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Eurialo e Niso

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Eurialo e Niso
Eurialo e Niso
Eurialo e Niso (1827) di Jean-Baptiste Roman, Louvre
Saga Ciclo Troiano ed Eneide
Nomeorig. Euryalus e Nisus
Epiteto insigne per bellezza (Eurialo), fortissimo in armi (Niso), Irtacide (patronimico di Niso)
1 app. in Eneide di Virgilio, I secolo a.C. circa (Eurialo)
Parenti Ofelte (padre di Eurialo), Irtaco (padre di Niso), Arisbe detta anche Ida (madre di Niso), Asio e Ippocoonte (fratelli di Niso),
Esaco (fratellastro di Niso), Adrasto e Anfio (zii di Niso), Merope (nonno di Niso)
Eurialo e Niso (in latino Euryalus e Nisus) sono due personaggi che compaiono in due episodi dell'Eneide di
Virgilio. Giovani guerrieri profughi di Troia, costituiscono un grande esempio di amicizia e di valori che Virgilio
teneva a riportare in vita con la sua opera.
Il particolare rapporto che li lega definito dall'autore "amore", ci che nel contesto dell'epoca va inteso come serena
manifestazione di continuit tra l'amicizia fraterna e l'affettuosit omoerotica. Non l'unico caso nel poema: anche
tra gli italici nemici dei troiani vi una coppia siffatta, quella costituita dai due giovani latini Cidone e Clizio.
Il mito
... Appresentossi in prima
Euralo con Niso. Un giovinetto
di singolar bellezza Euralo era;
e Niso un di lui fido e casto amante.
(Virgilio, Eneide, traduzione di A.Caro, V, 425-428)
Eurialo e Niso
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Eurialo
Eurialo (figlio di Ofelte, un troiano morto durante la guerra di Troia, e di una lontana parente di Priamo) il pi
giovane dei due amici, poco pi che un fanciullo, e con la sua grande bellezza riesce sempre ad ottenere il favore
degli altri.
Partecipa alla gara di corsa a piedi durante i giochi funebri per Anchise, nel quinto libro dell'Eneide, a fianco
dell'amico Niso e riesce a vincerla grazie all'aiuto del compagno. Nonostante le proteste di Salio, un altro corridore,
che inciampato a causa di Niso, Eurialo sfrutta le sue lacrime e il suo bell'aspetto per far s che gli spettatori
parteggino per lui.
Nel nono libro affianca nuovamente Niso nel tentativo di raggiungere Enea, passando per l'accampamento dei Rutuli
addormentati. I due giovani, approfittando dell'occasione favorevole, compiono un'ingente strage di nemici.
L'inesperienza di Eurialo si dimostra quando il giovinetto ruba nell'accampamento nemico diversi oggetti di valore,
tra cui uno splendido elmo. Saranno proprio quei trofei a mettere a repentaglio la vita di Eurialo; da una parte il
riflesso dell'elmo attirer l'attenzione del nemico Volcente sui due compagni, dall'altra il peso del bottino ostacoler
il giovane in fuga dai soldati nemici. Eurialo muore trafitto dalla spada dello stesso Volcente in un bosco vicino
all'accampamento rutulo.
In quel momento Virgilio richiama alla mente un altro paragone con il candido corpo esanime di Eurialo, ossia
l'immagine di un fiore purpureo reciso da un aratro o un papavero che abbassa il capo durante la pioggia.
Niso
Niso appartiene a una famiglia illustre: infatti figlio - al pari di Ippocoonte e dell'omerico Asio - del nobile troiano
Irtaco che aveva sposato Arisbe, la moglie ripudiata di Priamo, chiamata anche Ida. Egli , rispetto a Eurialo, pi
maturo ed esperto, avendo combattuto insieme ai fratelli nella guerra di Troia. Nel poema ricordata tra l'altro la sua
passione per la caccia, trasmessagli da entrambi i genitori. Compare per la prima volta nel libro quinto al fianco di
Eurialo nella gara di corsa, in cui scivola, ma aiuta il compagno a vincere grazie ad uno stratagemma.
Successivamente, nel nono libro, Niso si fa avanti per uscire dall'accampamento dei troiani assediati dai Rutuli e
raggiungere Enea, ma Eurialo vuole seguirlo. Dapprima Niso non acconsente ritenendo il ragazzo non ancora pronto
per affrontare un'impresa tanto rischiosa, ma, data la sua insistenza, parte con lui. Entrato nel campo nemico, Niso vi
uccide parecchi giovani italici sopraffatti dal sonno, dal vino e dall'inesperienza, imitato poi da Eurialo.
Tenter invano di salvare l'amico fatto prigioniero dai cavalieri di Volcente. Il suo affetto per il giovinetto lo spinge a
vendicarne la morte; egli riuscir nell'intento cadendo per a sua volta.
Quinto libro - La gara di corsa
La prima apparizione di Eurialo e Niso risale al quinto libro dell'Eneide, durante la gara di corsa a piedi svoltasi nei
giochi in onore di Anchise, il defunto padre di Enea. L'episodio peraltro tratto dalla gara avvenuta nell'Iliade fra
Odisseo, Aiace d'Oileo e Antiloco, vinta da Odisseo. Niso si porta in testa, ma scivola inavvertitamente su una pozza
di sangue sacrificale, probabilmente sparso da Enea prima della celebrazione dei giochi.
A quel punto Salio, un altro partecipante, tenta di correre per il primo posto, ma Niso, mosso da un profondo affetto
per l'amico, fa uno sgambetto all'avversario che finisce a terra.
Di conseguenza Eurialo sorpassa Salio e vince la gara.
Irritato per la vittoria ingiusta di Eurialo, Salio si lamenta da Enea, ma il pubblico, commosso dal pianto e dal
bell'aspetto di Eurialo, parteggia per il giovinetto.
Enea consegna comunque un premio di consolazione a Salio e a Niso, rispettivamente una pelle di leone africano e
uno scudo forgiato da Didimaone, e offre al giovane vincitore il premio che gli sarebbe spettato di diritto, ossia un
cavallo con borchie.
Eurialo e Niso
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Nono libro - La sortita notturna e la morte dei due giovani
Nella sortita notturna del nono libro, Virgilio s'ispira a quella di Diomede e Ulisse dell'Iliade, dove i due achei
sorprendono nel sonno il giovane re trace Reso e dodici suoi guerrieri.
L'esercito di Turno sta cingendo d'assedio la cittadella dei Troiani sbarcati nel Lazio; Enea, alla ricerca di alleati, si
recato tra gli Etruschi. Niso si propone di uscire per andare a raggiungere Enea e avvertirlo del pericolo imminente,
ma Eurialo vuole rimanere al suo fianco, pur sapendo di essere ancora molto giovane per un'impresa cos rischiosa e
di poter avere ancora una lunga vita davanti a s. Dopo aver ricevuto il consenso dei compagni riguardo alla loro
proposta, Eurialo e Niso si preparano a partire per la loro missione. Ascanio, il figlio di Enea, promette loro grandi
premi, tra cui tazze d'argento, cavalli, armature, donne e schiavi, mentre gli altri troiani li equipaggiano con armi
adatte all'impresa.
I due amici penetrano nel campo dei Rutuli addormentati. Niso mette al corrente Eurialo della sua intenzione di farne
strage e passa immediatamente all'azione, aggredendo un amico intimo di Turno, il borioso re e augure Ramnete,
mentre russa nella sua tenda su un cumulo di tappeti, e con la spada lo colpisce alla gola; introdottosi quindi negli
alloggiamenti del giovane Remo, altro importante condottiero italico, sgozza l'auriga disteso sotto i cavalli per poi
staccare la testa al suo signore coricato nel letto, e ancora al bellissimo giovinetto Serrano, riverso a terra nel suo
sonno di ubriaco dopo aver dedicato al gioco dei dadi buona parte di quella che sarebbe stata la sua ultima notte.
Questi sono i pi noti tra i numerosi guerrieri che finiscono vittime di Niso.
Anche Eurialo non resiste alla tentazione di uccidere qualche italico; un certo Reto, svegliatosi improvvisamente,
cerca di nascondersi dietro un cratere, ma viene ucciso proprio da Eurialo. A questo punto Niso esorta il compagno a
cessare la strage: i due troiani escono dal campo nemico. Eurialo porta via con s alcuni oggetti di valore, tra cui
l'elmo di Messapo (un alleato italico dei Rutuli, che non tra le vittime).
Proprio per la vanit di Eurialo i due amici vengono avvistati da un drappello di trecento maturi cavalieri rutuli
guidato da Volcente; accade infatti che i bagliori dell'elmo e il suo vistoso pennacchio attirino l'attenzione dei
nemici; questi allora iniziano ad inseguire la coppia di troiani, rifugiatasi nel bosco.
Gli uomini di Volcente si sparpagliano quindi attraverso passaggi sconosciuti ad Eurialo e Niso, che cercano una via
di fuga.
Improvvisamente Niso si ritrova da solo e, correndo a ritroso per cercare l'amico, lo vede circondato da soldati italici.
A quel punto, disperato, scaglia le sue armi contro i nemici e riesce a uccidere Sulmone e Tago, due cavalieri di
Volcente, il quale, non capendo chi possa essere l'autore di quelle uccisioni, si scaglia su Eurialo con la spada,
trafiggendolo mortalmente.
(LA)
Talia dicta dabat; sed viribus ensis adactus
transabiit costas et candida pectora rumpit.
Volvitur Euryalus leto, pulchrosque per artus
it cruor, inque umeros cervix conlapsa
recumbit:
purpureus veluti cum flos succisus aratro
languescit moriens lassove papavera collo
demisere caput, pluvia cum forte gravantur.
(IT)
Mentre cos dicea, Volscente il colpo
gi con gran forza spinto, il bianco
petto
del giovine trafisse. E gi morendo
Euralo cadea, di sangue asperso
le belle membra, e rovesciato il collo,
qual reciso dal vomero languisce
purpureo fiore, o di rugiada pregno
papavero ch'a terra il capo inchina.
(Traduzione di Annibal Caro)
Niso allora grida disperato contro Volcente e si scaglia con tutta la sua violenza contro di lui, conficcandogli la spada
nella bocca spalancata ed uccidendolo. Il giovane viene per attaccato dagli altri soldati presenti e, morendo, si getta
sull'amico e si d finalmente pace.
Eurialo e Niso
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(LA)
At Nisus ruit in medios solumque per omnis
Volcentem petit in solo Volcente moratur.
Quem circum glomerati hostes hinc comminus atque
hinc
proturbant. Instat non setius ac rotat ensem
fulmineum, donec Rutuli clamantis in ore
condidit adverso et moriens animam abstulit hosti.
Tum super exanimum sese proiecit amicum
confossus placidaque ibi demum morte quievit.
(IT)
In mezzo de lo stuol Niso si scaglia
solo a Volscente, solo contra lui
pon la sua mira. I cavalier che intorno
stavano a sua difesa, or quinci or quindi
lo tenevano a dietro. Ed ei pur sempre
addosso a lui la sua fulminea spada
rotava a cerco. E si fe' largo in tanto
ch'al fin lo giunse; e mentre che
gridava,
cacciogli il ferro ne la strozza, e spinse.
Cos non morse, che si vide avanti
morto il nimico. Indi da cento lance
trafitto addosso a lui, per cui moriva,
gittossi; e sopra lui contento giacque.
(Traduzione di Annibal Caro)
Conseguenze della morte di Eurialo e Niso
Sbito dopo la morte di Eurialo e Niso, Virgilio interviene nella narrazione, assicurando ai due amici un eterno
ricordo da eroi tragicamente sconfitti:
(LA)
Fortunati ambo! Siquid mea carmina
possunt,
nulla dies umquam memori vos eximet aevo,
dum domus Aeneae Capitoli immobile saxum
accolet imperiumque pater Romanus habebit.
(IT)
Fortunati ambidue! Se i versi miei
tanto han di forza, n per morte mai,
n per tempo sar che 'l valor vostro
gloroso non sia, finch la stirpe
d'Enea posseder del Campidoglio
l'immobil sasso, e finch impero e
lingua
avr l'invitta e fortunata Roma.
(Traduzione di Annibal Caro)
I corpi esanimi di Eurialo e Niso vengono portati all'interno dell'accampamento rutulo, e quivi sottoposti a
decapitazione.
Le teste recise dei due giovani vengono quindi conficcate su lance e portate davanti al presidio troiano con grande
clamore.
In seguito la Fama avverte la madre di Eurialo della morte del figlio. Ella, sconvolta dalla notizia, corre fuori di casa
strappandosi i capelli e urlando. Inizia cos un commovente discorso in cui sembra rimproverare il figlio per non
averla nemmeno salutata per l'ultima volta prima di partire per la sua pericolosa missione, e rimpiange di non aver
potuto guidare le sue esequie e rivedere il suo corpo.
La donna sembra non aver pi nemmeno la forza di vivere e implora di essere uccisa dai Rutuli, trafitta dalle loro
frecce. L'ultima memoria ad Eurialo e Niso offerta dai troiani che li rimpiangono con gemiti e lacrime e riportano
in casa la madre di Eurialo.
Eurialo e Niso
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Vittime di Eurialo e Niso
Vittime di Eurialo
Le vittime di Eurialo, tutte uccise nel campo dei Rutuli, sono perlopi anonime; fanno eccezione:
Abari
Erbeso
Fado
Reto (l'unico che non viene ucciso nel sonno). Colpito di spada al petto, muore vomitando l'anima insieme al vino
e al sangue.
Vittime di Niso
Cavalieri uccisi in scontro aperto (3):
Sulmone, colpito mortalmente da un dardo al petto
Tago, ucciso con un dardo che gli trapassa le tempie
Volcente, il comandante, cui Niso conficca la spada nella bocca spalancata
Guerrieri sorpresi nel sonno (5):
Ramnete, augure e re italico
Remo, condottiero rutulo
Lamiro e Lamo, guerrieri rutuli al seguito di Remo
Serrano, giovanissimo guerriero rutulo famoso per la sua bellezza, anch'egli al seguito di Remo
In questo elenco vanno aggiunti i tre servi di Ramnete e l'auriga di Remo: ma il verso 328 armigerumque Remi
premit aurigamque sub ipsis, da alcuni tradotto sopprime l'auriga ed armigero di Remo da intendersi per altri
come sopprime lo scudiero di Remo e l'auriga, quindi il numero complessivo delle vittime di Niso pu variare da
12 a 13. In ogni caso Niso , dopo Enea e Turno, il guerriero che uccide pi nemici nel poema; e tra gli italici che
egli sorprende nel sonno sono ben quattro quelli che subiscono la decapitazione, ovvero Remo, Lamiro, Lamo e
Serrano.
Virgilio mette anche un certo Numa tra gli italici uccisi nel sonno, ma solo nella sequenza che descrive la scoperta
della strage. Per molti studiosi il punto in questione sarebbe uno dei tanti sfuggiti alla revisione definitiva dell'opera:
e poich Numa viene citato insieme a Serrano, si pensa che il poeta abbia scritto erroneamente "Numa" in luogo di
"Lamo" o "Remo". Peraltro in un passo del libro X il nome Numa ritorna, insieme a quelli di Volcente e Sulmone:
quest'ultimo viene detto padre di quattro giovani guerrieri catturati da Enea, che poco dopo appunto uccide, in mezzo
ad altri nemici, un guerriero chiamato Numa, e il figlio di Volcente, Camerte, biondo signore di Amyclae.
Raffronto con l'Iliade
Nel compiere la strage, i due giovani vengono paragonati dal poeta a un leone vorace che entrato in un ovile affonda
i denti sulle inermi pecore; la similitudine proviene dal modello omerico. La pagina del massacro compiuto dalla
coppia troiana si caratterizza per soprattutto per la presenza di particolari cruenti, come l'immagine di Reto che
vomita la sua anima intrisa del vino bevuto, e le decapitazioni operate da Niso (Diomede riserva questo trattamento a
Dolone e non ai traci addormentati); il giovane eroe tuttavia si astiene dall'incrudelire sulle teste recise delle sue
vittime, divergendo in questo da altre figure epiche (Agamennone e Achille nell'Iliade; Turno e lo stesso Enea
nell'Eneide). Il testo virgiliano contiene anche alcuni tratti di comicit nera (l'augure Ramnete, amante dei tappeti,
che non riesce a prevedere la propria uccisione; e l'auriga di Remo, sorpreso da Niso mentre giace tra i suoi stessi
cavalli).
Eurialo e Niso
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Interpretazione dell'episodio
Affiora in questi versi lo sgomento di Virgilio di fronte agli orrori della guerra, che miete lutti su lutti. La guerra non
tra buoni e cattivi: i troiani cercano una nuova patria, gli italici si sentono minacciati. In nessun altro punto del
poema soccombono cos tanti eroi giovani: se si eccettuano Volcente e i suoi due cavalieri, padri di famiglia, tutti gli
altri personaggi dell'episodio vanno incontro a morte prematura, non ci sono solo Eurialo e Niso, dato che i guerrieri
che i due troiani uccidono nel sonno sono pi o meno loro coetanei: in IX, 161-63 si dice infatti che Turno sceglie
per l'assedio 1.400 giovani (bis septem Rutuli muros qui milite servent / delecti, ast illos centeni quemque sequuntur
/purpurei cristis iuvenes auroque corusci). Giovent che va di pari passo con l'imprudenza: i Rutuli si lasciano
sopraffare dal sonno, un elmo sottratto da Eurialo ai nemici sar all'origine della sua morte. Ma morire giovani in
guerra significa anche guadagnarsi la fama eterna, e a questo provvede Virgilio che manifesta lo stesso senso di
rispetto per tutti i caduti: guerrieri aristocratici come Niso, Remo e Ramnete (che pur bollato dal poeta in un primo
tempo come superbus per l'ostentazione del suo doppio potere uno degli italici che Virgilio metter tra le vittime
maggiormente rimpiante dall'esercito italico, essendo indiscutibile la sua amicizia per Turno), e soldati di estrazione
non nobile come Eurialo e Serrano.
Fortuna dell'episodio
Nell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto i due giovani soldati saraceni Cloridano e Medoro compiono una sortita
notturna nel campo dei cristiani per cercare il cadavere di Dardinello, il loro signore caduto in battaglia, e vi
uccidono diversi nemici sorpresi nel sonno. Fin qui Ariosto segue Virgilio; diversa la conclusione, che vede
soccombere il solo Cloridano, mentre Medoro destinato a essere salvato dalla bella Angelica.
Curiosit
A Eurialo e Niso sono stati dedicati due crateri di Dione, uno dei satelliti di Saturno.
Massimo Bubola ha preso ispirazione dall'episodio virgiliano per una sua canzone (scritta in collaborazione con i
Gang e da questi incisa in primis) intitolata Eurialo e Niso, in cui si narra di due giovani partigiani (omonimi della
coppia di personaggi virgiliani), autori di una sortita notturna contro i nazisti. Anche in questo caso la vicenda si
conclude con la morte di entrambi gli amici.
Fonti
Publio Virgilio Marone, Eneide, libri V e IX.
Voci correlate
Irtaco
Arisbe
Asio
Ippocoonte
Salio
Volcente
Cloridano
Medoro (Orlando furioso)
Ramnete
Remo (Eneide)
Serrano (Eneide)
Lamiro e Lamo
Reto
Cidone e Clizio
Decapitazione
Reso
Eurialo e Niso
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Note
[1] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Pagina_principale?uselang=it
[2] http:/ / commons. wikimedia. org/ wiki/ Category:Nisus_and_Euryalus?uselang=it
Fonti e autori delle voci
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Fonti e autori delle voci
Eurialo e Niso Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=62516953 Autori: Actam, Aplasia, Ariel, Cotton, Electric, Filos96, Giacomo Seics, Giuseppepiogrieco20, Grimilde, Guidomac,
JapanLove, JimBorrison, L'Essere corretto dal Forse, L736E, LukeWiller, Marko86, Massimiliano Panu, Mercury, Moroboshi, No2, Paola Severi Michelangeli, Phantomas, Pil56, Pracchia-78,
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