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-I CANTANTI: i cantanti interpretano i vari personaggi che dialogano, commentano, riflettono. Sono
attori che invece di recitare, cantano. I cantanti cantano con l’impostazione lirica tecnica che serve a dare
più volume alla voce.
-LA SCENOGRAFIA: la scenografia comprende tutti gli elementi che consentono di ricostruire i luoghi e
i contesti della vicenda rappresentata (fondali, arredi, illuminazione ecc.)
-IL CORO E IL BALLETTO: Il coro e il balletto sono spesso presenti nel melodramma. Il loro ruolo
s’intreccia con quello dei cantanti per lo svolgimento della storia.
Mentre nelle piazze mimi, cantastorie, giullari, ciarlatani si esibivano nella speranza di racimolare
monete, alcuni artisti decidono di fare delle proprie conoscenze artistiche un vero e proprio mestiere.
È così che il 25 Febbraio 1545 otto uomini si presentano davanti ad un notaio di Padova e stipulano un
contratto.
Nel documento si legge che questi artisti hanno deciso di costituirsi in una sorta di società, per “recitar
commedie di loco in loco per cercare un pubblico sempre nuovo” con lo scopo di “guadagnar denaro che
divideranno in parti uguali”.
E c’è di più: il contratto durerà un anno, compreranno un cavallo per trasportare costumi e attrezzi di
scena e si daranno assistenza in caso di incidenti o malattie.
Professionalità
La novità è la professionalizzazione del mestiere dell'attore: gli attori sono a tutti gli effetti
dei professionisti che agiscono all’interno di un vero e proprio mercato teatrale, a differenza
dell’epoca precedente dove gli attori erano più dilettanti.
Non tutti però possono fregiarsi del titolo: solo le compagnie che da quel lontano Febbraio di
metà Cinquecento istituiscono un proprio statuto di leggi e regole e vengono riconosciute dai
ducati, possono fregiarsi del titolo di professionista del teatro.
Gli artisti che compongono le nascenti Compagnie hanno alle spalle un buon addestramento
tecnico vocale, mimico, acrobatico e hanno una buona preparazione culturale e letteraria.
La donna
Elemento di portata rivoluzionaria fu l’introduzione della donna-
attrice. donne provviste di una certa cultura e di spiccate doti artistiche
si uniscono ai professionisti del palco. La volontà di queste donne era
di ritagliarsi un posto di rilievo nella società del tempo. Non che
manchino le accuse da parte della Chiesa che, non sapendo più da che
parte attaccare i nuovi professionisti, punta il dito contro l’esibizione
del corpo femminile per ingrossare le casse delle Compagnie. La
presenza della donna diventa inoltre un modo per attaccare non ciò che
viene rappresentato sul palco, ma ciò che avviene o meglio, potrebbe
avvenire dietro le quinte. Da ora in avanti le Compagnie nascenti si
comporranno all’incirca di dieci elementi, includendo almeno due
donne nel gruppo.
Luoghi
i Comici dell’arte si esibiscono inizialmente nelle piazze cittadine, con
scenografie molto semplici.
Il desiderio di emancipazione portò velocemente alla costruzione in molte città
italiane di spazi teatrali dedicati espressamente a questo nuovo modo di fare
teatro. Prima della nascita dei maestosi teatri all’italiana, quelli che sorgono in
questo periodo sono ambienti piccoli, raccolti. Gli attori dovendo quindi esibirsi
in sale con pochi posti disponibili, da una parte si organizzano per ampliare il
proprio repertorio e non far stancare gli spettatori abituali, dall’altra diventano
veri e propri girovaghi alla ricerca di un pubblico sempre nuovo. In questi viaggi
vengono sostenuti da un intermediario tra la compagnia e i proprietari delle
varie sale in cui andranno ad esibirsi, un germoglio di quello che sarebbe
diventato nel tempo l’impresario.
Canovaccio e improvvisazione
La caratteristica principale che contraddistingue questo genere di spettacolo la si ritrova nell'assenza del
copione. Gli attori, anziché imparare a memoria battute prestabilite, basavano la propria interpretazione su
un canovaccio (trama) e improvvisavano in scena, seguendo delle regole. Gli attori della Commedia
dell'Arte erano caratterizzati da eccellenti doti mimiche, buona parlantina, un'essenziale fantasia e la
capacità di sincronizzarsi perfettamente con gli altri attori in scena.
-Il Ruolo fisso. L’Innamorato, il servo, il Capitano, una specializzazione che l’artista sceglie praticamente
per tutta la sua carriera, con il vantaggio di una resa artistica più sicura.
-L’uso dei Generici. Un bagaglio di battute, chiuse, lazzi comici, monologhi, tormentoni che vengono
mandati a memoria e che si adattano con poche varianti alle varie commedie.
-Il Canovaccio. i canovacci sostituiscono il testo, riportando un riassunto dell’intreccio a grandi linee,
indicando le scene, gli oggetti utili e i personaggi che prendono parte alla vicenda ma evitando di riportare
le battute, lasciate all’improvvisazione degli attori.
Maschere
Al di là della capacità di improvvisazione, la caratteristica più coinvolgente della Commedia dell’Arte rimane
l’uso della maschera. Il volto coperto permette agli attori di puntare sulla gestualità e sulla valorizzazione del
corpo, ricorrendo a spettacolari capriole, salti e balletti che lasciano tutti a bocca aperta.
-Pantalone, il mercante veneziano che si rende ridicolo per i suoi desideri sessuali che contrastano fortemente
con la sua vecchiaia
-Graziano, il dottore che ricorre ad un linguaggio pomposo un po’ latino e un po’ bolognese
-I Giovani Innamorati, che si esprimono in una impeccabile parlata italiana, sempre in contrasto con i vecchi e
aiutati dai loro servi
-I Capitani. Protagonisti di mille avventure che li portano in giro per il mondo rappresentano i rivali in amore
che sono sbeffeggiati dagli Innamorati.
-I Servi. Lo sciocco combina guai Arlecchino e Brighella, che parlano in dialetto bergamasco. Pur non
indossando sul volto una maschera al gruppo dei servi si aggiunge anche Colombina, l’astuta e scaltra cameriera
fidanzata di Arlecchino.