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Il melodramma

La storia e la sua composizione


Dove nasce il melodramma
In Italia nel 600 nasce e si sviluppa nel giro di pochissimi anni un nuovo genere
musicale il melodramma. Si tratta di uno spettacolo teatrale in cui l'azione è
espressa attraverso la musica e il canto. Naturalmente, esistevano anche prima
diversi spettacoli in cui alcune parti erano accompagnate dalla musica: dalla
tragedia, che negli intervalli inseriva musica, fino alla favole pastorale e alla
divertentissima commedia dell'arte, dove a cantare erano gli attori. Ma un intero
spettacolo tutto musicato era una novità assoluta.
Prima del melodramma c'era la musica polifonica, costituita dall'intreccio di più
voci, vocali o strumentali.
Camerata dei Bardi
Due aspetti tipici della scrittura musicale polifonica iniziarono però, verso la fine del
Cinquecento, ad essere messi in discussione, ovvero:
-l’intreccio polifonico di più voci autonome rendeva quasi impossibile comprendere il testo che
veniva cantato;
-nella musica polifonica si rilevava la difficoltà di comunicare le emozioni
Di questi due problemi si discuteva negli ultimi decenni del Cinquecento a Firenze, nella casa del
Conte Bardi, dove si ritrovano vari intellettuali e musicisti dell’epoca in quella che fu definita la
‘Camerata dei Bardi’. Tra di essi vi era anche Vincenzo Galilei, padre dello scienziato Galileo
Galilei.
Quello su cui essi si trovarono concordi fu l’intuizione di come entrambi gli aspetti problematici
si sarebbero risolti passando dalla polifonia alla monodia accompagnata, ovvero a un tipo di
canto affidato a una voce singola sostenuta da un accompagnamento.
Recitar cantando: basso continuo
È da tutte queste riflessioni che nasce l’idea del “recitar cantando”: ovvero di un dramma
in cui (secondo il modello già dell’antico teatro greco) i personaggi anziché recitare le loro
battute, le cantano. L’impressione è quella di una recitazione parlata un po’ più musicale, un
po’ più espressiva. Un dramma, quindi, tutto in musica: il melodramma.
Il melodramma, o più in generale l’opera lirica, è uno spettacolo teatrale nel quale la musica
accompagna una storia che viene raccontata, e i personaggi dialogano fra loro, cantando,
accompagnati da strumenti.
Affinché la voce solista sia valorizzata al massimo, è inoltre necessario che
l’accompagnamento sia molto leggero e, nello stesso tempo, elastico, in grado di sostenere
al meglio tutti i cambi di emozione. Un nuovo modo di accompagnare, ovvero il basso
continuo. Per il basso continuo non viene specificato lo strumento che deve suonarlo: sta
all’esecutore/al direttore stabilire come eseguire la linea del basso, a seconda dell’atmosfera
che si vuole creare.
Genere mitologico : le corti
Il nuovo genere per musica fu coltivato dapprima nelle corti, che incaricavano il poeta
e il musicista di creare un elemento spettacolare da inserire in una festa importante. Per
esempio, il primo melodramma, l’Euridice di Jacopo Peri, venne composto per le
nozze del granduca di Toscana.
L’argomento delle prime opere era a sfondo mitologico o storico. I soggetti mitologici
vengono ingentiliti.
Fin da subito il nuovo genere del melodramma suscitò aspre critiche. In molti
sottolineavano come fosse assurdo concepire un dramma in cui i personaggi anziché
parlare cantavano; e anche per rispondere a tali critiche i compositori scelsero
volutamente opere ispirate a vicende mitologiche, aventi come personaggi dei o
semidei, ninfe dei boschi ecc. in tal modo era più facile giustificare che trattandosi di
ambientazioni mitologiche, i personaggi comunicassero fra di loro in ‘recitar
cantando’.
Teatri: Orfeo ed Euridice
Molte delle prime opere avevano come argomento (basti pensare alle due Euridice
composte nel 1600 e poi all’opera di Monteverdi del 1609) il mito di ‘Orfeo e
Euridice’: scelta non casuale perché si tratta del mito che più di ogni altro celebra la
musica e la capacità della musica di comunicare e suscitare sentimenti. Euridice è morta
e Orfeo riesce grazie alla musica a compiere ciò che nessun uomo è mai riuscito a fare:
sconfiggere la morte, attraversare la barriera che separa la vita e morte (Orfeo è un
cantore ed è col proprio canto che riesce a convincere il guardiano degli Inferi a
lasciarlo entrare nel regno dei morti per riportare in vita l’amata Euridice).
Nel 1637 fu invece aperto a Venezia il primo teatro a pagamento, il “San Cassiano”, un
evento del tutto straordinario che permise anche alla borghesia la partecipazione agli
spettacoli teatrali e che determinò il definitivo successo del melodramma.
Da questo momento in poi i teatri, per sopravvivere, avevano bisogno di incassi certi e
continui e per ottenere questo dovevano soddisfare le richieste del pubblico. Nasce così
la figura dell’impresario, che diventa il vero responsabile del successo o dell’insuccesso
del teatro
Caratteristiche del melodramma
Vediamo, nel dettaglio, quali sono gli elementi che caratterizzano il melodramma:

-IL LIBRETTO: è il testo letterario realizzato in versi, simile al copione teatrale.

- L’ORCHESTRA: Accompagna e sostiene il canto

-I CANTANTI: i cantanti interpretano i vari personaggi che dialogano, commentano, riflettono. Sono
attori che invece di recitare, cantano. I cantanti cantano con l’impostazione lirica tecnica che serve a dare
più volume alla voce.

-LA SCENOGRAFIA: la scenografia comprende tutti gli elementi che consentono di ricostruire i luoghi e
i contesti della vicenda rappresentata (fondali, arredi, illuminazione ecc.)

-IL CORO E IL BALLETTO: Il coro e il balletto sono spesso presenti nel melodramma. Il loro ruolo
s’intreccia con quello dei cantanti per lo svolgimento della storia.

- LA COREOGRAFIA: La coreografia consiste nel progettare e realizzare tuti i movimenti e i gesti


scenici (in particolare quelli del balletto)
Commedia dell’arte
La storia e la sua composizione
Come nasce la commedia dell’arte
La Commedia dell’Arte è il nome che è stato dato ad uno stile teatrale che, nato in Italia agli inizi del
Cinquecento, si diffonde poi nel resto d’Europa incontrando ovunque un enorme successo.

Mentre nelle piazze mimi, cantastorie, giullari, ciarlatani si esibivano nella speranza di racimolare
monete, alcuni artisti decidono di fare delle proprie conoscenze artistiche un vero e proprio mestiere.

È così che il 25 Febbraio 1545 otto uomini si presentano davanti ad un notaio di Padova e stipulano un
contratto.

Nel documento si legge che questi artisti hanno deciso di costituirsi in una sorta di società, per “recitar
commedie di loco in loco per cercare un pubblico sempre nuovo” con lo scopo di “guadagnar denaro che
divideranno in parti uguali”.

E c’è di più: il contratto durerà un anno, compreranno un cavallo per trasportare costumi e attrezzi di
scena e si daranno assistenza in caso di incidenti o malattie.
Professionalità
La novità è la professionalizzazione del mestiere dell'attore: gli attori sono a tutti gli effetti
dei professionisti che agiscono all’interno di un vero e proprio mercato teatrale, a differenza
dell’epoca precedente dove gli attori erano più dilettanti.
Non tutti però possono fregiarsi del titolo: solo le compagnie che da quel lontano Febbraio di
metà Cinquecento istituiscono un proprio statuto di leggi e regole e vengono riconosciute dai
ducati, possono fregiarsi del titolo di professionista del teatro.
Gli artisti che compongono le nascenti Compagnie hanno alle spalle un buon addestramento
tecnico vocale, mimico, acrobatico e hanno una buona preparazione culturale e letteraria.
La donna
Elemento di portata rivoluzionaria fu l’introduzione della donna-
attrice. donne provviste di una certa cultura e di spiccate doti artistiche
si uniscono ai professionisti del palco. La volontà di queste donne era
di ritagliarsi un posto di rilievo nella società del tempo. Non che
manchino le accuse da parte della Chiesa che, non sapendo più da che
parte attaccare i nuovi professionisti, punta il dito contro l’esibizione
del corpo femminile per ingrossare le casse delle Compagnie. La
presenza della donna diventa inoltre un modo per attaccare non ciò che
viene rappresentato sul palco, ma ciò che avviene o meglio, potrebbe
avvenire dietro le quinte. Da ora in avanti le Compagnie nascenti si
comporranno all’incirca di dieci elementi, includendo almeno due
donne nel gruppo.
Luoghi
i Comici dell’arte si esibiscono inizialmente nelle piazze cittadine, con
scenografie molto semplici.
Il desiderio di emancipazione portò velocemente alla costruzione in molte città
italiane di spazi teatrali dedicati espressamente a questo nuovo modo di fare
teatro. Prima della nascita dei maestosi teatri all’italiana, quelli che sorgono in
questo periodo sono ambienti piccoli, raccolti. Gli attori dovendo quindi esibirsi
in sale con pochi posti disponibili, da una parte si organizzano per ampliare il
proprio repertorio e non far stancare gli spettatori abituali, dall’altra diventano
veri e propri girovaghi alla ricerca di un pubblico sempre nuovo. In questi viaggi
vengono sostenuti da un intermediario tra la compagnia e i proprietari delle
varie sale in cui andranno ad esibirsi, un germoglio di quello che sarebbe
diventato nel tempo l’impresario.
Canovaccio e improvvisazione
La caratteristica principale che contraddistingue questo genere di spettacolo la si ritrova nell'assenza del
copione. Gli attori, anziché imparare a memoria battute prestabilite, basavano la propria interpretazione su
un canovaccio (trama) e improvvisavano in scena, seguendo delle regole. Gli attori della Commedia
dell'Arte erano caratterizzati da eccellenti doti mimiche, buona parlantina, un'essenziale fantasia e la
capacità di sincronizzarsi perfettamente con gli altri attori in scena.

Ogni attore può contare su:

-Il Ruolo fisso. L’Innamorato, il servo, il Capitano, una specializzazione che l’artista sceglie praticamente
per tutta la sua carriera, con il vantaggio di una resa artistica più sicura.

-L’uso dei Generici. Un bagaglio di battute, chiuse, lazzi comici, monologhi, tormentoni che vengono
mandati a memoria e che si adattano con poche varianti alle varie commedie.

-Il Canovaccio. i canovacci sostituiscono il testo, riportando un riassunto dell’intreccio a grandi linee,
indicando le scene, gli oggetti utili e i personaggi che prendono parte alla vicenda ma evitando di riportare
le battute, lasciate all’improvvisazione degli attori.
Maschere
Al di là della capacità di improvvisazione, la caratteristica più coinvolgente della Commedia dell’Arte rimane
l’uso della maschera. Il volto coperto permette agli attori di puntare sulla gestualità e sulla valorizzazione del
corpo, ricorrendo a spettacolari capriole, salti e balletti che lasciano tutti a bocca aperta.

Quali sono le principali.

-Pantalone, il mercante veneziano che si rende ridicolo per i suoi desideri sessuali che contrastano fortemente
con la sua vecchiaia

-Graziano, il dottore che ricorre ad un linguaggio pomposo un po’ latino e un po’ bolognese

-I Giovani Innamorati, che si esprimono in una impeccabile parlata italiana, sempre in contrasto con i vecchi e
aiutati dai loro servi

-I Capitani. Protagonisti di mille avventure che li portano in giro per il mondo rappresentano i rivali in amore
che sono sbeffeggiati dagli Innamorati.

-I Servi. Lo sciocco combina guai Arlecchino e Brighella, che parlano in dialetto bergamasco. Pur non
indossando sul volto una maschera al gruppo dei servi si aggiunge anche Colombina, l’astuta e scaltra cameriera
fidanzata di Arlecchino.

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