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RECENSIONE DEL “GLI AMORI DIFFICILI” DI ITALO CALVINO

BEATRICE ESPOSTO IIE

“Tutti siamo destinati agli amori difficili …” per Italo Calvino, scrittore raffinato, sottile conoscitore
della psicologia umana che, mediante la sua eccezionale sensibilità, ci porta ad osservare la nostra
esistenza quotidiana attraverso gli occhi dei suoi personaggi, l’impiegato, la bagnante, due sposi, il
poeta, … .
Quando Calvino, uno dei narratori italiani più importanti del secondo Novecento, dà alle stampe la
sua opera, pubblicata dall’editore Einaudi di Torino nel 1970, ha quarantasette anni e ha già
vissuto la sua esperienza di partigiano e di uomo politico.
Il tema amoroso è alla base di questi racconti, scritti tra il 1949 e il 1967, una serie di “avventure”,
così come le chiama l’autore, che ci dimostrano l’impossibilità di superare la propria solitudine nel
tentativo di raggiungere la persona amata.
Questo volume è diviso in due parti: la prima, intitolata anch’essa “Gli amori difficili”, contiene
tredici novelle, la seconda, dal titolo “ La vita difficile”, comprende due novelle più lunghe;
ambedue hanno come base dei racconti storie di stati d’animo, sensazioni interiori, viaggi verso il
silenzio che domina nella vita dei personaggi.
Sono, per lo più, storie di come una coppia non si incontra e questo sembra essere per l’autore un
elemento essenziale della relazione amorosa; infatti, egli vuole mettere in luce le contraddizioni
che stanno alla base del nostro desiderio di amare e di essere amati.
Si inizia con l’avventura di un soldato, il giovane Tonagra, che si lascia prendere da un desiderio
sessuale verso una vedova che sta viaggiando con lui in treno. Egli si accorge, con stupore, che la
donna ricambia le sue avances e da ciò nasce un breve, ma intenso, rapporto.
A questo episodio seguono le avventure di un bandito, di una bagnante, di un impiegato, di un
fotografo, di un viaggiatore, di un lettore, di un miope, di una moglie, di due sposi, di un poeta, di
uno sciatore, di un automobilista e ognuno di loro compie un viaggio verso la persona amata,
perché spera di trovarla ad attenderlo al termine della propria corsa, esprimendo, con questo
atteggiamento, un bisogno che, secondo Calvino, è proprio di ogni essere umano.
Questo concetto lo troviamo espresso chiaramente nell’ “Avventura di un automobilista”, dove i
personaggi non hanno nome, ma sono indicati con delle lettere maiuscole, proprio per
sottolineare l’idea che ciascuno di noi può identificarsi con i protagonisti di questa vicenda. Il
personaggio principale, un automobilista, corre verso Y e ciò che più desidera non è trovare la
donna amata alla fine della sua corsa, ma sapere che anche lei corre verso di lui, ha bisogno di
sapere che è desiderato tanto quanto lui desidera Y.
Un’altra avventura è quella di un bandito, che trova rifugio nella casa di una prostituta, ma viene
allontanato dal suo letto dall’arrivo del commissario che lo sta inseguendo per catturarlo.
Rifugiatosi in bagno, alla fine decide di costituirsi perché non sopporta l’idea che la donna, di cui
Calvino lascia sottintendere sia innamorato, possa essere di un altro. Anche in questo racconto si
ripropone il tema del rincorrersi e del non ritrovarsi di due anime che provano il medesimo
sentimento, come se la vita di ognuno dei due scorresse su binari paralleli, destinati a non
incontrarsi mai.
Concludono la raccolta due storie più articolate, poste dall’autore a chiusura del volume: “La
formica argentina” e “La nuvola di smog”.
La prima, con un intreccio alquanto curioso, ha per protagonista una famiglia, padre, madre e figlio
appena nato, impegnata in un trasloco in una casa invasa dalle formiche. Lo scrittore riesce a farci
sentire addosso l’odioso prurito di questi insetti, esprimendo, nella lotta infinita contro le formiche
argentine, la metafora dell’uomo in perenne lotta con le sue contraddizioni.
La seconda è incentrata sulla figura di un giornalista arrivato da poco in una grande città, che deve
fare i conti con un amore lontano, che credeva finito, forse a torto. La nuvola di smog che appare
in cielo, mentre i due innamorati ammirano il paesaggio, è la metafora del male di vivere a cui ci
espone la nuova società urbana e industrializzata che ha distrutto il rapporto fra uomo e natura. Il
giornalista e Claudia, la sua fidanzata, hanno due modi diametralmente opposti di reagire a questa
condizione. Il primo cade in uno stato di infelicità totale, unita ad un senso di sfiducia nei confronti
del cambiamento, la seconda, invece, riesce a vedere i colori del mondo oltre il grigio dello smog e,
con questo suo atteggiamento, riesce ad essere l’unico personaggio felice della vicenda.
Al di là degli spunti di riflessione che ritroviamo in questi racconti, ciò che più mi ha colpito è lo
stile dell’autore, che attraverso l’uso del discorso diretto ci fa partecipare alle emozioni dei
personaggi, espressioni spontanee di chi si innamora ogni giorno e in ogni situazione.
“Quei due, così come sono, sono reciprocamente necessari. E pensò: Ecco, questo modo d’essere è
l’amore. E poi: L’umano arriva dove arriva l’amore; non ha confini se non quelli che gli diamo.”
Calvino ci insegna che non c’è vita senza amore e che, per quanto contraddittorio possa essere
questo sentimento, esso non ha confini se non quelli che noi gli imponiamo.

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