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Nel campo della letteratura generale si sviluppano riflessioni sui testi letterari in generale, dunque
sulla letteratura in sé.
Le tre questioni più rilevanti in quest’ambito sono la geno-morfologia, la tematologia e la questione
del canone.
LA GENO-MORFOLOGIA
I GENERI
I generi sono modelli di istituzione letteraria, in quanto si affermano come modello di riferimento a
partire da autori come Joyce.
In quanto istituzioni, i generi fungono da modello per il singolo scrittore, che può decidere se
seguirlo alla lettera o apportarvi modifiche più o meno radicali.
Se un autore decide di seguire il modello così com’è, è un “minore”, si pensi ad esempio ad autori
come Franco Sacchetti e Masuccio Salernitano, che imitarono il modello di Boccaccio scrivendo
novelle a carattere comico, mentre un autore come Matteo Bandello, che modificò il modello
inserendo l’elemento tragico e cruento, divenne un autore “maggiore”, proprio in virtù delle
modifiche che ha apportato al modello standard.
Le regole rispettate o modificate dagli autori rendono i generi dei modelli di lettura, in quanto
modellano le aspettative di lettura e la ricezione da parte dei lettori, determinando così il successo o
l’insuccesso del libro.
I generi infine sono modelli di classificazione della letteratura, in quanto incidono sulle scelte del
pubblico.
LE FORME
Le forme non sono altro che le singole componenti dei generi: il tipo di narrazione, il ritmo, la
prolessi, gli stili etc.
Gli studi comparatistici sulle forme vertono soprattutto la lingua e i suoi suoni, le strutture narrative
e lo stile.
Lo studio dei suoni è stato affrontato per primo da alcuni formalisti russi, che hanno analizzato le
forme metriche, ritmiche sintattiche e strutturali dei testi poetici e in prosa.
In particolare Osip Brik riflette sul ritmo dei testi poetici come portatore di una semantica, e
definisce il verso come un’unità ritmico-sintattica che coniuga l’emozione musicale del ritmo alla
razionalità verbale della sintassi.
La Tematologia è lo studio dei temi, ossia degli aspetti contenutistici del testo.
Lo studio dei temi affronta questioni riguardanti temi e motivi, miti e topoi.
I temi sono elementi astratti, riconducibili a elementi ricorrenti: i motivi.
I miti sono contenuti narrativi incentrati su una specifica figura o vicenda, oggetto di molteplici
versioni.
I topoi sono complessi tematici consolidati dalla tradizione culturale, pertanto sono luoghi comuni
della letteratura.
I TEMI E I MOTIVI
I temi universali sono molto frequenti e sono gli affetti e i sentimenti umani, le problematiche
capitali esistenziali, gli ambienti naturali, i contesti sociourbani etc.
I temi particolari riguardano la vita specifica di un autore o di una determinata epoca, ad esempio
l’adulterio, diffuso nella società borghese dell’Ottocento, si ritrova di frequente nei romanzi di
quell’epoca, come Madame Bovary di Flaubert e Anna Karenina di Tolstoj.
A differenza dei temi, che sono contenuti astratti, i miti sono contenuti narrativi.
Ogni mito è un racconto che si presenta nelle opere letterarie in varie versioni.
La Comparatistica prende in esame le diverse versioni del mito nella branca della “mitocritica”.
Il contenuto del mito ha due funzioni: esplicativa ed esemplare.
Esplicativa perché fornisce spiegazioni che trasmettono un certo sapere sul mondo.
Esemplare perché racconta le vicende di personaggi che rappresentano l’intera umanità, le sue
condizioni e le sue qualità.
La funzione esplicativa del mito trova un esempio nelle rappresentazioni dell’età dell’oro,
ambientate in un’ epoca remota e perfetta, in cui gli uomini vivevano serenamente e non
conoscevano né morte, né malattie né guerre.
All’età dell’ oro segue la corruzione della storia e la nostalgia per il paradiso perduto.
I TOPOI
I topoi sono complessi tematici che, tramandati a lungo attraverso la tradizione letteraria, sono
diventati luoghi comuni ricorrenti nelle opere della letteratura.
In epoca medievale sono stati tramandati elementi del mondo latino, data la scarsa conoscenza di
quello greco, tant’è che il filologo tedesco Ernst Robert Curtius lo ha definito “Medioevo latino”.
Curtius sostiene che l’identità letteraria europea trova le sue radici nel medioevo latino, in cui sono
stati tramandati i topoi, originariamente usati dagli oratori per sviluppare i propri discorsi.
Di conseguenza la retorica divenne una delle sette arti che formavano l’intellettuale medievale, che
si serviva di essi per comporre testi scritti.
Un esempio lampante di topos è l’invocazione alle Muse, che fin dall’età omerica ha caratterizzato
le opere degli autori antichi e medievali, come Dante nella Divina Commedia, che pur essendo un
poema cristiano, ricorre all’invocazione di divinità pagane.
In tutti i topoi si riconosce quindi un’identità letteraria e culturale, percepita come patrimonio
dell’umanità.
IL CANONE
Il Canone Letterario è una sorta di selezione degli autori e delle opere migliori, che costituiscono un
indice dei classici della letteratura.
Il canone può essere nazionale, cioè riferirsi alla letteratura di una singola nazione, oppure
sovranazionale, e quindi essere oggetto di studio della Comparatistica.
Fino agli anni Sessanta negli Stati Uniti il canone letterario sovranazionale si basava su un insieme
di opere letterarie europee e americane note col nome di Great Books.
Negli ultimi tempi invece è stato istituito l’indice dei classici della letteratura mondiale, i World
Masterpieces, considerati classici universali per il loro alto valore culturale ed educativo.
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