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Libera scelta: considerando la libertà di scelta come Giuramento di Ippocrate: ogni medico deve giurare su qualche variante di esso; la versione
fondamentale principio democratico ogni cittadino originale esclude esplicitamente l'eutanasia.
dovrebbe potersi esprimere, come nella manifestazione del Morale: secondo molti essa può essere considerata moralmente inaccettabile. Questa visione
proprio diritto di voto, anche nella sfera privata, nella morale di solito vede l'eutanasia come un tipo di omicidio e l'eutanasia volontaria come un tipo di
quale i valori di coscienza sono insindacabili suicidio.
Teologica: diverse religioni e moderne interpretazioni religiose considerano sia l'eutanasia che il
Qualità della vita: ad alcuni il dolore e la sofferenza che si suicidio come atti peccaminosi .
sperimentano durante una malattia risultano Piena consapevolezza: l'eutanasia può essere considerata volontaria soltanto se il paziente è in
incomprensibili ed insostenibili. Anche la terapia contro il grado di intendere e di volere affinché possa prendere la decisione, ovvero se ha una comprensione
dolore, che limita la sofferenza fisica, può non essere adeguata delle opzioni e delle loro conseguenze. In alcuni casi, tale competenza cognitiva può
sufficiente a fronteggiare quella psichica conseguente alla essere difficile da determinare, o può non esserci, vedi nel caso di disabilità gravi o psichiche dove
situazione, principalmente legata alla perdita della propria la volontarietà è difficilmente distinguibile dall'istigazione al suicidio.
indipendenza. Una società civile non dovrebbe imporre a Necessità: se vi sono ragioni per supporre che la causa della malattia o della sofferenza di un
nessuno questa condizione. paziente possa essere presto risolvibile, compatibilmente con la sua situazione clinica, una scelta
alternativa all'eutanasia potrebbe essere quella di sperimentare nuovi trattamenti o far ricorso alle
Dignità: la convinzione profonda di non avere alcuna cure.
possibilità di recuperare ciò che aveva reso la vita degna di Desideri della famiglia: i membri della famiglia potrebbero desiderare di passare più tempo
essere vissuta ed inoltre di essere destinati a pesare sempre possibile col proprio caro prima che muoia; in alcuni casi, però, questo si può tradurre
maggiormente e per tempi indefiniti sui propri cari, disfunzionalmente in una forma di incapacità di accettazione dell'inevitabilità del decesso. O
rendendo pure a loro impossibile condurre la vita come viceversa, desiderare che muoia il prima possibile per interessi economici o per evitare di dover
prima. assistere l'ammalato.
L’eutanasia e la chiesa
La Chiesa cattolica è contraria ad ogni forma d'eutanasia, attiva o omissiva, mentre
incoraggia il ricorso alle cure palliative e ritiene moralmente accettabile l'uso di
analgesici, per trattare il dolore, anche qualora comportino − come effetto secondario e
non desiderato − l'accorciamento della vita del paziente. Consente invece di sospendere,
dietro richiesta del paziente, procedure mediche che risultino onerose, pericolose,
straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi; vale a dire che configurino
accanimento terapeutico. Tale posizione è confermata nei paragrafi 2277, 2278 e 2279
del Catechismo.[15] La Chiesa insegna inoltre che le cure che d'ordinario sono dovute
all'ammalato, come l'idratazione e la nutrizione artificiale, non possono essere sospese
qualora si preveda come conseguenza la morte del paziente per fame e per sete. Si
configurerebbe, in questo caso, una vera e propria eutanasia per omissione.
“Inguaribile non è mai sinonimo di incurabile”: chi è affetto da una malattia allo stadio
terminale come chi nasce con una previsione limitata di sopravvivenza ha diritto ad
essere accolto, curato, circondato di affetto. La Chiesa è contraria all’accanimento
terapeutico, ma ribadisce come “insegnamento definitivo” che “l’eutanasia è un crimine
contro la vita umana”. E che “qualsiasi cooperazione formale o materiale immediata ad
un tale atto è un peccato grave” che nessuna autorità “può legittimamente” imporre o
permettere. È quanto si legge in “Samaritanus bonus”, lettera della Congregazione per la
Dottrina della fede “sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita”,
approvata da Papa Francesco lo scorso giugno.
L’eutanasia in Italia
Attualmente in Italia l’eutanasia costituisce reato e rientra nelle ipotesi previste e punite dall’articolo 579
(Omicidio del consenziente) o dall’articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale. Al
contrario, il suicidio medicalmente assistito in determinati casi e la sospensione delle cure – intesa come
eutanasia passiva – costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione e alla legge
219/2017. Si è ottenuto nel 2017 la Legge che riconosce il valore del Testamento Biologico. Oggi in Italia
possono porre fine alle loro sofferenze solo i pazienti per cui risulti sufficiente l’interruzione delle terapie,
come previsto dalla Legge 219/2017. La Corte costituzionale ha chiarito che l’aiuto al suicidio (art. 580 del
Codice penale) non è punibile nel caso in cui la persona che lo richiede sia tenuta in vita da trattamenti di
sostegno vitale. Tutte le altre persone con patologie irreversibili che procurano dolori intollerabili, e i pazienti
impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco (a causa di SLA, di una tetraplegia…) nel nostro Paese
non hanno la possibilità di scegliere, e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, perché il nostro
codice penale vieta l’omicidio del consenziente (art. 579 c.p).
Referendum eutanasia
Molte persone gravemente malate oggi non sono libere di scegliere fino a
che punto vivere la loro condizione. Non hanno diritto all’aiuto medico
alla morte volontaria, al suicidio assistito o ad accedere all’eutanasia come
è invece possibile in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada, molti Stati
degli Stati Uniti e sempre più Paesi nel mondo. Perché nonostante una
proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel 2013 e due richiami
della Corte costituzionale, il Parlamento in tutti questi anni non è mai
riuscito a discutere di eutanasia legale. Ecco perché, a fianco delle persone
che non possono aspettare i tempi della politica e della giustizia, si è
deciso di dare la parola ai cittadini con un referendum. Il quesito
referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite
l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del
consenziente. In questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi
esistenti, consentendo la possibilità di scegliere un fine vita consapevole,
controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto
esterno per porre fine alle proprie sofferenze. La Corte Costituzionale ha
ritenuto inammissibile il quesito referendario in quanto, a seguito
dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del
consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima
costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con
particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili.
Testimonianze: Dj Fabo
Rimasto tetraplegico in seguito a un incidente stradale, Fabiano Antoniani, noto a tutti come dj Fabo, scelse di morire
con il suicidio assistito in una clinica svizzera, il 27 febbraio del 2017. Con lui c’era Marco Cappato, esponente
dell’associazione Luca Coscioni, che il giorno successivo si autodenunciò. La procura di Milano fu “costretta” ad
accusarlo di aiuto al suicidio e per lui iniziò il processo, arrivato fino alla Consulta e conclusosi il 23 dicembre 2019
con l'assoluzione dell'esponente dei Radicali. La Corte costituzionale, chiedendo un intervento del Parlamento per
colmare un "vuoto legislativo", aveva inizialmente rinviato a settembre 2019 il verdetto sull'aiuto al suicidio. Il
Parlamento, però, negli undici mesi successivi non si era espresso e quindi era toccato ai giudici della Consulta
decidere in materia. Il 25 settembre 2019 la Corte Costituzionale aveva aperto al suicidio assistito, decisione che ha
poi portato all'assoluzione di Cappato da parte della corte d'Assise di Milano "perché il fatto non sussiste".
La passione per la musica era cominciata all’età di sette anni, quando aveva iniziato a suonare la chitarra, ma molti
anni dopo, a Ibiza, quella passione era diventata anche un lavoro, con l'inizio dell'avventura da disk jockey che lo
aveva portato a lasciare il posto fisso a Milano per girare il mondo
Durante uno dei rientri in Italia, proprio dopo una serata in un
locale di Milano, un grave incidente gli cambia
improvvisamente la vita in modo irreversibile. Fabiano diventa
cieco e tetraplegico e dopo anni di terapie senza esito matura
la precisa consapevolezza di voler porre fine alla sua vita: "Le
mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione, non
trovando più il senso della mia vita. Fermamente deciso, trovo
più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare
questa mia agonia".
In seguito all’appello al presidente della Repubblica Sergio
Mattarella e dopo il terzo rinvio della legge sul testamento
biologico in Italia, dj Fabo decide di recarsi in Svizzera dove
muore in una clinica il 27 febbraio 2017. È lui stesso, nel suo
addio su Twitter, a descrivere con parole secche la situazione:
"Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato
purtroppo con le mie forze e non con l'aiuto dello Stato.
Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da
questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona
si chiama Marco Cappato e la ringrazierò fino alla morte".
Pensiero personale sull’eutanasia
L’eutanasia è un argomento di attualità molto discusso, tra persone favorevoli o
contrarie, io penso che sia difficile capire la motivazione di tale scelta se non ci
si trovi in una situazione del genere. La chiesa per la sua morale non accetta
l’eutanasia in quanto dice che la vita è sacra influendo molto sull’emanazione
della legge. Altre persone credono che la vita di questi malati è sintomo solo di
sofferenza e quindi che possano deciderne liberamente se terminarla. Per
sostenere la tesi della Chiesa, il Papa ha usato parole molto forti, dichiarando che
la vita è un diritto e non è umano aiutare la gente a morire, di fatto bocciando
l’eutanasia. Chi è a favore dell’eutanasia pensa che la vita sia un dono ma che se
si tratta di una vita attaccata a dei macchinari, dove spesso non si può
comunicare con gli altri, non bisognerebbe costringere qualcuno a continuare a
vivere così, ma riservagli una fine dignitosa. Molti vorrebbero porre fine alla
loro vita, come Dj Fabo, ma purtroppo ciò non è possibile in Italia. In Italia si è
arrivati ad un referendum per far diventare legale l'eutanasia, ma questa come
molte altre leggi (vedi DDL Zan) purtroppo vengono bocciate o discusse per
troppo tempo e infine dimenticate. Io penso che interrompere la vita di qualcun
altro sia senza dubbio una grande responsabilità e penso che se il diretto
interessato tramite la propria volontà , senza interferenze esterne , voglia farlo ,
deve essere libero di poterlo fare , libero di scegliere sulla propria vita ,senza
doverlo fare clandestinamente ,mettendo anche molto a rischio le persone che lo
sostengono e che lo accompagnano in questo percorso . Rendiamo l’eutanasia
legale per smettere di far soffrire molte persone e doniamogli la fine che
desiderano.