Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Dopo la morte di Silla, Mario dà una nuova sionomia all’esercito. Viene eletto sette volte
console, nonostante fosse proibito, la carica di console era doppia, non si poteva essere
eletti l'anno dopo. Silla ha redato le liste di proscrizione, molti si arricchiscono, tra cui
Crasso. Silla muore dopo aver riportato il Senato e i cavalieri in un ruolo centrale. Con
l'inizio del 70 a.C. emerge la gura di Pompeo, luogotenente di Silla, aveva iniziato n da
giovane una forza militare. Pompeo viene mandato in Spagna per calmare la rivolta di
Sertorio, ciò gli consentì di creare in Spagna un punto di riferimento per approvvigionarsi.
Nel 73 a.C. viene a dato a crasso la rivolta di Spartaco, una ribellione di schiavi che inizia
da sud Italia, la rivolta viene brutalmente sedata, 6000 uomini vengono croci ssi. Pompeo
e crasso nel 70 sono eletti consoli. Mitridate nel Ponzeo che inizialmente è un alleato si
ribella, Pompeo riesce a conquistarla. Pompeo in questi anni a ronta i pirati che
assediavano le navi commerciali. Emerge anche la gura di Catilina, fa parte
dell'aristocrazia, decide di organizzare un esercito e trama una congiura. Cicerone lo
scopre e indige un’assemblea sul Palatino dove denuncia Catilina, scoppia una guerra
civile. Cesare si oppone ma viene scon tto. Nel 60 c'è il primo triunvirato, Cesare, Crasso
e Pompeo. Cesare e l'uomo dei popolares, viene dalla gens Iulia, una famiglia decaduta.
Le istituzioni sono deboli e Cesare capisce che per fare carriera deve accordarsi con
questi uomini. Nel primo triunvirato Cesare è console, Crasso ha l'oriente e Pompeo
l'Occidente. Nel 53 a.C. Crasso muore. Pompeo nel 52 a.C. ottiene di essere eletto solo
lui console. Cesare chiede il mandato di proconsole per conquistare le Gallie, parte nel 58
a.C. La conquista delle Gallie gli dà autorità e un esercito molto ampio. Intanto il Senato
mette una legge che comanda che si può diventare console solo se ci si trova a Roma.
Cesare nel 49 supera il Rubicone, lines sacro che nessuno può attraversare in armi,
diventa nemico della patria, scoppia la guerra civile dove Cesare vince. Pompeo scappa
in Egitto sperando nell'ospitalità di Tolomeo XIII che lo decapita e manda a Cesare la
testa. Nel 45 a.C. Cesare prende pieni poteri, diventa una gura di riferimento. Ai senatori
non piace e preparano la sua morte nelle Idi di marzo
Le opere
Cesare lascia una testimonianza storiogra ca delle sue imprese, i commentari, chi era il
comando della guerra doveva mandare costantemente aggiornamenti a Roma. Lo scopo
di Cesare è riferire dei fatti facendoli essere precisi. Queste opere sono scritte in prima
persona, narra degli avvenimenti e rende la narrazione più favorevole per lui.
De bello civili
Scrive il de bello civili perché è stato accusato di aver portato la guerra civile e vuole
spiegare che è stato obbligato a fare quella scelta, vuole anche far vedere laesue capacità
politiche e militari. Il de bello civili mostra la clemenza di Cesare, lui sa che se fosse stato
violento nella guerra civile non sarebbe stato accettato.
De analogia
Il de analogia è un trattato che spiega come bisogna seguire le regole grammaticali,
Cesare è un seguace dell'Atticismo. Alla ne dell'età classica sboccia il confronto tra
Asianesimo e Atticismo. l'Asianesimo è quel gusto letterario e oratorico che prevede un
testo molto articolato con gure retoriche, lo rende di cile da seguire, nasce a Pergamo.
L'atticismo nasce nell'Attica ad Atene, È un periodare molto concreto, le frasi sono brevi e
i fatti chiari, una struttura di facile accesso (Isocrate, Demostene, Isia)
ffi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
ffi
fi
ff
fi
fi
De bello gallico
Scrive il de bello Gallico con lo scopo di dare una giusti cazione per il suo potere, vuole
dimostrare che le terre sono molto ricche e che servono ai romani, ma non vuole fare una
conquista violenta. Cesare fa una serie di leggi per integrare i galli, aiuta economicamente
chi sposa donne della Gallia.
Mostra di accostarsi a una realtà diversa da quella romana usando come strumento di
analisi un metodo contrastivo, che pone in risalto analogie e di erenze. Ciò è veri cabile
anche a livello linguistico. Cesare osserva la realtà dei Galli e dei Germani con l’occhio del
romano ed è portato a sottolineare le di erenti abitudini, ad esempio il fatto che per i Galli
non era lecito trattare in pubblico con i gli piccoli, che le donne avevano la parità nella
divisione dei beni, che però esse potevano essere maltrattate come succedeva con gli
schiavi a Roma. Occorre inoltre osservare che Cesare per descrivere la realtà sociale
economica e istituzionale dei Galli usa prevalentemente il lessico romano (plebs, cliens,
pagus, civitas) l'unico termine celtico che troviamo è ambactus. Anche riguardo alla sfera
religiosa Cesare cita le divinità celtiche con il corrispondente nome latino di Mercurio,
Apollo, Marte, Giove, Minerva, anche se la corrispondenza non è sempre esatta.
Egli adotta un ragionamento di tipo induttivo e scienti co per spiegare una realtà
estranea, si basa sull'osservazione e sulla conoscenza delle fonti greche e tende quindi a
fondere un solido pragmatismo romano ed una curiosità scienti ca tipica della cultura
ellenistica, sussiste però il pericolo, che deriva dall'esperienza politica e civile di Cesare
usata come punto di riferimento, di arrivare a vere proprie razionalizzazioni che tendono a
deformare la realtà. L'uso dell'analogia, intesa come strumento per l'interpretazione di
situazioni nuove o sulla base del già noto, può essere un aiuto per organizzare nuove
conoscenze ed esperienze, ma a volte può provocare una ssazione troppo precoce della
nuova esperienza entro parametri indebiti e impedirne una comprensione adeguata. Si ha
quindi l'impressione che usare lessico e categorie sociopolitiche tipiche del mondo latino
limiti l'osservazione di Cesare a ciò che è funzionale alla sua visione di acuto generale
politico romano del I secolo a.C., attento ai cambiamenti possibili e futuro riformatore.
Mos maiorum
Mores: costumi, usanze, regolamento etico deciso già prima della costituzione scritta
Dalle origini di Roma alle XII tavole c'è una tradizione orale, i sacerdoti interpretano e
tramandano i mores. Vengono messi per iscritto nella costituzione così che siano
accessibili anche alla popolazione. Cicerone de niva le XII tavole dei Carmina perché
sentiva la tradizione orale.
Mos maiorum: mores consolidati successivamente che hanno un’importanza etica, i valori
ritornano perché i cittadini romani iniziano a confrontarsi con studiosi e sapienti greci
dopo la creazione di circoli culturali a Roma
fi
fi
ff
fi
fi
ffi
fi
ff
fi
fi
fi
fi
fi
ff
fi
fi
Virtus: valore, coraggio che l'uomo spende nel valore militare ma anche nella vita,
dimostra il suo valore in ciò che fa
Humanitas: avere consapevolezza avere davanti una persona che merita rispetto per
essere umana. Un concetto su cui molti autori si confrontano (Terenzio, Catone, Seneca)
Cambia il modo di comportarsi verso schiavi e donne.
I valori con uiscono nella letteratura e nell'oratoria. In Cesare c’è un’evoluzione del Mos
maiorum, il fatto che si preoccupi di questa civiltà mostra il concetto di Humanitas, è
consapevole di avere davanti un'altra popolazione e la rispetta.
I cavalieri sono signori locali con proprietà terrene e hanno il potere maggiore sulla plebe.
I druidi sono sacerdoti con molta cultura, hanno molto potere sociale e culturale, non è
solo potere religioso ma anche politico.
Perventum est: forma passiva impersonale del perfetto indicativo del verbo di IV°
pervenio, is, perveni, perventum, pervenire
Proponere: soggettiva
Esse: in nito presente del verbo essere, sum, es, fui, esse
Videtur: presente indicativo III persona singolare da videor, videris, visus sum, videri che è
un deponente di II°. Qui videor è costruito impersonalmente poiché è accompagnato da
un aggettivo neutro e ha come soggetto il successivo proponere.
Di erant: congiuntivo presente attivo 3 pers plur da di ero, di ers, distuli, dilatum, di erre
Hae nationes: soggetto nom, plur, da natio + attributo hae da hic, haec, hoc
In Gallia…sunt: principale
Pagus: da pango, in ccare. Paganus, colui che vive nel villaggio di campagna, grezzo e
rozzo, con la cultura cristiana viene adottato questo termine per coloro che non sono
soldati di Dio.
Factiones: partiti
ff
ff
fi
fl
fi
fi
ff
ff
ff
existimantur = presente indicativo passivo del verbo di I° existamo, exist mas, existimavi,
existimatum, existimare, è costruito personalmente e regge habere, in nito del verbo di II°
habeo, habes, habui, habitum, habere
redeat= congiuntivo presente III° pers. sing. dal verbo redeo, redes, redii, reditum, redire
Videtur: principale
videtur = presente indicativo III persona singolare da videor, videris, visus sum, videri che
è un deponente di II°.
egeret = congiuntivo imperfetto III° pers. sing. dal verbo di II° ageo, eges, egui, egere
patitur = III pers. sing presente indicativo dal verbo deponente di II° patior, pateris, passus
sum, pati
faciat= congiuntivo presente III pers. sing. dal verbo di III° facio, facis, feci, factum, facere
habet= presente indicativo III pers. sing dal verbo di II° habeo, habes, habui, habitum,
habere
Omni: l'aggettivo usato spesso da Cesare per indicare la totalità delle parti di un insieme
Discipline…causa: complemento di ne
sacri cis interdicunt: interdico è costruito con il dativo della persona e l’ablativo della
cosa
ffi
ffi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
fi
a
Quibus…interdictum: Interdico è qui al passivo impersonale, costruito con solo il dativo
della persona; la preposizione relativa è anticipata rispetto alla sua reggente, e quibus è
ripreso da hi.
Adlegitur: passivo personale con soggetto sottintesi oppure come passivo impersonale
Plerumque: avverbio
Una: avverbio che anteposto a cum e l’ablativo assume il signi cato di insieme con
Propinquus: da prope
Fere: avverbio
Id: profetico
fi
ff
ffi
fi
fi
fi
In vulgum: vulgum è accusativo del maschile vulgus neutro
Con sos: participio perfetto con valore di presente del verbo semideponente con do e
regge l’ablativo litteris
Perdiscendo: ablativo del gerundio di perdisco, in cui il pre sso per- ha valore intensivo
Hoc: retto dal verbo persuadere è prolettico delle proposizioni in nitive non inserire
animas e transire ad elios
15. I cavalieri
il capitolo XV viene dedicato ai Cavalieri, cioè la classe nobiliare, che, dopo i druidi, è la
seconda classe privilegiata della società dell’epoca. I Cavalieri rappresentano il potere
militare e sono circondati da servi e compagni che rimangono legati ad essi da un forte
sentimento basato sulla fedeltà personale. Lo spazio dedicato alla classe dei Cavalieri è
piuttosto limitato in quanto Cesare riteneva molto più rilevante il ruolo svolto nella società
dai Druidi.
solebat – ind. imp. da soleo, soles, solitus sum, ere, 2 semidep. = essere solito
inferrent – cong. imp. da infero, fers, intuli, illatum, inferre, con. irreg.= portare/recare/
procurare
inlatas– part. congiunto) da infero, fers, intuli, illatum, inferre, con. irreg.= portare/recare/
procurare
versantur – ind. pres. da versor, aris, atus sum, ari, 1 con. dep. = prendere parte
habent – ind. Pres. da habeo, es, habui, habitum, ere, 2 con. = avere
fi
ffi
fi
fi
fi
fi
16. La religione dei Galli
https://coggle.it/diagram/Xe9Obtfva8H90KZN/t/i-sacri ci-umani-de-bello-gallico-vi%2C16
Cesare riferisce delle usanze religiose dei Galli che appaiono drasticamente diverse per la
pratica del sacri cio umano, ripugnante alla mentalit romana: essi sacri cano esseri
umani perch sono convinti che gli dei richiedano una vita in cambio di un’altra; ad essere
sacri cati sono solitamente i colpevoli, ma, in mancanza di questi, non si esita a ricorrere
agli innocenti.
Importanza particolare hanno gli dei, che vengono assimilati a quelli dei Romani,
perdendo non solo il nome, ma anche le caratteristiche che non hanno corrispondenza
nelle divinit romane.
Cesare in ne riporta alcune curiosit sul costume dei Galli, rinunciando per a darne una
completa e organica trattazione.
Habent istituta=perifrasi che indica un'usanza iniziata nel passato e continuata in futuro
Plurima=superl. Di multus,a,um
Cum…costituerunt=prop temporale
Ut…neglecta=completiva
colunt (ind. pres.) da colo, is, colui, cultum, ere, 3 con. = venerare
ferunt (ind. pres.) da fero, fers, tuli, latum, ferre, anom. = ritenere/considerare
arbitrantur (ind. pres.) da arbitror, aris, atus sum, ari, 1 dep. = credere
habere (in nito pres.) da habeo, es, habui, habitum, ere, 2 con. = avere
depellere (in nito pres.) da depello, is, puli, pulsum, ere, 3 con. = respingere/scacciare
tradere (in nito pres.) da trado, is, didi, ditum, ere, 3 con. = insegnare
tenere (in nito pres.) da teneo, es, teni, tentum, ere, 3 con. = reggere
regere (in nito pres.) da rego, is, rexi, rectum, ere, 3 con. = governare
constituerunt (ind. pf.) da constituo, is, stitui, stitum, ere, 3 con. = decidere
dimicare (in nito pres.) da dimico, as, avi, atum, are, 1 con. = combattere
devovent (ind. pres.) da devoveo, es, vovi, votum, ere, 2 con. = consacrare
ceperint (cong. ppf.) da capio, is, cepi, captum, ere, 3 con. = prendere/conquistare
superaverunt (ind. pf.) da supero, as, avi, atum, are, 1 con. = vincere
immolant (ind. pres.) da immolo, as, avi, atum, are, 1 con. = sacri care/immolare
conferunt (ind. pres.) da confero, fers, contuli, collatum, conferre, anom.= riunire/radunare
licet (ind. pres.) da licet, licui o licitum est, ere, 2 con. imp. = si può, si possono
conspicari (ind. pres.) da conspicor, aris, atus sum, ari, 1 dep. = vedere
exstructos (participio pf.) da extruo, is, struxi, structum, ere, 3 con. = innalzare
neglecta (participio pf.) da neglego, is, glexi, glectum, ere, 3 con. = disprezzare
auderet (cong. imperf.) da audeo, es, ausus sum, ere, 2 semidep. = osare
occultare (in nito pres.) da occulto, as, avi, atum, are,1 con. = nascondere
capta (participio pf.) da capio, is, cepi, captum, ere, 3 con. = prendere
tollere (in nito pres.) da tollo, is, sustuli, sublatum, ere, 3 con. = togliere/sottrarre
posita (participio pf.) da pono, is, posui, positum, ere, 3 con. = depositare
degli dei = deum = arcaismo del genitivo plurale deorum del sostantivo deus (particolarità
della seconda declinazione) – genitivo partitivo (fra gli dei) dipendente dall'avverbio al
grado superlativo maxime
ciò che/ quelle cose che = ea quae = accusativo neutro plurale del pronome
dimostrativo is ea id + accusativo neutro plurale del pronome relativo qui quae quod che
da luogo alla proposizione relativa avranno conquistato (ceperint – terza persona plurale
del congiuntivo perfetto con valore eventuale) quando vincono (cum superaverunt –
proposizione temporale cum + indicativo) immolano gli animali catturati (capta –
accusativo neutro plurale del participio passato di capio, participio con valore attributivo)
in un unico luogo (in unum locum - complemento di moto a luogo IN + accusativo con
aggettivo pronominale unus-a-um, genitivo in -ius, dativo in -i) In molte città (multis
in civitatibus) = complemento di stato in luogo IN + ablativo con attributo multus, a, um
con tali cose (harum rerum = GENITIVO plurale, rerum viene da res, rei, sostantivo di
quinta declinazione e di rado (ne/que saepe – letter. e non spesso) accade
= accidit, Verbo di accadimento: accidit ... ut. proposizione principale
o sottrarre (tollere)
fi
fi
fi
fi
fi
fi
Figure retoriche
simulacra: probabilmente andrebbe tradotto con “simulacri” anziché con “statue”, poiché
i Galli non si dedicavano alla scultura, ma rappresentavano le divinità con massi di pietra
oblunghi con ccati al suolo
Note: Cesare indica le divinità celtiche con i nomi di quelle latine: Mercurio corrisponde al
celtico Teutates, Apollo al celtico Beal o Belenos, Mars a Hesus o Heus, Iuppiter a
Taraonis (dio del tuono) e Minerva a Belisama.
fi
fi