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giovedì 14 ottobre 2021

Lezione 3

Eravamo rimasti all’arrivo dei cimbri e dei teutoni. Queste sono le prime tribù germaniche di
cui abbiamo notizie storiche . Queste due tribù entrano nella storia nel 112 D.C quando si
scontrano con i romani. I cimbri e i teutoni scontrano con i romani in nordico, sulle alpi
orientali. Sorprendentemente ne escono vincitori. Per fortuna dei romani dopo questa
vittoria, decidono di non scendere nella pianura padana come sarebbe stato logico fare ma
decidono di dirigersi verso ovest,più precisamente verso la gallia. Non erano consapevoli del
territorio in cui si muovevano. Si muovono verso ovest e nel tragitto si uniscono anche
alcune tribù galliche che vedono nel loro arrivo un ottima opportunità per affrancarsi
dall’influenza romana.

Quindi giungono in gallia (nel momento storico del quale parliamo la gallia era solo
parzialmente controllata dai romani. La gallia meridionale , l’attuale Provenza, era sotto
controllo romano da circa un secolo. Tutta la restante parte settentrionale era ancora
libera.) I romani dopo la sconfitta nel nordico raccolgono un nuovo esercito e lo inviano ad
affrontare i cimbri e i teutoni in gallia. Questo esercito insegue nemici fino à bordeaux e quì
ancora una volta i romani subiscono un umiliante sconfitta. Tutti i legionari vengono fatti
prigionieri e rilasciati solamente dopo il pagamento di un ingente riscatto. Dopo questa
seconda disfatta i romani iniziano a preoccuparsi mentre il re dei cimbri ,giovane e
ambizioso, intuisce che forse scendere in Italia e attaccare direttamente Roma era
possibile.. Raccoglie la sua gente che ammontava numericamente a oltre 100.000 persone e
inizia a dirigersi verso le alpi. I romani intuendo le sue intenzioni preparano un terzo
esercito affidandolo al comando di due generali che nutrivano un antipatia reciproca :
cepione e Manlio massimo. Questo terzo esercito incontra cimbri e teutoni nella località di
arausio. Proprio per la mancanza di coordinazione tra i due condottieri romani Cimbri e
teutoni ottengono una terza vittoria molto eclatante.

‘’Terrore cimbrico’’ e ‘’furore teutonico’’ si riferiscono alla foga guerriera con la quale i
germani affrontavano le battaglie e che per i romani rappresentava qualcosa di
impressionante. Dopo la vittoria di arausio cimbri e i teutoni si trovano la strada spianata
per l’Italia. Ma ancora una volta accade qualcosa di incomprensibile. Invece di dirigersi
verso Roma i cimbri rimangono in gallia a fare bottino e i teutoni si dirigono verso la
Spagna. Questo da ai romani il tempo di riorganizzarsi. Visto che la faccenda si fa seria
decidono di affidare la difesa a un generale di provata esperienza. Gaio Mario riorganizza

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l’esercito imponendo una disciplina ferrea e un addestramento massacrante. I soldati di
Mario erano chiamati immuni mariani per la durezza dell’addestramento che affrontavano.
Riorganizzato l’esercito Mario va ad affrontare i teutoni in gallia. Con una mossa molto
astuta aspetta che teutoni e cimbri si separino. Quando i teutoni tornano i cimbri decidono
di spostarsi verso est per entrare in Italia mentre i teutoni entreranno attraverso le alpi
marittime. Mario riesce a prevenire tale mossa,affrontando i cimbri quando questi ultimi
si trovano ancora in gallia e più precisamente nella località di Aquae Sextiae. Si tratta di
una battaglia spettacolare . Svetonio ci dice che i teutoni avevano una formazione a
quadrato, il cui lato misurava ben 6 km. Ma Mario li mette in fuga e li sconfigge. I germani
andavano in battaglia portandosi appresso le donne che assistevano al combattimento
facendo il tifo. Quando le donne dei teutoni si accorgono che la battaglia è persa prendono le
armi e uccidono i fuggitivi per poi uccidere sè stesse, in modo da non cadere prigioniere del
nemico.

- Dopo aver sconfitto i Teutoni, Mario va ad affrontare i cimbri che erano entrati nella
pianura padana da nord-est. L’esercito di Mario e i cimbri si incontrano a Vercelli nella
località fiammata campi ralli. Qui Mario riesce a sconfiggere anche i cimbri e a salvare
Roma. In tutto ciò i cimbri hanno inviato ripetutamente ambasciate ai romani con
proposte concilianti. Si sono offerti varie volte di mettersi al servizio di Roma come
mercenari perché a loro interessava trovare una sistemazione vantaggiosa. I romani
rifiutano ogni volta.

- C’erano in quegli anni altri conflitti accesi con numerose popolazioni italiche, i quali
sarebbero poi sfociati nella guerra sociale. L’arrivo dei cimbri e dei teutoni da ai romani
consapevolezza del fatto che in nord Europa esiste una realtà tecnico-culturale distinta
da quella celtica. Esistono i GERMANI. I germani entrano nella storia. Fino a questo
momento l’arcinemico dei romani erano stati i celti e i galli contro i quali i romani
stavano lentamente,ma stabilmente, prendendo il soprav vento. I romani erano
determinati a sbarazzarsi dei galli ma è chiaro che una volta neutralizzati questi ultimi
lo scontro con i germani sarebbe diventato inevitabile. Questo perché Roma per via del
modello economico sul quale si basa ha bisogno di espandersi continuamente da un punto
di vista territoriale. Le conquiste sono fondamentali per il sostentamento stesso di
Roma in quanto garantiscono l’afflusso di manodopera e di materie prime.

- L'arrivo dei cimbri e dei teutoni coincide approssimativamente con le prime tracce scritte
in una lingua germanica. Roma e l’Italia in generale era molto ben alfabetizzata. In
Europa meridionale la scrittura era una pratica conosciuta da secoli e ampiamente

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diffusa. Si scriveva in greco ed etrusco,in latino e nelle lingue italiche. I germani invece
non conoscevano la scrittura prima di incontrare i romani. I romani quando sconfissero i
cimbri e i teutoni cosa fecero? Un collaborazionista è più utile di un morto. Il nemico
sconfitto non va ammazzato può essere reso schiavo e quindi lo si fa adorare oppure può
essere arruolato. Lo si fa combattere nell’esercito. Guerrieri cimbri sconfitti furono
arruolati come ausiliari nell’esercito romano. Gli ausiliari erano reparti specializzai in
particolari modi di combattere.

- Così si fece anche per i cimbri e i teutoni. Alcuni furono ridotti in schiavitu e altri furono
appunto arruolati come ausiliari. In questo modo nel primo secondo D.C abbiamo la prima
testimonianza scritta in lingua germanica ov vero una iscrizione in un alfabeto nord-
italico presente su un elmo ritrovato poi in Austria.

- Questa iscrizione recita :

Cosa può voler dire? Heer designa specificamente la massa dei combattenti e delle loro mogli
e figli che si mettono in viaggio verso la battaglia.

Come funzionano i composti nelle lingue germaniche? Secondo un meccanismo diverso da


quello delle lingue romanze. Teiva lo abbiamo invece nell’inglese Tuesday, che vuol dire
martedì. Si tratta del giorno del dio della guerra e della legge nelle antiche religioni
germaniche. Si tratta di un dativo .

Abbiamo visto come i germani entrano nella storia. Entrare nella storia in questo caso v
inteso come l’azione di lasciare testimonianze scritte della propria esistenza. Senza
scrittura non vi può essere in alcun modo la storia.

Con l’entrata dei germani nella storia possiamo farci un idea di come parlavano e del
rapporto che esisteva tra le loro lingue e dialetti e tutte le alte lingue indoeuropee.
Parlavano una lingua indoeuropea. Una lingua indoeuropea che presentava importanti
differenziazioni rispetto ala matrice linguistica comune. Erano differenziazioni così
caratteristiche che ci portano a includere tutte le lingue che le presentano in una sola
famiglia, quella germanica appunto.

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Quali sono le caratteristiche fondamentali delle lingue germaniche?

1) ormai sappiamo che le lingue germaniche sono lingue indoeuropee. Tutte queste lingue
derivano dal protoindoeuropeo. Sappiamo anche che confrontando tutte queste lingue
siamo in grado di ricostruire induttivamente questo protoindoeuropeo. Com’era fatto il
protoindoeuropeo?

2) Partiamo dalla fonologia. Partiamo dalle consonanti. L’indoeuropeo aveva tre serie di
occlusive disposte su 4 luoghi di articolazione.

Parliamo di occlusive sorde, di occlusive sonore e di occlusive sonore aspirate.

Queste occlusive sonore potevano essere


realizzate in luogo labiale,dentale,velare
e labiovelare. L’occlusiva è una consonate
realizzata con occlusione del cavo orale, a
cui segue un rilascio d’aria improv viso che
genera una sorta di schiocco
caratteristiche. La differenza tra le
sorde e le sonore consiste nella presenza di vibrazione delle corde vocali.

Nelle sonore aspirale la glottide vibra e fruscia allo stesso tempo.

Queste consonanti sono forme ricostruire. Le la bio velari sono accompagnate da un


contemporaneo arrotondamento delle labbra.

Queste sono le occlusive indoeuropee. L’indoeuropeo aveva anche una sibilante,la ‘’*s’’.

L’indoeuropeo possedeva anche una classe di fonemi che potevano fungere a seconda del
contesto sia da vocali , sia da consonanti. Potevano reggere la sillaba,esserne l’apice o
appoggiarsi a delle vocali come delle consonanti. Questi particolari fonemi sono detti
sonanti.

*ulkos vuol dire lupo in indoeuropeo.questa u h un


semicerchio sottoscritto il che sta a significare
che funge da consonante e non ha un valore
sillabico. La o invece regge la sillaba. La liquida fa
sillaba s sè. Il cerchio sotto la l vuol dire che la

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liquida a funzione sillabica. Il semicerchio sotto la u o sotto la i vuol dire che entrambe
possono avere funzione consonantica.

Adesso passiamo alle vocali. L’indoeuropeo possiede due vocali


ov vero la ‘’*e’’ e la ‘’*o’’. Queste sono le vocali fondamentali
dell’indoeuropeo. La ‘’*a’’ in indoeuropeo esiste ma è estremamente rara e perlopiù risulta da
sviluppi secondari o la si trova in prestiti, ov vero parole prese da altre lingue.

Abbiamo un’altra vocale secondaria ( non fanno parte del inventario fonetico originario
dell’indoeuropeo). Si tratta di una vocale centrale indistinta, ov vero lo schwa.

Proviamo a parlare un po’ in indoeuropeo . Le vocali come in latino ad eccezione della schwa
potevano essere sia lunghe che brevi. Una vocale lunga ha una durata doppia rispetto ad
una breve. È una distinzione che nell’italiano moderno non esiste più. In inglese invece esiste
ancora.

Vuol dire padre.

Vuol dire fratello .

Vuol dire sorella.

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Lettura della favola in indoeuropeo della pecora e dei cavallini Wikipedia.

Su una collina una pecora senza lana guardava dei cavalli. (Il verbo tendenzialmente si
trova al fondo come in latino). Uno che percorreva una via impervida,uno che portava un
grande peso e uno che porta un uomo velocemente.

Questo è l’inventario fonetico che oggi si ritiene plausibile per il protoindoeuropeo.

Abbiamo parlato di una cerchia nordica che mantiene una continuità praticamente
indisturbata per tutto il primo millennio A.C fino all’arrivo dei cimbri e dei teutoni. I
germani per tutto questo periodo vivono in relativa quiete e il germanico inizia a
differenziarsi dell’indoeuropeo, assumendo la sua fisionomia peculiare di lingua autonoma e
distinta. In questo periodo viene interessato da una serie di innovazioni e mutamenti che
finiranno per distinguerlo in maniera saliente e inconfondibile dalle altre lingue indoeuropee.

Il più importante di questi mutamenti è la cosiddetta prima mutazione consonantica.

Nel differenziarsi e nell’evolversi dal protoindoeuropeo il germanico introduce una serie di


mutamenti estremamente radicali e regolari al sistema delle occlusive. Sottopone le
occlusive indoeuropee a una caratteristica ristrutturazione. Le occlusive indoeuropee sono
faticose da pronunciare. È un sistema molto dispendioso in termini di energia articolatoria.

I fonemi in una lingua devono avere proprietà distintive. Devono essere chiaramente
distinguibili l’uno dall’altro per permettere una comunicazione efficiente. Nelle occlusive
indoeuropee tale distintività esiste ed è anche abbastanza chiara. La ‘’ *p’’ non è la ‘’*b’’.
Una è sorda e l’altra è sonora. La sonorità distingue le due.

La sonora aspirata a sua volta si distingue dalla sorda e dalla sonora per il tratto più
aspirato. Ogni occlusiva della serie è chiaramente distinta dalle altre per mezzo di almeno
un coefficiente articolatorio.

Il sistema funziona a quale prezzo? A un prezzo alto in termini di energia articolatoria. Una
sonora è più faticosa da pronunciare di una sorda. Una sonora aspirata è probabilmente la
consonante più faticosa di tutte da pronunciare. Cosa si può fare? Si può rendere questo
sistema meno dispendioso in termini energetici salvaguardandone l’efficenza?

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Se io prendo le sonore aspirate ed le trasformo in sorde aspirate mi risparmio la fatica di
aggiungerci la sonorità. Il sistema non perde efficienza.

La sorda aspirata ph si distingue dalla sorda semplice per il tratto più aspirato e dalla
sonora per i tratto più sonoro dii quest'ultima.

Anche il germanico in un primo momento alleggerisce il sistema assorbendo le sonore


aspirate. Ma non si limita a ciò. OCCLUSIVA SORDA ASPIRATA. Anticipa ciò che avrebbe fatto
il greco. La sorda aspirata può essere trasformata in una fricativa sonora.

Il sistema continua a funzionare. Introduce una fricativa sorda al posto dell’occlusiva sorda
per risparmiare ulteriormente energia.

Posso fare qualcos’altro per alleggerire ulteriormente lo sforzo di questo sistema? Posso
assorbire l’occlusiva sonora e farla diventare sorda.

In questo modo io ho mantenuto l’efficenza del sistema perché continuo ad avere una serie di
tre occlusive chiaramente distinte tra loro ma contemporaneamente ho reso tale sistema
molto meno dispendioso in termini di energia articolatoria.

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L’indoeuropeo possiede tre serie di occlusive disposto su 4 luoghi articolatori. In germanico le
occlusive sorde diventano fricative sorde, le occlusive sonore diventano occlusive sorde, le
occlusive sorde aspirate diventano fricative sonore.

Cominciamo a dare un occhiata alle vocali. L’indoeuropeo possiede di base due vocali come
abbiamo detto che possono essere brevi oppure lunghe.

Che succede a queste vocali in germanico? La ‘’*o’’ va incontro a un doppio esito a seconda
della lunghezza se la ‘’*o’’ è breve diventa una a . Se è lunga rimane una ‘’*o’’.

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La a se è breve rimane tale,invece se è lunga diventa una ‘’o’’

Allo schwa cosa capita? Diventa a in germanico.

La ‘’e’’ lunga si mantiene come tale,ma in germanico la chiamiamo ‘’e lunga prima’’.

La ‘’e breve’’ può avere un doppio esito. Può diventare una i oppure può rimanere una a
seconda della vocale che la segue. Subisce l’influsso della vocale che si trova nella sillaba
successiva. Se c’è una vocale chiusa la ‘’e breve’’ si chiude e diventa una i. Se nella sillaba
successiva la vocale è aperta, allora la e non si chiude e rimane tale.

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