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Giovanni Verga

Nacque a Catania il 31 agosto 1840 da una famiglia di nobili origini di Vezzini (borgo agricolo).
La sua formazione scolastica venne affidata al parente Antonino Abate, che lo incoraggiò alla
letteratura.
Tra il 1856-57  scrisse il suo primo romanzo storico “Amore e patria”, caratterizzato da
romanticismo e amor di patria.

1862  primo romanzo, intitolato “I carbonari della montagna”

1869  si stabilisce a Firenze, dove frequenta l’ambiente letterario della città e conosce alcuni
poeti, tra cui Giovanni Prati.
Legò l’amicizia con Luigi Capuana, teorico del verismo.

1872  si trasferisce a Milano, dove rimarrà per circa 15 anni.


Qui frequenta salotti con i “scrittori scapigliati”, appartenenti ad una corrente letteraria legata al
tardo romanticismo, i cui temi trattano di amore travagliato.

1874  Verga scrive “Nedda”, un bozzetto siciliano di natura diversa dalle opere precedenti. Qui si
avvia la sua conversione al Verismo.

 Bozzetto siciliano: componimento letterario in cui si rappresenta la realtà di un contesto


sociale; in questo caso della Sicilia, la sua terra, di cui vuole mostrare la realtà delle classi
sociali più umili

1880  uscita in volume delle novelle veriste di “Vita dei campi”

1883  in Francia incontra Emile Zola e nell’anno successivo esordisce nelle scene teatrali come
drammaturgo

1886  inizia a trascorrere lunghi periodi a Roma

1888  esce a puntate nella rivista Nuova Antologia il “Mastro don Gesualdo”, che fu
profondamente revisionato e pubblicato in volume nel 1889

Dal 1893 rientra stabilmente a Catania, dove pubblica l’ultima raccolta di novelle.
Scrive il suo ultimo (terzo) romanzo del ciclo dei vinti, la duchessa di Leyra.

Dalle sue ultime opere emerge il profilo di uno scrittore ormai isolato, che si dedica alla cura delle
terre di famiglia e ai figli di suo fratello.
Verga era consapevole di aver dato il meglio di sé, nonostante fu definitivo il suo distacco dagli
ambienti letterali.

Morì a Catania il 27 gennaio 1922.


Nedda
Novella pubblicata nel 1874 su un periodico milanese; qui si ha la conversione di Verga al verismo.
È un bozzetto siciliano, un racconto che ritraeva una situazione, un destino, prima che una
vicenda.
La protagonista è un’umile raccoglitrice di olive, Nedda (Bastianedda).
Qui lo scrittore ha rappresentato molto realisticamente anche il linguaggio dei personaggi, legato
all’ambiente di vita e di lavoro del paese.
Si leggono infatti molte espressioni dialettali siciliane.

Questa conversione al verismo di Verga è stata influenzata dalle letture dei naturalisti francesi e
dagli scambi intellettuali con gli amici letterati Luigi Capuana e Felice Cameroni.

La figura e la storia di Nedda rappresenta la personificazione del pessimismo verghiano.


Le sue sventure non sono casuali; nascono da una situazione iniziale di ingiustizia.

Trama della novella:

Nedda è una giovane raccoglitrice di olive, povera e timida, che vive


nella miseria.
Sua madre, donna molto anziana, è gravemente malata.
Incontra Janu, un giovane ragazzo del suo paese di cui si innamorerà.
Nel frattempo, la madre muore e Nedda accetta una nuova
occupazione ad Aci Catena.
Con un lavoro più redditizio Nedda vive una vita un po’ più serena.
Janu le chiede di sposarla e tra i due giovani nasce un amore passionale
e gioioso, ma che non porta alla felicità.
Suo marito si ammalò di malaria e la sua piccola figlioletta nacque
rachitica e stenta.
Il marito morì cadendo da un ulivo; anche la bambina morì presto.
Nedda rimase sola, abbandonata, disprezzata e sfruttata.
Vita dei campi
Raccolta di otto racconti, composti tra il 1878 e il 1880 e che uscirono su diverse riviste e periodici.
Dopo la prima stampa in rivista, Verga sottopose le novelle a una revisione lessicale per eliminare
ogni tipo di imprecisione.

Queste otto novelle rappresentano da vicino la vita, nella sua cruda realtà e verità.
Rispetto alla narrativa tradizionale Verga compie una vera rivoluzione:

- Personaggi posti al grado più basso e primitivo della vita sociale


- Scompaiono quasi del tutto i commenti (polemica sociale) da parte dell’autore
- Gli eventi sono presentati in modo netto e crudo
- Si riducono le descrizioni e gli antefatti
- Dialoghi sono concisi
- C’è la narrazione di vicende cupe e tragiche, che sfociano in situazioni emotive e
psicologiche sempre estreme

Creazione della figura del “narratore popolare” -> appartenente al mondo in cui viene ambientato
il racconto; Verga narra attraverso una voce (fuori
campo) ed evita di dare giudizi personali, ma si limita
solamente a riferire i fatti dal punto di vista della
comunità di villaggio

Gli otto racconti sono:


1. Fantasticheria
2. Jeli il pastore
3. Cavalleria rusticana
4. La lupa
5. L’amante di Gramigna
6. Pentolaccia
7. Rosso Malpelo
8. Guerra dei santi
Rosso Malpelo
Ha come protagonista un povero minatore che si perde nella miniera per inseguire il fantasma del
padre defunto.

Trama della novella:


Rosso Malpelo, così chiamato per la rossa capigliatura, è un ragazzo che lavora
duramente in una cava di sabbia in Sicilia. E’ un povero infelice sfruttato e deriso.
L’opinione popolare attribuisce una personalità malvagia a coloro che hanno i
capelli rossi e per questo motivo Malpelo viene trattato con pregiudizio da tutti ed
anche dalla stessa madre. Egli è costretto a vivere emarginato e isolato, trattato
come una bestia e non come un essere umano.
Il padre, soprannominato “il bestia” per la sua remissività e la resistenza alla
fatica, proprio come se fosse una bestia da soma, è l’unico che ha dell’affetto per
Malpelo ma muore nella stessa cava sotto una frana di sabbia.
L’emarginazione e le difficoltà portano Malpelo ad assumere atteggiamenti cinici e
spietati, soprattutto nei confronti di chi vive una condizione ancora più debole e
fragile della sua, come Ranocchio, un ragazzetto infelice come lui che lavora come
manovale alla cava.
Dietro questo carattere indurito e indifferente Malpelo nasconde però una sua
umanità e un bisogno di amore che manifesta nei confronti dello stesso Ranocchio
e del padre morto nella cava per la caduta di un pilastro di sabbia.
Quando Ranocchio si ammala ed in breve tempo muore, stroncato dalla fatica e
dalle inumane condizioni di lavoro, Malpelo rimane completamente solo.
Nel finale Malpelo si offre volontario per esplorare un passaggio della cava, egli si
smarrisce così nei cunicoli intricati, nell’indifferenza generale e senza lasciare
alcuna traccia di sé.
La Lupa
È uno dei racconti più noti del Verga verista, narra la vicenda di una donna di grande fascino che si
concede a diversi amanti, fino a quando il genero la uccide.

Trama della novella:

Il racconto inizia con la descrizione della Lupa, una donna diabolica


che trascina nella perdizione tutti coloro che le passano accanto.
La donna si innamora di Nanni, un giovane contadino che nega il suo
amore per lei, poiché è innamorato della figlia Maricchia.
Sua figlia non vuole sposare Nanni, ma la madre la obbliga.
La lupa riesce a sedurre Nanni, ma la figlia scopre la tresca e
denuncia sua madre al brigadiere.
Nanni cerca di allontanare la suocera da sé, ma non serve a nulla.
Infine, il genero uccide la suocera, che muore senza arretrare di un
passo.
Qui è rappresentata la carnalità della donna e la voglia sessuale.
È presente il diretto libero, il discorso indiretto.
Ricorrono spesso proverbi, perché esprimono il giudizio popolare sui
fatti. Sono presenti anche espressioni dialettali.
Ciclo dei Vinti
È un ciclo romanzesco che analizza le varie condizioni sociali, dai livelli più infimi a quelli più
elevati.
Il primo romanzo del ciclo sono i Malavoglia, uscì nel 1881; rappresenta il livello di società più
inferiore (pescatori analfabeti).
Il secondo romanzo è Mastro-don Gesualdo, incentrato sulla storia di un muratore che riesce a
diventare nobile e farsi ricco con il suo lavoro.
Il terzo romanzo è La duchessa di Leyra, dedicato alla figlia di Gesualdo.

1.Malavoglia
Inizialmente, Verga cominciò nel 1875 a progettare un bozzetto marinaresco (abbozzo
narrativo ambientato nel mondo dei pescatori) da intitolarsi Padron ‘Ntoni.
Nel 1878 annunciò che il bozzetto si era trasformato in un romanzo, i Malavoglia.
Racconta del mondo rurale di Aci Trezza:
 È realistico, legato a una serie di tradizioni (proverbi, ciclo delle stagioni, il lavoro dei campi
e le liturgie)
 Lo spazio è vero, i luoghi del romanzo sono quelli tipici di un paese (farmacia, sagrato,
osteria, lavatoio e la fontana)

Intorno a questa ambientazione realistica cresce una pluralità di piccole storie, individuali e
familiari, che si intrecciano e si sviluppano.
Viene ricostruita la realtà complessa della vita di un villaggio tipico.

Ci sono due personaggi tra loro opposti:


- Padron ‘Ntoni -> il vecchio patriarca, capo della casa del nespolo, l’immagine di colui che
resta fedele al suo lavoro di pescatore tramandato da generazioni
- Zio crocifisso, simbolo del nuovo modo di lavorare e guadagnare, a differenza di padron
‘Ntoni che difende l’onestà, lui è proiettato verso l’utile e il profitto

La trama si incentra sul passaggio dal vecchio al nuovo, ritrae la tentazione di cui persino
padron ‘Ntoni cade vittima.
Il suo desiderio era quello di migliorare la sua condizione economica, passare da pescatore
a piccolo imprenditore della pesca. Per fare ciò si impegna in un affare (il negozio dei
lupini) per il quale necessita di un prestito, che gli fa zio Crocifisso.
Non sarà mai in grado di risarcirlo, poiché la barca naufraga con tutto il suo carico.
Questo episodio metterà in disgrazia tutta la famiglia.
2.Mastro don Gesualdo
Romanzo pubblicato nel 1889, è un abbozzo di romanzo psicologico (indica quasi il
superamento del romanzo verista).
È ambientato nel periodo del Regno Borbonico, periodo prima dell’unificazione (1920 circa)
Il termine “don” è un titolo di rispetto in Sicilia, per una persona diventata importante.
“Mastro”, invece, è una persona che fa lavori manuali e Gesualdo fa il muratore.

Sono due gli obiettivi di Mastro don Gesualdo: diventare ricco e cambiare la sua posizione
sociale, da manovale a don (uomo che conta)

Per far ciò si sposta (solo per avere il titolo nobiliare) con Bianca Trao, disonorata perché
incinta di un altro uomo.
La loro relazione è un fallimento, perché la differenza sociale peserà molto.
La figlia illegittima rimarrà incinta di un uomo che sperperava soldi.
Gesualdo la costrinse a sposare un altro nobile, per non perdere credibilità.

L’obiettivo di Gesualdo era di fare roba, di arricchirsi.


Avrà un declino -> si ammalerà e morirà da solo
Ebbe due figli che non riconobbe, poiché aveva una relazione extraconiugale con la serva.
I nobili non lo accettano perché lui era un proletario e si era comprato le terre di altri nobili
solamente perché si era arricchito.

Era un uomo avido, desideroso di ricchezza ed era odiato da tutti. Solo e sradicato.
Positivismo
Nella seconda metà dell’Ottocento c’è un momento di pace.
In Italia e in Germania si completano i processi di unificazione.
Ci sono nuove potenze economiche come America e Giappone, e si consolidano gli stati liberali
(dotati di costituzione).

Il momento del positivismo è caratterizzato dallo sviluppo economico, tecnologico e scientifico ed


è il momento in cui si diffonde una cosa importante come l’energia elettrica.
Viene introdotto l’uso del petrolio, viene introdotto il cinema  avviene un cambiamento radicale
nelle vite di tutti

 è il periodo della Belle Epoque

Nel campo culturale si pensa che l’uomo e tutta


l’umanità siano destinati a progredire e
migliorare il proprio tenore di vita

Positivismo: si rifaceva alle scienze positive, quelle che utilizzavano un metodo


scientifico/sperimentale.
Applicare un metodo sperimentale significava:
- Osservare
- Sperimentare
- Creare una legge (la sua deduzione)
Il metodo sperimentale viene applicato nelle scienze sociali e nella letteratura.

I positivisti pensavano che la realtà fosse razionale, cioè misurabile -> è una sorta di illuminismo,
che enfatizza la ragione dell’uomo

Darwinismo: fa un ingresso importante in letteratura e nella cultura.


L’idea di Darwin ha alla base la selezione naturale, quindi l’uomo vive un continuo processo di
evoluzione.
Il Naturalismo e il Verismo
Siamo nella seconda metà dell’Ottocento.

Il Naturalismo nasce in Francia; i maggiori esponenti sono:


 Emile Zola (scrisse un saggio nel
1880 intitolato “Romanzo
sperimentale”
 Guy du Maupassant

Questo movimento letterario in Italia prende il nome di Verismo (ha stesso significato) e i
maggiori esponenti sono:
 Giovanni Verga
 Luigi Capuana
 Federico de Roberto

Entrambe le correnti hanno come presupposto la cultura positivista, con fiducia nel metodo
sperimentale e nel progresso.

Principio dell’impersonalità -> lo scrittore non deve esprimere giudizi, ma deve osservare e far
emergere il letterato; attraverso l’osservazione si può cambiare la
realtà (ruolo sociale del letterato).
L’autore agisce quindi come uno scienziato, dove si limita solamente
all’osservazione.

Antecedenti: romanzo realista francese (Flaubert, Madame Bovary e Balzac)

Si contrappone a: romanticismo (opera d’arte come immaginazione, a creazione di fantasia)

Genere letterario del naturalista verista -> romanzo

Contenuto di questo romanzo:


 La rappresentazione della società e dei suoi
problemi: la condizione delle città, delle classi
povere sfruttate (minatori)
Questo è il contenuto che raccontano i naturalisti
francesi
 Il racconto delle condizioni dell’Italia meridionale
(la realtà arretrata del sud)
Questo è il racconto dei veristi italiani
Similitudini (tra naturalismo e verismo) Differenze (tra naturalismo e verismo)

- Approccio scientifico - Diversa realtà sociale rappresentata


- Poetica dell’impersonalità - Non c’è fiducia nel progresso; nei veristi
- Rappresentazione del vero, della società e c’è pessimismo
dei suoi molteplici problemi - Attenzione ai destini individuali (verismo)
- Fine dell’arte -> l’arte deve migliorare la - Se nei naturalisti c’è l’idea del progresso
realtà (ottimismo)
Nei veristi c’è sfiducia, per gli emarginati di
guerra (meridionale)

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