Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Le trasformazioni
che ci furono all’interno della rivoluzione si estesero gradualmente in tutta Europa, dando l’avvio ad una
nuova cultura e ad una nuova politica.
Nel 1780 in Francia vi era la società dell’antico regime, dominata dalla disuguaglianza e dall’ingiustizia e
divisa in gerarchie immodificabili: al vertice c’era il re seguito dal primo Stato (il clero), il Secondo Stato (la
nobiltà) e il Terzo Stato (il resto della popolazione). Luigi XIV aveva accentrato nelle sue mani tutto il
potere, anche quello degli Stati generali, relegando i nobili nella reggia di Versailles, dove, impegnati in feste
ed eventi, erano distratti dalla politica. La monarchia aveva capito che lo Stato assoluto poteva mantenersi
soltanto attraverso la limitazione del potere dei nobili, che, tuttavia, continuavano, anche in questo momento,
a non pagare le tasse e ad accedere alle cariche di corte, agli alti gradi dell’esercito e ad essere giudicati da
tribunali speciali. Nelle campagne la nobiltà godeva dei diritti feudali, amministrava la giustizia, riscuoteva
pedaggi su strade e ponti ed esigeva le corvées, prestazioni di lavoro gratuite da parte dei cittadini. Simili
diritti e prestazioni erano riconosciute all’alto clero (vescovi, abati, cardinali), i cui membri però provenivano
da famiglie aristocratiche. Beneficiavano di vaste terre inalienabili, non vendibili né espropriabili. Il basso
clero, invece, di origine plebea, viveva nelle misere parrocchie di campagna. Il Terzo Stato rappresentava il
98% della popolazione francese ed era diviso in tre parti. L’ultima parte era quella del popolo che non aveva
nulla e non godeva di nessun diritto ed era soggetto alle corvées. La piccola borghesia cittadina e agraria
aveva piccoli poderi e botteghe, la grande e media borghesia era formata da azionisti, commercianti,
banchieri, mercanti, notabili, medici … . Era un ceto attivo, vicino alle idee illuministe e che, consapevole
dei propri diritti, voleva avere un’importanza maggiore nella politica francese. Verso la metà del ‘700 il
Terzo Stato comincia ad essere insofferente riguardo ai privilegi di nobiltà e clero.
Nel 1774 diventa re Luigi XVI. Lo Stato aveva molti debiti accumulati per le guerre intraprese da Luigi XIV,
nonostante ci fosse stato il colbertismo, e per la mancanza di preoccupazione da parte di Luigi XV. Il nuovo
sovrano cercò di ridurre le spese a corte e di imporre le tasse al clero, però non ci riuscì. Negli anni Settanta
fu nominato come ministro delle finanze il banchiere Necker, il quale cercò di rimediare alla crisi
diminuendo i costi della corte e abolendo molti uffici superflui, ma quando pubblicò la disastrosa situazione
economica della Francia chiedendo alla nobiltà e al clero di pagare le tasse fu costretto a dimettersi. Per
questo motivo, e anche approfittando del fatto che re Luigi XVI non era un sovrano con un carattere forte, il
Primo e il Secondo Stato, ma in particolare i nobili, chiesero di convocare gli Stati Generali, sia per
mantenere i diritti che avevano acquisito fino a quel momento dal punto di vista fiscale sia per riappropriarsi
nuovamente dei diritti politici.
Il 1 Maggio del 1789 vengono convocati gli Stati generali da Luigi XVI. La situazione della Francia in
questo periodo è complicata e sta attraversando una crisi economica molto forte, non causata semplicemente
da guerre o da enorme dispendio di denaro da parte dei nobili all’interno della Reggia di Versailles, ma
anche per quanto riguarda le difficoltà che si hanno in questo periodo dall’88 all’89, difficoltà relative alla
produzione agricola. A causa del disastroso raccolto del 1788, il costo del frumento aumentò
improvvisamente, raggiungendo un rincaro anche del 100% ed incidente anche chiaramente sul prezzo finale
del pane. Mentre nell’agosto dello stesso anno la tesoreria regia sospendeva i pagamenti ai creditori della
monarchia, si registrarono a Parigi dei tumulti per questo caro vita (aumento del costo della vita). Nel
frattempo comunque all’interno della Francia cominciano ad esserci delle assemblee pubbliche e il Terzo
Stato in particolare, organizzato e gestito da intellettuali del ceto attivo di cui abbiamo parlato prima, scrive i
famosi quaderni di lamentele (Cahiers de doléances) che raccoglievano quelli che erano i bisogni e le
richiesta della società francese, da leggere durante gli Stati Generali e da far presente al sovrano Luigi XVI:
chiedevano una Costituzione per limitare il potere del re, l’abolizione dei privilegi fiscali di clero e nobiltà e
la parità di diritti (nobili e clero giudicati da tribunali diversi).
Il 5 Maggio del 1789 a Versailles ci fu la prima riunione degli Stati Generali, già qui si blocca la discussione
sul come votare: mentre i nobili e il clero volevano votare per ordine, il Terzo Stato chiedeva di votare per
testa. I nobili e il clero si rifiutano e quindi il Terzo stato si separa dagli Stati Generali e si proclama
Assemblea nazionale (5 Giugno 1789). Il clero si unisce al Terzo Stato, mentre la nobiltà continua a
protestare, anche perché il Terzo Stato voleva eliminare tutte quelle prerogative della nobiltà. L’abate Sieyès
scrive in un pamphlet (opuscolo/libretto sarcastico) che cos’è il Terzo Stato: per lui è tutto. Che cos’è finora
il terzo stato nell’ordinamento politico? Nulla, Che cosa chiedeva il Terzo Stato? di diventare qualcosa, di
essere tenuto in considerazione, in quanto è il Terzo Stato che mantiene tutta la vita, tutte le spese della
Francia. Il 9 Luglio 1789 il re Luigi fa chiudere la sala dove i deputati si raccoglievano e l’assemblea si
sposta nella sala della pallacorda, dal nome del gioco simile al tennis che si praticava e giurarono
solennemente di non separarsi se non dopo che la Francia avesse avuto un nuovo ordinamento costituzionale.
Sospinto dalla corte il re dichiarò nulle le decisioni prese dai deputati, ma di fronte alla loro fermezza gli
ordini privilegiati dovettero piegarsi e accettarono di unirsi all’assemblea. Gli Stati Generali cessarono di
esistere e il 9 Luglio 1789 l’Assemblea nazionale diventa assemblea Nazionale Costituente. Sia l’assolutismo
regio che il vecchio sistema politico per ceti venivano così superati. La borghesia aveva ottenuto così una
grande vittoria in cui gli esiti non erano però ancora assicurati. Gli stati generali sono nati sotto questo stato
di tensione e in qualche modo, attraverso questa proclamazione e la nascita dell’assemblea nazionale, che poi
sarà Assemblea nazionale costituente, ottengono una grande vittoria, però gli esiti vanno ancora confermati.
Nel frattempo però il sovrano, l’11 Luglio, fa fluire a Versailles una forte concentrazione di truppe per
sciogliere l’assemblea. La popolazione di Parigi, che già era esasperata per l’aumento del prezzo del pane,
vede nella messa in campo di quest’esercito un complotto aristocratico. Le insurrezioni non erano
programmate ma nascono in maniera molto spontanea. Alla fine istituisce e organizza anche un esercito
chiamata guardia nazionale sotto la guida di La Fayette. La mattina del 14 Luglio 1789 la folla cittadina
prese d’assalto la vecchia fortezza della Bastiglia, che era il cuore di Parigi e il simbolo dell’assolutismo
francese, dove venivano rinchiusi gli oppositori politici e, quindi, la presa della Bastiglia diventa il simbolo
di questa rivoluzione. Il 14 Luglio ha inizio la rivoluzione francese.
Dopo la presa della Bastiglia si forma la Guardia Nazionale che rappresenta la difesa della milizia cittadina
in opposizione a quella del sovrano guidata da La Fayette e il 17 Luglio il re fu costretto a rientrare da
Versailles a Parigi ed a esibire davanti alla folla la coccarda che ha ricevuto: bianca, rossa e blu, emblema
della milizia rivoluzionaria e simbolo dell’alleanza tra popolo e sovrano.
La rivolta, dopo la presa della Bastiglia, comincia a diffondersi nelle campagne, inizia la grande paura, dove
i cittadini assaltano i castelli e bruciano i documenti che stabilizzano i diritti feudali.
Il 4 Agosto 1789 l’Assemblea nazionale costituente proclamò l’abolizione del regime feudale con tutti quelli
che erano i diritti signorili, cioè gli obblighi e le prestazioni che gravavano sui contadini francesi, oramai da
tempo immemorabile. L’essenza dell’antico regime venne giuridicamente scardinata.
Il 26 Agosto 1789 l’Assemblea nazionale costituente emanò la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino.
DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO
Il 26 agosto 1789 l’Assemblea nazionale costituente emanò la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino. Questo era formato da 17 articoli che portarono alla nascita di uno Stato liberale e democratico e
che seguiva il pensiero illuministico. (Libertà della persona, uguaglianza dei cittadini nei confronti della
legge e al fisco, sovranità della nazione e diritto di proprietà).
La dichiarazione fu una conquista di portata universale.
- Gli individui hanno diritti inviolabili
- La sovranità deriva dal popolo
- I poteri sono separati
- Gli uomini sono uguali davanti alla legge
- La libertà di espressione come diritto sacro
- Tutti possono accedere ad ogni impiego
- Le leggi non possono essere retroattive
A seguito dell’emanazione di questa dichiarazione, l’intellettuale Olympe de Gouges scrisse la dichiarazione
dei diritti della donna e della cittadina proponendo l’uguaglianza tra uomo e donna.
CONSEGUENZE
Alcuni ufficiali reali calpestarono la coccarda tricolore portando ad un insurrezione. Il 6 ottobre una folla di
uomini si rivolse contro il sovrano uccidendo chi faceva resistenza e invase gli appartamenti reali. A seguito
di ciò L’assemblea obbligò il re a lasciare Versailles e trasferirsi a Parigi per risolvere i problemi finanziari
dello Stato. Nell’ottobre del 1789 l’assemblea stipulò anche i criteri di attribuzione dei diritti politici,
decisero di assegnare il diritto di voto seguendo il censo (uomini di 25 anni che avevano pagato un imposta
annua pari a tre giornate di lavoro), di conseguenza i poveri non avevano una rappresentanza politica. Inoltre
per essere eletto un uomo doveva pagare 52 lire di imposte (sempre meno persone potevano ottenere il
potere).
LEGGI CONTRO IL CLERO
Vengono soppressi gli ordini religiosi e i loro beni vengono confiscati (questi provvedimenti avevano il
compito di migliorare la condizione economica dello Stato, e grazie a questi soldi si crearono dei titoli
publici con l’interesse del 5%, detti assegnati, che erano garantiti dal valore di beni espropriati ma non messi
in vendita), fu votata la costituzione civile del clero con la quale vescovi e sacerdoti diventano funzionari
dello Stato (i refrattari sono i vescovi che non appoggiavano questa manovra politica, e per questo vennero
perseguitati).
GRUPPI POLITICI DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE
- A destra del presidente gli aristocratici (difensori del mondo passato)
- Al centro i costituzionali (che erano i sostenitori della Rivoluzione)
- A Sinistra coloro che appoggiavano la democrazia e il suffragio universale
Alcuni politici si riunivano nelle società o nei club (antenati dei partiti politici), e i più importanti erano i
giacobini, foglianti e cordiglieri. In questo periodo ebbe una grande diffusione anche la stampa.
- Foglianti (club dei rivoluzionari moderati) erano guidati da Lafayette (generale della guardia nazionale)
- Cordiglieri (club dei rivoluzionari) cercava il consenso dei ceti medi e dei popolari, gli esponenti più
importanti erano Jacques Danton e Marat
- Giacobini formato dall’alta e media borghesia ed erano favorevoli all’alleanza con i ceti popolari,
gli esponenti più importanti erano Bristol e Maximilien Robespierre (capo del partito dal 1790). Essi
assunsero un ruolo di primo piano nelle vicende rivoluzionario grazie a un controllo serrato della vita
politica e alla mobilitazione sociale che seppero alimentare.
LA FUGA DEL RE
Il 21 giugno 1791 la situazione francese andò peggiorando tant’è vero che il re Luigi XVI decise di
fuggire all’estero per rifugiarsi in Lorena, al confine con la Francia, ma il suo tentativo di fuga fu vano
dato che venne riconosciuto e costretto a tornare a Parigi. Dopo questo tentativo di fuga, iniziò a prevalere
la volontà di abbandonare la monarchia a favore della repubblica (partito moderato perse il suo potere). Il
17 luglio 1791 scoppiò a Campo Marte una protesta contro il re per chiederne la destituzione, intervenne
la Guardia nazionale che intervenì con la violenza (strage di Campo di Marte). I moderati dell’assemblea
costituente persero il loro prestigio.
COSTITUZIONE
Il 3 settembre 1791 viene approvata la costituzione francese, secondo cui i cittadini avevano gli stessi
diritti civili, ma non politici. Decisero di dividere il potere (monarchia costituzionale inspirata a
Montesquieu)
- Potere legislativo all’assemblea legislativa, che aveva il compito di controllare l’operato del governo
(eletta ogni 2 anni)
- Potere esecutivo che andava al Re e ai suoi ministri
- Potere Giudiziario ai magistrati eletti dal popolo
La nuova costituzione avrebbe potuto funzionare soltanto se ci fosse stata la collaborazione fra sovrano e
cittadini, ma viste le ultime vicende accadute (fuga del re) le premesse non erano positive.
I cittadini inoltre vennero divisi in:
- Cittadini Attivi che avevano una proprietà e potevano votare
- Cittadini Passivi erano senza proprietà e non potevano votare
Il 12 luglio 1790 fu varata la costituzione civile del clero, con cui i preti diventano funzionari stipendiati
dallo Stato e dovettero giurare fedeltà alla Costituzione. I preti si divisero in preti giurati, che accettarono la
costituzione e preti refrattari che rifiutarono di giurare e essere dipendenti statali.
GUERRA CONTRO L’AUSTRIA
Il 30 settembre 1791 l’Assemblea costituente si scioglie e diventa Assemblea legislativa, che però non riesce
ad imporre il proprio potere.
Alcuni nobili che erano fuggiti dalla Francia, come anche il re avevano chiesto un appoggio ad altri Stati
europei (Austria e Prussia) per una controrivoluzione, e dato che gli altri sovrani dell’Europa aveva paura
che la rivoluzione si diffondesse oltre i confini della Francia avevano intenzione di fare una guerra
preventiva alla Francia, (sovrano diventa nemico della Francia perché ha chiesto aiuto agli altri Stati contro
la Francia). Però il 20 aprile 1792 la Francia anticipa l’Austria e le dichiara guerra, però i francesi vennero
sconfitti numerose volte.
I Girondini (altro gruppo politico rivoluzionario) erano a favore della guerra con lo scopo di rafforzare la
rivoluzione e di mettere alla prova il re, solo il giacobino Robespierre alla fine si oppose per paura di
vanificare i loro sforzi (aveva paura dell’instaurazione di una dittatura militare). Quindi in questo periodo la
Francia è impegnata sia in conflitti interni che esterni allo Stato.
I Sanculotti (ceti popolari che volevano il suffragio universale), esasperati dal tentativo di fuga del re e dalla
minaccia di un’invasione esterna, decisero di attaccare la residenza del re a Tuileries, che venne sospeso (e
incarcerato con tutta la famiglia) dall’Assemblea legislativa. Iniziò una nuova fase della rivoluzione guidata
dal POPOLO, il re venne rinchiuso con la sua famiglia nel tempio, in attesa di conoscere il suo destino e
quello dei suoi familiari. Ad intervenire fu l’Austria che mandò un ultimatum (Maria Antonietta D’Austria
era sposata on il re Luigi XVI) per cui non dovevano toccare la famiglia reale. Il 10 Agosto l’Assemblea
indice nuove elezione (suffragio universale maschile) e viene eletta la convenzione. I sanculotti (la comune)
prendono il potere e vengono affiancati dall’assemblea legislativa (presieduta dai girondini). La comune
pretese delle misure durissime come l’istituzione di un tribunale criminale straordinario per i delitti contro la
rivoluzione. In questo periodo arrivano a Parigi molti volontari che ricevono delle armi per partecipare alla
guerra e i francesi ottennero u il 20 settembre 1792, una vittoria a Valmy, questa vittoria anche se non molto
importante ridiede forza ai cittadini (fece aumentare il patriottismo).
- Il 20 settembre 1792 i sanculotti assaltarono le prigioni massacrando i detenuti (considerati oppositori della
rivoluzione).
- Il 21 settembre venne abolita la monarchia a favore della repubblica.
- l’ 11 dicembre 1792 iniziò il processo contro il re che venne ghigliottinato il 21 gennaio.
Dopo la vittoria di Valmy la Francia ottenne altre vittorie (liberazione del Belgio, della Savoia e di Nizza).
Lo scopo della rivoluzione ora divenne quello di estendersi oltre i confini della Francia per liberare i popoli
che volevano svincolarsi dalla dittatura dei loro sovrani, ma a questa idea si aggiunge anche l’idea di una
guerra di annessione (Paesi Bassi), in questo momento entra in guerra anche l’Inghilterra che si sente
minacciata nei suoi interessi economici. Nella guerra contro la Francia ora vi erano la Prussia, l’Austria,
l’Inghilterra, la Russia, la Spagna e gli stati Italiani (prima coalizione antifrancese). Così i francesi iniziano a
retrocedere, ed imposero la leva obbligatoria, iniziò allora la Rivolta della Vandea (parte del popolo che non
appoggiava la rivoluzione, ma appoggiava la monarchia, e la religione del passato contro il laicismo
francese), questa rivolta venne soffocata nel sangue. A seguito di questa rivolta ci furono rovesci militari che
portarono alla perdita del potere dei girondini (non avevano saputo affrontare la guerra e non avevano
applicato misure di emergenza per diminuire i prezzi).
Tra il 5 e il 6 aprile 1793 nasce il Comitato di salute pubblica, un organo con poteri eccezionali che prese il
potere esecutivo, questo inviò delle truppe per riconquistare le città ribelli e per contenere l’avanzata delle
truppe nemiche venne indetta una leva di massa e vennero inviati commissari politici che avevano poteri
illimitati, infatti potevano persino sostituire i generali (nel caso non aderissero alla rivoluzione o non
facessero bene il proprio lavoro).
- Il 24 giugno 1793 si ha un ampliamento della Costituzione che vedeva affermarsi il suffragio universale
maschile, il referendum, e il diritto alla sussistenza, al lavoro, all’istruzione e all’insurrezione.
Con la rivolta di Vandea la crisi economica e i rovesci militari causarono la sconfitta dei girondini
che furono accusati dai montagnardi di non aver saputo affrontare la guerra né il carovita, e anche di
non aver voluto accettare le misure di emergenza reclamate proprio dal popolo, come ad esempio il
Calmiere, le requisizioni di guerra oppure il soccorso agli indigenti (alle famiglie dei volontari)
quindi il nuovo governo si pone praticamente in contrasto con il liberismo avuto fino a quel
momento dai girondini. I girondini era una classe dei moderati che volevano mantenere un po' lo
status ed erano in particolar modo borghesi, quindi avevano tutto l'interesse affinché ci fosse il
liberismo; invece, appunto, abbiamo questa controtendenza da parte dei giacobini. La pressione poi
dei sanculotti di Parigi portò i girondini e i montagnardi al punto di rottura, così, nel 1793, una folla
circondò la convenzione e impose l’arresto di 29 deputati girondini i quali ne accettarono
passivamente questa situazione cadendo sotto il controllo dei giacobini. Violavano, cosi, anche
quella che era la sovranità popolare.
A questo punto ci fu per protesta una rivolta federalista di alcune municipalità giacobine che però
furono praticamente ricondotte nuovamente all'ordine attraverso l'invio di un esercito voluto dal
Comitato di salute pubblica. Il potere esecutivo fu affidato ad un governo ristretto di 9 membri: il
Comitato di salute pubblica, che affrontò la rivolta federalista. Per contenere anche l'avanzata
delle truppe cominciò a mettere la leva di massa obbligatoria, furono inviati dei commissari politici
che avevano dei poteri illimitati; questi furono praticamente illimitate e sostituirono i vecchi
generali comandanti delle guardie e questi nuovi soldati comandanti provenivano dalla plebe che
fino a quel momento erano rimasti esclusi da queste cariche più importanti.
La conseguenza di questa svolta giacobina qual è?
E’ che ci fu l'approvazione della Costituzione del 1793, che prevedeva il suffragio universale
maschile, il referendum per l'approvazione delle leggi più importanti, il diritto alla sussistenza, al
lavoro e all'istruzione. Questa Costituzione di fatto non entrò mai in vigore.
Quali erano i valori che Robespierre perseguiva?
Innanzitutto gli eventi in questo periodo precipitarono e la situazione era veramente difficile e
drammatica, soprattutto quando, dopo la sconfitta dei girondini, fu ucciso il cordigliere Marat con
l’intento di vendicare ciò che era accaduto ai girondini; questo delitto fu perpetrato ad opera di
una giovane sostenitrice della monarchia. Questo portò il comitato di salute pubblica a ritenere
che probabilmente era arrivato il momento di avere provvedimenti sereni. Il tutto sarà guidato da
Robespierre. Robespierre diventa il presidente della Convenzione; i valori che esprime Robespierre
sono i valori dell'illuminismo, valori di libertà, di uguaglianza e quello espresso della volontà della
sovranità popolare e quindi della volontà generale dei popoli. Era a favore del popolo e rispettava
le esigenze del popolo e, soprattutto, lui voleva creare una società di piccoli produttori, contadini
artigiani, cercando di regolare, non abolire, la proprietà privata. Era mosso da ideali nobili e di
giustizia che però lo portò poi a cadere subito nel periodo del terrore perché chiaramente la
giustizia in assoluto, quando la si vuol raggiungere, è difficile e poi diventa appunto, come sarà in
seguito, sanguinaria. Per quanto riguarda la sua politica si hanno diverse conseguenze:
- abbiamo una conseguenza economica: cioè tutte le terre espropriate confiscate agli
aristocratici, che erano migrati all’estero, vengono vendute in piccoli lotti e viene
acquistato dai piccoli contadini, che si impegnano poi comunque a ripagare il tutto entro 10
anni. Quindi, si cercava, in questo modo, di avvicinare le masse rurali alla rivoluzione, visto
che, come abbiamo visto a Vandea, in realtà, l'area rurale era lontana da questi ideali
rivoluzionari.
- impose il maximum: cioè il calmiere nazionale sui cereali e anche poi su beni di prima
necessità.
- I ricchi furono assoggettati al pagamento di pesante imposte straordinarie, mentre altri
furono ghigliottinati.
La conseguenza sociale furono le esecuzioni: ci furono tantissime esecuzioni di massa senza
nessun tipo di processo regolare o con processi sommari. Una di queste fu quella della regina
Maria Antonietta, ghigliottinata nell'ottobre del 1793; ma furono giustiziati altri 21 deputati
girondini. A Nantes poi ci furono ancora altre soluzioni sommarie, diciamo che questo periodo fu
veramente il periodo del terrore perché chiunque veniva indicato o denunciato perché contro la
rivoluzione veniva praticamente giustiziato. Poi abbiamo le cause o le conseguenze religiose che
sono, ad esempio, quella degli arrabbiati, che portò a mettere insieme alcuni gruppi radicali, detti
proprio degli arrabbiati, guidati da Herbert. Questi facevano una campagna di scristianizzazione, le
chiese quindi furono chiuse, abolite, edifici di cerimonie cattoliche adibiti ad altro e fu predicato
anche il culto della ragione; ma anche gli arrabbiati vengono perseguitati da Robespierre.
Successivamente c'è anche la riforma del calendario repubblicano e rivoluzionario, che scandiva i
momenti di mesi con il nome delle raccolte: il vendemmia, il ventoso, ecc., domenica e sabato non
c'erano più, eliminati tutti i santi sul calendario. Poi ci sono le conseguenze politiche: l'eliminazione
degli avversari che avviene in maniera sistematica, prima contro gli hebertisti, poi contro gli
arrabbiati, ma sono gli hebertisti poi alla fine che furono processati e giustiziati. Robespierre colpì
anche il indulgenti e , sotto la scure poi della ghigliottina, cadde anche Danton. Finita la fase
repubblicano democratica che va dal 1792 -1794 fondata proprio sull'alleanza tra borghesi e ceti
popolari (sanculotti), comincia il periodo repubblicano moderata dal 1794 fino al 1799, con
l'affermazione della borghesia.
Che cosa accade?
Inizia questo periodo del terrore dove ci sono questi processi sommari e la sconfitta imposta
Vandea ebbe come conseguenza, grazie anche ai giacobini, la sconfitta delle altre potenze
straniere; infatti la dittatura giacobina era legata alla situazione di emergenza in cui versava la
Francia, tuttavia però le vittorie francesi sul fonte belga a Fleur contro gli anglo-olandesi faceva
cadere ogni giustificazione di errore perché ormai la Francia non correva più il rischio di essere
invasa. I deputati della Palude però cominciarono a questo punto a congiurare per tentare di
sbarazzarsi di Robespierre (voi dovete sempre pensare che sto periodo, proprio perché siamo in
un clima di terrore, la politica interna economica non va avanti, perché si ha paura di fare
qualunque cosa di essere denunciati) ed è chiaro che i borghesi premono affinché l'economia della
Francia riprenda, perché con Robespierre è ancora tutto fermo. Pertanto, il 27 luglio del 1794
Robespierre venne accusato un senza neanche un processo e venne ghigliottinato il 27 luglio e con
questo colpo di Stato cominciava l'ultima fase della rivoluzione più moderata e lontana proprio
dagli ideali democratico repubblicani. La struttura giacobina del potere fu smantellata, i deputati
girondini che erano scampati al terrore furono riammessi nella Convenzione, i club giacobini
furono assaliti e si scatenò una caccia contro i montagnardi e i sanculotti che furono giustiziati tutti
in maniera sommaria. Comincia una fase diversa che è quella repubblicano-moderata fino al 1799;
nel giro di pochi mesi si rimise in piedi nuovamente il liberismo economico, quindi fu abolito il
calmiere, venne ripristinata la libertà di commercio, il valore degli assegnati crollo
immediatamente e si affrettò anche a fare trattati di pace con l'Olanda e la Prussia. La guerra,
però, proseguiva ancora con la Gran Bretagna e l'Austria. Nell'agosto del 1795 si approva la
Costituzione dell’anno terzo e fu ripristinato il suffragio censitario limitando quindi da
partecipazione politica dei ceti popolari, non si parlò più di diritti sociali e insieme alla
dichiarazione dei diritti del dell'uomo e del cittadino, ci fu la dichiarazione dei doveri tra cui c'era la
sottomissione alle leggi rispetto alle autorità e alla tutela della proprietà privata. All'interno della
costituzione per evitare l'egemonia di una sola politica fu imposta una divisione dei poteri:
abbiamo il potere legislativo, affidato alle due Camere, il Consiglio dei 500 che presentava le leggi
e il Consiglio degli anziani che approvava le leggi oppure le respingeva. Il potere esecutivo divenne
appannaggio di un Direttorio di 5 membri eletti dal consiglio degli anziani con il compito di
nominare i ministri, poi il potere giudiziario fu affidato alla magistratura elettiva.
Le conseguenze sono l’insurrezione realista e la congiura degli uguali portata avanti da Babeuf, che
voleva abolire la proprietà privata e ridistribuirla in parti uguali. Questa congiura fu sventata e
Babeuf viene ucciso insieme a Buonarroti. Nacquero quindi in questo periodo questi nuovi gruppi
radicali, che furono fermati con l'esercito a cui prese parte anche Napoleone Bonaparte. Dalle
elezioni scaturì una maggioranza monarchica ma i repubblicani riuscirono comunque ad entrare
nel direttorio e quindi finisce questa quest'ultima fase.
Alcuni punti importanti:
- La rivoluzione francese ha portato dei mutamenti epocali non soltanto in Francia.
- Ha segnato la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra quella appunto è lo spartiacque tra l'età
moderna e quella contemporanea.
- Aumentò la partecipazione politica delle persone e creò la consapevolezza del popolo.
- Segnò la nascita dei primi partiti. Nasce subito la divisione di centro, sinistra e destra.
- Lo Stato iniziò ad assistere i cittadini.
- Si allargò il diritto di voto censitario, poi universale, poi nuovamente censitario.
- Si affermò la libertà di stampa.
- Venne riconosciuto il principio dell'uguaglianza.
- Trasformò la guerra in un conflitto di massa, ma sicuramente nacque, qui in questo
momento, il concetto di sovranità nazionale quindi diciamo il senso di appartenenza la
propria nazione.