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Ippocrate la medicina razionale

Article · January 2010

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Elena Albertini
Università Degli Studi Roma Tre
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Ippocrate: l’ars medica diventa medicina razionale.

Al nome di Ippocrate, da sempre, viene associata come prima figura


quella del giuramento al quale, dall’antica Grecia ad oggi, i medici
devono attenersi per praticare l’arte medica e la loro professione. Il
giuramento di Ippocrate era corredato da alcuni precetti, cui ogni
medico doveva ottemperare che, inoltre, stabilivano le regole
deontologiche fondamentali nell’occuparsi della salute altrui. Tra questi,
in primis, la segretezza: “quel che in corso della cura o anche a
prescindere dalla cura o veda o senta della vita degli uomini, che non
bisogna in nessun caso andar fuori a raccontare, lo tacerò ritenendo che
in tali cose si sia tenuto il segreto”.1
Al di là del giuramento per il quale il medico di Kos è ricordato, utile
rilevare ciò che Ippocrate ha attuato grazie all’esperienza, strutturando
un metodo che può essere definito come medicina razionale. Di fatto,
all’interpretazione divina della malattia dei templi asclepiei consacrati
ad Esculapio, si contrappone il metodo osservativo ed empirico della
medicina ippocratica. L’infermità non è più qualcosa di soprannaturale,
bensì viene causata dall’alterazione dei quattro umori che governano la
persona di cui il corpo umano è costituito: sangue, flemma, bile, atrabile.
I quattro umori determinano anche le caratteristiche dell’indole fisico-
psichica dell’essere umano: per cui ad un eccesso di sangue corrisponde
sempre un temperamento sanguigno; se la persona tende ad essere
indolente vi è un’ipersaturazione di flemma; alla bile gialla corrisponde,
invece, un carattere collerico; la bile nera, se alterata, causa ipocondria o
melanconia.
Tale approccio tetra-umorale perdurerà per un periodo di tempo
piuttosto lungo congiuntamente alla medicina anatomo-fisiologica di
Galeno, suo successore, avendo rilevanza nel periodo medievale fino a
buona parte del XV al punto da inficiare le future scoperte anatomiche e
fisiologiche.

1
Ippocrate, Testi di medicina greca, in Introduzione di Vincenzo Di Benedetto, Milano,
Rizzoli editore, 1994, p. 259. (Giuramento di Ippocrate).
Su cosa si basava la medicina tetra umorale?
La medicina ippocratica elaborava il concetto di malattia come
manifestazione di una discrasia umorale in cui sia fattori esterni, sia
interni all’essere umano ne erano causa. Per questi versi anche la cura
subisce un cambiamento: da ieratica, specifica della casta sacerdotale
diventa “profana”, ovvero di competenza del medico … del suo occhio
clinico, della palpazione delle parti dolenti attraverso l’uso della mano, e
dell’esperienza acquisita nel medicare. Parte della cura sono un corretto
regime alimentare; una certa quantità di bagni e di impacchi e l’incidere,
o il cauterizzare, con strumentazione adeguata. Nei testi del Corpus
Hippocraticum, attribuiti in parte allo stesso Ippocrate, sono contenute
indicazioni per ogni di malattia all’epoca conosciuta: da quelle inerenti
la testa, ai polipi al naso che velano inevitabilmente la voce … ad altre
che causano un colorito itterico al malato, creando ulcere e febbri. Tra le
infiammazioni, ne il Libro sulle malattie, è interessante ciò che causa
gonfiore agli arti superiori ed inferiori, al ventre e ai testicoli, la cui cura
si basa su una dieta alimentare ad hoc, una sorta di posologia culinaria a
cui il malato deve attenersi per guarire:

Infiammazione bianca. Tutto il corpo si enfia di un’enfiagione


bianca ed il ventre è grosso a toccarlo ed i piedi e le cosce si enfiano
e le gambe e lo scroto; e respira con precipitazione ed il volto è
rossastro e la bocca secca e lo tiene la sete e quando abbia
mangiato succede un respiro ripetuto. Costui nello stesso giorno ha
maggiore sollievo talora sta peggio. … Nel caso che il ventre non si
sconcerti, dare un evacuante dal basso per cui si purgherà
dell’acqua e non fargli bagni caldi e portarlo all’aria libera… Usare
come alimenti pane di farina pura, freddo, bietole, scorfani bolliti,
pesci cartilaginosi e carni di montone tritate, bollite: brodo il meno
possibile, e tutti quanti freddi e non dolci oleosi, ma tritati acuti ed
agri, eccetto aglio o cipolla o porro; origano e santoreggia
mangiarne poco e berci sopra vino generoso, e camminare prima
del pasto.”.2

2
Ivi, p. 89.
Come applica il medico ippocratico la sua ars medica, qual e’ il suo
compito?
L’arte del curare deve rilevare e appurare, grazie all’esperienza, quale
umore o umori siano in eccesso o in difetto utilizzando ogni rimedio
opportuno (rimediare dal latino mederi, donde medicus 3) quale salassi,
o somministrando purghe, o vomitativi, oltre ad una dieta costituita da
cibi rinfrescanti, riscaldanti, umidi o secchi, che possano riportare il
paziente allo stato armonico, rendendolo umoralmente equilibrato. La
medicina ippocratica è tuttavia una medicina pre-anatomica, la penuria,
a tale livello, viene compensata in parte dallo studio dei sintomi e dei
segnali delle malattie, oltre all’abilità del medico di fare delle prognosi
(prognostici). La prognosi, ovvero il Prognostico opera del Corpus
Hippocraticum, è lo strumento di cui il medico deve avvalersi per
certificare l’operato agli occhi del malato e della comunità. Nella Grecia
antica la medicina non era una professione istituzionalizzata, né
ufficiale, infatti, “quanto al medico, sembra che la cosa migliore sia che
egli pratichi la previsione perché con una conoscenza e dichiarazioni
preventive, di fronte ai malati dei loro casi presenti, passati e di quelli che
dovranno presentarsi in futuro egli sarebbe maggiormente accreditato,…
così da risolversi gli uomini ad affidar se stessi al medico. Perché è così
che si sarebbe giustamente ammirati e si sarebbe un buon medico”.4

La medicina ippocratica non ha ancora un concetto nosologico delle


patologie, inteso quale studio descrittivo, in ogni caso siamo già di
fronte ad una valutazione sistematica del concetto naturale di malattia,
senza che vi sia alcun intervento divino nel passaggio dallo stato di
salute alla condizione di malato.

Elena Albertini

3
Giorgio Cosmacini, L’arte lunga – Storia della medicina dall’antichità ad oggi, Bari,
Laterza editori, 1997, p. 55.
4
Ippocrate, Testi di medicina greca, p. 171. (Prognostico).
Bibliografia
- Ippocrate, Testi di medicina greca, Introduzione di Vincenzo Di
Benedetto, Milano, Rizzoli editore, 1994;
- Giorgio Cosmacini, L’arte lunga - Storia della medicina
dall’antichità ad oggi, Bari, Laterza editori, 1997;
- Giovanna Motta, “In bona salute de animo e de corpo”, Malati,
medici e guaritori nel divenire della storia, Milano, Franco Angeli
editore, 2007.

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