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GUNKI MONOGATARI

Poemi tramandati oralmente, specie dai Biwa Houshi, monaci buddhisti spesso ciechi che cantavano
ballate sulla lotta fra Taira e Minamoto, accompagnandosi con il Biwa. Inizialmente il pubblico era solo
cortese, poi si allargò al popolo. Erano composti in versi (tradizionale alternanza di 5-7-5 ecc.). Quando la
produzione si dedicò anche popolo, però, i testi subirono variazioni e divennero più lunghi per andare
incontro alle richieste del pubblico. Dunque abbiamo varie versioni di ogni Gunki.
Due caratteristiche dei Gunki: preferenza per il tono tragico, per il momento della caduta e della disgrazia
dei personaggi (in linea con l’atmosfera dell’epoca), importanza capitale data alle descrizioni di battaglie
e specialmente ai dettagli di armi e armature.
Pur essendo una produzione tipica del periodo Kamakura, i primi Gunki risalgono al periodo Heian, ad
esempio il Masakado Ki descrive le vicende di Taira no Masakado. (Nel 935 sconfigge tutti i nobili ribelli e riceve
in sogno l’apparizione del dio Hachiman che promette di renderlo imperatore. Masakado ci crede, si rivolta contro il sovrano, ma il dio si
scorda di lui e il nostro eroe ci rimette le penne.)

I veri Gunki, comunque, iniziano in età kamakura. I primi sono lo Hougen Monogatari (i racconti del
periodo Hougen) e lo Heigi monogatari (idem). Entrambi furono scritti fra il 1220 e il 1240. Lo Heigi è
il seguito dello Hougen. Entrambi trattano degli scontri fra i clan Taira e Minamoto.

HOUGEN
L’argomento principale è la guerra scoppiata quando l’imperatore Sutoku si ribella al fratello e pone sul
trono il figlio. Sutoku riceve aiuto da Minamoto no Tameyoshi e Minamoto no Tametomo.
Quest’ultimo incarna il mito dell’arciere formidabile, dotato di un arco lungo più di due metri, che solo
lui è in grado di tendere. Dopo la prima sconfitta, Tametomo subirà il taglio dei polsi di modo che non
possa più adoperare il suo formidabile arco.
HEIGI MONOGATARI
Tratta delle guerre scoppiate quando Go Shirakawa abdica in favore del figlio, l’imperatore Nijou. In
questo quadro storico troviamo Taira no Kyomori descritto come un eroe salvatore dell’impero che ha
ottenuto grandi incarichi di conseguenza. Compare anche Minamoto no Yoshitomo, capitano della
cavalleria imperiale, che viene descritto con tinte negative, come se non fosse all’altezza del suo rango.
Yoshitomo entra in combutta con Fujiwara no Nobuyori e, approfittando dell’assenza di Kyomori
(protettore dell’impero) rapisce l’imperatore Nijou insieme al padre Go Shirakawa. Kyomori torna,
libera tutti, uccide Nobuyori e Yoshitomo. Un certo rilievo è dato a Tokiwa, la concubina di Yoshitomo,
che fugge insieme coi suoi tre figli. Tokiwa si concede a Kyomori pur di salvare la vita dei figli di
Yoshitomo. Questi ultimi non vengono uccisi, ma Yoritomo viene affidato al clan degli Hojou, a
Kamakura, mentre Youshitsune e suo fratello vengono chiusi nel convento di Kurama, dove apprendono
le arti militari. Vent’anni dopo i fratelli si ribellano ai Taira, eliminandoli.
HEIKE MONOGATARI
Ritenuto il migliore dei Gunki e uno dei capolavori della letteratura giapponese, descrive le vicende
storiche dei Taira. È il secondo monogatari per importanza dopo il Genji. La paternità dell’opera è
dubbia.
Fra i personaggi principali abbiamo Kyomori, che però viene presentato come un uomo violento, spietato
e ossessionato dalla vendetta. Fa da contraltare suo figlio, Shigemori, che qui rappresenta l’ideale del
saggio confuciano, in grado di far ragionare il padre. Ma quando Shigemori muore, nessuno può più
fermare le pulsioni distruttive del padre.
Il background filosofico è buddhista. L’argomento principale del testo è la caduta dei Taira e il concetto
che ricorre nell’opera è il Mujo, l’impermanenza, la caducità dei fenomeni, delle glorie terrene e
specialmente del potere. I primi versi sono molto famosi: “il rintocco della campana di Gion suona l'eco
dell'impermanenza di tutte le cose. Gli arroganti svaniranno come sogni in una notte di primavera, i
coraggiosi andranno via come polvere al vento”.
Importanti sono le figure femminili, fra cui guerriere come Tomoe, figlia di una balia di Minamoto no
Yoshinaka. Si innamora di quest’ultimo, ma per la diversa estrazione sociale non dichiara il suo amore e
diventa una donna guerriero.
Kenrei Mon In, invece, è la figlia di Taira no Kyomori. Si fa monaca e tenta di condurre a pentimento il
padre per i peccati da lui commessi. Quest’ultimo rifiuta e sarà dannato. Grazie al personaggio di Kenrei
Mon possediamo molte informazioni sul monachesimo femminile.
Lo Heike viene classificato come Gunki, ma i contenuti sono ibridi ed estremamente eterogenei. Si parla
di Gunki poiché si tratta di un poema in versi il cui tema è la guerra, ma le vicende sono romanzate e per
questo si parla anche di Monogatari. Per via dei contenuti storicamente dettagliati, l’opera sfocia nel nel
kikou (cronache), infine vi troviamo lettere, editti e documenti storici.
GENPEI SEISUKI
Probabilmente un tardo ampliamento dello Heike, di cui condivide buona parte dei contenuti; dunque
opera di minor interesse. Rimasto nella storia della letteratura giapponese più che altro perché fu
erroneamente ritenuto la versione originale dello Heike.

GIKOU MONOGATARI
Narrativa di imitazione classica, rievocata nostalgicamente come una perduta età dell’oro. Sono testi che
imitano il Genji Monogatari, all’epoca numerosissimi, oggi perlopiù perduti.
SUMYOSHI MONOGATARI
Si colloca nel filone delle storie di matrigne. Parla di un consigliere che ha due mogli. La prima moglie
muore e rimane sua figlia, che si chiama Himegimi. Viene affidata alle cure della matrigna, che la tratta
male per favorire le proprie figlie. In particolar modo le impedisce di sposare il giovane generale di cui è
innamorata e la fa rapire da un anziano, detestabile funzionario di corte che vuole sposarla. Himegimi
scappa a Sumyoushi per rifugiarsi nel convento in cui vive la sua balia, fattasi monaca. Per intercessione
della dea Kannon, il giovane ufficiale ritrova Himegimi, i due possono coronare il proprio sogno d’amore
e punire la matrigna cattiva, umiliata e ridotta in miseria.
Un’opera con questo titolo era citata nel Genji Monogatari, ma nel testo che ci è giunto scorgiamo segni
inequivocabili dell’età Kamakura: strutture sociali diverse, grande importanza data al rapporto signore-
vassallo, un sentimento religioso di tipo nuovo, più drammatico e intenso, uso di vocaboli che all’epoca
non esistevano. Si pensa che il Sumyoushi menzionato nel Genji sia un’opera del periodo Heian che poi
andò persa e riscritta in età Kamakura. In alternativa è possibile che il testo del sumyoushi sia stato
trasmesso oralmente e sono in epoca Kamakura messo per iscritto, con tutte le influenze del nuovo
periodo.
MUMYOU ZOUSHI (“quaderni senza nome”)
Raro e importante esempio di critica letteraria dedicata ai Monogatari di epoca classica, pur con una
cornice narrativa.
Protagonista è un’anziana che trova rifugio in una casa diroccata sul monte Higashi, vicino Kyoto. Qui
incontra alcune donne che discutono di Monogatari, offrendo le proprie opinioni sulle opere, gli stili ecc.
Grazie al Mumyou Zoushi sappiamo quali criteri stabilivano il valore di un’opera. Per queste donne il
monogatari aveva valore se era in grado di commuovere, di provocare sentimenti di pietà, invidia (nei
confronti dei protagonisti) e stupore. Secondo le protagoniste dell’opera, l’unico testo che esprime l’intera
gamma di canoni estetici del genere è, ovviamente, il Genji Monogatari.
LETTERATURA ANEDDOTICA O SETSUWA MONOGATARI
Sono i racconti con morale buddhista. Erano opere trasmesse oralmente e poi messe per iscritto. I
Setsuwa prevedevano un narratore e un uditore (a causa della propria origine orale), ma non prevedevano
un autore poiché erano anonimi.
UJI SHUUI MONOGATARI
A differenza degli altri Setsuwa nacque da subito in forma scritta.
Dello Ujishuui abbiamo diverse versioni, di lunghezza che va da due a ben tredici maki. Molto materiale
è tratto dal Konjaku Monogatari, seppur riscritto.
Nello Ujishuui, come nel Konjaku, ci sono storie ambientate in India, Cina e Giappone, però a differenza
del Konjaku, lo Ujishuui non ha struttura ripartita sulla base della provenienza geografica. Lo Ujishuui è
diviso invece in coppie di racconti che trattano lo stesso tema: miracoli dei santi, fondazione dei templi,
storie di redenzione, storie di fantasmi e demoni, di animali che manifestano sentimenti umani ecc. La
peculiarità dello stile dello Ujishuu è l’enfasi posta, per la prima volta, sull’aspetto umoristico dei vari
episodi e anche sul lato goffo dei personaggi.
Famoso è il racconto del taglialegna che ha un bubbone enorme sulla fronte. Un giorno si reca nel bosco e
sente voci provenienti da un tronco. Sbirciando, viene catturato da demoni che lo costringono ad
intrattenerlo. Lui riesce a divertirli e in cambio gli Oni gli tolgono il porro. Un collega invidioso si reca
nello stesso posto, col risultato che oltre al proprio porro si becca pure quello dell’altro. Morale: non
essere invidiosi delle fortune altrui.
KARAMONOGATARI
Raccolta di racconti ambientati in Cina (Kara).
HOSHINSHUU (“raccolta per l’illuminazione”)
È una raccolta di centodue storie il cui obiettivo principale è ispirare il lettore all’autocontrollo e
all’autodeterminazione. Si tratta dunque di una raccolta di sermoni e parabole su temi buddhisti, che
mettono in risalto l’importanza del distacco dai desideri mondani e dai legami familiari. Tutte le storie
sono ambientate in Giappone.
SHASEKI SHUU (“raccolta di sabbia e sassolini”)
Opera del monaco Mujuu Ichien, che partì dal tendai e passò poi allo zen. Ad ogni modo la sua raccolta
comprende racconti ispirati a tutte le tradizioni buddhiste giapponesi: storie Tendai, storie Shingon, storie
Jodou e storie Zen. Il primo maki tratta dell’honji suijaku, la teoria con cui i primi monaci buddhisti
giapponesi vinsero le resistenze degli shintoisti, affermando che i Kami (gli dèi) fossero manifestazioni
del buddha. L’opera venne creata per spiegare tale dottrina al popolo.

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