cor-
romanzo" e di cui ho cercato di dare un esempio con.Se una notte d'inverno p a e reale di uella c e e si otrebbe attribuire, erman osi mero se e-
un viaggiatore.Il mio ints;nta era di d:;u:el'essenza del romanzesco concen- _!!!a+-cosicome inora o cercato di descriver o viene a a mente, istmt1va-
ttfil]doh io dieci ioizi di rnma.rgi, che sviluer_ano nei modi iu diversi 1:.n mente, la prosa ricca di sfumature e narrativamente articolata del bellissimo
nucleo comune~ a iscono su un · mina e ne è e- racconto lungo La giornatadi uno scrutatore).
ttrroioata »21. Alcune osservazioni ai margini. La cornice in Calvino~ ç,osi, in un certo senso, Calvino, ceccaoda di scrivere il romanzo che lui
d~ una storia, di cuLrono fondamentalmente pr~onisti un Lettore e una no!J.~~eva mai scritto, e che com~ secondo lui non si sai.:ebbepiu pot- \
L~ttrice: in uest · · ta, contemporaneamente, ~o to scrivere chiude il cerchio.s_torna alk ori_gj_ni,_qimo.sttandotuttaJa for-
dall'an amento oliziesco e i ' I e · esta ar- ~' anche inconscia una tradizione. Alla fine, voglio dire, Calvin;: per
te <:k_lli ro è, fondamentalmente, I~ Lettura:la Lettura, c~ coerentemente sci;· nzi scrive racconti o possono sembrare_novelle, in--
con le piu avanzate teorie semiologiche contemporanee, ~- serite in una cornice narrativa, e n~•-n•r- · mo abituati a defini-
damente la Scrittura, - allo stesso modo in cui la «cornice» che com ren- ~JQ~It~to: la vocazione narrativa italiana pi~a riemerge, eata
dej_die · · · · · o i etermma e e e ermmata. La ~çrittura oc- modernit' e i emolo ica iu avanzata.
C'.;!Painvece, ig maniera piu esclusiva. i ieci spazi propnamea.t@ i.:ornanz~- Rimettendo insieme, in un comp icato e sapiente gioco di corrispon-
schi: Calvino dimostra che, forse, lui non ~ in grado di scrivereun solo denze, i vari pezzi del mosaico, Calvino, da una arte, s'accosta ai vari ten-
romanzo~' in formadWQCo leggero e a mo' di esempiÒ, tativi contem oranei di re · e una narrativa er rammenti (come aveva-
p~e addirittura~dieci, - ejutti con la medesima incompara- mo osservato a proposito di alcuni scrittori-donne contemporanei, e in par-
bile a~CJJ.., che trova pochi equivalenti nel mondo della scrittura ticolare De Céspedes di Nel buio della notte), drul'altra torna a utilizzare
romanzesca mondiale contemporanea (insomma, questa è anche una dimo- ampiamente _una corda tipica della sua psicologia e del mo atteggiamento
strazione pro domo sua: se volesse, potrebbe; non può perché non vuole; mentale, - il comico, - che è al temp_os.tesso, come abbiamo osservato piu
non vuole, perché la struttura tradizionale del romanzo non dice piu quel volte, una costante sempre ricorrente nel grande romanzo italiano_..nove-
che tradizionalmente le si chiedeva di dire). cent~sco. E il comico in Calvino, còme in precedenza in altri nostri impor-
Alla compatta )in~arità seqnenziale, - logica e cronologica, - c!tlromanzo tanti _aut~r~,è__ g_naltro dei fat~ori che _concorrono p0tentemente ~pç:~
tradizionale~ dunque una rete di corrispondenze e di analogie, çh s1verifichi una tro o facile era 1da saldatura trg i vari elementi narra-
un vero e ro rio · · · i un sensodi- tivi, che si vanno separando. O meglio: il comiço · tiene insieme; ma in mo-
verso a quello che trasmette nn romanzo d'impianto tradizional~., ma è pur do discreto, senza porsi obiettivi troppo ambiziosi, come sarebbe per esem-
sempre un senso, mi, - per dirla alla Calvino, - _yn ipersenS.Q...J:l.licll.o...che pio quello di riscrivere I Buddenbrookdi Thomas Mann alla fine del Nove-
scatmi~ce, - come del resto nelle Città invisibili, - d sociazioni mentali ~ento. A~he in Calvino il ~arriso, l'ironia e t;_~v_clta.lo_.sb~l~jfa1-2~e_n~ono
ed inative non · ' aria r- ilgosto di certezze ormai dissolte, confermandoci fino alla fine che in Italia
c~~ione immediata, istintiva ed elementare, del reale. ~iocq dei rapporti fra riso, o sorriso, e romanzo c'è una misteriosa, profondissima relazione.
t~verrebbe la voglia di dire, le novellé eh@vi sono....c.on..te-
ill:!:!~salva contemporaneamente le_e.sigenzedeUa narrativa bteve, a cui Cal- Su questo versante, dunque, la storia del romanzo moderno italiano si
vino era incline e per disposizione natural er · ione teorica, e le conclude con una costruzione che_.da_@a parte lo disfa_~ claU'altra,-n~o-
esigenze i una narraz10ne unga, complessa e articolata, c_onuna sua-tra- vamente, lo inv~ Cal:llillit.Iaccoglie la tendenza al disfaciment9 che è
_ilell,-ar1a;Tarecepisce e al tempo stesso le dà una risposta. Non una rispo-
sta ingenuamente e caparbiamente ri_g.titiva. Ma__y11~ risposta, che cogJie
21
L CALVINO, Lezioni americane_Sei proposteper il prossimomillennio, Milano 199 3 , p. I 3 I. l'~enza de] s:1roiu:;in2@sco» (termine calviniano, come abbiamo visto) e la-
306 L'accelerazione europea

~adere le forme transeunti e passegger~, in cui il romanzesco italiano


via via si era manifestato. Naturalmente, è ciò che hanno sempre fatto i ICONOGRAFIA
grandi romanzieri di tutti i tempi. La novità è ara ra,ppresentata dal fatto
che.Calvino non ~ipooe la domanda: «come scrivere 1mrnmvo i;omanzo?», La biblioteca dei Lumi di Nathalie Ferrand
: «è · · · ro ~?», sJ.a risposta a questa domanda,
che è:~ non è possibile scrivere un romanzo»,~ il «nuovo romanzo»,
che Calvino escludeva che si potesse scrivere. Come infinite altre volte nel-
la storia letteraria di questo paese, lLrisposta calviniana, straordinària-
mente ef.firnce per il SYQ autore, ha il grave limite, se si può dir cosi, d 'es-
sere unic:ae singolare, e cioè !Qj.mitabilee irripetibile. Infatti, dww Se tl111l-
1Wlfed'inverno un viaggiatore,gli scrittori italiani banno ripreso a sci;hze.1:_e
«romanzi normali», con una spinta e una persuasione cosi forti, da lasciar
pensare che essì, dopo l'esperimento calviniano, reagissero come poteva-
no allo scampato pericolo, cioè scrivendo romanzi senza stare tanto a pen-
sarci su (con alcune eccezioni, sulle quali mi soffermerò in altra occasio-
ne). Ma la duplice domanda, che si era posta Calvino, e la duplice rispo-
sta, che lui s'era data, stanno ancora li a far da sentinelle al destino del
«romanzesco italiano» del terzo millennio. Io penso che finora non ci si
siano fatti i conti abbastanza.

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