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dalla Gerusalemme liberata

11 Proemio
1. Canto: Tasso rispetta il t6pos degli esordi delI'epica e nelIa prima ottava..P(): ~Y.a1:gomen.t9. I versi ricordano il famoso mizio delI'Eneide virgiliana (<<Armavirumque cano). 2. pietose: pie, perch poste aI servizio delIa fede. 3. eapitano: Goffredo di Buglione. 4. aequisto: Ia conquista di Gerusalemme. 5. e in van ... misto: alIa conquista inutilmente si opposero Ie forze infernali e quelIe, ad esse alIeate, dei musulmani di Asia e Africa. Con l' espressione popol di Libia I'autore intende riferirsi alle truppe egiziane. 6. e sotto ... erranti: e ricondusse i compagni di Goffredo (erranti per aver conosciuto momenti di perdizione morale che li hanno allontanati dagli obiettivi primari deI Ioro impegno religioso e militare; specchio di questo "errore" I'errare fisico, binomio topico dei romanzi cavallereschi) all'unit, sotto I'insegna della croce. 7. o Musa: alla proposizione segue I'jnvo~zi2ng alla MUl!a. Lo scrupoloso rispetto delI'ortodossia fa si che Tasso, a differenza di Dante, senta il bisogno di wmn~e Ia m1J,S..c1>~g.ana (che circonda Ia fronte-ai allori eaduehi, destinati a perire).da._q~l!a cristiana, presentata come ispirazio.n~~.Leste. 8. Elieona: iI monte sacro alle Muse. 9. spira: ispira. 10. eelesti ardori: un'ispirazione poetica e religiosa. 11. e tu perdona ... le carte: I'autore invOCa il perd()~.o della MgailLq~ntQ,in conforrriit con Ie tesi espresse a proposito deI poema eroico,jntr~c.C.m.a.U!!yerl~ storica episodi di inye~i9.neJ1gI,1 rigidamente vincolatL.[pIano storico..e relgr6a:' 12. Sai ... Parnaso: i Iettori (il mondo) sono attratti dagli allettamenti seducenti
(lusinghiere) della poesia (il

Il12oemio della Gerusalemme liberata ricalca puntualmente lo ~Q/J,ema jissatodaUa. t~adiziom-.epica ed e ripartito in tr:e.momenti: l!!3SPQsizione.dell..~(J,rgOrrwntoA. delpoema( ottava 1), l 'invocazione alla

,}liisa; (ttave 2-3), la deaipa alsignore, che introduce il. motivo eneo\.1'niastico (ottave 4-5).
~.

G~nto1 l'arme pietose2 e '1 capitano3 che '1 gran sepolcro libero di Cristo. Molto egli opro co '1 senno e con Ia mano, molto soffrl nel glorioso acquisto 4; . e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano s'armo d'Asia e di Libia il popol misto5. II CieI gli di favore, e sotto a i santi segni ridusse i suoicompagni erranti 6.
.

che di caduchi allori non circondi Ia fronte in Elicona 8,


ma su nel cielo infra i beati cori hai di stelle immortali aurea corona,

o Musa 7, tu

tu spira 9 aI petto mio celesti ardori 10, tu rischiara il mio canto, e tu perdona s'intesso fregi aI ver,..s'adorno in parte d'altri diletti, che de' tuoi, Ie cartell.
3 Sai che l corre il mondo ove piil versi di sue dolcezze il lusinghier Parnaso 12,

e che '1 vero, condito in molli versi, i piil schivi allettando ha persuaso. CosI a l'egro fanciul porgiamo aspersi di soav Iicorgli orli deI vaso: succhi amari ingannato intanto ei beve, . e da l'inganno suo vita riceve 13.4

1 ~. "

... Parnaso,

monte Iegato aI culto di Apollo, il dio della poesia). 13. Cosi rieeve: Ia conclusione ripropone una ~..similitudine-dt'6'lg'1e-Iucrezian.!! (De rerum natura, I, vv. 936-42), che anche, come neI caso deI poeta latino,

...

una dichiarazione di poetica: I'inz-~no (i


molli versi) I}on fine a se stesso: serve i\j!l~lllC:tr~ iyalori' positi'vr d~m-'f~g~, al. pari .dei an-avjJieor (di un liquido dolce) ~P~I'9Sul bordo della-tazza(vaso) porto. aI fanciullo ma1a1;Q (egro): egli beY_e.ra.mara

Tu, .magnanimo Alfonsol4, il qual ritogli aI furor di fortuna e guiai n porto me peregrino errante, e fra gli scogli e fra l'onde agitato e quasi absorto 15, queste mie carte in lieta fronte accogli, che quasi in voto a te sacrate i' porto 16. Forse un dI fia che Ia presaga penna osi scriver di te queI ch'or n'accenna.17
16. queste ... porto: accogli con benevoIenza questo poema che io presento a te come se fosse consacrato in voto. 17. Forse ... n'aecenna: verr forse un giorno in cui Ia mia penna, presaga della tua gloria, avr I'ardire di scrivere di te quello che ora accenna a malapena, vale a dire che Alfonso 11 sar a capo di una nuova crociata.

~..duca.dLE~n:..IY:i!...gaI1559 a11597. 15. il qual... absorto: ;;t'c1i-Sttri all'imperversare della sorte e conduci in porto me, pellegrino errante sballottato e quasi sommerso (absorto) fra scogli e gledicma'(sebiamari) cheJqggarirgrji: zie all'ingannevole ~Q!!)~!I!C()SPl:J.l:a~W- onde. 11motivo autobiografico della vita eMoaate-be'rsl!.~~4Wi-S.-e... l'orlo, e propno in virtU di questo inganno.. PFesentato.neimodi ch~caI1I.~~l'inrester in vij;a. ~mP!l!.~.~anzone Al A1'.etauro(cfr. T99). 14. magnanimo Alfonso: ~lL

Gerusalemme

liberata

6~92
18. E ben ... si veda: a ragione, se mai (unqua) accadr che i Cristiani vivranno in pace, il popolo di Cristo conceder ad Alfonso il comando di una nuova crociata. 19. aI fero Trace: i Turchi infedeli che, avendo occupato Costantinopoli, situata nell'antica Tracia, venivano chiamati Traci. 20. cerchi ... preda: cerchi di sottrarre il Santo Sepolcro di Cristo ingiustamente occupato dai Turchi. 21. ch'a te ... conceda: che (il popoI di Cristo) dia a te il comando supremo delle truppe di terra o della flotta.

E ben

ragion, s' egli averr ch'in pace

il buon popol di Cristo unqua si veda 18, e con navi e cavalli aI fero Trace 19
cerchi ritar Ia grande ingiusta preda 2, ch'a te 10 scettro in terra o, se ti piace, l'alto imperio de' mari a te conceda21. Emulo di Goffredo, i nostri carmi intanto ascolta, e t'apparecchia a l'armi.

ANALISI DE L TESTO
11Proemio costituisce un'insostituibile chiave di lettura deI poema, poich fornisce tutta una serie di preziose indicazioni sulIe sue tematiche, sulIa sua organizzazione interna e sui princlpi di poetica che 10 ispirano. 11verso iniziale, Canto l'arme pietose e '1 capitano, Ia ripresa esatta delI' incipit delI' Eneide virgiliana, Arma virumque cano (Canto le armi e l'eroe): gi questo solo fatto ci fa capire come Tasso voglia adeguarsi puntigliosamente aI modelIo deI poema epico classico che, nelIe discussioni contemporanee, veniva contrapposto aI modelIo deI "romanzo" cavalIeresco di Ariosto. Una conferma viene dalla formula arme pietose. Nel verso d'esordio deI Furioso compariva Ia coppia l'armi, gli amori, caratteristica de lIa tradizione cavalIeresca; Tasso invece si concentra solo sul tema piu alto e sublime, Ia materia guerresca, e non menziona piu gli amori. L'amore ancora largamente presente nelIa Gerusalemme, ma non piu il motore principale delI'azione, come era nei poemi di Boiardo e Ariosto, anzi declassato a ostacolo, Ia principale di quelIe forze centrifughe e disgregatrici che si oppongono alr'impresa dei crociati e li sviano dalloro compito (questo nel progetto strutturale deI poema: in realt l'amore uno dei temi fondainentali). Denso di significato poi l'epiteto.pietose: mentre le imprese guerriere degli eroi ariosteschi erano indirizzate essenzialmente a un fine individualistico e mondano, Ia conquista delIa donna, o di un'arma, o delIa gloria personale (solo nelIa seconda parte, piu epica, venivano rivolte aI fine colIettivo delIa vittoria sui Mori), le armi degli eroi tassiani sono deI tutto subordinate a un fine colIettivo e di alto valore religioso, che supera quelli individuali, Ia liberazione deI Santo Sepolcro. In questa prima ottava, in cui sintetizzato l'argomento deI poema, si puo vedere inscritta tutta Ia sua tematica e Ia sua stessa struttura ideologica portante. Vi si delinea infatti il conflitto che 10 informa, articolato su tre livelli, come ha ben indicato 10 Zatti: 1) il Cielo contro l'Inferno, l'autorit di Dio che doma le forze di Satana; 2) le arme pietose dei crociati contro il popol misto dei pagani; 3) il capitano, depositario deI codice cristiano delI'unit, contro i compagni errantiJ>, che sono dispersi dalIe forze centrifughe delI'amore, delI'onore, delIa gloria, e che si colIocano anch'essi nel campo negativo deI molteplice, come i pagani. AlIe opposizioni crociati-pagani, Cielo-Inferno, si contrappone una duplice alleanza, tra il capitano e il Cielo che gli di favore, tra il popol misto e l'Inferno. Si delinea COSI anche Ia struttura spaziale de lIa Gerusalemme, che contrappone uno spazio orizzontale, terreno, ad uno spazio verticale, soprannaturale, celeste e infernale (mentre, si ricordi, 10spazio deI Furioso era tutto orizzontale, cio interamente laico e immanente). Le due ottave seguenti, dedicate alI'invocazione alIa Musa, contengono fondamentali indicazioni di poetica. Si nota innanzitutto Ia volont di conciliare il classicismo con Ia religiosit controriformistica. II poeta invoca slla Musa, come esigono le regole deI classicismo e l' ossequio ai modelli antichi, ma si affretta a precisare che non Ia Musa pagana, bensl una pura alIegoria dell'ispirazione che viene dal cielo al poeta cristiano. TIriferimento a questa ispirazione religiosa (<<celestiardori) fa venire in primo piano un conflitto, quelIo tra il vero e i fregi con cui il poeta 10 adorna, tra il diletto e il fine morale delIa poesia. Secondo l'austera concezione controriformistica delI'arte, che le assegna finalit pedagogiche e edificanti, compito deI poeta sarebbe diffondere esclusivamente il vero, cio le verit della religione e i precetti della morale, guardando con diffidenza le finzioni e le belIezze esteti-

L'adeguazione ai modello epico classico

La materia guerrsca in primo piano

11fine collettivo dell'eroismo

11conflitto di fondo

La conciliazione tra classicismo e religiosit controriformistica

Tasso

6,9;1
che de lIa poesia, che sono destinate a provocare piacere, e percio possono indurre aI peccato. Ma il poeta deve fare i conti con i lettori e i loro gusti: il pubblico legge i poemi per ricavarne piacere, e vi ricerca argomenti e forme gradevoli, alIettanti, percio il poeta non puo non porsi come fine anche il diletto (il problema era gi stato affrontato teoricamente nei Discorsi deU'arte poetica). Tasso supera Ia contraddizione subordinando il diletto aI vero: l'austera materia morale, che respingerebbe i lettori, diviene accettabile se condita in molli versi, rivestita delIe forme alIettanti delIa poesia, come i soavi licor rendono accetta aI fanciulIo malato l'amara medicina. La poesia con Ia sua dolcezza e gradevolezza diviene veicolo di precetti e edificanti insegnamenti. In questa luce il meraviglioso, l'amore, l'avventura, l'idillio, a livelIo dei contenuti, le belIe immagini e Ia musicalit deI verso, a livelIo formale, diventano strumenti per Ia diffusione di messaggi morali e religiosi. L'ossequio nei confronti dei canoni etico-religiosi deI suo tempo induce il poeta ad assumere un atteggiamento di sospetto verso i caratteri profani e edonistici delIa letteratura, quelli che erano posti in primo piano dalIe poetiche deI primo Rinascimento, che assegnavano come fine alla poesia il diletto. In realt egli prova una forte attrazione per quegli aspetti: ebbene, proprio Ia svalutazione deI diletto e Ia sua subordinazione aI vero gli consentono di introdurre nel poema dolcezze e lusinghe altrimenti proibite. Si manifesta gi qui un meccanismo tipico delIa Gerusalemme: il poeta nega cio che ripugna alIa sua coscenza controriformistica, ma solo per affermarlo, per consentirgli il diritto di cittadinanza nelIa poesia. Vedremo che cOSIsi comporter con tutta Ia materia profana e poco edificante, Ia sensualit, l'avventura individualistica, il magico-demoniaco, che verranno pesantemente condannati, e proprio in tale modo avranno diritto d'accesso nelIa narrazione. NelIa terza sezione deI proemio, quelIa encomiastica (ottave 4-5), emerge in primo piano un'immagine che il poeta ama spesso dare di s, quelIa deI peregrino errante, perseguitato dalIa Fortuna e dalIa sventura. Si delinea cOSIun' opposizione tra Ia sua esistenza errabonda e instabile e Ia corte, vista come rifugio sicuro, garanzia di stabilit. Sono i due poli costitutivi di tutta l'esperienza tassiana, il conformismo e l'irregolarit, tra cui si muovono due forze contrarie, quelIa centripeta che porta il poeta a inseguire Ia gloria e il successo, a inserirsi nelIe strutture delIa corte, a ossequiare le norme delIa Chiesa controriformistica, e quelIa centrfuga che 10 induce alI'inqwetudine perenne, alIa malinconia, alIa fuga, sino aI limite estremo delIa follia. In questa luce Ia figura deI signore, che benevolo accoglie il peregrino errante, assume il valore di un'immagine paterna e rassicurante, evocata dagli stessi conflitti profondi deI poeta (come avviene anche nelIa Canzone al Metauro: cfr. T99). L'auspicio infine delIa nuova crociata contro i Turchi non solo un convenzionale motivo encomiastico, ma riflette il clima deI tempo, percorso dalIe paure per l'avanzata ottomana e dai desideri di rivalsa delI'occidente cristiano, e testimonia come Ia materia deI poema sia strettamente colIegata alI'attualit e agli interessi vivi nelIa coscienza contemporanea.

La subordinazione deI diletto aI vero

L'attrazione per gli aspetti edonistici della Ietteratura

Conformismo e irregoIarit

11 collegamento con I'attualit

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PROPOSTE DI LAVORO

1. Esaminare il Proemio dai punto di vista formale, individuando le figure retoriche utilizzate (ad esempio anafore, allitterazioni, metafore, personificazioni...); le parole-chiave; iI sistema di opposizioni presente nella prima ottava; i riferimenti ai classici (prima e terza ottava). 2. Confrontare il Proemiodell'Orlando completando Ia seguente tabella: furioso di Ariosto (cfr. T4) con questo della Gerusalemme libera ta di Tasso, Arlosto argomento invocazione alia Musa riferimenti autobiografici versi encomiastic ccl'armi, gli amori.. Tasso cc I' arme pietose..

Gerusalemme

liberata

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Quali considerazioni si posso no ricavare sulla poetica e sulla visione dei mondo dei due autori? 3. Nella prima ottava si delinea una netta contrapposizione tra I'arme pietose e 'I capitano ed ,di popol misto Nei poemi di Boiardo e di Ariosto i/mondo pagano e quello cristiano sono cosI nettamente contrapposti? (Rifle tere ad esempiQ sull'episodio di Criando e Agricane in Boiardo (libra I, canto XVIII)e su quello di Rinaldo e Ferrau in Ariosto (canto I)
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Satana: 1'orrida maest deI grande ribelle

Satana si duole al vedere i successi dei cristiani e medita di infliggere loro terribili sofferenze. Chiama cosi a raccolta il concilio infernale, composto di creature mostruose e orrende. Esse si dispongono tutto intorno alui, ad ascoltare i suoi ordini (canto IV, ottave 6-17)
6

1. Pluton: in nome dei gusto classicistico rinascimentale, Tasso chiama Satana con il nome della divinit pagana degl'Inferi. 2. Calpe: il promontorio di Gibilterra. 3. magno Atlante: Ia grande catena delI'Atlante, nell'Africa settentrionale. 4. estolle: innalza (latinismo). 5. fero: feroce. 6. di veneno ... splende: 10sguardo, iniettato di veleno, splende come una cometa annunciatrice di sciagure (infausta)>>. 7. involve: avvolge. 8. d'altro ... immonda: sporca di sangue scuro. 9. Mongibello: l'Etna. 10. Cerbero: il cane a tre fauci, custode degli Inferi. 11. Idra: serpente a sette teste, ucciso da
Eracle. '

Siede Pluton 1 nel mezzo, e con Ia destra sostien 10 scettro ruvido e pesante; n tanto scoglio in mar, n rupe alpestra, n pur Calpe2 s'inalza o 'I magno Atlante3, ch'anzi lui non paresse un picciol colle, SI !a gran fronte e le gran corna estolle4.

Orrida maest nel fero 5 aspetto


terrore accresce, e piu superbo il rende: rosseggian gli occhi, e di veneno infetto come infausta cometa il guardo splende 6,

gl'involve 7 il mento e su l'irsuto petto ispida e folta Ia gran barba scende, e in guisa di voragine profonda s'apre Ia bocca d'atro sangue immonda 8.
8

12. rest Cocito: si arrest Cocito, fiume infernale. 13. Tartarei numi: di infernali. 14. di seder ... vostra: i demoni erano in origine degli angeli, cacciati dai cielo per essersi ribellati aDio. Lucifero stesso era il pil bello dei Cherubini. 15. felici regni: il paradiso. 16. gran caso: Ia grande caduta. 17. orribil chiostra: l'orribile carcere infernale. 18. altrui: di Dio (che Satana evita di nominare). 19. I'alta impresa: Ia ribellione aDio, neI tentativo di diventare pari alui. 20. rubelle: ribelli.

Qual i fumi sulfurei ed infiammati escon di Mongibell09 e 'I puzzo e 'I tuono, tal de Ia fera bocca i negri fiati, tale ilfetore e le faville sono. Mentre ei parlava, Cerbero 10 i latrati ripresse, e l'Idrall si fe' muta aI suono; rest Cocitol2, e ne tremr gli abissi, e in questi detti il gran rimbombo udissi:
l sovra il sole, ond' I'origin vostra 14, che meco gi da i piu felici regni 15 spinse il gran caso 16 in questa orribil chiostra

- Tartarei numi 13, di seder piu degni


18

17,

gli antichi altrui sospetti e i feri sdegni noti son troppo, e l'alta impresa19 nostra; or Colui regge a suo voler le stelle, e noi siam giudicate alme rubelle2.

Tasso

69t;
10

Ed in vece deI dI sereno e puro, de l' aureo sol, de gli stellati giri 21, n'ha qui rinchiusi in questo abisso oscuro, n vuol ch'al primo onor22 per noi s'aspiri; e poscia. (ahi quanto a ricordarlo duro! quest' quel che piu inaspra i miei martlri) ne' bei seggi celesti ha l'uom chiamato, l'uom vile24 e di vil fango in terra nato.

23

21. stellati giri: le sfere celesti. 22. primo onor: Ia grandezza, Ia dignit di un tempo. 23. inaspra ... martiri: rende piu aspri i miei tormenti. 24. vile: spregevole. 25. farne: farci. 26. figlio: Gesu Cristo, incarnatosi per redimere l'umanit daI peccato e sottrarla a Satana. 27. tartaree: infernali. 28. e porre ... piede: allude alla discesa di Cristo all'inferno, per trame le anime dei patriarchi e dei profeti. 29. in nostro ... Inferno: collocare nel cielo tali anime, a nostro scherno, come irisegne della vittoria sull'inferno. 30. Ed in qual... imprese?: dove e quando avvenne che Dio ponesse fine alle sue abituali imprese?. 31. dssi: si deve. 32. a l'antiche: le offese di un tempo (contrapposte alle presenti offese deI verso
successivo).

11

N cio gli parve assai; ma in preda a morte, sol per farne25 piu danno, il figli026 diede. Ei venne e ruppe le tartaree27 porte, e porre oso ne' regni nostri il piede28, e trarne l'alme a noi dovute in sorte, e riportarne aI Ciel SI ricche prede, vincitor trionfando, e in nostro scherno l'insegne ivi spiegar deI vinto Infern029. Ma che rinovo i miei dolo r parlando? Chi non ha gi l'ingiurie nostre intese? Ed in qual parte si trovo, n quando, ch'egli cessasse da l'usate imprese3O? Non piu dssi31 a l'antiche32 andar pensando, pensar dobbiamo a le presenti offese. Deh! non vedete ormai com' egli tenti tutte aI suo culto richiamar le genti? Noi trarrem neghittosi i giorni e l'ore, n degna cura fia che '1 cor n'accenda?33' e soffrirem 34che forza ognor maggiore il suo popol fedele36 in Asia prenda? e che Giudea soggioghi? e che '1 suo onore, che '1 nome suo piu si dilati estenda 36? che suoni inaltre lingue, e in altri carmi si scriva, e incida in novi bronzi e marmi 37? Che sian gl'idoli nostri 38 a terra sparsi? ch'i nostri altari il mondo a lui converta? ch'a lui sospesi i voti39, a lui sol arsi siano gl'incensi, ed aur040 e mirra offerta? ch'ove41 a noi tempio non sole a serrarsi, or via non resti a l'arti nostre42 aperta? che di tant'alme il solito tributo ne manchi, e in voto regno alberghi Plut043?

12

33. Noi ... n'accenda?: noi lasceremo trascorrere inerti i giorni e le ore, e non ci sar una qualche nobile brama di grandezza che ci accenda i cuori?. 34. soffrirem: tollereremo. 35. iI suo ... fedele: i cristiani. 36. stenda: si diffonda. 37. che suoni ... marrni?: che il nome di Dio sia invocato da altri popoli (oltre agli attuali cristiani), che si scriva in altri inni religiosi, e si incida in nuovi monumenti di bronzo e di marmo?. 38. idoli nostri: gli idoli pagani sono ritenuti propri dalle divinit infernali. Nella prospettiva controriformista Ia religione islamica considerata pagana e vista come bene accetta a Satana. 39. sospesi i voti: appesi nei templi gli oggetti votivi. 40. auro: oro. 41. ove: nelle regioni pagane. 42. arti nostre: le arti demoniache. 43. di tant'alrne ... Pluto?: che ci manchiil solito tributo di tante anime clannate, e Satana (Pluto, nome deI dia degli Inferi nella religione romana) abiti (alberghi) in un regno vuoto?. 44. primiero: di un tempo, quando osarono tentare l'impresa della ribellione aDio. 45. iI celeste impero: il cielo,regno di Dio. 46. virtute: valore, ardimento. 47. Diede ... vittoria: una causa sconosciuta, quale che essa fosse, diede Ia vittoria aDio.

13

14

15

Ah! non fia ver, ch non sono anco estinti

gli spirti in voi di quel valor primiero44,


quando di ferro e d'alte fiamme cinti
pugnammo gi contra il celeste impero
45.

Fummo, io no '1 nego, in quel conflitto vinti, pur non manco virtute46 aI gran pensiero. Diede che che si fosse a lui vittoria 47: rimas e a noi d'invitto ardir Ia gloria.
Gerusalemme liberata

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48. v'indugio: vi trattengo. 49. Itene: andate. 50. consorti: compagni, partecipi della mia sorte. 51. opprimete i rei: schiacciate gli scellerati nemici nostri. 52. questa ... s'ammorze: <<l'impeto delle forze crociate, che va sempre piu crescendo, si estingua. 53. fra loro ... inganno: insinuatevi nelle loro file, e si adoperi ora Ia forza ora l'inganno per Ia loro definitiva rovina. 54. Sia destin: si eseguisca, per opera vostra, come irrimediabile necessit, a cui i nemici non possano sottrarsi (Sanguineti). 55. in cure ... riso: immerso in passioni sensuali adori come un idolo il dolce sguardo e il riso di una donna (preannuncia Ia sorte che sar di Rinaldo, irretito dalla maga Armida). 56. Sia ... diviso: dall'esercito in rivolta e discorde ai suo interno le armi siano rivolte contro il comandante (allude alla rivolta contro Goffredo alimentata da Argillano). 57. pera ... ruini: <di campo cristiano sia

16

Ma perch piu v'indugi048? Itene49, o miei fidi consorti50, o mia potenza e forze:

ite veloci, ed opprimete i rei 51

prima che 'I lor poter piu si rinforze; pria che tutt' arda il regno de gli Ebrei, questa fiamma crescente omai s'ammorze52; fra loro entrate, e in ultimo lor danno or Ia forza s'adopri ed or l'inganno53.
17

Sia destin 54ci ch'io voglio: altri disperso se 'n vada errando, altri rimanga ucciso, altri in cure d'amor lascive immerso
.

idol si faccia un dolce sguardo e un riso 55.


Sia il ferro incontra 'I suo rettor converso da 10 stuol ribellante e 'n s diviso 56: pra il campo e ruini 57,e resti in tutto ogni vestigi058 suo con lui distrutto. -

distrutto evada in rovina. 58. ogni vestigio: ogni traccia.

ANALISI DE L TESTO
La rappresentazione tassiana di Satana per un verso e tradizionale, ma per un altro e straordinariamente nuova, densa di potenzialit che saranno sviluppate dalla letteratura dei secoli successivi. Conformi all'immagine tradizionale deI demonio sono il suo aspetto mostruoso e orripilante, le gran corna, i fumi sulfurei e le fiamme che escono dalla sua bocca; ma Ia novit consiste nel fatto che c'e in lui qualcosa di.grande e di maestoso. II poeta insiste innanzitutto sulla sua statura gigantesca, sullevarsi in alto della sua gran fronte, che tradizionalmente segno di magnanimit (viene in mente l'ei s'ergea col petto e colla fronte deI Farinata dantesco; e non e da escludere che tale immagine agisca segretamente nella fantasia tassiana); poi sottolinea l'orrida maest che 10rende pii1superbo: innegabile che in questa figura, pur nella sua negativit, vi sia una forma di grandezza, una grandezza strana, abnorme, inquietante, ben espressa da quella forma di ossimoro che Ia designa, accompagnando all'idea dell'orrido quella della maest (si ricordi che l'ossimoro mette insieme due concetti che dovrebbero essere logicamente inconciliabili). Questi caratteri fisici sono ripresi dall'orazione'di Satana alIe sue schiere. E un discorso altamente intonato, solenne, costruito secondo tutti i moduli della reto rica sublime, quasi a conferma delIa maest deI personaggio. Ma quel che pii1conta sono le idee espresse daI demonio. Egli rivendica il valore e Ia dignit delIa ribellione degli angeli, Ia definisce alta impresa; il combattere contro l'impero celeste di Dio e stato segno di valor; in quel gran pensiero non e mancata virtute; nonostante Ia sconfltta, rimasta nei demoni Ia gloria di un invitto ardir. Oltre a questa rivendicazione delIa nobilt della ribellione, di grande interesse sono poi le accuse rivolte da Satana aI cielo. Egli sostiene che non stato un principio superiore di giustizia ad assicurare a Dio Ia vittoria sui ribelli, ma solo il caso (<<Diede che che si fosse alui vittoria). La distinzione tra bene e male non ha secondo Iui un fondamento oggettivo, dipesa solo dagli esiti di una guerra: bene ci che stato imposto daI vincitore. Perci presenta come un sopruso intollerabile il fatto che i demoni, degni per illoro vaIore di sedere nel pii1alto dei cieli, siano stati relegati nelle tenebre dell'abisso infernale: essi sono considerati colpevoli solo perch sono stati sconfitti (<<or Colui regge a suo voler le stelle / e noi siam giudicate alme rubelle). Di conseguenza Satana accusa il Dio vincitore di una sorta di "imperialismo" (volendo usare un termine moderno), di aver
Tasso
Aspetti innovatori della rappresentazione di Satana: Ia grandezza e Ia maest

La dignit della ribellone degli angeli

Le accuse di
aDio

" imperialismo

..

697
voluto schiacciare ed annullare cio che era" diverso" , riducendo tutto il creato sotto un unico dominio. La stessa accusa rivolge ai crociati che, per volere di Dio, vogliono conquistare tutta Ia terra, imponendo Ia loro religione e cancellando ogni pluralit di culti, di opinioni, di mentalit. Quindi Satana non solo si ammanta della gloria di aver tentato una nobile impresa, ma si offre anche come il difensore dei valori deI pluralismo e della tolIeranza, valori tipicamente rinascimentali (come ha sottolineato 10Zatti), cOSIcome i pagani sono portatori dei valori, egualmente rinascimentali, dell'individualismo energico e dell'edonismo. E evidente che Tasso vuol presentare tutto questo discorso di Satana come una serie di orribili bestemmie, che devono suscitare orrore ed esecrazione nellettore, quindi indirizza I'episodio ad un fine deI tutto edificante. Ma per intanto d Ia parola a Satana, consente aI suo punto di vista di esprimersi: e questo di una straordinaria novit e audacia, aI di l di ogni cautela e di ogni alibi didascalico. L'accanimento sull'aspetto orribile deI demonio e il pesante giudizio morale sulle sue bestemmie sono quindi un mezzo che consente a questa mate ria scottante di emergere alIa superficie. Come spesso avviene nella Gerusalemme liberata, il poeta nega per affermare (o, per dir meglio, l'affermazione si fa strada inconsapevolmente proprio attraverso Ia negazione). Il negare consente a contenuti inquietanti, che sarebbero respinti dalIa coscienza e daI senso morale, di trovare cittadinanza nella
poesia.

Gli intenti edificanti deI poeta

E facile

scorgere

dietro a questi meccanismi

le fondamentali

ambivalenze

deI Tasso.

L'ambigua attrazione per i vaIori rinascimentali

11 Satana di Milton

11 Satana dei romantici

Se come poeta cristiano della Controriforma egli condanna fermamente, con sincera convinzione, quegli aspetti eterodossi e inquietanti, d'altro lato prova una segreta attrazione per il ribelle, per il portatore dei valori laici deI pluralismo, della tolleranza, della virtu magnanima indirizzata verso fini di gloria mondana. In questa sottile ambivalenza verso Satana si manifesta Ia segreta componente ribelle deI Tasso contro l'autorit e il potere, Ia sua nostalgia per i valori della cultura rinascimentale. La coscienza controriformistica deI poeta 10 porta a condannare e a respingere quelle componenti, a "demonizzarle" (alla lettera, in questo caso), ma in realt egli ancora profondamente legato ad esse. Le contraddizioni deI poeta si traducono, a livello testuale, in figure come questa di Satana, di straordinario fascino nella loro densit e nella loro ambigua polivalenza. Con le sue inquietudini Tasso d inizio ad un modo di considerare Satana destinato a lunga fortuna in successive epoche e in alUi climi culturali. La sua raffigurazione sar ripresa in termini simili da Marino, ma soprattutto dal grande poeta inglese deI Seicento John Milton (1608-1674), che nel suo Paradiso perduto conferisce a Satana, come osserva un acuto studioso di letteratura inglese, il fascino deI ribelle indo mito, sicch il Maligno assume un aspetto di decaduta bellezza, di splendore offuscato da mestizia e da morte, e appare maestoso sia pur nella rovina (Mario Praz, Le metamorfosi di Satana, in La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, Sansoni, Firenze 1948, p. 61). Questa immagine diverr poi particolarmente cara ai romantici europei, che sentiranno potentemente il fascino deI grande ribelle, nobile pur nella sconfitta, e ameranno identificarsi con Ia figura dell'angelo caduto. Il TassQ si pone all'inizio di questa tradizione, sia pur in un ambito culturale profondamente diverso daI Romanticismo, cominciando ad anticipare certe forme di sensibilit. Non c' da meravigliarsi se sar poi molto amato dai romantici.

PROPOSTE DI LAVORO

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1. Esaminare iIdiscorso di Satana (ottave 9-17) dai punto di vista formale, individuando le figure retoriche utilizzate, le contrapposizioni, I'effetto prodotto dall'incalzare delle interrogative.

2. Utilizzare le indicazioni contenute nell'analisi dei testo e procedere ad un confronto con Milton, /I Paradiso
perduto, libro I.
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Gerusalemme

libera ta

698
La parentesi idillica di Erminia
Erminia, principessa pagana segretamente innamorata di Tancredi, ha assistito dall'alto delle mura di Gerusalemme al suo duello conArgante ed e angosciata nel saperlo gravementeferito. Vestita delle armi di Clorinda, esce nottetempo dalla citt per raggiungere l 'uomo amato e curarlo. Ma, quando e gi in vista del campo cristiano, e sorpresa da una pattuglia di crociati, che hanno scorto il riflesso della luna sulla sua armatura. Erminia si d perci precipitosamente alla fuga nellaforesta (canto VII, ottave 1-22). 1

Intanto E'rminia infra l' ombrose piante d'antica selva daI cavallo e scortal, n piu governa il fren 2 Ia man tremante, e mezza quasi par tra viva e morta. Per tante strade si raggira e tante il corridor ch'in sua balia Ia porta, ch'aI fin da gli occhi altrui pur3 si dilegua, ed e soverchio4 ormai ch'altri Ia segua. Qual dopo Iunga e faticosa caccia tornansi mesti ed anelanti i cani che Ia fera perduta abbian di traccia, nascosa in selva da gli aperti piani 6, tal pieni d'ira e di vergogna in faccia riedono stanchi i cavalier cristiani. Ella pur fugge, e timida 6 e smarrita

non !:livoIge a mirar s'anco e seguita.


3

Fuggi tutta Ia notte, e tutto il giorno


erro senza consiglio
7

e senza guida,

1. scorta: guidata. 2. il fren: le briglie. 3. pur: anche. 4. soverchio: superfluo. 5. che Ia fra ... piani: che abbiano smarrito le orme deIla fiera, che dai luoghi aperti e pianeggianti si ritratta in un bosco. 6. timida: timorosa. 7. senza consiglio: senza chiara intenzione. 8. Ma ne l'ora ... s'annida: Ma quando il sole, ai tramonto, scioglie i cavalli dai suo carro adorno, bello, e si immerge in mare. 9. posa: riposo. 10. I'ali: il sonno raffigurato come una divinit alata. 11. Non si desto ... co i fiori: un WCUS amoenus. 12. lumi: occhi. 13. quelli ... pastori: quei luoghi solitari che ospitano i pastori. 14. e parle... richiami: e pare nascere una corrispondenza tra Ia natura e le condiziom di spirito deIla fanciuIla.

non udendo o vedendo altro d'intorno, che Ie Iagrime sue, che Ie sue strida. Ma ne I'ora che '1 sol daI carro adorno scioglie i corsieri e in grembo aI mar s'annida8, giunse deI beI Giordano a Ie chiare acque e scese in riva aI fiume, e qui si giacque.
4

Cibo non prende gi, cM de' suoi mali solo si pasce sol di pianto ha sete; ma '1 sonno, che de' miseri mortali

co '1 suo dolce oblio posa 9 e quiete, sopl co' sensi i suoi dolori, e l'alpo dispiego sovra lei placide e chete; n pero cessa Amor con varie forme Ia sua pace turbar mentre ella dorme.
5

Non si desto fin che garrir gli augelli non senti lieti e salutar gli albori, e mormorar il fiume e gli arboscelli, e con 1'0nda scherzar I'aura e co i fiorill. Apre i Ianguidi Iumi 12e guarda quelli alberghi solitari de' pastori 13, e parle voce udir tra l'acqua e i rami ch'a i sospiri ed aI pianto Ia richiamp4.

Tasso

699
6

Ma son, mentr' ella piange, i suoi lamenti rotti da un chiaro suon ch'a lei ne viene, che sembra ed di pastorali accenti

misto e di boscareccie inculte avene 15.


Risorge, e l s'indrizza a passi lenti, e vede un uom canuto a l' ombre amene

tesser fiscelle 16 a Ia sua greggia a canto


ed ascoltan di tre faneiulli il canto.
7

Vedendo quivi comparir repente l'insolite 18 arme, sbigottir costoro;

17

ma li saluta Erminia e dolcemente gli affida19, e gli occhi scopre e i bei crin d'oro: - Segui te, - dice - aventurosa 20 gente aI Ciel diletta, il bel vostro lavoro, ch non portano gi guerra quest'armi a l'opre vostre, a i vostri dolci carmj21. 8

Soggiunse poseia: - O padre22, or che d'intorno d'alto incendio di guerra arde il paese, come qui state in placido soggiorno senza temer le militari offese 23? - Figli024, - ei rispose - d'ogni oltraggio e scorno Ia mia famiglia e Ia mia greggia illese sempre qui fur, n strepito di Marte ancor turbo questa remota parte. O sia grazia deI Ciel che l'umiltade d'innocente pastor salvi e sublime25, o che, si come il folgore non cade in basso pian ma su l' eccelse cime, cosi il furor di peregrine 26spade sol de' gran de l'altere teste opprime, n gli avidi soldati a preda alletta

15. di pastorali ... avene: mescolato dai canto dei pastori e di zampogne boscherecce. 16. tesser fiscelle: intrecciare ceste di vimini. 17. repente: improvvisamente. 18. insolite: le armi sono estranee ed in contrasto con il mondo pastorale. 19. gli affida: li rassicura. 20. aventurosa: fortunata. 21. carmi: canti. 22. O padre: l'appellativo rivela il rispetto e il bisogno di protezione di Erminia. 23. le militari offese: le violenze dei soldati. 24. Figlio: il pastore non ancora consapevole di parlare con una fanciulla. 25. sublime: onori. 26. peregrine: straniere. 27. vile e negletta: i due aggettivi sono riferiti a povert (soggetto), da intendersi non come assoluta indigenza ma come rinuncia ai fasto e alia ricchezza. 28. regal verga: scettro regale. 29. cura ." avara: ambizione e . cupidigia.
30. alberga: risiede. 31. che ... s'asperga: che sia avvelenata. 32. dispensa: regge a Ia mia parca mensa dei verso successivo. 33. cibi non compri: cibi non comperati. La comunit dei pastori, morigerata e parsimoniosa, autosufficiente. 34. onde ... conservi: per vivere. 35. chiostro: luogo chiuso e separato dai mondo.

Ia nostra povert vile e negletta


10

27.

Altrui vile e negletta, a me si cara

che non bramo tesor n regal verga 28, n cura o voglia ambiziosa o avara 29 mai nel tranquillo deI mio petto alberga 30.
Spengo Ia sete mia ne I'acqua chiara, che non tem'io che di venen s'asperga 31,

e questa greggia e I'ortice~ dispensa 32 eibi non compri 33 a Ia mia parca mensa.
11

Ch poco il desiderio, e poco il nostro

bisogno onde Ia vita si conservi 34. Son figli miei questi ch'addito e mostro, custodi de Ia mandra, e non ho servi. Cosi me 'n vivo in solitario chiostr035, saltar veggendo i capri snelli e i cervi, ed i pesei guizzar di questo fiume e spiegar gli augelletti aI ciel le piume.
Gerusalemme liberata

70()
12

Tempo gi fU36,quando piul'uom vaneggia ne l' et prima, ch' ebbi altro desio e disdegnai di pasturar Ia greggia; e fuggii daI paese a me natio, e vissi in Menfi 37 un tempo, e ne Ia reggia fra i ministri 38 deI re fui posto anch'io,

e bench fossi guardian de gli orti 39


vidi e conobbi pur l'inique corti. Pur Iusingato da speranza ardita

13

soffrii Iunga stagion cio che piu spiace 40;


ma P9i ch'insieme con l' et fiorita

manco Ia speme 41 e Ia baldanza audace, piansi 42 i riposi di quest'umil vita e sospirai Ia mia perduta pace, e dissi: O corte, a Dio. Cosi, a gli amici
boschi tornando, ho tratto43 i di felici.
14
36. Tempo gi fu: il tempo senza storia dell'idillio viene contrapposto aI tempo storico e compiuto dei vecchio: una occasione per riflettere sulla corte. 37. Menfi: Menfi in Egitto. 38. ministri: servi. 39. orti: giardini. 40. Pur spiace: ciononostante, allettato dalla speranza di buone ricompense, tollerai a lungo una realt molto spiacevole: Ia perdita della libert. 41. speme: speranza. 42. piansi: rimpiansi. 43. tratto: trascorso. 44. procelle: tempeste. 45. consiglio ... ritorno: prende Ia decisione di restare in quel luogo solitario almeno fin tanto che il caso agevoli il suo ritorno. 46. O fortunato...: riecheggia Ia lode della vita agreste cantata da Virgilio nelle Georgiche: O fortunatos nimium, sua si bona norint, agricolas! (O veramente fortunati, i contadini, se conoscessero i pregi della loro vital Libro lI, vv. 468 ss.). 47. a prova: per esperienza. 48. se ... mova: possa il cielo non privarti dei tuo felice stato e muoverti a compassione verso le mie misere condizioni. E

..

Mentre ei cosi ragiona, Erminia pende da Ia soave bocca intenta e cheta; e quel saggio parlar, ch'al cor le scende, de' sensi in parte Ie procelle44 acqueta. Dopo molto pensar, consiglio prende in quella solitudine secreta insino a tanto almen farne soggiorno ch'a~evoli fortuna il suo ritorno46.

15

ch'un tempo conoscesti il male a prova 47, se non t'invidii il Ciel si dolce stato, de Ie miserie mie piet ti mova 48; e me teco raccogli in cosi grato albergo ch'abitar teco mi giova49. Forse fia 60che '1 mio core infra quest' ombre deI suo peso mortal parte disgombre 61.

Onde aI buon vecchio dice: - O fortunato46,

16

una formula augurale che precede Ia richiesta di ospitalit. 49. mi giova: desidero. 50. fia: avverr. 51. dei suo ... disgombre: si liberi dai suo affanno mortale. 52. vago: desideroso. 53. contento e pago: soddisfatto. 54. umor ... vago: lacrime di dolore, limpide e belle. 55. di sue fortune: delle sue vicende. 56. antica: anziana. 57. conforme cor: unanimi sentimenti. 58. di rozze spoglie s'ammanta: indossa semplici abiti.

Ch se di gemme e d'or, che '1 vulgo adora si come idoli suoi, tu fossi vago 62, potresti ben, tante n'ho meco ancora, renderne il tua desio contento e pago 63. Quinci, versando da' begli occhi fora umor di doglia cristallino e vago 64, parte narro di sue fortune66, e intanto il pietoso pastor pianse aI suo pianto. Poi dolce Ia consola e sil'accoglie C9me tutt'arda di paterno zelo, e Ia conduce ov' I'antica66 moglie che di conforme cor67gli ha data il Cielo. La fanciu1Ia regaI di rozze spoglie s'ammanta 68,e cinge aI crin ruvido velo; ma neI moto de gli occhi e de le membra non gi di boschi abitatrice sembra.

17

Tasso

70J
18

Non copre abito vil Ia nobilluce 59 e quanto in lei d'altero e di gentile, e fuor Ia maest regia traluce per gli atti ancor de I'essercizio umile 60.
Guida Ia greggia a i paschi
61

e Ia riduce

62

con Ia povera verga aI chiuso ovile,

e da l'irsute mamme63 il latte preme


e 'n giro accolto poi 10 stringe64 insieme.
19

Sovente, alIor che su gli estivi ardori giacean le pecorelIe a I'ombra assise65, ne Ia scorza de' faggi e de gli alIori segno l'amato nome66 in mille guise, e de' suoi strani ed infelici amori gli aspri successi67 in mille piante 'incise68, e in rileggendo poi le proprie note rigo di belIe lagrime le gote.

59. Ia nobilluce: Ia luminosa nobilt deI suo aspetto. 60. fuor ... umile: Ia nobilt che si manifesta attraverso Ia sua bellezza traspare anche dalle umili occupazioni pastorali. 61. paschi: pascoli. 62. riduce: riconduce. 63. da I'irsute mamme: dalle pelose mammelle delle capre. 64. preme stringe: comprime in forme rotonde. 65. assise: adagiate. 66. l'amato nome: il nome di Tancredi. 67. aspri successi: tristi casi. 68. in mille ... incise: un gesto simile si trovava gi in Ariosto: Angelica e Medoro istoriavano le cortecce degli alberi con i 101'0nomi. 69. se fia: se accadr. 70. mercede: ricompensa. 71. fede: fedelt. 72. Forse avverr: i versi riportano alla memoria un passo (vv. 27-39) della canzone petrarchesca Chiare, fresehe e dolci acque. 73. tal volta: un giorno. 74. cale: importa. 75. frale: fragile. 76. cener ... lice: Ia mia fredda cenere possa godere di quella fiamma d'amore dalla quale ora non mi concesso trarre alcuna gioia. 77. elice: fa sgorgare.

20

Indi dicea piangendo: - In voi serbate questa dolente istoria, amiche piante; perch se fia 69 ch' a le vostr' ombre grate giamai soggiorni alcun fedele amante, senta svegliarsi aI cor dolce pietate de le sventure mie SIvarie e tante,
e dica: Ah troppo ingiusta empia mercede di Fortuna ed Amore a SI gran fede! 71

...

70

21

Forse averr

. 72, se 'I Ciel benigno

ascolta

affettuoso alcun prego mortale, che venga in queste selve anco tal volta 73 quegli a cui di me forse or nulIa cale 74;
e rivolgendo gli occhi ove sepolta giacer questa spoglia inferma e frale
75,

tardo premio conceda a i miei martlri di poche lagrimette e di sospiri;


22

onde se in vita il cor misero fue, sia 10 spirito in morte almen felice, e 'I cener freddo de le fiamme sue goda quel ch'or godere a me non lice 76.
COSIragiona a i sordi tronchi, e due fonti di pianto da' begli occhi elice 77.

ANALISI DEL TESTO


L'episodio si articola in tre sequenze: Ia fuga di Erminia (ottave 1-4), il suo incontro con i pastori (ottave 5-16) e Ia descrizione della sua vita nell'ambiente pastorale (ottave 17-22). La prima sequenza rivela in modo evidente Ia presenza deI modello ariostesco, Ia fuga di Angelica neI canto I deI Furioso (cfr. T5). Ma i1clima naturalmente deI tutto diverso: Angelica passava con disinvoIta mutevoIezza daI ruolo dellavittima indifesa a quello della scaltra calcolatrice, sfruttando a suo vantaggio Ia dedizione di Sacripante, Erminia invece esclu-

11modello ariostesco

Gerusalemme

liberata

702
sivamente Ia fanciulla timida e smarrita, e costituisce solo un'immagine femminile di inerme debolezza e dolcezza; Angelica offriva quindi alI' Ariosto l' occasione per Ia sua riflessione lucida e ironicamente distaccata sulla continua mutevolezza deI mondo, Ia fuga di Erminia ha invece Ia funzione di introdurre una nota patetica, che suscita 1'identificazione emotiva e soggettiva deI poeta. L' episodio dei pastori inserisce una pausa idillica nell'intreccio epico e guerresco, nel tessuto delle gesta gloriose, degli scontri cruenti, delle passioni esacerbate, delle sofferenze e delle morti. Forte Ia variazione tonale soprattutto rispetto all' episodio che immediatamente precede, quello deI duello di Tancredi con Argante. Queste variazioni tonali sono consue te nella Gerusalemme, in obbedienza aI principio della variet nell'unit che il poeta teorizza nel secondo dei Discorsi deU'arte poetica (cfr. TI03). Risalta pero qui Ia distanza che separa il poema tassesco da quello di Ariosto. Anche nel Furioso, come si visto, vi era una grande variet di toni, spesso molto diversi tta loro, ma tutti tendevano a compor si in un superiore, armonico equilibrio. Nella Gerusalemme invece non vi armonia ma tensione tra i toni diversi, alla base delle variazioni vi sempre una segreta conflittualit nel poeta. La pausa idillica di Erminia si contrappone aI clima guerresco, non si colloca in studiato equilibrio con esso. In Tasso c' Ia volont di costruire un discorso epico, di celebrare magnanime imprese e azioni gloriose, ma si direbbe che Ia tensione eroica non riesca a reggere, che subentri riel poeta una stanchezza per gli scontri, il sangue e le morti, un bisogno di pace e idillio, un abbandono a vagheggiare scenari quieti e riposanti, quasi a dimenticare Ia ferocia e Ia crudelt barbarica della guerra (<<il furor di peregrine spade, ottava 9). L'episodio di Erminia, quindi, bens} coerente con l'ispirazione generale deI poema e risponde ad un aspetto essenziale della visione tassesca, ma non appare funzionale alla struttura dell'intreccio, alla pura e semplice macchina narrativa: in essa introduce una frattura, un'interruzione. Ne rompe anche Ia compatta unit della dimensione spaziale, determinando un movimento centrifugo che allontana l'azione dallo scenario centrale dell'assedio. Altri movimenti centrifughi, come quello di Tancredi verso il castello di Armida sul Mar Morto e quello di Rinaldo verso le isole Fortunate, sono funzionali alla struttura narrativa, per 10 meno in misura negativa, in quanto costituiscono l'indispensabile ostacolo, il momento della dispersione che deve essere superato, e quindi fanno avanzare l'intreccio; Ia "pastorale" di Erminia invece un puro intermezzo, una digressione che si chiude in se stessa. Questa estraneit dell'episodio alla struttura narrativa generale ne sottolinea il valore di fuga fantastica da parte deI poeta, che cede alI' impulso, anch'esso centrifugo, di lasciare Ia materia epica e guerresca per abbandonarsi a piu miti fantasie. Si puo intendere di qui anche il valore di proiezione autobiografica che possiede il personaggio di Erminia: nell'anima tormentata che trova Ia pace nell'idillio pastorale il poeta proietta se stesso, le proprie inquietudini e le proprie aspirazioni ad un rifugio di serenit e diquiete. L'episodio di Erminia, insomma, un sogno evasivo. Tasso si compiace di indugiare su un mondo di tranquilla pace, dai costumi schietti e semplici, vicini allo stato di natura. II tema idillico-pastorale aveva avuto lunga fortuna nella civilt rinascimentale, ed era stato toccato da Tasso stesso nell'Aminta. Storicamente esso si caricava deI bisogno di evasione a contatto con Ia natura che era proprio degli ambienti cortigiani. Tale bisogno diviene piu intenso e struggente nel tardo Cinquecento, quando Ia vita delle corti si irrigidisce nei formalismi esteriori dell'assolutismo principesco. Non meraviglia quindi veder comparire nel testo tassiano una nota di polemica anticortigiana: alla vita artificiosa delle inique corti, funestata dalle ambizioni e dagli intrighi, sicontrappone, attraverso le parole deI vecchio pastore, l'immagine mitica di una vita semplice e autentica, non contaminata dalle ansie e dai conflitti degli ambienti aristocratici. Nella terza sequenza cambia il ritmo narrativo. La fuga e l'incontro con i pastori erano delle scene, in cui il tempo della storia e quellodeI discorsocoincidevano(cfr. MI, 2.3). La rappresentazione della vita pastorale di Erminia invece impostata nei termini deI sommario riassuntivo: il tempo deI discorso piu breve di quellq della storia, ed un tempo indeterminato, diffuso, non scandito sulla misura precisa delle ore e dei giorni. La narrazione si fa iterativa, narra cio una volta cio che avviene n volte, a dare il senso deI ritmo sempre eguale di una vita quieta, deI ripetersi riposato di gesti umili e quotidiani (guidare le greggi ai pascoli e riportarle all'ovile, mungere le capre, incidere il nome amato sugli alberi durante l'ozio meridiano). Quel tempo indeterminato il piu adatto a rendere l'interiorizzazione deI racconto. Non contano piu le azioni esteriori di Erminia, ma cio che si svolge nella sua anima. Erminia un personaggio che vive quasi esclusivamente nella propria inte-

La variazione tonaIe tra idillio e guerra

La tensione tra i toni diversi

L' episodio rompe Ia struttura deU 'intreccio

La proiezione autobiografica

11sogno idillico

La poIemica anticortigiana

11mutamento di ritmo narrativo

Tasso

70~6J
L'interiorizzazione dei racconto

11motivo delle lacrime

11motivo dei travestimento

riorit, non agisce nella realt esterna. Costantemente, per tutto il poema, compare in scena nell'atto di abbandonarsi a sogni e fantasticherie. L'unica eccezione stata Ia sua audace sortita da Gerusalemme, ma 10 slancio attivo si subito esaurito nello smarrimento della fuga. Ora l' ozio pastorale favorisce il richiudersi di Erminia nella solitudine de lIa sua anima. Nelle sue rveries Ia fanciulla immagina che l'uomo. amato, che di lei non si cura, giunga in quelle selve e si commuova alla vista della sua sepoltura, concedendole finalmente qualche lacrima e qualche sospiro come compenso alle sue sofferenze, si che 10spirito, cosi infelice in vita, possa almeno essere felice nella morte. :Euna rverie malinconica, patetica, struggente, che ricalca un antico motivo della poesia amorosa, gi presente negli elegiaci latini e in Petrarca (nella canzone Chiare, freseM e dolei acque, strofa 3, vv. 27-37). Coerente con questo raccoglimento nell'intimit il motivo delle lacrime, che, come ha notato Getto, sull'arco dell'episodio compare continuamente (<<nonudendo o vedendo altro d'intorno / che le lagrime sue, ottava 3; sol di pianto ha sete, ottava 4; E parle voce udir tra l'acqua e i rami / ch'a i sospiri ed aI pianto Ia richiami, ottava 5, ecc.). E un tema caro aI Tasso, che ama spesso insistere, con una sorta di sensuale volutt.e di molIe abbandono, sulle lacrime dei suoi personaggi, creando un clima di effusione patetica. Ma coerente con Ia chiusura gelosa nell'intimit anche il motivo deI travestimento. Due volte nelI'episodio Erminia assume spoglie non sue, quando si cela nell'armatura di Clorinda per uscire indisturbata da Gerusalemme ed ora che indossa le umili vesti della pasto relIa. Il travestimento non solo un espediente romanzesco, ma per Erminia sembra acquistare una motivazione piu profonda, sembra rispondere ai bisogno di dissimularsi per proteggere daI mondo esterno Ia propria interiorit, l'intimit segreta dei sentimenti.

PROPOSTE DI LAVORO

~1;t!{}.--4;j ,~~.~%~ff4~,

1. Dai punto di vista formale individuare le figure retoriche, quali metafore, similitudini, allitterazioni... 2. Dopo aver trovato tutte le espressioni che caratterizzano Erminia in fuga (ad esempio ottava 1, ..Ia man tremante..) e ospite dei pastori (ottava 14, intenta e cheta..), riflettere se nel personaggio avvengano delle trasformazioni. 3. Trovare tutti i punti in cui Erminia cede ai pianto e verificare quale significato esso possieda.
4. Trovare tutte le espressioni che si riferiscono ai bosco: questo tipo di luogo a quale tradizione letteraria appartiene? Presenta un valore simbolico? Si contrappone 5. Trovare tutte le situazioni che si contrappongono ad un altro mondo? in questo canto: ad esempio

pace corte
pastori

guerra
...

campagna~ ...
~
~

...
valori esalta e quali condanna?

6. Quale ideale di vita traspare dai discorso dei pastore? Ovveroquali

7. L'episodio viene presentato dai critici come ti pico esempio di situazione idillica: individuare gli elementi dei testo che gli conferiscono questo carattere. 8. il mondo dei pastori qui rappresentato rivela delle analogie con quello descritto negli episodi dalI' Aminta esaminati? (cfr. TT97-98). 9. Confrontare le ottave 4-5 di questo canto con le ottave 36-37 dei canto 1 dell' Or/ando furioso di Ariosto (T5): i due ambienti naturali e le due donne presentano analogie e/o differenze? J..I{,,_(.;;,,{:tt~~:,

Gerusalemme

liberata

704
La battaglia notturna di Solimano

Solimano, il sultano turco sconfitto dai crociati ed esiliato dal suo regno, viene incitato dallafuria infernale Aletto alla vendetta, e alla testa di una schiera di A rabi si prepara ad assalire di sorpresa, nottetempo, il campo cristiano (canto IX, ottave 15-26).
15

Ma gi distendon l' ombre orrido velo 1 che di rossi vapor si sparge e tigne 2;

Ia terra in vece deI notturno gelo 3


bagnan rugiade tepide e sanguigne; s'empie di mostri e di prodigi il cielo, s' odon fremendo errar larve maligne 4: voto Pluton gli abissi, e Ia sua notte tutta verso da le tartaree grotte 5.
16

Per SI profondo orror verso le tende

de gli inimici il fer Soldan 6 camina; ma quando a mezzo deI suo corso ascende 7
Ia notte, onde poi rapida dechina 8, a men d'un miglio, ove riposo prende il securo Francese9, ei s'avicina. Qui fe' cibar le genti, e poscia d'alto parlando confortolle aI crudo assalto 1:
17

1. orrido velo: un'oscurit che evoca angoscia, demoni e mostri. 2. tigne: tinge. 3. notturno gelo: rugiada. 4. larve maligne: sinistri fantasmi. 5. vot... grotte: Satana(pluton)svuot gli abissi dell'inferno e vers tutta Ia sua notte (i demoni) dagli antri infernali (tartaree grotte). 6. il fer Soldan: Solimano. 7. ma quando ... ascende: a mezzanotte; ascende: sale. 8. dechina: declina. 9. il securo Francese: i Crociati privi di qualsiasi sospetto. 10. confortolle ... assalto: li esort aI crudele attacco. 11. absorte: inghiottite. 12. espon: offre (ha come oggetto questo). 13. ostro: porpora. 14. oste: nemico. 15. pena gente: i Persiani. 16. scinta: priva. 17. Tosto s'opprime: si uccide in fretta. 18. picciol varco: passo breve. 19. languenti ... ripari: addormentati sotto le tende. 20. ferir ... impari: ogni spada impari a colpire da questa mia e ad usare le arti della crudelt. 21. chiari: famosi. 22. gli: li.

- Vedete l di mille furti pieno un, campo piu famoso assai che forte, che quasi un mar nel suo vorace seno tutte de l'Asia ha le ricchezze absorte 11? Questo ora a voi (n gi potria con meno
vostro periglio) espon
12

benigna sorte:

l'arme e i destrier d'ostro13 guerniti e d'oro preda fian vostra, e non difesa loro.
18

N questa e gi quell'oste14 onde Ia persa gente 15e Ia gente di Nicea fu vinta, perch in guerra SI lunga e SI diversa rimasa n'e Ia maggior parte estinta; e s'anco integra fosse, or tutta immersa in profonda quiete e d'arme scinta 16.
Tosto s'opprime17 chi di sonno e carco,

ch daI sonno a Ia morte e un picciol varco 18.


19

Su su, venite: io primo aprir Ia strada vuo' su i corpi languenti entro a i ripari 19; ferir da questa mia ciascuna spada, e l'arti usar di crudeltate imparpo. Oggi fia che di Cristoil regno cada, oggi libera l'Asia, oggi voi chiari 21. COSIgli22infiamma a le vicine prove, indi tacitamente oltre lor move. Ecco tra via le sentinelle ei vede per l'ombra mista d'una incerta luce,

20

Tasso
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705
n ritrovar, come secura fede avea, puote improviso il saggio duce23. Volgon quelIe gridando indietro il piede, scorto24 che SI gran turba egli conduce,

SIche Ia prima guardia da lor desta 25, e com' puo meglio a guerreggiar s'appresta.
21

Dan fiato alIora a i barbari metalli26


gli Arabi, certi omai d'esser sentiti. Van gridi orrendi aI cielo, e de' cavalli co '1 suon deI calpestio misti i nitriti. Gli alti monti mugglr, mugglr le valli, e risposer gli abissi a i lor muggiti, e Ia face inalzo di Flegetonte Aletto, e '1 segno diede a quei deI monte27.

22

Corre inanzi il Soldano, e giunge a quelIa

confusa ancora e inordinata guarda rapido SIche torbida procelIa 29


da' cavernosi monti esce piii tarda.

28

Fiume ch'arbori insieme e case svelIa 3, folgore che le torri abbatta ed arda, terremoto che '1 mondo empia d'orrore, son picciole sembianze al31suo furore.
23

Non cala.il ferro mai ch'a pien non colga, n coglie a pien che piaga anco non faccia, n piaga fa che'l'alma altrui non tolga;

... duce: a differenza di quanto si aspettava non riesce a trovare impreparato Goffredo. 24. scorto: dopo aver scorto. 25. si che ... desta: cosicchsvegliano gli avamposti (Ia prima guardia). 26. metalli: trombe. 27. e Ia face ... monte: Ia furia Aletto innalz Ia sua fiaccola intinta nel fiume infernale Flegetonte e diede il segnale all'esercito preparato dentro Gerusalemme. 28. inordinata guarda: corpo di guardia impreparato. 29. procella: tempesta. 30. sveUa: abbatta. 31. picciole sembianze al...: inadeguati termini di confronto rispetto a1... 32. di falso ha faccia: ha I'aspetto della menzogna(le imprese di Solimanopossono apparire incredibili). 33. s'infinga: finga. 34. francesche genti: I'esercito di Francia, i crociati. 35. accolto: che ha raccolto. 36. serpe: un drago con zampe ed ali; si tratta di un' effigie che connota in senso malefico, satanico il feroce guerriero. 37. Ed or ... fiamma: i soldati impauriti, vittime della suggestione, vedono animarsi il drago.
23. n ritrovar

e piii direi, ma il ver di falso ha faccia 32. E par ch'egli o s'infinga 88 o non se 'n dolga
o non senta il ferir de l'altrui braccia, se ben l'elmo percosso in suon di squilla rimbomba e orribilmentearde . e sfavilla. . -24

Or quando ei sotoha quasi in fuga volto

quel primo stuol de le ~.rap.ceshegenti 84,


giungono in guisa d'un. diluVio .accolto85 di mille rivi gli Arabi .correntL .

Fuggono i Franchi alIora a freno sciolt,


e misto ilvincitor va tra' fuggenti,
,

e 'con lor entra ne' ripari, e '1 tutto


di ruine e d' orror s' empie e di lutto.
25

Porta il Solda~ su l'elmo orrldo e grande serpe86 che si dilunga e il colIo snoda, su le zampe s'inalza e l'ali spande e piega in arco Ia forcuta coda. , Par che tre lingue vibri e che fuormande livida spuma, e che '1 suo fischio s'oda. Ed or ch'arde Ia pugna, anch'ei.. s'infiamma

nel moto, e fumo versa insieme e fiamma 37.


26

E si mostra in quel lume a i rigu,ardanti

formidabil cosl1'empio Soldano,

Gerusalemme

liberata

'706
come veggion ne l' ombra i naviganti fra mille Iampi il torbido oceano. Altri danno a Ia fuga i pie tremanti, danno altri aI ferro intrepida Ia mano; e Ia notte i tumulti ognor piu mesce38, ed occultando39 i rischi, i rischi accresce.

38.mesce:

mescola.

39. occultando:

nascondendo.

ANALISI DEL TESTO E l' episodio che segna l'ingresso in scena dell'ultimo dei grandi personaggi della Gerusalemme, Solimano (che nei canti precedenti era comparso solo di scorcio). Gi in queste poche ottave risaltano i tratti essenziali che 10caratterizzano, Ia ferocia barbarica, Ia forza sovrumana che se mina rovina e lutto, l'empiet e Ia crudelt. Tuttavia, pur nell'orrore che ispira, vi in lui qualche cosa di grandioso, di eroico e di titanico. La sua fosca grandezza ripresa come un'eco e accresciuta dallo sfondo su cui campeggia: uno scenario tenebroso e orroroso, in cui aleggiano le inquietanti presenze di un sovrannaturale demoniaco, mostri, prodigi, larve maligne, tutto il popolo degli abissi infernali. I rossi vapor e le rugiade tepide e sanguigne che accompagnano queste visioni arcane sembrano far presagire Ia strage che l' eroe sta per se minare nel campo dei cristiani. Questo scenario conferisce anche a Solimano qualcosa di infernale. Egli infatti, nella sua orribile grandezza, richiama per qualche aspetto il Satana deI canto IV (cfr. T105). Anche il discorso che rivolge alle schiere arabe riprende alcuni spunti dell'orazione di Satana aI concilio infernale, l'a,ccusa di "imperialismo" indirizzata ai cristiani, che hanno depredato tutte le ricchezze dell'Oriente, l'invito rivolto ai popoli pagani alla riscossa contro l'invasore e alla liberazione dell' Asia. Qualcosa di infernale ha pure il serpente che l'eroe rec~ sull'elmo e che versa fumo e fiamme nella battaglia, gettando intorno a lui una luce sinistra, che semina terrore (<<Esi mostra in quel lume ai riguardanti I formidabil cosll'empio SoIdano). La serie incalzante di paragoni e similitudini che a lui si riferiscono rende poi l'idea di una forza della natura dalla potenza terrificante e travolgente: l'eroe piu rapido di una torbida procella che esce dai cavernosi monti, il suo furore piu devastante di quello di un fiume ch'arbori insieme e case svella, di una folgore che abbatta ed arda le torri, di un terremoto che 'I mondo empia d'orrore, egli incute paura come il torbido oceano che i naviganti vedono nelle tenebre ((fra mille lampi. Per questo carattere di travolgente forza della natura Solimano pu essere accostato ad Argante. Ma vi una differenza sostanziale tra i due personaggi: se Argante solo forza bruta, Solimano anche intelligenza, come dimostra l'abile discorso che rivolge agli Arabi. Inoltre mentre Argante combatte solo per se stesso, in nome di un assoluto individualismo, Solimano ha un fine, Ia vendetta. Argante, ha notato Getto, vive solo nel presente, mentre Solimano caratterizzato da una dimensione piu complessa, ha alIe spalle un passato di splendore regale di cui conserva Ia maest, ed ha Ia grandezza deI vinto che non si rassegna alla sua sconfitta e lotta fino allo stremo, con Ia forza della disperazione, per il fine prefisso. A rendere il senso deI tumulto feroce nell'atmosfera cupa della notte Tasso fa ricorso soprattutto alla sostanza fonica dei versi. Un esempio significativo sono i vv. 3-6 dell' ottava 21, dove si nota un insistito scontro di consonanti, con Ia prevalenza della Ir/: Van gridi orrendi aI cielo, e de' cavalli I co 'I suon deI calpestio misti i nitriti. Ricorre anche I'onomatopea, con l'insistenza sui suoni Iml e lu! della radice ((muggire, ripetuti piu volte: ((Gli alti monti muggir, muggir le valli, I e risposer gli abissi a i lor muggiti.

La fosca grandezza di Solimano

Le analogie con Satana

Le similitudini e i paragoni

Solimano e Argante

La sostanza fonica dei versi

Tasso

70
PROPOSTE DI LAVORO
1. Raccogliere in una colonna gli aggettivi ed i verbi che si riferiscono alie azioni compiute da Solimano, in un'altra aggettivi e verbi riferiti ai Cristiani. A quali aree semantiche appartengono gli ele menti caratterizzanti i due antagonisti? 2. Trovare tutte le espressioni che riferite ai paesaggio e a Solimano evocano un'atmosfera infernale.

3. Individuare nel discorso di Solimano gli argomenti che usa per convincere gli Arabi all'assalto. 4. Individuare tutti i punti dei testo, in cui traspare I'ammirazione 5. Per avere Ia rappresentazione timo duello Rinaldo. di Tasso per !'eroe.

complessiva dell'eroe, leggere iI canto XX, nel quale Solimano affronta nell'ul"Y"lli

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Tancredi e CIorinda: l'amore come ostacoIo aI compito eroico


A)
E il primo scontro tra cristiani e pagani sotto le mura di Gerusalemme. Tancredi muove contro un guerriero, senza sapere che e in realt Clorinda, la donna di cui si e innamorato dopo averla incontrata ad una fonte (canto llI, ottave 21-32).
21

Clorinda intanto ad incontrar l'assalto via di Tancredi, e pon Ia lancia in resta 1. Ferlrsi a le visiere, e i tronchi 2 in alto

volaro e parte nuda3 eUa ne resta;


1. e pon ... resta: Ia resta era un sostegno, collocato aI lato destro della corazza per appoggiare Ia base della lancia durante il combattimento. L'espressione dunque sinonimo di "attaccare, slanciarsi sul nemico". 2. i tronchi: le lance in frantumi. 3. parte nuda: scoperta nel capo. 4. le chiome ... sparse: i canoni estetici restano quelli codificati dalla tradizione provenzale, stilnovistica e petrarchesca. 5. Lampeggir ... folgorr: lampeggiarono, folgorarono. 6. essempio: immagine. 7. vedesti ... fonte: di Clorinda infatti Tancredi si era innamorato vedendola rinfrescarsi il viso ad una fonte (canto I).' 8. imptra: resta paralizzato, impietrito. 9. crudo: crudele perch strumento di morte. 10. pace non impetra: non ottiene tregua; questo il significato di impetra, qui in rima equivoca col v. 2. 11. due morti: Ia morte fisica e quella dovuta all'amore.

ch, rotti i lacci a l'elmo suo, d'un salto (mirabil colpo!) ei le balzo di testa; e le chiome dorate aI vento sparse 4, giovane donna in mezzo '1 campo apparse.
22

Lampeggir gli occhi, e folgorr5 gli sguardi, dolci ne l'ira; or che sarian nel riso? Tancredi, ache pur pensi? ache pur guardi? non riconosci tu l'altero viso? Quest' pur quel bel volto onde tutt'ardi; tuo core il dica, ov' il suo essempi06 inciso. Questa colei che rinfrescar Ia fronte vedesti gi nel solitario fonte 7. Ei ch'al cimiero ed aI dipinto scudo
non bado prima, or lei veggendo imptra
8;

23

eUa quanto puo meglio il capo ignudo si ricopre, e l'assale; ed ei s'arretra. Va contra gli altri, e rota il ferro crudo 9; ma pero da lei pace non impetra 10,

che minacciosa il segue, e: - Volgi - grida; e di due morti 11 in un punto 10 sfida. Gerusalemme libera ta

708
24

Percosso, il cavalier non ripercote,

n SI daI ferro a riguardarsi attende ond' Amor l' arco inevitabil tende 13. Fra s dicea: Van le percosse vote

12,

come a guardar i begli occhi e le gote talor, che Ia sua destra armata stende; ma colpo mai deI bello ignudo volto non cade in fallo, e sempre il cor m' coIto 14.
25

di non morir tacendo occulto amante 15.

Risolve aI fin, bench piet non spere,

Vuol ch'ella sappia ch'un prigion suo fre16 gi inerme, e supplichevole e tremante; onde le dice: - O tu, che mostri avere per nemico me sol fra turbe tante, usciam di questa mischia, ed in disparte i' potro teco, e tu meco provartel7. 26 COSIme' 18si vedr s'al tua s'agguaglia il mio valore. - Ella accetto l'invito: e come esser senz' elmo a lei non caglia 19, gia baldanzosa, ed ei seguia smarrito. Recata s'era in att020 di battaglia gi Ia guerriera, e gi l'avea ferito, quand' egli: - Or ferma, - disse - e siano fatti

anzi Ia 21 pugna de Ia pugna i pattL


12. n ... attende: e non bada a ripararsi dai colpi di spada. 13. ond' Amor ... tende: immagine mitologica: gli antichi attribuivano l'innamoramento ad una freccia scagliata dall'arco deI dio Amore, che inevitabil perch ai suoi colpi non c' riparo. 14. non cade .., coito: non colpiscea vuoto ed ha come bersaglio sempre il cuore. 15. occulto amante: come un innamorato non dichiarato. 16. ch'un ... fere: che colpisceun suo prigioniero. 17. ed in disparte ... provarte: per ottenere un colloquio propone una" singolar . tenzone". 18. me': meglio (apocope): 19. non caglia: non importi. 20. Recata ... atto: si era posta in assetto. 21. anzi Ia: prima della. 22. ch no'l fiedi?: perch non 10feris<:i? 23. trarmi l'usbergo: togliermi Ia corazza. 24. Distinguea ...lamento: avrebbe spiegato con piu aspri lamenti. 25. intempestiva: non opportuna. 26. o sia ... arte: o per timore (dei Cristiani) o per calcolo. 27. persecutori: inseguitori. 28. ignuda parte: nel capo che era scoperto. 29. ma Tancredi ... occorse: Tancredi interviene per parare una stoccata proveniente d un guerriero cristiano e diretta a Clorinda.

27

Fermossi, e lui di pauroso audace rend in quel punto il disperato amore. - I patti sian, - dicea - poi che tu pace meco non vuoi, che tu mi tragga il core. Il mio cor, non piu mio, s'a te dispiace ch'egli piu viva, volontario more: uno gran tempo, e tempo ben che trarlo omai tu debbia, e non debb'io vietarlo. Ecco io chino le braccia, e t'appresento
senza difesa il petto: or ch no '1 fie di? vuoi ch'agevoli l'opra? i' son contento trarmi l'usberg023 or or, se nudo il chiedL Distinguea forse in piu duro lament024 i sUi dolori il misero Tancredi,
22

28

ma calca l'impedisce intempestiva


29

26

de' pagani e de' suoi che soprarriva.

Cedean cacciati da 10stuol cristiano

i Palestini, o sia temenza od arte 26.


Un de' persecutorj27, uomo inumano, videle sventolar le chiome sparte, e da tergo in passando alzo Ia mano per ferir lei ne Ia sua ignuda parte28; ma Tancredi grido, che se n'accorse, . e con Ia spada a quel gran colpo occorse 29

Tasso

709
30

Pur non g1 tutto in van03o, e ne' confini31 deI bianco colIo il bel capo ferille. Fu levissima piaga, e i biondi crini rosseggiaron cOSId'alquante stille, come rosseggia l' or che di rubini per man d'illustre artefice sfaville32. Ma il prence infuriato alIor si strinse

adosso a quel villano, e '1 ferro spinse 33.


31

30. Pur ... vano: non and tuttavia completamente a vuoto. 31. ne' confini: ai limite. 32. Fu Ievissima ... sfaville: Ia ferita costituisce un ulteriore ornamento per Ia beIlezza di CIorinda. 33. '1 ferro spinse: rivolse Ia spada. 34. Ie cale: le importa. 35. fuga: mette in fuga. 36. caccia: inseguimento. 37. gran tauro: toro focoso. 38. agone: circo, dove si svoIge una sorta di "corrida".

Quel si dilegua, e questi acceso d'ira il segue, e van come per l'aria strale. ElIa riman sospesa, ed ambo mira lontani molto, n seguir le cale 34, ma co' suoi fuggitivi si ritira: talor mostra Ia fronte e i Franchi assale; or si volge or rivolge, or fugge or fuga35,

n si pu dir Ia sua caccia 36 n fuga.


32 Tal gran taur037 talor ne l'ampio agone38, se volge il corno a i cani ond' segui to, s'arretran essi; e s'a fuggir si pone, ciascun ritorna a seguitarlo ardi to. Clorinda nel fuggir da tergo oppone alto 10 scudo, e '1 capo custodito. B) Argante, impaziente dell'inattivit e ansioso di gloria individuale, sfida a duello il guerriero piu forte dei campo cristiano. Il prescelto da Goffredo e Tancredi (canto VI, ottave 23-28). 23 Ivi solo discese, ivi fermosse in vista de' nemici il fero Argante,

per gran cor, per gran corpo e per gran posse I


superbo e minaccievole in sembiante,

qual Encelado in Flegra 2, o qual mostrosse


ne l'ima valIe il filisteo gigante3; ma pur mol,ti di 1ui tema 4 non hanno,

ch'anco quanto sia forte a pien non sanno.


1. per gran cor ... posse: per grande coraggio, per il fisico prestante e per Ia forza. 2. qual Encelado in Flegra: come Encelado,ilgigante fulminato da Giovea Cuma, nei campi FIegrei. 3. ne I'ima ... gigante: nella profonda valle dei Terebinto, in Palestina, il gigante Golia. 4. tema: timore. 5. Alcun ... eletto: nessuno e stato ancora scelto. 6. e s'udia ... bisbiglio: e si sentiva con chiarezza il bisbiglio. 7. e I'approvava iI capitan: il capitano Goffredo approvava Ia scelta dei nome di Tancredi. 8. fellone: odioso infedele.

24

Alcun per, daI pio Goffredo elett05 come il miglior, ancor non fra molti. Ben si vedean con desioso affetto tutti gli occhi in Tancredi esser rivolti, e dichiarato infra i miglior perfetto daI favor manifesto era de' volti; e s'udia non oscuro anco il bisbigli06, e l'approvava il capitan 7 co '1 ciglio. Gi cedea ciascun altro, e non secreto era il volere omai deI pio Buglione: - Vanne, - a 1ui disse - a te l'uscir non vieto,
e reprimi il furor di quel fellone8.

25

Gerusalemme

libera ta

710
E tutto in volto baldanzoso e lieto per SI alto giudizio, il fer garzone 9
a 10 scudier chie de a l'elmo e '1 cavalIo, poi seguito da molti uscia deI valIo.
26

Ed a quel largo pian fatto vicino, ov' Argante l'attende, anco non era,

quando in leggiadro aspetto e pelIegrino 10 s' offerse a gli occhi suoi l'alta guerriera 11.
Bianche via piu che neve in giogo alpino avea le sopraveste, e Ia visiera alta tenea daI volto; e sovra un'erta, tutta, quanto elIa e grande, era scoperta.

27
9. il fer garzone: i1giovane fiero. 10. pellegrino: insolito. 11. l'alta guerriera: Ia nobile Clorinda. 12. Gi non mira: non guarda piu. 13. circasso: Argante. 14. estolle: alza. 15. gelido tutto fuor: deI tutto impassibile all'esterno. 16. caglia: importi. 17. d' apparecchiarsi in giostra: di prepararsi alio scontro. 18. giostra: rima equivoca col v. 2. 19. pur l s'affissa: continua a guardare Ia. 20. Ottone: Ottone Visconti, personaggio storico. 21. l'arringo: I'area dove si sarebbe svolto 10 scontro. 22. voto: vuoto. 23. primiero: per primo.

13 Gi non mira 12 Tancredi ove il circasso Ia spaventosa fronte alcielo estolIe 14,

ma move il suo destrier con lento passo, volgendo gli occhi ov'e colei su '1 colIe; poscia immobil si ferma, e pare un sasso:

gelido tutto fuor 15, ma dentro bolIe.


Sol di mirar s'appaga, e di battaglia

sembiante fa che poco or piu gli caglia 16.


28

Argante, che non vede aIcun ch'in atto dia segno ancor d'apparecchiarsi in giostra 17: - Da desir di contesa io qui fui tratto; grida - or chi viene inanzi, e meco giostra 18?L'aItro, attonito quasi e stupefatto,

pur l s'affissa

19

e nulIa udir ben mostra.

Ottone20 inanzi alIor spinse il destriero, e ne l'arring021 vot022 entro primier023.

ANALISI DEL TESTO


I due passi sono significativi perch gettano luce sul personaggio di Tancredi e sul rapporto che 10lega a Clorinda; costituiscono pertanto un antecedente indispensabile deI grande episodio deI duello e della morte dell'eroina (cfr. T109). L' episodio deI primo scontro di Tancredi e Clorinda, nel canto lU, denso di elementi premonitori degli sviluppi futuri della vicenda. lnnanzitutto il colpo che getta a terra l' elmo dell'eroina ne rivela Ia femminilit, che era celata sotto le apparenze guerriere. Clorinda rimuove Ia propria natura femminile, e rifiuta con implacabile rigore ogni dolcezza amorosa. Simbolo di questa repressione degli istinti naturali e deI desiderio l'armatura, che, con Ia sua durezza, Ia chiude aI mondo esterno e Ia rende inaccessibile. Pertanto simbolica anche Ia caduta dell'elmo, che fa emergere Ia femminilit negata. Schiudendosi il duro guscio repressivo, tra le armi deI campo di battaglia compare all'improvviso una giovane donna, oggetto d'amore e di desiderio, non piu di impulsi aggressivi. L'evento anticipa quel definitivo svelamento della femminilit di Clorinda che avverr nella morte. Il particolare a cui affidato tI compito di connotare Ia femminilit dell'eroina sono <de chiome dorate aI vento sparse. E un aspetto della bellezza femminile caro aI Tasso, da lui vagheggiato con intensa sensualit: si ricordi nell'Aminta l'immagine di Silvia, Ia piu vaga e cara verginella! che mai spiegasse aI vento chioma d'oro (T98, vv. 405-406)j e si vedano Tasso

L' emergere della femminilit di Clorinda

711
Elementi petrarcheschi nella raffigurazione di Clorinda

11bifrontismo di Clorinda

11gioco dei punti di vista

Desiderio e violenza

piu avanti in questo episodio, all'ottava 30, i biondi crini che rosseggiano di stille di sangue, come rosseggia 1'or che di rubini I per man d'illustre artefice sfaville, dove il compiacimento sensuale ed estetizzante si mescola con una punta di crudelt. Le chiome d' oro sparse aI vento sono un elemento di chiara derivazione petrarchesca (<<Eranoi capei d'oro a 1'aura sparsi, Canzoniere, XC, v. 1). Non mancano poi, nel corso dell'episodio, altri tratti che si collegano aI repertorio di immagini e aI frasario deI petrarchismo: il mono logo tutto impregnato di concettismo dell'ottava 24, in cui Tancredi nota come i colpi della spada talora vadano a vuoto, ma nessun colpo deI bel volto scoperto di Clorinda cada in fallo; Ia metafora deI prigion che compare all'ottava 25; 1'offerta a Clorinda deI cuore all'ottava 27, con il bisticcio tra il senso materiale (il cuore da trafiggere con Ia spada) e il senso metaforico (il cuore come sede deI sentimento amoroso). Come stato osservato daI Larivaille, Clorinda diviene cOSIun personaggio bifronte: da un lato donna petrarchesca, fatta oggetto dell'adorazione e dei lambiccati omaggi dell'amante, dall'altro vergine guerriera, che si collega ad una lunga schiera di eroine della tradizione epica, dalla Camilla dell' Eneide alla Marfisa dell'Ariosto. Eun altro esempio di quel bifrontismo, di quel gusto dell'ambiguit, che proprio della poesia tassesca. Ilbifrontismo qui l'effetto di un gioco di punti di vista: Clorinda appare quale visione petrarchesca passando attraverso Ia visione soggettiva di Tancredi, mentre vergine guerriera dalla propria prospettiva. I due punti di vista complementari finiranno per coincidere solo con Ia morte dell' eroina. Anche Ia situazione in cui si trovano in questo episodio i due personaggi risponde aI gusto dell'ambiguit e della duplicit che caro aI Tasso: si ha una mescolanza di desiderio e di violenza aggressiva, di amore e di morte: i due personaggi, invece di scambiarsi tenerezze amorose, come dovrebbero,
si scambiano fieri colpi.

E una

situazione

che anticipa quella deI duello mortale fra Tancredi

11carattere perplesso di Tancredi

La funzione dell'amore nel poema

Clorinda: altezza e biancore

e Clorinda nel canto XII (cfr. T109), ma in simmetria rovesciata: l sar Tancredi che incalzer da nemico (senza saperlo) Ia donna amata, qui invece Clorinda, non amante, ad incalzare colui che 1'ama. La situazione, fortemente patetica, suscita l'intensa partecipzione soggettiva deI poeta: ne sono testimonianza le apostrofi che egli rivolge aI suo eroe (<<Tancredi, ache pur pensi? ache pur guardi? I non riconosci tu I'altero viso?... ), che rivelano 1'identificazione emotiva dell'autore col suo personaggio. Infatti Ia critica ha sempre individuato in Tancredi una proiezione autobiografica.di Tasso stesso. L' episodio illuminante per quanto riguarda il carattere di Tancredi e Ia funzione dell'amore nella sua vicenda. 11personaggio costantemente presentato come guerriero forte e valoroso, con Rinaldo il piu forte deI campo crociato. Ma di fronte a Clorinda impetra, perde Ia forza e Ia volont, resta smarrito. Con questo si rivela il carattere perplesso e incerto dell'eroe, sempre sospeso tra dovere e amore, perennemente aI confine tra il codice cristiano (l'azione collettiva tesa aI fine sacro della crociata) e il codice "pagano" (l'azione individualistica, sotto Ia spinta deI desiderio). Tancredi, nonostante il suo ruolo e le sue doti, non riesce mai ad essere all'altezza dei suoi compiti eroici. La riprova piu chiara viene daI secondo episodio qui riportato: il dovere eroico 10 chiama ad affrontare Ia sfida deI piu forte campione pagano e a difendere l' onore dei crociati, ma Ia vista di Clorinda sul colle di nuovo 10paralizza, 10rende incerto e smarrito, gli fa dimenticare il dovere, tanto che un altro guerriero deve subentrare aI suo posto. Ma anche successivamente non potr riprendere il duello con Argante percM, allontanatosi daI campo per inseguire colei che crede Clorinda (ed in realt Erminia), viene preso prigioniero da Armida nel castelIo sul Mar Morto. Lo stesso avverr quando gli toccher di vincere gli incanti della selva, e non vi riuscir proprio percM ossessionato dall'immagine di Clorinda da lui uccisa (cfr. TllO). Nel personaggio si concentrano le piu alte aspirazioni eroiche, ma esse appaiono velleitarie e vengono sistematicamente frustrate. Tancredi personaggio costitutivamente ambiguo, incerto, amletico, e per questo piacer molto ai romantici (e a De Sanctis, che di quel gusto ancora interprete). Si precisa cosI Ia funzione dell'amore nel poema: una forza centrifuga, disgregatrice, che svia gli eroi dalIa loro sacra missione, li spinge lontano daI teatro de lIa guerra, fiacca le loro forze (sar cOSIanche per Rinaldo). Difatti Goffredo, che rappresenta il valore dell'unit che proprio deI codice cristiano-controriformistico, fermo e resistente alle sue lusinghe. Di grande suggestione l'immagine di Clorinda che si profila nel secondo episodio. Spicca soprattutto in lei Ia dimensione dell'altezza, grazie aI fitto concentrarsi di indicazioni che convergono tutte sulIa stessa nota: I'alta guerriera, sovra un'erta, tutta, quant'ella grande; all'effetto concorre anche il paragone deI giogo alpino, che evoca un'idea di

altezza sublime. E una grandezza evidentemente non solo fisica ma spirituale, riflesso, come Gerusalemme liberata

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nota Getto, delIa dignit e magnanimit delI'eroina. Coerente con l'idea delI'altezza e quelIa, che ad essa si accompagna, deI candore (<<Bianchevia piu che neve in giogo alpino I avea le sopraveste). E un biancore che e denso di valori simbolici, e alIude alI'incontaminata purezza della vergine guerriera. Ma, come nota sempre acutamente Getto, altezza e luminosit de lIa figura di Clorinda sono Ia proiezione deI sentimento di venerazione delI'amante che Ia contempla, simboli deI significato ideale che Ia donna assume agli occhi delI'eroe. Abbiamo cioe un'immagine tutta soggettiva di Clorinda, costruita dalIa prospettiva di Tancredi (Io si osservava anche per il passo precedente), e pervasa dalIa sua temperie sentimentaIe, una temperie che ha qualcosa delIe estasi adoranti degli stilnovisti. Ma, visti dalIa parte delI'oggetto, non piu deI soggetto contemplante, i due caratteri delI'altezza e deI biancore assumono un altro significato: mettono in evidenza come Clorinda sia chiusa nel suo rifiuto delIa femminilit e delI'amore, remota, gelida e inaccessibile. Solo nelIa morte potr divenire trepidamente umana e si caricher delIe connotazioni di una sensuale femminilit. Spicca ancora nel secondo episodio Ia figura di Argante. Anche nel suo caso si impone Ia dimensione delI'altezza (<<pergran cor, per grancorpo e per gran posse I superbo e minaccievole in sembiante, I qual Encelado in Flegra, o qual mostrosse I ne l'ima valIe il filisteo gigante), ed anche qui non si tratta solo di grandezza fisica, ma di grandezza eroica; tuttavia, a differenza che in Clorinda, tale grandezza si congiunge con Ia ferocia barbarica deI personaggio, col suo furore irrefrenabile, che 10 assimila ad una forza bruta delIa natura. Questo misto di orrore, ferocia e grandezza accosta Argante alIa figura di Satana (cfr. T105). Torna infatti, in termini quasi identici, un particolare essenziale che connotava l'angelo ribelIe: Ia spaventosa fronte aI cielo estolIe (per Satana si aveva: Slla gran fronte e le gran corna estolIe). Per Argante, come per Satana, l'innalzare aI cielo Ia fronte un tratto che indica magnanimit, ma anche Ia sfida superba e ribelIe delI'empio che non riconosce alcuna entit superiore e confida solo nelle sue forze, in un'affermazione assoluta e senza limiti de lIa sua individualit. Questo tipo di grandezza attribuito ai nemici della cristianit (con Satana e Argante va annoverato anche Solimano), a personaggi ribelli, dalla potente individualit, testimonia come Tasso, pur condannandoli in nome dei principi professati e pur presentandoli negativamente, senta per essi una segreta attrazione, e ne subisca il fascino perverso e titanico.

La visione soggettiva di Tancredi

Argante e Satana

L 'identificazione coi "nemici"

PROPOSTE DI LAVORO
1. Ritrovare le figure retoriche presenti nei due testi, ad esempio ossimori, similitudini, antitesi.

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2. Trovare tutti i punti dei testo, in cui iI narratore interviene direttamente nella narrazione. Ad esempio esprim dei giudizi? Fa delle anticipazioni?

3. Raccogliere tutte le espressioni riferite a Clorinda, che ne mettono in luce tanto I'aspetto fisico quanto I'azione quale ritratto della donna emerge?

4. Quali ele menti dei testo ci fanno capire che Clorinda vista con gli occhi di Tancredi?

5. Raccogliere tutte le espressioni riferite a Tancredi. Quale ritratto dell'eroe emerge? Ci sono espressioni a IL riferite che denotano Ia sua contraddittoriet?

6. Raccogliere tutte le espressioni riferite ad Argante: il giudizio espresso su di lui dai narratore coincide CO queIJo espresso da Goffredo? Se no, come si spiega questa diversa valutazione? 7. Analizzare i luoghi in cui awengono le azioni, verificando se c' analogia tra essi e i personaggi.

8. Trovare tutte le situazioni dell'episodio in cui ci sono contrapposizioni, e guerra, sensualit e rifiuto della stessa...

ad esempio tra amore e odio, pac

1~11il~I._l
Tasso

"

+._.~~

71/J
La morte di Clorinda
Clorinda e A rgante sono usciti nottetempo da Gerusalemme per incendiare la torre mobile con cui i crociati hanno dato l'assalto alle mura. Riuscita l 'impresa tentano di ricoverarsi nuovamente in citt, ma Clorinda, mentre sta per rientrare, eferita da un guerriero cristiano, e si volge per punirlo. Le porte intanto vengono serrate, e Clorinda resta esclusa (canto XII, ottave 50-71).
50

Ma poi che intepidl Ia mente irata 1 nel sangue deI nemico e in s rivenne, vide chiuse le porte e intorniata s da' nemici, e morta allor si tenne 2. Pur veggendo ch'alcuno in lei non guata3, nov' arte di salvarsi le sovenne 4. Di lor gente s'infinge5, e fra gli ignoti cheta s'avolge6; e non chi Ia noti. Poi, come lupo tacito s'imbosca dopo occulto misfatto, e si desvia, da Ia confusion, da I'aura fosca favorita e nascosa, ella se 'n gla 7.

51

Solo Tancredi avien che lei conosca8;


egli quivi sorgiunto
,
9

alquanto pria;

vi giunse alIor ch'essa Arimon uccise: vide e segnolla,lO, e dietro a lei si mise. 52
1. intepidi ... irata: Ia sua ira si placa. 2. morta ... si tenne: si vide perduta. 3. ch'alcuno... guata: che nessuno guarda verso di lei. 4. nov'arte ... sovenne: escogita uno stratagemma per salvarsi. 5. Di lor ... s'infinge: si finge cristiana. 6. s'avolge: si mescola. 7. se 'n gia: se ne andava. 8. lei conosca: si accorga di lei. 9. sorgiunto: sopraggiunto. 10. segnolla: Ia not. 11. degno ... paragone: con cui misurarsi, da pari a pari, in valore. 12. I'alpestre cima: uno dei colli su cui sorge Gerusalemme. 13. dispone: pensa. 14. onde ... si volge: per cui moIta prima di raggiungerla succede che faccia risuonare le armi, cosiccM ella si volta. 15. pedon: a piedi, e quindi in condizioni di svantaggio. 16. vansi a ritrovar: si assaltano. 17. d'un chiaro sol: di un sole luminoso, della luce deI giorno. 18. che ... grande: invocata Ia notte, che ha nascosto nella sua oscurit o nell'obUo

degno a cui sua virtu si paragone 11.


Va girando colei I'alpestre cima12

Vuol ne I'armi provarIa: un uom Ia stima

verso altra porta, ove d' entrar dispone 13.


Segue egli impetuoso, onde assai prima che giunga, in guisa avien che d'armi suone, ch'ella si volge14 e grida: - O tu, che porte,

che corri si? - Risponde:

- E guerra

e morte.

53

- Guerra e morte avrai; - disse - io non rifiuto darlati, se Ia cerchi -, e ferma attende. Non vuol Tancredi, che pedon 15 veduto ha il suo nemico, usar cavallo, e scende. E impugna I'uno e l'altro il ferro acuto, ed aguzza I'orgoglio e I'ire accende; e vansi a ritrovar16 non altrimenti che duo tori gelosi e d'ira ardenti.
Degne d'un chiaro SOp7,degne d'un pieno teatro, opre. sarian SI memorande. Notte, che nel profondo oscuro seno chiudesti e ne I'oblio fatto SI grande 18,

54

un evento tanto nobile.

19.10 spieghi e mande: 10faccia conoscere e 10 tramandi. 20. splenda ... memoria: risplenda il nobile ricordo delle tue tenebre.

piacciati ch'io ne 'I tragga e 'n bel sereno a le future et 10 spieghi e mande 19. Viva Ia fama loro; e tra lor gloria splenda deI fosco tuo I'alta memoria2.
Gerusalemme libera ta

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55

Non schivar, non parar, non ritirarsi voglion costor, n qui destrezza ha parte. Non danno i colpi or finti, or pieni, or scarsi 21: toglie l'ombra e '1 furor l'uso de l'arte22. Odi le spade orribilmente urtarsi a mezzo il ferr023, il pie d'orma non parte24; sempre e il pie fermo e Ia man sempre in moto, n scende taglio in van, n punta a vto.

56

L' onta irrita 10 sdegno a Ia vendetta


e Ia vendetta poi l'onta rinova;. onde sempre aI ferir, sempre a Ia fretta stimol novo s' aggiunge e cagion nova.

25,

D'or in or piu si mesce e piu ristretta

26

si fa Ia pugna, espada oprar non giova 27: dans co' pomP8, e infelIoniti e crudp9 cozzan con gli elmi insieme e con gli scudi.
57

Tre volte il cavalier Ia donna stringe

30

21. or finti ... scarsi: finte, affondi, colpi leggeri. 22. toglie ... l'arte: l'oscurit e il cieco furore dei duellanti ostacolano ilrispetto delle norme della scherma. 23. a mezzo il ferro: a met della spada. 24. il pie ... parte: i piedi dei duellanti non si spostano dalluogo dove sono piantati. 25. L'onta ... vendetta: Ia vergogna (di una ferita ricevuta) sprona l'ira a vendicarsi. 26. ristretta: ravvicinata. 27. spada ... giova: ed impossibile adoperare Ia spada. 28. dansi co' pomi: si colpisconocon le else delle spade. 29. infelloniti e crudi: (divenuti ormai) irrispettosi delle regole cavalleresche e

con le robuste braccia, ed altrettante da que' nodi tenaci elIa si scinge31, nodi di fer nemico e non d'amante. Tornano aI ferro, e l'uno e l'altro il tinge con molte piaghe; estanco ed anelante e questi e quegli aI fin pur si ritira, e. dopo lungo faticar respira.
58

L'un l'altro guarda, e deI suo corpo essangue32 su '1 pomo de Ia spada appoggia il peso. Gi de l'ultima stelIa il raggio langue aI primo albor ch'e in oriente acceso. Vede Tancredi in maggior copia il sangue deI suo nemico, e s non tanto offeso. Ne gode e superbisce. Oh nostra folIe mente ch'ogn'aura di fortuna estolIe33! Misero, di che godi? oh quanto mesti fian034i trionfi ed infelice il vanto! Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti) di quel sangue ogni stilla un mar di pianto. CosI tacendo e rimirando, questi sanguinosi guerrier cessara alquanto. Ruppe il silenzio aI fin Tancredi e disse, perch il suo nome alui l'altro scoprisse: - Nostra sventura e ben che qui s'impieghi tanto valor, dove silenzio il copra 35. Ma poi che sorte rea 36vien che ci neghi e lode e testimon degno de l'opra, pregoti (se fra l'arme han loco i preghi) che '1 tuo nome e '1 tuo stato a me tu scopra, acci ch'io sappia, o vinto o vincitore, chi Ia mia morte o Ia vittoria onore37.

59

quindicrudeli e spietati.

30. stringe: il paradosso di questo abbraccio (che potrebbe essere d'amante ma di fer nemico) sottolineato dall'enjambement. 31. si scinge: si scioglie. 32. essangue: dissanguato. 33. Oh ... estolle: Ia foUiadegli uomini si manifesta nel loro insuperbire per ogni minimo soffio di buona fortuna (che oggetto, aura soggetto). 34. fiano: saranno. 35. Nostra... copra: siamo proprio sfortunati a dar prova di tanto valore in un luogo lontano dalla vista di chiunque. 36. rea: ostile, avversa. 37. acci ... onore: affinch io, vincitore o vinto, sappia a chi spetta l'onore della mia morte o della mia vittoria.

60

Tasso

t~

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61

Risponde Ia feroce: - Indarn038 chie di

quel c'ho per uso di non far palese 39.

Ma chiunque io mi sia, tu inanzi vedi


un di quei due che Ia gran torre accese.
In mal punto il dicesti; - indi riprese - il tuo dir e '1 tacer di par m' aUetta 40, barbaro discortese, a Ia vendetta. -

Arse di sdegno a quel parlar Tancredi,


e:

62

Torna l'ira ne' cori, e li trasporta, bench debili in guerra. Oh fera pugna, u' l'arte in band041, u' gi Ia forza e morta, ove, in vece, d'entrambi il furor pugna! Oh che sanguigna e spaziosa porta fa l'una e l'altra spada, ovunque giugna, ne l'arme e ne le carni! e se Ia vita non esce, sdegno tienla aI petto unita. Quall'alto Egeo, perch Aquilone o Noto cessi42, che tutto prima il volse e scosse, non s'accheta ei pero, ma '1 suono e '1 moto ritien43 de l'onde anco agitate e grosse, tal, se ben manca in lor co '1 sangue voto 44

63

quel vigor che le braccia e i colpi mosse, serbano ancor l'impeto primo, e vanno da quel sospinti a giunger danno a danno.
64
38. Indarno: inutilmente. 39. non far palese: non rendere noto. 40. iI tuo ... m'alletta: quanto hai detto (essere responsabile dell'incendio della torre) e quanto hai taciuto (Ia tua identit) mi spingono in egual misura alla vendetta. 41. u' l'arte in bando: il poeta insiste ancorauna volta sul mancato rispetto delIe regale della scherma da parte dei duellanti (u': dove, latino ubi). 42.Qual... cessi: bench abbiano cessato di spirare i venti da Nord e da Sud che hanno sconvolto il mar Egeo. 43. ritien: mantiene. 44. co 'I sangue vto: per il sangue versato. 45. deve: si pua intendere nel senso di " debitare" oppure di "deve" (sottinteso giungere). 46. egro e languente: vacillante e vicino alla morte. 47. Segue egli Ia vittoria: persegue Ia vittoria con impeto incalzante e vittorioso. 48. novo... ditta: un nuovo sentimento ispira. 49. speme: speranza (vengono enumerate le tre virtu teologali, fede, speranza e carit). 50. pave: teme (perch ormai e prossimo alla morte).

Ma ecco omai l'ora fatale e giunta che '1 viver di Clorinda aI suo fin deve 45. Spinge egli il ferro nel ben sen di punta che vi s'immerge e '1 sangue avido beve; e Ia veste, che d'or vago trapunta le mammeUe stringea tenera e leve, l'empie d'un caldo fiume. EUa gi sente morirsi, e '1 pie le manca egro e languente Segue egli la vittoria 47, e Ia trafitta vergine minacciando incalza e preme. EUa, mentre cadea, Ia voce afflitta movendo, disse le parole estreme; parole ch'a lei novo un spirto ditta 48, spirto di f, di carit, di speme 49: virtu ch'or Dio le infonde, e se rubeUa in vita fu, Ia vuole in morte anceUa.

46.

65

66

- Amico, hai vinto: io ti perdon... perdona tu ancora, aI corpo no, che nuUa pave 50, a l'alma SI; deh! per lei prega, e dona battesmo a me ch' ogni mia colpa lave. In queste voei languide risuona un non so che di flebile e soave ch' al cor gli scende ed ogni sdegno ammorza, e gli occhi a lagrimar gli invoglia e sforza.
Gerusalemme liberata

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67

Poco quindi lontan nel sen deI monte scaturia mormorando un picciol rio. Egli v'accorse e l'elmo empi nel fonte,

e torno mesto aI grande ufficio e pio 51.


Tremar senti Ia man, mentre Ia fronte non conosciuta ancor sciolse52 e scoprio. La vide, Ia conobbe, e resto senza e voce e moto. Ahi vista! ahi conoscenza!
68

Non mori gi, ch sue virtuti accolse 53


tutte in quel punto e in guardia aI cor le mise, e premendo il suo affanno a dar si volse

vita con l'acqua 54 a chi co '1 ferro uccise. Mentre egli il suon de' sacri detti 55 sciolse,
colei di gioia trasmutossi, e rise; e in atto di morir lieto e vivace, dir parea: S'apre il cielo; io vado in pace. 69 D'un bel palIore ha il bianco volto asperso, come a' gigli sarian miste viole,

51. grande ... pio: ai grande e pio compito di battezzarla. 52. sciolse: libero dall'elmo. 53. sue virtuti accolse: raduno le sue forze. 54. I'acqua: I'acqua dei battesimo, acqua della vita eterna, profusa a colei cui aveva tolto Ia vita terrena con Ia spada. 55. iI suon de' sacri detti: Ia formula rituale deI battesimo. 56. e gli occhi ... affisa: rivolge fissamente gli occhi aI cielo. 57. passa: trapassa. 58. rallenta: viene meno. 59. e I'imperio ... stolto: cede il completo dominio deI suo animo aI dolore, divenuto gi impetuoso e forsennato. 60. chiusa ... Ia vita: confinata Ia vita in una sede ristretta (iI cuore), fa si che il corpo e il volto assumano le sembianze delia morte. 61. ritegno frale: fragile legame coIcorpo. 62. Ia bella ... seguiva: avrebbe seguito Ia bella anima di Clorinda nella morte. 63. in s ... morta: di per s moribondo, ma gi morto nell'anima per Ia morte di Clorinda.

e gli occhi aI cielo affisa 56, e in lei converso sembra per Ia pietate il cielo e '1 sole; e Ia man nuda e fredda alzando verso il cavaliero in vece di parole gli d pegno di pace. In questa forma passa 57 Ia belIa donna, e par che dorma.
70

Come l'alma gentile uscita ei vede, ralIenta 58 quel vigor ch'avea raccolto; e l'imperio di s libero cede

aI duol gi fatto impetuoso e stolto 59,


ch'al cor si stringe e, chiusa in breve sede

Ia vita, empie di morte i sensi e '1 volto 60.


Gi simile a l'estinto il vivo langue aI colore, al silenzio, a gli atti, aI sangue.
71

E ben Ia vita sua sdegnosa e schiva,

spezzandoa forza il suo ritegno frale 61, Ia belIa anima sciolta aI fin seguiva62,
che poco inanzi a lei spiegava l'ale; ma quivi stuol de' Franchi a caso arriva, cui trae bisogno d'acqua o d'altro tale, e con Ia donna il cavalier ne porta, in s mal vivo e morto in lei ch' morta 63.

Tasso

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ANALISI DEL TESTO
L'episodio si fonda su una situazione romanzesca e melodrammatica di intenso patetismo: l'amore impossibile delI'eroe per un oggetto irraggiungibile, l'amante che uccide Ia donna amata senza saperlo. Si determina un meccanismo affine alI' ironia tragica: l'eroe e ignaro deI destino che sta vivendo, mentre illettore sa tutto, e puo vedere dalI' alto il precipitare degli eventi. Mentre pero nelIa trage-dia greca questo meccanismo era finalizzato alIa catarsi, induceva cioe 10 spettatore a guardare con superiore distacco conoscitivo gli orribili eventi delIa vicenda tragica e a superare le passioni che essi gli suscitavano, nelI'episodio tassesco e finalizzato a suscitare nel fruitore forte partecipazione emotiva e commozione. Non a caso questo fu l'episodio piu amato deI poema, anche da un pubblico non coIto. NelI'impostazione delI'episodio insita una fondamentale ambiguit, tra desiderio e crudele violenza, tra amore e morte. I due protagonisti dovrebbero amarsi, mentre inconsapevolmente si odiano e si causano sofferenza, o addirittura Ia morte. L'ambiguit e sottolineata esplicitamente dalIa voce narrante: Tancredi stringe Clorinda tra le robuste braccia, ma quelli che dovrebbero essere nodi d'amante sono invece di fier nemico. Emerge qui il gusto compiaciuto di Tasso per l'ambiguit, per le situazioni duplici e ambivalenti, intimamente conflittuali. L'ambiguit delIa situazione e vagheggiata con segreto compiacimento. Il segno rivelatore delIa partecipazione soggettiva delI'autore sono gli interventi della voce narrante, soprattutto l'apostrofe rivolta a Tancredi in uno dei momenti culminanti, quando l'eroe gode aI vedere il sangue delI'avversario che sgorga piu copiosamente: Misero, di che godi? [...] I Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti) I di quel sangue ogni stilla un mar di pianto. Queste intrusioni deI narratore hanno nelIa Gerusalemme una funzione diametralmente opposta a quelIa che avevano nel Furioso: per Ariosto erano strumenti delIo straniamento, segnavano il distacco delI'autore dalIa materia, che era presa come punto d'avvio delIa riflessione lucida e disincantata sul reale; in Tasso invece testimoniano l'impostazione tutta soggettiva deI racconto, il fatto che l'autore si identifica emotivamente con i suoi personaggi, vi proietta se stesso. Questo gusto per l'ambiguit e questa immedesimazione emotiva rivelano una sensibilit nuova, piu sottile e tormentata di quelIa delIa letteratura deI primo Rinascimento, un affiorare di brividi e inquietudini, che sono il riflesso di

L'ironia tragica

L'ambiguit tra desiderio e vioIenza

Gli interventi deI narratore

L'atmosfera notturna

un momento di crisi delIa civilt. L'atmosfera notturna in cui si svolge il duelIo e 10 scenario

La trasformazione di CIorinda

La negazione della femminilit

piu coerente con questa inquieta sensibilit. Mentre Ia letteratura e Ia pittura deI primo Cinquecento amavano le scene colIocate in una luce piena e meridiana, che scandiva con nettezza linee, volumi e colori, Tasso, come anche Ia pittura manierista deI suo tempo, ama l'ombra, che e misteriosa, avvolgente, indistinta, e vela di ambiguit il reale. Se Ia luce piena pu tradurre simbolicamente Ia fiducia nel dominio razionale sul mondo, le tenebre notturne amate daI Tasso sembrano simboleggiare una crisi delIa ragione, che e insidiata da nuove perplessit e si affaccia su realt ignote e inquietanti. L'episodio nettamente bipartito in due sequenze: Ia prima costituita daI duelIo, Ia seconda dalIa morte delI'eroina. L'inizio di quest'ultima sequenza e segnato nuovamente da un intervento soggettivo delIa voce narrante, che, dalI' alto delIa sua onniscienza (un'onniscienza sempre commossa e partecipe) annuncia che e giunta l'ora fatale che segna Ia fine delIa vita di Clorinda (<<Maecco omai l'ora fatale e giunta I che '1 viver di Clorinda aI suo fin deve). In questa seconda sequenza Ia figura di Clorinda subisce una radicale trasformazione: Ia feroce guerriera, che affrontava impavidamente l'avversario e si rivelava dura e barbarica nel respingere ogni attenuazione cavalIeresca delIa crudelt delIa lotta (ad esempio col rifiuto di rivelare il proprio nome), si trasforma in una delicata fanciulIa. E proprio il colpo mortale che fa emergere improvvisamente in Clorinda una femminilit ignorata: Ia punta delIa spada di Tancredi penetra nel bel sen e riempie di un caldo fiume di sangue Ia veste tenera e leve, vagamente trapunta d'oro, che stringe le mammelIe delIa donna. Ci che sin qui ha caratterizzato Clorinda e il rifiuto delIa propria autentica identit, Ia negazione delIa femminilit: l'eroina era chiusa nelI'armatura, che, con Ia sua durezza, sembrava l'emblema concreto di una repressione di ogni istinto naturale, di ogni desiderio, di ogni abbandono alIa dolcezza (come ha opportunamente notato 10 Zatti). Clorinda poteva apparire femminile solo nelIa prospettiva di Tancredi, che Ia trasfigurava in una visione petrarchesca, come si e visto nel primo scontro e poi nelI'episodio deI duelIo con Argante, in cui l'eroe restava come impietrito a contemplare estaticamente l'amata, erta sul colle nel suo luminoso candore (cfr. Ti08). Ora Clorinda depone il duro guscio che Ia isolava dalla realt

Gerusalemme

liberata

718
e mascherava Ia sua autentica essenza, riacquista Ia sua identit e viene a coincidere con Ia sua vera immagine femminile. Ci contrassegnato da un ricupero deI corpo, delIa fisicit, che prima era ignorata e negata:per questo ora Ia voce narrante insiste sul bel sen, sulle mammelle, sulla veste che le stringe, sul bianco volto. Di nuovo, come nel canto lU (cfr. TI08A), iI togliere I'elmo assume il valore simbolico di svelare Ia vera identit, di Iasciare emergere Ia femminilit celata delI' eroina. Ma anche qui si fa strada quell'ambiguit che costitutiva delI'ispirazione tassesca, il suo fondamentale bifrontismo, come I'ha ben definito Caretti. La trasformazione dell'eroina duplice: non solo essa riacquista Ia sua femminilit, ma scopre Ia verit della religione cristiana ed intimamente rinnovata dalla grazia; Clorinda ritrova il corpo e Ia dimensione della fisicit proprio neI momento in cui Ia morte Ia libera dalla fisicit per innalzarla in un'altra dimensione, quella puramente spirituale. Tutta Ia scena delIa morte delI'eroina appare cosi percorsa dalI'ambiguit tra I'ispirazione religiosa, sorretta da intenti edificanti, ed una segreta sensualit. Da un lato Clorinda morente trasfigurata da una gioia sovrumana che Ia rapisce in paradiso, ed appare quasi nelIe sembianze delIa martire cristiana effigiata in tanta pittura controriformistica, che muore con gIi occhi Ievati verso iI cielo, in una estatica contemplazione deI sovrannaturale; dalI'altro lato per il poeta insiste non solo sul rapimento spirituale della morente, ma soprattutto sulla sua bellezza (<<beI pallor, passa Ia belIa donna); e delIa bellezza si coglie una visione particolare, il gusto di una beIIezza martoriata e Ianguente, un vagheggiamento v"OIuttuoso,che ha qualcosa di sottilmente perverso e torbido, deI morire che accresce il fascino de lIa belIa donna. Emozione religiosa e sensualit intensa, vagamente morbosa, si mescolano indissolubilmente, in un tutto indistinguibile. Non bisogria per commettere l'errore di credere che questa mistione ambigua sminuisca Ia forza poetica dell'episodio: aI contrario proprio I'ambiguit che gli conferisce suggestive profondit di piani.
L'emergere della femminilit negata

Ispirazione religiosa e sensualit

PROPOSTE DI LAVORO
1. Ritrovare le figure retoriche presenti nelbrano, ad esempio similitudini, antitesi, metafore.

2. Ritrovare tutti gli interventi espliciti dei narratore e riflettere sulla loro funzione (ad esempio commenta sem. plicemente I'azione? D dei consigli ai personaggio? Fa delle anticipazioni?). 3. Trovare tutte le espressioni che connotano Clorinda come guerriera e come donna. A quali aree semantiche appartengono?

4. Confrontare le battute pronunciate da Clorinda (cfr. ottave 52-53, 61, 66): quale visione dei mondo veicolano? C' un mutamento nel personaggio? 5. Trovare tutt i punti della narrazione in cui i personaggi mostrano rispetto per iI codice cavalleresco, e quelli in cui questo rispetto viene a mancare.

6. La descrizione dei duello condotta dai narratore in modo generico o con precise osservazioni relative alia tecnica militare utilizzata? Se valida Ia seconda ipotesi, quest'uso che cosa rivela della cultura di Tasso? 7. Analizzare illessico delle ottave 57 e 64: esso concerne esclusivamente metaforico riferito ai campo erotico? iI duello o assume un significato

8. Trovare tutti i punti dei testo in cui ci sono delle espressioni riferite ai trascorrere dei tempo. La notte ed il giorno assumono un valore simbolico? (Verificare quali azioni si svolgono di giorno e quali di notte). 9. Individuare i punti dei testo in cui viene data attenzione ai paesaggio; questo assume un valore simbolico? 11 fatto che Ia conversione di Clorinda awenga all'alba significativo? Confrontare con I'alba di Rinaldo ai canto XVIII (T112).

10. Individuare i punti dei testo in cui c' attenzione per i rumori, ad esempio quelli prodotti dalle armi o da elementi naturali.
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Tasso

719
La selva incantata
Dopo che Clorinda eA rgante hanno incendiato la grande torre con cui i cristiani avevano dato l'assalto alle mura, il mago Ismeno vuole impedire che i nemici ne costruiscano un'altra, perci getta l'incantesimo sulla selva di Saron, in modo che da essa non possa essere piu ricavato legname (canto XIII, 17-46).
17

Ma in questo mezzo il pio Buglion non vle 1 che Ia forte cittade in van si batta ,

se non prima Ia maggior sua mole ed alcuna altra machina rifatta.

E i fabri aI bosco invia che porger sle2


ad uso tal pronta materia ed atta 3. Vanno costor su l'alba a Ia foresta, ma timor novo 4 aI suo apparir gli arresta.
18

Qual semplice bambin mirar non osa dove insolite larve6 abbia presenti, o come pave6 ne Ia notte ombrosa, imaginando pur7 mostri e portenti, cOSItemean, senza saper qual cosa siasi quella pero che gli sgomenti, se non che '1 timor forse a i sensi finge maggior prodigi di Chimera o Sfinge 8.

19

Torna Ia turba, e misera e smarrita varia e comonde si le cose e i detti ch'ella nel riferir n' poi schernita, n son creduti i mostruosi effetti 9. Allor vi manda il capitano ardita
e forte squadra di guerrieri eletti
10,

1. si batta: venga assalita con macchine minori della maggior mole, cio della grande torre. 2. porger sole: solito offrire. 3.pronta.u atta: legname pronto e adatto. 4. novo: inconsueto, mai provato prima. 5. larve: fantasmi, immagini inquietanti. 6. pave: prova paura. 7. pur: so)o. 8. Chimera o Sfinge: figure mitologiche suscitatrici di spavento. 9. mostruosi effetti: fatti prodigiosi. 10. eletti: scelti. 11. sia scorta: faccia da scorta. 12. i magisteri: i compiti dei fabbri. 13. ove ." posto: agli alberi. 14. Pur ... tirnore: nonostante Ia sensazione raggelante procedono oltre, occultando il vile timore con I'ostentazione della padronanza di s. 15. lunge poco: poco Iontano. 16. Austri: i venti. 17. tanti ... suoni: il suono prodotto dalla selva e dunque il risultato dei pi inquietanti rumori conosciuti.

perch sia scortall a l'altra e 'n esseguire i magisteri12 suoi le porga ardire.
20

Questi, appressando ove lor seggio han posto 13


gli empi demoni in quel selvaggio orrore, non rimirr le nere ombre SI tosto, che lor si scosse e torno ghiaccio il core. Pur oltra ancor se 'n gian, tenendo ascosto

sotto audaci sembianti il vil timore 14; e tanto s'avanzr che lunge pOC016 erano omai da 1'incantato loco.
21

Esce allor de Ia selva un suon repente che par rimbombo di terren che treme,
e '1 mormorar de gli Austri
16

in lui si sente

e '1 pianto d'onda che fra scogli geme. Come rugge illeon, fischia il serpente, come urla illupo e come l' orso freme v'odi, e v'odi le trombe, e v'odi il tuono: tanti e SI fatti suoni 17 esprime un suono.
Gerusalemme liberata

720
22

In tutti allor s'impallidir le gote e la temenza a mille segni apparse, n disciplina tanto o ragion pote ch'osin di gire inanzi o di fermarse, ch'a l'occulta virtu che gli percote18 son le difese loro anguste e scarse. Fuggono aI fine; e un d'essi, in cotal guisa scusando il fatto, il pio Buglion n' avisa 19:

23

- Signor, non e di noi chi piu si vante troncar Ia selva, ch' ella e si guardata ch'io credo (e '1 giurerei) che in quelle piante
abbia Ia reggia sua Pluton traslata
2.

Ben ha tre volte e piu d'aspro diamante

ricinto il cor chi intrepido Ia guata 21; n senso v'ha colui ch'udir s'arrischia
come tonando insieme rugge e fischia.
24

22

Cosi costui parlava. Alcasto v'era fra molti che l'udian presente a sorte 23:

l'uom di temerit stupida e fera 24,


sprezzator de' mortali e de Ia morte; che non avria temuto orribil fera, n mostro formidabile ad uom forte, n tremoto, n folgore, n vento, n s'altro ha il mondo piu di violento.

25
18. ch'a ... percote: per il misterioso potere che li colpisce. 19. n'avisa: avvisa. 20. trasIata: trasferita. 21. guata: scruta. 22. n ... s'arrischia: n ha sentimento in cuore colui che si arrischia a udire. 23. a sorte: per caso. 24. fera: feroce. 25. Crollava ... dicendo: il suo atteggiamento segnala il totale disprezzo deI pe. ricolo. 26. gir: andare. 27. intendo: ho intenzione. 28. o pur ... rnostri: neppure se tra quei luoghi spaventosi mi si mostri il varco per entrare nell'inferno. 29. CotaI: con tali parole. 30. aI capitano: dinanzi a Goffredo. 31. tolta ... licenza: ricevuto il permesso. 32. s'invia: si avvia verso Ia foresta. 33. queI... usda: quello strano rimbombo che usciva da essa. 34. difeso: dai diavoli. 35. (o pargli): o cosi gli pare. 36. I'assecura ... schianti: 10rende sicuro daI fatto che altri non tronchi e schianti i suoi alberi. 37~figura: l'spetto. . 38. e di torrnenti ...Dite: e questa nuova .
citt infernale (Dite) ha le sue mur difese da macchine da guerra (torrnenti bellici)>>.

Crollava il capo e sorridea dicend025: costui non osa, io gir26 confido; io sol que 1 bosco di troncar intend027 che di torbidi sogni e fatto nido. Gi no '1 mi vieter fantasma orrendo n di selva o d'augei fremito o grido, o pur tra quei si spaventosi chiostri

- Dove

d'ir ne l'inferno il varco a me si mostri 28.


26

Cotal29 si vanta aI capitan08O, e tolta da lui licenza 31il cavalier s'invia 32;

e rimira Ia selva, e poscia ascolta

quel che da lei novo rimbombouscia38,


n per il piede audace indietro volta ma securo e sprezzante come pria; e gi calcato avrebbe il suol difes084, ma gli s'oppone (o pargli)35un foco acceso.
27

Cresce il gran foco, e 'n forma d'alte mura stende le fiamme torbide e fumanti; e ne cinge quel bosco, e l'assecura ch'altri gli arbori suoi non tronchi e schiantj36. Le maggiori sue fiamme hanno figura 87 di castelli superbi e torreggianti, e di tormenti bellici ha munite
le rocche sue questa novella Dite 88.

Tasso

721
28

Oh quanti appaion mostri armati in guarda

39

de gli alti merli e in che terribil faccia! De' quai con occhi biechi altri il riguarda4, e dibattendo 41l'arme altri li minaccia. Fugge egli aI fine, e ben Ia fuga e tarda,
qual di leon che si ritiri in caccia
42,

ma pure e fuga; e pur gli scote iI petto


timor, sin a quel punto ignoto affetto
29
43

Non s'avide esso allor d'aver temuto, ma fatto poi 10ntan44 ben se n'accorse; e stupor n'ebbe e sdegno, e dente acuto d'amaro pentimento il cor gli morse. E, di trista vergogna acceso e mut045, attonito in disparte i passi torse, ch quella faccia alzar, gi SI orgogliosa,

ne Ia luce 46 de gli uomini non osa.


30

Chiamato da Goffredo, indugia escuse


trova a l'indugio, e di restarsi agogna o gli ragiona in guisa d'uom che sogna
47.

Pur va, ma lento; e tien le labra chiuse


48.

Diffetto e fuga il capitan concluse

in lui49 da quella insolita vergogna, poi disse: - Or ci che fia? forse prestigi 50
39. in guarda: a guardia. 40. il riguarda: 10guarda. 41. dibattendo: agitando. 42. in caccia: quando cacciato. 43. ignoto affetto: sentimento a lui sconosciuto. 44. fatto ... lontan: dopo essersi allontanato. 45. acceso e muto: infiammato e reso muto. 46. ne Ia luce: ai cospetto. 47. di restarsi agogna: desidera di restare in disparte. 48.ragiona ...sogna: gli parIa con l'aria trasognata. 49. Diffetto ... in Iui: Goffredo deduce che egli abbia avuto paura e sia fuggito. 50. prestigi: incantesimi. 51. cercar: esplorare. 52. Ia ventura imprenda: tenti Ia sorte. 53. nunzio ... ritorni: torni portando noti. zie piu certe. 54. alcun non fue: non ci fu nessuno. 55. sorto: aIzato daI letto dove giaceva ferito. 56. mal atto: non ancora in grado. 57. lorica: corazza. 58. 'I cor ...corpo: ,di suo animo pieno di coraggio trasfonde il suo vigore aI corpO. 59. in s ristretto: raccolto. 60. sostien: riesce a sopportare. 61. tremoto: terremoto. 62. nulla sbigottisce: non si spaventa per nulla. 63. il seda: 10frena. 64. Trapassa: prosegue.

son questi o di natura alti prodigi?

31

Ma s'alcun v'e cui nobil voglia accenda

di cercar 51 'que' salvatichi soggiorni,


vadane pure, e Ia ventura imprenda 52 e nunzio almen piu certo a noi ritorni 53.
COSIdisse egli, e Ia gran selva orrenda tentata fu ne' tre seguenti giorni

da i piu famosi; e pur alcun non fue 54


che non fuggisse ale minaccie sue.
32

Era il prence Tancredi intanto sort055 a sepellir Ia sua diletta amica, e bench in volto sia languido e smorto

e mal atto 56 a portar elmo o lorica57,


nulla di men, poi che '1 bisogno ha scorto, ei non ricusa ilrischio o Ia fatica, ch '1 cor vivace il suo vigor trasfonde
aI corpo
33
58

SI che par ch'esso n'abbonde.


59,

Vassene il valoroso in s ristretto

e tacito e guardingo, aI rischio ignoto, e sostien 60 de Ia selva il fero aspetto e '1 gran romor deI tuono e deI tremot061; e nulla sbigottisce 62, e sol nel petto sente, ma tosto il seda 63,un picciol moto. Trapassa 64, ed ecco in quel silvestre loco sorge improvisa Ia citt deI foco. Gerusalemme liberata

722
34

Allor s'arretra, e dubbio65 alquanto resta fra s dicendo: Or qui che vaglion66 l'armi? Ne le fauci de' mostri, e 'n gola a questa devoratrice fiamma andro a gettarmi? Non mai Ia vita, ove cagione onesta deI comun pro Ia chieda, altri risparmi 67,

ma n prodigo sia d'anima grande 68 uom degno; e tale e ben chi qui Ia spande 69.
35

Pur l'oste 70 che dir, s'indarno i' riedo 71?


qual altra selva ha di troncar speranza 72? N intentato lasciar vorr Goffredo forse l'incendio che qui sorto i' vedo

mai questo varco 73. Or s'oltre alcun s'avanza, fia d'effetto minor che di sembianza 74; ma seguane che pote 75. E in questo dire,
dentro saltovvi. Oh memorando ardire!
65. dubbio: dubbioso. 66. che vaglion: ache servono. 67. Non mai ... risparmi: nessuno risparmi Ia vita, quando una causa giusta (onesta) 10 richieda per il vantaggio comune. 68. prodigo ... grande: non getti via troppo facilmente Ia sua grande anima. 69. spande: spreca. 70. l'oste: I'esercito dei crociati. 71. s'indarno ...riedo: se io torno senza aver ottenuto nulla. 72. qual... speranza: infatti vicinoa Gerusalemme non vi e altra selva che possa fornire legname. 73. questo varco: I'accesso alia selva di Saron. 74. fia ... sembianza: sar negli effetti minori di quanto appaia. 75. seguane ...pote: accada ci che deve accadere. 76. larve: vane apparenze. 77. repente: improvvisamente. 78. tocco: toccato. 79. simulacro: falsa immagine. 80. verno: gelo. 81. Stupido: stupefatto. 82. profane soglie: il varco della foresta abitata dai diavoli. 83. secreto: angolo remoto. 84. scontro o divieto: ostacolo o impedimento. 85. se non ... fosco: se non in quanto il bosco, essendo intricato e buio, impedisce Ia vista e ritarda il cammino. 86. altero: alto. 87. Col si drizza: Tancredi si dirige verso il cipresso. 88. impresso: inciso. 89. a quei ... Egitto: i geroglifici, che I'antico e misterioso Egitto us come scrittura. 90. sermon di Soria: lingua della Siria. 91. chiostri: spazi, regioni. 92. secreta: appartata. 93. Perdona... prive: risparmia le anime dei morti.

36

N sotto l'arme gi sentir gli parve caldo o fervor come di foco intenso;

ma pur, se fosser vere fiamme o larve 76,


mal pot giudicar si tosto il senso,

perch repente

77
79,

e giunse un nuvol denso quel simulacro che porto notte e verno8o; e '1 verno ancora e 1:ombra dileguossi in picciol ora.
37

a pena tocco78 sparve

Stupido81 si, ma intrepido rimane Tancredi; e poi che vede il tutto cheto, mette securo il pie ne le profane soglie82 e spia de Ia selva ogni secreto 83. N piu apparenze inusitate e strane, n trova alcun fra via scontro o divieto84, se non quanto per s ritarda il bosco

Ia vista e i passi inviluppato e fosco 85.


38

Coc si drizza87, e nel mirar s'accorge ch'era di vari segni il tronco impresso88,
simili a quei che in vece uso di scritto l'antico gi misterioso Egitto89.
39

AI fine un largo spazio in forma scorge d'anfiteatro, e non e pianta in esso, salvo che nel suo mezzo altero86 sorge, quasi eccelsa piramide, un cipresso.

Fra i segni ignoti alcune note ha scorte deI sermon di Soria9 ch'ei ben possede:

O tu che dentro a i chiostri 91 de Ia morte


osasti por, guerriero audace, il piede, deh! se non sei crudel quanto sei forte, deh! non turbar questa secreta 92 sede. Perdona a l'alme omai di luce prive93: non de guerra co' morti aver chi vive.

Tasso

72i1
40

COSIdicea quel motto. Egli era intento de le brevi parole a i sensi occulti 94: fremere intanto udia continuo il vento tra le frondi deI bosco e tra i virgulti, e trarne un suon che flebile concento par d'umani sospiri e di singulti, e un non so che confuso instilla aI core di piet, di spavento e di dolore. Pur percote manda e fa Ia tragge aI fin Ia spada, e con gran forza 1'alta pianta. Oh meraviglia! fuor sangue Ia recisa scorza, terra intorno a s vermiglia.

41

Tutto si raccapriccia, e pur rinforza 95 il colpo e '1 fin vederne ei si consiglia 96. Allor, quasi di tomba, uscir ne sente un indistinto gemito dolente,

42

- m'hai

che poi distinto

in VOCi97: - Ahi! troppo

disse

tu, Tancredi, offeso; or tanto basti. Tu daI corpo che meco e per me visse, felice albergo gi, mi discacciasti 98:
94. i sensi occulti: il misterioso significato. 95. rinforza: rinnova con maggior forza. 96. e '1 fin... consiglia: e decide di vedere quale sar il risultato. 97. distinto in voci: risolvendosi in parole distinte. 98. dai corpo ... discacciasti: (uccidendomi) mi scacciasti daI corpo, che visse con me e grazie a me, felice dimora dell'anima. 99. m'affisse: mi leg. 100. n sol... dura: e non sono il solo spirito umano che risieda in una pinta dalla scorza ruvida e dura. 101. franco: cristiano. 102. lassi i membri: lasci le sue membra, morendo. 103. astretto: costretto. 104. novo: straordinario. 105. di sensi animati: forniti di sensibilit. 106. micidial: omicida. 107. Chimera: mostro mitologico. 108. simulacro: l'immagine apparente. 109. porge: incute. 110. fera: spaventosa. 111. timido: timoroso. 112. cede: si ritrae. 113. conquiso: dominato. 114. affetti: sentimenti. 115. moto: emozione. 116. il ferro: Ia spada. 117. '1 manco ... tema: il timore il sentimento meno forte; cio piu forti sono I'orrore provato aI sentire Ia voce di CIorinda morta e il rimorso di ave rIa ancora straziata con le sue mani. 118. plori: pianga. 119. soffrir: sopportare. 120. egro: malato, ferito.

perch il misero tronco, a cui m' affisse 99 il mio duro destino, anco mi guasti? Dopo Ia morte gli aversari tuoi, crudel, ne' lor sepolcrrbffender vuoi?
43

Clorinda fui, n sol qui spirto umano

albergo in questa pianta rozza e dura 100,


ma ciascun altro ancor, franco101 o pagano,

che lassi i membri 102 a pie de l'alte mura, astretto103 e qui da novo104incanto e strano, non so s'io dica in corpo o in sepoltura. Son di sensi animati 105 i rami e i tronchi, e micidial16sei tu, se legno tronchi. 44

Qual l'infermo talor ch'in sogno scorge

drago o cinta di fiamme alta Chimera 107, se ben sospetta o in parte anco s'accorge

che '1 simulacro108 sia non forma vera, 109

pur desia di fuggir, tanto gli porge spavento Ia sembianza orrida e fera 110, tal il timido i11 amante a pien non crede a i falsi inganni, e pur ne teme e cede 112.
45

E, dentro, il cor gli e in modo tal conquiso da vari affetti 114 che s'agghiaccia e trema, e nel moto 115 potente ed improviso gli cade il ferro116,e '1 manco e in lui Ia tema117. Va fuor di s: presente aver gli e aviso

113

l'offesa donna sua che plori 118 e gema,

n pu soffrir119 di rimirar quel sangue, n quei gemiti udir d'egro120 che langue. Gerusalemme liberata

724
46
121. Cosi ... spavento: COSI nessuna vana immagine turb con profondo spavento quel cuore audace di fronte aIla morte. 122. ma lui lamento: ma una falsa immagine e finti Iamenti iJ)gannarono Iui, che solo debole, vulnerabile in amore. 123. fore: fuori. 124. partissi: si aIlontan.

...

Cosi quel contra morte audace core nulla forma turbo d'alto spavento121, ma lui che solo fievole in amore falsa imago deIuse e van lamento122.

Il suo caduto ferro intanto fore 123


porto deI bosco impetuoso vento, si che vinto partissi 124;e in su Ia strada ritrovo poscia e ripiglio Ia spada.

ANALISI DEL TESTO


La sequenza della spedizione nella selva incantata costruita su un modulo iterativo: si susseguono vari tentativi, prima si muove il gruppo dei semplici carpentieri, poi Ia schiera dei guerrieri, poi l'avventato Alcasto, poi l'eroe piu forte, Tancredi. Nella ripetizione in paralleIo delle varie prove l'episodio rivela una costruzione di tipo fiabesco (propria della fiaba infatti Ia ripetizione indefinita delle azioni), ma si tratta di un fiabesco sinistro, allucinato e terrificante. A creare l'atmosfera d'incubo contribuisce Ia tecnica narrativa, che punta a determinare una continua tensione, una suspense. L' effetto ottenuto mediante Ia focalizzazione interna ai personaggi (cfr. MI, 2.2): Ia voce narrante non anticipa nulla di cio che sta per avvenire, sicch illettore scopre le cose man mano che le scoprono i personaggi, in particolare il principale di essi, Tancredi. II punto di vista della narrazione non collocato all'esterno e dall'alto, come abituale nella Gerusalemme, ma si trova entro il narrato stesso: illettore indotto a vedere Ia scena con gli occhi dei personaggi, in modo che le loro scoperte diventano Ie sue, ed egli puo imtnedesimarsi con Ie successive sorprese. Tancredi supera via via i diversi gradi di paura, ma non I'eroe eletto a portare a compimento l'impresa e a vincere le forze demoniache che si oppongono all'alta missione dei crociati: tale compito assegnato a Rinaldo. Questi un personaggio meno perplesso, piu sicuro e lineare, che cade piu in basso nella degradazione (cfr. Tl11), ma per converso porta fino in fondo il processo di purificazione, mentre in Tancredi tale processo incerto e incompleto, sicch nell'eroe restano incancellabili tracce di contaminazione, che 10 limitano e 10 impacciano nell'azione. Tancredi infatti ancora legato all'amore, che una delle principali forze contrarie all'eroismo guerriero indirizzato aI trionfo della fede, e a questo vincolo in lui viene ad aggiungersi per di piu il rimorso per avere ucciso di sua propria mano Ia donna amata. Amore e rimorso uni ti, pertanto, bloccano irrimediabilmente Ia sua impresa eroica. Ancora una volta Tancredi appare eroe velleitario, inadeguato dinanzi aI suo alto compito, sconfitto per una sorta di tara psicologica che mina Ia sua volont e le sue forze. Alla debolezza psicologica si aggiunge quella fisica: Tancredi ancora languido e smorto per
le ferite ricevute nel duello con Clorinda, e mal atto a portar elmo e lorica. II modulo iterativo fiabesco

La tecnica narrativa: focalizzazione interna e suspense

E questa

una

Tancredi eroe inadeguato aI compito

situazione che si ripete spesso nel poema: quando Tancredi chiamato ad un compito importante sempre inadeguato per Ia debolezza fisica. Cosi avviene quando si pone all'inseguimento di quella che crede Clorinda, ancora debole per le ferite riportate neI duello con Argante; cosi avverr ancora durante Ia presa di Gerusalemme, quando soffrir delle ferite deI secondo duello con l' eroe pagano. Evidentemente Ia debolezza fisica, esteriore, cifra di una debolezza interiore. Tasso vagheggia un eroe gagliardo e impavido, ma di fatto 10 presenta sempre perplesso, irresoluto, paralizzato nell'azione, ferito, Ianguente. In riferimento a questa condizione dell'eroe acquista significato Ia forma ad anfiteatro della radura in cui avviene Ia scena culminante.dell'albero che sanguina e parIa: l'anfiteatro richiama Ia figura circolare, e di norma, nellaGerusalemme liberata, il cerchio indica Ia chiusura deI personaggio alla realt esterna in cui si colloca il suo compito, il concentrarsi esclusivo sull'io e 10sprofondare nelle contraddizioni interiori, che bloccano e impediscono I'azione eroica. Anche Rinaldo, infatti, sar prigioniero in una struttura circolare, il palazzo di Armida, frutto parimenti di magia. La conformazione circolare delluogo che rinchiude gli eroi sembra alludere ad una sorta di cerchio magico che li imprigiona e li paralizza; ma,

La chiusura neI cerchio

Tasso
.' , ~"' ,--

725
chiaramente, l'incantesimo magico non e che l' obiettivazione della realt profonda delIa loro psiche, degli impulsi deI desiderio che li dominano e li ostacolano. L'albero fatato, che ai sensi di Tancredi appare come animato dalIo spirito di Clorinda, e un cipresso: non a caso una piantamortuaria. E Ia scritta che esso reca avverte l'eroe che ha osato porre piede dentro a i chiostri de Ia morte. L'impresa di Tancredi sembra configurarsi come una discesa ag1'Inferi, nel regno dei morti, un elemento ricorrente nell'epica antica: agl'Inferi scendono sia Ulisse nelI'Odissea omerica sia Enea nelI'Eneide virgiliana. La discesa (nkyia in Omero) e un momento essenziaIe nelIa vicenda delI'eroe epico: 10 scendere nelIe profondit delIa terra e 1'incontro con i morti valgono ad accrescere Ie sue conoscenze e a rinsaldare le sue forze per Ia missione che deve compiere. Ma que lIa di Tancredi e una falsa discesa agI'Inferi, prodotto di inganni malefici. L'eroe non scende veramente nel regno dei morti per ricavare una maggior forza per Ia sua missione, ma, tutto aI contrario, resta vittima di un inganno che 10distoglie dai suoi compiti. Tancredi non scende nelI'Ade, scende nelle profondit delIa propria psiche, scopre i mostri che Ia popoIano (l'amore funesto, il rimorso atroce), ne resta sconvolto e impedito nelI'azione. Tutto cio che 10ostacola, Ia voce di Clorinda, il sangue, in realt non e fuori di lui, ma e proiezione di cio che e dentro di lui, materializzazione di cio che tormenta il fondo de lIa sua anima. Tasso, poeta inquieto e turbato di un'et di crisi, ha intuizioni straordinarie per cio che concerne le profondit delIa psiche, dense di anticipazioni deI futuro. Non a caso Freud cita proprio questo episodio, il materializzarsi dei rimorsi di Tancredi nelI'albero sanguinante, come esempio di ritorno deI rimosso, deI prepotente riaffiorare alIa coscienza, in forme simboliche, di cio che essa aveva respinto nelI'inconscio. La similitudine che illustra Ia reazione di Tancredi alIa voce di Clorinda e estremamente significativa: l'eroe e paragonato ad un infermo che in sogno scorge mostri terrificanti, drago o cinta di fiamme alta Chimera. Il termine infermo alIusivo alIa condizione di malato che propria di Tancredi, malato nelIo spirito ancor piu che nel fisico, mentre Ia citazione dei mostri richiama l'atmosfera alIucinata, d'incubo, che avvolge l'episodio, e i "mostri" che affiorano daI profondo delI'anima delI'eroe, venendo a popolare Ia realt intorno alui. La sua coscienza non spenta (<<il timido amante a pien non crede / a i falsi inganni), e tuttavia egli non ha Ia forza di vincere i "mostri", ne e sconfitto ed e costretto a cedere ((e pur ne teme e cede). L'episodio modelIato chiaramente su fonti letterarie, sempre in obbedienza aI principio di imitazione dominante nel classicismo rinascimentale: il Polidoro dellibro III delI' Eneide, Ia cui voce esce di sotterra attraverso un cespuglio, ma soprattutto il dantesco Pier delIe Vigne (Inferno, XIII), trasformato in un albero che, spezzato da Dante, emette sangue e parole di rimprovero (si puo poi aggiungere l'esempio piu prossimo di Astolfo, trasformato in mirto parlante da Alcina, nel Furioso). Ma in realt i modelli sono assunti in una prospettiva deI tutto originale e piegati in tutt'altra direzione. In primo luogo il prodigio delI'albero sanguinante e parIante non un fatto reale, effetto della giustizia divina, come in Dante, ma e il prodotto di un'alIucinazione demoniaca, di una funesta illusione dei sensi; in secondo luogo chi parIa dalI'albero stato ucciso dalI'eroe stesso, quindi Ia situazione piu orrida e straziante. Non c'e bisogno di dire, poi, che i tormenti interiori di Tancredi sono Iontanissimi dalIa Ievit fiabesca delI'episodio di Ariosto.

La falsa discesa agl'Inferi

La discesa nelle profondit della psiche

I " mostri "

La fonti letterarie

PROPOSTE DI LAVORO

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1. Esaminare illivello retorico dei brano, individuando, ad esempio, similitudini, metafore, anafore... 2. Individuare gli interventi espliciti dei narratore ed esaminarne Ia funzione. 3. Qualielementi ci indicanoche Tasso adotta Ia prospettivadei personaggi nel condurre Ia narrazione? 4. Dopo aver trovato tutte le espressioni riferite alia selva, riflettere sulle aree semantiche a cui rimandano. Questa selva presenta delle analogie con quella dantesca? (cfr. Dante, Inferno, canto I). 5. /I paesaggio qual; caratteristiche presenta? (Ad esempio e realistico? C'e attenzione per i colori, per i suoni che 10animano?). Gerusalemme liberata

726
6. Qual il comportamento di Tancredi rispetto agli elementi soprannaturali ai cipresso cha racchiude I'anima di Clorinda? che popolano Ia selva e rispetto 7. 11 rapporto, che in questo episodio si palesa tra Tancredi a Clorinda, riproduce Ia situaziona gi presente in altri punti dei poema, ad esempio nal canto 111, nel canto VI e nal canto XII? (cfr. T108A e TT108B, 109). 8. Confrontare questo apisodio con quelli analoghi di Virglio (Eneide, 111, w. 1988.), Danta (Inferno, canto XIII), Ariosto (Drlando furioso, canto VI).

11 giardino

di Armida

Rinaldo, irretito dalle seduzioni della maga A rmida, e da lei tenuto prigioniero in un giardino incantato nelle isole Fortunate, che sorgono nelmezzo dell'oceano. Due crociati, Carlo e Ubaldo, sono inviati da Goffredo alla sua ricerca. Apprendono dal mago cristiano di Ascalona dove si trovi l'eroe, e partono su una navicella guidata dalla Fortuna. Attraversano ilMediterraneo, si spingono oUre le colonne d'Ercole e giunilono all 'isola di A rmida. Sconfiggono mostri che sbarrano loro il cammino, resistono alle seduzioni insidiose di due janciulle; infine penetrano nel palazzo della maga e, grazie a un libro dato loro dal mago di Ascalona, superano illabirinto che racchiude il giardino dove e segregato Rinaldo (canto XVI, ottave 1, 8-34).
1. unqua: mai (latinismo). 2. inosservabile ... ordiro:
i demoni, tra-

. Tondo

e il ricco

edificio, e nel piu chiuso

sformati in artefici grazie agli incantesimi deUa maga Armida, disposero intorno aI giardino una serie di logge cosi intricata che I'occhio non riesce a seguirIa (inosservabile)). 3. fallace: ingannevole. 4. costoro: Carlo e Ubaldo. 5. Meandro: fiume della Frigia famoso per il suo corso tortuoso, da cui poi derivato il nome comune "meandro". 6. scherza ... converte: sembra divertirsi, col suo corso capriccioso, ora ascendere verso Ia foce ora a risalire, e rivolge le sue acqueora verso Ia fonte ora verso il mare. 7. e mentre... affronta: mentre le acque avanzano, incontrano quelle che sembrano tornare indietro a causa di avvolgimento. sinuoso. 8. tali ... vie: intrecciate (conserte) in tal modo, e ancora piu inestricabilmente, sono le vie deI labirinto che circonda il giardino. 9. illibro ... nodo: <dllibro che il mago di Ascalona ha dato ai due crociati contiene il disegno deI labirinto (in s le impronta) e parIa delle sue vie contorte, spiegandole e risolvendo ogni loro difficolt. 10. aviluppati calli: le vie intricate deI labirinto. 11. acque stagnanti: laghi. 12. mobili cristalli: corsi d'acqua limpida come cristaUo. Associare l'aggettivo mobili con cristalli d origine ad una figura artificiosa, un "concetto" (cfr. G). 13. diverse: strane, mai viste. 14. apriche: soleggiate.

grembo di lui, ch'e quasi centro aI giro, un giardin v'ha ch'adorno e sovra l'uso

di quanti piu famosi unqua 1 fioriro.


D'intorno inosservabile e confuso
e tra le oblique vie di quel fallace8 ravolgimento impenetrabil giace.

ordin di loggie i demon fabri ordiro2,

Per l' entrata maggior (per che cento l'ampio albergo n'avea) passr costoro4. [...]

Qual Meandro 5 fra rive oblique e incerte scherza e con dubbio corso or cala or monta, queste acque a i fonti e quelle aI mar converte6,

e mentre ei vien, s che ritorna affronta 7,


tali e piu inestricabili conserte son queste vie8, ma illibro in s le impronta (illibro, don deI mago) e I'esse in modo parIa che Ie risolve, e spiega il nodo9.
9

Poi che lascir gli aviluppati calli 10, in lieto aspetto il beI giardin s'aperse: acque stagnanti 11, mobili cristalli 12,

fior vari e varie piante, erbe diverse 13, apriche 14collinette, ombrose valli, selve e spelonche in una vista offerse;

Tasso

~rw

727
15. e que I scopre: e, cosa che accresce Ia bellezza e il pregio ai giardino, non si scopre per nulla l'artificio magico che crea tutto questo (opre appunto percM tutto ci che si vede nel giardino non e naturale, ma frutto di operazioni magiche). 16. Stimi: sei indotto a credere. 17. si ... negletto: tanto le parti coltivate sono mescolate con quelle lasciate incolte e selvagge ad arte. 18. Di natura ... imiti: altra acutezza concettosa: sembra un artificio della natura, che per diletto imiti scherzando I'arte, sua imitatrice. In altre parole e rovesciato il rapporto tra arte e natura: Ia natura sembra imitare l'arte, che e solita invece imitare Ia natura. Qui il poeta si rif alla concezione aristotelica dominante nella cultura dei suo tempo, secondo cui l'arte imitazione della natura. 19. L'aura, non ch'altro: persino il vento stesso. 20. un... antico: il frutto nascente e quel10gi maturo pendono dallo stesso ramo, il secondo con Ia buccia gi dorata, l'altro invece con Ia buccia ancora verde. 21. serpe: serpeggia. 22. orto aprico: giardino soleggiato. 23. l'uva ... acerba: (Ia vite) ha l'uva ancora acerba. 24. d'or ... piropo: ce l'ha dorata e rosseggiante; il piropo una pietra preziosa di color rosso. 25. temprano a prova: accordano a gara. 26. lascivette note: canti amorosi. 27. garrir: fa stormire le foglie e mormorare Ia acque dei ruscelli. 28. alto risponde: l'aura risponde con un mormorio piu profondo. 29. piu lieve scote: scuote piu leggermente le foglie e le acque. 30. or... ora: l'aura melodiosa ora accompagna i canti degli uccelli ora si alterna ad essi. 31. un ... vari: un uccello che ha le piume sparse di vari colori, un pappagallo. 32. rostro: becco. 33. e lingua .., nostro: e snoda Ia lingua in modo sciolto, e articola Ia voce in modo tale, che assomiglia allinguaggio umano. 34. mostro: prodigio. 35. gli altri: gli altri uccelli. 36. modesta e verginella: Ia rosa appena in boccio e personificata nelle sembianze di una fanciulla. 37. ascosa: nascosta nel boccio. 38. quanto ... bella: quanto meno si mostra, tanto piu bella. 39. nudo ... dispiega: continua Ia personificazione della rosa. In questi versi Tasso riecheggia Ia ballata l' mi trovai,fanciulle di Poliziano. 40. desiata inanti fu: fu prima desiderata. Qui sono riecheggiati i versi di Ariosto: Gioveni vaghi e donne innamorate I ama. no averne e seni e tempie ornati (Orlaru/,Q furioso, canto I, 42, vV. 7-8). 41. trapassa ... verde: Ia giovinezza, che e ilfiore e il verM della vita mortale, passa

...

e quel che '1 bello e '1 caro accresce a l'opre, l'arte, chetutto fa, nulla si scoprel5.
10

Stimp6 (sI misto il culto co '1 negletto)17 sol naturali 'e gli ornamenti e i siti. Di natura arte par, che per diletto l'imitatrice sua scherzando imiti 18. L'aura, non ch'altroI9, de Ia maga effetto, l' aura che rende gli alberi fioriti: co' fiori eterni eterno il frutto dura, e mentre spunta l'un, l'altro matura. Non tronco istesso e tra l'istessa foglia sovra il nascente fico invecchia il fico; pendono a un ramo, un con dorata spoglia, l'altro con verde, il novo e '1 pomo antic02O; lussureggiante serpe21 alto e germoglia Ia torta vite ov' piu l' orto aprico 22: qui l'uva ha in fiori acerba23, e qui d'or l'have e di pirop024 e gi di nttar grave. Vezzosi augelli infra le verdi fronde temprano a .prov~ 25 lascivette note 26; mormora l'aura, e fa le foglie e 1'onde garrir27 che variamente ella percote.

11

12

Quando taccion gli augelli alto risponde 28, quando cantan gli augei piu lieve scote 29; sia caso od arte, or accompagna, ed ora

alterna i versi lor Ia musica ora 30.


13

Vola fra gli altri un che le piume ha sparte di color vari 31 ed ha purpureo il rostro 32, e lingua snoda in guisa larga, e parte Ia voce SI ch'assembra il sermon nostr033. Questi ivi allor continovo con arte tanta il par!ar che fu mirabil mostr034. Tacquero gli altri 35ad ascoltarlo intenti, e fermaro i susurri in aria i venti.

14

daI verde suo modesta e verginella36, che mezzoaperta ancora e mezzo ascosa37,
quanto si mostra men, tanto piu bella 38.

Deh mira

- egli canto - spuntar Ia rosa

Ecco poi nudo il sen gi baldanzosa dispiega 39; ecco poi langue e non par quella, quella non par che desiata inanti

fu 40 da mille donzelle e mille amanti. 15 COSItrapassa aI trapassar d'un giorno de Ia vita mortale il fiore e '1 verde41; n perch42 faccia indietro april ritorno,

si rinfiora ella mai, n si rinverde


rapidamente come una giornata che subito . volge aI tramonto. 42. perch: per quanto.

43.

43. si rinfiora ... rinverde: rifiorisce, torna verde; cioe una volta trascorsa Ia giovinezza non ritorna piu.

Gerusalemme

libera ta

728
Cogliam Ia rosa in su '1 mattino adorno
di questo di, che tosto il seren perde
44. Cogliam ... perde: cogliamo Ia rosa nel mattino ridente di questo giorno, che ben presto perde Ia sua luminosit; cio godiamo le gioie delI'amore fincM c' Ia giovinezza, che ben presto si dileguer. L'invito a cogliere Ia rosa riprende il motivo edonistico della balIata di Poliziano sopra citata, nonch i versi analoghi dei Corinto, egloga pastorale di Lorenzo il Magnifico. 11motivo edonistico e Ia malinconia per Ia fugacit delIa giovinezza e delIagioia sono presenti anche nel coro delI'atto I delI'Aminta (cfr. T98). 45. or quando ... amando: ora che si pu amare essendo riamati; nelIa vecchiaia I'amore non potr piu essere ricambiato. 46. le colombe: secondoIa tradizione erano animali lussuriosi. 47. ogni animal... riconsiglia: riprende testualmente un verso di Petrarca, Canzoniere, CCCX, v. 8. 48. casto alloro: perch in alloro fu mutata Ia casta Dafne, per sfuggire ApolIo che Ia inseguiva. 49. Ia frondosa... famiglia: le diverse specie di piante dei giardino. 50. vaghezze: dolcezze. 51. quella coppia: Carlo e Ubaldo. 52. se stessa indura: si irrigidisce a respingere gli alIettamenti dei piacere. 53. il guardo: 10sguardo dei due guerrieri.
54. il vago
44;

cogliam d' amor Ia rosa: amiamo or quando esser si puote riamato amando 45.16

Tacque, e concorde de gli augelli il coro, quasi approvando, il canto indi ripiglia. Raddoppian le colombe46 i baci loro, ogni animal d'amar si riconsiglia 47; par che Ia dura quercia e '1 casto alIoro 48

e tutta Ia frondosa ampia famiglia 49,


par che Ia terra e l'acqua e formi e spiri dolcissimi d' amor sensi e sospiri. 17 Fra melodia si tenera, fra tante vaghezze 50 alIettatrici e lusinghiere, va quelIa coppia 51,e rigida e costante

se st~ssa indura 52 a i vezzi deI piacere.


Ecco' tra fronde e fronde il guard053 inante penetra e vede, o pargli di vedere,

vede pur certo il vago e Ia diletta 54, ch'egli e in grembo a Ia donna, essa e l'erbetta55.
18

ElIa dinanzi aI petto ha il veldiviso,

e '1 crin sparge incomposto aI vento estivo 56;


laI}.gue per vezzo, e '1 suo infiammato viso fan biancheggiando i bei sudor piu vivo 57: qual raggio in onda 58, le scintilla un riso ne gli umidi occhi tremulo e lascivo. Sovra lui pende; ed ei nel grembo molIe le posa il capo, e '1 volto aI volto attolIe59,
19

... diletta:

I'innamorato

e Ia

donna da lui amata, Rinaldo e Armida. 55. ch'egli ... erbetta: Armida seduta sulI'erba, e Rinaldo posa il capo nel suo grembo. 56. '1 crin ... estivo: Iascia che i capelli si spargano sciolti ai vento estivo. 57. '1 suo ... vivo: le stille di sudore rendono piu luminoso il volto di Armida, soffuso di rossore per Ia passione amorosa. 58. qual... onda: come un raggio di luce scintilla sulIe onde. 59. attolle: solIeva. 60. pascendo: saziando. 61. liba: assapora. 62. estranio: inconsueto per un guerriero. 63. cristallo: specchio.
64. Sorse

e i famelici sguardi avidamente

in lei pascendo 60 si consuma e strugge. S'inchina, e i dolci baci elIa sovente

liba61 or da gli occhi e da le labra or sugge,


ed in quel punto ei sospirar si sente profondo si che pensi: r l'alma fugge e 'n lei trapassa peregrina. Ascosi mirano i duo guerrier gli atti amorosi.
20

... eletto:

(Armida) si alz e

fece tenere da Rinaldo 10specchio, strumento eletto per i misteri d'amore; 10 specchio ministro d'amore perch suggerisce alIa donna ornamenti e atteggiamenti che suscitano il desiderio in Rinaldo. 65. luci: occhi.
66. mirano

chio, Rinaldo negli occhi di Armida contemplano un solo oggetto, Ia donna. 67. spegli: specchi. 68. L'uno ... si gloria: Rinaldo lieto di essere schiavo d'amore delIa donna, Armida dei dominio esercitato sulI'eroe.
69. ella

...oggetto:

Armida nello spec-

DaI fianco de l'amante (estrani062 arnese) un cristallo 63pendea lucido e netto. Sorse,e quel fra le mani a lui sospese a i misteri d'Amor ministro eletto 64. Con luci 65 ella ridenti, ei con accese,
mirano in vari oggetti un solo oggetto 66: elIa deI vetro a s fa specchio, ed egli

gli occhi di lei sereni a s fa spegli 67.


21

stessa, percM suo I'impero, Rinaldo si gloria in lei che 10domina.

... in

lei: Armida si gloria di se

L'uno di servitu, l'altra d'impero


si gloria 68,ella in se stessa ed egli in lei 69.

- Volgi, - dicea - deh volgi - il cavaliero

Tasso

729
- a me quegli occhi onde beata bei 70,
70. onde beata bei: con i quali tu, felice, dai Ia felicit a chi ti guarda. 71. ritratto ... miei: I'ardore appassionato di Rinaldo il miglior ritratto delle bellezze di Armida, perch stato provocato da essa: dall'intensit dell'effetto si pu cogliere Ia qualit della causa. 72. Ia forma ...seno: il mio cuore riflette appieno le tue meravigliose bellezze piii che il tua specchio. II discorso amoroso di Rinaldo ha le movenze tipiche della poesia madrigalesca (cfr. M6) e ricorre agli artifici lambiccati e concettosi che sono propri della poesia galante dell'epoca. 73. com'egli ." volto: potessi tu almeno contemplare come bello il tua volto. 74. ch ." rivolto: percM il tuo sguardo, che non si appaga nel contemplare alcuna altra bellezza, gioirebbe felice se si rivolgesse a contemplare se stesso. 75. imago: immagine. 76. n .., accolto: <da tua bellezza paradisiaca, sovrumana, non pu essere contenuta nel piccolo specchio. 77. non ... cesse: non smise. 78. vagheggiarsi: specchiarsi. 79. bei lavori: farsi bella. 80. ripresse ... errori: ricompose in bell'ordine illoro disordine capriccioso (prima infatti li aveva lasciati svolazzare liberi: cfr. 18, v. 2). 81. torse ... minuti: inanell i fini capelli. 82. nel bel ... gigli: congiunse ai naturale candore della pelle (nativi gigli) le rose estranee (peregrine) cioe aggiunte dall'esterno. 83. si vago ... piume: spiega il fasto delle piume, che sembrano recare ciascuna l'immagine di un occhio. 84. l'iride ... lume: <d'arcobaleno colora di rosso e d'oro l'arco rugiadoso alla luce dei sole; l'ostro Ia porpora. 85. cinto: cintura. 86. ha ... costume: solita lasciare. 87. Die ... Ieee: <<Dei costruire Ia cintura, si valse di entit immateriali, a cui diede magicamente consistenza concreta; e quando 10cre, mescol materie che a nessun altro lecito mescolare. 88. Teneri ... paci: sono tutte formule tratte dai Canzoniere di Petrarca. 89. sorrise parolette: parolette accompagnate da un sorriso.

ch son, se tu no '1 sai, ritratto vero de le bellezze tue gli incendi miei 71; Ia forma lor, Ia meraviglia a pie no piu che il cristallo tuo mostra il mio seno 72.
22

Deh! poi che sdegni me, com'egli vago

mirar tu almen potessi il proprio volto 73; ch il guardo tuo, ch'altrove non e pago,
gioirebbe felice in s rivolto 74. Non puo specchio ritrar si dolce imago 75, n in picciol yetro un paradiso accolto 76: specchio t' degno il cielo, e ne le stelle puoi riguardar le tue sembianze belle. 23

Ride Armida a quel dir, ma non che cesse daI vagheggiarsi 78 e da' suoi bei lavori 79. Poi che intreccio le chiome e che ripresse con ordin vago i lor lascivi erro ri 80, torse in anella i crin minuti 81 e in esse,

77

quasi smalto su l'or, cosparse i fiori; e nel bel sen le peregrine rose giunse a i nativi gigli82,e '1 vel compose.
24

N '1 superbo pavon si vago in mostra spiega Ia pompa de l'occhiute piume83, n l'iride si bella indora e inostra

il curvo grembo e rugiadoso aI lume 84. Ma bel sovra ogni fregio il cinto85mostra che n pur nuda ha di lasciar costume86. Die corpo a chi non l'ebbe; e quando il fece, tempre mischio ch'altrui mescer non lece87.
25

Teneri sdegni, e placide e tranquille repulse, e cari vezzi, e liete paci 88, sorrise parolette 89,e dolci stille di pianto, e sospir tronchi, e molli baci;

fuse tai cose tutte, e poscia unille 90 ed aI foco tempro di lente faci 91, e ne formo quel si mirabil cinto di ch'ella aveva il bel fianco succinto.
Fine alfin posto aI vagheggiar
92,

E espressione

dante-

sca, Paradiso, I, v. 95. 90. unille: le uni. 91. lente faci: fuoco lento. 92. vagheggiar: specchiarsi. 93. si diparte: si allontana. 94. per uso ... esce: e solita uscire dai giardino durante il giorno. 95. por ... momento: porre il piede o trascorrere un solo momento. 96. e tra... amante: si aggira tra gli animali e le piante, amante solitario tranne quando con Armida. 97. rappella ... accorti: richiama gli amanti prudenti ai loro incontri segreti.

26

richiede

alui commiato, e '1 bacia e si diparte 93. Ella per uso il di n'esce94 e rivede gli affari suoi, le sue magiche carte. Egli riman, ch'a lui non si concede por orma o trar momento95in altra parte, e tra le fre spazia e tra le piante, se non quanto e con lei, romito amante 96. rappella a i furti lor gli amanti accorti
Ma quando l' ombra co i silenzi amici 97 Gerusalemme liberata

27

7/30
traggono 98le notturne ore felici sotto un tetto medesmo entro a quegli orti.

Ma poi che volta a piu severi uffici 99


Iascio Armida il giardino e i suoi diporti, i duo, che tra i cespugli eran celati, scoprirsi 100 a lui pomposamente armati.
28

98. traggono: trascorrono. 99. piu severi uffici: le sue operazioni magiche. 100. scoprirsi: si scoprirono, si rivelarono. 101. Qual... corso: come un fiero cavalIo da guerra, che dopo Ia vittoria sia tolto alIa gloria ma anche alIa fatica delIe battaglie, e sia lasciato in riposo meno glorioso tra gli armenti delIe cavalIe come stallone (lascivo marito) e vaghi libero per i pascoli, se 10desta un suono di tromba o illampeggiare di una spada subito si volge nitrendo col: gi brama il campo di battaglia (arringo) e, portando l'uomo sul dorso, urtato dai cavalli avversari urtarli a sua volta nelIa corsa. 102. garzon: giovane (Rinaldo). 103. repente: all'improvviso. 104. guerrier: aggettivo, da unire a spirto deI verso seguente. 105. bench ... fosse: bench 10 spirito guerriero fosse languente tra gli agi e le comodit, e fosse come inebriato e sopito tra i piaceri. 106. terso scudo: 10scudo lucido come diamante. 107. converso: rivolto. 108. qual siasi: com'. 109. delicato culto: delicata, femminea ricercatezza. 110. odori: profumi. 111. e il ferro ... a canto: e vede che persino Ia spada, per non dire deI resto, gli pende daI fianco effeminata daI troppo lusso. 112. se stesso ... sostiene: non sopporta di vedere se stesso in quelle condizioni. 113. nel centro: nel centro delIa terra. 114. pregio: gloria. 115. travaglia in arme: si affatica portando le armi. 116. un breve ... serra: un piccolo angolo di terra chiude lontano daI mondo esterno.

Qual feroce destrier ch'al faticoso onor de l'arme vincitor sia tolto, e lascivo marito il vil riposo fra gli armenti e ne' paschi erri disciolto, se '1 desta o suon di tromba o luminoso acciar, col tosto annitrendo volto, gi gi brama 1'arringo e, 1'uom su '1 dorso

portando, urtato riurtar nel corso 101;


29

tal si fece il garzon 102, quando repente


de 1'arme illampo gli occhi suoi percosse. Quel si guerrier1O" quel si feroce ardente suo spirto a quel fulgor tutto si scosse, bench tra gli agi morbidi languente,

103

e tra i piaceri ebro e sopito ei fosse 105. Intanto Ubaldo oltra ne viene, e '1 terso adamantino scud0106ha in lui convers0107.
30

Egli allucido scudo il guardo gira,

onde si specchia in lui qual siasi 108 e quanto con delicato culto 109 adorno; spira tutto odori 110 e lascivie il crine e 'I manto,
e l' ferro, il ferro aver, non ch'altro, mira daI troppo lusso effeminato a canto lll: guernito si ch'inutile ornamento sembra, non militar fero instrumento. 31

...

Qual uom da cupo e grave sonno oppresso dopo vaneggiar lungo in s riviene, tal ei torno nel rimirar se stesso,
ma se stesso mirar gi non sostiene
112;

giu cade il guardo, e timido e dimesso, guardando a terra, Ia vergogna il tiene. Si chiuderebbe e sotto il mare e dentro il foco per celarsi, e giu nel centroll3.
32 Ubaldo incomincio parlando allora: - Va l' Asia tutta e va l'Europa in guerra: chiunque e pregio 114 brama e Cristo adora

117.te sol... move: te solo questa guerra


che sconvolge il mondo non smuove per nulIa. 118. egregio ... fanciulla: detto con sarcasmo: invece di essere campione della fede cristiana Rinaldo campione di una. fanciulla. 119. virtute: valore guerriero. 120. aIletta: attrae.

travaglia in arme 115 or ne Ia siria terra.


Te solo, o figlio di Bertoldo, fuora

deI mondo, in ozio, un breve angolo serra

116;

te sol de l'universo il moto nulla move117, egregio campion d'una fanciulla118.


33

Qual sonno o qualletargo ha si sopita Ia tua virtute119? o qual vilt l'alletta120?

Tasso

731
121. campo: I'esercito dei crociati. 122. fatal: Rinaldo chiamato dai destino a decidere le sorti della guerra: solo lui pu vincere l'incantesimo della selva, da cui i crociati possono trarre i materiali per le macchine da guerra. 123. fornita: finita, condotta a termine. 124. I'empia setta: gli infedeli. 125. crollasti: facesti vacillare con le tue precedenti imprese. 126. poi ... loco: dopo che Ia vergogna lasci il posto allo sdegno. 127. sdegno ... feroce: 10sdegno il fiero campione (guerrier) della ragione. 128. un novo foco: un diverso rossore, suscitato dallo sdegno. 129. indegne pompe: eleganze indegne di un guerriero. 130. di serviti. ... insegne: segni di una misera schiavitu. 131. de Ia torta ... labirinto: dall'intricato groviglio dei labirinto che circonda il giardino.

Su su; te il campo 121 e te Goffredo invita,


te Ia fortuna e Ia vittoria aspetta.

Vieni, o fatal122guerriero, e sia fornita

123

Ia ben comincia impresa; e I'empia setta 124, che gi crollasti 125,a terra estinta cada sotto l'inevitabile tua spada. 34

Tacque, e 'I nobil garzon resto per poco spazio confuso e senza moto e voce. Ma poi che di vergogna a sdegno locol26,

sdegno guerrier de Ia ragion feroce 127,


e ch'al rossor deI volto un novo fOC0128 successe, che piu avampa e che piu coce, squarciossi i vani fregi e quelle indegne pompel29, di servitu misera insegnel30; 35

ed affretto il partire, e de Ia torta


confusione usei deI labirinto
131.

ANALISI DEL TESTO


Ricaviamo per questa analisi alcuni spunti essenziali daI bel saggio di Sergio Zatti, Geografia fisica e geografia morale nel cantQ XVI, in L 'uniforme cristiano e il multiforme pagano, piu volte citato. L' episodio deI giardino di Armida segna una svolta determinante nelIa costruzione ideologico-narrativa deI poema. Rinaldo un personaggio che ha una funzione centrale alI'interno di essa: l'eroe sin dalI'inizio predestinato a vincere il male, gli incantesimi dei pagani, e ad assicurare Ia vittoria delIa causa cristiana, ma anche destinato aI traviamento, ad alIontanarsi daI modelIo unitario deI codice cristiano e a sperimentare l'universo pagano ad esso opposto, caratterizzato dalIa trasgressione e dalIa devianza: in nome deI suo onore personale cede. agliimpulsi delI'ira, che 10 portano ad uccidere un compagno e a fuggire daI campo, disgregando l'unit delIeJorze crociate, ma, piu ancora, subisce le seduzioni di Armida, e si fa avvolgere dalIe insidie delIa sensualit. II conflitto tra i due codici culturali, che si proietta nelIo scontro tra le due schiere avverse, diviene un conflitto interno alIa personalit di Rinaldo: si urtano in lui Ia forza centripeta deI dovere e delIa missione militarereligiosa e quelIa centrifuga degli impulsi edonistici privati. Col prevalere deI secondo codice Rinaldo perde Ia sua identit di forte guerriero e viene assorbito dalI'universo pagano, subisce una forma di alienazione e finisce per identificarsi con l'''altro'': profumato, effeminato, diventa in tutto simile ad Armida. La perdita di identit degradazione (Rinaldo vive nel giardino tra le belve) e sottomissione totale alIa volont altrui. L'errore morale si traduce anche in un errare nelIo spazio, l'alIontanamento daI centro ideale costituito dalI' assedio di Gerusalemme: l'estrema lontananza spaziale dell'isola di Armida corrisponde alIa gravit delIa devianza morale delI'eroe, il suo cedere completamente alIe forze disgregatrici delI'universo pagano. Ma l'episodio deI giardino l'ultima vittoria deI codice pagano nel poema, l'ultima affermazione dei valori da esso rappresentati (abbandono agli istinti e alI' impulso deI desiderio, ricerca deI piacere dei sensi, naturalismo e materialismo, ricerca delIa gloria individuale), che sono destinati ad essere sopraffatti daI trionfo deI codice cristiano (repressione deI desiderio, sottomissione degli impulsi al rigido controlIo delIa ragione, concentrazione unitaria delIe forze, subordinazione degli obiettivi individuali aI sacro compito colIettivo). Con Ia liberazione di Rinaldo il conflitto di codici viene a cessare, e comincia il processo di affermazione di quelIo cristiano, destinato ad avere Ia meglio e a cancelIare quelIo antagonistico. La fase immediatamente successiva sar Ia purificazione di Rinaldo sul Monte OliGerusalemme liberata

La funzione di Rinaldo nel poema

La vittoria dei codice cristiano

732
veto (cfr. T112), grazie alIa quale l'eroe sar pronto a vincere gli incantesimi demoniaci delIa selva e a consentire Ia vittoria dei crociati. L'episodio qui riportato si puo dividere in tre sequenze: 1) Ia descrizione deI labirinto e deI giardino incantato; 2) Ia scena degli amori di Rinaldo e Armida; 3) Ia scena in cui Carlo e Ubaldo riportano Rinaldo aI suo dovere. Subito in apertura de lIa prima sequenza, intensa suggestione simbolica possiede l'immagine deI labirinto: con l'intersecarsi tortuoso dei suoi cammini diviene l' emblema fisico delIo smarrirsi de lIa ragione nelIa pluralit degli impulsi che vengono daI profondo e che, alIontanando daI" centro", inducono alIa devianza. L' eroe, infatti, si smarrito in que I labirinto abbandonandosi ai sensi, e ne rimasto prigioniero. Un significato analogo aI labirinto assume il giardino che si estende aI suo centro. Con il suo proliferare lussureggiante di vegetazione rappresenta gli abissi de lIa coscienza in cui si annidano gli istinti pagani, peccaminosi, che si sottraggono alIa forza de lIa ragione cristiana. La descrizione riprende un motivo caro alIa letteratura rinascimentale, che ama proiettare nelI'immagine deI giardino ameno una visione edonistica delIa vita: si posso no ricordare il giardino di Venere nelIe Stanze di Poliziano, i tanti giardini incantati deI Boiardo, il giardino di Alcina in Ariosto. Legami molto stretti vi sono anche con Ia letteratura idillicopastorale, che esprime un analogo abbandono ad un sogno voluttuoso (Tasso stesso vi si era cimentato con l'Aminta), e, piu inditro, con le rappresentazioni delI'et delI'oro nei poeti classici. Ricorrono nelIa descrizione deI giardino di Armida i motivi obbligati dellocus amoenus, ricca vegetazione, acque limpide, canto di uccelli; ma il giardino tassesco si caratterizza per una piu accentuata sensuosit, proprio perch si carica di una serie di significati simbolici e moralistici e diviene illuogo per eccelIenza delIo sviamento delI' eroe. Il canto deI pappagalIo esplicita il significato pagano deI giardino: l'invito a cogliere Ia rosa prima che sfiorisca riprende una tematica tipic'a delI' edonismo e deI naturalismo rinascimentali, gi toccata esemplarmente da Poliziano nelIa ballata l' mi trovai, fanciulle e da Lorenzo de' Medici nel Corinto. Ma proprio questo squarcio lirico rivela le profonde ambiguit che sono alIa base dell'episodio, Ia tensione che si crea tra gli intenti ideologici e le identificazioni emotive. L'intento deI poeta evidentemente presentare in una luce radicalmente negativa, in obbedienza aI rigido moralismo controriformistico, l'edonismo paganeggiante di cui il giardino concreta trascrizione. 11contesto in cui il canto dell'uccello esotico inserito, I'inganno della maga che travia l'eroe cristiano, come un segno meno premesso all'intero messaggio, che ne rovescia il significato. O, per meglio dire, che dovrebbe rovesciarlo: in realt proprio Ia musicalissima sensualit dei versi rivela l'identificazione profonda deI poeta, Ia segreta complicit con i valori pagani deI canto deI pappagallo, Ia struggente nostalgia per un mitico mondo in cui il godimento libero e sgombro daI senso deI peccato. Secondo un meccanismo abituaIe, illinguaggio poetico deI Tasso nega per affermare: Ia negazione morale cio che legittima l'emergere nel racconto di tematiche inquietanti e respinte dalIa coscienza (e non c' bisogno di sottolineare ancora come proprio questa ambiguit, questa duplicit di prospettive, questa polivalenza deI discorso determinino Ia suggestione dei versi tasseschi). La tematica deI giardino ameno e voluttuoso, e il motivo deI "cogliere Ia rosa" in particolare, sono molto vicini aI clima dell'Aminta (cfr. I'esaltazione dell'et dell'oro nel coro dell'atto I, T98); ma nelIafavola l'adesione all'edonismo rinascimentale era piu scoperta e diretta, sgombra delle complicazioni che si trovano in questo episodio deI poema. Le differenze di impostazione non possono essere imputate ad una sfasatura cronologica tra i due testi, poich l'Aminta e il canto XVI della Gerusalemme non furono composti in tempi molto distanti fra loro, ma vanno piuttosto ascritte alle differenze tra i generi letterari: Ia favola pastorale, nella gerarchia retorica rinascimentale, un genere minore, me no impegnativo, destinato aIl'intrattenimento, quindi piu libero nell'espressione, mentre il poema eroico un genere sublime, a cui Tasso, come sappiamo daI Proemio (cfr. T104), assegna alte finalit etico-religiose; quindi in esso i contenuti piu inquietanti possono entrare solo se sottoposti aI processo della "negazione" (cfr. G). Il giardino caratterizzato da una variet molteplice di forme, fiori, piante, frutti, uccelli. I color vari deI pappagallo assumono un'evidente pregnanza simbolica, concentrando in s, come in una sorta di sineddoche (cfr. G), Ie prerogative deI tutto. Anche questa moIteplicit significativa, perch, come sappiamo, il multiforme Ia connotazione essenziaIe deI campo pagano, e allude alla dispersione di forze scatenata dagli impulsi deI desiderio, non controllati da un'istanza superiore e unificatrice. Questa molteplicit dispersiva informa Ia costruzione stessa della descrizione deI giardino, che procede per accumulo successivo, per Tasso
~I

11labirinto

11giardino

Giardino e visione edonisticorinascimentale

L'invito a cogliere Ia rosa

L'ambiguit tra condanna moralistica e identificazione

Analogie e differenze rispetto all'Aminta

11motivo delIa molteplicit

,"'I'i!f

733
La sintassi

Lo spazio circolare

Azione eroica vs inazione

11narcisismo

Carlo e Ubaldo

Immobilit vs movimento

Circolare vs rettilineo
Lo specchio e 10 scudo

allineamento orizzontale degli oggetti, senza alcun ordinamento gerarchico: il fico, il pomo, l'uva, gli uccelli vezzosi, il pappagallo si succedono come casualmente, per pura addizione. Anche Ia struttura sintattica della frase asseconda l'architettura compositiva: una sintassi essenzialmente paratattica, che allinea anch' essa orizzontalmente una serie di proposizioni tra Ioro coordinate, senza i vincoli gerarchici della subordinazione. Cio che caratterizza ancora il palazzo fatato e iI giardino in esso contenuto Ia circo Iarit e Ia chiusura alla realt esterna: 10 spazio chiuso e circolare allude alla segregazione dell'eroe fuori deI mondo, Iontano dalla storia dove dovrebbe svolgere iI suo compito di crociato (<<Fuora / deI mondo, in ozio, in breve angolo serra). La chiusura spaziale richiama una significativa opposizione, azione eroica vs inazione. L'inazione si traduce neI motivo dell'immobilit e della ripetizione. Se il giardino infinitamente vario, pero anche immobile: tutto vi si riproduce sempre identico, fissato in forme immutabili, fuori dallo scorrere deI tempo. Non vi n il trapasso delle stagioni n il mutare della natura, sono compresenti iI frutto nascente e quello maturo. Questa immobilit si traduce anche neI motivo dello specchio: mentre Armida si contempla in esso, Rinaldo si guarda negli occhi di lei. Questo rimandarsi fisso di immagini sembra alludere aI riprodursi sempre identico della vita deI giardino, senza sviluppi neI tempo. Ma 10 specchiarsi allusivo altresI aI narcisismo (si ricordi che neI mito greco Narciso si era innamorato di se stesso vedendosi riflesso in uno specchio d' acqua): Rinaldo ha dimenticato Ia dedizione al compito collettivo, tutto chiuso in se stesso a inseguire il suo personale godimento, completamente ignaro deI mondo che aI di I deI cerchio magico deI giardino incantato. La ripetizione speculare e sempre identica della vita di Rinaldo neI giardino interrotta, nella terza sequenza dell'episodio, dall'ingresso in scena di Carlo e Ubaldo, che sono Ia negazione in atto deI giardino e di cio che esso rappresenta. Innanzitutto alla mollezza dell'abbandono sensuale oppongono Ia rigidezza della razionalit, repressiva nei confronti di ogni impulso incontrollato (<<vaquella coppia, e rigida e costante / se stessa indura a i vezzi deI piacere); inoltre i due crociati vengono dallo spazio esterno, dalla realt che fuori dallo spazio chiuso deI giardino, e rappresentano Ia storia e i suoi obblighi. A partire da questo punto I'immobilit entro 10spazio circolare che serra Rinaldo e 10esclude dall'azione, obbIigandolo all'inattivit e all'eterna ripetizione degli stessi gesti (Ia contemplazione estatica della donna amata), rotta da un rapido movimento rettilineo: Rinaldo esce daI perimetro deI palazzo, raggiunge Ia riva, soIca a volo le acque dell'oceano e deI Mediterraneo sulla nave della Fortuna, sino a giungere a Gerusalemme. Si ha quindi una significativa opposizione spaziale, circolare vs rettilineo, che simboleggiano da un lato l'inattivit che sprofonda nel pagano edonismo dei sensi e nel narcisismo ripiegato su se stesso, dall'altro I'azione indi-

rizzata ad un obiettivo sacro e collettivo.

Gli stilemi simmetrici

11 ritmo narrativo

Si ha ancora una simmetria interna significativa, tra 10specchio e 10scudo. Anche nello scudo Rinaldo riflette Ia sua immagine, ma mentre 10specchio di Armida paralizza, rappresenta il narcisismo che condanna all'immobilit, 10scudo incita all'azione, fa rinascere neIl'eroe 10slancio epico. Non solo, ma specchiarsi in Armida ottenebra Ia coscienza dell'eroe, 10sprofonda nella pura vita dei sensi, mentre l'immagine riflessa nello scudo gli fa riprendere coscienza deI suo stato: Ia luminosit dello scudo (qualificato con epiteti quali terso, adamantino, lucido) allude alla Iuce della coscienza, della razionalit che sconfigge Ie forze dispersive degIi istinti. E da notare ancora l'ultima frase dell'episodio: ... e de Ia torta / confusione uscl del labirinto. II segmento narrativo si chiude con Ia stessa immagine deI labirinto con cui si era aperto, quasi a suggellare visibilmente Ia conclusione deI processo di liberazione dell' eroe. E tornano anche gli stessi stilemi. Nella prima ottava deI canto si poteva trovare, in riferimento aI labirinto, un forte enjambement, una figura metrica molto cara aI Tasso e caratteristica della sua poesia (cfr. C23): ... e tra le oblique vie di quel fallace / ravoIgimento impenetrabil giace. Nella frase di chiusura ritorna 10 stesso procedimento, torta / confusione. In entrambi i casi I'inarcatura spezza il nesso aggettivo-sostantivo, mettendo in evidenza I'uno alla fine di un verso, I'altro all'inizio deI successivo; e sia nell'uno sia neII'altro caso aggettivo e sostantivo sono solidali neI senso, sottolineando l'inganno, I'intrico, Ia confusione, e si potenziano COSI a vicenda. Le differenze tematiche fra Ie tre sequenze successive si traducono anche in differenze di ritmo narrativo. Le prime due, coerentemente coI carattere dello spazio chiuso deI giardino e col ripetersi speculare e sempre identico dei gesti, sono statiche: puramente descrit-

'

Gerusalemme

liberata

734tiva Ia sequenza deI giardino, pressoch priva di azioni e di movimenti quella in cui Rinaldo e Armida si contemplano estatici. L'ingresso in seena di Carlo e Ubaldo d origine inveee a un intenso dinamismo, ad una veloce successione di gesti e movimenti, nonch di trapassi psicologici (Ia sorpresa e Ia subitanea presa di coscienza di Rinaldo, Ia sua rapida fuga daI giardino e daI labirinto).

PROPOSTE DI LAVORO
1.

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Individuare le figure retoriche utilizzate nel canto, ad esempio iperbati, similitudini, chiasmi, enumerazioni,
antitesi.

2. Individuare nella descrizione dei cericcoedificio (ottava 1) e dei cebelgiardin (ottave 9 ss.) gli elementi che, pur connotando Ia bellezza dei luoghi, ne suggeriscono anche Ia valenza negativa. 3. Confrontare Ia descrizione di questo giardino con quello di Venere nelle Stanze di Poliziano, riportato nel volume primo; quali elementi accomunano e differenziano i due luoghi? 4. Quale concezione dell'arte si esprime nell'ottava 10?

5. In tutto I'episodio sono molto importanti le immagini di superfici riflettenti quali I'acqua elo specchio. Ritrovare questi punti dei canto e individuare sul loro valore simbolico. 6. Raccogliere le espressioni riferite a Rinaldo, quando viene ritratto nella scena d'amore con Armida, quando
solo, quando dai compagni richiamato ai suoi doveri: quali trasformazioni subisce?

E personaggio

attivo

o passivo? 7. Perch Rinaldo vive quest'esperienza straordinaria in un mondo fisico, le isole Fortunate, collocato ai di l delle colonne d'Ercole, simbolico limite per fa conoscenza dell'uomo? 8. La trasgressione di Rinaldo fine a se stessa o una tappa necessaria dei percorso di purificazione e di crescita dei personaggio? Vale a dire, iI personaggio subisce una sorta di "percorso di formazione"? 9. Quali codici comportamentali rappresentano da un lato Rinaldo, irretito da Armida, e dall'altro Carlo e Ubaldo? 10. Qual Ia funzione della magia all'interno di questo canto? (Riflettere sul fatto che palazzo e giardino di.Armida sono opere magiche, che Rinaldo innamoratodi Armida per intervento magico). 11. Dopo aver individuato i temi presenti nel canto dei pappagallo, riflettere sulle conseguenze che questo ha, immediatamente sul piano dei narrato, sulle creature che vivono nel giardino e nell'economia del/'intero poema. 12. Confrontare questo episodio con Ia descrizione dell'et dell'oro presente nel coro dell'atto I de 11' Aminta (T98).
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735
La purificazione di Rinaldo sul Monte Oliveto
Dopo aver confessato le sue colpe a Pier l 'Eremita e dopoaver ottenuto l'assoluzione, su suggerimento del religioso Rinaldo si reca sul far deU 'alba al Monte Oliveto per compiere la penitenza e raggiungere la definitiva purificazione (canto XVIII, ottave 11-17).

Passa pensoso il d1, pensosa e mesta Ia notte; e pria ch'in ciel sia l'alba accesa, le belle arme 1 si cinge, e sopravesta

nova ed estrania di color2 s'ha presa, e tutto solo e tacito e pedone 3


lascia i compagni e lascia il padiglione 4.
12

Era ne Ia stagion ch'anco non cede

libero ogni confin Ia notte aI giorno5,


ma l'oriente rosseggiar si vede ed anco e il ciel d'alcuna stella adorno; quando ei drizzo ver l'Oliveto il piede, con gli occhi alzati contemplando intorno bellezze incorrottibili 7 e divine.
13

1. le belle arme: le armi ottenute in dono dai mago di Ascalona. 2. nova ... color: di colore inusuale, color cenere. 3. pedone: a piedi. 4. i1 padiglione: Ia tenda. 5.Ia stagion ... giorno: l'ora in cui Ia notte non cede ancora tutta Ia volta celeste alIa luce deI sole. 6. quinci ... quindi: da una parte, ad occidente, dove indugiano le ultime stelIe, dalI'altra, ad oriente, dove sta sorgendo Ia luce deI sole. 7. incorrottibili: non soggette alIa corruzione deI tempo, quindi eterne. 8. i1 tempio celeste: il cielo. 9. raguna: raccoglie. 10.carro: il carro dei sole ( un'immagine mitologica). 11. miriam ... viso: e osserviamo con meraviglia Ia luce opaca escura che un girare d'occhio un accenno di sorriso manifestano nel breve spazio di un effimero volto femminile". Torbida luce e bruna un ossimoro. 12. inchino: inginocchiato. 13. sovra ... sublime: sopra, piu in alto di ogni cielo. 14. le luci: gli occhi. 15. ne I'oriente: dove sta per sorgere il sole. 16. prima vita: Ia vita trascorsa. 17. 'I mio vecchio Adam: Ia mia natura umana che ha ereditato il peccato da Adamo". 18.a fronte: di fronte, perch si era rivolto verso il sole. 19.fatta ... aurora: sulIatonalit rossa deI cielo nelI'aurora prende il sopravvento quelIadorata dovuta ai primi raggi deI sole. 20. spirti: brezze. 21. ra: aria. 22. rugiadoso nembo: pioggia di rugiada.

quinci notturne e quindi 6 mattutine

Fra se. stesso pensava: Oh quante belle luci il tempio celeste8 in s raguna9! Ha il suo gran ~arro1oil d1, l'aurate stelle spiega Ia notte e l'argentata luna; ma non e chi vagheggi o questa o quelle, e miriam noi torbida Iuce e bruna ch'un girar d'occhi, un balenar di riso,
scopre in breve confin di fragil viso
11

14

Cos1 pensando, a Ie piu eccelse cime ascese; e quivi, inchino12 e riverente,

alzo il pensier sovra ogni ciel sublime 13 e Ie Iuci 14 fisso ne I'oriente 15: - La prima vita 16 e Ie mie colpe prime mira con occhio di piem clemente, Padre eI Signor , e in me tua grazia piovi, sl che '1 mio vecchio Adam 17 purghi e rinovi.
15

Cos1 pregava, e gli sorgeva a fronte


19

18

fatta gi d'auro Ia vermiglia aurora che l'elmo el'arme e intorno a lui deI monte le verdi cime illuminando indora; e ventillar nel petto e ne Ia fronte
sentia gli spirti
20

di piacevoI ora 21,

che sovra il capo suo scotea daI grembo de Ia bell'alba un rugiadoso nemb022.
16

La rugiada deI ciel su le sue spoglie cade, che parean cenere aI colore,
Gerusalemme liberata

736
e si l'asperge che 'I pallor ne toglie e induce in esse un lucido candore; tal rabbellisce le smarrite23 foglie

a i matutini geli 24 arido fiore,


e tal di vaga gioventu ritorna lieto il serpente e di novo or25 s'adorna.
23. smarrite: smorte, aYVzzite. 24. matutini geli: fresca rugiada mattutina. 25. novo or: di una nuova pelle dorata. 26. alta: profonda.

17

II bel candor de Ia mutata vesta egli medesmo riguardando ammira,

poscia verso l'antica alta 26 foresta


con secura baldanza i passi gira.

ANALISI DEL TESTO


Si visto che Rinaldo ha un duplice destino, quelIo eroico di vincere l'opposizione demoniaca alIa santa impresa dei crociati, ma anche quelIo di cadere vittima delIe forze disgregatrici de lIa paganit, di sprofondare nelIa disgregazione morale. 11momento negativo delIa trasgressione ha una funzione indispensabile. Gi Ubaldo, aI momento di alIontanarsi daI gardino di Armida, aveva detto alI'eroe: Qual piu forte di te, se le sirene / vedendo ed ascoltando a vincer t'usi? / cosi ragion pacifica reina / de' sensi fassi, e se medesma affina. L"'errore" necessario alIa formazione delI'eroe: il giovane inesperto e focoso ha bisogno di fare esperienza deI male per imparare a disciplinare i suoi impulsi devianti (Ia ricerca delIa gloria individuale e Ia sensualit), per rafforzare Ia ragione e per assumere il pieno dominio delIe sue azioni, sublimando gli impulsi verso un fine piu alto. AI processo centrifugo che 10 alIontana daI campo delIa guerra si contrappone un processo inverso, centripeto, il ritorno alI'unit, al controllo razionale degli impulsi, secondo il codice cristiano. Questo processo centripeto ha tre fasi: Ia prima Ia presa di coscienza delIa negativit degli impulsi, assunta da Rinaldo nel giardino di Armida specchiandosi nelIo scudo (cfr. Tlll), Ia seconda Ia purificazione sul Monte Oliveto, Ia terza sar Ia vittoria sulIa selva incantata, dove l'eroe dovr ancora per l'ultima volta affrontar ingannevoli seduzioni femminili, ma ormai senza pericoli. L' episodio deI Monte Oliveto animato da un'intensa carica simbolica. La condizione incerta tra notte e alba rappresenta Ia situazione delI' eroe ~he si pentito delIe sue colpe ma non ha ancora raggiunto Ia definitiva purificazione. Significativa anche l'opposizione tenebra-luce, che rappresentano rispettivamente Ia contaminazione deI peccato e Ia redenzione nelIa grazia (vi una segreta relazione tra questa purificazione mattutina di Rinaldo e l'alba delIa morte e de lIa conversione di Clorinda nel TI09: in entrambi i casi 10spuntare delIa luce il correlativo di una rinascita spirituale). L'immagine simbolica si reduplica poi nel miracolo delIa sopravveste, che da cinerea (colore che ricorda il permanere delIa conta-

La funzione delI' errore

11 processo centripeto

L' opposizione tenebra-luce

minazione) si fa di un luminoso candore.

'

La purificazione anche ascesa verso l'alto (Rinaldo a lepiu alte cime ascese); ma, aI movimento fisico di elevazione, si accompagna il movimento delI'anima che si innalza alIe realt piu sublimi (<<alzil pensier sovra ogni ciel sublime). Questo monte su cui si trova Rinaldo ha un legame implcito con l'alto monte su cui sorgeva il palazzo fatato di Armida, ma in simmetria rovesciata: l l'altezza era segregazione daI mondo e impedimento aBa missione nella storia, qui invece l'ascendere verso l'alto l'atto rituale che sancisce il reingresso di Rinaldo nelIa storia e nelI'azione eroica. La contemplazione deI cielo si concreta in una contrapposizione tra.le bellezze eterne deI firmamento infinito e le belIezze effimere che si radunano nelIo spazio ristretto deI volto femminile. E forse questo il momento culminante delIa purificazione di Rinaldo, perch ritorna il ricordo della donna che gl aveva soggiogato i sensi, ma ormai privo di pgni insidia, neutralizzato daI rimorso e dalI'espiazione. La contrapposizione tra belIezze celesti e

L'ascesa verso l'alto

Le belIezze celesti e quelle terrene

Tasso

7~cg '7'
bellezze femminili acquista particolare significato se si pensa che nell' episodio deI giardino Rinaldo aveva identificato Ia bellezza deI volto di Armida con quella della volta deI cielo: Specchio t' degno il cielo, e ne le stelle / puoi riguardar le tue sembianze beBe. La confusione tra le bellezze incorruttibili e divine deI cielo e i valori edonistici e mondani rappresentati daI volto femminile era indizio dell"'errore" di cui era preda Rinaldo. Ora che l'eroe si riscattato ed ha assunto piena consapevolezza dei valori autentici, volto femminile e cielo tornano ad essere contrapposti: tra falsi valori mondani e autentici valori religiosi non piu possibile alcuna confusione.

PROPOSTE DI LAVORO
1. Raccogliere tutte le note coloristiche presenti nelle ottave di questo episodio. 2. La rugiada che cade su le spoglie di Rinaldo ha un valore simbolico? 3. Confrontare I'accostamento tra il volto della donna ed il cielo, fatto da Rinaldo nel canto XVI, ottava 22, vv. 5-8 e quello qui presente all'ottava 13. Qual il valore delle due affermazioni?
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PROPOSTE DI LAVORO SULLA GERUSALEMME LIBERA TA


1. Nei passi riportati della Gerusa/emme libera ta ci sono interventi espliciti dei narratore: classificarli e riflettere sulla loro funzione. Procedere ad un confronto con gli interventi di Ariosto nell' Or/ando furioso. 2. Nella Gerusa/emme libera ta si ha solo il punto di vista "alto" dei narratore onnisciente (cfr. M1, 2.1) o ci sono anche focalizzazioni sui personaggi? Se sI, individuare i personaggi che sono portatori di particolari visioni. 3. La "voce" narrante (cfr. M1, 2.1) appartiene ad un unico narratore o si verificano casi in cui un personaggio a narrare? 4. Dopo aver considerato I'intreccio dei poema (cfr. il 6.4 dei profilo), valutare in quale modo I'autore risolve iI problema dei rapporto tra I'unit e Ia variet dei temi e dei personaggi (tenere presente Ia posizione assunta da Tasso nel contemporaneo dibattito sul poema eroico, cfr. iI 6.2 dei profilo). 5. 11 critico Sergio Zatti ha osservato come I'uniforme si applichi sempre ai mondo cristiano ed iI multiforme ai mondo pagano: verificare "ipotesi rispetto ai brani proposti. 6. I personaggi maschili della Gerusa/emme libera ta (Goffredo, Tancredi e Rinaldo per i cristiani, Argante e Solimano per i pagani) sono caratterizzati in modo totalmente diverso o presentano qualche analogia? Come si comportano nei confronti dei codice cavalleresco? 11narratore predilige i personaggi cristiani rispetto a quelli pagani? Da che cosa 10possiamo dedurre? Quale tipo di eroe ciascuno di essi incarna? Sono caratterizzati psicologicamente?

personaggi femminili, Erminia, Clorinda e Armida, sono caratterizzati fisicamente e psicologicamente?


quali valori credono?

In

E un

caso che Tasso rappresenti

solo donne pagane che vivono I'esperienza

dell'amore?

8. Come viene rappresentato 10spazio nel poema? (Lo spazio realisticamente o solo in funzione di certi personaggi e di certe situazioni?)

descritto in modo autonomo

9. Un tempo privilegiato nel poema Ia notte o il trascolorare dali a notte all'alba: come si spiega questa scelta dei poeta? 10. Quele rappresentazione dell'amore offre Tasso nei diversi episodi sentimentali dei poema? (cfr. Ti 06, Erminia). C' spazio nel poema per Ia componente erotica? (cfr. TT109-111). Gerusalemme liberata

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