Sei sulla pagina 1di 12

Evoluzione del

Teatro Latino
C L ASS E III B
A L UN N O JAC OP O F E R R A R O
Origini del Teatro a Roma
Il Teatro Romano affonda le proprie radici nelle popolazioni contadine italiche
risalenti a prima del IV secolo a.C.
Alla fine di diverse fatiche nella campagna laziale (aratura, mietitura) i lavoratori
si riposavano trascorrendo giornate alleviate da vari Ludi. Questo termine
riassume tutte le processioni, i sacrifici, le gare (equestri o atletiche) e ogni altra
azione rituale compiuta in onore degli dei e per divertimento degli uomini.
I Ludi presentavano come attività anche delle forme rudimentali di teatro. In
questo contesto popolare nacquero i «Fescennini».
I «Fescennini»

Questo tipo di teatro presentava alterchi tra personaggi inventati, con una
licenza di parole molto libera e volgare, alternando parole sconce ed insulti. La
struttura era molto elementare, orientata verso la comicità aggressiva e oscena.
Lo stacco dalle attività quotidiane, oltre a fornire da sfogo e riposo, era
particolarmente dedicato alle divinità, cui l’uomo dedicava anche
comportamenti repressi durante il periodo lavorativo, come quelli descritti nei
Fescennini. In queste rappresentazioni non era utilizzato alcun appunto scritto o
un copione stabile. La base degli spettacoli era l’improvvisazione.
Introduzione ufficiale del Teatro
nei Ludi
Il 365 a. C. segna l’introduzione delle rappresentazioni Teatrali nelle attività dei
Ludi. Tito Livio ci descrive che in quell’anno avvenne lo scoppio di una
violentissima epidemia in città. Per supplicare gli Dei di estirpare quel flagello, il
popolo romano decise di effettuare una delle più efficaci cerimonie del tempo,
chiamata «lectisternium», ovvero sontuosi banchetti dedicati a tutte le divinità.
Sfortunatamente non ebbe effetto. Si decise dunque di convocare un gruppo di
ballerini Etruschi per eseguire una danza purificatrice. Ciò divenne di importanza
estrema, poichè i Romani mutueranno moltissime cose dal teatro etrusco grazie
a questo evento. La danza a suon di flauto fu inutile, ma provocò la diffusione di
questa pratica tra i giovani romani. Influenzati da questa pratica etrusca e dalle
rappresentazioni popolari, crearono un nuovo tipo di spettacolo detto «Satura»
La «Satura»
La Satura si impose nei gusti popolari e divenne routine nei Ludi che celebravano
Giove Ottimo Massimo. Il termine Satura indica brevi sketch di attualità
cittadina, canzoni, giochi di destrezza, scenette di vita contadina e provinciale, e
simili. Grazie all’influenza Etrusca, i Romani cominciarono ad utilizzare una serie
di testi semi-scritti considerabili copioni. Si cominciò ad apprezzare la
rappresentazione musicale. Il ruolo dell’attore iniziò a prendere una forma e
diversi autori si impegnarono nella creazione di trame e copioni. Il popolo prese
confidenza con i primi versi drammatici greci, che portarono alla diffusione del
«teatro alla greca» e al declino della Satura. La Satura in seguito fu ripresa e resa
genere letterario (sono presenti Saturae nelle opere di Livio Andronico, Nevio,
Ennio. Furono codificate in genere letterario da Lucilio). Con il declino di queste
rappresentazioni i giovani romani ripresero i Fescennini (con la Fabula Atellana)
e lasciarono gli autori alla scrittura delle nuove rappresentazioni di sapore greco.
La «Fabula Atellana»
I giovani Romani produssero una forma teatrale simile ai Fescennini, chiamata
Fabula Atellana, basata su un modello già importato nella città osca di Atella in
Campania, detto anche Exodium Atellanicum.
La Fabula Atellana riprendeva quasi completamente la volgarità, la comicità
aggressiva e l’oscenità dei Fescennini. Novità fu l’utilizzo di numerose maschere
fisse che delineavano il comportamento o il ruolo di un determinato
personaggio.
La «Fabula Cothurnata»
Il termine Fabula Cothurnata deriva dal Cothurnus (coturno), particolare calzare
a suola alta e allacciato sino al ginocchio di origine greca, che stava a riferirsi
all’influenza che la Grecia aveva avuto sul teatro Romano.
Il maestro della Cothurnata fu il liberto greco della città di Taranto Livio
Andronico, che introdusse nel repertorio latino termini e modelli nuovi derivati
dalla ben più complessa lingua greca, oltre a introdurre l’uso della tragedia ed a
stabilire diversi metodi nella scelta dei soggetti.
La Fabula «Praetexta»

L’autore che venne immediatamente dopo Livio Andronico, Gneo Nevio, contribuì
allo sviluppo del tipo di composizione introdotta dal primo, sviluppando però
anch’egli delle forme di opere del tutto nuove ed originali, le Fabule Praetextae,
di stesse caratteristiche delle Cothurnatae ma di argomenti strettamente romani.
Il termine deriva dalla praetexta romana, ovvero la toga orlata color porpora dei
magistrati romani indossata in momenti solenni.
La «Fabula Palliata» e la «Fabula
Togata»

La Fabula palliata era la versione romana della commedia greca, dal pallium,
mantellina squadrata degli attori attici, mentre la Fabula togata narrava episodi
della vita quotidiana di Roma, dalla Toga romana, tipico mantello indossato dagli
uomini.
Nella palliata i ruoli erano fissi e non subivano variazioni sostanziali, ma potevano
essere riadattati e leggermente modificati di opera in opera.
I Ruoli
 Il Senex, ovvero un padre di famiglia all’antica, di solito opposto alla uxor, ovvero la moglie.
 La Matrona, uxor del senex, sempre opposta al marito e spesso alleata del giovane adulescens o
sua nemica se l’adulescens è scapestrato.
 La Meretrix, ovvero la meretrice, primo amore dell’adulescens che fa di tutto per conquistarla,
spesso rivaleggiato dal senex.
 L’Adulescens, il giovane squattrinato e sempre malato di amore.
 Il Lenus, padrone della Meretrice.
 La Ancilla, che segue la Meretrice.
 Il Servus, il servo del giovane o del padre di famiglia, che funge da deus ex machina, ovvero è
autore di intrighi e imbrogli a favore del padrone e del suo obbiettivo.
La struttura del Teatro Latino
Il teatro latino non aveva una struttura stabile in un singolo luogo. Consisteva
in costruzioni di legno poste davanti al tempio di Apollo o della Magna
Mater, che venivano smantellate dopo gli spettacoli. Si credeva infatti che il
teatro e l’attività teatrale desse una cattiva influenza ai giovani romani,
considerando gli attori come feccia. Solo dopo l’55 a. C., con la costruzione
del Teatro di Pompeo si iniziarono a costruire i primi teatri in pietra.
La novità rispetto alle strutture greche fu il distacco dell’edificio teatrale dai
dislivelli del terreno presso i quali erano posti gli spettatori, che consentiva
una posizione indipendente del terreno.
Era tutto finanziato dallo Stato e, a differenza del teatro greco, utilizzato per
celebrare i valori religiosi e sociali, quello romano serviva esclusivamente per
intrattenere il popolo che poteva assistere gratuitamente.
III B
Jacopo Ferraro

Potrebbero piacerti anche