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Numero

Erminia è una principessa pagana segretamente innamorata di Tancredi. Ha assistito, dalle mura della città santa,
alla scontro fra il suo amato e Argante e, rimastane angosciata, decise così di uscire dalla città, vestita con le armi
di Clorinda, per raggiungere Tancredi e curarlo. Ma, una volta uscita, viene sorpresa da una pattuglia di crociati e
si dà perciò precipitosamente alla fuga nella foresta. Erminia trema e non riesce a governare le redini del cavallo
che la conduce dove vuole.La fanciulla nonostante sia riuscita a far perdere le sue tracce continua a scappare.
Arrivata al Giordano si ferma. Non necessità ne di cibo ne di acqua in quanto si nutre del proprio dolore e ha sete
solo delle proprie lacrime. Dopo aver dormito tutta la notte, viene svegliata dal canto degli uccelli e le sembra di
sentire una voce che richiami il suo dolore; i suoi lamenti sono interrotti dal suono dei canti e delle zampogne dei
pastori. Si rinfranca e va verso la sorgente sonora dove incontra un anziano pastore con i suoi tre gli. Erminia
chiede loro perchè siano così tranquilli e il pastore le spiega che il ciclone colpisce solamente i potenti
L'anziano pastore racconta che quando era giovane e non possedeva il dono della saggezza e aveva ambizioni di
gloria, decise così di andare lontano dalla città natale e andò a corte. In questo ambiente, pur essendo un
guardiano dei campi, si accorse che vi erano delle persone in me e malvagie. La corte viene quindi concepita come
un luogo dove risiede il male. Nel momento in cui se ne andarono la giovinezza e le ambizioni, il pastore rimpianse
la sua tranquillità.Il pastore e la sua famiglia accolsero Erminia volentieri. La ragazza indossò dei panni e
nonostante non fossero regali, rivelavano la sua nobiltà, che è quindi interiore

Numeri 2 e
Angelica scappa dai cavalieri che sono follemente innamorati di lei, mentre Erminia scappa dai cavalieri che
vogliono ucciderla. Angelica per scapapre usa la sua astuzia e la sua bellezza, la donna viene infatti presentata
come una donna forte e ARiosto ci fa capire che non sarà mai raggiunta. La fuga di Erminia, invece, è drammatica
e Erminia scappa disperatamente senza ragionare e si fa guidare dal suo cavallo, salvandosi per caso. Angelica
ritrova Medoro e se ne innamora, mentre Erminia arriva in un locus amoenus, tra pastori, da dove può solo
pensare all'amato Tancredi, che è innamorato di un'altra donna: Clorinda

Numero 4
In questo passo possiamo parlare di variazione tonale per la contrapposizione tra la vita dei guerrieri e quella dei
pastori. L'anziano pastore infatti nel brano dice che a loro non interessa la guerra e non li tocca. Questa variazione
provoca nel lettore un senso di ambiguità che lo porta da un clima teso e drammatico ad uno idilliaco e
rassicurante

Numero 5 e 6
Le forze centrifughe sono i loni narrativi diversi da quello centrale della guerra cristiana e del poema epico stesso.
Importanti sono quelli dell'amore che ci aiutano a capire meglio le vicende e la personalità di molti personaggi. Il
lone della fuga di Erminia è una semplice fuga di fantasia di Tasso. Rispetto a quelli di Tancredi e Rinaldo, la fuga
di Erminia è un lone pastorale a se stante che non ha ripercussioni sul tema centrale. L'amore invece dei due
soldati è importante per capire gli avvenimenti

Numero 7
Erminia è emblema di Tasso perché come Erminia trova conforto nella vita pastorale, così tasso vorrebbe fare nella
propria vita rifugiandosi nella religione. Entrambi, però, saranno tristi: Erminia perché vive un amore non
corrisposto e Tasso perchè non riuscirà a raggiungere la pace interiore

Numero 8
Il vecchio pastore racconta ad Erminia di come sia fuggito dalla corte, motivo di oppressione, mentre nell’Aminta
ciò che è individuato come causa dello stroncamento della bella età è raf gurato con toni apocalittici, accusatori: è
attuale, si è imposto sugli uomini, le cui vite si son rivestite di formalità, perdendo spontaneità e pienezza vitale. Il
coro invita dunque l’Onore a fuggire da quel luogo in cui non potrebbe mettere radici, per tornare a struggere chi
tanto lo acclama e reclama
Sia nell’Aminta che nella Gerusalemme Liberata la vita pastorale rappresenta un luogo idilliaco, la libertà dalle
formalità. Se, però, il vecchio pastore ce la delinea come una vita quieta, umile, di semplici gesti quotidiani,
nell'Aminta vi è nostalgia nei confronti della vita di corte

Numero 9
Il brano è diviso in tre parti: la fuga di Erminia, l'incontro con i pastori e la sua vita pastorale. Man mano che si
prosegue con la lettura possiamo notare che il ritmo rallenta e diventa più dolce. Infatti la prima parte è
caratterizzata da una narrazione frenetica e angosciante, che si addolcisce con il risveglio di Erminia e il suo
incontro con i pastori e diventa idilliaca nella descrizione della vita pastorale della ragazza

Numero 10
Erminia vive una vita povera. È vestita con una veste povera e un velo e ogni giorno va a pascolare le pecore.
Munge il latte e fa i formaggi. D'estate racconta la sua struggente storia d'amore alle piante che rinfrescano lei e le
pecore

Numero 11
Viola - fuga; arancione - incontro con i pastor
Prima della fuga Erminia è scossa e non capisce cosa sta succedendo. Le uniche cosa che la animano solo la paura
e il dolore. Dopo l'incontro con i pastori rinasce e vive in pace con se stessa e con la natura che la circonda

Numero 12
Erminia spera che un giorno Tancredi, passando per i pascoli dove Erminia sta scrivendo il suo nome sulloe
cortecce degli alberi, si ricordi di lei e pianga sulla sua tomba. Le ultime ottave di questo testo ricorda molto da
vicino "chiare, fresche e dolci acque" di Francesco Petrarca perchè Erminia dice che se Tancredi dovesse passare
di fronte alla sua tomba la potrebbe rimpiangere. Questo compenserebbe l'immensa devozione che ha avuto
Erminia confronti di Tancredi: il suo spirito potrà godere dell'affetto è dell'amore che le è stato privato in vita. Lo
stesso accade per Petrarca che spera che Laura piangerà sulla sua tomba nella foresta dove insieme facevano il
bagno

Numero 13
v. 20 - lagrime, 26 - pianto, 40 - pianto, 41 - piange, 125 - versando da begli occhi, 168 - lagrimette, 176 - piant

Numero 14
Il travestimento, attraverso l’armatura di Clorinda dà a Erminia l’illusione di una falsa identità, più coraggiosa e
spregiudicata, ma non le permette di sfuggire alla sua vera natura, timida, appassionata e smarrita. Le vesti da
pastorella, invece, cercano di nascondere la sua nobiltà, ma, come ci dice anche tasso, non ci riescono. Erminia
cerca nei travestimenti una fuga dalle sue debolezze e dai suoi problemi, non riuscendoci del tutto. Infatti il dolore
per l'amore non corrisposto per Tancredi la perseguiteranno per tutta la vita.

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