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LA LETTERATURA GENERALE

Nel campo della letteratura generale si sviluppano riflessioni sui testi letterari in generale, dunque
sulla letteratura in sé.
Le tre questioni più rilevanti in quest’ambito sono la geno-morfologia, la tematologia e la questione
del canone.

LA GENO-MORFOLOGIA

La geno-morfologia letteraria è lo studio dei generi e delle forme.


I generi sono i modelli organizzativi dei contenuti letterari, le forme sono le componenti dei modelli
stessi.
La geno-morfologia letteraria è stata oggetto di studio della Scuola Americana.

I GENERI

Il termine “Genere”, come suggerisce il legame etimologico, indica la “famiglia” di appartenenza di


un certo testo letterario.
I generi sono modelli storici, in quanto cambiano durante il tempo e si evolvono continuamente.
Si pensi ad esempio al genere della novella, che si sviluppa tra il Trecento e il Seicento con autori
come Boccaccio, Chaucer e Cervantes, i cui racconti sono divertenti e celano una morale nascosta.
Nel Settecento, con autori come Voltaire, la novella diventa un genere filosofico in cui si esplicita la
speculazione del filosofo, mentre nell’Ottocento, con Hawthorne, Poe, Gogol, Gautier etc. essa ha
una trama inquietante e irrazionale che non intende dimostrare nulla, e infine nel Novecento, con
Joyce, è quasi priva di trama e si concentra sulla coscienza dei personaggi, che raggiunge il suo
culmine nelle epifanie.

I generi sono modelli di istituzione letteraria, in quanto si affermano come modello di riferimento a
partire da autori come Joyce.
In quanto istituzioni, i generi fungono da modello per il singolo scrittore, che può decidere se
seguirlo alla lettera o apportarvi modifiche più o meno radicali.
Se un autore decide di seguire il modello così com’è, è un “minore”, si pensi ad esempio ad autori
come Franco Sacchetti e Masuccio Salernitano, che imitarono il modello di Boccaccio scrivendo
novelle a carattere comico, mentre un autore come Matteo Bandello, che modificò il modello
inserendo l’elemento tragico e cruento, divenne un autore “maggiore”, proprio in virtù delle
modifiche che ha apportato al modello standard.

Le regole rispettate o modificate dagli autori rendono i generi dei modelli di lettura, in quanto
modellano le aspettative di lettura e la ricezione da parte dei lettori, determinando così il successo o
l’insuccesso del libro.

I generi infine sono modelli di classificazione della letteratura, in quanto incidono sulle scelte del
pubblico.
LE FORME
Le forme non sono altro che le singole componenti dei generi: il tipo di narrazione, il ritmo, la
prolessi, gli stili etc.
Gli studi comparatistici sulle forme vertono soprattutto la lingua e i suoi suoni, le strutture narrative
e lo stile.
Lo studio dei suoni è stato affrontato per primo da alcuni formalisti russi, che hanno analizzato le
forme metriche, ritmiche sintattiche e strutturali dei testi poetici e in prosa.
In particolare Osip Brik riflette sul ritmo dei testi poetici come portatore di una semantica, e
definisce il verso come un’unità ritmico-sintattica che coniuga l’emozione musicale del ritmo alla
razionalità verbale della sintassi.

Le questioni riguardanti le strutture narrative affrontano soprattutto la distinzione tra fabula e


intreccio, ossia l’ordine cronologico degli eventi e ‘ordine narrativo in cui vengono raccontati.
I due ordini spesso non coincidono, come nel caso dell’Odissea, in cui prima si narra il naufragio di
Ulisse sull’isola dei Feaci, e poi si raccontano tutte le sue vicende passate con un lungo flashback.

Le questioni riguardanti lo stile si concentrano negli studi di Leo Spitzer.


Spitzer afferma che lo stile di un testo consista in una serie di deviazioni rispetto alla norma
linguistica comune, dovute alla personalità dell’autore che lo ha composto.
Lo stile di un autore quindi deriverebbe dalle sue esperienze biografiche e di studio.
Secondo Eric Auerbach esiste una teoria di separazione degli stili: alla rappresentazione di vicende
e personaggi nobili corrisponde uno stile alto e ricercato, e alla rappresentazione della realtà
corrisponde uno stile basso, umile e colloquiale.
LA TEMATOLOGIA

La Tematologia è lo studio dei temi, ossia degli aspetti contenutistici del testo.
Lo studio dei temi affronta questioni riguardanti temi e motivi, miti e topoi.
I temi sono elementi astratti, riconducibili a elementi ricorrenti: i motivi.
I miti sono contenuti narrativi incentrati su una specifica figura o vicenda, oggetto di molteplici
versioni.
I topoi sono complessi tematici consolidati dalla tradizione culturale, pertanto sono luoghi comuni
della letteratura.

I TEMI E I MOTIVI

Il tema, poiché tende ad essere astratto, si compone di elementi concreti: i motivi.


Il motivo è un oggetto, una situazione o un evento che ricorre frequentemente nel testo,
associandosi al tema.
Lo studio comparato dei temi riguarda l’analisi di motivi e simboli appartenenti non ad una sola
letteratura nazionale, ma a più letterature e più epoche.
I temi possono essere di tre tipi: i temi universali, i temi particolari e i temi simbolici.

I temi universali sono molto frequenti e sono gli affetti e i sentimenti umani, le problematiche
capitali esistenziali, gli ambienti naturali, i contesti sociourbani etc.

I temi particolari riguardano la vita specifica di un autore o di una determinata epoca, ad esempio
l’adulterio, diffuso nella società borghese dell’Ottocento, si ritrova di frequente nei romanzi di
quell’epoca, come Madame Bovary di Flaubert e Anna Karenina di Tolstoj.

I temi simbolici infine, sono temi associati a un simbolo.


I simboli sono elementi dotati di forza visiva, ricchissimi di implicazioni inconsce e culturali.
Ad esempio i simboli circolari rappresentano l’ordine e la perfezione, e quindi il cerchio, soprattutto
nella poesia romantica dell’Ottocento, diventa il simbolo dell’intimità del poeta, la quale costituisce
un cosmo perfetto a sé stante.
L’io e il mondo si confondono e si mescolano nel simbolo del cerchio cosmico romantico.
Un altro esempio di simbolo è il colore bianco, da sempre associato al vuoto, all’angoscia e
all’insensatezza.
In Moby Dick di Melville, la balena bianca diventa il simbolo delle ossessioni e dell’angoscia
esistenziale del protagonista, che dedica tutta la sua vita, priva di senso, alla caccia di questa balena.
I MITI

A differenza dei temi, che sono contenuti astratti, i miti sono contenuti narrativi.
Ogni mito è un racconto che si presenta nelle opere letterarie in varie versioni.
La Comparatistica prende in esame le diverse versioni del mito nella branca della “mitocritica”.
Il contenuto del mito ha due funzioni: esplicativa ed esemplare.
Esplicativa perché fornisce spiegazioni che trasmettono un certo sapere sul mondo.
Esemplare perché racconta le vicende di personaggi che rappresentano l’intera umanità, le sue
condizioni e le sue qualità.
La funzione esplicativa del mito trova un esempio nelle rappresentazioni dell’età dell’oro,
ambientate in un’ epoca remota e perfetta, in cui gli uomini vivevano serenamente e non
conoscevano né morte, né malattie né guerre.
All’età dell’ oro segue la corruzione della storia e la nostalgia per il paradiso perduto.

I TOPOI

I topoi sono complessi tematici che, tramandati a lungo attraverso la tradizione letteraria, sono
diventati luoghi comuni ricorrenti nelle opere della letteratura.
In epoca medievale sono stati tramandati elementi del mondo latino, data la scarsa conoscenza di
quello greco, tant’è che il filologo tedesco Ernst Robert Curtius lo ha definito “Medioevo latino”.
Curtius sostiene che l’identità letteraria europea trova le sue radici nel medioevo latino, in cui sono
stati tramandati i topoi, originariamente usati dagli oratori per sviluppare i propri discorsi.
Di conseguenza la retorica divenne una delle sette arti che formavano l’intellettuale medievale, che
si serviva di essi per comporre testi scritti.
Un esempio lampante di topos è l’invocazione alle Muse, che fin dall’età omerica ha caratterizzato
le opere degli autori antichi e medievali, come Dante nella Divina Commedia, che pur essendo un
poema cristiano, ricorre all’invocazione di divinità pagane.
In tutti i topoi si riconosce quindi un’identità letteraria e culturale, percepita come patrimonio
dell’umanità.

IL CANONE

Il Canone Letterario è una sorta di selezione degli autori e delle opere migliori, che costituiscono un
indice dei classici della letteratura.
Il canone può essere nazionale, cioè riferirsi alla letteratura di una singola nazione, oppure
sovranazionale, e quindi essere oggetto di studio della Comparatistica.
Fino agli anni Sessanta negli Stati Uniti il canone letterario sovranazionale si basava su un insieme
di opere letterarie europee e americane note col nome di Great Books.
Negli ultimi tempi invece è stato istituito l’indice dei classici della letteratura mondiale, i World
Masterpieces, considerati classici universali per il loro alto valore culturale ed educativo.
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