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venerdì 12 agosto 2022

Lezione 8

- Stiamo ancora parlando di Soseki e abbiamo accennato qualcosa relativamente alla sua
prima opere ov vero ‘’ la sua maestà qui’ presente è un gatto’’. Era stato progettato per
essere incluso in un solo capitolo,ma in seguito per l’enorme successo ne scriverà altri e
infatti una delle critiche principali che gli vengono mosse è che si tratta di un opera
troppo lunga e satura di ripetizioni.

- Il protagonista è un gatto che viene adottato quando era un cucciolo dalla famiglia del
professore Starnuto, chiaro alter ego dell’autore. L’inizio dell'o pera vede il gatto
protagonista in una atmosfera quasi disneyana dove il gatto ha a che fare con il gatto
dei vicini,particolarmente prepotente. Viene attaccato dai topi in piena no ttte ed è
particolarmente divertente il suo osservare gli esseri umani e a un punto di vista
animale. Si meraviglia non solo di alcuni loro aspetti sici ma anche caratteriali. Man
mano che procediamo nell’opera praticamente il gatto si ritira dalla scena e diventa
come una telecamera che ‘’riprende quello che av viene.

- Uno dei personaggi principali è il ‘’professor ubriacone, con il quale il protagonista ha


tutta una serie di discorsi e scambi culturali di livello abbastanza alto. Tutto ciò è sempre
arricchito da una forte componente ironica tant’è che l’autore coglie l’occasione per auto
deridersi e per dire che non è capace di fare nulla. Cerca di diventare tutto ma alla ne
non conclude nulla e Il professor ubriacone è un critico spietato di tutti i suoi tentativi
artistici. È un buontempone che non fa altro che prendere in giro lui e tutto il resto
dell’umanità.

- Opera vicina questa e dello stesso periodo è ‘’ bocchan’’. Il signorino è tipicamente


giapponese per via del suo ottimismo,della sua mancanza di arroganza e
meschinità ,nella sua simpatia e innocenza. È un pera schietta e ingenua del primo
periodo. Nel 1906, periodo di una intensa fase creativa della sua carriera, Soseki scrive
il suo romanzo poetico più noto ov vero ‘’1906, Kusamakura (草枕, Guanciale d'e rba).

- Kusa vuol dire erba e makura vuol dire guanciale. Era il termine ce veniva usato per
indicare i poeti e gli autori itineranti che dormivano lungo la strada durante i loro
vagabondaggi per trovare ispirazione per le loro poesie. Lo stesso Soseki lo de nisce un
romanzo Haiku ov vero un romanzo-poesia. Troviamo esaltazione della bellezza
tradizionale giapponese in contrasto con l’invasione della civiltà occidentale. In questo

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romanzo viene dichiarata la sua preferenza per la poesia di alcuni autori cinesi rispetto
a quelli inglesi. Il protagonista-pittori però non emula stili cinesi ma bensì quelli
occidentali. Dipinge a olio. Soseki non è il protagonista della storia anche se alcuni
elementi sono basati su sue reali esperienze di vita mentre era alle terme. Il disgusto del
protagonista per l'Occidente richiama alla mente quello da lui provato durante il suo
soggiorno a Londra.

- Anche se soseki si rivolge sempre spiritualmente al passato della Cina e del giappone le sue
opere non hanno molti punti di contatto con la letteratura tradizionale nipponica. È
molto più vicino agli scrittori occidentali tanto criticati.

- Questa opera rappresenta lo sforzo più cosciente dell’autore di adottare tecniche


letterarie tradizionali. Ciò nonostante non si dedicò ulteriormente alla esplorazione di
tale dominio letterario da lui preannunciato. Si tira indietro e decide di dedicarsi a opere
di stile drammatico.

- In seguito decise che i suoi lavori avrebbero dovuto trattare della vita e della morte e
questa decisione conferì ai suoi lavori una grande intensità tale intensità gli procurò
l’ammirazione di molti lettori ma fece anche si’ che una sorta di poesie si perdesse nelle
sue opere.

- Accensiamo qualcosa circa ‘’ 1908, Yumejūya (夢十夜, Dieci notti di sogni)‘’. Si comincia
già a vedere l’in uenza della psicoanalisi che stava entrando in Giappone e che di li’ a poco
sarebbe diventata molto più conosciuta.

- Sono per la maggior parte incubi. Il terzo in particolare è un incubo terribile di un bambino
cieco sulle sue spalle che lo conduce in un posto dve 100 anni prima il protagonista aveva
ucciso il bambino che era suo. Soseki non ha mai spiegato le ragioni che lo hanno spinto a
raccontarci questi sogni, i quali tuttavia rimangono una preziosa chiave di lettura del
suo subconscio.

- Sempre del 1908 è Sanshirō (三四郎), la storia di un giovane che va a studiare a Tokyo
dalla campagna e del suo amore fallimentare per Mineko. È anche la storia del cinismo di
Hirota e della gura di mineko che simboleggia il Giappone in una fase di gran
cambiamento. Sanshiro è il primo romanzo di una prima trilogia . Soseki è famoso per due
trilogie in particolare.

- La prima comprende: Sanshiro,Sorekara e mon.

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- La seconda invece: Higan sugi made ,Kōjin e Kokoro, l’opera per cui è conosciuto di più in
assoluto.

- Sanshiro parla di un giovane che viene dalla campagna e con molta probabilità alter-ego
dell’autore. Viene a Tokyo per studiare e già sul treno su cui si trova compierà alcune
esperienze, conoscerà il professor Hirotà ,ritenuto un alter ego adultero di soseki, il quale
lo metterà in guardia dalle dif coltà e pericoli della megalopoli verso la quale si sta
recando. Soseki sfrutta sempre i romanzi per avanzare una critica sociale. Questultima
per esempio coinvolge la tradizione tout-court ,il progressismo e la modernizzazione
cieca. Lui sostiene una modernizzazione più moderata,si lamenta del capitalismo nonché
della infatuazione di molti giapponesi per gli occidentali. Hirota si lamenta, per
esempio,del fatto che gli studenti credono solo ai docenti occidentali.

- Una volta arrivato a Tokyo Sanshiro è immerso nella megalopoli dove farà varie
esperienze e conoscerà mineko , affascinante e giovane studentessa più grande di lui che
rappresenta un personaggio affascinante anche da un mero punto di vista sensuale.
Stiamo parlando di un autore che non si dedica particolarmente alla descrizione di donne
affascinanti. Nonostante fosse progressista le donne hanno sempre un ruolo di secondo
piano .In Kawabata hanno una funzione estetica mentre in soseki non solo non la
troviamo ma le donne hanno una semplice funzione di secondo piano che rientra
perfettamente nei ranghi dell’epoca. Sono mogli e danzato ma non esprimevano la loro
opinione. Mineko invece rappresentava un cambiamento della condizione femminile
ancora in corso. Sanshiro farà spesso riferimento a lei quando si troverà in dif coltà.

- Il nale è molto deprimente ,non succede qualcosa di altamente drammatico,tuttavia


Sanshiro scopre che mineko era in realtà già danzata e sul punto di sposarsi,ma glielo
aveva sempre tenuto nascosto. La scena nale li vede entrambi in un parco publico dove
Sanshiro osserva le nuvole , sentendosi ormai totalmente perso. Le sue ultime parole sono
‘’Pecorella smarrita’’.

- È considerato della critica , l’opera più bella in senso moderno proprio perchè dotato di un
nale aperto e fondamentalmente un romanzo MINIMALISTA dove non troviamo
elementi drammatici in senso stretto bensì altri che si accumulano caratterizzando non
solo il protagonista ma anche l’epoca in cui vive.

- Sorekara: troviamo un Sanshiro cresciuto. Il Protagonista Dasuke è travagliato e si trova


in una società che non lo comprende in quanto laureato in lettere e scrittore. La società
del tempo voleva scienziati,dottori e av vocati. Lui era considerato inutile e vive la
classica contraddizione del L’intellettuale che non riesce a integrarsi nella società

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dell’epoca Meiji. Un altro elemento fondamentale riguarda il ‘’sankaku Kankei’’ ov vero il
rapporto triangolare. Ci sono due uomini e una donna e c’è sempre l’innamora mento di una
donna magari già sposata o promessa a qualcuno. In questo caso era la moglie di un suo
amico con la quale cera stata un relazione in passato seppur non cosi profonda. Oltre i
problemi che ha nel suo inserimento nella società deve affrontare non poche vicissitudini
sentimentali. Vorrebbe parlare con il marito di lei che va su tutte le furie. Alla ne va a
trovare il padre per cercare conforto ma lui ha una reazione terribile. Mette di fronte
all’altro un esponente dell’epoca Meiji e uno dell’epoca Tokugawa. Il padre era molto
anziano. Il sentimento non c’entra nulla in confronto a regole da rispettare.

- L’ultimo ov vero Mon , ha il titolo che indica il portale di accesso a un tempio parla
dell’esperienza di un protagonista che con la compagna va a vivere in una zona dove poi
scoprono che abita l’ex di lei. Questa presenza diventa un po’ ingombrante e si accumula
dentro il protagonista insieme ad altri problemi di ordine psicologico. Av verte un enorme
senso di inutilità nei confronti della vita e questa depressione da cui è affetto lo spinge a
cercare di risolvere il problema andando in un monastero zen. Anche soseki aveva vissuto
una esperienza simile. Il protagonista però ne esce non guarito.

- Quasi tutte le opere di soseki hanno come protagonisti gli intellettuali ma qui il
protagonista è un semplice impiegato,la cui psiche e attitudini non erano proprie della sua
classe sociale.

- Passiamo alla seconda trilogia.


- Parleremo solo di Kokoro. È molto vicina alle opere occidentali. È un dramma forte e ben
costruito che va al di là delle connotazioni culturali. Tratta delle sensazioni internet e
all’uomo mentre in Kawabata abbiamo un rapporto più diretto con la tradizione. È un
romanzo che si svolge su due piani narrativi. Appare come un romanzo nello stile
autobiogra co

- Abbiamo due protagonisti tra l’io narrante che coincide con lo studente . La prima parte
si. Intitola 私と先生 e tratta del rapporto che si crea tra il giovane studente

protagonista e il professore, estremamente colto e affascinante di cui il protagonista si


innamora.

- La seconda parte si intitola ‘’ il testamento del professore‘’. Qui il protagonista diventa il


sensei ma siccome il sensei parla anche della sua adolescenza si rischia di confondere i due
personaggi. Il romanzo si apre con il protagonista giovane Che si trova su una spiaggia di
Kamaura dove si era recato con un suo amico per trascorrere le vacanze estive. l’amico

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viene richiamato a casa per un matrimonio. Combinato e l’altro studente rimane solo.
Vede il sensei per la prima volta e non l’avrebbe notato se non fosse stato seduto vicino a
un Gaijin americano. Li spia e in una situazione particolare riesce a conoscere il
sensei,conoscenza che verra portata avanti a Tokyo nchè i due non diventeranno amici.

- L’amicizia risulta possible perchè il ragazzo è maturo e ama molto la cultura. Dal canto
suo il docente ha una grande capacità di comunicare con le persone più giovani ed è molto
aperto. Il ragazz rimane estasiato dai loro discorsi ma ha la sensazione che con lui può
solo parlare no a un certo punto. Il sensei si chiude nel momento in cui gli argomenti
diventano più profondi e intimi. Più ci av viciniamo ai nostri idoli e più la vernice dorata
sembra più non essere di oro può. Lo studente diventa una sorta di detective. Una sera
incontra la moglie che gli dice che era andato in un cimitero.

- Viene richiamato a casa. C’è un altro elemento importante che riguarda il rapporto del
giovane protagonista con il padre biologico. Soseki mette in evidenza come lui si sia
innamorato a tal punto del sensei da averlo trasformato in un padre elettivo. Il padre
biologico , per quanto gli voglia ben, è una persona incolta e grezza. Sta molto male e
durante questo ritorno a cassa riceve una lettera dal sensei che leggera durante il
viaggio di ritorno a Tokyo. Parlava della vita di sensei e di sue esperienze passate,anche
del periodo di quando era studenti. Ricordiamo in particolare K-san che era
profondamente religioso,sta studiando per diventare prete scintoista e crede che il
Giappone possa essere salvato dalle forze della meditazione.

- Viene fuori l’elemento scatenante del dramma , ov vero la famiglia della proprietaria
della pensione dove alloggiano. Sensei se ne innamora subito. Quando ritorna la sera a
casa,trova k-san ancora sveglio a studiare. Una sera quest'ultima appare distrutto.
Parla con sensei dicendogli che aveva sempre pensato che la sua vita dovesse essere solo
dedicata lo religione e alla coltivazione della sfera spirituale ,ma aveva iniziato a
sentirsi in pieno subbuglio in quanto si era innamorato della stessa ragazza con cui sensei
stava uscendo.

- Soseki dice che non ci s può dare di nessuno e nemmeno di sè stessi. Il sensei dovrebbe
essere felice per k-san che nalmente inizia a provare un sentimento positivo nei
confronti di altri ambiti della vita ma quando capisce che sono innamorati dell stessa
donna non sa come agire. È molto contento di essersi tolto di mezzo un rivale. K-san alla
ne si suiciderà e sensei da quel momento si sente divorato dal senso di colpa. Lo studi di
libri diventano il suo narcotico per non pensare a quello che aveva fatto. Aveva sposato
proprio quella donna, ma nessuno aveva mai saputo di questo dramma e lo studente era il

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primo . Sensei gli dice che quando lui sarebbe arrivato a Tokyo ,lui sarebbe già morto
perché aveva deciso di suicidarsi. Sentiva di non riuscire a liberarsi di questo peso e che
quella società non faceva per lui. Quello che si porta dietro è cosi’ pesante che non riesce
più a vivere.

- Si tratta del libro più forte e potente di soseki. Troviamo di nuovo l'incapacità da parte di
un essere umano di trovare una giusta collocazione nella società,il triangolo amoroso e
l’impossibilità di darsi nemmeno di sè stessi.
- 1916, Meian (明暗, Luce e oscurità): si tratta dell’ultimo romanzo che viene lasciato
incompiuto proprio nell’anno della sua morte. Molti critici dicono che anche se lo è, si
tratta del suo massimo capolavoro. Tanizaki nel 1920, ne parla in termini ‘’ di un
prodotto dell’intelligenza e della tecnica dell’autore e non della vita reale. È frutto del
suo sforzo nale.
- È un opera dif cile,dove si trova la sintesi della conoscenza dell’autore. Soseki è morto
molto da giovane, a 45 anni. Comprende psicoanalisi,Shakespeare ed è di dif cile
approccio. Keene dice che soseki è stato uno dei più grandi scrittori dell’epoca Meiji ma
non dimentichiamo che si tratta di un grande poeta. I suoi kanshi sono di una armonia e
pace ritrovata incredibile che non troviamo mai nei suoi romanzi. È come se fosse l’ultimo
saluto che vuole lasciarci.

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