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Le Settimane internazionali della Mendola. Nuova Serie, 4
RESPONSABILITÀ
E CREATIVITÀ
ALLA RICERCA DI UN UOMO NUOVO
(SECOLI XI-XIII)
Atti del Convegno Internazionale
Brescia, 12-14 settembre 2013
RICERCHE
VITA E PENSIERO STORIA
Il presente volume ha goduto di un finanziamento erogato da
EULO (Ente Universitario della Lombardia orientale) e ha rice-
vuto un contributo finanziario dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore, sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in
esso espressi.
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GIANCARLO ANDENNA
Il nuovo CESIME e le sue prime realizzazioni 3
NICOLANGELO D’ACUNTO
Dall’età dell’obbedienza al tempo della responsabilità.
Discorso di apertura 15
RAINER BERNDT
Die neue Wahrnehmung von Gott.
Der „intellectus fidei“ zwischen Natur und Offenbarung 29
GÁBOR KLANICZAY
Il santo: modello di un uomo responsabile? 49
MIRKO BREITENSTEIN
La disponibilità della trascendenza: la coscienza dei monaci
come garanzia di salvezza 65
CARLA CASAGRANDE
«Multe sunt questiones de divisionibus peccatorum»: vizi, virtù
e facoltà dell’anima in alcuni testi teologici del secolo XIII 89
VI INDICE
INDIVIDUO E ORDINAMENTI
ENRICO ARTIFONI
Didattiche della costumanza nel mondo comunale 109
LA DIMENSIONE MONDANA
BARBARA H. ROSENWEIN
Emozioni e sessualità alla corte di Tolosa (ca. 1200) 129
ALESSANDRO GHISALBERTI
L’antropologia cosmica di Hildegard von Bingen 139
MARINA MÜNKLER
L’‘amicitia’ come concetto d’individuazione in Aelredo
di Rievaulx 153
MARTIAL STAUB
Conclusions 167
L’antropologia cosmica
di Hildegard von Bingen
Nata nel 1098 e morta nel 1179, Hildegard von Bingen è una figura mul-
tiforme: monaca e badessa, mistica depositaria di visioni soprannaturali,
‘profetessa’ (nell’accezione del tempo: interprete ufficialmente ricono-
sciuto della divina rivelazione), teologa, scienziata nell’area naturalistica
(medicina e farmacologia), compositrice musicale, ha destato costante in-
teresse negli otto secoli successivi alla sua morte, sino alla recente bolla di
canonizzazione per equipollenza del 10 maggio 2012, mediante la quale
Benedetto XVI ha esteso il culto liturgico della santa alla Chiesa universale.
Lo stesso Benedetto XVI, il 7 ottobre 2012, con apposita Lettera apo-
stolica ha proclamato santa Ildegarda Dottore della Chiesa universale.
Sono noti agli studiosi alcuni capisaldi del pensiero della visionaria
tedesca elaborato nelle sue tre opere profetico-teologiche, lo Scivias (Co-
nosci le vie), il Liber vitae meritorum (Libro dei meriti della vita) e il Liber divi-
norum operum (Il libro delle opere divine), nelle quali sono narrate le sue vi-
sioni e l’incarico ricevuto dal Signore di trascriverle1. Indicazioni impor-
tanti sulla vita di Ildegarda sono contenute nelle Lettere a personalità ci-
vili e religiose del tempo, e nei 58 Sermoni rivolti alle consorelle.
Il profilo di Hildegard comprende ulteriori molteplici interessi, af-
fidati a diverse opere di contenuto scientifico, circa il sapere medico,
farmaceutico e botanico del suo tempo: la Physica (Storia naturale o del-
le medicine semplici), le Causae et curae (Libro delle cause e dei rimedi), un
1
Le edizioni critiche delle tre opere sono pubblicate in diversi volumi del Corpus Christia-
norum. Continuatio mediaevalis, dell’Editore Brepols: Hildegardis Bingensis Liber Scivias,
eds. A. Fuerkoetter, A. Carlevaris, Turnhout 1991 (CCCM, 43 e 43 A); Hildegardis Bin-
gensis Liber vitae meritorum, ed. A. Carlevaris, Turnhout 1995 (CCCM, 90); Hildegardis
Bingensis Liber divinorum operum, eds. A. Derolez, P. Dronke, Turnhout 1996 (CCCM,
92). Di quest’ultima opera esiste una traduzione italiana, alla quale faremo riferimento
in questo scritto: Ildegarda di Bingen, Il libro delle opere divine, a cura di M. Cristiani,
M. Pereira, A. Mondadori Editore, Milano 2003. L’edizione riporta anche il testo latino
nell’edizione di A. Derolez e P. Dronke, edita nel CCCM, vol. 92. È ora disponibile anche
la traduzione italiana del Liber vitae meritorum: Ildegarda di Bingen, Come per lucido spec-
chio. Libro dei meriti di vita, a cura di L. Ghiringhelli, Milano-Udine 2013.
140 ALESSANDRO GHISALBERTI
2
Per l’elenco completo e l’edizione delle singole opere, comprese le Epistolae e le Vitae (la
maggior parte degli scritti ildegardiani è edita da Brepols nella prestigiosa collana CCCM,
Corpus Christianorum. Continuatio mediaevalis), rinvio ai siti Internet, alla copiosa biblio-
grafia presente nell’edizione italiana del Libro delle opere divine curata da Marta Cristiani
e da Michela Pereira (2003) e agli studi dedicati a Hildegard soprattutto negli ultimi
decenni del secolo scorso, in occasione del duplice centenario, della morte (1179-1979) e
della nascita (1098-1998) della badessa. Va menzionato il recente contributo sullo studio
della composizione Symphonia armonie caelestium revelationum, offerto da M. Del Franco,
O Cohors milicie floris. Un’antifona di Hildegard von Bingen per i dodici apostoli, «Aevum», 86
(2012), pp. 549-580.
3
Hildegardis Scivias, protestificatio (CCCM, 43), pp. 3-4.
L’ANTROPOLOGIA COSMICA DI HILDEGARD VON BINGEN 141
questa carne, benché sia minacciata da diversi vizi e soggetta alle lacerazioni
di molte ferite, tuttavia è quella stessa che canta il celeste salterio, che produce
4
Magni Aurelii Cassiodori Senatoris Variarum libri XII. De anima, edito da J.W. Hal-
porn, Turnhout 1973 (CCL 96), pp. 533-575. L’ultima traduzione italiana, con il testo
latino a fronte, è stata curata da A. Tombolini, Cassiodoro, De anima, Milano 2013.
5
Tra i riferimenti, oltre al testo di Guglielmo di St. Thierry, De natura corporis et animae,
di cui parleremo di seguito, cfr. una singolare testimonianza anonima: A. Ghisalberti,
Un’inedita “epistola de origine animae” del XII secolo, in AA.VV., Studi di filosofia in onore di Gu-
stavo Bontadini, Milano 1975, pp. 368-381.
142 ALESSANDRO GHISALBERTI
martiri gloriosi, che si rese degna di essere visitata dal suo creatore e che rice-
vette anche la stessa croce vivificante del santo redentore; giustamente si crede
che essa diventerà spirituale [...]. Purificate le sozzure dei peccati, prepara una
mente limpida perché sia degna di accogliere il proprio creatore, diventando
tempio della fede nella misura in cui non ha offerto ospitalità ai crimini. Fu la
divina misericordia – e ne sono profondamente convinto – a stabilire che il cor-
po soggiacesse all’anima, che l’anima fosse soggetta a sé stessa e che tutto guar-
dasse salutarmente a Dio creatore6.
Tre temi alti di questo passo, che hanno uno svolgimento molto lucido
nella parte centrale del trattato di Cassiodoro, sono: la nobiltà del cor-
po, sancita dalla scelta di Dio creatore di stabilire che l’anima fosse sog-
getta al corpo; la sua nobilitante capacità di esprimersi in melodie come
nel canto del celeste salterio; la sua capacità di ricevere Dio incarnato e
fare dell’uomo il tempio della fede. Si tratta di tre motivi centralissimi
dell’antropologia di Hildegard von Bingen. Cassiodoro sembra dunque
essere fonte di fatto di Hildegard, anche se è tutto da ricostruire il per-
corso testuale che da Cassiodoro arriva a Hildegard.
Esemplificata in questi elementi la linea agostiniana dell’antropolo-
gia altomedievale, passiamo all’altra linea che abbiamo collegato all’in-
flusso dei Padri orientali e alla decisiva mediazione operata da Giovanni
Scoto Eriugena; questi sviluppa il tema dell’uomo mediatore del cosmo,
per natura e per via di conoscenza, nel senso che tutto quanto è colto co-
noscitivamente dai sensi o dall’intelletto è in qualche modo creato e ri-
prodotto dalla mente che lo conosce e lo comprende: il mondo ha la sua
essenza più vera nella conoscenza umana. Il conoscere dell’uomo si con-
figura come un vero e proprio creare, e, di conseguenza, gli esseri non
sono se non nell’intelligenza o nella loro attitudine ad essere conosciuti.
Come la sapienza creatrice, ossia il Verbo di Dio, possiede in sé la ve-
ra ed eterna essenza di tutte le cose prima che queste inizino la loro esi-
stenza, così la natura umana, in quanto sapienza creata, conosce in se
stessa tutte le cose create prima del loro ingresso nella storia; ed è que-
sta conoscenza il vero essere degli enti.
Per Eriugena, l’uomo con la conoscenza non stabilisce un rappor-
to estrinseco con il mondo, ma realmente crea e conserva nel proprio
essere tutto ciò che è a lui inferiore. L’intelletto umano però non crea
traendo dal nulla le cose: questa è prerogativa della potenza conosciti-
va di Dio, la quale illumina i diversi ordini delle cose create e conferisce
loro la capacità di realizzarsi; l’azione demiurgica dell’intelletto umano
si inserisce in questo ordinamento e costituisce la totalità delle cose di
cui la natura creata è gravida per volere della natura prima, increata e
6
Cassiodoro, De anima, XI; tr. di A. Tombolini, Milano 2013, pp. 75-77.
L’ANTROPOLOGIA COSMICA DI HILDEGARD VON BINGEN 143
e come l’intelletto divino precede ogni realtà, ed è ogni cosa, così la conoscen-
za intellettuale dell’anima precede tutto ciò che conosce ed è tutto ciò che pre-
conosce, affinché ogni cosa sussista, nell’intelletto divino secondo la causa, nel-
la conoscenza umana secondo l’effetto7.
7
Giovanni Scoto Eriugena, Sulle nature, IV; ed. Migne (col titolo: De divisione naturae),
in Patrologia Latina, vol. 122, col. 779 B-C.
8
Cfr. Guillaume de Saint-Thierry, De la nature du corps et de l’ame. De natura corporis et
animae, testo latino, tr. e note di M. Lemoine, Paris 1988.
144 ALESSANDRO GHISALBERTI
C’è un opuscolo scritto da noi, scritto sotto il nome di «Giovanni a Teofilo», che
tratta della natura dell’anima. Per parlare dell’uomo tutto intero, come sembra-
va opportuno, noi abbiamo anteposto alcune riflessioni sulla natura del corpo
umano, tratte dagli scritti di quanti curano le malattie. La seconda parte si ri-
fà analogamente agli scritti di coloro che hanno il compito di curare le anime9.
9
Guillaume de Saint-Thierry, Lettre aux fréres du Mont-Dieu, testo latino e tr. francese a
cura di J. Déchanet, Paris 1975 («Sources Chrétiennes», 223), p. 138.
10
«Fratribus de Monte Dei, orientale lumen et antiquum illum in religione Aegiptium
fervorem tenebris occiduis et gallicanis frigoribus inferentibus» (ibi, I, p. 144).
11
Cfr. I.P. Sheldon-Williams, Eriugena and Cîteaux, «Studia monastica», 19 (1977), pp.
75-92. Una sinossi dei passi precipui e delle rispettive fonti si trova nello studio di J.
Déchanet, Guillaume de Saint-Thierry. Aux sources d’une pensée, Paris 1978.
L’ANTROPOLOGIA COSMICA DI HILDEGARD VON BINGEN 145
12
Beate Hildegardis Cause et cure, edidit Laurence Moulinier, recognovit Rainer Berndt,
Akademie Verlag, Berlin 2003. I riferimenti a Guglielmo di Saint-Thierry, De natura
corporis et animae, sono specificati negli Indici, a p. 354.
146 ALESSANDRO GHISALBERTI
ra una volta che molti passaggi puntuali del trattato di Cassiodoro sono
ripresi esplicitamente nel citato trattato di Guglielmo di Saint-Thierry.
Una segnalazione particolare merita, circa la ricostruzione delle fon-
ti di Hildegard, una ricerca condotta da Marco Rainini13. Affrontando il
problema dello studioso che, quando legge le opere di Hildegard, rico-
nosce i temi di ascendenza varia, ma non trova le citazioni, perché l’ab-
batissa compone i suoi testi riformulando le proprie visioni attraverso le
categorie che accoglie dai filosofi, dai teologi, dai cosmologi e dai fisio-
logi, senza tuttavia appoggiarsi in modo immediato ai loro testi scritti,
Rainini esplora le reti di relazioni e la collocazione di testi in bibliote-
che ed aree culturali che ritiene possano essere state accessibili ad Hil-
degard, oppure a singoli personaggi di cultura appartenenti alla cerchia
dei suoi collaboratori. Mirando alle rielaborazioni, alle epitomi e alle
ripetizioni operate dagli intellettuali tedeschi del secolo XII, Rainini si
concentra in particolare sull’area geografico-culturale dove si è espan-
sa la riforma di Hirsau, offrendo una documentazione convincente, in
particolare per la circolazione dell’opera di Giovanni Scoto Eriugena e
dell’anonimo Speculum virginum, un dialogo che tratta della vita mona-
stica femminile, composto agli inizi della quarta decade del secolo XII.
13
M. Rainini, Ildegarda, l’eredità di Giovanni Scoto e Hirsau. «Homo medietas» e mediazioni,
in «Unversehrt und unverletzt». Hildegards Menschenbild und Kirchenverständnis heute, Inter-
nationales und interdisziplinäres Symposium (Mainz, 27. Februar-3 März 2013), Hgg.
R. Berndt, M. Zátonyi, in corso di stampa.
14
Cfr. G. Piacentini, L’universo e l’uomo nel “Liber divinorum operum” di Ildegarda di Bingen,
«Rivista di Filosofia Neo-scolastica», 94 (2002), pp. 195-236.
L’ANTROPOLOGIA COSMICA DI HILDEGARD VON BINGEN 147
Et Deus omnes creaturas illi [all’uomo] dedit, quatenus virili vi eas penetraret,
quoniam illas scivit et cognovit. Nam ipse homo creatura est, et spiramen vite in
eo est, quod finem vite non habet16.
Io sono la razionalità col suo vento che è il verbo risonante, attraverso il quale
ogni creatura è stata fatta; e in tutte le cose ho immesso il mio soffio, così che
nessuna di esse nel proprio genere sia mortale, perché io sono la vita […]. E
poiché Dio è razionale, come potrebbe avvenire che non operasse, dal momen-
to che tutta la sua opera giunge a perfetta fioritura nell’uomo, che ha fatto a
sua immagine e somiglianza, ponendo in esso secondo misura il sigillo di tut-
te le creature? Fin dall’eternità il volere di Dio fu che l’opera sua, cioè l’uomo,
fosse fatta; e quando ebbe compiuto questa sua opera le affidò tutte le creatu-
re perché facesse le sue opere con esse come Dio aveva fatto la sua opera, cioè
l’uomo17.
15
Ildegarda di Bingen, Il libro delle opere divine, quarta visione della prima parte, p. 377.
16
Beate Hildegardis Cause et cure, II, 85, righe 4-5, ed. cit., p. 76.
17
Ildegarda di Bingen, Il libro delle opere divine, I, 1, 2, pp. 139-141
148 ALESSANDRO GHISALBERTI
18
Cfr. ibi, I, 4, 105; pp. 621-663. Vedi anche le corrispondenti note fatte dalle curatrici.
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la carne degli animali con quattro zampe, eccetto i malati molto gravi;
inoltre chiedeva ai monaci di osservare i periodi di digiuno (almeno la
metà dei giorni di un anno, distribuiti nelle varie cadenze liturgiche) ri-
ducendo il cibo, le bevande, il sonno, le conversazioni e il divertimento.
Hildegard è sempre molto riservata nel dare notizie circa la prassi ali-
mentare propria e delle sue monache; ritorna tuttavia insistente nei suoi
scritti l’invito a seguire una linea equilibrata, la giusta misura tra ingor-
digia e astinenza: l’astinenza esagerata dal cibo indebolisce l’uomo, lo
secca; lo stesso vale per l’astinenza severa dalla vita sessuale, perché «in
tutto l’anima ama la misura discreta».
19
Hildegardis Bingensis Epistolarium, ep. 23 (CCCM 91), 61-66, 64-65.
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rumina sempre il Verbo di Dio, ricercando con totale devozione l’amplesso con
Cristo ardendo d’amore, dimenticando la fragilità che nell’uomo contrassegna
l’ardore dell’incendio stante la concupiscenza della carne, ma, unendosi al solo
uomo che non fu mai toccato dal peccato, resta nell’unione senza alcuna con-
cupiscenza carnale, sempre con lui fiorendo nel giubilo delle nozze regali20 .
20
Hildegardis Scivias, III, visio VIII, c. 16 (CCCM, 43A), pp. 501-503: «Spiritus Sanctus
symphonizat in tabernaculo virginitatis: quoniam ipsa Verbum Dei semper ruminat, quo-
modo possit Christum amplexari cum omni devotione, ardens in eius amore» (p. 503).
L’ANTROPOLOGIA COSMICA DI HILDEGARD VON BINGEN 151
21
Hildegardis Bingensis Liber vite meritorum, pars quinta, c. XLI, p. 246. Molte ripetizio-
ni dello stesso assunto nei capitoli successivi dell’opera (pp. 247, 249, 251, 254, 259, 286).
22
Ibi, pars sexta, c. XLV, p. 292.
23
Cfr. J.-L. Chretien, L’indimenticabile e l’insperabile, tr. it. di D. Iannotta, Assisi 2008.
152 ALESSANDRO GHISALBERTI
24
Ildegarda di Bingen, Il libro delle opere divine, quarta visione della prima parte, c. LXXV,
p. 521.
25
Ibi, quarta visione della prima parte, c. CV, p. 641
26
Hildegardis Scivias, protestificatio, ed. cit., p. 5; cfr.: «Hec, que interioribus oculis
vides et interioribus auribus anime percipis, stabili scripture ad utilitatem hominum com-
menda» (Ildegarda di Bingen, Il libro delle opere divine, Prologo, p. 131).