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EPIGONI DEL GENJI MONOGATARI

TORIKAEBAYA MONOGATARI
Datazione e autore sono dubbi. Bizzarra trama a tema di scambio dei generi sessuali: fratello e sorella si
comportano come se il maschio fosse una femmina e la femmina un maschio. (Il titolo significa “ah, se
solo potessi scambiarli”, espressione usata dal padre dei fanciulli). Il padre lascia che il figlio maschio si
vesta da donna, che la figlia femmina si vesta da uomo e che entrambi vengano educati come tali. La
componente LGTB finisce qua: le inclinazioni dei figli vengono “risolte” tramite un sogno del ministro,
in cui viene spiegato che il comportamento dei figli era causato da un maleficio. Dopo questo sogno i
ragazzi prendono a comportarsi come persone del proprio sesso. A lungo ignorato per la bizzarria del
tema, è stato rivalutato in tempi recenti.
HEICHUU MONOGATARI
Anche quest’opera è anonima. Si tratta una serie di aneddoti legati ad alcuni versi poetici. L’opera non
venne apprezzata subito, ma fu rivalutata nei secoli successivi. Il protagonista, Heichuu, divenne il
prototipo di falso uomo di mondo, che si atteggia da donnaiolo ma fa cilecca, l’amante goffo e
piagnucolone.
ZUIHITSU
È un genere letterario che fiorisce tra l’epoca Heian e il periodo medievale. Zuihitsu significa “seguire il
pennello”. Si tratta di una composizione intima, in cui trovano posto parti di diario, riflessioni personali,
aneddoti e descrizioni di luoghi ed eventi: una sorta di zibaldone. La prima e più importante opera del
genere è il Makura no Soushi.
MAKURA NO SOUSHI
È una raccolta di 300 episodi. L’autrice è Sei Shonagon, di cui sappiamo poco, neppure il nome (Sei
Shonagon è uno pseudonimo). Il padre era un poeta esperto di composizione in lingua cinese. Ciò che
rese l’autrice nota socialmente fu il suo ingresso tra le dame di corte dell’imperatrice Teishi.
L’imperatrice Teishi morì di parto nell’anno 1000; dopo la sua morte si perdono le tracce di Sei
Shonagon, che forse cadde in terribile miseria. Viene citata, in termini poco lusinghieri, nel diario di
Murasaki (si dice che le due fossero rivali).
In epoca Heian Soushi indicava la carta con cui si scrivevano le note. Makura invece significa “cuscino”.
Per questo, il titolo in italiano è “Le note del guanciale”. In realtà all’epoca “Makura” indicava un luogo
sicuro, appartato e accessibile, il luogo in cui l’autrice teneva le carte.
Quest’opera divenne un manuale per gli Utamakura, le descrizioni associate a luoghi celebri, e veniva
consultata quando si componeva poesia. Numerosi componimenti in versi riprendono le immagini
descritte da Sei.
L’opera non godette di vasta popolarità in epoca Heian e fu presto dimenticata. Fu riscoperta solo in
epoche successive, in particolare in epoca Edo, grazie ai Kokugakusha.
All’interno del testo sono contenute continue esaltazioni e parole di encomio per l’imperatrice Teishi, e
perciò si pensa che l’opera sia stata scritta su commissione, con intenti di propaganda politica. Il
contenuto, in effetti, è quasi eccessivamente idilliaco e ignora totalmente i contrasti e i segni di crisi
dell’epoca, a cui invece Murasaki Shikibu è molto sensibile. Tuttavia la straordinaria qualità letteraria
delle descrizioni e la sensibilità dell’autrice ne fanno un classico della letteratura giapponese.
REKISHI MONOGATARI (racconti storici)
EIGA MONOGATARI
I “racconti di splendore”, mai tradotto in italiano. Probabile autrice è Akazome Emo. Il tema centrale è la
storia dei Fujiwara, nello specifico di Michinaga, colui che condusse la famiglia all’apice della potenza,
dipinto come padre affettuoso ma anche uomo di “grandioso splendore” (eiga), in altre parole totalmente
idealizzato. Non dimentichiamo che nei suoi diari Murasaki l’aveva tratteggiato come un ubriacone.
OKAGAMI (grande specchio). Descrive circa 167 anni di storia e non ha paternità certa. Il centro della
trama è occupato dalle vicende storiche di Fujiwara no Michinaga, ma Michinaga non è idealizzato e
glorioso come nello Eiga: l’autore mette in risalto il suo lato oscuro, la sua natura violenta. Il titolo trae
ispirazione dalla tradizione storiografica cinese, in particolar modo da Sima Qian, che paragona la storia
ad uno specchio in cui l’uomo possa veder riflessa la propria esistenza
L’Okagami è scritto in forma di dialogo fra due ultracentenari; i due hanno visto tutto e raccontano la
storia ai giovani in un dialogo continuo con il pubblico (rispondono alle loro domande).
Il testo ha grandi meriti, fra cui il nuovo modo di intendere e scrivere opere storiografiche: non è un’opera
commissionata da una precisa fazione politica, inoltre è scritta in kana e lingua parlata, dunque accessibile
a tutti. Innovativa è anche la struttura dialogica.
IMAKAGAMI MONOGATARI
Continua la narrazione del precedente testo di altri 145 anni. Anche lo Imakagami presenta una struttura
dialogica, ma il protagonista-narratore è una donna, la nipote di Youtsugi.

SETSUWA MONOGATARI
Sono raccolte aneddotiche di ispirazione buddhista, compilate con finalità didattiche e morali. La maggior
parte degli aneddoti venne tramandata oralmente di padre in figlio e scritta solo quando la discendenza si
esauriva.
KONJAKU MONOGATARI
Mai tradotto in italiano. Si tratta di una raccolta di circa 1000 racconti appartenenti a tre differenti
tradizioni: racconti di origine indiana, racconti di origine cinese e racconti autoctoni (la maggior parte).
Tema centrale dell’opera è il buddhismo e la sua evoluzione. Lo scopo era offrire insegnamenti ad un
pubblico di analfabeti (i racconti erano letti in pubblico ad alta voce). I Setsuwa narrano la vita al di fuori
della corte e le credenze della gente comune. Nel Konjaku Monogatari (“presente e passato”, perché il
racconto inizia con la formula ima wa mukashi “ti dico adesso una cosa antica”) tutte le provincie del
Giappone vengono rappresentate e anche tutte le categorie sociali divengono protagoniste. Non solo la
corte, ma anche il popolo.
L’opera fungeva anche da manuale per la composizione di sermoni, quindi segue la struttura tipica dei
sermoni, con un proverbio o massima finale il cui scopo era avvicinare l’uditore alla dottrina.
L’ambientazione frequentemente un luogo in prossimità dei templi.

Stile: ibrido sino-giapponese, con onomatopee e locuzioni colloquiali. Tuttavia ci sono molti ideogrammi,
il che fa pensare che il testo venisse recitato oralmente.
Le storie seguono tre filoni: 1) Lodi per il potere di Buddha e di alcuni monaci, 2) colpe degli uomini e
conseguenze (karma), 3) buone azioni degli uomini. Abbiamo la prima apparizione dei guerrieri in
un’opera letteraria, facendo da tramite fra la produzione cortese (es. Genji) e la produzione dei racconti
guerreschi del medioevo (come lo Heike).

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