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LETTERATURA
ITALIANA
Diretta da Enrico Malato
Volume I
DALLE ORIGINI A DANTE
SALERNOEDITRICE
CAPITOLo II
L'EREDITA MEDIEVALE*
di CLAUDIO LEONARDI
I. PrEMESSA
Siintende qui per « eredità medievale», in una problematica che vuole af-
frontare le «Origini» della letteratura italiana, la tradizione della cultura e
della letteratura medievali latine: entro l'ambiente mediolatino, infatti, la
lingua italiana è nata e si è tormata una letteratura italiana, accanto ad altre
letterature in volgare, romanzo e germanico. Non si vuole dunque propor-
re un confronto tra i due mondi linguistici e culturali, latino e volgare, o in-
dagare la presenza del primo nel secondo, e neppure le origini di questo,
quanto delincare un rapido, essenziale disegno della cultura mediolatina,
dai suoi inizi che possiamo fissare al secolo VI sino alla fine del secolo
- -
XII e all'inizio del XIII, quando una letteratura in lingua italiana conquista
d'Assisie la Scuola siciliana: un disegno0
la sua autonomia, con Francesco forma
che vuole presentare innanzitutto le condizioni in cui una cultura si
ed entro cui si sviluppa un'attività letteraria.
della cultura mediolati-
Bisognerà allora súbito avvertire che la geografia
na non coincide con quella della
cultura italiana. Senza considerare le isole
tina, anche se non è una lingua materna ma è piuttosto una lingua pater
-
fondo. questo
In il cultu a collaborare
con
senso
termine di «Origini» della letteratura italiana dove fonda e dirige
u n singolare monastero, in cui u n a delle attività è
lo
accettabile, è piuttosto il residuo di una condizione critica tramontar non studio, e in particolare
la trascrizione di manoscritti.
non corrisponde alla realtâ storico-letteraria. Per ma che Boezio e Cassiodoro sono degli sconfitti, nel senso che
il
questo qui non si pronos Si può dire
propriastoria letteraria di ancorare il futuro, che vedono ormai guidato
una vera e mediolatina come premessa ad
uno si loro desiderio e disegno
luppo italiano, ma un protilo storico-culturale che possa essere sufficiente al nautraga-
dalla nuova dirigenza politica germanica, passato romano, pare
a
viene considerato n martire,
evocare quell'ambiente culturale letterario in cui la letteratura
e re. Tuttavia
il Medioevo deve Boezio, che
a u
compositive. in termi-
cristiana, m a che Boezio (pur autore di opere teologiche) esprime
ni pagani-del destino divino dell'uomo;e gli deve il fondamento logico
traduzionieicommenti dell' opera logica an-
2. I CENTRI DI CULTURA DELL'ALTO MeDIOEVvo dell' educazione, attraverso le
di Aristotele. Il Medioevo deve poi a
La fine dell epoca antica si constata culturalmente lungo il secolo VI. tica, in particolare di alcune opere
del De doctri-
Cassiodoro, sulla traccia per altro di Agostino, in particolare
e
Nell'anno s500 Fulgenzio di Ruspe arriva a Roma esule dall'Africa e si ren- che il sapere si struttura in due grandi gruppi
na christiana, la convinzione
de conto della decadenza della città. Poco dopo, ANICIO MANLIO SEVERINOo disciplinari: quello delle scienze quello delle scienze divine, che
umane e
e
BOEZIO (Roma, 480 circa - Pavia, 526), I'ultimo grande figlio della classe se molte teorie in
le prime sono in qualche modo (varíamente, secondo le
relativa alla
natoria romana, viene messo a morte per ordine di Teodorico, il grande re proposito) riferite alle seconde: la scienza suprema quella le Institu-
è
allevato a Bisanzio. Boezio aveva per altro tentato Bibbia.7 OCosí egli sostiene nella opera forse piú significativa,
ostrogoto che
sua
era stato
c o n s e r v a r e alla latinità il patri- scritte spesso per
un'operazione culturale che avrebbe dovuto tiones (fortunate anche le Variae, cioè la raccolta di lettere,
monio greco, mediante la traduzione in
latino di Platone e Aristotele e di conto di Teodorico, c o m e un commento
trascrit-
ai Salmi, che verrà letto e
48
SEZ. PROBLEMI DELLE ORIGINI
CAP. II
siastici, mentre il mondo germanico non si interessa della cultura scritta. I
L'EREDITÀ MEDIEVALE
sua è una cultura diversa, soprattutto orale, il cui valore fondamentale i t Osa
pos (Ferrara), Farfa (Rieti), S. Vincenzo al Volturno
sangue -cioè il legame di sangue, I'etnia - che si manifesta nella coscienz no fu ricostruito per iniziativa del bresciano Petronace(Isernia).
ne
Montecassi-
all inizio del secolo
di gruppo, nella sua ditesa, nella vittoria sulle altre etnie; dunque una cultn VIII, conobbe una prima seria attività letteraria alla fine del
secolo, soprat-
tutto per merito di Paolo Diacono, nuovamente distrutto,
ra che si esalta nel ricordo e nel canto delle gesta degli eroi del passato e questa volta dagli
del arabi, nell'883, al tempo dell'abate Bertario, ebbe il suo maggiore momento
presente, e che si realizza nell'arte della politica che è anche un'arte bellica
di splendore nel secolo XI, con F'abbaziato di Des1DERIo (Benevento, 1027 -
Cio che non ha importanza per la cultura germanica è la parola scritta, e Montecassino, ro87), che nel TO86 fu eletto papa con il nome di Vittore III
dunque la suprema arte della parola scritta, che Cicerone aveva con grande (a lui si devono, tra l'altro, dei Miracula di san
sapienza illustrato, in teoria e in pratica, la retorica: è questa a rappresentare, Benedetto).10
Nonostante le distruzioni (altre ne subirà, nel 1349 per un terremoto e
nella tradizione romana, il vertice dell'arte politica, la persuasione al bene nel 1944 per combattimenti bellic1), Montecassino riuscí a costituire una
comune. Questo valore permane, come si accennava, quasi esclusivamente preziosa biblioteca senza tuttavia diventare, fino al secolo XI, un centro di
all'interno della tradizione cristiana, con la mediazione di Agostino e di grande cultura: la sua caratteristica maggiore, in questo senso, è quella con-
Cassiodoro, quindi subalterno al valore principe del cristianesimo, che è la servativa: essere un deposito di testi conservati nei suoi manoscriti, anche
fede in Cristo. di buona fattura e con splendida ornamentazione," ma un deposito ten-
Alla fine del secolo VI la situazione si è configurata in questi termini. Ro- denzialmente poco struttato, che non ha favorito per molto tempo le attivi-
tà e le innovazioni culturali, cosí che rari testi antichi (soprattutto dei classi-
ma non è piú il solo o il principale luogo di formazione e di cultura, e la
coincide necessariamente con la pluralità politica. I ci) sono rimasti nascosti, cioè inutilizzati, fino a che, secoli dopo, qualche
pluralità scolastica non studioso li ha riscoperti (notissimo è il caso di Boccaccio). Analogo il caso
centri di tormazione e, di conseguenza, di produzione culturale e letteraria
vescovo viene ad essere spesso
della piú celebre biblioteca capitolare, quella di Verona, che ebbe nel secolo
restano sí nelle città, o in alcune città, dove il
e di attività; ma si
IX una scuola scrittoria molto attiva, guidata da PaciPico (che è in proprio
la sola autorità e la sua scuola il solo polo di attrazione scrittore di versi di mediocre valore), ma che non
nei monasteri che s o n o sorti e stanno sor- produsse culturalmente
spostano anche fuori della città, sia di quello longobardo. quasi nulla, per venire piú tardi visitata (e in parte spogliata) dagli umani-
gendo in molte zone, sia del territorio bizantino,cui patrimonio librario è andato
sti.12 Piú feconda e importante appare, nel secolo LX, f'opera del monaco
Oltre le capitali, Pavia, Ravenna e Roma, il che vi so- ILDEMAR0, di origine franca ma attivo in Lombardia, nel monastero di S.
ricordati i centri e le biblioteche preziose, autore di un commento alla Regula di Benedetto e
poi disperso, v a n n o qui ma anche di Vercelli
e di
Pietro a Civate (Como),
no a rimaste, di Monza8 e di Verona,?
tutt oggi
di epistole-trattato a carattere retorico-didascalico e teologico.3
celebre è senza dubbio quello di Mon-
Novara. Tra i centri monastici il piú Montecassino, and the Nor-
(Norcia, 480 circa Montecassino, the Papacy,
-
M. FERRARI, La
Biblioteca Capitolare C. ViLLA, La « Terentii», 1. Da
a
vicis capitalibus, in Sire
8. Su cui vd. A. BELLONI e
t anche sul Petrarca, 17); P.G. SCHMIDT, Hildemar De octo
c o m e per
Monza. Si veda R. AvE-
tuttavia
re, 1984 (Studi Geistesleben, cur. S.
Ka MERe
München,
M. BERNHARD,
esiste un'opera complessiva Vicenza, Pozza,
4Foschungen z u m
mittelalterlichen
9. Per Verona
non della cultura veneta,
dal secolo IX al seolo XIL, in Storia
La cultura v e r o n e s e
SAHI, ST
vol.1 1976.
50
SEZ. I PROBLEMI DELLE ORIGINI
dioevo.
Éducation et culture dans POcident barbare, Paris,
i l risultato della ricerca di P. RICHÉ, Les écoles et l'enseignement dans POccident chrétien
Editic I962; e anche, dello stesso,
Die Regula Benedicti aufdem Weg a la fin euil,
de in du Ve siècle au milieu du XI° siède, Paris, Aubier, 1979.
347-50; K. ZelzER, Von Benedikt zu Hildemar. Studia a. xvI 1987 (ma
1989)» L'eredità tardo-antica, in
SLeME.1, vol. 1, to. I 1992, PP. 15-44
Beck, 1988, pp.
der Textgeschichte, «
in Regulae Benedicti », t t . ora I. GUALANDRI,
Alleingeltung im Blckfeld
PP. I-22.
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52
SEZ. I PROBLEMI DELLE
ORIGINI
CAP. I1
nella sua Historia Langobardorum a proposito di re Liutprando: « L'EREDITÀ MEDIEVALE
sapientiae, [...] literarum quidem ignarus sed fuit vir
fuits
philosophis aequandmul
(fu un uomo molto saggio,1gnaro di latino ma che può considerarsi
neppure atftievolita, una tradizione latina. L' opera del britanno Patri-
steva,
ncl secolo V, dette anche avvio a una cultura latina, che doveva fondarsi
losofo'). La scuola non interessa germanici, litterati possono essere fi
i re sull'insegnamento ex-novo della lingua. L'importanza degli Irlandesi è du-
i litteratae le figlie
dei re, in quando clero e donne sono in pre-
linea generale nlice: non è tanto quella, in gran parte mitologica, di avere conservato, nel
escluse dal potere diretto.16 oro isolamento, la cultura antica, mentre i Germani la distruggevano sul
Siè anche generalmente sottovalutato il secondo elemento continente; quanto quella di aver creato un modello di scuola in cui, perla
(su cui sitor- comprensione dei testi, si richiede una lettura analitica e commentata: me-
nerà tra poco), nel senso che si èspesso voluto protrarre il contrasto trale.
redità classica e la tradizione cristiana, considerandolo determinante todo che-pur avendo qualche precedente antico e tardoantico-avràuna
perla straordinaria fortuna nel Medioevo; l'altro merito degli Irlandesi è nella te-
cultura medievale, quando non si è addirittura voluto vedere nella
ripresa nacia con cui, mossi da spirito penitenziale e missionario, hanno divulgato i
della cultura classica la causa delle rinascite culturali del Medioevo (come
loro metodi sul continente18 CozoMBANO ne è il primo grande interprete.
quelle del secolo IX e del secolo XII): una posizione critica, questa, diffusa, Nato verso la metà del secolo VI, fattosi monaco a Bangor, si mise in viag-
ma chiaramente ideologica e talvolta
semplicisticamente polemica, che gio verso il 590 e si stabilí in Borgogna, dove fondò alcuni monasteri, tra i
non ha permesso di
comprendere sino in tondo il ruolo, certo
importante, quali Luxeuil; piú tardi passò a Est, e a Bregenz fondò un altro monastero
dei classici.
Tutto questo non vuol dire che la scuola municipale sia del tutto scom-
(era suo compagno il monaco Gallo, cui si deve linizio del celeberrimo
monastero che porta il suo nome, vicino a Bregenz); passato infine a Sud,
parsa: si èè invece rarefatta e trasformata. Rarefatta nel senso che in epoca finí per dare vita nel 612, con il favore della cattolica regina dei Longobardi
romana frequentare la scuola significava anche avviarsi a diventare classe Teodolinda, al monastero di Bobbio, sull'Appennino piacentino.
dirigente, acquistare una possibilità di rilevanza sociale, condizione che vie- Non si può dunque sostenere che la tradizione scolastica conosca una
ne meno nei regni germanici, dal V-VI secolo sino all'VIII-IX. Trasformata frattura totale. Si deve anzi dire che la cultura latina del primo Alto Me-
nel senso che scuole si continuano presso le chiese cattedrali, dovendo i ve- dioevo, condizionata com'è dalla tradizione orale germanica e latina, è una
cultura fondamentalmente di scuola, non tanto nel senso di essere per que-
scovi istruire alla lettura e comprensione dei testi cristiani, innanzitutto del
sto una cultura meramente manualistica e didascalica, ma nel senso che la
la Bibbia, il loro clero; e pressoimonasteri, dove gli abati hanno un dovere
ne è il primo e fondamentale luogo di formazione e di promozione.
di Benedetto da Norcia si scuola
analogo verso gli aspiranti monaci (nella Regula la Bibbia, le Ea questa tradizione scolastica, tutta sull'autodifesa e tutta di
ambiente ec-
chiede esplicitamente che i monaci leggano alcuni testi: oltre non coscientemente rivol-
clesiastic0, anche se usa le grammatiche pagane,
Vitae patrum e le Institutiones di Cassiano).17 VIII viene impressa
ta a uno stesso scopo sociale, che alla fine del secolo
Non si ha scolastica simile a quella romana, ma in alcune zone
una rete
una decisa forma unitaria per iniziativa di Carlo Magno,
cioè da parte di un
dell'Irlanda, che
essa diventa un'esigenza-chiave: è il caso in particolare re fondamentalmente analfabeta, che promuove una politica
dove dunque non esi germanico, ecclesiasti-
non aveva conoscíuto una colonizzazione romana e
direbbero "civili", piuttosto che
Scolastica con intenti che oggi si
CL, anche se esplicitamente cristiani.
sua ri-
vom Alter sia un momento della
16. Cfr. H. GrUNDMANN, Litteratus-illitteratus. Der Wandel einer Bildungsnorm Di puð dire che la riforma scolastica di Carlo
a. xL 1958, pp. 1-65 (ora in ID., AuSgeu
24m Mittelalter, in « Archiv für Kulturgeschichtee »,C. LEONARD1, L'intellettuale nell'Altomedioevo,
I-66);
Au/satze, Stuttgart, Hiersemann, 1978, pp.società di Filologia cass Iren und Europa, a cura di
H. LöwE, Stutt-
antica, Genova, Istituto in due tomi, Die della Bibbia da Isidoro Siviglia
di
1n
comportamento dell'intellettuale nella Siptor t r i l volume miscellaneo, Lo studio
La citazione da Paolo Diacono è a Historia, 58 (MGH, anche S. CANTELli,
vI Fondazione
1982; e vd. ora mediolatina della
medievale, rg80, pp. 19-39. all -Cotta, di cultura
1994 (Quaderni
Rerum Langobardicorum, Hannoverae, Hahn, 1878, p. I87) ordinaria, Spoleto, CrsaM,
ed, a cura di A. DE Vosü£ eJ.
NzUFvILLE, Paris, L Ezio 4Franceschini, 8).
Ezi
1 7 . . Regula Benedicti, cap. LxxII,
1972 (« Sources Chrétiennes», 182), p. 672.
55
SEZ. I PROBLEMI DELLE ORIGINI
CAP. 1I
L'EREDITÀ MeDIEVALE
forma della Chiesa. Consapevole dello stretto legame tra fede
mazione culturale c azione politica, Carlo ha coscicnza che
cristiana fo alità intellettuali piú vive e attive alla fine del secolo VIll e, con Paolo Dia-
guida del popolo alla salvezza. Entro questo quadro idcologico e inc re l,la
spetta al OPaolino di Aquileia, AMBROGIO AUTPERTO, che viene dalla Provenza
edè monaco e poi per qualche tempo abate a S. Vincenzo al Volturno, in
questa
prospettiva di sacralità politica, cgli intende portare il suo popolo, c quind uclla parte d'Italia dove l'intluenza di Carlo è assai minore20
anche la Chiesa e la cultura, in particolare il ceto
intellcttuale, che è ece
siastico, ad normam rectitudinis, per usare 'espressione definitoria
L'unificazione carolingia è ottenuta da Carlo e da Alcuino con I'imposi-
che Joscf 7ione di alcune direttive e con un rigoroso controllo della loro esecuzione;
Fleckenstein ha rilevato da una lettera di papa Zaccaria
(741-752), del 744, al ma in particolare - c o m e si d i c e v a - c o n l'istituzione di u n a scuola di palaz-
tempo di Pipino il Breve, a Bonitacio (morto nel 754), il 70, in cui si formanoi maestri che vanno presto a coprire il posto di capo-
amico di Roma e cvangclizzatore dei Gecrmani, a cui Carlo si
grande vescovo
sarebbe ispi- sCuola in centri monastici ed
episcopali di grande importanza. In riferi-
rato. Egli ha certamente promosso una ritorma e alla scuola da lui diretta, ALcUINo
scolastica, che prevedeva mento quelle adirettive (York, 735 circa
una formazione iniziale basata sulle sette arti liberali di e scrive una serie di trattati-manuali, come il De ortho-
tradizione classica. Tours, 804) pensa
ma la riforma
riguardava ogni aspetto della cultura, con una revisione del eraphia, il il De
De grammaticae et ma Alcuino affronta a n
rhetorica virtutibsus;
patrimonio ricevuto dal passato, che era soprattutto di natura religiosa e di che problemi teorici con un testo di grande interesse ideologico, il Dialogus
dominio ccclesiastico. Per qucsto il rinnovamento si inizia con la riforma de vera philosophia, sul rapporto tra le arti liberali e la teologia e/o la sapien-
della liturgia, per riportarla a testi corretti e da tutti leggibili: affronta direttamente il problema della Bibbia, con un ampio com-
perché pro- za, e
prio con la liturgia si realizza il primo strumento di contatto tra il popolo, la mento al Vangelo di Giovanni, che diventa il modcllo per molta esegesi
Chiesa e la stessa autorità civile. successiva.21
Con la ha per la prima volta nel Medioevo una di- La forte spinta unitaria di Carlo Magno non durerà molto dopo la sua
legislazione di Carlo si
rczione centralizzata della scuola e della cultura: il momento propulsivo di morte, avvenuta nell'814. Ma l'indebolirsi e il disgregarsi, verso la fine del
questa politica è certo la volontà del re dei Franchi - poi imperatore «sa- secolo IX, della costruzione carolingia, non ha significato la fine della scuo-
la creata da Alcuino: quel tipo di struttura è rimasto, sia perché i poteri poli-
cro» c romano» , ma si realizza in una scuola modello, in cuí Alcuino,
che in questo senso opera come un "ministro dell'istruzione e della ricerca" tici che si sono susseguiti hanno mantenuto interesse alla cultura, sia, e so-
rinunciare a
di Carlo, forma un'intera classc dirigente: la sua è una scuola di palazzo, prattutto, perché i monasteriei vescovadi non potevano piú
una scuola. Come era stato nell antichità, la scuola tornava ad essere
una
che egli dirige a corte c continua anche, con piú successo perché a tempo
delle scuole
opportunità sociale molto forte. Per altro il moltiplicarsi
n on
pieno, quandodiventa abate a Tours del monastero di S. E noto Martino. ha dissolto la struttura scolastica, la ha invece resa capillare. L'epoca carolin-
che a
palazzo c in stretto contatto con la corte, volenti o nolenti, operano
di u n a grande cultura scolastica,
anche il grammatico PiETRO DA PISA, Paolo Diacono, Paolino di Aquileia g1a e post-carolingia è pertanto il momento
che recupera dall' antichità e soprattutto dalla tarda antichità schemi e -
(peri quali vd. oltre); ma l'ltalia è fruitrice, piú che creatrice, di questo rin
-
novamento scolastico° La scuola di Paviaè illustrata da un macstro irlan- strumenti, che rilegge Agostinoe Cassiodoro, incorpora
e
sviluppa lespe-
rienza glossatoria irlandese, creando una lingua, il mediolatino,
che servirà
dese, DuNGALO, che viene dal monastero di St-Denis presso Parigi;aVero:
Lago
na opera Pacifico, sotto l'influenza del monastero di Reichenau,
sul di Il lavo-
Ambrogio Autperto, in SM, a. Ix 1968, pp. I-131.rectifudr-
40r. C. LeoNARDI, La spiritualità diKarls
Contanza;a Fiesole è macstro un altro irlandesc, DoNATO. Una delle perso- des Grossen als Veruwirklichung der «norma
a.FLECKENSTEIN è Bildungsreform
nis »,
Bigge (Ruhr), E. Albert, 1953. and Carolingian
studi da lu Kingdom of Heaven: Liturgy, Theology
f r . D.A. BULLOUGH, Alcuin and the Medieval
19. Per un primo orientamento sull'epoca di Carlo Magno, la rinascita degli Thought, cur. BLUMENTHAL, Washington
R.
e su Alcuino si vedanoi due volumi che raccolgono gli Atti delle Settimane di stl arolingian Essay, Patristic and Early si po-
promomi 1-69. Per una monografia complessiva
dio poletine: I problemi della dvlta carolingla, Spoleto, CiSAM, 1954, c Nascita dell'Europa ed En f atholic Univ. of America Press, 1983, pp.
Charlemagne. His World and His Work,
New York
a E.F. DuCKETT, Alcuin Friend of
ropa carolingla, Un'equazlone da verlflcare, Spoleto, CisAM, 1981; vd. inoltre problemi dell'O
e
e I toe
1951.
dente nel eolo VIII, Spoleto, CisAM, 1973.
57
56
SEZ. I
PROBLEMI DELLE ORIGINI
il
modo di esprimere, SCrittura di grande temperamento qualità lette- e
li antichi generi, trova
in una
quello politicO
è in definitiva teologica,
e atfronta le sue cultura con
raria (vd. oltre, par. 7).
dominante, che dalla Historia Langobardam grandi pro. scuola altomedievale si verifica nel secolo XI con il
ve,
creando iprimi capolavori:
m a anche he let
aolo Diaco-
letterario, per l'intensità el
L'esito piú alto della
e sui poteri e rapporti tra Impero e papa-
grande dibattito sulle investiture
-
intellettuale
no, sino
al vertice dalla fine
della scrittura - del Commento al pen e politici si erano già verificati, a partire
tensione raffinata
Prolog to.24 Dibattiti teologii adozioni-
del sul valore dele immagini religiose,
Giovanni, scritto da
Giovanni Scoto Eriugena
(vd. pan verso del secolo VIII (questione di-
Vangelo di
e poi nel LX (predestinazione,
eucarestia), ma erano sempre stati
metà del
secolo IX.22 smo) molto legati alla scuola e condotti da maestri
di scuola;
la Nel secolo successivo il clima culturale e 1l panorama letterario mutano; scussioni e dibattiti
numero di interventie qualità
in-
straordinaria per
la libellistica,
alla fine del secolo IX, e la data d'inizio si può cire.
ora invece fonda-
coscrive. PiER DAMIANI (Ravenna, 1o07-1072) è
cio si verifica già tellettuali si pensi solo a
-
di Giovanni VIlI (morto alla fine 882) Già priore a Fonte Avellana, nelle Marche,
re agli anni del pontificato on mentalmente extrascolastica.25
a Roma, quel GroVANNI DACONO IMMONIDE a
scrittori e operatori in ap-
uno scrittore
che opera cardinale, Pier Damiani è uno dei piú attivi
poi alcune sue opere, come il
accanto a una rielaborazione in versi della Cena e riforma della Chiesa; sono importanti
circa-880) cui si deve, la prima parodia biblica me.
poggio alla
ma a lui si devono
anche una serie di
priani, un'ampia biografia Gregorio Magno: L'una indica la libertà
di Libergratissimus e la Disceptatio synodalis, Molti altri hanno partecipato
dievale e la prima grande agiografia pontificia.
dello componimenti poetici
e un ricco epistolario.
CaNDIDA e ANSELMO DI Luc-
a Roma comincia a fare oggetto di satira e essi UMBERTO DI SiLva
al grande dibattito: tra
spirito medievale, che proprio intoccabile della tradizione cristiana, DI SUTRI e piú
tardi PLacIDO DI NoNANTOLA di parte grego
CA, BoNIzONE E
parodia la Bibbia, il testo piú sacro maturità extra-scolastica; mentre la
e
BENzONE D'ALBA di parte antigregoriana.26
GuIDO DA FERRARA e
altro sintomo di una riana, Per altro
ed è dunque un
secolo VI, allavanguardia in Europa.
agiograt- vede l'Italia tornare, dopo il
Vita Gregoii denuncia, assieme a intenti ideologici aspirazioni
e
58
SEZ. I PROBLEMI DELLE ORIGINI
CAP. II
L'EREDITÀ MEDIEVALE
lastruttura scolastica rimane quella carolinga, con i caposaldi nei
ei vescovadi verso la fine del secolo XI che a
Bologna viene a definirsi, in
e nei monasteri. E sempre
la cittadina, una struttura scolasthica nuova che avrà una fortuna
questo sistema, scosso dalle vicende della libellistica gregoria e a
13
aria., quella della scuola che si dice « universitaria». Le caratteristi-
gregoriana e dalla profonda crisidel monachesimo
benedettino, che entr anti. strao
rd
scuola sono la
specializzazione, in questo caso
in crisi nel secolo XI: si veritica intatti un potenziamento e rinnoUea che di questa giuridica;
il
netodo, che riprendee porta a pertezione la tradizione carolingia del com-
delle scuole episcopali e in ogni caso di quelle cittadine, mentre deead ssa; l'organizzazione scolastica, con un collegio di profes-
poco per volta quelle monastiche: il duopolio tende lentamente a dive mento, dela glossa
sori, che
fissa 'ordine degli studi e ha il potere di conferire i gradi accade-
un monopolio. La radice di questo cambiamento di struttura sta nella universitates student cioè le associazioni che uniscono gli stu-
ritor- ici, e le
ma ecclesiastica di Gregorio VII, in un cambiamento della figura cristian
mici
secondo Ila
denti (disolito: provenienza), che scelgono o eleggono i protes-
ma il papato, non
che ha ora al non piú
vertice il monachesimo piú Fabate sori e
iliscono le regole della vita scolastica. ll primo grande maestro
ma il vescovo, quello di Roma innanzitutto. Nonostante i tentativi di rifor
aciuto a Bolognaè IRNERIO, al quale si attribuiscono le glosse al Digesto
ma, il monachesimo è infatti in crisi: in Italia Vallombrosani e Camaldolesi le Quaestiones de iuris subtilitati
oltre ad opere giuridiche originali, come
per ricordare i due fenomeni di ritorma piú signiticativi, rappresentano an-
hus:30 vive tra il secoloAlelxll
ea lui seguirono altri grandissimi maestri,
che fatti sociali di rilievo, ma scolasticamente deboli: come nell antico mo- ricordare BULGARO, MARTINO, GLACOMO DI PoRTA Ra-
tra cui si possono
nachesimo, non è la cultura e l'insegnamento la vera preoccupazione del UGo DA BoLoGNA, tutti attivi lungo il secolo XII. II rapporto
VENNATE e
monaco, e quando la scuola non coincide con la cultura, ma copre solo un con gli imperatori (specie quelli di Casa sveva) fa-
dell' università bolognese
momento educativo particolare, la cultura tende nei monasteria decadere; dell'università, dedita per altro, soprattutto all'inizio, alla
vorí lo sviluppo
certamente decade l'incidenza delle scuole monastiche rispetto a quelle e comprensione
sistematica del corpus legislativo di Giustinia-
spiegazione
cittadine 27 no, ritenuto
c o m e ancora vigente.31
episcopali e
mentre quella salernitana è
Ciò non toglie casi di particolare rapporto tra monasteri e città. Si può i- Una scuola, dunque, prevalentemente laica,
che lo studio della teologia
cordare come nel secolo XI la Scuola di medicina di Salerno abbia conosciu- laica e insieme monastica. Fuori d' Ttalia, prima
all'inizio del secolo XII
trovi il suo luogo principe a Parigi, èè celebre-già
-
60
PROBLEMI DELLE ORIGINI
SEZ. I